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Stefano.Moretto
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Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:15

Mi avvicino alla stanza delle capsule numero 6, la porta automatica si solleva. In fondo alle dieci capsule criostatiche che costeggiano il lato della stanza c’è il vecchio Olaf. Tiene il tablet davanti al naso e si gratta la pelata.
«Ehi Olaf.»
«Buongiorno Phil.»
Il timer sopra la capsula 64 sta per esaurirsi, tra poco dovremo scongelarlo.
«Sei pronto per l’ultimo ghiacciolo prima della pensione?»
Olaf ride e si dirige verso la scrivania.
«Sono contento di poter fare il mio lavoro un’ultima volta. Quando arriverà il nuovo ragazzo insegnagli come ho fatto io con te.»
«Anche l’iniettare il kylmos per gli attacchi di panico?»
Mi lancia un’occhiataccia da sotto le sue folte sopracciglia.
«A parte le pratiche superate.»
Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe. Olaf appoggia il tablet sulla scrivania, sullo schermo la linea piatta del cuore inizia a ondeggiare.
«C’è battito, è vivo. Parlagli e tienilo sveglio, io tengo sotto controllo i parametri.»
Il vetro della capsula si solleva. All’interno c’è un uomo bianco sulla trentina, capelli neri corti. Ha una cicatrice che parte dallo zigomo e arriva fino al mento. Il segno è netto e pulito, forse un’operazione chirurgica. Sotto il camice bianco si intravede un fisico scolpito.
Il gas criogeno sta venendo ventilato via dai condotti di ventilazione della capsula.
«Ehi Olaf, di che epoca è?»
Scorre con l’indice sul tablet.
«Un paio di secoli fa.»
L’uomo apre gli occhi, boccheggia, afferra il bordo della capsula e tira su la schiena.
«Calmo, stia calmo.» Gli afferro le spalle per impedirgli di alzarsi. «Ha appena terminato il suo riposino. Io sono Phil, si ricorda come si chiama?»
Muove la bocca e si lecca le labbra.
«W… Will…» La sua voce esce roca. «William Trevenas»
«Bene Willy, stia calmo. Riacquisterà le funzioni motorie in pochi secondi, è tutto normale.»
Chiude gli occhi e appoggia la schiena sul fondo della capsula.
«Allora Will, mi parli un po’ della sua epoca. Mi sa che dobbiamo fare un bel corso di aggiornamento.»
Il suo respiro è affannoso, ma Olaf ha sotto controllo i parametri, finché non mi dice nulla sto tranquillo. Tasto la tasca sinistra del mio camice per assicurarmi di avere una siringa di Moprox in caso di emergenza.
«Ci sono… ci sono ancora gli hot dog?»
Chissà perché tutti chiedono degli hot dog.
«Certo. Beh, li facciamo con carne sintetica da quando si sono estinti i maiali, ma sono buoni comunque.»
«I maiali...»
«Grossa pandemia vent’anni fa, brutta storia.»
Willy alza il busto e si guarda attorno.
«Non è la stanza in cui mi hanno ibernato.»
«Avranno spostato la sua capsula, in duecento anni è probabile.»
Olaf mi guarda e unisce pollice e medio della mano. Battito accelerato.
«Stia tranquillo Willy, va tutto bene.» Gli poggio una mano sulla spalla, la pelle è ancora gelida. «Mi racconti ancora, perché si è fatto ibernare?»
Il suo sguardo passa da Olaf a me.
«C’era una guerra, scoppiata prima ancora che io nascessi. Pensavo non ne avrei visto la fine. È terminata, ora?»
Duecento anni fa c’era la terza guerra mondiale, ci credo che si è fatto ibernare.
«Ah, sì, brutta storia anche quella. Sì, è terminata, non si preoccupi.»
«E chi ha vinto?»
«Per fortuna non l’imperatore.»
«Lo sapevo.»
Olaf lascia cadere a terra il tablet e si alza, in mano stringe la sua piccola pistola bianca. Qualcosa mi colpisce alla spalla destra. Willy mi sta puntando contro l’indice. Al posto dell’ultima falange ha una canna di ferro fumante.
Il dolore alla spalla esplode, cado a terra e batto la schiena contro la capsula dietro di me. Urlo. Olaf spara, il raggio rosso colpisce Willy al petto e lo trapassa.
«Phil!» Olaf si inginocchia su di me e mi guarda la ferita. «Come stai?»
«Fa un male cane, ma sopravvivrò. I cyborg non erano banditi dal criosonno?»
«Non due secoli fa. Hai il Moprox?»
Tiro fuori la siringa e gliela passo, Olaf me la inietto nella spalla. Il dolore scompare. «Molto meglio. Grazie.»
«Te l’avevo detto il primo giorno, non sai come ragionava la gente una volta.»
«Già. Immagino che già due secoli fa il cliché del tizio che muore il giorno prima della pensione fosse superato.»
Olaf ride e mi porge una mano per rialzarmi.



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Re: Ultimo giorno

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 0:19

Ciao Stefano! Rieccoti dopo la grande prestazione dello scorso mese! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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Fagiolo17
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 18:18

Ciao Stefano
Mi è piaciuto lo stile e l’ambientazione del racconto, anche se non sono riuscito a capire dove volessi andare a parare.
Non si capisce cosa sia esattamente accaduto. Un Cyborg è stato ibernato, ed era dalla parte dell’Imperatore? Quindi avendo scoperto che hanno perso la guerra ora vuole sparare agli scienziati? Non ne capisco il motivo.
Soprattutto non si capisce perché si è fatto ibernare, quale fosse il suo scopo. Sembra un'anomalia.
La battuta sul fanale invece mi piace. Una bella chiusura.
Complessivamente una buona prova anche se penalizzata dalla trama.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.

