Era, sarà

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Giorgia D'Aversa
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Era, sarà

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:41

Riemergo e urlo. Bevo dell’acqua, tossisco e sbraccio. Strizzo gli occhi, sto per andare di nuovo a fondo.
Le dita sfiorano qualcosa di solido. Do una spinta con le gambe e allungo le mani: urto contro la riva e mi ci aggrappo come un rapace. Mantengo la presa salda sull’argine e carico il peso sulla braccia per sollevarmi. Mi lascio cadere su un fianco e riprendo fiato, l’acqua che ho ingoiato mi gratta la gola.
Apro piano gli occhi. Sono in una caverna piena di archi scuri di pietra, nella penombra il mio corpo nudo sembra essere l’unica cosa viva; quello da cui sono appena uscito è un lago che termina contro la parete rocciosa. Ma dove cazzo sono?
Mi siedo e accarezzo il collo per cercare il segno della corda: niente. La pelle è liscia, non ho più nemmeno la barba. Sporgo la testa sulla superficie del lago, il riflesso è quello di un uomo glabro e con gli occhi scuri arrossati. Mi ritraggo di scatto. Ma sono io quello? Torno a specchiarmi, ho la pelle tutta raggrinzita come se fossi stato in acqua per un giorno intero.
Poggio la testa sulle ginocchia e mi rannicchio, chiudo gli occhi. Un respiro, un altro, il coltello si conficca ancora più a fondo nello sterno. Se sono morto, allora perché continua a fare male? Vorrei solo che tutto finisse. Le lacrime mi inumidiscono le gambe, infilo le unghie nella carne.
Mi alzo sulle gambe tremanti e cammino verso l’arcata maggiore della grotta. Non c’è nessuna luce, un paio di persone nude e senza capelli attendono il loro turno davanti a tre alti troni: su ognuno siede una figura femminile.
Con le mani mi copro il pene e mi avvicino all’ultimo della fila. «Dove siamo?»
L’uomo si gira, ha occhi azzurri e un naso aquilino. «Da quel che mi hanno detto gli altri, questo è una specie di limbo tra la vita e la morte. Pare che stiamo per reincarnarci.»
Lascio perdere il pudore e mi sfrego gli occhi. «Un’altra vita?! Me ne è bastata una.»
Lui scrolla le spalle e fa un passo avanti. «Possiamo scegliere noi chi essere. Non penso possa andarti peggio dell’ultima volta.»
I piedi penzolano nel vuoto, lo sedia è per terra. La vista inizia a offuscarsi.
Sbatto gli occhi, rimetto a fuoco la schiena dell’uomo davanti a me. Tocca a lui.
Il cuore mi pompa nelle orecchie come dei bassi. Non ho mai chiesto tutto ciò e non voglio nemmeno che si ripeta: l’uomo è condannato a soffrire sempre. Tremo, mi si spezza il respiro.
È il mio turno, avanzo verso le tre donne.
Davanti a me un’anziana, una ragazza e una bimba, tutte e tre indossano solo una tunica bianca su cui svettano i lunghi capelli neri delle più giovani; tra le dita si avvolgono un filo d’oro.
Il volto rugoso della vegliarda mi fa cenno di avvicinarmi. «Benvenuta, anima. Qui puoi decidere le sorti della tua futura vita, proprio come hai fatto con quella che ti sei appena lasciato alle spalle.»
Perciò mi sono scelto con le mie stesse mani una fine di merda. Rido e scuoto la testa. «Per quale motivo avrei dovuto scegliere di soffrire e suicidarmi?»
«Non hai forse goduto della fama che è preclusa a molti altri? Una vita intensa, piena di successi e… dolori. Un’esistenza del genere attirerebbe chiunque, verrai ricordato negli anni.» Allunga una mano rugosa e mi accarezza, le dita indugiano sul mio viso. «Con questa saggezza ora sceglierai il tuo prossimo destino.»
Una donna di successo al lavoro, un uomo che sorride alla sua famiglia, una persona circondata di animali… le immagini di quello che potrebbe essere si mischiano e sovrappongono nella mente.
«Non voglio!» Singhiozzo. «E se sbagliassi ancora una volta?»
«Ricorda che ogni vita è un’esperienza, tutto deve cambiare affinché resti come prima. Quindi, dimmi: quale vita scegli?»
Le lacrime mi bruciano la pelle, ma il palmo dell’anziana è fresco. Chiudo gli occhi: tutto, purché finisca.
La giovane si avvicina e mi lega il filo dorato attorno al polso, la più piccola mi porge una scodella piena d’acqua. Con dita tremanti la afferro, faccio per portarla alle labbra. «Se esistete voi divinità, allora che senso ha la vita di noi uomini?»
La bambina inclina la testa e sorride, gli occhi brillano. «E in quale momento pensi che io abbia scelto per te?»
Bevo e dimentico.



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Re: Era, sarà

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 0:45

Ciao Giorgia! Pronta a una nuova sfida dopo il podio del mese scorso? Tutto ok con i parametri, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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MatteoMantoani
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Re: Era, sarà

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 15:18

Ciao Giorgia, piacere di rileggerti.

Prime Impressioni: Ho riletto l’ultima frase diverse volte ma ancora non capisco cosa voglia dire la bambina, sarò io che non colgo il succo, però magari qui manca una spiegazione in più.

Aderenza al tema: Direi che con la reincarnazione hai declinato il tema del cambiamento in maniera pertinente.

