La moglie dell'artista

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filippo.mammoli
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La moglie dell'artista

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:16

Mi lancia la sua solita occhiata, che non so più quanto sia rivolta a me e quanto invece agli altri. Uno sguardo malizioso, un modo neppure troppo velato di marcare il territorio. Non si preoccupa più da anni di quello che posso pensare io. Di cosa mi passi per la testa mentre resto in piedi, splendida nel mio vestito da sera da seicento euro, calice di Champagne in mano, costretta a improvvisare una conversazione occasionale con il coglione di turno.
«Suo marito è davvero un grande artista. A parte il fatto che scrive da Dio, il suo ultimo romanzo l'ho divorato in una notte, ma è nel modo di muoversi, di sorridere e di porsi di fronte alle persone, che si percepisce una sensibilità fuori dal comune.»
Non lo degno neppure di uno sguardo. Osservo annoiata il fondo vuoto del mio flute. Dio che pena! Davanti ai miei occhi la sua immagine si sovrappone a quella di una giovane ballerina sgraziata, truccata in modo troppo vistoso, che dimena il culo come un'ossessa. Mi domando se sia giusto rispondergli.
«Non vorrei deluderla, ma io non sono la moglie di un grande artista.»
Mi fissa incuriosito, alla ricerca del senso profondo della mia affermazione. Sono certa che l'abbia presa per una battuta a effetto e voglia provare a dare una risposta all'altezza. Sorride malizioso.
«Ha ragione, mi correggo. Giorgio Mancini è un artista unico, eccezionale.»
Non voglio sprecare fiato. Appoggio il bicchiere sul tavolo e mi allontano, mentre gli mostro la mano sinistra e mi sfioro l'anulare privo della fede nuziale. Chissà se ha capito. O forse sono io che fingo di non capire.
Ricordo ancora quanto fossi euforica in occasione della prima serata di beneficenza organizzata da Giorgio, quasi dieci anni fa. Ero fiera di lui, soddisfatta di recitare quella parte.
Un braccio intorno alla vita mi costringe a voltarmi. È Giorgio che sorride accompagnato da un giovane con vestiti e modi da vecchio.
«Serena, ti presento Andrea Cardosa, il più grande poeta avanguardista italiano del ventunesimo secolo. L'erede di Zanzotto.»
Mi squadra da capo a piedi, come se dovesse comprarmi e volesse assicurarsi di non portare a casa un oggetto difettoso.
«Incantato.»
«Piacere mio» rispondo sforzandomi di risultare garbata. Lui rivolge lo sguardo verso Giorgio e finge un'espressione di curiosità.
«Mi domando quali doti interiori debba avere una donna per stare al tuo fianco. Quelle esteriori sono manifeste. Posso chiederti di cosa si occupa?»
Mi defilo subito. Lascio che sia Giorgio a rispondere, tanto era il suo parere quello a cui era interessato il poeta. Passo dal buffet e prendo un calice di vino rosso.
Esco, ho bisogno d'aria. E magari di scambiare due chiacchiere disinteressate, anche su argomenti futili, sul tempo, sulle giornate così lunghe agli inizi di Giugno, su quanto sia buono il mojito d'estate, su qualsiasi cosa purché con qualcuno che mi conosca davvero. Mi dirigo sul retro della villa, nel giardino interno poco frequentato. Mi accorgo quando sono già fuori che forse sto cercando di restare da sola.
Con lo sguardo verso le colline, mi appoggio alla staccionata e sorseggio il mio lasciapassare verso l'oblio.
Comfortably numb, forse è questa la mia massima aspirazione.
«Serena, ma sei tu?»
La voce mi sbalza indietro nel tempo prima ancora di voltarmi e avere una faccia da sovrapporre ai ricordi. Un sorriso incontrollato mi riempie il viso.
«Oddio, Liuba, non ci credo!»
«Speravo di incontrati, quando mi hanno invitato. Anticipo la tua domanda, sono qui come assessore alla cultura.»
«Ma è bellissimo! E poi è proprio un ruolo che fa per te.»
«Vero, sono molto contenta. Tu invece cosa mi racconti? Mi sembri come dire...fuori posto.»
«Si vede così tanto?»
«Puoi ingannare tutti, eccetto due persone. Una sono io.»
«Non credo che Giorgio percepisca nulla al di fuori della sua persona.»
«Non è di lui che parlavo infatti. Parlavo di te.»
Mi colpisce. Dritta al cuore, come ha sempre fatto.
«Scommetto che hai smesso anche di dipingere. Cazzo, eri bravissima.»
Non ho il coraggio di rispondere. Mi vedo, attraverso i suoi occhi. Finalmente riesco a toccarmi, oltre la gabbia che mi sono lasciata costruire intorno.
Oltre il riflesso dello specchio che non avuto il coraggio di mandare in frantumi.



