Riflessi distorti

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Giovanni Attanasio
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Riflessi distorti

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:26

Riflessi distorti
di Giovanni Attanasio

Sì: quello è davvero mio fratello. Sì: lo sto davvero guardando da mezz’ora mentre bestemmia alla play. Sì: sono davvero innamorata di lui.
 Non voglio guarire. Punto primo, non c’è nessuna malattia da cui guarire. Punto secondo, penso di essermi guadagnata il diritto di amare chi voglio. A essere onesta sull’ultimo punto sono un po’ incerta, visto che la mia ultima esperienza non è stata proprio una meraviglia.
 Ecco, si è girato. Se lo fisso per più di tot tempo, si gira sempre.
 «Che c’hai stasera?»
 «Possiamo giocare assieme?»
 «No, fai cagare.»
 «Posso sedermi lì con te, almeno?»
 Mette in pausa il gioco. Che stronzo, allora lo può fare, se vuole!
 «Jill, ma c’hai le tue cose? Ti durano tutto il mese?»
 «Sei scortese.»
 «Sei scortese, gne! Ce le hai o no?»
 «Devo avere il ciclo per voler giocare con te? Ma certo che fai schifo!» no, no! Zitta. No, Mat, non ti arrabbiare. Perdonami.
 «Va in cucina con la mamma. Lavora.»
 «Maschilista.»
 «Oh, ehi! Maschilista cosa? Io?» si è fatto tutto rosso. «Io le femmine le rispetto.»
 «Le femmine. Quelle zoccole.»
 «Mamma! Ma te la chiami a questa?» ci infila due bestemmie e spegne la play. «Scendo quando è pronto.»
 E se ne va. Ecco: questo è il tipo di situazione in cui mi infilo di solito.

Mamma ci aspetta a tavola.
 «Io stasera esco con le amiche.»
 Mat ride. «Amiche? Tu?»
 «E quando torni?»
 «Sentila, tua sorella! Ancora devo uscire e già mi chiede quando torno!» gira attorno al tavolo e mi preme le tettone sulla faccia. «La mia cucciolotta! Fortuna che ci sei tu che mi vuoi bene!»
 Mat ha smesso di ridere. «Quando torni, però?»
 «Tardi.»
 Lo ha detto. Tardi. Io e Mat incrociamo gli occhi e poi torniamo a fissare i rispettivi bicchieri. Da dietro il vetro opaco ci cerchiamo. I nostri riflessi distorti sembrano vicini, ma non possono toccarsi.

In meno di quaranta minuti, siamo soli.
 «Io esco pure, Jill.»
 «No!»
 «Come no?» Mat mi fissa. Gli sembrerò pazza. «Mamma tornerà chissà quando, ho il tempo di farmi un giro in centro.»
 «Non puoi lasciarmi sola.»
 «Non dire stron—»
 «Ho paura.»
 Lui non sa se le mie lacrime sono autentiche, e neppure io.
 Sta di fatto che lo convinco a guardare un film. Sembra interessato alla tv, per una volta, e la cosa mi sorprende.
 Batte il pugno sul tavolinetto. «Che cazzo è ‘sta roba?! Spegni!»
 «È un film come tanti...»
 «No, Jill, no!» si alza e spegne la tv, non prima di averle dato due cazzotti. «Dopo quello che ti è successo guardi questa merda?»
 «Sto bene, Mat.»
 «No, Jill. Non stai bene!» porta le mani al capo. Se la smettesse di essere tanto maschio potrebbe correre qui ad abbracciarmi, a piangere tra le mie braccia. Stiamo male entrambi, e lo sa.
 «Papà ormai è lontano.»
 «Lontano non basta. Dovevo ammazzarlo!»
 «Mat, certe cose succedono, in famiglia.»
 «Smettila di giustificarlo! Quale cazzo di persona sana di mente protegge un pezzo di merda del genere? Ti ha marchiata a vita!»
 Adesso piange. Non mi sento meglio, nient’affatto.
 Mi bastano pochi passi per raggiungerlo.
 «Non toccarmi, Jill. Per favore.»
 «Ho bisogno di te, Mat. Ne ho troppo bisogno.»
 Le sue mani tremano. Voglio che siano calme. Voglio che mi stringano con lo stesso affetto con cui mi stringevano da bambina.
 «Jill...»
 La spallina del mio pigiama scivola.
 «Jill! Sei mia sor—»
 Lo bacio e tace. Finalmente.
 Fa un passo indietro: «Papà sapeva di questa tua cosa. E sapeva che pure io ti volevo. Se avessi tenuto la bocca chiusa non lo avrebbe mai scoperto, non si sarebbe mai ingelosito!»
 Lo accolgo al petto, lo tengo fitto a me e lo ascolto singhiozzare.

 Sì, questo è davvero mio fratello. Sì, sto davvero lasciando che commetta lo stesso errore di suo padre. Sono davvero innamorata di lui?
 Nella cameretta tutto è immobile. La polvere non fluttua in aria come nei film, non c’è una musica romantica in sottofondo. È tutto calmo, perché è sempre così che ci si sente prima della fine. Non ci si rende mai conto di nulla, proprio nulla, sino a quando non è troppo tardi.


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antico
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:38

Ciao Giovanni e benvenuto a Minuti Contati! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Specularia Edition!

