Pensa prima di agire.

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Stefano Impellitteri
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Pensa prima di agire.

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:20

Pensa prima di agire.


Mi guardo nel riflesso, sposto i capelli neri sulla destra formando un’onda; che faccia da cazzo che ho. Perché sono venuto qui, poi? Cosa stavo facendo prima?
Faccio spallucce; chissene frega! Abbasso il colletto della camicia, il succhiotto che mi ha fatto Samantha è diventato blu, se Marta lo vede sono nei guai. Nel caso dovrò spacciarlo per qualcos’altro… tanto, Marta, è un po’ tarda. Sorrido.
Dal riflesso noto la porta alle mie spalle aprirsi di solo uno spiraglio, tiro su di fretta la camicia.
È lei. «Amo, è pronto cazzo, non mi hai sentito?»
Non è entrata, ha aperto solo per chiamarmi. «Vengo, vengo. Datti una calmata!» Mi giro per urlarle altro e... nulla… dietro di me non c’è nulla, solo un profondo vuoto nero senza orizzonti.
«Marta, se la porta è chiusa, vuol dire che voglio stare solo; non credi? La prossima volta bussa per favore!»
La voce è la mia, ma io non ho parlato, io non ho detto nulla. Non vedo nulla, è tutto nero.
«Sì, vabbè. Muoviti che si fredda!» risponde.
Mi giro, torno a guardarmi allo specchio e tiro su la camicia a coprire il succhiotto.
Ma che me frega della camicia, io non ho aperto bocca ma ho parlato, era la mia voce quella. Mi sono girato e non c’era niente dietro di me. Mi muovo, ma io non voglio, non controllo il mio corpo. Allaccio il bottone del colletto senza che volessi farlo e mi guardo a figura intera nel riflesso... oh cazzo… io sono il riflesso! E lui a comandare, io mi muovo perché lui si muove, io sono il mio riflesso nello specchio.
E ora?
Sospiro, anzi, il mio “me” sospira, io devo ubbidire ai suoi movimenti.
Cosa succede se il mio “me” se ne va? Io scompaio, MUOIO! Ora ho senno, ma è la prima volta! Devo impedirglielo, devo impedire al me stesso reale di uscire dal riflesso, ma come? Comanda lui, cazzo!
Il mio “me” si gira, va verso la porta. Davanti mi trovo di nuovo solo quel nero senza orizzonti; per forza, io sono piatto, sono solo una prospettiva sfalsata. Però ora riesco a muovermi… controllo i miei movimenti. Guardo il mio corpo che è un tutt’uno con la camera in due dimensioni. Mi giro, il mio me è di spalle che cammina verso la porta, non sta guardando il suo riflesso e io riesco a muovermi dentro lo specchio.
Ok, forse posso fare qualcosa prima di scomparire. Tiro un calcio contro il vetro, impatto contro una superfice, si forma una crepa sullo specchio.
Il mio me si gira di scatto e io non mi controllo più, posso solo assecondare i suoi movimenti. Mi avvicino al vetro e guardo la crepa che si è formata. Mi gratto la testa.
Da fuori si sente. «VUOI VENIRE O NO?»
Sbuffo. «Vengo, vengo.» faccio spallucce e mi giro di nuovo verso la porta.
Riprendo il controllo, riesco a muovermi. Guardo la crepa mentre il mio me si allontana. È saltato un pezzo di specchio, c’è una piccola finestra, troppo piccola per attraversarla. Il mio me di spalle però continua ad allontanarsi, e io... mi rimpicciolisco. Ma certo, se sono un riflesso non è che mi sto allontanando, sono piatto, mi sto rimpicciolendo! Se divento piccolo al punto di attraversare la finestra prima di scomparire dallo specchio forse non morirò!
Ancora, dai, allontanati. Ha superato la porta, per fortuna è aperta. È nel corridoio, ancora un po'. Mi premo contro i contorni affilati di quella finestra, divento ancora più piccolo, dai… spingo e SONO FUORI!
Rotolo sulla moquette. Mi tasto, non sono più piatto, sono minuscolo ma nel mondo vero. Incredibile.
Mi giro, guardo di nuovo lo specchio, c’è il mio riflesso. Il riflesso di me che ero un riflesso.
Quella figura mi guarda da dentro lo specchio con gli occhi languidi, vorrebbe uscire anche lui. Sorrido e faccio no. «Mi spiace bastardello, ma io sono fuori e tu sei dentro. Siamo in troppi altrimenti.»
Mi rivolgo verso la porta, non so neppure che posso fare ora che sono nel mondo reale. Sento un tonfo dietro di me. Oh cazzo; gli ho dato le spalle, il riflesso poteva muoversi, ha preso il controllo di sé come io poco fa.
Sento dei colpetti sulla schiena e mi volto.
Il mio riflesso impugna un pezzo di specchio nella mano. «Allora, chi era il bastardello?»
Affonda il vetro affilato in me. Sono stato un coglione, prima di agire, dovevo “riflettere”.
Tutto torna a essere nero, un nero senza orizzonti.
Ultima modifica di Stefano Impellitteri il martedì 19 gennaio 2021, 0:48, modificato 8 volte in totale.



