L'indagine

Andrea J. Leonardi
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L'indagine

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:30

«Da questa parte.» Il signor De Rosi apre una porta di legno spesso. «Il vaso si trovava qui. La stanza è tutta vostra, Caserti.» La serratura è solida, il metallo esterno è liscio e senza alcun graffio. Non è stata scassinata da fuori.
Io e il commissario entriamo. «La ringraziamo, può aspettarci fuori mentre noi diamo un’occhiata.»
De Rosi mi sorride e chiude la porta.
Una bassa colonna circolare si staglia in mezzo alla stanza. Non ci sono altri arredi o porte, eccetto che per una porta finestra nel muro opposto all’ingresso. Mi avvicino, il balcone si affaccia su il giardino sul retro, non ci sono alberi nelle vicinanze. Il balcone si allunga per pochi passi sui lati, e non ce ne sono altri sulla facciata. Sembra proprio che non ci sia modo di giungere sul balcone dall’esterno. Mi chino ad osservare la ringhiera di pietra: è liscia, come lavorata da poco, con nessun graffio recente.
«Nessuno è entrato da qui. Commissario, dove avete trovato il biglietto?»
«Sulla colonna, al posto del vaso. Sempre lo stesso cartoncino con stampato su una testa di leone, e il numero tre questa volta.»
«Questo è il terzo furto ai danni del signor De Rosi, se ricordo bene. Il primo è stato quasi sei mesi fa. È entrato di notte nell’appartamento cittadino e ha preso tutti i soldi della cassaforte. Uno furto classico, se mi permettete il termine, eccetto per il fatto che ha lasciato al loro posto tutte le gemme preziose della cassaforte.»
«Che ironico.» Il commissario soffoca una risata. «Le stesse che ha poi rubato la seconda volta, quando si è finto uno degli invitati alla festa sulla nave.»
«Non mi dica che l’ha notato ora?»
«Ma questa volta ha preso di mira un’opera d’arte. Io credo che questo Leone ce l’abbia semplicemente con il Signor De Rosi.» Il commissario mi si affianca. «Una domestica ha visto un maggiordomo non identificato uscire dalla stanza del vaso. Nessuno è entrato dopo di lui, eccetto che per il De Rosi che ha scoperto il furto. Deve essere lui il ladro.»
«Allora si è mischiato tra la servitù, e in qualche modo, è arrivato al vaso. Nessuno controllava un’opera d’arte tanto preziosa?»
«Ben due uomini scelti dal Signor De Rosi in persona. Ma non hanno visto niente, dicono di essere stati distratti entrambi da un rumore proveniente dal balcone esterno.»
«Un oggetto d’arte, in una villa, mischiato tra la servitù… Commissario, non trova curioso questo termine ricorrente?»
«Ricorrente? Ogni volta questo Leone ruba qualcosa di diverso, in un posto diverso e in un modo diverso. Potrei iniziare a crede che non sia neanche la stessa persona.»
«Esattamente. Neanche una volta uno di questi elementi è rimasto lo stesso. Credo di poter prevedere dove avverrà il quarto colpo. E anche di sapere chi sia il nostro ladro.»
«Ma lo dica allora!»
«Non ora, non ho le prove. Dovremo aspettare due settimane.»
***
La festa al piano di sotto sta raggiungendo il suo picco. I musicisti ci danno dentro, gli invitati sono già ubriachi da ore. È l’ora perfetta per il Leone. Il piccolo erede di De Rosi riesce comunque a dormire, il respiro regolare alza e abbassa le coperte.
La porta si apre di uno spiraglio, e un’ombra scivola dentro. Un fugace lampo metallico riflette la striscia di luce che viene da fuori. L’ombra chiude la porta e si avvicina al letto.
«Fermo!» Salto fuori dall’armadio e mi lancio alle spalle dell’uomo. Cadiamo a terra, gli blocco subito il braccio che regge il coltello. Lui non fa resistenza.
«Sapevo che tu l’avresti capito.» La voce è rotta, insicura. «Quante volte ho pensato di ucciderlo, di ucciderci entrambi.»
Afferro la maschera nera e tiro. È De Rosi.
«Per questo gli indizi?»
Annuisce. «L’appartamento, la nave, la villa. Rimaneva solo lo chalet.»
«Ladro da fuori, un invitato, e un membro della servitù. Chi altro è rimasto ad una festa, se non lo stesso padrone di casa? Ma una cosa non riesco a capire: perché?»
Una lacrima gli riga il volto. «Da quando è morta sua madre, io… Ma volevo che almeno lui avesse una possibilità di essere salvato, una prova divina che la vita avesse ancora qualcosa da offrire per lui, che qualcosa potesse cambiare.»
«Siete solo un pazzo, Signor De Rosi.»
De Rosi sorride. «Grazie, Caserti.»
Ultima modifica di Andrea J. Leonardi il martedì 22 dicembre 2020, 0:41, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: L'indagine

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 0:33

Andrea, occhio che sei decisamente fuori come caratteri. Al momento sei a 4916 e dovresti scendere almeno a 4684 per rientrare nel malus minimo!