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Re: Riflessi distorti

Messaggio#3 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:39

Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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Fagiolo17
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#4 » mercoledì 20 gennaio 2021, 18:12

Ciao Giovanni e piacere di leggerti.
Che dire, il racconto tratta di una tematica forte e grazie ai dialoghi ci spiega anche quello che è successo prima di queste scene. Ben fatto.
L’unica cosa di cui sento la mancanza è una concretezza dei personaggi. Non so niente di come è fatta Jill o Mat o la mamma (a parte le tette grosse) e neppure della casa se non che c’è una play.
Questo crea un po’ l’effetto “teste parlanti” visto che il tutto è gestito principalmente coi dialoghi. è un mio gusto personale, sono convinto che a una sensibilità diversa dalla mia questo possa piacere molto.
Detto questo il racconto mi è piaciuto, complimenti.

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#5 » mercoledì 20 gennaio 2021, 19:38

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Giovanni e piacere di leggerti.
Che dire, il racconto tratta di una tematica forte e grazie ai dialoghi ci spiega anche quello che è successo prima di queste scene. Ben fatto.
L’unica cosa di cui sento la mancanza è una concretezza dei personaggi. Non so niente di come è fatta Jill o Mat o la mamma (a parte le tette grosse) e neppure della casa se non che c’è una play.
Questo crea un po’ l’effetto “teste parlanti” visto che il tutto è gestito principalmente coi dialoghi. è un mio gusto personale, sono convinto che a una sensibilità diversa dalla mia questo possa piacere molto.
Detto questo il racconto mi è piaciuto, complimenti.


Ciao!
Quello che hai notato è vero, indubbiamente, ed è molto voluto. Le ragiono sone due: lo spazio a disposizione e lo stile scelto per la narrazione.
Nel pianificare e poi nello scrivere, mi sono voluto concentrare sui fatti e solo su quelli. Ogni descrizione, a mio parere, avrebbe rischiato di tirar fuori il lettore. Considera pure la prima persona usata e il luogo in cui siamo: Jill conosce e sa come sono fatte le persone della propria famiglia, conosce casa propria e i suoi oggetti. Jill è una ragazza che è ossessionata dal problema del fratello e dalla memoria del padre e vuole parlare solo di quello; metterle in bocca descrizioni, una descrizione qualsiasi, secondo me avrebbe fatto storcere il naso.
Detto questo, ti ringrazio per aver espresso il tuo giudizio e ti dico, serenamente, che se sei un amante delle descrizioni e di quel tipo di immersione, troverai nei miei racconti la possibilità di leggerne (quando la storia lo consentirà).
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#6 » domenica 24 gennaio 2021, 0:44

Ciao Giovanni.
Brano dal tema complesso il tuo, non certo facile da gestire in così poco spazio (e tempo), ma nel complesso direi che ci sei riuscito abbastanza bene. I miei dubbi sul giudizio finale riguardano più che altro alcuni passaggi che ho trovato poco chiari.

Mamma ci aspetta a tavola.
«Io stasera esco con le amiche.»
Mat ride. «Amiche? Tu?»
«E quando torni?»


Ammetto di aver dovuto rileggere questo passaggio tre volte prima di capire che stesse dicendo cosa (Mat a parte). Non è infatti immediato che sia la madre a parlare e ti spiego il perché. Nella prima frase scrivi che la madre “attende” i figli a tavola. Chi sta compiendo un’azione sono quindi i figli (si sono spostati in cucina/sala da pranzo). Il primo dialogo, con il suo accennare alle amiche, toglie subito Mat dal “totovoceparlante”. Chi è però più probabile che stia parlando di uscire con le amiche, dal mero punto di vista dei riflessi inconsci? Un’adolescente o un adulto? E chi è più probabile che faccia una domanda come “e quando torni”? Una madre o una figlia?
Ecco, questo è il primo punto dove lo stile minimal da te adottato non aiuta a inquadrare la scena. Attenzione, non sto criticando la tua scelta stilistica (che, anzi, non mi è dispiaciuta affatto), quando la gestione del singolo passaggio. Una soluzione, in questo caso, potrebbe essere mettere il primo dialogo subito dopo il punto, senza andare a capo. A questo punto sarebbero le regole formali della narrativa a identificare l’ultimo soggetto quale anche voce parlante.

«No, Jill, no!» si alza e spegne la tv, non prima di averle dato due cazzotti. «Dopo quello che ti è successo guardi questa merda?»

Qui invece proprio non ho appigli. A cosa si riferisce il fratello? Cosa stanno guardando da provocargli una simile reazione? Ho come l’impressione che manchino delle informazioni in questo passaggio.

Ultima nota: ho trovato l’ultimo paragrafo la parte più debole dell’intero racconto. Fa molto “morale spiccia al termine della favola”. Personalmente la taglierei in toto, fermando la narrazione al singhiozzare di Mat, perfetta conclusione della parte più emotivamente forte del racconto.

PS: ho notato che usi lo spazio per ricreare nel forum l'effetto del rientro di prima linea. Attenzione che così facendo perdi importanti caratteri che potresti invece sfruttare in altra maniera.
lupus in fabula

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#7 » domenica 24 gennaio 2021, 12:20

JohnDoe ha scritto:Ciao Giovanni.
Brano dal tema complesso il tuo, non certo facile da gestire in così poco spazio (e tempo), ma nel complesso direi che ci sei riuscito abbastanza bene. I miei dubbi sul giudizio finale riguardano più che altro alcuni passaggi che ho trovato poco chiari.

Mamma ci aspetta a tavola.
«Io stasera esco con le amiche.»
Mat ride. «Amiche? Tu?»
«E quando torni?»