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Re: Ultimo giorno

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 19:09

Ciao Stefano,
Il tema è evidentemente centrato e l'impostazione del racconto è buona. Inoltre, anche grazie all'incalzare delle sequenze dialogiche, risulta assolutamente scorrevole. Tuttavia, per quanto sia interessante il colpo di scena finale, nonostante esso non sia ovviamente il nucleo attorno a cui ruota il racconto, avrei preferito che lo analizzassi maggiormente, magari a discapito di qualcuna delle battute. Non è del tutto chiaro cosa sia il Moprox (in caso si tratti di qualcosa realmente esistente e a me ignoto, perdona tanto la mia ignoranza). Attenzione alla punteggiatura (in "Quando arriverà il nuovo ragazzo insegnagli come ho fatto io con te.", ad esempio, penso sarebbe stato meglio inserire una virgola tra le due proposizioni) e alla ripetizione della parola "capsula" nella prima riga (capisco però che non sia facile trovare il sinonimo per un termine tecnico così specifico). Nel complesso, buon lavoro.

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Stefano.Moretto
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#5 » mercoledì 23 dicembre 2020, 1:07

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Stefano
Mi è piaciuto lo stile e l’ambientazione del racconto, anche se non sono riuscito a capire dove volessi andare a parare.
Non si capisce cosa sia esattamente accaduto. Un Cyborg è stato ibernato, ed era dalla parte dell’Imperatore? Quindi avendo scoperto che hanno perso la guerra ora vuole sparare agli scienziati? Non ne capisco il motivo.
Soprattutto non si capisce perché si è fatto ibernare, quale fosse il suo scopo. Sembra un'anomalia.
La battuta sul fanale invece mi piace. Una bella chiusura.
Complessivamente una buona prova anche se penalizzata dalla trama.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.

Ciao,
temo di aver speso troppi caratteri per seguire la traccia e troppo pochi per mostrare bene lo svolgersi degli eventi. L'idea alla base è che durante la guerra il cyborg si fosse ibernato per arrivare al post-guerra e, in caso di sconfitta della propria nazione, fungere da "nuova cellula" per riforgiare l'impero. Un paio di battute in più sul finale forse avrebbero reso più chiaro lo scenario.
Grazie per il tuo commento!
Ultima modifica di Stefano.Moretto il mercoledì 23 dicembre 2020, 1:12, modificato 1 volta in totale.

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Stefano.Moretto
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#6 » mercoledì 23 dicembre 2020, 1:10

Red Robin ha scritto:Ciao Stefano,
Il tema è evidentemente centrato e l'impostazione del racconto è buona. Inoltre, anche grazie all'incalzare delle sequenze dialogiche, risulta assolutamente scorrevole. Tuttavia, per quanto sia interessante il colpo di scena finale, nonostante esso non sia ovviamente il nucleo attorno a cui ruota il racconto, avrei preferito che lo analizzassi maggiormente, magari a discapito di qualcuna delle battute. Non è del tutto chiaro cosa sia il Moprox (in caso si tratti di qualcosa realmente esistente e a me ignoto, perdona tanto la mia ignoranza). Attenzione alla punteggiatura (in "Quando arriverà il nuovo ragazzo insegnagli come ho fatto io con te.", ad esempio, penso sarebbe stato meglio inserire una virgola tra le due proposizioni) e alla ripetizione della parola "capsula" nella prima riga (capisco però che non sia facile trovare il sinonimo per un termine tecnico così specifico). Nel complesso, buon lavoro.

Ciao,
sì, avrei dovuto spendere qualche centinaio di caratteri in più sull'ultima parte per rendere meglio il senso della storia.
Il Moprox non esiste, visto che l'ambiente è simil-medico ho creato al volo dei nomi che fossero verosimili per dei farmaci. L'effetto specifico del farmaco non ha troppa rilevanza ai fini della trama, ma comunque sul finale si vede che serve -anche- per il dolore.
Grazie per le segnalazioni; in effetti le ripetizioni sono un mio punto debole che ho già constatato più volte, cerco sempre di farci molta attenzione, ma non sempre riesco a beccarle tutte.
Grazie per il tuo commento!

Red Robin
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#7 » mercoledì 23 dicembre 2020, 9:30

Okk, chiaro. Probabilmente sul Moprox sono stato troppo intransigente, visto che si comprende bene dal testo una possibile applicazione e sarebbe stato pesante un mini-spieghino riguardo il farmaco in generale. Grazie della risposta.