Punti di miglioramento: Fai riferimento a un lago, ma dici che l’acqua è salata. C’è qualche ripetizione qua e là, ma ovviamente è l’effetto MC. La reincarnazione è molto suggestiva come idea base di un racconto, però il fatto che chiunque possa scegliere in cosa reincarnarsi rende il tutto un pochino incoerente… direi che se fosse veramente così, allora nessuno sceglierebbe di reincarnarsi in vite sfortunate. Oppure viene permesso di scegliere solo il sesso? Maschio, femmina? Uomo o cavallo? Un piccolo approfondimento non avrebbe guastato. Chi è il pdv? se era famoso avresti potuto accennarmi alla sua identità, dovrei conoscerlo? In cosa andrà a reincarnarsi? In che epoca siamo? Le figure che evochi sono chiaramente le parche o le norne, siamo allora nell’antichità? Come fanno le altre anime a sapere dove si trovano se sono arrivate lì come è successo al pdv? In generale quindi il tuo racconto pone molte domande cui non dai una risoluzione. La frase finale anche non mi è arrivata, non ho proprio capito cosa intendesse la bambina, e quindi purtroppo temo di essermi perso la chiave di lettura di tutto il racconto. Mi spiace.

Punti di forza: Senza dubbio evochi le sensazioni corporee con successo, il dolore, il bruciare dell’acqua salmastra sono ben resi (dici che persino le lacrime gli bruciano la pelle: di solito non è così, però il pdv ha la pelle irritata dal sale, quindi qui ci sta eccome!) come anche i dettagli visivi. In genere la tua idea mi è piaciuta, la reincarnazione è un tema molto interessante, e anche il modo in cui hai caratterizzato le parche mi è piaciuto.

Conclusioni: Ottima idea, cui però manca qualche spiegazione in più che permetta di comprendere la trama appieno e appassionarcisi. Magari potresti ampliarla e darle un po’ più di respiro, secondo me il limite dei caratteri qui non ha giocato in tuo favore.

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GiulianoCannoletta
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Re: Era, sarà

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 18:27

Ciao Giorgia, piacere di averti letto.
Comincio dicendoti che il tuo racconto è fra quelli che mi hanno colpito di più. Perfettamente calzante e per nulla banale la tua interpretazione di un tema tutt'altro che facile.
Fra i punti di forza senza dubbio la scena iniziale, vivida e coinvolgente, e l'atmosfera complessiva che riesci a creare.
Ho notato anch'io delle dinamiche delineate forse in modo troppo semplicistico (difficile pensare che si possa scegliere completamente la vita successiva, forse era meglio evocare un meccanismo più complesso). Se non ho frainteso volevi richiamare l'eterno dibattito tra determinismo e libero arbitrio (e in questa starebbe anche la frase finale della bambina).
Bravissima, a rileggerci presto!
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Giorgia D'Aversa
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Re: Era, sarà

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 18:27

MentisKarakorum ha scritto:Ciao Giorgia, piacere di rileggerti.

Prime Impressioni: Ho riletto l’ultima frase diverse volte ma ancora non capisco cosa voglia dire la bambina, sarò io che non colgo il succo, però magari qui manca una spiegazione in più.

Ciao Mentis! Grazie per il commento approfondito come sempre. Per quanto riguarda l'ultima frase, forse è un po' ambigua ma il senso che volevo darle è proprio quello letterale: il protagonista si domanda lo scopo della vita mortale, se esistono le divinità a tessere le fila del loro destino, ma la piccola Moira gli fa notare che è e sarà sempre lui a scegliere la sua futura vita, e che lei non fa nulla per condizionarlo!

MentisKarakorum ha scritto: Punti di miglioramento: Fai riferimento a un lago, ma dici che l’acqua è salata. C’è qualche ripetizione qua e là, ma ovviamente è l’effetto MC.

Sì, qui ho cambiato rotta in corso d'opera e ho dimenticato di sistemare. My bad!

MentisKarakorum ha scritto:La reincarnazione è molto suggestiva come idea base di un racconto, però il fatto che chiunque possa scegliere in cosa reincarnarsi rende il tutto un pochino incoerente… direi che se fosse veramente così, allora nessuno sceglierebbe di reincarnarsi in vite sfortunate.

Qui semplicemente faccio riferimento al mito di Er narrato da Platone: gli uomini stessi, al cospetto delle Moire, scelgono la loro vita futura. E chi glielo va a dire ai greci che sono incoerenti? :'D

MentisKarakorum ha scritto:Chi è il pdv? se era famoso avresti potuto accennarmi alla sua identità, dovrei conoscerlo? In cosa andrà a reincarnarsi? In che epoca siamo? Le figure che evochi sono chiaramente le parche o le norne, siamo allora nell’antichità? Come fanno le altre anime a sapere dove si trovano se sono arrivate lì come è successo al pdv?

La domanda che ti pongo invece io è la seguente: è davvero necessario avere la risposta a queste domande? È uno scenario che mescola volutamente elementi di antichità ad altri indefiniti, mi piaceva l'idea di non far capire precisamente in che periodo storico fosse ambientato il racconto. Per quanto riguarda le altre anime, nel dialogo viene detto dall'altro personaggio che quelli prima di lui gli hanno dato qualche informazione.

Grazie mille ancora!