Ammetto di aver dovuto rileggere questo passaggio tre volte prima di capire che stesse dicendo cosa (Mat a parte). Non è infatti immediato che sia la madre a parlare e ti spiego il perché. Nella prima frase scrivi che la madre “attende” i figli a tavola. Chi sta compiendo un’azione sono quindi i figli (si sono spostati in cucina/sala da pranzo). Il primo dialogo, con il suo accennare alle amiche, toglie subito Mat dal “totovoceparlante”. Chi è però più probabile che stia parlando di uscire con le amiche, dal mero punto di vista dei riflessi inconsci? Un’adolescente o un adulto? E chi è più probabile che faccia una domanda come “e quando torni”? Una madre o una figlia?
Ecco, questo è il primo punto dove lo stile minimal da te adottato non aiuta a inquadrare la scena. Attenzione, non sto criticando la tua scelta stilistica (che, anzi, non mi è dispiaciuta affatto), quando la gestione del singolo passaggio. Una soluzione, in questo caso, potrebbe essere mettere il primo dialogo subito dopo il punto, senza andare a capo. A questo punto sarebbero le regole formali della narrativa a identificare l’ultimo soggetto quale anche voce parlante.

«No, Jill, no!» si alza e spegne la tv, non prima di averle dato due cazzotti. «Dopo quello che ti è successo guardi questa merda?»

Qui invece proprio non ho appigli. A cosa si riferisce il fratello? Cosa stanno guardando da provocargli una simile reazione? Ho come l’impressione che manchino delle informazioni in questo passaggio.

Ultima nota: ho trovato l’ultimo paragrafo la parte più debole dell’intero racconto. Fa molto “morale spiccia al termine della favola”. Personalmente la taglierei in toto, fermando la narrazione al singhiozzare di Mat, perfetta conclusione della parte più emotivamente forte del racconto.

PS: ho notato che usi lo spazio per ricreare nel forum l'effetto del rientro di prima linea. Attenzione che così facendo perdi importanti caratteri che potresti invece sfruttare in altra maniera.


Inizio dalla fine: lo spazio vale solo un carattere perché è quello giapponese.

Sulla parte della scena a tavola hai ragione: semplicemente accodare il dialogo della madre a lei che li aspetta funziona.
Sulla parte della tv non so bene cosa dirti. È una sorta di gamble, forse. È un piccolo indizio che la sorella guarda film con scene di violenza e sesso violento nei film, e il fratello non riesce a sopportarlo. A conti fatti, penso che non darò informazioni extra in questo passaggio.
Il passaggio finale penso sia questione di opinioni. Non è la prima volta che tratto questo tema, e altre volte ho voluto lasciare troppo spazio al lettore per immaginare. Questa volta ho voluto decidere io come finisce la storia e il paragrafetto conclusivo ti dice chiaramente cosa sta accadendo, oltre a collegarsi col tema della sfida. Una cosa che forse potrei ridurre è l'effetto "morale" della frase del fratello «Papà sapeva di questa tua cosa. E sapeva che pure io ti volevo. Se avessi tenuto la bocca chiusa non lo avrebbe mai scoperto, non si sarebbe mai ingelosito!» perchè può suonare come uno spiegone. Non sono sicuro neppure su questo però, visto che non sono presenti altri indizi per capire che diavolo è successo a 'sti poracci.

Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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SilviaCasabianca
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#8 » domenica 24 gennaio 2021, 14:11

Ciao Giovanni!
Ecco qui il mio commento:
Wow. Ok. Sono un po' scossa. Devo dire che percepisco molto bene le tue qualità di autore. Non so se è perché padroneggi bene le tecniche narrative o perché sai come creare sentimenti forti in chi ti legge. In ogni caso complimenti. Tuttavia sono scossa perché il tema che tratti è davvero molto complicato, lo sarebbe anche per un romanzo, figuriamoci per un racconto. I personaggi vivono dei sentimenti, per usare un eufemismo, opinabili. Si comportano in maniera odiosa tutti, il ragazzo è aggressivo e maleducato, la ragazza è malata-vittima-debole, la madre ambigua visto che non si capisce cosa sappia di tutta la faccenda e se sa perché se ne va di casa con quella leggerezza? Del padre non si capisce bene...ha violentato sua figlia ed era geloso del figlio perché i due si amavano? Cioè, capisci? E' una vicenda complessissima, bisogna avere una padronanza psicologica importante e riuscire a trasmetterla con una certa maestria anche in un lungo romanzo. Insomma la sensazione che mi rimane è di totale mancanza di empatia con i personaggi, anzi provo un po' disgusto per tutti e questo mi crea estraniamento.
Riguardo al tema non posso dire di averlo colto alla prima lettura.
Detto questo però, mi sono piaciuti alcuni passaggi davvero emotivi. Tipo:

Mat ha smesso di ridere. «Quando torni, però?»
 «Tardi.»
 Lo ha detto. Tardi. Io e Mat incrociamo gli occhi e poi torniamo a fissare i rispettivi bicchieri. Da dietro il vetro opaco ci cerchiamo.

Qui è bello perché crei pathos, il mostrato è perfetto. Bravissimo.

A presto!