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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:29

Ciao Stefano! Tempo ovviamente ok, ma occhio che sei a 4274 caratteri e quindi in malus caratteri! Hai tempo fino alla scadenza per tagliare quelle poche decine di caratteri per scendere sotto i 4242! E comunque: buona Specularia Edition!

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Stefano Impellitteri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#3 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:37

antico ha scritto:Ciao Stefano! Tempo ovviamente ok, ma occhio che sei a 4274 caratteri e quindi in malus caratteri! Hai tempo fino alla scadenza per tagliare quelle poche decine di caratteri per scendere sotto i 4242! E comunque: buona Specularia Edition!


tolto qualcosina; sono dentro?

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antico
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#4 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:44

Yes, ora sei a posto!

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Stefano Impellitteri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2021, 16:18

autovalutandomi il giorno dopo era meglio specificare da subito che era lo specchio grande di una camera; in prima lettura uno può pensare a quello del bagno. Pazienza :)

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giulio.palmieri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#6 » venerdì 22 gennaio 2021, 2:15

Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Allora, il racconto inizia bene e ha un'idea di fondo ben progettata. Un uomo si guarda nello specchio: in realtà è il suo riflesso a pensare, il suo riflesso che è libero di muoversi solo quando il suo "doppio" reale gli dà le spalle. Nel finale però trovo un po' di difficoltà: il primo riflesso (quello che ci accompagna per la maggior parte del racconto) crea un piccolo buco nel vetro e riesce a fuggire. Non si sa però che fine faccia il suo doppio reale. Inoltre lui è rimpicciolito, però appena si gira di questa caratteristica non è rimasta traccia. Vede un altro riflesso nello specchio, che esce e lo giustizia. Resta sempre inconcluso il rapporto col doppio iniziale; stante il fatto che quando dici "ma io sono fuori e tu sei dentro. Siamo in troppi altrimenti" mi sembra di cogliere una serie nei personaggi-riflessi, i cui rapporti, però, non sono ben spiegati.
Resta anche un po' sospesa la semina iniziale sul succhiotto (che non ha poi un ruolo nel racconto).
L'ho letto come un racconto fantastico: hai giocato comunque bene sulla situazione creata. Forse, la narrazione avrebbe potuto avvalersi anche del riflesso degli oggetti nello specchio (non so: un quadro, un divano, una lampada) insomma qualcosa che renda più tangibile l'azione del personaggio-riflesso fino alla sua fuga.
L'idea è molto valida, il genere perfetto, e il tema centrato. Secondo me dovresti lavorarci per limarlo al massimo e renderlo più coerente. A rileggerci, in bocca al lupo e buona edition.

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Stefano Impellitteri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#7 » venerdì 22 gennaio 2021, 6:42

giulio.palmieri ha scritto:Ciao Stefano, piacere...

Resta anche un po' sospesa la semina iniziale sul succhiotto (che non ha poi un ruolo nel racconto)...