Andrea J. Leonardi
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Re: L'indagine

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 0:42

Corretto, avevo controllato i caratteri escludendo gli spazi.
(sono molto in forma questa sera)

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antico
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Re: L'indagine

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 0:46

Perfetto, ora è a posto!

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MatteoMantoani
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Re: L'indagine

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 15:22

Ciao Andrea, mi sembra sia la prima volta che commento un tuo pezzo: piacere di leggerti.

Prime Impressioni: Un poliziesco che vira al sentimentale. Un pochino contorto, forse, ho dovuto rileggerlo per capire cosa volevi mostrarmi. Però alla fine mi è piaciuto.

Aderenza al tema: Il tema del cambiamento c’è ma è un poco rosicato, manca la verità duratura, il cui riferimento fatico a trovare. Comunque il tema era volutamente molto aperto, quindi per me anche il tuo racconto ci può stare.

Punti di Miglioramento: L’effetto MC deve averti un pochino giocato, ho visto che il tuo pezzo era molto più corposo e che all’ultimo hai dovuto sfoltirlo. Questo ha senza dubbio inficiato un pochino la resa finale, perché sebbene l’idea sia buona, purtroppo non ho colto subito la confessione e il movente, ma ho dovuto rileggere tutto un paio di volte per coglierne il significato. Il commissario è di troppo, la sua parte la poteva tranquillamente fare lo stesso De Rosi, oppure avresti potuto sostituirlo con un monologo interiore. Il bambino nella scena finale è solo citato, c’è una lotta in corso ma non dici nulla sul fatto che lui ne sia spaventato o che si svegli di soprassalto urlando. È un elemento che viene perduto, e un pochino mi spiace, anche qui effetto MC. Diciamo che pensandoci non so come l’investigatore abbia potuto capire che il prossimo colpo sarebbe stato il tentato omicidio, un pochino forzata come intuizione, però è un’opinione personale.

Punti di Forza: Il caso in apparenza irrisolvibile è il cliché di ogni poliziesco che si rispetti, e la tua declinazione è originale. La componente affettiva e folle di de Rosi, che cerca di ostacolare le proprie azioni disseminando prove per portare l’investigatore (suo amico, forse) a fermarlo prima di compiere l’atto decisivo, mostra un forte conflitto interno che meriterebbe un racconto a parte.

Conclusioni: Sei stato coraggioso a portare questa idea a compimento, un poliziesco in così poche righe è molto difficile da rendere, e sinceramente qui si sente un po’ troppa semplificazione nella risoluzione del caso. Però alla fine l’idea non è male. Ti inviterei a svilupparla in un racconto più corposo, magari cercando di caratterizzare un po’ di più il pdv e gli altri personaggi. Purtroppo però, vedo più punti di ampliamento che di forza in questo tuo pezzo, complice l’obbligata brevità e i tagli che sicuramente hai dovuto fare all’ultimo. Mi spiace. Un piccolo consiglio: usa un font con dimensione diversa :D le lettere così sottili mi hanno accecato.

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Sirimedho
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Re: L'indagine

Messaggio#6 » mercoledì 23 dicembre 2020, 19:12

Buonasera Andrea.

Giallo con personaggio doppio. Racconto che si legge bene, ma che non riesce a esplorare tutto il suo potenziale. Poco dopo l’inizio ho capito come sarebbe andato a finire e questo me lo ha reso meno intrigante.
I dialoghi sono talvolta strani. “Non mi dica che l’ha notato ora?” sembra un po’ incongruo rispetto alle affermazioni precedenti, e lo è ancora di più come continua, sembra come se la frase fosse rimasta là da una versione precedente. La parte sul termine ricorrente (ma quale sarebbe?), con la risposta che non c’è e la contro risposta “Esattamente!” mi ha mandato in tilt - probabilmente intendeva dire che non c’era nulla in comune, ma sembra strano dirlo partendo dal fatto che c’è un “termine” ricorrente.
La conclusione sembra debole, con la giustificazione che serve più che altro a dirci che ha una personalità sdoppiata. Non ho capito perché De Rosi ringrazi l’ispettore quando gli dice che è un pazzo.