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#9 » domenica 24 gennaio 2021, 17:43

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Giovanni!
Ecco qui il mio commento:
Wow. Ok. Sono un po' scossa. Devo dire che percepisco molto bene le tue qualità di autore. Non so se è perché padroneggi bene le tecniche narrative o perché sai come creare sentimenti forti in chi ti legge. In ogni caso complimenti. Tuttavia sono scossa perché il tema che tratti è davvero molto complicato, lo sarebbe anche per un romanzo, figuriamoci per un racconto. I personaggi vivono dei sentimenti, per usare un eufemismo, opinabili. Si comportano in maniera odiosa tutti, il ragazzo è aggressivo e maleducato, la ragazza è malata-vittima-debole, la madre ambigua visto che non si capisce cosa sappia di tutta la faccenda e se sa perché se ne va di casa con quella leggerezza? Del padre non si capisce bene...ha violentato sua figlia ed era geloso del figlio perché i due si amavano? Cioè, capisci? E' una vicenda complessissima, bisogna avere una padronanza psicologica importante e riuscire a trasmetterla con una certa maestria anche in un lungo romanzo. Insomma la sensazione che mi rimane è di totale mancanza di empatia con i personaggi, anzi provo un po' disgusto per tutti e questo mi crea estraniamento.
Riguardo al tema non posso dire di averlo colto alla prima lettura.
Detto questo però, mi sono piaciuti alcuni passaggi davvero emotivi. Tipo:

Mat ha smesso di ridere. «Quando torni, però?»
 «Tardi.»
 Lo ha detto. Tardi. Io e Mat incrociamo gli occhi e poi torniamo a fissare i rispettivi bicchieri. Da dietro il vetro opaco ci cerchiamo.

Qui è bello perché crei pathos, il mostrato è perfetto. Bravissimo.

A presto!


Ciao!
Sì, come dire, diciamo che non è la famiglia dei sogni! (Ne segue che i loro atteggiamenti privati riflettono tutti una certa condizione psicologica che è il risultato di un grosso trauma familiare palesemente irrisolto.)
Rispetto la tua posizione sulla vicenda e la comprendo: se qualcuno ti raccontasse una storia del genere e tu scoprissi fosse vera, ci sarebbe ben poco da dire.
Ho imparato, con l'esperienza (e una buona dose di Pirandello), che noi umani tendiamo a criticare certi eventi se si trovano in un testo di narrativa perché suonano falsi o esagerati; lo stesso testo, come articolo di cronaca, susciterebbe emozioni diverse.
Mi piace sempre giocare proprio su questo e capisco che è un grande azzardo.

Ti giuro, in modo sereno, che non ho capito se la storia ti è piaciuta o il tema ti ha colpita troppo. xD
In entrambi i casi ho suscitato una forte emozione, e questa è una vittoria come autore.

Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#10 » domenica 24 gennaio 2021, 17:43

Il tema affrontato in maniera caparbia è piuttosto crudo e funzionale per certi tipi di racconti, la traccia del contest la vedo rispettata. Apprezzo molto anche il fatto che non hai messo specchi fisici per doverne provare l'attinenza. Prospettive e sentimenti sfalzata di una famiglia in chiara difficoltà.
Un racconto tutto in flusso di coscienza e dialoghi è una scelta che ha la sua fascia di fan qua su MC, ma è molto più difficile dargli spessore.
Nel tuo racconto vi è conflitto e anche una discreta gestione dei dialoghi, quelli che trovo carenti di caratterizzazione sono i personaggi. Sopratutto il fratello.
Nella prima metà ci viene presentato come il tipico cazzone buzzurro insensibile e tutto concentrato su di sè, che tratta la sorella con sufficienza. Poi, nella seconda parte, basta la visione di un film insieme (di cui avresti fatto bene a mostrarci qualche scena per una migliore immedesimazione) e a lui parte l'embolo superprotettivo autocommiserativo e di pentimento.
Il salto è drastico, troppo. In parte sarebbe giustificato dall'adolescenza (intuita e non mostrata) dei due e nell'incapacità di gestire i propri sentimenti, ma sembra forzato.
Con un racconto pieno di dialoghi c'è anche un effetto di troppo raccontato e poco mostrato.
L'ambiente attorno ai protagonisti è vuoto, ci si immerge pochino.
L'incipit stile confessione è fiacchino. Punto primo, punto secondo, a dirla tutta fanno troppo diario.
L'inizo del dialogo a tre, a cena, parte confusionario tanto che pensavo fosse Jill a fire che esce con le amiche.
Confermo il mio totale apprezzamento sull'interpretazione per nulla banale del tema, ma ti sei preso l'onere di un tipo di narrativa veramente complicato.

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#11 » domenica 24 gennaio 2021, 17:56

Dario17 ha scritto:Il tema affrontato in maniera caparbia è piuttosto crudo e funzionale per certi tipi di racconti, la traccia del contest la vedo rispettata. Apprezzo molto anche il fatto che non hai messo specchi fisici per doverne provare l'attinenza. Prospettive e sentimenti sfalzata di una famiglia in chiara difficoltà.
Un racconto tutto in flusso di coscienza e dialoghi è una scelta che ha la sua fascia di fan qua su MC, ma è molto più difficile dargli spessore.
Nel tuo racconto vi è conflitto e anche una discreta gestione dei dialoghi, quelli che trovo carenti di caratterizzazione sono i personaggi. Sopratutto il fratello.
Nella prima metà ci viene presentato come il tipico cazzone buzzurro insensibile e tutto concentrato su di sè, che tratta la sorella con sufficienza. Poi, nella seconda parte, basta la visione di un film insieme (di cui avresti fatto bene a mostrarci qualche scena per una migliore immedesimazione) e a lui parte l'embolo superprotettivo autocommiserativo e di pentimento.
Il salto è drastico, troppo. In parte sarebbe giustificato dall'adolescenza (intuita e non mostrata) dei due e nell'incapacità di gestire i propri sentimenti, ma sembra forzato.
Con un racconto pieno di dialoghi c'è anche un effetto di troppo raccontato e poco mostrato.
L'ambiente attorno ai protagonisti è vuoto, ci si immerge pochino.
L'incipit stile confessione è fiacchino. Punto primo, punto secondo, a dirla tutta fanno troppo diario.
L'inizo del dialogo a tre, a cena, parte confusionario tanto che pensavo fosse Jill a fire che esce con le amiche.
Confermo il mio totale apprezzamento sull'interpretazione per nulla banale del tema, ma ti sei preso l'onere di un tipo di narrativa veramente complicato.


