Come la scena priva di sostanza

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Debora D
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Come la scena priva di sostanza

Messaggio#1 » martedì 22 dicembre 2020, 1:00

Come la scena priva di sostanza di Debora Dolci

La penombra è satura di respiri. Assaporo la tensione, gli angoli della bocca tirano. Ogni brusio è scomparso, nello spazio stretto scorgo un brillio, l’abito di veli argentati di Ariel.
I pochi tonfi sopra di noi sono gli altri che si sistemano.
La musica invade lo spazio, allaga il retropalco.
Comincia, ancora una volta, lo spettacolo sempre uguale, sempre nuovo.
Una mano mi tocca il braccio, sussulto. Mi spezza il fiato, sta rovinando il momento e il calore della rabbia mi raggiunge il collo e le orecchie.
«Amedeo.»
Cecilia appare illuminata da un lampo. Sopra di noi è cominciata la tempesta. I marinai gridano.
«Nostromo!»
«Sono qui capitano!»
Cecilia ha aloni d’argento intorno agli occhi. Da ieri sera non mi parla, invece adesso…
Le assi del palco scricchiolano.
Deglutisco, devo ritrovare la concentrazione. Io sono Prospero, lei è Miranda, mia figlia. Con la punta dei piedi nudi tocco il primo gradino del sottopalco. Là sopra c’è l’isola magica con le sue forme mutevoli.
«Amedeo, dopo vorrei parlare...»
Piego il collo a destra e sinistra, sciolgo le braccia.
«Via di qui, non aggrapparti alle mie vesti.»
Cecilia sgrana gli occhi, schiude le labbra. È sempre bella, anche così smarrita e sciocca.
Muovo le dita e ruoto i polsi. « Atto primo, scena seconda… ricordi?»
Lei abbassa la testa. «Ma certo, il personaggio prima di tutto.» Trema, tutte queste emozioni dovrebbe incanalarle nella performance.
«Sarai meraviglioso, come sempre.» Cecilia sorride, uno sprazzo di luce dall’alto le imbianca il volto.
Ora sono il mago. Non c’è spazio per le parole, né per ricordi di baci, carezze e desideri.
Allungo un piede e lo poso sul primo gradino.
Cecilia mi sfiora il fianco. Trattengo l’istinto di respingerla e mi chino, le porgo la mano del mago. «Miranda, vieni. Comincia.»
Lei sospira, sale accanto a me, scivola oltre la quinta di fondo. Insieme usciamo sotto le luci, in mezzo ai respiri sospesi della gente.
«Se con la vostra Arte, mio carissimo padre, avete gettato le acque selvagge in questo fragore...»
Sorrido e ascolto Miranda e il suo turbamento.

Il vicolo è gelido, strisce di nebbia si annodano fra le ruote del furgone e del camion, le sagome dei facchini sembrano illusioni.
Stringo il bavero del giaccone sotto il mento. Ci mettono sempre troppo a smontare, andremo a mangiare molto tardi pure questa sera. Ma va bene, mi piace il freddo dopo uno spettacolo, congela l’attimo, gli applausi e la forza dei personaggi. Sono ancora Prospero, domani cambierò, magari Cesare.
La porticina di servizio si apre, Cecilia è libera dagli ammiratori. Stasera è stata magnifica. Le vado incontro, potrei stringerla e scaldarla un po’. Un bacio nella nebbia mentre aspettiamo...
Mi mette le mani sul petto, ruota il viso e le mie labbra le toccano la guancia ancora calda.
«Pensavo a Cesare oppure Algernon Montcriff.» Infilo le mani in tasca, dondolo un po’ sui talloni. «Ci sarebbe anche Alberto de Stefano, anche se non amo recitare in napoletano, so che farai Bice, quindi... Che ne pensi, ti piacerebbe?»
«Amedeo, io non ce la faccio più.» Parla piano ed è roca.
Mi avvicino, ruoto il busto di tre quarti e agito un guanto davanti a me. «Ora i miei incantesimi si sono tutti spenti...»
Lei non ride, stringe i pugni. «Basta!»
I facchini fantasma l’avranno sentita?
«Puoi essere te stesso per una volta e ascoltarmi? Non deve rispondermi Shakespeare! Sto parlando con te. Voglio sapere… voglio la verità.»
Il motore del furgone soffoca un principio di risposta, stringo le labbra e mi prendo un attimo. Mi chiede la verità, io ne ho molte. «Quale verità vuoi sapere, Cecilia?»
«Fra me e te cosa c’è? Cosa vorresti che fosse?»
«Quello che siamo già! Il teatro, gli applausi, il freddo la sera e noi due!» Questa è una verità semplice, la verità di Amedeo.
«Tu pensi che la vita sia uno spettacolo?» La sua voce è più acuta.
«Non lo è?» Le prendo la mano che ha sollevato di scatto. «È così, noi siamo davvero fatti di sogni, questa vita è solo un sonno. C’è più verità in Prospero e la sua tempesta che qua fuori, capisci?»
La porticina si apre, la compagnia al completo si rovescia fuori con risa e brusii.
Cecilia mi lascia la mano.
Sussurro. «Tutto si dissolverà, come la scena priva di sostanza ora svanita.» Ma domani cambierò, sarò Cesare...