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Emiliano Maramonte
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#8 » sabato 26 dicembre 2020, 11:44

Ciao Stefano!
Forse ti leggo per la prima volta. In ogni caso ne sono lieto!
Sono appassionato di fantascienza praticamente da bambino e ne sono un forte lettore quindi, per forza di cose, ho esaminato il tuo racconto con occhio molto severo.
Le immagini che evochi sono abbastanza già viste: la stanza criogenica, le capsule, lo sbuffo di vapore all'apertura, gli scienziati in camice, fanno parte di cliché ormai connaturati alla fantascienza da decenni. Non che questo sia un vero inconveniente, poiché allo stato attuale, nel 2020, è impossibile inventare qualcosa di nuovo e, di conseguenza, essere "originali" (qualunque cosa significhi...). Però ci si aspetterebbe che qualche tema già sfruttato o logoro possa essere trattato da un punto di vista diverso, a suo modo inedito. Non sta a me qui suggerire modalità con cui avresti potuto (ri)scrivere la storia, in fondo il testo che devo valutare e classificare è qui sotto i miei occhi, e va bene così.
La trama è tutto sommato interessante, ma manca di mordente. Quando si prepara una narrazione con gradualità, accumulando tensione piano piano, la contropartita dev'essere una conclusione clamorosa, che fa dire al lettore: "Cavoli, però!", quasi un premio per la pazienza. Per tre quarti il racconto langue; okay, hai provato a gettare negli occhi del lettore un po' di sense of wonder con accenni al passato e in parte hai colto nel segno: mi sono piaciuti gli accenni a una terza guerra mondiale, all'estinzione dei maiali e a un generico imperatore del passato. Sono tutti elementi che stuzzicano la fantasia e ti fanno dire: "Be', mi piacerebbe saperne di più". Questo flusso, almeno fino a qualche battuta prima del climax, poteva anche essere reso più incisivo con una caratterizzazione più marcata della vicenda: chessò i due scienziati parlano della possibilità di rivendere parti del corpo degli "scongelati", oppure se la ridono per un non meglio precisato mercato di materiale criogenico cinese su Amazon (ma esisterà ancora tra 200 anni??)... insomma, cose così.
Il finale, dicevo. Da solo doveva essere il baricentro dell'intera trama, ma così com'è rappresenta una forma di zoppia per l'impatto complessivo del racconto. Peccato per la mancanza di riferimenti ulteriori per capire il contesto. Qualche indizio qua e là non avrebbe guastato. I due scienziati potevano lasciarsi sfuggire qualche indizio relativo a fazioni di cyborg ribelli, o a un qualche tipo di "minaccia criogenica"... Invece il twist rimane appiccicato lì con poche possibilità per il lettore di annodare i fili e comprendere. E aggiungo che l'azione da te rappresentata è convulsa e poco chiara.
Sul fronte tecnico qualche suggerimento. La narrazione è un po' legnosa, ma questo non è un problema perché con la pratica si migliora e Minuti Contati è una palestra incredibile. Ad esempio:

"Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe."
[Alternativa] Il timer segna zero. La capsula si sblocca con uno scatto metallico. Uno sbuffo di gas inonda il pavimento.

"Il gas criogeno sta venendo ventilato via dai condotti di ventilazione della capsula." Costruzione faticosissima da leggere. Assolutamente da evitare.
[Alternativa] Il sistema di ventilazione dissipa il gas criogeno nei condotti.

Ecco, mi sono permesso di darti qualche suggerimento perché lo stile va sbozzato, pur comprendendo che il meccanismo diabolico di Minuti Contati può determinare sviste e imperfezioni anche in chi scrive da anni.

A parte qualche buona intuizione, tuttavia il racconto non mi ha convinto. Tema tutto sommato preso.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Stefano.Moretto
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#9 » sabato 26 dicembre 2020, 15:26

megagenius ha scritto:Ciao Stefano!
Forse ti leggo per la prima volta. In ogni caso ne sono lieto!
Sono appassionato di fantascienza praticamente da bambino e ne sono un forte lettore quindi, per forza di cose, ho esaminato il tuo racconto con occhio molto severo.
Le immagini che evochi sono abbastanza già viste: la stanza criogenica, le capsule, lo sbuffo di vapore all'apertura, gli scienziati in camice, fanno parte di cliché ormai connaturati alla fantascienza da decenni. Non che questo sia un vero inconveniente, poiché allo stato attuale, nel 2020, è impossibile inventare qualcosa di nuovo e, di conseguenza, essere "originali" (qualunque cosa significhi...). Però ci si aspetterebbe che qualche tema già sfruttato o logoro possa essere trattato da un punto di vista diverso, a suo modo inedito. Non sta a me qui suggerire modalità con cui avresti potuto (ri)scrivere la storia, in fondo il testo che devo valutare e classificare è qui sotto i miei occhi, e va bene così.
La trama è tutto sommato interessante, ma manca di mordente. Quando si prepara una narrazione con gradualità, accumulando tensione piano piano, la contropartita dev'essere una conclusione clamorosa, che fa dire al lettore: "Cavoli, però!", quasi un premio per la pazienza. Per tre quarti il racconto langue; okay, hai provato a gettare negli occhi del lettore un po' di sense of wonder con accenni al passato e in parte hai colto nel segno: mi sono piaciuti gli accenni a una terza guerra mondiale, all'estinzione dei maiali e a un generico imperatore del passato. Sono tutti elementi che stuzzicano la fantasia e ti fanno dire: "Be', mi piacerebbe saperne di più". Questo flusso, almeno fino a qualche battuta prima del climax, poteva anche essere reso più incisivo con una caratterizzazione più marcata della vicenda: chessò i due scienziati parlano della possibilità di rivendere parti del corpo degli "scongelati", oppure se la ridono per un non meglio precisato mercato di materiale criogenico cinese su Amazon (ma esisterà ancora tra 200 anni??)... insomma, cose così.
Il finale, dicevo. Da solo doveva essere il baricentro dell'intera trama, ma così com'è rappresenta una forma di zoppia per l'impatto complessivo del racconto. Peccato per la mancanza di riferimenti ulteriori per capire il contesto. Qualche indizio qua e là non avrebbe guastato. I due scienziati potevano lasciarsi sfuggire qualche indizio relativo a fazioni di cyborg ribelli, o a un qualche tipo di "minaccia criogenica"... Invece il twist rimane appiccicato lì con poche possibilità per il lettore di annodare i fili e comprendere. E aggiungo che l'azione da te rappresentata è convulsa e poco chiara.
Sul fronte tecnico qualche suggerimento. La narrazione è un po' legnosa, ma questo non è un problema perché con la pratica si migliora e Minuti Contati è una palestra incredibile. Ad esempio:

"Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe."
[Alternativa] Il timer segna zero. La capsula si sblocca con uno scatto metallico. Uno sbuffo di gas inonda il pavimento.

