Nuovi Padroni

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Pretorian
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Nuovi Padroni

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 0:57

Nuovi padroni

Il Barone toglie il fazzoletto dal taschino della camicia e si asciuga la fronte. Alza il bicchiere.
Panfilio glielo riempie a metà di vino.
Il vecchio lo butta giù d’un fiato e glielo porge di nuovo.
- Eccellenza, non pensa di averne bevuti abbastanza oggi?
Il Barone storce la bocca e gli avvicina ancora di più il bicchiere. Panfilio sospira ed esegue.
Nella piana sottostante la villa i lavoratori riposano sotto il sole di mezzogiorno.
Il vecchio sputa per terra.
- Guarda come poltriscono quei fannulloni! – sputa di nuovo. – Dovrei prenderli a nerbate fino a strappar loro la carne dalle ossa!
Trema mentre beve. I baffi grigiastri si impregnano di vino: li pulisce con una manica della camicia.
- Questa terra è mia, maledetti disgraziati! La mia famiglia la domina dai tempi del Vespro! – urla, agitando il bastone. – Invece di oziare dovreste baciare ogni zolla che vi permetto di toccare!
La voce di arrochisce. Ansima. Nella piana sottostante, i lavoratori continuano a riposare. Il Barone si lascia andare sulla sedia e alza il bicchiere.
- Dammene dell’altro!
- Mi spiace, Eccellenza, ma è finito.
- E allora va’ a prenderne un’altra bottiglia in cantina!
Il servitore gira il recipiente tra le mani.
- Questa era l’ultima, Eccellenza…
Il Barone gli scaglia contro il bicchiere. Panfilo lo evita abbassandosi di scatto.
- Ladro! Farabutto! – il vecchio si alza in piedi, agitando il bastone come una clava. –Nessuno può prendersi gioco del Barone Francavilla! Ti ammazzo!
Abbassa il bastone su Panfilo. Il servitore scatta di lato, incespica e si dà alla fuga. Il Barone continua a inseguirlo urlando insulti.
- Papà, cosa succede? – Filippo sbuca fuori da dietro l’angolo della villa. – Perché stai urlando?
Panfilo si nasconde dietro di lui. Il Barone fa ancora qualche passo, il bastone levato in alto che gli trema tra le mani.
- La carogna… ha rubato… tutto… tutto il mio vino…
Filippo gli prende il bastone e glielo sfila tra le mani. Lo sorregge.
- Panfilio non ha rubato niente, papà. Abbiamo venduto tutto vino delle cantine alla banca il mese scorso.
Il vecchio resta a bocca aperta. Sbatte le palpebre.
- C’erano bottiglie che erano state preparate da mio padre… le annate migliori sotto Re Ferdinando!
Filippo scuote il capo.
- Tutto della banca, papà. Dovevamo coprire i debiti.
- I debiti…
Il Barone si affloscia tra le braccia del figlio. Si lascia trascinare fino alla sedia e ci crolla sopra.
Filippo prende uno sgabello e gli si siede accanto. Gli restituisce il bastone.
- Faremo dell’altro vino – dice il vecchio, guardando la piana. – Vedrai, Filippo. L’aria è calda e secca: quando verrà la vendemmia i grappoli saranno sodi come uova e ne tireremo fuori un nettare che…
- Le abbiamo vendute.
Il vecchio si volta di scatto.
- Le vigne le abbiamo vendute due anni fa, papà.
- A chi?
- Quell’azienda di Marsala. Si sono fatti carico di tutti i nostri arretrati, ricordi?
Il Barone non risponde. Alza la mano. Con l’indice nodoso traccia una linea che comprende l’orizzonte.
- E questi, Filippo? Di chi sono questi campi? La gente che ci lavora è ancora sotto di noi oppure…
Filippo si limita a prendergli la mano e a stringerla. Il vecchio lascia che il bastone cada a terra.
- Erano nostri fin dai tempi del Vespro. Avevamo diritto di vita e di morte su chi li coltivava…
- Verranno a prendere anche la villa, papà – Filippo deglutisce. – dovevamo coprire i debiti con l’Intendenza. Non c’era altro modo.
Il Barone si volta.
- Hai venduto tutto? Non è rimasto niente?
- Lo stemma araldico di famiglia, papà. Quello in pietra sulla cancellata – alza le spalle. – L’ispettore dell’intendenza ha detto che non avrebbe saputo cosa farsene.
Il vecchio ridacchia.
- Che somaro: quello da solo vale più di tutto quello che abbiamo perso! Quello si che ci appartiene dai tempi del Vespro e nessuno potrà portarcelo via!