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antico
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#2 » martedì 22 dicembre 2020, 1:04

Ciao Debora! Proprio sul gong! Tutto ok con i parametri, buona Davide Del Popolo Riolo Edition!

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MatteoMantoani
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#3 » martedì 22 dicembre 2020, 15:23

Ciao Debora, piacere di leggerti.

Prime impressioni: Ho dovuto rileggere la prima parte un paio di volte per riuscire a figurarmi la scena. C’è un po’ di confusione che non aiuta a comprendere il contesto e la trama, la seconda è invece a posto e il significato di tutto mi arriva.

Aderenza al tema: Tra i racconti di questo girone direi che il tuo è tra quelli che declinano meglio il tema. Il mutamento delle identità dovuto ai ruoli teatrali che gli attori impersonano, e il proseguire degli spettacoli identici ma sempre nuovi, è una trovata niente male.

Punti di Miglioramento: Come già accennato, ho fatto veramente fatica a seguire la prima scena, e anche dopo diverse riletture alcuni dettagli mi sfuggono. Innanzitutto i nomi e le identità si mescolano in poco spazio e si fatica a capire chi è chi. All’inizio il nome Ariel mi ha portato sott’acqua insieme alla Sirenetta (ci sono anche dei marinai sopra, che chiamano il nostromo o il capitano), poi indichi il pdv come Amedeo, ma poi dici che si chiama Prospero... insomma, ho capito la tua intenzione, però rendere bene questa scena in così poco spazio per me sarebbe un’impresa decisamente ardua, e purtroppo non vedo nel tuo tentativo qualcosa di completamente riuscito.

Punti di forza: Visto nel suo insieme il pezzo mi è piaciuto e la personalità del pdv è ben delineata, con la sua ossessione per l’arte a dispetto dei sentimenti di Cecilia. L’idea è molto buona, e se magari ampliata con un po’ più di dettagli e coerenza nella prima scena, potrebbe essere l’inizio per qualcosa di più che un semplice racconto. Anche i riferimenti al teatro mi sono piaciuti, si vede che ne hai interesse oppure che lo conosci.

Conclusioni: Non c’è male, peccato per la confusione iniziale, ma lo svolgimento e l’idea sono molto buone. Non ho granché da dirti nemmeno per quanto riguarda l’immersione, riconosco l’impronta dei tuoi maestri ;)
Ultima modifica di MatteoMantoani il martedì 22 dicembre 2020, 19:46, modificato 1 volta in totale.

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GiulianoCannoletta
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 18:45

Ciao Debora, piacere di averti letto.
Il tuo è un racconto non facile ma che si legge tutto d'un fiato. È vero, lo spazio era poco e la scena iniziale rischiava di apparire confusa, ma mi pare che i dubbi si sciolgano bene procedendo con la lettura. Tema declinato con originalità, nella “finzione” del teatro l'unica verità è davvero il cambiamento di costumi, personaggi e personalità. Ma le molte maschere diventano anche il rifugio del protagonista, un personaggio davvero ben delineato, soprattutto nello scambio di battute finale, quasi ossessivo.
Bravissima davvero, a rileggerci presto!
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Sirimedho
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#5 » giovedì 24 dicembre 2020, 11:39

Buongiorno Debora.