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antico
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:22

Ciao Filippo! Parametri tutti rispettati, divertiti in questa Specularia Edition!

Daniel Travis
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#3 » martedì 19 gennaio 2021, 11:21

Pezzo onesto con qualche angolo che si potrebbe rifinire. Fa bene il suo lavoro, complimenti.

Punti deboli: occhio all'"ho" mancante nel finale. Alcune espressioni si potrebbero semplificare con un netto guadagno in termini di efficacia (un giovane con vestiti e modi da vecchio > un giovane vestito da vecchio) e aggiungere descrittori sensoriali più diretti (un esempio dei vestiti da vecchio, per dire) farebbe bene al racconto in generale.

Punti di forza: gli onesti monologhi interiori sono il tuo forte. Mi piacerebbe leggerti su un testo più lungo, con l'opportunità di costruire e seguire personaggi sul medio-lungo periodo.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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VecchioCallagan
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2021, 14:10

Caro Filippo, penso che la tua sia veramente una buona prova.
Ho trovato molto maturo il narrato, così come i dialoghi. E il racconto è già in sé uno specchio della società profondamente maschilista in cui viviamo. Leggerti è stato, sinceramente, un vero piacere.
Un'unica cosa, fondamentale in realtà per il racconto, non mi torna: le battute finali, l'incontro con Liuba, provocano nella protagonista una sorta di rivelazione, come se finalmente riuscisse a guardarsi con i propri occhi, ritrovare sé stessa. Penso sia questo quello che suggerisci al lettore. Eppure, nelle righe precedenti, io non ho percepito questo "disorientamento" da parte della protagonista, anzi ho percepito una donna che sa bene chi è, a cosa ha rinunciato, e che ora si trova a rinchiudersi nel suo cinismo. Però la reazione a una vita di insoddisfazioni è già in atto, come suggerisce l'assenza della fede nuziale. Questo, ai miei occhi, ha reso il finale debole, poco efficace.

Al di là di questo, sinceri complimenti!

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filippo.mammoli
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2021, 19:00

Ciao VecchioCallagan,
non conoscendo il tuo vero nome, uso il nick.
Ti ringrazio per l'apprezzamento, che fa sempre piacere.
Solo un paio di note a corredo dei tuoi dubbi.
Il primo riguarda l'anello. Il titolo gioca proprio su questo malinteso e Serena mostra di non portarlo per far capire che non è sposata con Giorgio, anche se stanno insieme da oltre dieci anni. Per tutti però lei è soltanto la moglie (o la compagna) dell'artista.
Riguardo all smarrimento è vero che c'è, come pure il malessere fin dall'inizio del racconto.
Ogni dialogo è un graduale crescendo verso il finale che arriva senza scompigliare, senza effetti roboanti.
Ma è solo quando Serena riesce a osservarsi attraverso gli occhi dell'amica, nel riflesso di quello specchio, che riesce ad afferrare l'immagine di sé, finalmente vicina mentre era stata lontana per anni. In quell'istante non c'è una vera e propria rivelazione, quanto piuttosto una presa di coscienza definitiva di una situazione già in atto da tempo, ma che tentava con ostinazione di nascondere a sé stessa.

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Proelium
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2021, 15:37

Ciao Filippo,
piacere di leggerti!
Non ci giro attorno e ti faccio subito i complimenti, hai scritto un testo ottimo.
Tanta qualità sia nella scrittura che nella costruzione della vicenda, emotività, atmosfere... In 4k caratteri, oltre a centrare il tema, hai dipinto un'ambientazione vivida e personaggi che si imprimono nella memoria

Ne leggo tanti di racconti, su MC e fuori, ma la moglie dell'artista mi sarà impossibile scordarla.

