Oltre gli arcobaleni

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MatteoMantoani
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Oltre gli arcobaleni

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:34

Jan si lasciò cadere sul sedile e prese un respiro profondo. Controllò l’orologio da polso e si sfregò le mani intirizzite dal freddo. Sorrise, per la mezz'ora a seguire la postazione panoramica sarebbe stata tutta sua.
Alzò lo sguardo a osservare il cielo smeraldino. Il respiro gli si spezzò alla vista dei sette arcobaleni concentrici, così grandi da occupare tutto l’orizzonte. Il più alto arrivava persino a toccare lo zenit.
Guardò l’orologio, c’era ancora parecchio tempo. Contemplò le luci colorate: solo su Titano l’atmosfera pregna di goccioline di idrocarburi permetteva uno spettacolo simile. Il Sole era fioco, lontano, e i dischi degli anelli di Saturno spesso oscuravano il cielo, ma gli arcobaleni avevano sempre dei colori così potenti da non invidiare nulla a quelli della Terra. Anzi.
Fissò ancora l’orologio, le lancette correvano troppo veloci: mancava poco, poi il crepuscolo avrebbe lasciato spazio alle stelle, e allora sì che il cielo sarebbe stato favoloso. Il turno durerà abbastanza?
Al rumore dell’esplosione si coprì la testa e rise: un geyser, poco lontano, sparava in aria goccioline di gas condensato. Gli idrocarburi cristallizzati si libravano a creare una struttura ramificata, che si decomponeva a poco a poco. Jan si guardò attorno: decine di alberi ghiacciati spuntavano dal suolo turbolento, i loro rami si espandevano e si frammentavano sempre di più, fino a quando non rimaneva che una nuvoletta color zaffiro.
Jan scosse la testa e sorrise. Che pianeta stupendo! Ogni centimetro era uno spettacolo da scoprire; e quanto era ricco! I coloni accorrevano per estrarre i preziosi gas e portarli sulla Terra. Alzò lo sguardo: centinaia di scie al plasma, lasciate dai motori delle navi, attraversavano gli arcobaleni. Erano come lumachine che strisciavano con coraggio nella miniera del cosmo. Jan si portò una mano al cuore. Coraggio ragazzi!
Si voltò: la sagoma del pianeta inanellato stava a poco a poco coprendo il lumicino solare. Man mano che Titano entrava nella zona d’ombra di Saturno, il cielo diventava via via più scuro: lo spettacolo più bello stava per iniziare.
Si alzò in piedi, le ginocchia gli tremavano, aveva il fiato corto. Il momento per cui aveva pagato così tanti soldi era arrivato.
Tra gli arcobaleni, ormai evanescenti, le stelle luccicavano incastonate nelle fasce colorate, come piccoli diamanti. Una stella molto grossa brillava più delle altre, la sua luce celeste colpiva dritta al cuore: era la Terra, che lanciava il suo saluto ai coloni di Titano. Jan si tolse il berretto e contemplò rapito la luce del pianeta azzurro.
«Quanto sei lontana, casa mia.»
Una lacrima gli rigò la guancia.
Un trillo della sirena, l’altoparlante gracchiò. «Turno terminato, lasciare il salone!»
Le stelle si sgranarono ed esplosero in una raffica di pixel. Il cielo notturno si illuminò, si fece lucido e riflettente.
Jan scrollò le spalle e si portò l’orologio agli occhi. Sospirò: il tempo era scaduto. Fissò il suo riflesso sulle pareti a specchio della sala ologrammi. Il suo viso paffuto, solcato da una barba grigia incolta, occupava lo spazio dove prima brillavano le stelle diamantine.
Strinse i denti, abbassò lo sguardo, raccolse la stampella e si incamminò verso l’uscita del teatro olografico. Calde lacrime gli bagnavano le guance. Aveva sperato di vivere abbastanza per vedere il genere umano visitare altri mondi, e quel momento era arrivato. I più giovani partivano, lasciavano tutto ed entravano nei libri di storia.
Quanto a lui, gli dicevano che il suo cuore non poteva reggere l’accelerazione dei viaggi interplanetari e che l’assistenza medica ordinaria non era prevista, nelle colonie minerarie.
Se solo avesse avuto quarant’anni e quaranta chili in meno, allora sì che sarebbe partito con loro!
Si asciugò gli occhi. Lo slogan Osserva la Terra Dalle Colonie Su Mondi Lontani, lampeggiava sullo sfondo di un paesaggio alieno.
Almeno, per quanto fosse frustrante e costoso, gli era permesso di sognare ancora.
Come aveva fatto per tutta la vita.
Ultima modifica di MatteoMantoani il lunedì 18 gennaio 2021, 23:47, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:36

Ciao Matteo! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa Specularia Edition!