Il racconto mi è piaciuto molto. Mi piace questo intreccio tra l’arte e la vita, fino a non sapere più quale sia la verità, dove si stiano basando i personaggi.
Ci sono un paio di cose che mi piacciono meno. Specie all’inizio, le frasi al presente così spezzate, senza una legatura tra loro, mi rende difficile la lettura, mi fa un po’ l’effetto di una telecronaca. Ad esempio, la frase “Una mano mi tocca il braccio, sussulto“ la sento fredda, non riesce davvero a passarmi un’emozione, sembra quasi un ricordo di chi la sta pensando. Quella successiva, “Mi spezza il fiato, sta rovinando il momento e il calore della rabbia mi raggiunge il collo e le orecchie.”, funziona di più, ma visto che è il punto di vista dell’attore, questa visione dall’esterno del calore della rabbia non mi convince molto, forse potrebbe essere più efficace qualcosa come “sta rovinando il momento, mi tremano le mani, ho voglia di cacciarla” (tanto per fare un esempio).
Alla fine ho molto apprezzato lo stacco di Cecilia, con il suo prosaico “io non ce la faccio più”. Mi sarebbe piaciuto che fosse evidenziato di più, il desiderio concreto di Cecilia contro l’assoluta indisponibilità a legarsi (questa molto ben chiarita) di Amedeo.
Tema assolutamente centrato.
Lavorandoci poco secondo me è veramente un racconto eccellente, grazie!

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Debora D
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#6 » giovedì 24 dicembre 2020, 11:52

MentisKarakorum ha scritto:Ciao Debora, piacere di leggerti.
...
Punti di Miglioramento: Come già accennato, ho fatto veramente fatica a seguire la prima scena, e anche dopo diverse riletture alcuni dettagli mi sfuggono. Innanzitutto i nomi e le identità si mescolano in poco spazio e si fatica a capire chi è chi. All’inizio il nome Ariel mi ha portato sott’acqua insieme alla Sirenetta (ci sono anche dei marinai sopra, che chiamano il nostromo o il capitano), poi indichi il pdv come Amedeo, ma poi dici che si chiama Prospero... insomma, ho capito la tua intenzione, però rendere bene questa scena in così poco spazio per me sarebbe un’impresa decisamente ardua, e purtroppo non vedo nel tuo tentativo qualcosa di completamente riuscito.
...
Conclusioni: Non c’è male, peccato per la confusione iniziale, ma lo svolgimento e l’idea sono molto buone. Non ho granché da dirti nemmeno per quanto riguarda l’immersione, riconosco l’impronta dei tuoi maestri ;)


Ciao Matteo, ti ringrazio per il commento curato. Sono d'accordo con la tua interpretazione, lavorandoci vorrei proprio togliere il riferimento ad Ariel perché confonde (ma perché la Disney doveva rubare il nome?)
Vorrei spendere più caratteri per chiarire che la mescolanza di identità è proprio un problema di Amedeo che applica in modo eccessivo e narcisistico il metodo Stanislavskij.
Come hai intuito il teatro è qualcosa che conosco, lo faccio da tanti anni. Anzi le prime cose che ho scritto sono proprio testi teatrali. Da questa idea potrebbe nascere qualcosa di più, chissà.
La cosa che mi fa più felice è che tu abbia riconosciuto le impronte ;)


GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Debora, piacere di averti letto.
Il tuo è un racconto non facile ma che si legge tutto d'un fiato. È vero, lo spazio era poco e la scena iniziale rischiava di apparire confusa, ma mi pare che i dubbi si sciolgano bene procedendo con la lettura. Tema declinato con originalità, nella “finzione” del teatro l'unica verità è davvero il cambiamento di costumi, personaggi e personalità. Ma le molte maschere diventano anche il rifugio del protagonista, un personaggio davvero ben delineato, soprattutto nello scambio di battute finale, quasi ossessivo.
Bravissima davvero, a rileggerci presto!

grazie tante,
è stato molto arduo scrivere su questo tema e alla fine ho seguito il buon consiglio "scrivi di ciò che sai" e ho scelto tra le mie passioni, il teatro, Shakespeare e la Tempesta in primis.
Come mi succede ho dato un po' per scontato che la mia conoscenza si trasmettesse al lettore, vorrei rivederlo prendendomi più tempo nella parte iniziale.