Il lavoro fatto sul POV femminile è una lezione importante, sia di scrittura ma soprattutto di vita. Una sberla meritata a una generazione di sedicenti artisti, troppo egocentrici per sentire il cuore degli altri; e al sistema malato che li asseconda. Il fatto che ciò non sia stato sbandierato ti rende ulteriore merito.

Da un racconto così capisco due cose:
1) hai scritto il pezzo più forte del girone
2) devi essere un grande anche nella vita (credo sia più importante del punto 1)

Grazie per lo spunto di riflessione. Nel mio piccolo, vedrò di farne tesoro.

Buona Edition, Filippo!

Francesco

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filippo.mammoli
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2021, 19:14

Che dire Francesco,
mi lasci spiazzato!
Il complimento di gran lunga più bello è l'ultimo.
Nom sono sicuro di meritarmelo, in caso ti faccio parlare un po' con la mia di moglie, mettendo da parte quella dell'artista, per riportarmi a un livello più normale con la lista dei difetti.
Grazie ancora davvero!

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Stefano Impellitteri
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#8 » giovedì 21 gennaio 2021, 0:40

Ciao Filippo, piacere di averti letto.
Devo davvero complimentarmi per come gestisci il POV, risulta reale, vivo, non un personaggio di un racconto. Le scene sono in ottimo mostrato, il carattere della donna viene fatto affiorare in ogni movimento. Il tema penso sia preso: attraverso il riflesso degli occhi di Liuba, lei riesce finalmente a vedersi per quello che è, e non come “la moglie dell’artista”.
Sistemerei solo le battute finali che non risultano immediate sul chi dice chi, e in prima persona è davvero semplice migliorare.
Alla prossima

Edoardo Foresti
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#9 » giovedì 21 gennaio 2021, 20:56

Ciao Filippo, è un piacere leggerti.
Non mi dilungherò troppo: il tuo è un girone tosto e ho già letto racconti interessanti, ma il tuo è per ora uno dei migliori, senza ombra di dubbio.
Hai uno stile mostrato chiaro e pulito, salvo qualche sbavatura come un "mentre" che si può sempre limare o quegli "abiti da vecchio" che hanno già segnalato. Lo so, sono i proverbiali peli nell'uovo ma, visto il livello del testo, le uniche segnalazioni da fare sono quelle sui piccoli dettagli, visto che il resto funziona.
Sicuramente il punto di forza della storia, oltre allo stile, è in particolare la focalizzazione interna del punto di vista: un personaggio che, in soli 4k caratteri, risulta vivido e con cui si crea facilmente empatia e in modo viscerale, sentito.
Che dire, per quanto mi riguarda sei andato forte e ti ho letto con molto piacere.
Ciao e a rileggerci!

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Hayà
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#10 » venerdì 22 gennaio 2021, 10:11

Ciao Filippo, un piacere leggerti.
Wow! Complimenti.

Prima di tutto, complimenti per il tema e di come l’hai interpretato.
Complimenti anche per lo stile: leggero e mai troppo pesante, hai mostrato perfettamente la sensazione di disagio che Serena prova nello stare nella mostra, a fingere di essere qualcuno che lei non è. Ho provato con lei quella sensazione di essere out of place. Quando è uscita fuori ed è rimasta sola, è stato un sollievo anche per me!
La scena finale, dove trova la sua vecchia amica e (ri)scopre una parte di sé stessa è stata toccante.

Sinceramente, non ho molto altro da dire. Veramente un ottimo testo, stile pulito e molto funzionale. Se proprio volessi dire una cosa negativa, sarebbe che finisce troppo presto :P
Complimenti!

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Emiliano Maramonte
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#11 » sabato 23 gennaio 2021, 10:25

Ciao Filippo carissimo!
Mai come questa volta sono stato felice di leggerti perché ho avuto una grande conferma della tua bravura.
Sei stato molto abile a fare entrare il lettore nella situazione mondana con una prosa ammaliante che ci conduce gradualmente nella presa di coscienza di Serena. Per quasi tutta la trama mi chiedevo dove volessi andare a parare, mi sono aspettato mille conclusioni diverse (anche traumatiche...), ma poi mi hai spiazzato con uno stravolgimento più (passami il termine) cerebrale, qui hai preso il tema con un colpo di classe.
Non ho particolari appunti da farti a livello tecnico, se non che alcune parti sono da alleggerire, visto che sono raccontate in modo un po' pedante e la non immediata comprensione dell'interazione tra i personaggi: non ti nascondo che ho dovuto rileggere due/tre volte alcuni passi per comprenderli appieno.
Molto bello il messaggio (neanche tanto) nascosto e il tipo di società che hai voluto rappresentare.