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#3 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:37

antico ha scritto:Ciao Matteo! Tutto ok con caratteri e tempo, divertiti in questa Specularia Edition!

Grazie Maurizio!

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Sirimedho
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#4 » martedì 19 gennaio 2021, 18:39

Buonasera Matteo,

Il racconto ha il suo picco nel racconto di questi alberi di cristalli, davvero bellissimi e ben narrati.

Ad una seconda lettura, si vede che il fatto che il personaggio sia in una sala e non sul posto non viene nascosto. Trovo però che la prima parte, più poetica per le meraviglie viste, non sia ben bilanciata dalla seconda, che ho trovato un po’ troppo “spiegata” e un po’ troppo fredda. Un po’ la stessa sensazione provata anche all’inizio con tutta la spiegazione sugli idrocarburi che a me fa l’effetto di far scivolare l’occhio alla riga successiva, anche se in questo caso mi sarei perso delle cose bellissime. La frase finale mi sembra troppo poco funzionale. Nel racconto non sembra che il personaggio abbia sognato per tutta la vita; non si capisce nemmeno se “sognare” sia una cosa positiva o l’impossibilità di aver fatto ciò che desiderava.

Credo che si possa migliorare (dal mio punto di vista, ovviamente) semplificando un po’ l’inizio e dando più spazio ai panorami, o forse alle sensazioni del personaggio rispetto ai panorami, al posto della spiegazione finale.

Buon contest!

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#5 » martedì 19 gennaio 2021, 18:44

Sirimedho ha scritto:Buonasera Matteo,

Il racconto ha il suo picco nel racconto di questi alberi di cristalli, davvero bellissimi e ben narrati.

Ad una seconda lettura, si vede che il fatto che il personaggio sia in una sala e non sul posto non viene nascosto. Trovo però che la prima parte, più poetica per le meraviglie viste, non sia ben bilanciata dalla seconda, che ho trovato un po’ troppo “spiegata” e un po’ troppo fredda. Un po’ la stessa sensazione provata anche all’inizio con tutta la spiegazione sugli idrocarburi che a me fa l’effetto di far scivolare l’occhio alla riga successiva, anche se in questo caso mi sarei perso delle cose bellissime. La frase finale mi sembra troppo poco funzionale. Nel racconto non sembra che il personaggio abbia sognato per tutta la vita; non si capisce nemmeno se “sognare” sia una cosa positiva o l’impossibilità di aver fatto ciò che desiderava.

Credo che si possa migliorare (dal mio punto di vista, ovviamente) semplificando un po’ l’inizio e dando più spazio ai panorami, o forse alle sensazioni del personaggio rispetto ai panorami, al posto della spiegazione finale.

Buon contest!

Ciao Stefano!
mmm, ok! Ho mostrato il nostro protagonista guardare la luce della terra con evidente trasporto, ed è vero, lo spiegone finale è un po' così e così, ma lì le sue intenzioni e i suoi rimpianti vengono ben delineati. Per questo mi sorprende un poco che tu dica che la frase finale sia poco funzionale. Ma ci rifletterò.
Grazie del commento :)

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GiulianoCannoletta
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#6 » mercoledì 20 gennaio 2021, 11:57

Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Mi pare che il tuo racconto sia davvero ben costruito rispetto alle tue intenzioni.
Ha una prima parte molto suggestiva e “statica”. Inizialmente mi sembrava troppo lunga rispetto all'economia del testo, aspettavo un qualche avvenimento che giustificasse il tutto.
Il ribaltamento della situazione avviene a poche righe dalla fine e sta nella percezione stessa di ciò che ci era stato mostrato finora. Personalmente mi ha sorpreso in positivo e fatto rivalutare anche la parte iniziale.
Non mi ha pesato la spiegazione finale che mi è parsa stringata e necessaria. Interessante anche la declinazione del tema.
Nel complesso davvero un buon lavoro, complimenti.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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filippo.mammoli
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#7 » mercoledì 20 gennaio 2021, 14:00

Ciao Matteo,
piacere di leggerti e trovarti nell'arena.
Il tuo racconto è pulito, stlisticamente elegante, ben bilanciato nelle parti e molto equilbrato.
Ho dovuto leggerlo una seconda volta per capire tutto, soprattutto per capire bene dove collocare il protagonista e questo forse è una piccola pecca, ma era gisto che giocassi come il gatto con il topo fino al finale.
Le immagini che descrivi benissimo, fornendo particolari senza scivolare nell'info dump, relative agli arcobaleni e alla comparsa dei pianeti (emozionante quella della terra) sono molto suggestive.
Forse, ma è proprio per trovare il pelo nell'uovo o per rompere le palle a seconda delle interpretazioni, mi è mancata una botta, un guizzo che mi facessero sussultare.
Ma è davvero un ottimo raccontom con buona interpretazione del tema.