A rileggerci, in bocca al lupo e buona edition.


Grazie Giulio del feed
Il succhiotto l'ho pensato con la funzione di empatizzare inizialmente con il pov umano nel tentativo di dare lo smarrimento al lettore nel rendersi conto di essere solo il suo riflesso.

È vero, lascio in sospeso delle cose, è sempre difficile la selezione con il limite dei caratteri.
Grazie ancora

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VecchioCallagan
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#8 » venerdì 22 gennaio 2021, 11:21

Carissimo Stefano, mi ha fatto davvero piacere il tuo passaggio sotto il mio racconto e non credo ci sia modo migliore di sdebitarsi se non ricambiando il favore.
In questo caso, non sono costretto a far classifiche o ad affiancare la tua storia ad altre, per cui andiamo a mettere da parte il contesto in cui l'hai scritta e prendiamo tutto come una tua idea che, balenata nella tua mente una sera d'inverno, è stata trasformata in parole.
Dico questo anche in virtù del fatto che penso sia una buona idea e non una semplice prova scrittoria da accantonare in favore del prossimo lavoro. Mi trovo abbastanza in linea con il commento che hai già ricevuto, ovvero parti da un buon presupposto, lo sviluppi inizialmente bene (sostenuto il tutto da una discreta scrittura), poi finisci per smarrirti (cioè, io lettore mi sono smarrito).

Cosa puoi fare per migliorare la storia? Be', questo dipende da cosa vuoi fare tu: sviluppare la storia come un racconto breve, o conferirle un più ampio respiro.
In quello che hai scritto, ci sono già opportunità di ramificazione che si affiancano al flusso principale del racconto. Per esempio, una domanda irrisolta potrebbe essere questa: "perché, di punto in bianco, il riflesso dell'uomo prende vita?". Rispondere a questa domanda ti potrebbe risultare utile sia per un miglior sviluppo di un racconto breve che di una lunga storia. Nel primo caso puoi trovare un aggancio con, ad esempio, il succhiotto: questo potrebbe diventare una sorta di testimonianza di un patto infranto, un qualcosa che provoca la "maledizione dello specchio" - il protagonista perseguito dai suoi riflessi.

Se vuoi invece sviluppare con tanti caratteri la storia, potresti creare una cornice che causa questi eventi sovrannaturali. Mi sovviene un vecchio progetto sci-fi di George Martin: Wild Cards. Se non erro si trattava di qualcosa del genere: come cornice abbiamo un invasione aliena, all'interno di questa cornice vari racconti ambientati in quel contesto.
[OFF TOPIC: mi hai riportato alla mente anche Rick e Morty, forse perché mi hai portato a immaginare un flusso continuo di doppi che escono dallo specchio].

Comunque, al di là dei miei consigli e impressioni, voglio che sia chiaro che le mie suggestioni non sono per forza quelle da sfruttare: la storia è tua e la penna è tra le tue dita. Però le opportunità di sviluppo sono già implicite in queste poche righe che hai scritto. Credo che nella tua mente ci sia un mondo dietro questo racconto, vedi tu come tirarne fuori una storia più potente e coerente dal principio alla fine.


Infine, non ho letto altro di tuo e non ho una chiara idea della tua scrittura (a livello freddamente tecnico). Basandomi su questo testo in particolare, noto una necessità di "far pulizia", da piccoli refusi a concordanze verbali da rivedere. Ti porto solo un esempio a titolo esemplificativo:

Allaccio il bottone del colletto senza che volessi voglia farlo e mi guardo a figura intera nel riflesso... oh cazzo… io sono il riflesso! E È lui a comandare, io mi muovo perché lui si muove, io sono il mio riflesso nello specchio.




"oh cazzo": credo, banalmente, sia un vocativo. In tal caso "o cazzo"

"io sono il mio riflesso nello specchio": credo che, per quanto si evince dal tuo racconto, sarebbe stato più corretto scrivere "io sono il suo riflesso nello specchio", in modo tale da creare distacco tra quelli che diventano due personaggi diversi (tout court) del racconto.