Cosa dirti di più? Probabilmente racconto da podio.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Andrea Lauro
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#12 » domenica 24 gennaio 2021, 6:59

Ciao Filippo, noto che hai asciugato la prosa e sciolto i treni di subordinate che leggevo nelle scorse edizioni: ne sono contento, il testo dà subito un’impressione di immediatezza e fluidità.
Il conflitto che muove la protagonista è evidente, la sensazione di inappropriatezza e rimpianto per i bei tempi andati arriva.

Ho sentito però una mancanza di equilibrio tra la prima e la seconda parte: il dialogo con il suo vecchio amico è frettoloso. Balza all’occhio un minor studio (leggi: tagli dell’ultimo minuto) soprattutto nella frase: «Speravo di incontrarti, quando mi hanno invitato. Anticipo la tua domanda, sono qui come assessore alla cultura.»

Ti faccio notare un paio di frasi sulle quali si può lavorare:
“Osservo annoiata il fondo vuoto del mio flute.”: questo periodo mi butta fuori dalla protagonista, costringe il lettore a vedere da esterno l’espressione facciale. FIno a un attimo prima eravamo calati dentro di lei.
“Mi accorgo quando sono già fuori che forse sto cercando di restare da sola.” : puoi migliorare la presa di coscienza con un minor numero di caratteri. “Forse sto (solo) cercando di restare da sola.”

Attenzione in “Mi squadra da capo a piedi…”. Giorgio ha appena finito di parlare, sembra sia lui a compiere questa azione (mentre si scopre poi che è il poeta).
Nel complesso, una buona prova. Sono contento se i miei vecchi commenti possono in qualche modo aver contribuito.
a presto!
andrea

alexandra.fischer
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#13 » domenica 24 gennaio 2021, 21:27

LA MOGLIE DELL’ARTISTA di Filippo Mammoli Tema centrato. La protagonista rispecchia se stessa nell’amica Liuba, divenuta assessore alla cultura e arrivata a ricordarle l’occasione perduta per farsi notare al di fuori dell’ombra dell’ingombrante marito (il talento pittorico). Punti di forza: gli elementi per descrivere questo matrimonio all’ombra del grande e fedifrago scrittore Giorgio Mancini (champagne, abito di gran pregio) per la verità, non molto idilliaco (lei che ha tolto la vera, l’incontro con il presunto erede letterario di Zanzotto che arriva a farle mancare l’aria, a uscire da quella festa ed esce: in realtà, le parole di lode per lei sono rivolte al marito, quindi è proprio una gabbia dorata). Ulteriore punto di forza: finale aperto. In caso di vittoria del racconto, puoi continuarlo. Magari la tua protagonista trova la forza di uscire dalla gabbia dorata che si è lasciata costruire dal marito e da se stessa.

Punto debole.
Ti riporto la parola corretta: flûte.

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antico
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Re: La moglie dell'artista

Messaggio#14 » venerdì 29 gennaio 2021, 14:02

A livello formale, quasi perfetto. Si legge che è un piacere e si apprezza una prosa assolutamente ben gestita, senza punti deboli. Però (ecco il però) alla fine non mi sono tornati due punti: 1) ok, lei sbandiera di non essere sposata, ma per come l'hai messa ho anche pensato a un'accompagnatrice a ore utilizzata per dieci anni per gli eventi mondani per coprire l'omosessualità dell'artista, quindi penso che dovresti dedicare qualche parola in più per definire meglio, 2) Liuba appare dal nulla e risolve il suo blocco interno dandole una forte sferzata in una certa direzione, molto bene, ma il tutto sembra davvero troppo veloce e ho pensato che avresti dovuto complicarti la vita entrando ancora più addentro alla tua protagonista e citando la stessa Liuba prima di presentarla nel finale, per preparare la svolta. Detto questo, per me un pollice quasi su che finisce davanti al parivalutato racconto di Isabella Valerio per questa prosa davvero eccezionale che credo sia la prima volta che mostri con questa forza nell'Arena. Bravo.

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