di Agostino Langellotti



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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 0:58

Eccoti, Agostino! Caratteri e tempo ok, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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Fagiolo17
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 18:14

Ciao Agostino, descrivi un bello spaccato di vita del barone e della sua demenza senile.
Il tema è centrato (non era un tema facile) percepisco il cambiamento e la verità in mutamento.
Nel tuo girone è sicuramente tra i miei preferiti.
Ho notato un paio di refusi che ti segnalo nel caso volessi correggere il testo.
“Filippo gli prende il bastone e glielo sfila tra le mani. Lo sorregge.” Sfida DALLE mani
“- Panfilio non ha rubato niente, papà. Abbiamo venduto tutto vino delle cantine alla banca il mese scorso.” Manca IL tra tutto e vino.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.

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Pretorian
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 19:58

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Agostino, descrivi un bello spaccato di vita del barone e della sua demenza senile.
Il tema è centrato (non era un tema facile) percepisco il cambiamento e la verità in mutamento.
Nel tuo girone è sicuramente tra i miei preferiti.
Ho notato un paio di refusi che ti segnalo nel caso volessi correggere il testo.
“Filippo gli prende il bastone e glielo sfila tra le mani. Lo sorregge.” Sfida DALLE mani
“- Panfilio non ha rubato niente, papà. Abbiamo venduto tutto vino delle cantine alla banca il mese scorso.” Manca IL tra tutto e vino.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.


Grazie, Fagiolo: i refusi mi erano sfuggiti e sei stato gentile a segnalarmeli.

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#5 » martedì 22 dicembre 2020, 20:02

Ciao Agostino, complimenti per il tuo simpatico racconto. Ora, attenzione ai due refusi già sottolineati tra i quali il "tutto vino" è decisamente evidente. Il tema poi è centrato ed è una rivisitazione originale. Non rintraccio poi una piena scorrevolezza all'interno del testo, ma questa forse è una mia impressione. La trama non mi ha coinvolto particolarmente, ma sono rimasto colpito dal finale, con la focalizzazione sullo stemma araldico, che offre uno spunto di riflessione più ampio sul tema.

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Emiliano Maramonte
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2020, 23:55

Ciao Agostino, ben lieto di ritrovarti!
Mi esprimo con pochi giri di parole: il racconto è bellino, simpatico, scritto discretamente bene e prova ad abbracciare il tema del contest, ma mi ha annoiato, mi ha annoiato davvero. Tutta la trama è una riproposizione del concetto: "E i miei beni?", "Sono stati venduti". Si salva la caratterizzazione del Barone in piena decadenza e il blando twist (ma lo è davvero?) dello stemma, come unica impennata d'orgoglio del nobile contro l'avversa fortuna.
Nient'altro da aggiungere ai rilievi tecnici di chi mi ha preceduto, se non che chiami il servitore prima "Panfilo" e poi "Panfilio". Qual è il suo nome esatto?
Senza infamia e senza lode.
In bocca al lupo!
Emiliano.

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filippo.mammoli
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#7 » domenica 27 dicembre 2020, 12:30

Ciao Agostino, piacere di leggerti.
Sul fatto che il racconto sia ben scritto, ci sono pochi dubbi.
Le descrizioni inframezzate dai dialoghi ci portano nel mondo del barone decaduto e la sua figura colorita strappa qualche sorriso di simpatia, anche se, dopo le prime battute, niente viene aggiunto nel seguito del racconto, dove viene solo ribadito che la disgrazia ormai è totale e non gli è rimasto che lo stemma di famiglia.
Quello che non sono riuscito a capire fino in fondo è però il senso di tutto questo e soprattutto come la storia possa legare con il tema.
Il cambiamento c'è stato nel senso del rovescio della fortuna, ma la sua verità duratura non mi sembra così evidente.
Alla prossima.