Il tema non mi sembra esserci.

Credo che con un buon editing e ampliando i dialoghi finali potrebbe uscire un racconto piacevole.

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GiulianoCannoletta
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Re: L'indagine

Messaggio#7 » giovedì 24 dicembre 2020, 9:22

Ciao Andrea, piacere di averti letto.
Il tuo racconto è ben scritto e l'interpretazione del tema come un giallo è senza dubbio originale.
Il racconto paga lo scotto di dover costruire in poche righe un background che dia senso alla scena finale. Il riassunto dei furti precedenti mi pare appesantire tutta la prima parte della narrazione.
Anche il finale risulta un po' frettoloso e prevedibile. La sensazione è che il racconto avesse bisogno di molto più spazio in cui diluire gli indizi e le ipotesi, di modo che il finale fosse davvero un colpo di scena. Invece, concentrato in così poche battute, lascia un senso di insoddisfazione.
Complimenti, spero di rileggerti presto.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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giulio.palmieri
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Re: L'indagine

Messaggio#8 » domenica 27 dicembre 2020, 18:06

Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Allora, il racconto si legge dall'inizio alla fine, e la curiosità mi ha spinto sino in fondo, il che non è scontato. La semina iniziale, forse da restringere agli elementi essenziali, porta in effetti all'unica soluzione possibile: il De Rosi come autore dei furti.
Però, bisogna limare bene i dettagli della semina e costruire dall'inizio il movente.
Ad esempio: «Una domestica ha visto un maggiordomo non identificato uscire dalla stanza del vaso. Nessuno è entrato dopo di lui, eccetto che per il De Rosi che ha scoperto il furto. Deve essere lui il ladro.» non mi sembra molto credibile, perché in un ambiente ristretto o l'autore dell'episodio viene identificato oppure vengono interrogati tutti i "maggiordomi" del caso.
Anche il dettaglio: «Ben due uomini scelti dal Signor De Rosi in persona. Ma non hanno visto niente, dicono di essere stati distratti entrambi da un rumore proveniente dal balcone esterno» mi sembra debole (due guardiani che si distraggono? allora erano d'accordo con De Rosi?).
Il movente finale mi pare un po' affrettato. Interessante però che il colpevole abbia costruito tutto per essere fermato da Caserti, come se non potesse fermarsi da solo, ma avesse bisogno di qualcuno per farlo (quindi, ci leggo un principio di schizofrenia nel protagonista, di sdoppiamento della personalità). Il racconto andrebbe sviluppato e i personaggi mostrati a tutto tondo per mostrare tutta la forza dell'idea alla base del racconto. A rileggerci.
Ultima modifica di giulio.palmieri il lunedì 28 dicembre 2020, 1:37, modificato 1 volta in totale.

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maurizio.ferrero
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Re: L'indagine

Messaggio#9 » domenica 27 dicembre 2020, 18:24

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

Ho avuto l'impressione che al tuo racconto mancassero dei pezzi. È evidente che tu abbia dovuto accorciarlo di molto per farlo rientrare nei termini del contest, con l'effetto che l'intera trama risulta risicata, in particolare nella seconda parte.
A proposito della trama, ho avuto difficoltà a capirne il senso, tanto che ho dovuto leggerla tre volte per essere sicuro di non essermi perso niente. Alla fine mi rimangono comunque parecchi interrogativi. Il signor De Rosi compie i furti da solo e poi tenta di uccidere suo figlio... Il punto è: perché? Le due cose non sono minimamente collegate e viene fornita una motivazione solo alla seconda delle due, tanto che non capisco come il commissario abbia potuto collegare i fatti e trovare la soluzione.
Nella seconda parte non ho capito che il detective era nascosto nell'armadio finché non è uscito, e visto che il pdv è il suo non è una buona cosa.
Insomma, ho in generale fatto molta fatica a orientarmi e anche alla fine non riesco a trovare un grande senso nella vicenda...
Tra i lati positivi ti posso dire che la scrittura è buona, il pdv è generalmente ben mantenuto (tranne quel dettaglio sull'armadio della seconda parte), ma gli evidenti tagli non hanno giocato a favore della storia.
C'è il cambiamento, che si rivela anche essere la soluzione del caso, quindi direi che il tema è centrato

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Andrea Lauro
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Re: L'indagine

Messaggio#10 » domenica 27 dicembre 2020, 23:22

Ciao Andrea, un racconto giallo che soffre purtroppo di alcuni errori nella resa. Te li segnalo, sono abbastanza semplici e quindi attuabili nel tuo prossimo testo.