"Il gas criogeno sta venendo ventilato via dai condotti di ventilazione della capsula." Costruzione faticosissima da leggere. Assolutamente da evitare.
[Alternativa] Il sistema di ventilazione dissipa il gas criogeno nei condotti.

Ecco, mi sono permesso di darti qualche suggerimento perché lo stile va sbozzato, pur comprendendo che il meccanismo diabolico di Minuti Contati può determinare sviste e imperfezioni anche in chi scrive da anni.

A parte qualche buona intuizione, tuttavia il racconto non mi ha convinto. Tema tutto sommato preso.

In bocca al lupo!
Emiliano.


Ciao Emiliano, grazie mille per la tua valutazione. Ammetto che gli elementi che ho inserito non sono il massimo dell'originalità, purtroppo mi sono incentrato troppo su alcuni aspetti che mi hanno fatto perdere di vista altri elementi importanti. Anche il finale avrebbe potuto essere sfruttato meglio, ma la carenza di caratteri mi frega sempre. Devo imparare a organizzare meglio il lavoro di progettazione e scrittura, ho notato che con limiti diversi (come nella sfida a) ho problemi contrapposti.
Apprezzo molto anche le correzioni alle frasi che avrei potuto scrivere meglio, in effetti ho messo su dei mostri quando sarebbero bastate frasi molto più semplici per dare lo stesso concetto in modo più efficace (e avrei pure risparmiato caratteri per la storia, me tapino).
Grazie per i consigli, alla prossima edizione cercherò di metterli in pratica (e pretendo altre bastonate se non ci dovessi riuscire!)

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Debora D
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 12:38

Ciao Stefano, piacere di leggerti.
La prima lettura del racconto è stata piacevole, me lo sono semplicemente goduto: mi piace la fantascienza e una parte di me è sempre propensa ad avvantaggiarla.
Alla seconda lettura ho apprezzato lo stile, in particolare la gestione dei beat e delle battute nella prima parte. Però ho cominciato a ragionare sul tema. Il cambiamento sta nell’evolversi dell’umanità, immagino, e ho trovato simpatica la battuta finale in cui si fa riferimento al superamento dei cliché. Eppure resto con una sensazione di mancanza, ci vorrebbe qualcosa di più. Lo svolgimento è rapido causa spazio, un'idea come questa meriterebbe davvero molti più caratteri, dato che come diceva qualcun altro, richiederebbe un approccio originale e nuovi punti di vista per non cadere nel già visto.

Alcune indicazioni di stile.
Frasi lunghe e nodose:
Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe
Schemi che si ripetono:
la porta automatica si solleva - Il vetro della capsula si solleva.
Formulare, si potrebbe sostituire con un'immagine più concret:
un fisico scolpito
Qui la battuta potrebbe andare con il beat
Scorre con l’indice sul tablet.
«Un paio di secoli fa.»
Questo lo segnalo visto che mi sembra che tu abbia scelto il mostrato:
per assicurarmi di avere una siringa di Moprox in caso di emergenza. → che lui lo faccia per sicurezza il lettore lo capisce dalla successione dei gesti e dal pensiero. Potresti sostituirlo con una frase così: La siringa di Moprox c’è, pronta in caso di emergenza.

Conclusione: tema centrato ma poco sviluppato, stile buono, racconto piacevole. Rispetto ad altri del girone non ci sono errori tecnici eccessivi, più una mancanza di spazio per dare giustizia all’idea.

Buona edizione, mi lasci con un bel dubbio su dove piazzarti! :)

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filippo.mammoli
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#11 » domenica 27 dicembre 2020, 13:40

Ciao Stefano e ben trovato.
Non credo di aver mai letto un tuo racconto prima d'ora e devo dire che questo mi è piaciuto.
L'ambientazione cyber futuristica è ben resa e i dialoghi sono realistico e molto ritmati.
Certo non è sempre facile seguire il filo in un dialogo a tre così serrato e a volte ho vacillato, ma nel complesso te la sei cavata bene anche da questo punto di vista.
Relativamente al tema, credo che tu ci sia entrato, ma he se di striscio.
Forse non sono rimasto del tutto soddisfatto dal finale perché mi aspettavo qualcosa di diverso, ma nel complesso è una buona prova.

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Stefano.Moretto
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#12 » domenica 27 dicembre 2020, 20:59

Debora D ha scritto:Ciao Stefano, piacere di leggerti.
La prima lettura del racconto è stata piacevole, me lo sono semplicemente goduto: mi piace la fantascienza e una parte di me è sempre propensa ad avvantaggiarla.
Alla seconda lettura ho apprezzato lo stile, in particolare la gestione dei beat e delle battute nella prima parte. Però ho cominciato a ragionare sul tema. Il cambiamento sta nell’evolversi dell’umanità, immagino, e ho trovato simpatica la battuta finale in cui si fa riferimento al superamento dei cliché. Eppure resto con una sensazione di mancanza, ci vorrebbe qualcosa di più. Lo svolgimento è rapido causa spazio, un'idea come questa meriterebbe davvero molti più caratteri, dato che come diceva qualcun altro, richiederebbe un approccio originale e nuovi punti di vista per non cadere nel già visto.