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#8 » domenica 27 dicembre 2020, 14:28

megagenius ha scritto:Ciao Agostino, ben lieto di ritrovarti!
Mi esprimo con pochi giri di parole: il racconto è bellino, simpatico, scritto discretamente bene e prova ad abbracciare il tema del contest, ma mi ha annoiato, mi ha annoiato davvero. Tutta la trama è una riproposizione del concetto: "E i miei beni?", "Sono stati venduti". Si salva la caratterizzazione del Barone in piena decadenza e il blando twist (ma lo è davvero?) dello stemma, come unica impennata d'orgoglio del nobile contro l'avversa fortuna.
Nient'altro da aggiungere ai rilievi tecnici di chi mi ha preceduto, se non che chiami il servitore prima "Panfilo" e poi "Panfilio". Qual è il suo nome esatto?
Senza infamia e senza lode.
In bocca al lupo!
Emiliano.


Ciao, Mega. Ummm... mi sembra di capire che qui, più che una problematica di tipo tecnico o di solidità della trama, c'è proprio una questione di incompatibilità di gusti. Può capitare: grazie per la chiarezza nella spiegazione e per avermi segnalato l'altro refuso.

Alla prossima!

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Pretorian
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#9 » domenica 27 dicembre 2020, 14:35

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Agostino, piacere di leggerti.
Sul fatto che il racconto sia ben scritto, ci sono pochi dubbi.
Le descrizioni inframezzate dai dialoghi ci portano nel mondo del barone decaduto e la sua figura colorita strappa qualche sorriso di simpatia, anche se, dopo le prime battute, niente viene aggiunto nel seguito del racconto, dove viene solo ribadito che la disgrazia ormai è totale e non gli è rimasto che lo stemma di famiglia.
Quello che non sono riuscito a capire fino in fondo è però il senso di tutto questo e soprattutto come la storia possa legare con il tema.
Il cambiamento c'è stato nel senso del rovescio della fortuna, ma la sua verità duratura non mi sembra così evidente.
Alla prossima.



Ciao, FIlippo. L'idea è che, più che un rovescio di fortuna, siamo davanti a un cambio sociale: il Barone, che prima aveva potere di vita e di morte suo suoi sottoposti, ora è in rovina e i suoi beni sono stati acquisiti da banche, aziende e dalla burocrazia del Regno Italiano (i "nuovi Padroni" del titolo). Ho interpretato in questo senso il tema della verità del cambiamento

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Giorgia D'Aversa
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#10 » lunedì 28 dicembre 2020, 23:19

Ciao Agostino, piacere di rileggerti!

Avendo letto un po’ di tuoi racconti uno in fila all’altro continuo a notare una tendenza di miglioramento per quanto riguarda lo stile: mi fa piacere segnalartelo perché la differenza è evidente di mese in mese, quindi bravo. Per quanto riguarda il racconto, devo dire che l’ho trovato carino ma manca un po’ di mordente.

Mi spiego meglio: si tratta di una situazione abbastanza “classica” che mi ha lasciato poco dal punto di vista emotivo, per quanto il racconto scorra bene. Penso che qualche dettaglio più focalizzato (delle sue percezioni o pensieri) dal punto di vista del vecchio Barone avrebbe permesso di empatizzare meglio con lui. Certo, mi è spiaciuto per lui perché ha perso tutto quello che gli apparteneva, ma oltre a quel barlume di vicinanza mi sono sentita piuttosto distaccata nel corso della narrazione. Tema comunque centrato.
In bocca al lupo per la sfida!

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Pretorian
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#11 » martedì 29 dicembre 2020, 1:33

Giorgia D'Aversa ha scritto:Ciao Agostino, piacere di rileggerti!

Avendo letto un po’ di tuoi racconti uno in fila all’altro continuo a notare una tendenza di miglioramento per quanto riguarda lo stile: mi fa piacere segnalartelo perché la differenza è evidente di mese in mese, quindi bravo. Per quanto riguarda il racconto, devo dire che l’ho trovato carino ma manca un po’ di mordente.

Mi spiego meglio: si tratta di una situazione abbastanza “classica” che mi ha lasciato poco dal punto di vista emotivo, per quanto il racconto scorra bene. Penso che qualche dettaglio più focalizzato (delle sue percezioni o pensieri) dal punto di vista del vecchio Barone avrebbe permesso di empatizzare meglio con lui. Certo, mi è spiaciuto per lui perché ha perso tutto quello che gli apparteneva, ma oltre a quel barlume di vicinanza mi sono sentita piuttosto distaccata nel corso della narrazione. Tema comunque centrato.
In bocca al lupo per la sfida!