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Giorgia D'Aversa
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Re: Era, sarà

Messaggio#6 » martedì 22 dicembre 2020, 18:30

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Giorgia, piacere di averti letto.
Comincio dicendoti che il tuo racconto è fra quelli che mi hanno colpito di più. Perfettamente calzante e per nulla banale la tua interpretazione di un tema tutt'altro che facile.
Fra i punti di forza senza dubbio la scena iniziale, vivida e coinvolgente, e l'atmosfera complessiva che riesci a creare.
Ho notato anch'io delle dinamiche delineate forse in modo troppo semplicistico (difficile pensare che si possa scegliere completamente la vita successiva, forse era meglio evocare un meccanismo più complesso). Se non ho frainteso volevi richiamare l'eterno dibattito tra determinismo e libero arbitrio (e in questa starebbe anche la frase finale della bambina).
Bravissima, a rileggerci presto!

Ciao Giuliano, ti ringrazio molto. Sono davvero felice che il racconto ti sia piaciuto!
Per quanto riguarda la dinamica della scelta delle vite, ti rispondo come ho fatto a Mentis: ho ripreso un racconto di Platone che narra delle reincarnazione delle anime, che sceglievano loro la prossima vita. (Ad esempio nel mito narrato da Platone, Odisseo scelse una vita tranquilla e dimessa)
Comunque sì, nel richiamare il mito volevo anche infilarci il dibattito che hai citato, con l'ultima frase della bambina. Grazie mille ancora!

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MatteoMantoani
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Re: Era, sarà

Messaggio#7 » martedì 22 dicembre 2020, 19:14

Giorgia D'Aversa ha scritto:Per quanto riguarda l'ultima frase, forse è un po' ambigua ma il senso che volevo darle è proprio quello letterale: il protagonista si domanda lo scopo della vita mortale, se esistono le divinità a tessere le fila del loro destino, ma la piccola Moira gli fa notare che è e sarà sempre lui a scegliere la sua futura vita, e che lei non fa nulla per condizionarlo!

Uhm. Non ci ero arrivato, sono partito con mille film e alla fine la soluzione più semplice era quella giusta! Dannato rasoio di Occam! :D

Giorgia D'Aversa ha scritto: Qui semplicemente faccio riferimento al mito di Er narrato da Platone: gli uomini stessi, al cospetto delle Moire, scelgono la loro vita futura. E chi glielo va a dire ai greci che sono incoerenti? :'D

Accidenti! Si vede che ho diverse lacune sul tema! Benedetto Platone, che continui a insegnare a tutti anche da morto!

Giorgia D'Aversa ha scritto:La domanda che ti pongo invece io è la seguente: è davvero necessario avere la risposta a queste domande? È uno scenario che mescola volutamente elementi di antichità ad altri indefiniti, mi piaceva l'idea di non far capire precisamente in che periodo storico fosse ambientato il racconto. Per quanto riguarda le altre anime, nel dialogo viene detto dall'altro personaggio che quelli prima di lui gli hanno dato qualche informazione.

Mmm. Le tue osservazioni ci stanno. Ok :)

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Sirimedho
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Re: Era, sarà

Messaggio#8 » mercoledì 23 dicembre 2020, 17:52

Ciao Giorgia,
Le Parche incontrano la reincarnazione. Alla lettura, sia la prima che la seconda, ho fatto fatica ad andare oltre l’inizio con questa lunga sequenza di fotografie, racconto quasi di telecronaca sportiva. A spezzare la lettura, ci sono diversi aspetti, come la metafora dell’aggrapparsi come un rapace (forse bastava l’immagine di una persona che stava affogando per far intuire la forze dell’aggrappo - così c’è un’altra immagine, quella del rapace, non funzionale, che si intromette), o stranezze come citare un coltello nel corpo dopo che si fatto capire che il personaggio si era suicidato impiccandosi.
Se è vero che ricorda di essersi ucciso, l’accettazione subitanea della situazione davvero strana sembra un po’ troppo veloce. Anche le considerazioni nel testo come “l’uomo è condannato a soffrire sempre” sembrano un po’ troppo filosofiche e un po’ troppo ampollose, col risultato che non fanno empatizzare con il personaggio. Un po’ lo stesso problema anche con la chiusa tra domanda di senso della vita e risposta della bambina, che risponde indicando la libera scelta quando forse la domanda era (sembra) più complessa; ad esempio, mi verrebbe in mente che chi domanda possa sentire la vita mortale come inutile rispetto a quella divina. Così come non si sa come il personaggio sappia che bevendo la scodella si dimenticherà la vita precedente.
Come sensazioni, passato l’inizio, il racconto l’ho trovato interessante come idea, ma troppo a scatti per apprezzarlo davvero. Ad esempio, è un peccato non sapere quale sarà la prossima vita del nostro personaggio. Mi ha trasmesso un senso di angoscia per questa rinascita senza un miglioramento (com’è ad esempio nella religione induista), ma questo credo che fosse voluto e lo vedo come un pregio.

Il tema è senz’altro del tutto centrato.

Mi piacerebbe rileggere il racconto togliendo molte delle cose iniziali, tutto sommato non così importanti per quello che segue, e facendo diventare esperienza viva raccontata la parte che ora è intellettuale. Senz’altro il racconto ha un bel potenziale. Ho sempre apprezzato i tuoi racconti, questo mi ha preso un po’ meno.