Alcune indicazioni di stile.
Frasi lunghe e nodose:
Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe
Schemi che si ripetono:
la porta automatica si solleva - Il vetro della capsula si solleva.
Formulare, si potrebbe sostituire con un'immagine più concret:
un fisico scolpito
Qui la battuta potrebbe andare con il beat
Scorre con l’indice sul tablet.
«Un paio di secoli fa.»
Questo lo segnalo visto che mi sembra che tu abbia scelto il mostrato:
per assicurarmi di avere una siringa di Moprox in caso di emergenza. → che lui lo faccia per sicurezza il lettore lo capisce dalla successione dei gesti e dal pensiero. Potresti sostituirlo con una frase così: La siringa di Moprox c’è, pronta in caso di emergenza.

Conclusione: tema centrato ma poco sviluppato, stile buono, racconto piacevole. Rispetto ad altri del girone non ci sono errori tecnici eccessivi, più una mancanza di spazio per dare giustizia all’idea.

Buona edizione, mi lasci con un bel dubbio su dove piazzarti! :)

Ciao Debora
Grazie per l'analisi, apprezzo molto che la prima lettura sia stata piacevole. A quanto pare il finale manca di qualcosa visto che non ha convinto nessuno. Mentre pensavo la storia credevo fosse sufficiente, invece a quanto pare è davvero un "finale mutilato" che manca di qualcosa di importante. Ci rifletterò attentamente nella prossima edizione.
Ho apprezzato moltissimo le correzioni per lo stile: ad alcune cose (soprattutto il punto del Moprox) non avevo proprio pensato.
Grazie mille!

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Stefano e ben trovato.
Non credo di aver mai letto un tuo racconto prima d'ora e devo dire che questo mi è piaciuto.
L'ambientazione cyber futuristica è ben resa e i dialoghi sono realistico e molto ritmati.
Certo non è sempre facile seguire il filo in un dialogo a tre così serrato e a volte ho vacillato, ma nel complesso te la sei cavata bene anche da questo punto di vista.
Relativamente al tema, credo che tu ci sia entrato, ma he se di striscio.
Forse non sono rimasto del tutto soddisfatto dal finale perché mi aspettavo qualcosa di diverso, ma nel complesso è una buona prova.

Ciao Filippo
Ti ringrazio per il tuo commento, sono contento che ti sia piaciuto e che le interazioni ti siano risultate realistiche. Come mi hanno fatto notare tutti il finale è il più grande punto debole del racconto, purtroppo devo aver progettato male il racconto dando delle false aspettative a chi legge.
Grazie per la valutazione!

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Re: Ultimo giorno

Messaggio#13 » lunedì 28 dicembre 2020, 23:32

Ciao Stefano, eccomi con il mio commento!
Dunque, cercherò di dire la mia senza evitare di ripetere troppo quello che è già stato detto nei commenti precedenti.
Lo stile è molto buono, oltre a ciò che ti è stato già segnalato dai precedenti lettori non penso ci sia nulla da aggiungere: sicuramente la prosa rende il testo davvero scorrevole, immersivo e gradevole da leggere. In generale, il tuo stile mi piace e funziona, ho apprezzato i dialoghi perché offrono spunti interessanti e non sono forzati o banali.

Il problema principale del racconto è, come ti è già stato detto, il finale, tant'è che l'ho compreso al 100% leggendomi le tue risposte ai commenti. La battuta di chiusura è brillante e si inserisce in una serie di dialoghi nel complesso ben gestiti, ma non è sufficiente per colmare il buco creato dalle parole in più che ti sarebbero servite per rendere del tutto chiaro ciò che volevi far comprendere ai lettori.

Per quanto non sia una grande lettrice di fantascienza mi trovo anch'io d'accordo sul fatto che le immagini che hai inserito siano un po' trite e ritrite dalle classiche storie. Di contro ho apprezzato molto i riferimenti che hai fatto alla terza guerra mondiale, all'estinzione dei maiali (bella la battuta di dialogo sugli hot dog)... li ho trovati inserimenti accattivanti e avrei voluto più di questo, per costruire uno scenario diverso da quello solito. Sono consapevole che è difficile farlo in queste condizioni, ma vedendo del potenziale tra le righe del racconto mi pare giusto sottolinearlo :D

Detto ciò, tema centrato e giudizio positivo per quel che mi riguarda, buona sfida!

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Re: Ultimo giorno

Messaggio#14 » martedì 29 dicembre 2020, 0:09

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Stefano, eccomi con il mio commento!
Dunque, cercherò di dire la mia senza evitare di ripetere troppo quello che è già stato detto nei commenti precedenti.
Lo stile è molto buono, oltre a ciò che ti è stato già segnalato dai precedenti lettori non penso ci sia nulla da aggiungere: sicuramente la prosa rende il testo davvero scorrevole, immersivo e gradevole da leggere. In generale, il tuo stile mi piace e funziona, ho apprezzato i dialoghi perché offrono spunti interessanti e non sono forzati o banali.