Comunque, hai messo su un sacco di ottimo materiale, quindi bravo!
Spero di rileggerti presto e buon contest!

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Stefano.Moretto
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#9 » venerdì 22 gennaio 2021, 15:41

Ciao Stefano
Devo dire che il tuo racconto mi ha spiazzato. All'inizio non capivo cosa stesse succedendo e forse è giusto così, considerando che il punto di vista stesso è confuso. Tuttavia la parte iniziale mi è sembrata il punto debole più grande: soprattutto in racconti di questo tipo, dove l'elemento fantastico è qualcosa di molto difficile da trasmettere senza uno spiegone (che ti ho visto essere molto abile nello schivare, bravo) bisogna fare molta attenzione a come si presentano gli elementi. Ti faccio degli esempi:
Non è entrata, ha aperto solo per chiamarmi.

Questa frase non serve: hai già specificato prima che la porta si apre solo di uno spiraglio (lo hai proprio specificato come se fosse un dettaglio rilevante), quindi lei non può essere entrata. Sarebbe stato diverso senza quella precisazione iniziale.
«Marta, se la porta è chiusa, vuol dire che voglio stare solo; non credi? La prossima volta bussa per favore!»
La voce è la mia, ma io non ho parlato, io non ho detto nulla. Non vedo nulla, è tutto nero.

Qui invece passa troppo tempo tra l'inizio del dialogo e l'accorgersi che non sta parlando. Avresti potuto dividere con un inciso, ad esempio:
«Marta,» La voce è la mia, ma io non ho sto parlando! «se la porta è chiusa, vuol dire che voglio stare solo; non credi? La prossima volta bussa per favore!»
Non vedo nulla, è tutto nero.

Questo chiaramente è solo un esempio e non pretendo di affermare con assoluta certezza che sia risolutivo, ma a parere mio avrebbe reso più immediato al lettore cosa sta accadendo.
Mi giro, torno a guardarmi allo specchio

Qui invece avrei preferito un elemento in più, ovvero il confronto tra ciò che ha visto girandosi e quello che sta vedendo ora. Se io sono allo specchio, mi giro, non vedo nulla, e torno a guardare allo specchio, dovrei avere un pensiero riguardo al fatto che nello specchio vedo una stanza che nella mia realtà non esiste.
oh cazzo… io sono il riflesso! E lui a comandare, io mi muovo perché lui si muove, io sono il mio riflesso nello specchio.

A parte il refuso sulla È senza accento nella seconda frase, alla prima lettura ho avuto difficoltà a capire cosa intendessi qui. Andando avanti invece ho poi capito e mi sono goduto il resto del racconto che fila liscio come l'olio. Sinceramente non ti so dire come avrei fatto a rendere meglio questo pezzo perché hai scelto una storia davvero ostica da raccontare, e già così il risultato che hai ottenuto è notevole.
Come ho già scritto il resto della storia per me è filato liscio, l'ho letto molto velocemente e senza grossi problemi. Ho apprezzato la cura nei dettagli che hai messo nella creazione del tuo what if fantastico, come il fatto che se lui si allontana il riflesso rimpicciolisce e che quando la persona reale si gira il riflesso si può muovere. Giusto il fatto che manchi "il mondo" nel riflesso mi sembra strano, ma in realtà ragionandoci non troppo: il riflesso è bidimensionale, quindi il resto della stanza non può essere dietro di lui ma "attorno" a lui, bidimensionale anch'esso. ha perfettamente senso ragionandoci, magari un mezzo pensiero a riguardo per spiegarlo nel bravo avrebbe aiutato, ma con così pochi caratteri è difficile.
Il finale invece non mi è piaciuto molto, sia per il fatto che il riflesso non voglia aiutare il suo stesso riflesso, sia per la sua disattenzione troppo palese, sia per l'omicidio un po' insensato: ormai è fuori, perché uccidere il suo clone? Mi ha lasciato un senso di incompiutezza.
Un altro punto che ti voglio segnalare:
Il succhiotto l'ho pensato con la funzione di empatizzare inizialmente con il pov umano nel tentativo di dare lo smarrimento al lettore nel rendersi conto di essere solo il suo riflesso.