Sirimedho ha scritto:Buongiorno Debora.

...le frasi al presente così spezzate, senza una legatura tra loro, mi rende difficile la lettura, mi fa un po’ l’effetto di una telecronaca. Ad esempio, la frase “Una mano mi tocca il braccio, sussulto“ la sento fredda, non riesce davvero a passarmi un’emozione, sembra quasi un ricordo di chi la sta pensando. Quella successiva, “Mi spezza il fiato, sta rovinando il momento e il calore della rabbia mi raggiunge il collo e le orecchie.”, funziona di più, ma visto che è il punto di vista dell’attore, questa visione dall’esterno del calore della rabbia non mi convince molto, forse potrebbe essere più efficace qualcosa come “sta rovinando il momento, mi tremano le mani, ho voglia di cacciarla” (tanto per fare un esempio).
Alla fine ho molto apprezzato lo stacco di Cecilia, con il suo prosaico “io non ce la faccio più”. Mi sarebbe piaciuto che fosse evidenziato di più, il desiderio concreto di Cecilia contro l’assoluta indisponibilità a legarsi (questa molto ben chiarita) di Amedeo.
Tema assolutamente centrato.
Lavorandoci poco secondo me è veramente un racconto eccellente, grazie!


Grazie a te! Mi hai dato delle indicazioni molto preziose che seguirò in fase di revisione perché mi risuonano davvero, mi sono concentrata tanto su Amedeo. Devo dare di più a Cecilia.
Anche quella sulla differenza fra le due frasi è un'osservazione concreta che vale oro! Ho talmente ripulito il mio stile negli ultimi mesi che a volte rischio di diventare asciutta, aggiungendo il fatto che la scrittura didascalica teatrale spesso invade lo spazio di quella narrativa!

alexandra.fischer
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#7 » venerdì 25 dicembre 2020, 17:42

Tema centrato. E con una morale amarissima. Nella vita di un attore c’è un tale cambio di personalità tale da togliere spazio al vero lui, come succede ad Amedeo, il quale non nota neppure l’amore della collega Cecilia per lui.
Punti di forza: la resa della tensione fra i due attori in scena e la spiegazione di cosa stanno recitando, ossia La tempesta di Shakespeare attraverso la descrizione dei costumi di scena, del trucco, della scenografia e dei personaggi di contorno. Il tutto con le battute teatrali alternate agli scambi fra i due protagonisti, Amedeo e Cecilia. Lui le fa da suggeritore e si scatena la magia dell’Arte anche in lei. Molto bello anche il dopo spettacolo, con lei che vorrebbe forse qualcosa di più di un uomo capace di passare a molti ruoli (Cesare, Algernon Montcriff, Alberto de Stefano), oltre che impersonare Bice nel lavoro di Alberto de Stefano. Forse vorrebbe una relazione con il vero Amedeo. Figura sfuggente (la morale del cambiamento continuo di identità e il paragone vita-sogno mi ha fatta pensare a Caldèron de la Barca). Bella l’immagine dei facchini fantasma.


Punti deboli:
Ti riporto la frase corretta:
Sono ancora Prospero, domani cambierò, magari in Cesare
E a proposito dei ruoli citati Cesare, Algernon Montcriff, ecco, assegnare a Cecilia la controparte femminile non guasterebbe.

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maurizio.ferrero
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#8 » domenica 27 dicembre 2020, 13:36

Ciao Debora, piacere di leggerti.