Ciao!

Intanto grazie mille per aver notato l'assenza di specchi fisici!
Non posso dire che hai torto sulla caratterizzazione dei personaggi, ma rendiamoci pure conto che sono a malapena 600 parole di storia. Come ho detto altrove, metterci in mezzo descrizioni di ambienti e altro avrebbe ammazzato tutto, secondo me.
Il salto è brusco, sì, ma non credo sia una cosa del tutto negativa.
E per l'incipit non incolpare me, incolpa la protagonista! È lei che parla in quel modo, non io (scherzo).
Sulla scena della cena mi è già stato dato un suggerimento che, da solo, risolve tutto (magia!).
Ultimo punto. Non penso di essermi preso "onore", visto che quando scrivo lo faccio senza vincoli di stili e generi (o, per meglio dire, non influiscono in modo così tragico) e lascio poi a editor e riletture successive la classificazione del racconto/romanzo. Qui le linee guida erano di "storia secca tutta in prima persona che esce dalla testa della protagonista e non me ne frega un cazzo di nient'altro".
Ah, e poi non essere così brusco col fratello, poraccio, che "cazzone buzzurro insensibile" è la combo definitiva per far piangere pure uno come lui!

Dimenticavo. Su questa cosa dello showdonttell mi state facendo impazzire: ogni singola anima sul globo ha un'opinione diversa. Pietà!

Grazie per l'analisi e alla prossima!
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SilviaCasabianca
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#12 » domenica 24 gennaio 2021, 20:20

Giovanni Attanasio ha scritto:
Ti giuro, in modo sereno, che non ho capito se la storia ti è piaciuta o il tema ti ha colpita troppo. xD
In entrambi i casi ho suscitato una forte emozione, e questa è una vittoria come autore.

Alla prossima!


Torno solo per risponderti a questa parte. Diciamo che se fosse stato il primo capitolo di un libro, quasi certamente avrei continuato la lettura con grande interesse, perché creare questa distanza fra personaggi e lettore può starci, all'inizio, per poi creare empatia più avanti.
Essendo però un racconto che finisce qui, devo dire che mi ha lasciata un po' così. Quindi, ecco, forse sei un po' stato penalizzato dalle scelte fatte (sia il tema che la storia) all'interno di quello che doveva essere un racconto breve.
Detto questo alcuni passaggi sono molto ben scritti, come detto!

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Davide Di Tullio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#13 » domenica 24 gennaio 2021, 21:05

Giovanni Attanasio ha scritto:Riflessi distorti
di Giovanni Attanasio

Sì: quello è davvero mio fratello. Sì: lo sto davvero guardando da mezz’ora mentre bestemmia alla play. Sì: sono davvero innamorata di lui.
 Non voglio guarire. Punto primo, non c’è nessuna malattia da cui guarire. Punto secondo, penso di essermi guadagnata il diritto di amare chi voglio. A essere onesta sull’ultimo punto sono un po’ incerta, visto che la mia ultima esperienza non è stata proprio una meraviglia.
 Ecco, si è girato. Se lo fisso per più di tot tempo, si gira sempre.
 «Che c’hai stasera?»
 «Possiamo giocare assieme?»
 «No, fai cagare.»
 «Posso sedermi lì con te, almeno?»
 Mette in pausa il gioco. Che stronzo, allora lo può fare, se vuole!
 «Jill, ma c’hai le tue cose? Ti durano tutto il mese?»
 «Sei scortese.»
 «Sei scortese, gne! Ce le hai o no?»
 «Devo avere il ciclo per voler giocare con te? Ma certo che fai schifo!» no, no! Zitta. No, Mat, non ti arrabbiare. Perdonami.
 «Va in cucina con la mamma. Lavora.»
 «Maschilista.»
 «Oh, ehi! Maschilista cosa? Io?» si è fatto tutto rosso. «Io le femmine le rispetto.»
 «Le femmine. Quelle zoccole.»
 «Mamma! Ma te la chiami a questa?» ci infila due bestemmie e spegne la play. «Scendo quando è pronto.»
 E se ne va. Ecco: questo è il tipo di situazione in cui mi infilo di solito.

Mamma ci aspetta a tavola.
 «Io stasera esco con le amiche.»
 Mat ride. «Amiche? Tu?»
 «E quando torni?»
 «Sentila, tua sorella! Ancora devo uscire e già mi chiede quando torno!» gira attorno al tavolo e mi preme le tettone sulla faccia. «La mia cucciolotta! Fortuna che ci sei tu che mi vuoi bene!»
 Mat ha smesso di ridere. «Quando torni, però?»
 «Tardi.»
 Lo ha detto. Tardi. Io e Mat incrociamo gli occhi e poi torniamo a fissare i rispettivi bicchieri. Da dietro il vetro opaco ci cerchiamo. I nostri riflessi distorti sembrano vicini, ma non possono toccarsi.