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#8 » mercoledì 20 gennaio 2021, 17:15

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Mi pare che il tuo racconto sia davvero ben costruito rispetto alle tue intenzioni.
Ha una prima parte molto suggestiva e “statica”. Inizialmente mi sembrava troppo lunga rispetto all'economia del testo, aspettavo un qualche avvenimento che giustificasse il tutto.
Il ribaltamento della situazione avviene a poche righe dalla fine e sta nella percezione stessa di ciò che ci era stato mostrato finora. Personalmente mi ha sorpreso in positivo e fatto rivalutare anche la parte iniziale.
Non mi ha pesato la spiegazione finale che mi è parsa stringata e necessaria. Interessante anche la declinazione del tema.
Nel complesso davvero un buon lavoro, complimenti.
A rileggerci presto.
Giuliano


Fa sempre piacere ricevere un commento positivo. Hai certamente notato il difetto della mia idea, cioè questa parte iniziale in cui non succede granché, ma si punta tutto a tenere viva l'attenzione del lettori coi dettagli visivi cosmo-esotici che possono piacere o non piacere. Certo tutto ha un suo scopo, come hai giustamente notato, cioè di arrivare a ribaltare tutto col finale.
Sono anche contento che lo spiegone alla fine non sia troppo invasivo, era un altro dei miei crucci.
Grazie ancora!

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#9 » mercoledì 20 gennaio 2021, 17:22

Ciao Filippo, grazie del commento, qualche piccola contro-nota:

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Matteo,
Ho dovuto leggerlo una seconda volta per capire tutto, soprattutto per capire bene dove collocare il protagonista e questo forse è una piccola pecca, ma era giusto che giocassi come il gatto con il topo fino al finale.

L'idea era proprio quella, però non sono contento che tu abbia dovuto rileggerlo due volte. E' stato proprio per un tuo bisogno a inquadrarti la scena fin dal principio, oppure non erano chiare alcune cose? Mi interessa per capire se posso migliorare qualcosa.

filippo.mammoli ha scritto:Forse, ma è proprio per trovare il pelo nell'uovo o per rompere le palle a seconda delle interpretazioni, mi è mancata una botta, un guizzo che mi facessero sussultare.

Nessuna rottura, hai il sacrosanto diritto di non sentirti particolarmente colpito dal finale. Piuttosto, sono io che devo prenderne atto. In effetti tutto l'impianto del racconto è a bassa temperatura, magari avrei potuto insistere di più sull'orario che scade (era anche per usare la strategia dell'orologio e della pistola, spiegata da Palahniuk), però non volevo essere troppo ripetitivo. Vabbè, ne prendo atto, al netto che comunque il tuo commento è positivo, cosa che mi fa certamente piacere.

Grazie ancora!

alexandra.fischer
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#10 » giovedì 21 gennaio 2021, 19:58

OLTRE GLI ARCOBALENI di Mentiskarakorum Tema centrato in modo suggestivo. Punti di forza: il tuo stile descrittivo. Ricorda molto quello di Simak, che tu rielabori in forma personalissima. Mi è piaciuta molto la descrizione degli arcobaleni, delle stelle e del senso di nostalgia di Ian per la Terra. Nella prima parte hai dato l’idea che fosse su Titano e stesse assistendo al viaggio di navicelle cariche di colleghi. La sorpresa è che il suo è stato un viaggio virtuale: ha assistito alla partenza di navi sulle quali non salirà mai per via dell’invalidità, dell’età, della durezza del lavoro in miniera. Quindi, si è rispecchiato nella vita che avrebbe potuto avere. Straziante la sua reazione alla fine del viaggio virtuale: ha sognato per tutta la vita, gli è costato caro, ma è legato a quel mondo rutilante.
Punto debole: il finale, forse è un po’ troppo chiuso. Mi chiedo come continueresti la storia, a meno di non introdurre prima il motivo della sua invalidità e come sia riuscito ad avere accesso alla sala virtuale.