sinceramente non ho empatizzato per nulla col protagonista: normalmente per provare empatia per qualcuno c'è bisogno che venga visto come un qualcuno che subisce un torto senza esserselo meritato, mentre qui è lui che sta facendo un torto alla compagna tradendola. Il lettore medio quindi lo vedrà come un cattivo.
In definitiva: l'idea è molto bella e potrebbe aprire a qualcosa di più espanso, inoltre hai uno stile molto valido che permette un'ottima immersione nel testo. Peccato per l'inizio un po' confuso e il finale che ho trovato non all'altezza del resto, ma è comunque un'ottima prova.

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Stefano Impellitteri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#10 » venerdì 22 gennaio 2021, 16:08

Ciao Stefano, la tua analisi è ottima e te ne sono grato. Sono d'accordo con quasi tutte le tue osservazioni e anche sui consigli.

Stefano.Moretto ha scritto:Questa frase non serve: hai già specificato prima che la porta si apre solo di uno spiraglio (lo hai proprio specificato come se fosse un dettaglio rilevante), quindi lei non può essere entrata.

In realtà è molto rilevante, se anche lei si fosse specchiata, gestire la situazione era molto difficile; l'ho sottolineato per non creare buchi di trama e non espandere dove non serviva le regole di un racconto limitato nei 4000 caratteri.

Qui invece avrei preferito un elemento in più, ovvero il confronto tra ciò che ha visto girandosi e quello che sta vedendo ora. Se io sono allo specchio, mi giro, non vedo nulla, e torno a guardare allo specchio, dovrei avere un pensiero riguardo al fatto che nello specchio vedo una stanza che nella mia realtà non esiste.

verissimo! Mi trovo d'accordo anche nel resto dei tuoi ragionamenti.

Nel finale sono andato un po' lungo è ho messo un'idea risolvibile in poco spazio, il succhiotto ha anche un la funzione di rivelare che il tipo è un gran stronzo cinico e nella mia fantasia il riflesso assumeva caratteristiche caratteriali simili, da qui il non ti faccio uscire.

Grazie ancora!

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ItaliaLeggendaria
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#11 » venerdì 22 gennaio 2021, 17:30

Ciao Stefano.
Parto col farti i miei complimenti per la scelta di what if e per il modo in cui l'hai resa. Il cambio di prospettiva da persona reale a riflesso è stata la parte che ho preferito e che secondo me è venuta benissimo.
Purtroppo il numero di caratteri limitato a fatto sì che qualche passaggio risultasse un po' veloce. Sarebbe stato quasi meglio se la persona reale fosse stata più simpatica e il riflesso un lato del suo carattere un po' più ostico e saccente. Così si poteva far risaltare di più che il riflesso si accorge di non essere la persona lì fuori e che vuole lasciare dentro il secondo riflesso. Facendo questo si poteva presumere che ogni riflesso che si produceva nello specchio fosse un po' più cattivo del precedente. Così avresti anche potuto spiegare perché il secondo riflesso decide di ammazzare il primo.
Testo molto scorrevole, carino che ti spinge a leggerlo fino alla fine. Un po' troppo di acceleratore sul finale che guasta appena appena la lettura, ma nulla di particolarmente incisivo.
Complimenti.

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Alessio
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#12 » domenica 24 gennaio 2021, 21:42

Ciao Stefano.
Il riflesso che prende vita del tuo racconto mi ha ricordato Lo specchio di Atlante, di Bernardo Cicchetti.
La narrazione mi sembra ben condotta e scorre abbastanza fluida, sebbene possa migliorare in alcuni punti. La storia è interessante e interpreta adeguatamente il tema.
La cosa che non capisco è perché dentro lo specchio dietro l'io narrante c'è il vuoto totale e non il riflesso della stanza.
Il finale, con una prospettiva di un loop infinito di riflessi ricorsivi, mi intriga.
C'è qualche refuso che non sto a segnalare, si sa che scappano.
Ti segnalo invece una cosa che mi ha colpito perché è nella prima riga: "sposto i capelli neri sulla destra". Di per sé non ha niente che non va, però mi è sembrato che avesse capelli di più colori e per qualche motivo spostasse solo quelli neri.
Non mi piace neppure il "riflettere" tra virgolette. Stai dicendo al lettore "Ehi! Guarda che qui c'è un doppio senso! Mi raccomando, notalo!" Forse un corsivo sarebbe stato più appropriato, avrebbe svolto lo stesso servizio senza sembrare troppo sfacciato. Ma magari è solo una mia impressione.
Bel racconto, mi ha convinto.
Alla prossima!