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maurizio.ferrero
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Re: Era, sarà

Messaggio#9 » giovedì 24 dicembre 2020, 8:46

Ciao Giorgia, piacere di rileggerti

Tra tutti i racconti del girone credo che il tuo sia quello che meglio aderisce al difficile tema proposto.
Si lascia leggere con piacere, come da tua tradizione si rifà a una versione modernizzata del mito greco e la domanda finale della bambina crea un finale aperto che lascia il lettore con un piacevole senso di dubbio. Molto ben giocato!
Le sensazioni sono ben descritte nel pdv del protagonista. Se proprio volessi andare a cercare il pelo nell'uovo ti direi che avrei voluto sapere qualcosa di più sulla vita del protagonista, ma alla fine non è nemmeno così importante e gli indizi che hai seminato sono più che sufficienti.
Non so ancora bene come piazzarti, ma credo che il tuo sia uno dei migliori (se non il migliore) del girone.

A presto!

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Davide Di Tullio
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Re: Era, sarà

Messaggio#10 » giovedì 24 dicembre 2020, 19:03

Ciao Giorgia

Piacere di leggerti! Dico subito che il racconto è stilisticamente molto valido. Sono arrivato in fondo senza particolari intoppi. Buono l'uso del flashback per creare suspance e seminare così il finale. Mi pare tu ti sia richiamata ad un mito dell'antichità greca, quello della fonte dell'amnesia per le anime che si rincarnano, un dettaglio raffinato che però rischia di diventare un difetto nel world building. È inevitabile infatti che per coerenza con lo stile Tu non abbia indugiato troppo nelle spiegazioni. Forse il finale resta non del tutto chiaro. Mi sono dato una spiegazione. La donna rifugge dai rischi di una scelta per timore di soffrire ma la scelta che viene fatta da qualche altro le porte comunque sofferenza perché in fondo la vita è così. Una lettura simbolica (ne è evidente il richiamo con le tre figure femminili anagraficamente diverse) che è il pregio e il difetto di questo racconto. Per me una buona prova.

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giulio.palmieri
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Re: Era, sarà

Messaggio#11 » sabato 26 dicembre 2020, 17:15

Ciao Giorgia, piacere di leggerti.
Il racconto è molto profondo. Ho apprezzato molto l'ambientazione mitologica nell'antro delle parche. Il filo narrativo funziona: un uomo, morto in maniera violenta, si risveglia nell'antro antico in cui tre divinità primordiali tessono i destini degli uomini, e i suoi interrogativi, il suo spaesamento, l'incontro con le divinità costituiscono la vicenda.
Il finale si presta a significati vari; mi piacciono le battute finali, il contrasto che creano tra il compito delle divinità e la scelta (sempre libera) del protagonista.
Occhio solo a chiudere tutte le domande che emergono dalla narrazione: ad esempio non è chiarissimo perché le tre donne siano una anziana, una ragazza e una bimba. Attenzione anche alla punteggiatura, come in: «Un’altra vita?! Me ne è bastata una». Complessivamente una prova molto buona, che spinge alla riflessione (e non è poco).

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Giorgia D'Aversa
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Re: Era, sarà

Messaggio#12 » sabato 26 dicembre 2020, 23:32

Sirimedho ha scritto:Ciao Giorgia,
Le Parche incontrano la reincarnazione. Alla lettura, sia la prima che la seconda, ho fatto fatica ad andare oltre l’inizio con questa lunga sequenza di fotografie, racconto quasi di telecronaca sportiva. A spezzare la lettura, ci sono diversi aspetti, come la metafora dell’aggrapparsi come un rapace (forse bastava l’immagine di una persona che stava affogando per far intuire la forze dell’aggrappo - così c’è un’altra immagine, quella del rapace, non funzionale, che si intromette), o stranezze come citare un coltello nel corpo dopo che si fatto capire che il personaggio si era suicidato impiccandosi.

Se è vero che ricorda di essersi ucciso, l’accettazione subitanea della situazione davvero strana sembra un po’ troppo veloce. Anche le considerazioni nel testo come “l’uomo è condannato a soffrire sempre” sembrano un po’ troppo filosofiche e un po’ troppo ampollose, col risultato che non fanno empatizzare con il personaggio. Un po’ lo stesso problema anche con la chiusa tra domanda di senso della vita e risposta della bambina, che risponde indicando la libera scelta quando forse la domanda era (sembra) più complessa; ad esempio, mi verrebbe in mente che chi domanda possa sentire la vita mortale come inutile rispetto a quella divina. Così come non si sa come il personaggio sappia che bevendo la scodella si dimenticherà la vita precedente.
Come sensazioni, passato l’inizio, il racconto l’ho trovato interessante come idea, ma troppo a scatti per apprezzarlo davvero. Ad esempio, è un peccato non sapere quale sarà la prossima vita del nostro personaggio. Mi ha trasmesso un senso di angoscia per questa rinascita senza un miglioramento (com’è ad esempio nella religione induista), ma questo credo che fosse voluto e lo vedo come un pregio.

Il tema è senz’altro del tutto centrato.

Mi piacerebbe rileggere il racconto togliendo molte delle cose iniziali, tutto sommato non così importanti per quello che segue, e facendo diventare esperienza viva raccontata la parte che ora è intellettuale. Senz’altro il racconto ha un bel potenziale. Ho sempre apprezzato i tuoi racconti, questo mi ha preso un po’ meno.


Ciao Stefano! Mi spiace che la sequenza iniziale non ti sia piaciuta, il mio intento era di rendere tutto il più immersivo possibile. In generale mi spiace che questo mio racconto ti abbia convinto meno di altri, ma insomma, capita!
Per quanto riguarda la sua accettazione immediata, da uno che si è appena suicidato io mi aspetterei un po' di tutto...
La domanda finale del protagonista in realtà era da interpretare in senso letterale: si chiede che senso abbia la vita se direzionata dal volere divino, ma non è questo il caso.
Però sono contenta che ti abbia lasciato un po' d'angoscia, l'obiettivo era quello.
Grazie per il commento!