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#11 » giovedì 21 gennaio 2021, 20:26

alexandra.fischer ha scritto:OLTRE GLI ARCOBALENI di Mentiskarakorum Tema centrato in modo suggestivo. Punti di forza: il tuo stile descrittivo. Ricorda molto quello di Simak, che tu rielabori in forma personalissima. Mi è piaciuta molto la descrizione degli arcobaleni, delle stelle e del senso di nostalgia di Ian per la Terra. Nella prima parte hai dato l’idea che fosse su Titano e stesse assistendo al viaggio di navicelle cariche di colleghi. La sorpresa è che il suo è stato un viaggio virtuale: ha assistito alla partenza di navi sulle quali non salirà mai per via dell’invalidità, dell’età, della durezza del lavoro in miniera. Quindi, si è rispecchiato nella vita che avrebbe potuto avere. Straziante la sua reazione alla fine del viaggio virtuale: ha sognato per tutta la vita, gli è costato caro, ma è legato a quel mondo rutilante.
Punto debole: il finale, forse è un po’ troppo chiuso. Mi chiedo come continueresti la storia, a meno di non introdurre prima il motivo della sua invalidità e come sia riuscito ad avere accesso alla sala virtuale.

Innanzitutto grazie per essere passata a leggermi anche se il mio racconto non fa parte del gruppo che devi commentare. Può solo farmi piacere. Quanto al to commento, non posso che ringraziarti ancora per i complimenti, sei sempre molto gentile e i tuoi commenti sono sempre molto positivi, addirittura questa volta mi paragoni a un grande autore come Simak, non sono assolutamente degno del confronto. Quanto alle tue perplessità sul finale, ho voluto chiuderlo in modo drastico per creare un "effetto schiaffo", inoltre nell'ambientazione che ho immaginato il teatro olografico è come un cinema, basta pagare il biglietto per assistere a una simulazione. La stampella non rappresenta un'invalidità particolare, ma solo la vecchiaia (certo il termine "stampella" magari è un po' infelice, magari potrei effettivamente correggere in "bastone", tanto per non creare confusione).
Grazie di nuovo, e tanti auguri per la gara! Ci rivediamo o qui o sulla Tela Nera!

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Gennibo
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#12 » venerdì 22 gennaio 2021, 14:15

Ciao Matteo, mi è piaciuto molto l’inizio del racconto, e anche il finale. Nel mezzo mi sono un po’ persa tra descrizioni molto belle e domande che mi sono posta che hanno rallentato la lettura e mi hanno impedito di immergermi nella storia.
Ci fai entrare in questo mondo “straordinario” sedendoti a una postazione panoramica e sappiamo che tutto questo durerà mezz'ora, sappiamo anche che fa freddo, o che arrivi da un posto freddo: perfetto; questo espediente narrativo (farci credere una cosa quando invece sarà tutt'altro) secondo me è sufficiente a giustificare un’immersione totale nella meravigliosa visione che hai davanti.
Invece tu, per tutto il testo ci metti in allarme con continui riferimenti all’orologio, o cose come “il turno durerà abbastanza”, che secondo me fanno suonare un campanello con scritto sopra: “attento, qui ti sto ingannando, tienilo presente, poi ti spiego.
Se togliessi questi campanelli, il lettore, arrivato alla fine, tornerebbe indietro a controllare l'inizio e penserebbe: ma che Bravo! Ci sono cascato, ho creduto davvero che fosse su Titano. Invece di: ecco perché qui e là ha scritto quelle cose.
A rileggerti e buona Edition!

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#13 » venerdì 22 gennaio 2021, 14:25

Gennibo ha scritto:Ciao Matteo, mi è piaciuto molto l’inizio del racconto, e anche il finale. Nel mezzo mi sono un po’ persa tra descrizioni molto belle e domande che mi sono posta che hanno rallentato la lettura e mi hanno impedito di immergermi nella storia.
Ci fai entrare in questo mondo “straordinario” sedendoti a una postazione panoramica e sappiamo che tutto questo durerà mezz'ora, sappiamo anche che fa freddo, o che arrivi da un posto freddo: perfetto; questo espediente narrativo (farci credere una cosa quando invece sarà tutt'altro) secondo me è sufficiente a giustificare un’immersione totale nella meravigliosa visione che hai davanti.
Invece tu, per tutto il testo ci metti in allarme con continui riferimenti all’orologio, o cose come “il turno durerà abbastanza”, che secondo me fanno suonare un campanello con scritto sopra: “attento, qui ti sto ingannando, tienilo presente, poi ti spiego.
Se togliessi questi campanelli, il lettore, arrivato alla fine, tornerebbe indietro a controllare l'inizio e penserebbe: ma che Bravo! Ci sono cascato, ho creduto davvero che fosse su Titano.
A rileggerti e buona Edition!