La descrizione iniziale della stanza è un blocco ridondante che il lettore tende a skippare. Capisco l’atteggiamento mentale dell’autorità che entra e viviseziona la scena del crimine. Ma avresti potuto inserire gli elementi dosandoli con il dialogo. es.: Il commissario parla. Esce in terrazzo. “Nessun albero su cui arrampicarsi”. Risposta di Caserti: “quindi era tra gli invitati.” Butto lì, eh.

“Un(o) furto classico, se mi permettete il termine, eccetto per il fatto che ha lasciato al loro posto tutte le gemme preziose della cassaforte.” Poteva essere gestito con uno scambio di dialoghi in più, avrebbe attenuato l’effetto infodump (il commissario sta cercando di ricordare quello che è successo, ma risulta un pizzico artefatto). Ma questa è una piccolezza, puoi anche soprassedere.

Quello che salta all’occhio è nel pezzo subito successivo: non sempre è chiaro chi sta parlando, sono dovuto tornare indietro e riprendere la lettura. Penso che il problema sia questo: stanno entrambi descrivendo la scena, ma si esprimono in modo simile e senza qualcosa che li faccia distinguere. Caserti dovrebbe essere quello che rendiconta al commissario, e il commissario dovrebbe dedurre, ma i ruoli sono spesso invertiti. Artifici che potresti utilizzare: linguaggio diverso. Botta e risposta secchi. Action tag efficaci (“il commissario mi si affianca” lascia desumere che è il commissario a parlare, ma non ne sono sicuro). Insomma, c’è stato un attimo di smarrimento.

Nella seconda parte sembra esserci un cambio di PdV. Sarebbe legittimato dal salto paragrafo, e il lettore se lo potrebbe aspettare. Quindi sta in guardia sul primo soggetto che trova. Ed ecco che arriva quel “È l’ora perfetta per il Leone” e il lettore si chiede: è un narratore onnisciente? Finalmente il dubbio viene chiarito con quel “Salto fuori dall’armadio”. Ma sono già passate 83 parole, mi spiego? Avresti potuto evitare tutta questa incomprensione con l’indicazione che lui è nell’armadio già a inizio paragrafo.
Spero d’essere stato d’aiuto, a presto!
andrea

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Davide Di Tullio
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Re: L'indagine

Messaggio#11 » lunedì 28 dicembre 2020, 23:54

Ciao
Piacere di leggerti. Nella prima parte utilizzi uno stile focalizzato sul personaggio narrante. Nella seconda invece passi ad una sorta di onnisciente camuffato. È un incoerenza che balza agli occhi.

”«Questo è il terzo furto ai danni del signor De Rosi, se ricordo bene. Il primo è stato quasi sei mesi fa. È entrato di notte nell’appartamento cittadino e ha preso tutti i soldi della cassaforte. Uno furto classico, se mi permettete il termine, eccetto per il fatto che ha lasciato al loro posto tutte le gemme preziose della cassaforte.»"

Questo dialogo puzza di infodump. Perché glielo sta dicendo a qualcuno che dovrebbe già saperlo? Forse per farlo sapere al lettore? Mi sembra una soluzione un po' pigra.

Il dialogo finale mi è parso un po' confuso e ci sono elementi che mi restano poco chiari su tutta la vicenda.

A rileggerci!

Andrea J. Leonardi
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Re: L'indagine

Messaggio#12 » martedì 29 dicembre 2020, 19:25

Ciao a tutti, inizio scusandomi per la settimana di ritardo nelle risposte.

Gli aspetti positivi condivisi mi sembra che riguardino l'idea in generale, ampliabile, e che arrivino da chi ha capito la storia. Con ciò non voglio dire che chi non l'apprezzi non l'abbia capita: è proprio compito mio far sì che la mia storia venga capita dalla maggioranza.

Gli aspetti negativi sembrano concordarsi sull'ultima scena che, come sempre in questa arena, non sono riuscito a rendere al meglio a causa delle solite limitazioni: il Punto di Vista non è chiaro, così come l'elemento del bambino, presente in scena, ma "assente".
L'intera storia soffre un po' di confusione nei particolari, come mi avete fatto notare, e vi ringrazio di ogni nota, dalla più generale alla più specifica. Ho voluto sperimentare un genere a me lontano, e infatti ho sbagliato nei punti più delicati (ma sbagliando, si impara. No? Forse, se si ha coscienza).