Ciao Giorgia e grazie del commento: mi sto sforzando di migliorare la mia scrittura a ogni edizione e commenti come questo mi sono sempre utili. A tal proposito, quando dici "dettaglio più focalizzato dal punto di vista del Vecchio Barone" intendi che sarebbe stato meglio usare la prima persona?

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Debora D
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#12 » martedì 29 dicembre 2020, 11:39

Ciao Agostino, sono contenta di poterti commentare.
Il tema è centrato per quanto riguarda il cambiamento. Sulla verità duratura che è il cambiamento ci ho riflettuto un po’ di più. Ho pensato a un rapporto fra la stagnante antica nobiltà e il progresso, la società va sempre avanti. Visto che non sono pronti ad accogliere il cambiamento, i vecchi nobili sono costretti alla decadenza: la battuta finale in cui il barone gioisce per la salvezza è significativa.

Molto buona la parte iniziale, il barone che guarda le terre e beve il vino. La scena si mescola di tristezza e comicità con il vecchio che insegue il domestico.
All’arrivo del figlio il racconto rallenta, diventa prevedibile e schematico. L’empatia perde un battito.

Gestione dei dialoghi ok, c’è qualche tag che si potrebbe evitare però nulla salta all’occhio con prepotenza. Alcuni refusi qua e la come il già segnalato "bastone tra le mani".
Giusto un cavillo:
Lo stemma araldico di famiglia, papà. Quello in pietra sulla cancellata – alza le spalle. – …
Alza le spalle. È un beat quindi ci vuole la maiuscola.

Conclusione: alla prima lettura ho trovato il racconto elegante ma con poca anima, alla seconda mi è piaciuto di più anche se resta un senso di mancanza. Lo stile è buono, senza eccessive sbavature. Riesci a far trapelare la tristezza dal tutto, ma più per la condizione generale della famiglia che per i singoli personaggi. Resta un buon lavoro, fra i migliori del girone.

A rileggerci
Debora

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#13 » mercoledì 30 dicembre 2020, 0:21

Debora D ha scritto:Ciao Agostino, sono contenta di poterti commentare.
Il tema è centrato per quanto riguarda il cambiamento. Sulla verità duratura che è il cambiamento ci ho riflettuto un po’ di più. Ho pensato a un rapporto fra la stagnante antica nobiltà e il progresso, la società va sempre avanti. Visto che non sono pronti ad accogliere il cambiamento, i vecchi nobili sono costretti alla decadenza: la battuta finale in cui il barone gioisce per la salvezza è significativa.

Molto buona la parte iniziale, il barone che guarda le terre e beve il vino. La scena si mescola di tristezza e comicità con il vecchio che insegue il domestico.
All’arrivo del figlio il racconto rallenta, diventa prevedibile e schematico. L’empatia perde un battito.

Gestione dei dialoghi ok, c’è qualche tag che si potrebbe evitare però nulla salta all’occhio con prepotenza. Alcuni refusi qua e la come il già segnalato "bastone tra le mani".
Giusto un cavillo:
Lo stemma araldico di famiglia, papà. Quello in pietra sulla cancellata – alza le spalle. – …
Alza le spalle. È un beat quindi ci vuole la maiuscola.

Conclusione: alla prima lettura ho trovato il racconto elegante ma con poca anima, alla seconda mi è piaciuto di più anche se resta un senso di mancanza. Lo stile è buono, senza eccessive sbavature. Riesci a far trapelare la tristezza dal tutto, ma più per la condizione generale della famiglia che per i singoli personaggi. Resta un buon lavoro, fra i migliori del girone.

A rileggerci
Debora



Grazie, Debora. Potresti farmi un esempio di tag che potrebbero essere limati? Ero convinto di aver inserito solo beat nelle pause tra i discorsi diretti.

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Debora D
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#14 » mercoledì 30 dicembre 2020, 10:44

Pretorian ha scritto:Grazie, Debora. Potresti farmi un esempio di tag che potrebbero essere limati? Ero convinto di aver inserito solo beat nelle pause tra i discorsi diretti.

Certo,
ecco qui...
- Faremo dell’altro vino – dice il vecchio, guardando la piana. – Vedrai, Filippo.

Tag più gerundio, non è il massimo. Però mi pare sia l'unico sfuggito al tuo controllo

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Giorgia D'Aversa
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#15 » mercoledì 30 dicembre 2020, 10:58

Pretorian ha scritto:Ciao Giorgia e grazie del commento: mi sto sforzando di migliorare la mia scrittura a ogni edizione e commenti come questo mi sono sempre utili. A tal proposito, quando dici "dettaglio più focalizzato dal punto di vista del Vecchio Barone" intendi che sarebbe stato meglio usare la prima persona?