Ho trovato il tuo racconto di difficile lettura (ma non è necessariamente un difetto) e piuttosto confusionario nella prima parte. Ho capito quasi subito che si parlava di teatro, ma ho faticato molto a capire dove si trovassero i protagonisti fino a che, alla fine, non dici chiaramente che vanno in scena.
L'incipit "la penombra è satura di respiri, ecc." non contiene descrizioni concrete e non aiuta per niente a capire dove si stia svolgendo la scena e chi sia presente, particolari che vengono svelati man mano ma che rendono difficile immaginarsi coerentemente la situazione.
Nella seconda parte il testo migliora, diventando molto più concreto e semplice da figurare. Anche se alcune figure che proponi mi hanno fatto salire dei dubbi ("facchini fantasma" in primis) mi sembra decisamente meglio descritto.
Ti suggerirei di cercare più concretezza in quello che descrivi, la narrazione ne gioverà.
Il tema è centrato in maniera interessante. La mutabilità dei personaggi del teatro si focalizza bene in Amedeo, tanto preso dai suoi molti ruoli da iniziare a perdere sé stesso.

A presto!

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Andrea Lauro
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#9 » domenica 27 dicembre 2020, 23:44

Ciao Debora, se il racconto fosse cominciato dal secondo paragrafo avrei contestualizzato subito tutto. La scena mi sarebbe stata chiara, i personaggi e il loro rapporto conflittuale pure. Il problema di aver cominciato così, invece, è la carica di lirismo che trasmetti e che blocca l’immersione. “La penombra è satura di respiri. Assaporo la tensione, gli angoli della bocca tirano. Ogni brusio è scomparso, nello spazio stretto scorgo un brillio, l’abito di veli argentati di Ariel.” Non contestualizziamo, dopo tre righe non ho ancora avuto un riferimento chiaro dell’ambiente. Al punto che mi sono detto, ok, siamo in una nave. Ah, no, siamo in un teatro. Ah no, siamo delle divinità shakespeariane nella dimensione del mito.

Dal secondo invece è stato tutto più chiaro. Con un buono stile, tra l’altro, mentre nel primo salta all’occhio l’uso di tre percettivi (assaporo la tensione, scorgo un brillio, ascolto Miranda). Come se l’aveste scritto in due, questo racconto!
Un buon escamotage, già trovato in altri testi, poteva essere partire con il secondo paragrafo, e inframmezzare brandelli del primo in forma di flashback (magari in forma grafica differente, che ne so, usando un corsivo).

grazie per la lettura, la prossima volta andrà meglio!
a presto,
andrea

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giulio.palmieri
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#10 » lunedì 28 dicembre 2020, 14:34

Ciao Debora, premetto che il tuo racconto mi è piaciuto. Si respira l'atmosfera del teatro, del sogno, e della realtà dopo lo spettacolo. All'inizio la scena dovrebbe essere maggiormente focalizzata: il lettore è colpito da una serie di sensazioni (ad es. i tonfi, la musica, l'abito argentato di Ariel) che inebriano senza lasciar capire chi siamo e dove ci troviamo.
Poi il tutto procede in maniera abbastanza scorrevole. Nel finale, però, il messaggio è più raccontato che vissuto. Amedeo dovrebbe essere mostrato in scene apposite per far vivere al lettore la sua verità di trovarsi sempre dentro a uno spettacolo. E lo stesso per Cecilia. Quindi credo che il tuo racconto meriti maggiore spazio per mostrare i personaggi e la loro filosofia di vita.
Mi piace comunque l'ambientazione: si vede che hai ambientato il racconto in uno spazio che ti appartiene. A rileggerci e buona edition!

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Debora D
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#11 » lunedì 28 dicembre 2020, 15:01

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Debora, piacere di leggerti.

Ho trovato il tuo racconto di difficile lettura (ma non è necessariamente un difetto) e piuttosto confusionario nella prima parte...


Grazie del commento Maurizio. Segno tutto per la revisione; "la penombra è satura di respiri" era una frase che mi piaceva tanto, è utile sapere che effetto fa sulle menti dei lettori.
facchini fantasma l'ho messo come una sorta di pensiero di Amedeo che li vede in mezzo alla nebbia e gli sembrano poco concreti, ma ho capito quello che intendi e vedrò di modificare. Voglio puntare alla concretezza quindi grazie degli spunti concreti.