Il problema principale del racconto è, come ti è già stato detto, il finale, tant'è che l'ho compreso al 100% leggendomi le tue risposte ai commenti. La battuta di chiusura è brillante e si inserisce in una serie di dialoghi nel complesso ben gestiti, ma non è sufficiente per colmare il buco creato dalle parole in più che ti sarebbero servite per rendere del tutto chiaro ciò che volevi far comprendere ai lettori.

Per quanto non sia una grande lettrice di fantascienza mi trovo anch'io d'accordo sul fatto che le immagini che hai inserito siano un po' trite e ritrite dalle classiche storie. Di contro ho apprezzato molto i riferimenti che hai fatto alla terza guerra mondiale, all'estinzione dei maiali (bella la battuta di dialogo sugli hot dog)... li ho trovati inserimenti accattivanti e avrei voluto più di questo, per costruire uno scenario diverso da quello solito. Sono consapevole che è difficile farlo in queste condizioni, ma vedendo del potenziale tra le righe del racconto mi pare giusto sottolinearlo :D

Detto ciò, tema centrato e giudizio positivo per quel che mi riguarda, buona sfida!

Ciao Giorgia,
grazie per il tuo commento. Ormai è unanime che il finale è il problema più grande di questo racconto. Ammetto che la cosa all'inizio mi ha spiazzato perché nella mia testa funzionava bene, ma ragionandoci su dopo aver letto i vari commenti mi son reso conto che in effetti manca qualcosa. Peccato, non ho sfruttato il potenziale della storia, la prossima volta ci presterò più attenzione.
E, sì, le immagini "di fantascienza" che ho inserito non sono per niente originali (come mi è già stato detto in altri commenti), ammetto che non ho pensato a volerlo rendere originale, nella mia testa doveva essere la classica fantascienza familiare per permettere al lettore di concentrarsi sulla storia più che sugli elementi presenti. Probabilmente è stato un errore affidarmi troppo al "nella mia testa funziona".
Grazie ancora!

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Giorgia D'Aversa
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#15 » mercoledì 30 dicembre 2020, 21:38

Stefano.Moretto ha scritto:E, sì, le immagini "di fantascienza" che ho inserito non sono per niente originali (come mi è già stato detto in altri commenti), ammetto che non ho pensato a volerlo rendere originale, nella mia testa doveva essere la classica fantascienza familiare per permettere al lettore di concentrarsi sulla storia più che sugli elementi presenti. Probabilmente è stato un errore affidarmi troppo al "nella mia testa funziona".
Grazie ancora!

Ma guarda, in realtà durante la lettura le immagini della fantascienza classica non mi hanno affatto disturbata. Tuttavia, dato che hai inserito degli elementi più peculiari nell'abbozzare il worldbuilding, avrei preferito avere qualche spunto di più sotto questo versante! Per dirla in poche parole: era giusto per cercare il pelo nell'uovo e rompere le scatole ahahah

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Mauro Lenzi
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#16 » mercoledì 30 dicembre 2020, 22:18

Ciao Stefano,

Chi mi ha preceduto ha fatto osservazioni molto centrate, anche io ho trovato un quadro fantascientifico curato e gestito dalla tua buona penna, ma non particolarmente originale e e anche io ho trovato un finale non all’altezza delle aspettative che mi avevi creato, a fronte di una buona conduzione della storia. Ho pensato che forse hai sopravvalutato la potenza del cliché del tizio che muore all’ultimo giorno di lavoro, che forse avrebbe dovuto strappare un senso o almeno un sorriso; ma leggendo i commenti degli altri, ho capito che la cosa non ha funzionato solo con me.
Per quanto riguarda il tema, ci ho pensato su ma tutto quello che sono riuscito a trovare è questo. Il criosonno è stasi, non cambiamento, mentre l’umanità evolve e va avanti: per cui si rimane ciechi alla verità finché non ci si sveglia.
In ogni caso hai fatto un lavoro che secondo me è buono, e ho pochi suggerimenti da darti.

Moprox e Kylmos. Per evitare orrendi “as you know Bob”, che col tuo livello non mi stupisce che tu conosca benissimo, sono parole che mi sono rimaste lì in sospeso e mi hanno distaccato dal testo. Alla fine il Moprox ha una sua funzione, ma appunto alla fine, e appesantito dal Kylmos che lo ha preceduto, nella mia lettura di un testo così breve ho trovato eccessivi due riferimenti a cose che sul momento non potevo capire (e Kylmos non l’ho capito neppure dopo). Quindi per i tuoi prossimi lavori il mio suggerimento è di valutare se simili elementi sono necessari; e se hanno una loro funzione, valuta se puoi mostrarla prima possibile, per evitare dubbi in sospeso.

La scena dello sparo. Rileggendola ho capito cosa non mi ha convinto.

«Lo sapevo.»
Olaf lascia cadere a terra il tablet e si alza, in mano stringe la sua piccola pistola bianca. Qualcosa mi colpisce alla spalla destra. Willy mi sta puntando contro l’indice. Al posto dell’ultima falange ha una canna di ferro fumante.
Il dolore alla spalla esplode, cado a terra e batto la schiena contro la capsula dietro di me. Urlo. Olaf spara, il raggio rosso colpisce Willy al petto e lo trapassa.