No, non intendo la prima persona! Cerco di spiegarmi meglio: il racconto parte con il Barone come primo soggetto, quindi ho dato per scontato che fosse lui il portatore del punto di vista della scena. Tuttavia la narrazione prosegue in maniera non focalizzata, andando a descrivere azioni dell'anziano viste dall'esterno.
Ti faccio un esempio: alla fine il Barone guarda verso l'esterno, mentre tu descrivi alcune azioni di Filippo (come il fatto che deglutisce) che il vecchio non potrebbe vedere, se non proprio con la coda dell'occhio. Infatti poi dici che si volta, e se è lui il portatore del punto di vista (di sicuro non lo è Filippo, che appare dopo sulla scena) dovrebbe accorgersi solo ora delle espressioni sul viso del figlio.
Insieme a questa percezione di allontanamento rispetto al personaggio c'è da aggiungere che descrivi tutto in maniera piuttosto imparziale, i giudizi del Barone escono solo dalle sue battute di dialogo e non emerge una soggettività dalle descrizioni, né hai inserito dei suoi pensieri (diretti o indiretti che fossero). Spero di essermi spiegata meglio!

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#16 » mercoledì 30 dicembre 2020, 17:40

Giorgia D'Aversa ha scritto:
Pretorian ha scritto:Ciao Giorgia e grazie del commento: mi sto sforzando di migliorare la mia scrittura a ogni edizione e commenti come questo mi sono sempre utili. A tal proposito, quando dici "dettaglio più focalizzato dal punto di vista del Vecchio Barone" intendi che sarebbe stato meglio usare la prima persona?

No, non intendo la prima persona! Cerco di spiegarmi meglio: il racconto parte con il Barone come primo soggetto, quindi ho dato per scontato che fosse lui il portatore del punto di vista della scena. Tuttavia la narrazione prosegue in maniera non focalizzata, andando a descrivere azioni dell'anziano viste dall'esterno.
Ti faccio un esempio: alla fine il Barone guarda verso l'esterno, mentre tu descrivi alcune azioni di Filippo (come il fatto che deglutisce) che il vecchio non potrebbe vedere, se non proprio con la coda dell'occhio. Infatti poi dici che si volta, e se è lui il portatore del punto di vista (di sicuro non lo è Filippo, che appare dopo sulla scena) dovrebbe accorgersi solo ora delle espressioni sul viso del figlio.
Insieme a questa percezione di allontanamento rispetto al personaggio c'è da aggiungere che descrivi tutto in maniera piuttosto imparziale, i giudizi del Barone escono solo dalle sue battute di dialogo e non emerge una soggettività dalle descrizioni, né hai inserito dei suoi pensieri (diretti o indiretti che fossero). Spero di essermi spiegata meglio!


Ciao, Giorgia. Dunque, concordo sui punti in cui sono uscito dalla vista del personaggio: nella fretta di postare, non mi sono accorto di questi errori, quindi grazie.
Per quanto riguarda i pensieri, sono un pochino dubbioso. Sicura che l'inserimento dei pensieri del soggetto non rischi di inquinare la "terzietà" propria della terza persona? Il mio tentativo è quello di riuscire a rendere evidente pensieri, emozioni e sentimenti dei personaggi tramite azioni e dialoghi. Inserire il pensiero non farebbe correre il rischio di creare un effetto "lettura del pensiero"?

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Giorgia D'Aversa
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#17 » mercoledì 30 dicembre 2020, 21:43

Pretorian ha scritto:Ciao, Giorgia. Dunque, concordo sui punti in cui sono uscito dalla vista del personaggio: nella fretta di postare, non mi sono accorto di questi errori, quindi grazie.
Per quanto riguarda i pensieri, sono un pochino dubbioso. Sicura che l'inserimento dei pensieri del soggetto non rischi di inquinare la "terzietà" propria della terza persona? Il mio tentativo è quello di riuscire a rendere evidente pensieri, emozioni e sentimenti dei personaggi tramite azioni e dialoghi. Inserire il pensiero non farebbe correre il rischio di creare un effetto "lettura del pensiero"?