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Giorgia D'Aversa
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Re: Era, sarà

Messaggio#13 » sabato 26 dicembre 2020, 23:37

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Giorgia, piacere di rileggerti

Tra tutti i racconti del girone credo che il tuo sia quello che meglio aderisce al difficile tema proposto.
Si lascia leggere con piacere, come da tua tradizione si rifà a una versione modernizzata del mito greco e la domanda finale della bambina crea un finale aperto che lascia il lettore con un piacevole senso di dubbio. Molto ben giocato!
Le sensazioni sono ben descritte nel pdv del protagonista. Se proprio volessi andare a cercare il pelo nell'uovo ti direi che avrei voluto sapere qualcosa di più sulla vita del protagonista, ma alla fine non è nemmeno così importante e gli indizi che hai seminato sono più che sufficienti.
Non so ancora bene come piazzarti, ma credo che il tuo sia uno dei migliori (se non il migliore) del girone.

A presto!

Ciao Maurizio, grazie mille per questo bel commento! Sono davvero contenta che ti sia piaciuta la "chiusura" del racconto, era la parte a cui tenevo di più. E poi vabbè, se non piazzassi da qualche parte la mitologia greca non sarei io :D

Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Giorgia

Piacere di leggerti! Dico subito che il racconto è stilisticamente molto valido. Sono arrivato in fondo senza particolari intoppi. Buono l'uso del flashback per creare suspance e seminare così il finale. Mi pare tu ti sia richiamata ad un mito dell'antichità greca, quello della fonte dell'amnesia per le anime che si rincarnano, un dettaglio raffinato che però rischia di diventare un difetto nel world building. È inevitabile infatti che per coerenza con lo stile Tu non abbia indugiato troppo nelle spiegazioni. Forse il finale resta non del tutto chiaro. Mi sono dato una spiegazione. La donna rifugge dai rischi di una scelta per timore di soffrire ma la scelta che viene fatta da qualche altro le porte comunque sofferenza perché in fondo la vita è così. Una lettura simbolica (ne è evidente il richiamo con le tre figure femminili anagraficamente diverse) che è il pregio e il difetto di questo racconto. Per me una buona prova.

Ciao Davide, grazie per il commento! Sì, sicuramente giocarmela con un mito non direttamente esplicitato può rendere il worldbuiliding poco solido e rendere scettico il lettore, come ho notato anche dai precedenti commenti.
Il finale è lasciato volutamente aperto per dare spazio all'interpretazione: il protagonista sceglie o lascia al caso? Non vuole soffrire, ma è davvero così? Il bello dei finali aperti, insomma :)
Grazie ancora!

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Giorgia D'Aversa
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Re: Era, sarà

Messaggio#14 » sabato 26 dicembre 2020, 23:42

giulio.palmieri ha scritto:Ciao Giorgia, piacere di leggerti.
Il racconto è molto profondo. Ho apprezzato molto l'ambientazione mitologica nell'antro delle parche. Il filo narrativo funziona: un uomo, morto in maniera violenta, si risveglia nell'antro antico in cui tre divinità primordiali tessono i destini degli uomini, e i suoi interrogativi, il suo spaesamento, l'incontro con le divinità costituiscono la vicenda.
Il finale si presta a significati vari; mi piacciono le battute finali, il contrasto che creano tra il compito delle divinità e la scelta (sempre libera) del protagonista.
Occhio solo a chiudere tutte le domande che emergono dalla narrazione: ad esempio non è chiarissimo perché le tre donne siano una anziana, una ragazza e una bimba. Attenzione anche alla punteggiatura, come in: «Un’altra vita?! Me ne è bastata una». Complessivamente una prova molto buona, che spinge alla riflessione (e non è poco).

Ciao Giulio, grazie per il commento e le belle parole. Sono contenta che il racconto ti abbia convinto e che il finale abbia raggiunto lo scopo che mi ero prefissata.
Per quanto riguarda la tua perplessità, le tre Parche/Moire nella mitologia classica sono una più giovane, una di mezza età e l'altra anziana: ho rispettato questa loro raffigurazione senza esplicitare nulla, come ho fatto (volutamente) per altri dettagli della narrazione.
Per quanto riguarda il "?!" si tratta di una scelta volontaria: sempre più spesso nella prosa sta emergendo questo tipo di punteggiatura, proprio per indicare una frase che è sia interrogativa che esclamativa. Un po' come il "sé stesso" accentato che sta prendendo piede, variazioni della lingua insomma.
Grazie mille ancora!

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Andrea Lauro
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Re: Era, sarà

Messaggio#15 » mercoledì 30 dicembre 2020, 23:32

Ciao Giorgia, vado dritto sullo stile. Anzi no, visto che il commento è venuto lungo (umorismo da rilettura), anticipo che mi è piaciuto ed è scritto bene. Continuiamo.

Cerco di stare molto attento a quello che ti sto per segnalare, cammino in punta di piedi perché non vorrei essere frainteso. Dunque: l’immersione è buona, la tecnica c’è. Il next step (e te lo scrivo perché ci sto lavorando) è di focalizzare quali gestualità siano appropriate per la caratterizzazione. Mi spiego: certe gestualità sono asettiche (es. faccio un passo avanti, incrocio le braccia, gratto la testa, scrollo le spalle) e adatte a qualsiasi personaggio (che funge quindi da semplice placeholder). E nella resa comunica quel senso di freddezza a cui si attaccano i detrattori dello stile. Quelle azioni, ora che le sai inserire, puoi cominciare a toglierle. BOOM. Scova quelle che sono perfette per quel singolo personaggio che hai in mente, quelle così appropriate che un altro non potrebbe farle.