Prima in ordine temporale ma non di importanza: la battuta di Willy. Non l’ho trovata rilevante, e in queste situazioni concitate e con tre personaggi credo sia particolarmente importante rimuovere tutto ciò che non lo è.
Secondo, la costruzione della scena. Phil stava guardando Willy (ne descrive lo sguardo), ma come fa a non vedere che gli punta contro il dito/pistola? Nota prima la reazione di Olaf, che è conseguente al dito che Phil avrebbe dovuto vedere benissimo. Per farla breve, avrebbe funzionato se Phil avesse distolto la sua attenzione da Willy, dandogli le spalle.
Terzo, passa troppo tempo tra il colpo alla spalla e la percezione del dolore (più la conseguente caduta) Certo, in teoria basta un attimo per visualizzare il dito fumante, ma a te sono servite due righe per mostrarlo, e al lettore per leggerlo. La scena risulta troppo al rallentatore.
Quarto, dopo “lo trapassa” Willy non grida, non cade né si accascia… niente di niente, semplicemente sparisce dalla scena, come se si fosse disintegrato - beh, anche questa è un’idea, no? ;) -.

Spero di essere stato utile. Giudizio complessivo, positivo, avevo già notato la tua scrittura e continua a piacermi.

Andrea J. Leonardi
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#17 » sabato 2 gennaio 2021, 10:59

Ciao Stefano, piacere di leggerti!

Tema. Anche se non è chiaro, sento il tema emergere dalla storia: malgrado il cambiamento silenzioso della società, i cliché sopravvivono? Un cambiamento, quindi, che la nostra idea di mondo non percepisce in maniere esplicita? Non saprei definirlo, ma nel frattempo non riesco a dire che sia davvero assente.

Trama. A prima vista mi sembra una trama piatta, ma non lo percepisco come problematico; ho sempre reputato difficile realizzare un vero arco narrativo in un racconto breve e sono davvero felice quando lo trovo, ma non intendo penalizzare quando invece vi è un arco meno pronunciato. Potrebbe essere una prima scena di qualcosa di più grosso.

Stile. Giusto poche cosa da segnalare, in un racconto davvero ben scritto che procede liscio e fluido:
• L’uso dei nomi inventati per oggetti non immediatamente mostrati, purtroppo in questi casi si va avanti dimenticandosi anche di averli letti;
• Non sono sicuro nel modo in cui usi l’andare a capo, soprattutto quando un personaggio compie un’azione seguita da una battuta, potrebbero andare entrambi nello stesso capoverso;
• Prima dello sparo, sarebbe meglio mostrare come lo sguardo del PdV non sia sul cyborg: se ho ben capito, lui non vede il colpo partire. Inoltre, forse si potrebbe inserire un dettaglio sonoro, sia esso un boato o un “frizzare” da laser. Ignori anche il “come muore” il cyborg, ma forse ci può stare dato il limite di caratteri.

Totale. Ottimo lavoro! Se ci fosse una trama più decisa sarebbe meglio, ma qua stiamo comunque nella zona alta della classifica.

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Stefano.Moretto
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Re: Ultimo giorno

Messaggio#18 » sabato 2 gennaio 2021, 21:32

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Stefano,

Chi mi ha preceduto ha fatto osservazioni molto centrate, anche io ho trovato un quadro fantascientifico curato e gestito dalla tua buona penna, ma non particolarmente originale e e anche io ho trovato un finale non all’altezza delle aspettative che mi avevi creato, a fronte di una buona conduzione della storia. Ho pensato che forse hai sopravvalutato la potenza del cliché del tizio che muore all’ultimo giorno di lavoro, che forse avrebbe dovuto strappare un senso o almeno un sorriso; ma leggendo i commenti degli altri, ho capito che la cosa non ha funzionato solo con me.
Per quanto riguarda il tema, ci ho pensato su ma tutto quello che sono riuscito a trovare è questo. Il criosonno è stasi, non cambiamento, mentre l’umanità evolve e va avanti: per cui si rimane ciechi alla verità finché non ci si sveglia.
In ogni caso hai fatto un lavoro che secondo me è buono, e ho pochi suggerimenti da darti.

Moprox e Kylmos. Per evitare orrendi “as you know Bob”, che col tuo livello non mi stupisce che tu conosca benissimo, sono parole che mi sono rimaste lì in sospeso e mi hanno distaccato dal testo. Alla fine il Moprox ha una sua funzione, ma appunto alla fine, e appesantito dal Kylmos che lo ha preceduto, nella mia lettura di un testo così breve ho trovato eccessivi due riferimenti a cose che sul momento non potevo capire (e Kylmos non l’ho capito neppure dopo). Quindi per i tuoi prossimi lavori il mio suggerimento è di valutare se simili elementi sono necessari; e se hanno una loro funzione, valuta se puoi mostrarla prima possibile, per evitare dubbi in sospeso.

La scena dello sparo. Rileggendola ho capito cosa non mi ha convinto.

«Lo sapevo.»
Olaf lascia cadere a terra il tablet e si alza, in mano stringe la sua piccola pistola bianca. Qualcosa mi colpisce alla spalla destra. Willy mi sta puntando contro l’indice. Al posto dell’ultima falange ha una canna di ferro fumante.
Il dolore alla spalla esplode, cado a terra e batto la schiena contro la capsula dietro di me. Urlo. Olaf spara, il raggio rosso colpisce Willy al petto e lo trapassa.