Ogni volta che termino la prima stesura, devo irrimediabilmente tagliarne un 40-50%. Devo allenarmi nello scrivere rimanendo fin da subito entro i limiti, in modo da diminuire l'effetto confusione e lo squilibrio fra un inizio troppo carico e un finale insoddisfacente. Se ci riuscissi, potrei usare il tempo per revisionare i contenuti, invece che il numero di parole.

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Giacomo Puca
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Re: L'indagine

Messaggio#13 » mercoledì 30 dicembre 2020, 17:35

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

Tema
Il tema è centrato in modo abbastanza marginale. Certo il cambiamento delle circostanze dei furti è "una verità duratura" ma poi nei fatti non è un elemento cruciale nel racconto, che sembra affrontare più che altro il tema del distacco e della disperazione.
Forse il finale:
    Ma volevo che almeno lui avesse una possibilità di essere salvato, una prova divina che la vita avesse ancora qualcosa da offrire per lui, che qualcosa potesse cambiare.»
dovrebbe fornire una chiave di lettura tematica, ma non sono riuscito a cogliere le tue intenzioni.

Stile
La stile permette di seguire la vicenda senza troppi problemi, il che è bene. Però resta uno stile un po' lento, i dialoghi sono poco credibili e sono chiaramente messi lì per dare info al lettore, le descrizioni abbastanza piatte. Insomma non dà problemi nella lettura, ma neppure coinvolge il lettore.
Il secondo blocco è meno chiaro del primo: si cambia location, tempo e alcuni personaggi, senza che il lettore abbia alcuna nozione di questo cambiamento. La chiarificazione arriva più avanti, ma è una scelta rischiosa (per esempio io credevo che il protagonista fosse nascosto nella stanza del vaso, ma quando ho capito il mio errore, ho come dovuto "riscrivere" da capo la scena che mi ero figurato.)

Trama
La trama è chiara, il suo senso molto meno. L'uomo ha perso la moglie, inscena una serie di furti per farsi fermare sul punto di uccidere il figlio... Perché? È molto probabile che importanti pezzi di informazione siano andati persi nella riscrittura, ciò rende difficile capire le motivazioni del De Rosi.

Valutazione finale
Una storia che si legge senza grossi problemi e che parte da uno spunto interessante (una specie di serial killer che vuole essere fermato e che ruba invece di uccidere) ma che a mio parere fa fatica a incarnare il tema e che non fornisce abbastanza informazioni per comprendere le motivazioni dell'antagonista.

Per qualsiasi cosa, scrivi pure.
A rileggerci!
Giacomo
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

alexandra.fischer
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Re: L'indagine

Messaggio#14 » sabato 2 gennaio 2021, 20:58

Tema centrato con una trama gialla. Punti di forza: Caserti e il suo intuito con il Commissario e anche la ricostruzione degli indizi. Non ci sono segni di scasso. C’è l’apparizione di un maggiordomo misterioso e di un invitato misterioso alla festa sulla nave. E poi questo cartoncino con il nome Leone. Tre furti. Tre sfregi, denaro, gemme, e un’opera d’arte trafugata sotto gli occhi di due custodi. E la conclusione. Il ladro misterioso è lo stesso De Rosi, che nel finale vuole cambiare per sempre la condizione del figlio sul filo di una lama. Bella e semplice come idea.

Punto debole: forse avresti dovuto mostrare di più la schizofrenia di De Rosi. Se fosse il mio racconto, nel finale mostrerei per l’ultima volta il bigliettino del Leone, magari durante una colluttazione con Caserti. E nel dialogo lo farei parlare identificato con il Leone: «De Rosi è un padre indegno. Volevo offrire una d’uscita a questo povero piccolo. Sì, ho ideato io i colpi, lo odio. No, io sono il Leone, De Rosi è morto con sua moglie.»

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antico
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Re: L'indagine

Messaggio#15 » giovedì 7 gennaio 2021, 14:25

Sì, Andrea, l'obbiettivo è proprio quello di imparare a scrivere nei limiti proponendo un racconto nato per quei limiti e quindi fai bene a tentare di modificare il tuo approccio, come hai sottolineato nella tua risposta. Qui è più evidente di altre volte perché tutta la seconda parte appare raffazzonata con quel pdv problematico (e se ha dato fastidio a me che, di solito, tendo a non essere pignolo allora vuol dire che è proprio pesante), quel bambino di cui non si è mai percepita la presenza, neppure nella prima parte, e quella risoluzione del caso un po' troppo accelerata con il lettore che non capisce come il protagonista l'abbia intuito e il De Rosi che fa una confessione ai limiti dell'assurdo. Per me stiamo su un pollice ni tendente verso il positivo.

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