Altro discorso: ci sono dei dettagli che non quadrano appieno. Non sbagliati, ma che tolgono un po’ la magia che sei riuscita a creare (e va da sé, tolgono dall’immersione):
    le lacrime mi inumidiscono le gambe: è appena uscito dall’acqua, nel tempo (sincrono) della narrazione non possono essersi asciugate;
    un paio di persone: mi son detto, un po’ vago, ma di fatto se sono due non è un problema. avrei usato “due”, ma comunque è formalmente corretto. Poi però trovo “mi avvicino all’ultimo della fila”. Fila mi fa pensare a qualcosa di più di un paio.

Tutto questo popò di annotazioni, fermo restando quanto detto sopra: mi è piaciuto ed è scritto bene.
a presto e buona edition!
andrea

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Davide_Mannucci
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Re: Era, sarà

Messaggio#16 » mercoledì 30 dicembre 2020, 23:46

Ciao Giorgia, non sei tra i racconti che devo commentare ma mi diletto a leggerli tutti (più che altro per arricchirmi e usufruire totalmente di della miniera di risorse che è MC) e per quanto riguarda il tuo devo dire che non potevo non commentarlo. Parto con una battuta: nell'incipit dici che riemergi. Ecco, tu riemergerai anche ma il lettore resta ben immerso nella storia grazie a uno stile davvero ottimo. Infatti quando nel commento al racconto della precedente Edition dicesti che lo stile era il mio prunto di forza fu un complimento davvero gradito, vista la cura e il perfezionamento continuo che caratterizzano la tua tecnica. Complimenti davvero!
A presto!
Davide Mannucci

alexandra.fischer
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Re: Era, sarà

Messaggio#17 » venerdì 1 gennaio 2021, 21:02

Giorgia d’Aversa
Tema centrato. Hai rielaborato il Mito di Er platonico in modo originale. Solo che a differenza di Er, il tuo protagonista è morto e si reincarna malvolentieri (e lo credo, è un suicida, ha un pugnale nel petto).
Punti di forza: l’atmosfera che hai creato. L’acqua, la caverna dagli archi scuri, altre presenze calve, le tre dee sedute di tre età diverse (le Parche). Lo stato d’animo del protagonista, arrivato lì consapevole solo di essere morto. Interessante il fatto che i morti siano calvi e uomini e uno di loro gli legga nel pensiero, così da fargli rivivere la scena della morte. Molto bello anche il personaggio della Parca anziana, gli lascia una possibilità di scelta. Amaro il finale. La Parca bambina lo ha spinto alla morte quando lui ha cominciato a dubitare della sua utilità, visto che esistono gli dei.

Punti deboli:
ti scrivo qui la frase corretta: la bambina inclina la testa e sorride, gli occhi le brillano.
Se fosse il mio racconto mostrerei che era un uomo potente: magari mostrando un pugnale con un simbolo regale. E farei dire all’altro spirito qualcosa tipo: “Non penso andarti peggio dell’ultima volta quando mi desti l’ordine sbagliato”.

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Giacomo Puca
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Re: Era, sarà

Messaggio#18 » sabato 2 gennaio 2021, 2:31

Ciao Giorgia, eccomi a commentare il tuo racconto.

Tema
Tematicamente è uno dei racconti più densi del girone. Pescare dal mito, per chi ha queste conoscenze, garantisce sempre un bacino ricco di riflessioni.
Sul finale mi è sembrato vi sia stato qualche deragliamento. Provo a spiegarmi:
    1. Ricorda che ogni vita è un’esperienza, tutto deve cambiare affinché resti come prima.
    Questa frase è abbastanza criptica, e va bene, ma l'ho trovata forse superflua. Fino a quel momento il racconto incarnava bene la tematica, esplicitarla in questo modo mi è parsa una scelta un po' goffa, quasi avessi avuto paura che i lettori non cogliessero il tema.

      2. Le battute finali vanno a produrre una sterzata: invece di andare a condensare il tuo punto di vista tematico, ne hai praticamente introdotto uno nuovo. Il tema dell'arbitrio è certamente profondo e interessante da affrontare, ma è appunto un altro tema, e tende un po' a cozzare con quello del cambiamento.


      Stile
      La storia si segue bene, lo stile è pulito, chiaro, immersivo, le scene ben mostrate.

      Se dovessi farti qualche pulce direi che ho sentito la mancanza di una componente uditiva: una grotta con un lago ha un'acustica particolarissima, fatta di suoni echeggianti, dello sciabordare e dello sciaguattare...

      La sequenza iniziale ha un po' la struttura "telecronaca", probabilmente si evita quest'effetto anche solo accorciandolo un po'.

      attendono il loro turno davanti a tre alti troni
      È ai limiti dello scioglilingua.

      Considera queste annotazioni sullo stile come marginali... però siamo qui per scannarci migliorarci, e quindi beccatele XD

      Una cosa che ho molto apprezzato è il simbolismo, la grotta piena d'acqua come metafora del sacco amniotico e quindi della rinascita. Veramente molto suggestivo.