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Debora,
... Non contestualizziamo, dopo tre righe non ho ancora avuto un riferimento chiaro dell’ambiente. Al punto che mi sono detto, ok, siamo in una nave. Ah, no, siamo in un teatro. Ah no, siamo delle divinità shakespeariane nella dimensione del mito.

Dal secondo invece è stato tutto più chiaro. Con un buono stile, tra l’altro, mentre nel primo salta all’occhio l’uso di tre percettivi (assaporo la tensione, scorgo un brillio, ascolto Miranda). ...
grazie per la lettura, la prossima volta andrà meglio!
a presto,
andrea


Ciao Andrea, opterò per riscrivere il primo paragrafo in modo più concreto. Vorrei riuscire a esprimere le sensazioni di Amedeo, quella commistione di sogno e tensione, attesa e desiderio che si prova negli attimi prima del sipario. Il tutto richiede molti caratteri in più. Il lirismo penso sia un effetto collaterale di questo desiderio, devo correggerlo.
I verbi di percezione li aborro e li eliminerò seduta stante.
Andrà meglio sempre, ogni volta è così. Cresciamo scrivendo e ricevendo feedback.
Le due persone che hai colto sono sempre io, quella che scriveva prima e quella che studia da qualche mese la scrittura immersiva. La palestra di Minuti Contati contribuirà a far prevalere il buono stile.
Grazie del commento.

giulio.palmieri ha scritto:Ciao Debora, premetto che il tuo racconto mi è piaciuto. Si respira l'atmosfera del teatro, del sogno, e della realtà dopo lo spettacolo. All'inizio la scena dovrebbe essere maggiormente focalizzata: il lettore è colpito da una serie di sensazioni (ad es. i tonfi, la musica, l'abito argentato di Ariel) che inebriano senza lasciar capire chi siamo e dove ci troviamo. ...
Amedeo dovrebbe essere mostrato in scene apposite per far vivere al lettore la sua verità di trovarsi sempre dentro a uno spettacolo.


Grazie Giulio del commento. Hai ragione sul mostrare Amedeo in azione, lo farò! Questa edizione tanto difficile mi ha lasciato un'idea stuzzicante per una narrazione più lunga e complessa.

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Andrea Lauro
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#12 » lunedì 28 dicembre 2020, 18:00

Debora D ha scritto:
Ciao Andrea, opterò per riscrivere il primo paragrafo in modo più concreto. Vorrei riuscire a esprimere le sensazioni di Amedeo, quella commistione di sogno e tensione, attesa e desiderio che si prova negli attimi prima del sipario. Il tutto richiede molti caratteri in più. Il lirismo penso sia un effetto collaterale di questo desiderio, devo correggerlo.
I verbi di percezione li aborro e li eliminerò seduta stante.
Andrà meglio sempre, ogni volta è così. Cresciamo scrivendo e ricevendo feedback.
Le due persone che hai colto sono sempre io, quella che scriveva prima e quella che studia da qualche mese la scrittura immersiva. La palestra di Minuti Contati contribuirà a far prevalere il buono stile.
Grazie del commento.


Mi fa molto piacere che tu abbia accolto il commento con lo spirito giusto. Molto bene, mi sembra di capire che ora si tratta solo di "allineare" questi due autori! A presto,
andrea

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Giacomo Puca
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#13 » lunedì 28 dicembre 2020, 22:44

Ciao Debora, piacere di rileggerti.

Tema
Centrato in chiave "personale": la verità duratura del cambiamento è incarnata da Amedeo.

Stile
Prima parte molto nebulosa, complice la scelta sistematica di non dirci dove ci troviamo. C'è la penombra ma non sappiamo dove, ci sono dei brusii, c'è la tensione, uno spazio stretto... tutto molto vago e generico e astratto. Specialmente per gli incipit potrebbe essere una scelta sub-ottimale.

Altro elemento da rivedere è l'attribuzione delle battute. Es:
    «Amedeo, dopo vorrei parlare...»
    Piego il collo a destra e sinistra, sciolgo le braccia.
    «Via di qui, non aggrapparti alle mie vesti.»

Qui si tratta di Amedeo che risponde? Oppure è Cecilia che parla di nuovo perché Amedeo non ha risposto e si è limitato a sgranchirsi?