In realtà è piuttosto comune inserire i pensieri per portatore di punto di vista nella terza persona, che sia tramite corsivo o virgolette alte. La terza persona è più esterna, certo, però stai comunque vedendo il mondo dagli occhi di un personaggio in particolare, che lo filtrerà anche attraverso riflessioni e percezioni personali.
A me non disturba affatto, ma se a te dà fastidio c'è anche la possibilità di inserire dei pensieri indiretti, così da non arrivare a una lettura del pensiero. Semplicemente sciogli il pensiero nella prosa, tipo:

Nella piana sottostante la villa i lavoratori riposano sotto il sole di mezzogiorno.
Il vecchio sputa per terra: ai suoi tempi li avrebbe già fatti frustare tutti.
- Guarda come poltriscono quei fannulloni! – sputa di nuovo.


Ora, tralasciando la qualità della mia aggiunta, quello che vedi in rosso è l'esempio di cui sopra!

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Mauro Lenzi
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#18 » mercoledì 30 dicembre 2020, 22:17

Ciao Agostino,

Non so se ho capito bene la tua interpretazione del tema. La resistenza del Barone al cambiamento gli impedisce di vedere la verità; solo il figlio sembra possedere la chiave per strappare via il velo di illusione, un pezzo alla volta.
La staticità del punto di vista del Barone si ripercuote nella trama, che rimane avviluppata in se stessa, nel loop mentale della decadenza economica e mentale del protagonista. Vero è che non ha incontrato i miei gusti, rimane un quadro a mio avviso ben fatto ma statico, la storia non conduce da nessuna parte e questo è, a mio gusto, il principale difetto che ho trovato. Il quadro però è ben dipinto, da una mano in costante miglioramento: mi unisco infatti a chi ha notato miglioramenti nel tuo stile e credo che questa sia una cosa molto bella, complimenti.

Ecco alcuni suggerimenti che spero potranno esserti utili.

All’inizio, sarebbe utile far capire dove si trovano il Barone e Panfilo. Si vede dove guardano (i campi) ma non dove sono loro.

Quando Panfilio versa il vino, credo sia il caso di mostrare il dettaglio della scena, “esegue” l’ho trovato una stonatura.

Per evitare un’eccessiva frammentazione del testo, potresti non andare a capo quando chi esegue l’azione è lo stesso che dice la battuta. A essere più precisi, non si andrebbe a capo se l’azione introduce una battuta.

Qui invece l’andare a capo va bene:

- Le abbiamo vendute.
Il vecchio si volta di scatto.
- Le vigne le abbiamo vendute due anni fa, papà.

La frase si associa bene a Filippo perché riprende la battuta appena detta: se è voluto, chapeau. Se no, per altri casi il “papà” finale che farebbe capire che è sempre Filippo a parlare arriverebbe troppo tardi, in fondo a una battuta così lunga.

In generale attenzione agli elementi che introducono una contemporaneità dell’azione. “Trema mentre beve” non è orribile ma immagino la scena con lui che porta il bicchiere alla bocca e lì si nota il tremolio della mano. Per cui suggerisco costruzioni come es. “Beve, la mano gli trema.” Magari arricchito con un dettaglio come un filo di vino che gli scende dall’angolo delle labbra.


Non ho poi compreso la battuta finale.

Quello si che ci appartiene dai tempi del Vespro e nessuno potrà portarcelo via!

Per come ho capito la frase, quel “sì” mi sembra sottintendere “a differenza di altre cose”, ma se è così l’ho trovato fuori posto, perché anche il resto apparteneva alla famiglia da quel secolo (tra l’altro non conoscevo Vespro in quel senso, ti ringrazio).
Se non sono stato chiaro spiego meglio: per come ho interpretato la battuta, poteva anche essere: “Anche quello ci appartiene dai tempi del Vespro, ma nessuno potrà portarcelo via!”
Anche questo però non ha particolare senso, perché il fatto che appartenesse ancora a loro è stata una scelta dell’ispettore, non loro.

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#19 » venerdì 1 gennaio 2021, 13:06

Mauro Lenzi ha scritto:Ciao Agostino,

Non so se ho capito bene la tua interpretazione del tema. La resistenza del Barone al cambiamento gli impedisce di vedere la verità; solo il figlio sembra possedere la chiave per strappare via il velo di illusione, un pezzo alla volta.
La staticità del punto di vista del Barone si ripercuote nella trama, che rimane avviluppata in se stessa, nel loop mentale della decadenza economica e mentale del protagonista. Vero è che non ha incontrato i miei gusti, rimane un quadro a mio avviso ben fatto ma statico, la storia non conduce da nessuna parte e questo è, a mio gusto, il principale difetto che ho trovato. Il quadro però è ben dipinto, da una mano in costante miglioramento: mi unisco infatti a chi ha notato miglioramenti nel tuo stile e credo che questa sia una cosa molto bella, complimenti.