      Trama
      Sulla trama non ho molto da dire, si capisce e gira bene. Il fatto che molti elementi restino nell'ombra è assolutamente idoneo alla situazione: siamo morti e siamo in un misterioso aldilà... lasci al lettore solo le info minime per capire il contesto e non ingolfi il racconto con fatti che toglierebbero la sensazione di mistero.

      Una cosa che non sono riuscito a cogliere è l'accenno al coltello nello sterno. Ci si sta riferendo a un coltello fisico che l'avrebbe trafitto, o è una metafora del respiro doloroso?

      Valutazione finale
      Tolto il deragliamento tematico sul finale, direi che è un racconto molto solido e suggestivo. Sicuramente nel mio podio.

      Per qualsiasi cosa, scrivi pure.
      A rileggerci!
      Giacomo
      In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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      antico
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      Re: Era, sarà

      Messaggio#19 » martedì 5 gennaio 2021, 20:58

      La chiusa è una gemma con questa piccola Moira che soffia nelle orecchie del protagonista quelle ultime parole. Ho trovato un solo problema evidente ed è l'accenno al coltello, mi sfugge il significato. Il tema è molto bene affrontato. Forse l'intro potrebbe scorrere meglio, ho faticato a immergermi. Pollice quasi su per me.

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      Giorgia D'Aversa
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      Re: Era, sarà

      Messaggio#20 » mercoledì 6 gennaio 2021, 21:47

      Andrea Lauro ha scritto:Cerco di stare molto attento a quello che ti sto per segnalare, cammino in punta di piedi perché non vorrei essere frainteso. Dunque: l’immersione è buona, la tecnica c’è. Il next step (e te lo scrivo perché ci sto lavorando) è di focalizzare quali gestualità siano appropriate per la caratterizzazione. Mi spiego: certe gestualità sono asettiche (es. faccio un passo avanti, incrocio le braccia, gratto la testa, scrollo le spalle) e adatte a qualsiasi personaggio (che funge quindi da semplice placeholder). E nella resa comunica quel senso di freddezza a cui si attaccano i detrattori dello stile. Quelle azioni, ora che le sai inserire, puoi cominciare a toglierle. BOOM. Scova quelle che sono perfette per quel singolo personaggio che hai in mente, quelle così appropriate che un altro non potrebbe farle.

      Ciao Andrea, grazie per il preziosissimo commento! Nessun fraintendimento, anzi, grazie per avermi dato questi consigli: ne faccio tesoro e cercherò di applicarli al prossimo racconto.

      Andrea Lauro ha scritto:Altro discorso: ci sono dei dettagli che non quadrano appieno. Non sbagliati, ma che tolgono un po’ la magia che sei riuscita a creare (e va da sé, tolgono dall’immersione):
        le lacrime mi inumidiscono le gambe: è appena uscito dall’acqua, nel tempo (sincrono) della narrazione non possono essersi asciugate;
        un paio di persone: mi son detto, un po’ vago, ma di fatto se sono due non è un problema. avrei usato “due”, ma comunque è formalmente corretto. Poi però trovo “mi avvicino all’ultimo della fila”. Fila mi fa pensare a qualcosa di più di un paio.

      Insomma, un po' di scivoloni alla MC maniera che con una rilettura più attenta potevo non farmi scappare! Grazie ancora per i suggerimenti e le annotazioni, sono sempre apprezzatissime.

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      Giorgia D'Aversa
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      Re: Era, sarà

      Messaggio#21 » mercoledì 6 gennaio 2021, 21:51

      DavideMannucci ha scritto:Ciao Giorgia, non sei tra i racconti che devo commentare ma mi diletto a leggerli tutti (più che altro per arricchirmi e usufruire totalmente di della miniera di risorse che è MC) e per quanto riguarda il tuo devo dire che non potevo non commentarlo. Parto con una battuta: nell'incipit dici che riemergi. Ecco, tu riemergerai anche ma il lettore resta ben immerso nella storia grazie a uno stile davvero ottimo. Infatti quando nel commento al racconto della precedente Edition dicesti che lo stile era il mio prunto di forza fu un complimento davvero gradito, vista la cura e il perfezionamento continuo che caratterizzano la tua tecnica. Complimenti davvero!
      A presto!

      Ciao Davide, grazie di cuore per essere passato a commentarmi e per le belle parole. Mi fa davvero tantissimo piacere, quindi grazie mille ancora!

      alexandra.fischer ha scritto:Giorgia d’Aversa
      Tema centrato. Hai rielaborato il Mito di Er platonico in modo originale. Solo che a differenza di Er, il tuo protagonista è morto e si reincarna malvolentieri (e lo credo, è un suicida, ha un pugnale nel petto).
      Punti di forza: l’atmosfera che hai creato. L’acqua, la caverna dagli archi scuri, altre presenze calve, le tre dee sedute di tre età diverse (le Parche). Lo stato d’animo del protagonista, arrivato lì consapevole solo di essere morto. Interessante il fatto che i morti siano calvi e uomini e uno di loro gli legga nel pensiero, così da fargli rivivere la scena della morte. Molto bello anche il personaggio della Parca anziana, gli lascia una possibilità di scelta. Amaro il finale. La Parca bambina lo ha spinto alla morte quando lui ha cominciato a dubitare della sua utilità, visto che esistono gli dei.

      Punti deboli:
      ti scrivo qui la frase corretta: la bambina inclina la testa e sorride, gli occhi le brillano.
      Se fosse il mio racconto mostrerei che era un uomo potente: magari mostrando un pugnale con un simbolo regale. E farei dire all’altro spirito qualcosa tipo: “Non penso andarti peggio dell’ultima volta quando mi desti l’ordine sbagliato”.