Se fosse stato Amedeo a parlare, non saresti dovuta andare a capo:
    «Amedeo, dopo vorrei parlare...»
    Piego il collo a destra e sinistra, sciolgo le braccia. «Via di qui, non aggrapparti alle mie vesti.»

Mentre se a parlare di nuovo fosse stata Cecilia:
    «Amedeo, dopo vorrei parlare...»
    Piego il collo a destra e sinistra, sciolgo le braccia.
    Cecilia compie azione X. «Via di qui, non aggrapparti alle mie vesti.»


Secondo blocco decisamente più solido e chiaro.
Occhio:
    «Quello che siamo già! Il teatro, gli applausi, il freddo la sera e noi due!» Questa è una verità semplice, la verità di Amedeo.

Qui credo tu sia uscita fuori dal punto di vista per un attimo, visto che quel "questa è una verità semplice, la verità di Amedeo" non sembra proprio un suo pensiero, quanto un Tuo commento. Aggravante di essere inserito nel momento climatico.

Trama
Una trama semplice e lineare che fa quel che deve. Il limite è dato dalla natura "derivativa" del tuo racconto. Un racconto può essere fortemente citazionista senza problemi, ma quando la conoscenza dell'opera citata diventa importante per la comprensione, allora è un guaio. Io per esempio conosco la tempesta solo per fama, ma non conosco personaggi e storia. Questo mi ha creato problemi per esempio in alcune battute, visto che non sapevo mai se fossero pronunciate dagli attori in quanto tali o fossero parti dell'opera.

Valutazione finale
Pur essendo un racconto difficile da seguire, specialmente alla prima lettura, centra il tema con una storia che funziona.

A rileggerci,
Giacomo
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Davide Di Tullio
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#14 » martedì 29 dicembre 2020, 9:46

Ciao Debora

Piacere di leggerti. Ho trovato il tuo racconto molto delicato e ben scritto. Dimostri padronanza nella gestione del mostrato e delle coordinate sensoriali. Un finale tragico, a mio avviso, in cui il protagonista rinuncia alla vita per il teatro che considera la sua vera realtà. Un tema forse nemmeno troppo originale, ma declinato con perizia stilistica. Visto che il racconto mi è piaciuto molto, permettimi di indicarti una nota stonata, che non inficia il buon lavoro fatto. Quando scrivi "ruoto il busto di tre quarti" mi sembra una descrizione anatomica. È un movimento così consapevole da dedicargli una descrizione così dettagliata? In fondo il Pdv è quello di chi parla. Magari lo hai scritto con cognizione, ma mi è balzato agli occhi è mi è parso in po' troppo.
Comunque complimenti e a rileggerci!
Ultima modifica di Davide Di Tullio il giovedì 31 dicembre 2020, 9:34, modificato 1 volta in totale.

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Debora D
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#15 » martedì 29 dicembre 2020, 11:19

Giacomo Puca ha scritto:Ciao Debora, piacere di rileggerti.
...Secondo blocco decisamente più solido e chiaro.
... Il limite è dato dalla natura "derivativa" del tuo racconto...

Ciao Giacomo, accolgo tutte le tue annotazioni con gratitudine per la correzione. In particolare il discorso sull'opera derivativa è qualcosa su cui devo riflettere, per Amedeo il rapporto con i personaggi è stretto e più reale che la vita, lui li conosce e per non cadere in spiegazioni esterne non ho aggiunto indicazioni. Ma dovrò trovare un modo per far emergere il dove e il cosa con molta più chiarezza.

Giacomo Puca ha scritto:Occhio:
    «Quello che siamo già! Il teatro, gli applausi, il freddo la sera e noi due!» Questa è una verità semplice, la verità di Amedeo.

Qui credo tu sia uscita fuori dal punto di vista per un attimo, visto che quel "questa è una verità semplice, la verità di Amedeo" non sembra proprio un suo pensiero, quanto un Tuo commento. Aggravante di essere inserito nel momento climatico.