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Stefano Impellitteri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#13 » domenica 24 gennaio 2021, 22:16

Alessio ha scritto:Ciao Stefano...

La cosa che non capisco è perché dentro lo specchio dietro l'io narrante c'è il vuoto totale e non il riflesso della stanza.

...Bel racconto, mi ha convinto.
Alla prossima!


Grazie Alessio del feed.
Dietro lo specchio non vede nulla perché il riflesso resta un'immagine in due dimensioni, non c'è una profondità, di conseguenza non c'è niente. Davanti invece vede il mondo originale al di là dello specchio. Per questo stesso motivo si rimpicciolisce quando l'originale si allontana.

Hai ragione sul, virgolettato, anche i capelli neri in teoria un narratore focalizzato non si sofferma sul proprio colore, ho trasgredito per dare una immagine di come fosse il protagonista.
Grazie e alla prossima.

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wladimiro.borchi
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#14 » lunedì 25 gennaio 2021, 12:23

Ciao Stefano,
che raccontino davvero figo.
Leggero, frizzante e fondato su un'idea davvero carina.
Declinazione letterale del tema davvero azzeccata e gestita bene.
Un po' sbrigativo il finale, forse, ma credo dipenda dai caratteri a disposizione. Se ci rimetti le mani, tagli un po' all'inizio e fai durare di più lo scontro con l'altra immagine.
Tra i miei preferiti del girone, in ogni caso.
A rileggerci presto.
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Giovanni Attanasio
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#15 » lunedì 25 gennaio 2021, 13:46

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
Lol (si può dire?). L’idea mi è piaciuta parecchio, soprattutto il risvolto finale che ha salvato la storia in calcio d’angolo! Qualcosa nella stesura non mi ha molto convinto.
C’è una certa ridondanza, non so se mi spiego. Una generale rilettura per snellire i passaggi “ripetuti” e aggiustare le frasi un po’ più deboli e renderle meno “narrate” dovrebbe bastare.
Ripeto: bella l’idea. In quel senso la storia si muove molto bene, è dinamica e sorprendente.

Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#16 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:25

Giovanni Attanasio ha scritto:Qualcosa nella stesura non mi ha molto convinto.
C’è una certa ridondanza, non so se mi spiego. Una generale rilettura per snellire i passaggi “ripetuti” e aggiustare le frasi un po’ più deboli e renderle meno “narrate” dovrebbe bastare.


Grazie Giovanni.
Al fine di migliorare, se non è troppo disturbo, mi indichi i passaggi di stesura che non ti convincono?
Grazie in ogni caso

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Giovanni Attanasio
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#17 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:49

Stefano Impellitteri ha scritto:Al fine di migliorare, se non è troppo disturbo, mi indichi i passaggi di stesura che non ti convincono?
Grazie in ogni caso


"Ma che me frega della camicia, io non ho aperto bocca ma ho parlato, era la mia voce quella." Ricalca un concetto che è stato già chiarito, a mio parere. Al massimo lo integrerei a "la voce è la mia, ma io non ho parlato, io non ho detto nulla. Non vedo nulla, è tutto nero.", ma come vedi sono già molto simili.

Qualcosa di simile dopo, quando il personaggio capisce di essere un riflesso. La cosa viene ripresa poche righe dopo, immagino per accentuare il suo disagio, ma non so se serva farlo.