Prima in ordine temporale ma non di importanza: la battuta di Willy. Non l’ho trovata rilevante, e in queste situazioni concitate e con tre personaggi credo sia particolarmente importante rimuovere tutto ciò che non lo è.
Secondo, la costruzione della scena. Phil stava guardando Willy (ne descrive lo sguardo), ma come fa a non vedere che gli punta contro il dito/pistola? Nota prima la reazione di Olaf, che è conseguente al dito che Phil avrebbe dovuto vedere benissimo. Per farla breve, avrebbe funzionato se Phil avesse distolto la sua attenzione da Willy, dandogli le spalle.
Terzo, passa troppo tempo tra il colpo alla spalla e la percezione del dolore (più la conseguente caduta) Certo, in teoria basta un attimo per visualizzare il dito fumante, ma a te sono servite due righe per mostrarlo, e al lettore per leggerlo. La scena risulta troppo al rallentatore.
Quarto, dopo “lo trapassa” Willy non grida, non cade né si accascia… niente di niente, semplicemente sparisce dalla scena, come se si fosse disintegrato - beh, anche questa è un’idea, no? ;) -.

Spero di essere stato utile. Giudizio complessivo, positivo, avevo già notato la tua scrittura e continua a piacermi.


Ciao Mauro, grazie per il commento esaustivo!
Riguardo i nomi dei farmaci: hai pienamente ragione, ho utilizzato delle etichette vuote e quindi vengono giustamente dimenticate dal lettore arrivati alla fine. Riguardo il Kylmos doveva essere parte del tema, che si esprimeva nel concetto che il mondo cambia in continuazione e niente rimane per sempre (in questo caso mi riferisco al farmaco che ormai è obsoleto). Il Moprox invece l'avevo pensato per aggiungere un po' di "sense of wonder", ma l'ho inserito effettivamente maluccio, avrei potuto fare meglio.
Riguardo la scena dello sparo: ti ringrazio davvero tanto per la disamina approfondita, è stata in effetti la scena più "problematica" da scrivere essendo molto rapida rispetto a tutto il resto e non mi è venuta come speravo. Rileggerò attentamente i tuoi suggerimenti più volte e userò questo pezzo come esercizio di scrittura, proverò a riscrivere quelle righe finché non avrò un risultato soddisfacente.
Grazie anche per i complimenti, mi fa davvero piacere che ti piaccia il mio stile! Cercherò di migliorarmi ancora per le prossime edizioni!


Andrea J. Leonardi ha scritto:Ciao Stefano, piacere di leggerti!

Tema. Anche se non è chiaro, sento il tema emergere dalla storia: malgrado il cambiamento silenzioso della società, i cliché sopravvivono? Un cambiamento, quindi, che la nostra idea di mondo non percepisce in maniere esplicita? Non saprei definirlo, ma nel frattempo non riesco a dire che sia davvero assente.

Trama. A prima vista mi sembra una trama piatta, ma non lo percepisco come problematico; ho sempre reputato difficile realizzare un vero arco narrativo in un racconto breve e sono davvero felice quando lo trovo, ma non intendo penalizzare quando invece vi è un arco meno pronunciato. Potrebbe essere una prima scena di qualcosa di più grosso.

Stile. Giusto poche cosa da segnalare, in un racconto davvero ben scritto che procede liscio e fluido:
• L’uso dei nomi inventati per oggetti non immediatamente mostrati, purtroppo in questi casi si va avanti dimenticandosi anche di averli letti;
• Non sono sicuro nel modo in cui usi l’andare a capo, soprattutto quando un personaggio compie un’azione seguita da una battuta, potrebbero andare entrambi nello stesso capoverso;
• Prima dello sparo, sarebbe meglio mostrare come lo sguardo del PdV non sia sul cyborg: se ho ben capito, lui non vede il colpo partire. Inoltre, forse si potrebbe inserire un dettaglio sonoro, sia esso un boato o un “frizzare” da laser. Ignori anche il “come muore” il cyborg, ma forse ci può stare dato il limite di caratteri.

Totale. Ottimo lavoro! Se ci fosse una trama più decisa sarebbe meglio, ma qua stiamo comunque nella zona alta della classifica.

Ciao Andrea, grazie mille per la valutazione!
Il tema doveva essere incentrato su come la società è cambiata durante i secoli, in questo caso come delle persone si ritrovano a dover "combattere" con gli ideali di una persona di duecento anni prima.
Grazie per gli appunti di stile, come ho già risposto mi sto appuntando tutti i vostri suggerimenti per le edizioni future, soprattutto riguardo l'uso delle "etichette" vuote (in questo caso i farmaci menzionati) e sul come ho gestito la scena finale.
Ti ringrazio per la valutazione, sono contento che ti sia piaciuto!

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Re: Ultimo giorno

Messaggio#19 » domenica 3 gennaio 2021, 20:04

Credo che il problema principale del tuo racconto risieda interamente nel finale perché è lì che dilapidi la costruzione precedente. Nello specifico: perdi tempo con la battuta sul clichè, totalmente inutile a mio avviso, quando invece avresti dovuto chiudere con un qualcosa di specifico sulla situazione appena vissuta (banalmente, spiegando in quel punto che alcuni cyborg hanno utilizzato quella tattica, mentre invece in un'altra battuta precedente hai totalmente sviato il lettore). In più: non è Olaf che va in pensione? E allora perché la battuta della pensione come se fosse rivolta al protagonista? Infine, non ci vedo molto il tema perché sì, c'è il cambiamento, ma non lo tratti affatto se non con la battuta sul cliché che, però, risulta, come specificato più sopra, assai problematica. Concludendo, per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma al pelo perché ho avuto la percezione che non sapessi bene dove andare a parare.

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