Ecco alcuni suggerimenti che spero potranno esserti utili.

All’inizio, sarebbe utile far capire dove si trovano il Barone e Panfilo. Si vede dove guardano (i campi) ma non dove sono loro.

Quando Panfilio versa il vino, credo sia il caso di mostrare il dettaglio della scena, “esegue” l’ho trovato una stonatura.

Per evitare un’eccessiva frammentazione del testo, potresti non andare a capo quando chi esegue l’azione è lo stesso che dice la battuta. A essere più precisi, non si andrebbe a capo se l’azione introduce una battuta.

Qui invece l’andare a capo va bene:

- Le abbiamo vendute.
Il vecchio si volta di scatto.
- Le vigne le abbiamo vendute due anni fa, papà.

La frase si associa bene a Filippo perché riprende la battuta appena detta: se è voluto, chapeau. Se no, per altri casi il “papà” finale che farebbe capire che è sempre Filippo a parlare arriverebbe troppo tardi, in fondo a una battuta così lunga.

In generale attenzione agli elementi che introducono una contemporaneità dell’azione. “Trema mentre beve” non è orribile ma immagino la scena con lui che porta il bicchiere alla bocca e lì si nota il tremolio della mano. Per cui suggerisco costruzioni come es. “Beve, la mano gli trema.” Magari arricchito con un dettaglio come un filo di vino che gli scende dall’angolo delle labbra.


Non ho poi compreso la battuta finale.

Quello si che ci appartiene dai tempi del Vespro e nessuno potrà portarcelo via!

Per come ho capito la frase, quel “sì” mi sembra sottintendere “a differenza di altre cose”, ma se è così l’ho trovato fuori posto, perché anche il resto apparteneva alla famiglia da quel secolo (tra l’altro non conoscevo Vespro in quel senso, ti ringrazio).
Se non sono stato chiaro spiego meglio: per come ho interpretato la battuta, poteva anche essere: “Anche quello ci appartiene dai tempi del Vespro, ma nessuno potrà portarcelo via!”
Anche questo però non ha particolare senso, perché il fatto che appartenesse ancora a loro è stata una scelta dell’ispettore, non loro.


Grazie dei suggerimenti, Mauro: concorso anche sulla staticità del racconto. Mi sono concentrato così tanto sul voler costruire un racconto che disvelasse il suo "significato", che mi sono preoccupato poco di far succedere qualcosa dopo la comparsa del Figlio.
In riferimento al rapporto con il tema e la battuta finale, l'idea del cambiamento l'ho interpretata nel mostrare un personaggio legato al vecchio mondo nobiliare meridionale, un mondo che ormai ha smesso di esistere e in cui si muovono "Nuovi Padroni", ossia banche, imprese e burocrazie statali. Nella frase finale, ho voluto rendere evidente il diverso modo di pensare di questi due mondi: lo stemma nobiliare è considerato inutile dai nuovi, mentre il vecchio nobile lo considera il loro bene più prezioso.

Grazie!

Andrea J. Leonardi
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#20 » venerdì 1 gennaio 2021, 20:44

Ciao Agostino, non è la prima volta che ti leggo e devo dire che il tuo nome è uno di quelli che sta diventando familiari.
Scusa il ritardo per i commenti e andiamo al dunque.

Tema. Si percepisce un cambiamento come una lotta fra periodi storici e quindi l’incessante mutamento della società nell’evoluzione. Data la libera interpretazione del tema, direi che ci siamo.

Trama. La trama non è tanto il fatto che abbiano perso tutto, ma come il vecchio uomo non riesca a rendersene conto. In tal senso, non mi dispiace. Non è approfondita, ma deve pur sempre stare nei limiti di MC. Mi è piaciuta l’ultima frase riguardo lo stemma di famiglia, ovvero l’idea che per l’uomo lo stemma nobiliare, il nome di famiglia, sia la ricchezza più importante.