In meno di quaranta minuti, siamo soli.
 «Io esco pure, Jill.»
 «No!»
 «Come no?» Mat mi fissa. Gli sembrerò pazza. «Mamma tornerà chissà quando, ho il tempo di farmi un giro in centro.»
 «Non puoi lasciarmi sola.»
 «Non dire stron—»
 «Ho paura.»
 Lui non sa se le mie lacrime sono autentiche, e neppure io.
 Sta di fatto che lo convinco a guardare un film. Sembra interessato alla tv, per una volta, e la cosa mi sorprende.
 Batte il pugno sul tavolinetto. «Che cazzo è ‘sta roba?! Spegni!»
 «È un film come tanti...»
 «No, Jill, no!» si alza e spegne la tv, non prima di averle dato due cazzotti. «Dopo quello che ti è successo guardi questa merda?»
 «Sto bene, Mat.»
 «No, Jill. Non stai bene!» porta le mani al capo. Se la smettesse di essere tanto maschio potrebbe correre qui ad abbracciarmi, a piangere tra le mie braccia. Stiamo male entrambi, e lo sa.
 «Papà ormai è lontano.»
 «Lontano non basta. Dovevo ammazzarlo!»
 «Mat, certe cose succedono, in famiglia.»
 «Smettila di giustificarlo! Quale cazzo di persona sana di mente protegge un pezzo di merda del genere? Ti ha marchiata a vita!»
 Adesso piange. Non mi sento meglio, nient’affatto.
 Mi bastano pochi passi per raggiungerlo.
 «Non toccarmi, Jill. Per favore.»
 «Ho bisogno di te, Mat. Ne ho troppo bisogno.»
 Le sue mani tremano. Voglio che siano calme. Voglio che mi stringano con lo stesso affetto con cui mi stringevano da bambina.
 «Jill...»
 La spallina del mio pigiama scivola.
 «Jill! Sei mia sor—»
 Lo bacio e tace. Finalmente.
 Fa un passo indietro: «Papà sapeva di questa tua cosa. E sapeva che pure io ti volevo. Se avessi tenuto la bocca chiusa non lo avrebbe mai scoperto, non si sarebbe mai ingelosito!»
 Lo accolgo al petto, lo tengo fitto a me e lo ascolto singhiozzare.

 Sì, questo è davvero mio fratello. Sì, sto davvero lasciando che commetta lo stesso errore di suo padre. Sono davvero innamorata di lui?
 Nella cameretta tutto è immobile. La polvere non fluttua in aria come nei film, non c’è una musica romantica in sottofondo. È tutto calmo, perché è sempre così che ci si sente prima della fine. Non ci si rende mai conto di nulla, proprio nulla, sino a quando non è troppo tardi.


Ciao Giovanni

piacere di leggerti. Un tema scottante, che hai gestito bene fino all'ultima parte della storia. Un finale che ho trovato un po' repentino e per questo poco relaistco. Mat giudica il padre una carogna per aver abusato di lei, e poi come se nulla fosse lui fa la stessa cosa senza grossi esami di coscienza. Lei che parte dicendo che è innamorata del fratello ma che alla fine dubità della autenticità del sentimento. Ti confesso che sono rimasto un po' perplesso.

a rileggerci!

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#14 » domenica 24 gennaio 2021, 21:41

Davide Di Tullio ha scritto:
Giovanni Attanasio ha scritto:
Ciao Giovanni

piacere di leggerti. Un tema scottante, che hai gestito bene fino all'ultima parte della storia. Un finale che ho trovato un po' repentino e per questo poco relaistco. Mat giudica il padre una carogna per aver abusato di lei, e poi come se nulla fosse lui fa la stessa cosa senza grossi esami di coscienza. Lei che parte dicendo che è innamorata del fratello ma che alla fine dubità della autenticità del sentimento. Ti confesso che sono rimasto un po' perplesso.

a rileggerci!


Ciao!
Credo di aver capito cosa intendi per finale un po' "perplesso". Il passaggio chiave è racchiuso anche nel tema della storia: i due personaggi non si rendono conto di quanto è vicino il pericolo e ricascano nello stesso errore commesso dal padre. Il dubitare di lei è un po' un "ma quello che sto facendo è autentico e lo voglio, oppure sono completamente andata di testa?" qualcosa del genere.

In ogni caso, grazie per il giudizio e alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Davide_Mannucci
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#15 » domenica 24 gennaio 2021, 22:17

Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Ho aavuto il piacere di commentarti nella sfida e, come avevo detto, immaginavo tu fossi versatile nello stile e che quello fosse voluto proprio perché necessario. Scrivi bene Giovanni e hai bene in mano gli strumenti. Lo stile è immersivo e si riesce ad entrare in sintonia con la ragazza. L'empatia non scatta del tutto per una caratterizzazione troppo superficiale del personaggio. Stesso problema per il fratello e per l'ambientazione. Lavorando più su questo e con più caratteri a disposizione, potrebbe venir fuori un ottimo racconto. Concludo dicendo che comunque la prova è davvero molto buona.
A presto
Davide Mannucci

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#16 » domenica 24 gennaio 2021, 23:50

DavideMannucci ha scritto:Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Ho aavuto il piacere di commentarti nella sfida e, come avevo detto, immaginavo tu fossi versatile nello stile e che quello fosse voluto proprio perché necessario. Scrivi bene Giovanni e hai bene in mano gli strumenti. Lo stile è immersivo e si riesce ad entrare in sintonia con la ragazza. L'empatia non scatta del tutto per una caratterizzazione troppo superficiale del personaggio. Stesso problema per il fratello e per l'ambientazione. Lavorando più su questo e con più caratteri a disposizione, potrebbe venir fuori un ottimo racconto. Concludo dicendo che comunque la prova è davvero molto buona.
A presto


Ciao!
Questa cosa della superficialità sembra essere stata notata da altri, ma non da tutti. Suppongo di esserci andato pesante con la "strettezza", e ho tolto dei dettagli legati ai personaggi.
Forse sono caduto vittima del tranello trama>forma? Magari una trama più semplice e meno esplosiva mi avrebbe permesso qualche pennellata di stile per caratterizzare personaggi e ambienti. Boh, ormai è andata!