      Ciao Alexandra, grazie anche a te per essere passata a leggermi e a scrivere un commento! Mi fa molto piacere che tu abbia colto la rielaborazione del Mito di Er all'interno del mio racconto :)

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      Giorgia D'Aversa
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      Re: Era, sarà

      Messaggio#22 » mercoledì 6 gennaio 2021, 21:59

      Giacomo Puca ha scritto:
        1. Ricorda che ogni vita è un’esperienza, tutto deve cambiare affinché resti come prima.
        Questa frase è abbastanza criptica, e va bene, ma l'ho trovata forse superflua. Fino a quel momento il racconto incarnava bene la tematica, esplicitarla in questo modo mi è parsa una scelta un po' goffa, quasi avessi avuto paura che i lettori non cogliessero il tema.

        Ciao Giacomo, grazie come sempre per il commento molto puntuale!
        Per quanto riguarda questa prima frase che hai citato, ammetto che ho voluto esagerare e oltre alla rielaborazione del Mito di Er ci ho ficcato dentro pure la citazione a "Il gattopardo". Di certo non fondamentale, ma quella sera mi sa che mi sentivo molto extra :'D
        Giacomo Puca ha scritto:Stile
        La storia si segue bene, lo stile è pulito, chiaro, immersivo, le scene ben mostrate.
        Se dovessi farti qualche pulce direi che ho sentito la mancanza di una componente uditiva: una grotta con un lago ha un'acustica particolarissima, fatta di suoni echeggianti, dello sciabordare e dello sciaguattare...
        La sequenza iniziale ha un po' la struttura "telecronaca", probabilmente si evita quest'effetto anche solo accorciandolo un po'.

        Ho notato di avere questo problema, tendo a essere troppo pesante nella prima parte dei racconti indugiando su cose che avrei potuto snellire. Grazie per l'appunto sulla componente uditiva: non ci avevo pensato e avrei dovuto mettere qualche dettaglio in più...
        Giacomo Puca ha scritto:Una cosa che ho molto apprezzato è il simbolismo, la grotta piena d'acqua come metafora del sacco amniotico e quindi della rinascita. Veramente molto suggestivo.

        Ooh, felice che tu abbia colto questo elemento! Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto.
        Giacomo Puca ha scritto:Una cosa che non sono riuscito a cogliere è l'accenno al coltello nello sterno. Ci si sta riferendo a un coltello fisico che l'avrebbe trafitto, o è una metafora del respiro doloroso?

        Metafora... per nulla funzionale, visto che in quasi i tutti i lettori me l'hanno segnalata! Considerando che si è impiccato potevo decisamente scegliere qualcosa di meglio. Grazie mille ancora!

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        Giorgia D'Aversa
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        Re: Era, sarà

        Messaggio#23 » mercoledì 6 gennaio 2021, 22:01

        antico ha scritto:La chiusa è una gemma con questa piccola Moira che soffia nelle orecchie del protagonista quelle ultime parole. Ho trovato un solo problema evidente ed è l'accenno al coltello, mi sfugge il significato. Il tema è molto bene affrontato. Forse l'intro potrebbe scorrere meglio, ho faticato a immergermi. Pollice quasi su per me.

        Grazie per il commento, Antico!
        La questione del coltello è stata segnalata anche dagli altri, è in effetti non c'entra nulla lì in mezzo. Stesso discorso per la parte iniziale, un po' troppo rigida e poteva scorrere meglio snellendola un po'.

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        Re: Era, sarà

        Messaggio#24 » domenica 10 gennaio 2021, 23:53

        Avendo concluso i miei obblighi da commentatore su ambo i concorsi, approfitto della serata per leggere qualche brano degli altri gruppi. Volendone curiosare il maggior numero possibile, non sarò così pignolo come nei racconti letti da giudice. Siete salvi! :D

        Partiamo da ciò che mi ha colpito maggiormente durante la lettura: lo stile. Ho già scritto altrove di essere un grande sostenitore dello stile asciutto, fatto di dettagli concreti e senza frasi dalle costruzioni barocche, ma nel tuo caso non è soltanto questo ad avermi colpito. Al di là di qualche stortura minore (vedi quel "come un rapace", ma tieni presente che non sono un amante delle similitudini), trovo sorprendente pensare che quella letta è sostanzialmente una prima stesura. Qui lo zampino del Duca e dei suoi insegnamenti si sente, ma il merito della loro applicazione è tutto tuo.
        Passando dal "come" al "cosa" racconti, il brano ha saputo tenermi interessato fino alla fine, sebbene abbia trovato lo scambio di battute tra il protagonista e l'altra anima un po' troppo banale, senza contare che svela parte del mistero persino prima che il lettore sia arrivato a metà racconto. Idea personale, quindi prendila con le pinze e a mero esempio di "what if": e se le anime fossero state incapaci di sentire le voci di chi li circonda, con le loro bocche che si aprivano per parlare ma senza emettere alcun suono? In questo modo da una parte avresti aumentato il senso di smarrimento del protagonista, dall'altro gli avresti impedito di "accettare" senza particolari reazioni la situazione in cui è finito per trovarsi, dandogli invece una ragione concreta per avanzare. Ottimo invece il finale. La chiusa è un vero gioiellino.
        Ancora i miei complimenti, perché il tuo è uno dei brani migliori letti finora.
        lupus in fabula

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