Stile. Non indago in maniera approfondita, ma il racconto scorre fluido ed è questo ciò che serve: la lettura non è stata rallentata in maniera percettibile. Forse avrei reso più chiara l’ultima frase che, per quanto l’abbia capita, l’ho trovata confusa.

Totale. Nella sua semplicità, penso sia uno dei migliori e dei più facili da leggere. Andrà nella parte alta della mia classifica.

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antico
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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#21 » domenica 3 gennaio 2021, 10:21

Un racconto solido anche se un po' statico nella seconda parte, subito dopo l'entrata in scena del figlio, dove rallenta visibilmente per reiterare il concetto del tempo che passa e con esso i rapporti di potere della società. Bene, ma non benissimo perché il lettore questo cambiamento, alla fine, non lo percepisce troppo. L'unico modo per farglielo arrivare anche a livello emozionale era il personaggio del Barone, ma è come se venisse eclissato dall'entrata in scena del figlio quindi il problema principale, a mio avviso, sta lì. Qualche suggerimento per eventuali prove: mantenere il "personaggio" dei lavoratori e farlo interagire con il Barone in fase avanzata del racconto (dito medio? insulti?), eliminare Panfilio e sostituirlo, eventualmente, con il figlio (che quindi sarebbe già in scena a inizio racconto e assumerebbe un ruolo di semplice spalla, supporto). Un'alternativa che, in effetti, riterrei migliore, sarebbe quella di lasciare il Barone come unico attore in scena (insieme ai lavoratori distanti) e lavorare solo e unicamente sulla sua manipolazione mentale della realtà con punto di svolta rappresentato dagli insulti dei lavoratori. Il senso di questi suggerimenti è quello di fare percepire in modo più vivo al lettore il dolore del tempo che scorre. Arrivando al dunque e quindi alla valutazione, direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido perché l'immagine rimane bene in testa anche se, ovviamente, può migliorare ancora tanto.

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#22 » domenica 3 gennaio 2021, 21:21

antico ha scritto:Un racconto solido anche se un po' statico nella seconda parte, subito dopo l'entrata in scena del figlio, dove rallenta visibilmente per reiterare il concetto del tempo che passa e con esso i rapporti di potere della società. Bene, ma non benissimo perché il lettore questo cambiamento, alla fine, non lo percepisce troppo. L'unico modo per farglielo arrivare anche a livello emozionale era il personaggio del Barone, ma è come se venisse eclissato dall'entrata in scena del figlio quindi il problema principale, a mio avviso, sta lì. Qualche suggerimento per eventuali prove: mantenere il "personaggio" dei lavoratori e farlo interagire con il Barone in fase avanzata del racconto (dito medio? insulti?), eliminare Panfilio e sostituirlo, eventualmente, con il figlio (che quindi sarebbe già in scena a inizio racconto e assumerebbe un ruolo di semplice spalla, supporto). Un'alternativa che, in effetti, riterrei migliore, sarebbe quella di lasciare il Barone come unico attore in scena (insieme ai lavoratori distanti) e lavorare solo e unicamente sulla sua manipolazione mentale della realtà con punto di svolta rappresentato dagli insulti dei lavoratori. Il senso di questi suggerimenti è quello di fare percepire in modo più vivo al lettore il dolore del tempo che scorre. Arrivando al dunque e quindi alla valutazione, direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido perché l'immagine rimane bene in testa anche se, ovviamente, può migliorare ancora tanto.


Grazie dei consigli, Antico. Giusto una cosa: l'inazione dei contadini, il loro continuare a riposare nonostante la rabbia del Barone, voleva comunque essere un loro modo di "agire" nel racconto. Serviva a sottolineare l'impotenza raggiunta dal Barone.

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Re: Nuovi Padroni

Messaggio#23 » lunedì 4 gennaio 2021, 0:42

Ma certo e ci mancherebbe altro che non fosse quello il suo scopo, ma il mio appunto era tutt'altro, ovvero di mantenerli in scena, attivi, per tutto il resto del racconto perché il lettore si allontana dal Barone nel momento stesso in cui entra in scena il personaggio del figlio e perde la sua centralità. Mantenendolo al centro, ma con una platea che gli si oppone, la speranza sarebbe quella di dare maggiore coesione interna, e carattere, al racconto e, paradossalmente, anche renderlo meno statico perché ci muoveremmo, da lettori, nella confusione del Barone mentre nella forma da te presentata non si può che essere spettatori passivi di una spiegazione che arriva dall'esterno.

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