Alla prossima!
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Luca Nesler
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#17 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:17

ciao Giovanni, benvenuto.
Hai scelto di affrontare un tabù come l'incesto e questo, per me, è un'ottima prova di coraggio. Non mi piace pensare che nella scrittura in generale, ci siano cose che non si possono affrontare. Non so se sia ce ne sia motivo o meno, ma mi piace che s'infrangano i tabù.
La vicenda è raccontata abbastanza bene, siamo dentro la ragazza e la situazione è molto chiara.
Sulla parte tecnica c'è un po' da migliorare. Hai una scrittura ancora poco consapevole che gestisce i dialoghi e certe situazioni in modo un po' confuso (in alcune battute si perde un po' il polso di chi stia parlando) o poco efficienti (quando la protagonista si rivolge al lettore senza un motivo apparente o quando, per esempio, lui lascia la TV "non prima di averle dato due cazzotti" che è una formulazione terribile). Manca anche un po' d'ambientazione e un po' di movimento tra i personaggi. In ogni caso il racconto è chiaro e non ho notato incoerenze. Lo stile tende al mostrato, è quindi più interessante e facile da seguire che non fosse scritto con un narratore onnisciente.
Lavoro discreto.
Alla prossima!

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#18 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:41

Luca Nesler ha scritto:ciao Giovanni, benvenuto.
Hai scelto di affrontare un tabù come l'incesto e questo, per me, è un'ottima prova di coraggio. Non mi piace pensare che nella scrittura in generale, ci siano cose che non si possono affrontare. Non so se sia ce ne sia motivo o meno, ma mi piace che s'infrangano i tabù.
La vicenda è raccontata abbastanza bene, siamo dentro la ragazza e la situazione è molto chiara.
Sulla parte tecnica c'è un po' da migliorare. Hai una scrittura ancora poco consapevole che gestisce i dialoghi e certe situazioni in modo un po' confuso (in alcune battute si perde un po' il polso di chi stia parlando) o poco efficienti (quando la protagonista si rivolge al lettore senza un motivo apparente o quando, per esempio, lui lascia la TV "non prima di averle dato due cazzotti" che è una formulazione terribile). Manca anche un po' d'ambientazione e un po' di movimento tra i personaggi. In ogni caso il racconto è chiaro e non ho notato incoerenze. Lo stile tende al mostrato, è quindi più interessante e facile da seguire che non fosse scritto con un narratore onnisciente.
Lavoro discreto.
Alla prossima!


Ciao!
Esatto, non ci sono cose di cui non si può narrare.
Allo stesso modo, non ci sono stili di narrazione che sono tabù.
È vero che c'è sempre da migliorare. È falso che ho uno stile poco consapevole. Al massimo avrei detto che avrei dovuto editare meglio e dar peso a una cosa piuttosto che un'altra in fase di stesura. Ma sono tutti pareri soggettivi, quindo boh.
Spero di essermi difeso bene, vostro onore! (si scherza)

Alla prossima!
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Luca Nesler
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#19 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:57

Giovanni Attanasio ha scritto:Allo stesso modo, non ci sono stili di narrazione che sono tabù.!


Qui non si parla di tabù culturali, ma di cose più o meno efficaci, più o meno funzionali.

Giovanni Attanasio ha scritto:È falso che ho uno stile poco consapevole.

Non offenderti, ma chi è inconsapevole, non è consapevole di essere inconsapevole. è l'effetto Dunning Kruger. Soprattutto nella scrittura ci passiamo davvero tutti.
Dimostri di essere inconsapevole scrivendo rivolgendoti al lettore senza volerlo (e se lo volevi, lo fai senza un motivo, dimostrando comunque la poca consapevolezza di quello che ottieni dal testo in un lettore).

Giovanni Attanasio ha scritto:Ma sono tutti pareri soggettivi, quindo boh.

Anche questo conferma che non sei del tutto consapevole. Ci sono questioni soggettive e questioni oggettive. Comunque si vede che non sei un principiante, eh. Non intendevo questo. Anche se non ci sarebbe nulla di male: da qualche parte si comincia e poi si va avanti...

Io sono piuttosto rude nei commenti e cerco di dire tutto in modo dolorosamente schietto proprio perché, come dici tu, c'è sempre da imparare, ma si impara solo se si notano i margini di miglioramento. La mia strategia è non dare la possibilità di ignorarli :D
(a meno che non sia tu a volerlo, naturalmente)
Inoltre sono sicuro che quanto ti toccherà commentare un mio testo, visto che sono stato così "stronzo" non mi concederai nulla. E questo va a mio vantaggio.

Buona edition!
Alla prossima!

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#20 » lunedì 25 gennaio 2021, 16:16

Luca Nesler ha scritto:
Giovanni Attanasio ha scritto:Allo stesso modo, non ci sono stili di narrazione che sono tabù.!


Qui non si parla di tabù culturali, ma di cose più o meno efficaci, più o meno funzionali.

Giovanni Attanasio ha scritto:È falso che ho uno stile poco consapevole.