Questo è un pensiero diretto di Amedeo. Cecilia vuole una verità e lui ne sceglie una semplice, ma visto che sta usando il metodo Stanislavskij deve fare lo sforzo di distinguere fra se stesso e il personaggio che interpreta. Perché la verità di Prospero è ancora un'altra e poi ci sarà la verità di Cesare o di un altro personaggio.
Un concetto difficile che ci riporta al discorso che mi facevi e che devo rendere al meglio. Ma ci tengo a sottolineare che è un pensiero diretto :D


Davide Di Tullio ha scritto:Ciao Debora
Piacere di leggerti. Ho trovato il tuo racconto molto delicato e ben scritto.
... Quando scrivi "ruoto il busto di tre quarti" mi sembra una descrizione anatomica. È un movimento così consapevole da dedicargli una descrizione così dettagliata? In fondo il Pdv è quello di chi parla. Magari lo hai scritto con cognizione, ma mi è balzato agli occhi è mi è parso in po' troppo.
Comunque complimenti e a rileggerci!


Prima di tutto grazie, ci sono cosine da correggere ma sono contenta che tu lo abbia apprezzato.
La posizione di tre quarti è una posizione tipica degli attori, volevo dare l'idea che Amedeo si posiziona come se stesse per recitare anche quando parla con Cecilia. Una posa del genere sarebbe più efficace sulla lunga distanza comunque. Ti ringrazio per avermelo fatto notare, è un dettaglio del suo comportamento inconscio che devo gestire meglio.

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Giacomo Puca
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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#16 » mercoledì 30 dicembre 2020, 16:39

Debora D ha scritto:Questo è un pensiero diretto di Amedeo. Cecilia vuole una verità e lui ne sceglie una semplice, ma visto che sta usando il metodo Stanislavskij deve fare lo sforzo di distinguere fra se stesso e il personaggio che interpreta. Perché la verità di Prospero è ancora un'altra e poi ci sarà la verità di Cesare o di un altro personaggio.
Un concetto difficile che ci riporta al discorso che mi facevi e che devo rendere al meglio. Ma ci tengo a sottolineare che è un pensiero diretto :D


Ok, in effetti mi sembrava strano che fossi uscita dal pdv in modo così palese senza accorgertene ;)
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#17 » martedì 5 gennaio 2021, 22:08

Un racconto che mi è piaciuto molto e per un attimo sono stato incerto sul pollice su, abbagliato dalle sue potenzialità. Appunto, potenzialità. Premetto che il mio giudizio rimane un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, ma due criticità vanno sistemate: 1) tutta la parte iniziale va resa più semplice, soprattutto nell'accogliere il lettore e 2) il finale con lui che si chiede chi sarà domani mi è parso strano perché uno spettacolo viene portato in scena per settimane e non si cambia da un giorno all'altro, soprattutto se non lo fai per gioco, ma per mestiere come il protagonista. Infine una nota proprio su Amedeo che, mio parere, andrebbe approfondito maggiormente perché la sua caratterizzazione tende a impaludarsi sulla sua eccentricità senza andare a fondo scavando nel suo profondo. Insomma, bello, ma potrebbe essere bellissimo.

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Re: Come la scena priva di sostanza

Messaggio#18 » mercoledì 6 gennaio 2021, 10:53

antico ha scritto:Un racconto che mi è piaciuto molto e per un attimo sono stato incerto sul pollice su, abbagliato dalle sue potenzialità. Appunto, potenzialità. Premetto che il mio giudizio rimane un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, ma due criticità vanno sistemate: 1) tutta la parte iniziale va resa più semplice, soprattutto nell'accogliere il lettore e 2) il finale con lui che si chiede chi sarà domani mi è parso strano perché uno spettacolo viene portato in scena per settimane e non si cambia da un giorno all'altro, soprattutto se non lo fai per gioco, ma per mestiere come il protagonista. Infine una nota proprio su Amedeo che, mio parere, andrebbe approfondito maggiormente perché la sua caratterizzazione tende a impaludarsi sulla sua eccentricità senza andare a fondo scavando nel suo profondo. Insomma, bello, ma potrebbe essere bellissimo.


Grazie tante, ho tutta l'intenzione di lavorarci su partendo dalla prima parte.
Con il racconto è nata l'idea per qualcosa di più grande. E pensare che fino alle 23:40 pensavo di mollare!

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