Diciamo che una volta espresso un concetto non serve ripeterlo, tranna se quel concetto è cambiato o la sua seconda apparizione serve per innescare un cambiamento a esso collegato. Il testo è troppo breve per la seconda possibilità.

Non sei obbligato a modificare nulla, comunque. Il mio giudizio è personale e non è detto che sia utile al tuo stile o mondo narrativo.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Puch89
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#18 » giovedì 28 gennaio 2021, 12:29

Raccontino davvero piacevole il tuo, Stefano.
L'idea di base non è proprio originale ma hai saputo farla tua con una certa competenza, inserendola in un contesto molto quotidiano e per nulla sopra le righe, cosa he ho apprezzato. Ci sono degli elementi un po' superflui (tipo il succhiotto che non trova riscontro) e in genere qualche periodo qua e là che poteva essere gestito meglio e sciogliere qualche nodo nella sintassi, ma per quanto la prima persona la si valuti in genere come la più facile da gestire (e lo è, rispetto ad una terza focalizzata) ci sono degli elementi che non devono essere presi sottogamba, come l'affermazione di qualcosa che si è visto/sentito e va tenuto da conto per non renderla ridondante.
Finita la palla sui tecnicismi, il testo lascia dentro un certo malessere quasi claustrofobico, nel pensare di trovarsi in una situazione così surreale. Il che significa il tuo lavoro l'hai fatto! Il tema c'è, racconto che mi ha sorpreso in positivo. A presto rileggerti.

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Stefano Impellitteri
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#19 » giovedì 28 gennaio 2021, 14:34

Puch89 ha scritto:Raccontino davvero piacevole il tuo, Stefano.
... A presto rileggerti.


Grazie molte del feed
Non voglio approfittarne o farti perdere del tempo, ma se non è disturbo posso chiederti di andare nel dettaglio su periodo e sintassi?
Purtroppo spesso non mi rendo conto delle ridondanze e sto cercando di migliorare, grazie in ogni caso.

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Andrea76
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#20 » giovedì 28 gennaio 2021, 15:56

Ciao Stefano,
l’idea del tuo racconto è valida e coraggiosa: un riflesso che prende una vita propria salvo essere fatto fuori subito dopo dal nuovo riflesso che esso stesso ha generato. Direi che è uno spunto notevole che va limato nello stile per rendere più chiari alcuni passaggi come ad esempio: che fine fa il suo doppio reale? se esce dallo specchio rimpicciolito, perché di questa caratteristica non si ha sentore nello scontro con il neo-riflesso? Perché l’indizio del succhiotto sul collo non è stato sviluppato?
Credo che la tua sia stata un’idea essenzialmente geniale, ma che vada semplificata in alcune messe in scena per renderla più fruibile.
A rileggerti!

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DandElion
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#21 » giovedì 28 gennaio 2021, 20:56

Cazzarola! Credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo e mi è piaciuto molto. L'idea è geniale, sai una di quelle che ti mordi le dita dicendo "cazzo perchè non ci ho pensato io!" il riferimento al doppio gioco con la moglie/l'amante è un peccato che non sia stato sviluppato di più, ma pazienza non si può avere tutto dalla vita. Davvero ben scritto! Decisamente un'ottima prova!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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antico
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Re: Pensa prima di agire.

Messaggio#22 » sabato 30 gennaio 2021, 14:28

Parto con il dire che il racconto non è sovradimensionato rispetto ai limiti imposti, ci sta/starebbe alla grande. Il problema maggiore è che sei arrivato stanco nel finale e non sei riuscito a dare una chiusa convincente rimanendo estremamente passivo e rifugiandoti così in un conflitto con morto poco motivato e scarsamente caratterizzante il racconto in toto. Potevi fare molto di più perché l'idea, bella, era stata messa in scena fino a quel punto con assoluta maestria e funzionalità. Serve un finale in grado di rilanciare ulteriormente il racconto e magari anche di fornirgli un abbozzo di senso generale. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante che si piazza dietro al racconto parivalutato di Battaglia perché, in quel caso, c'è un'assoluto controllo (pur con una messa in scena minore) dell'obbiettivo del racconto.

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