Non offenderti, ma chi è inconsapevole, non è consapevole di essere inconsapevole. è l'effetto Dunning Kruger. Soprattutto nella scrittura ci passiamo davvero tutti.
Dimostri di essere inconsapevole scrivendo rivolgendoti al lettore senza volerlo (e se lo volevi, lo fai senza un motivo, dimostrando comunque la poca consapevolezza di quello che ottieni dal testo in un lettore).

Giovanni Attanasio ha scritto:Ma sono tutti pareri soggettivi, quindo boh.

Anche questo conferma che non sei del tutto consapevole. Ci sono questioni soggettive e questioni oggettive. Comunque si vede che non sei un principiante, eh. Non intendevo questo. Anche se non ci sarebbe nulla di male: da qualche parte si comincia e poi si va avanti...

Io sono piuttosto rude nei commenti e cerco di dire tutto in modo dolorosamente schietto proprio perché, come dici tu, c'è sempre da imparare, ma si impara solo se si notano i margini di miglioramento. La mia strategia è non dare la possibilità di ignorarli :D
(a meno che non sia tu a volerlo, naturalmente)
Inoltre sono sicuro che quanto ti toccherà commentare un mio testo, visto che sono stato così "stronzo" non mi concederai nulla. E questo va a mio vantaggio.

Buona edition!
Alla prossima!


Non sei stato stronzo, manco tra virgolette. Non voglio insistere sul consapevole o meno, perché non serve. Conosco quell'effetto o so bene in che punto della curva mi trovo. O quasi.
Il mio discorso si riferiva al fatto che un testo non basta a giudicare la "putenza" di uno scrittore, se questa cosa davvero esiste. Per come la metti tu, allora nessuno è consapevole: se è così, allora accetto di essere inconsapevole, altrimenti no.

Per quanto riguarda i consigli, accetto solo quelli che hanno senso e so rendermi conto di quali sono utili e quali no al mio percorso di scrittore.

E per concludere: se dovrò commentarti sarò semplicemente me stesso.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Re: Riflessi distorti

Messaggio#21 » mercoledì 27 gennaio 2021, 21:15

Tema centrato. Punti di forza: la presenza dell’incesto come norma di vita all’interno di una famiglia in apparenza uguale a milioni di altre (certo, manca il padre, ma ormai è così in parecchie case). La parvenza di normalità si vede nell’affetto della madre per i due figli. La stortura, invece è nella stessa Jill, la quale ha subìto con rassegnazione le violenze paterne, nate per “punire” l’amore incestuoso che lei nutre per il fratello Mat. Lui è rude, ma poi si scopre che è stato lui a mandare via il padre “mostro” e questo suo atteggiamento dovrebbe servire a farle passare questo desiderio distorto per lui. Invece, cede, come si vede nel finale. La storia può continuare in molti modi, anche mostrando l’atteggiamento della madre.
Questo, in caso di vittoria. Il linguaggio, molto parlato, quotidiano, è un ulteriore pregio.
Punti deboli: nessuno.

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Giovanni Attanasio
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#22 » mercoledì 27 gennaio 2021, 22:40

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Punti di forza: la presenza dell’incesto come norma di vita all’interno di una famiglia in apparenza uguale a milioni di altre (certo, manca il padre, ma ormai è così in parecchie case). La parvenza di normalità si vede nell’affetto della madre per i due figli. La stortura, invece è nella stessa Jill, la quale ha subìto con rassegnazione le violenze paterne, nate per “punire” l’amore incestuoso che lei nutre per il fratello Mat. Lui è rude, ma poi si scopre che è stato lui a mandare via il padre “mostro” e questo suo atteggiamento dovrebbe servire a farle passare questo desiderio distorto per lui. Invece, cede, come si vede nel finale. La storia può continuare in molti modi, anche mostrando l’atteggiamento della madre.
Questo, in caso di vittoria. Il linguaggio, molto parlato, quotidiano, è un ulteriore pregio.
Punti deboli: nessuno.


Ciao!
Non so che dirti se non grazie. Sono sempre pronto a ricevere bastonate e invece stavolta sembra proprio di no!

Di nuovo grazie e alla prossima!
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Re: Riflessi distorti

Messaggio#23 » domenica 31 gennaio 2021, 14:53

Un racconto che mi ha convinto in pieno. Sono rimasto in particolar modo affascinato dal tuo controllo e dalla capacità di dire senza dire. Il dialogo che qualcuno ti ha criticato ne è un esempio perfetto:
Mamma ci aspetta a tavola.
 «Io stasera esco con le amiche.»
 Mat ride. «Amiche? Tu?»
 «E quando torni?»
 «Sentila, tua sorella!»

Ci sono tutte le informazioni senza la necessità di spendere caratteri: mamma ci aspetta a tavola e la battuta successiva è la sua, Mat ride e risponde, la linea successiva è priva di precisazione ma subito seguita da SENTILA, TUA SORELLA che ci dice che è la madre a parlare e che la battuta precedente era della sorella.
Non concordo neppure con chi ha sottolineato che in finale di racconto la ragazza si rivolga al lettore perché è esattamente lo stesso tono con cui eri partito, chiusa perfetta.
E tema raggelante al punto da configurarsi come un pugno allo stomaco del lettore, tanto da ingenerare in lui quasi repulsione.
Forma su contenuto? Forse un pelo perché sei talmente controllato e chirurgico che per forza di cose un po' di empatia te la sei lasciata alle spalle. Concludendo, per me un pollice su, me lo sono proprio goduto di gusto e sono molto curioso di rileggerti.

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