Ciao Isabella. In effetti l'orologio e la scadenza del turno sono cose che ho aggiunto in seconda stesura, proprio perché avevo paura che immergere il personaggio in un bel paesaggio non creasse abbastanza tensione. Tenere i campanelli di allarme accesi era proprio la mia intenzione... comunque pensavo che il lettore interpretasse la scadenza del turno come una specie di scadenza del turno di riposo, perché il personaggio si sta appunto riposando su una panchina. Comunque, mi fa piacere che il pezzo ti sia piaciuto, la parte di mezzo, lo so, può essere pesante, per questo l'ho ridotta al minimo (avevo inventato anche altri particolari come fiumi di petrolio iridescenti e cose del genere).
Grazie mille! Alla prossima.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#14 » sabato 23 gennaio 2021, 23:52

Ciao Matteo. Piacere di leggerti.
Parto dicendo che la tua penna mi piace molto. La storia mi ha preso e da amante dei plot twist ho anche apprezzato tantissimo il finale con il ribaltamento di scena. Il tema l'hai preso in pieno, con la terra proiettata sul monitor a specchio che sembra lontana quando invece è molto vicina.
Ti promuovo quindi a pieni voti, lasciandoti soltanto una nota negativa sulla parte conclusiva. Forse, invece dello spiegone, si poteva trasmettere quelle informazioni in maniera più semplice e indiretta, come attraverso un dialogo. Un uomo che recupera il vecchio, lui che gli manifesta il suo desiderio di essere lì, sulle colonie e l'altro che lo denigra per la sua età avanzata, lasciando poi le due righe finali per chiudere in poesia. Sarebbe stato meno pesante, non dando l'idea di "riepilogo" che ha invece trasmesso quel muro di informazioni. Per il resto, ottimo lavoro. A presto!

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#15 » domenica 24 gennaio 2021, 8:19

Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Matteo. Piacere di leggerti.
Parto dicendo che la tua penna mi piace molto. La storia mi ha preso e da amante dei plot twist ho anche apprezzato tantissimo il finale con il ribaltamento di scena. Il tema l'hai preso in pieno, con la terra proiettata sul monitor a specchio che sembra lontana quando invece è molto vicina.
Ti promuovo quindi a pieni voti, lasciandoti soltanto una nota negativa sulla parte conclusiva. Forse, invece dello spiegone, si poteva trasmettere quelle informazioni in maniera più semplice e indiretta, come attraverso un dialogo. Un uomo che recupera il vecchio, lui che gli manifesta il suo desiderio di essere lì, sulle colonie e l'altro che lo denigra per la sua età avanzata, lasciando poi le due righe finali per chiudere in poesia. Sarebbe stato meno pesante, non dando l'idea di "riepilogo" che ha invece trasmesso quel muro di informazioni. Per il resto, ottimo lavoro. A presto!

Ciao Gabriele. Innanzitutto grazie per i complimenti, che fanno sempre piacere, specie se vengono da qualcuno con la tua esperienza. Ho letto il tuo pezzo, e mi ha ricordato molto un corto della Pixar che aveva vinto l'Oscar (in cui un ragazzo e un vecchio andavano a un lago dove la luna si specchiava e salivano a pulirla con degli spazzoloni). Sono sicuro che con la qualità del tuo racconto arriverai alto in classifica.
Quanto alla tua considerazione sul mio finale, hai colto in pieno il punto debole del racconto. Ero consapevole che lo spiegone avrebbe rovinato gli sforzi che ho fatto nella prima parte per focalizzare quella dannata terza persona. Però quello che volevo fare era chiudere il prima possibile per ottenere la massima potenza dal twist. Avevo pensato anche io a un dialogo, ma avevo paura che rallentasse troppo la conclusione, smorzando troppo l'effetto sorpresa.
Grazie ancora!

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Mauro Lenzi
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#16 » mercoledì 27 gennaio 2021, 17:40

Nota per tutti i membri del gruppo T-REX.
Con l’eccezione di un esordio (meritevole di grande rispetto), le vostre opere sono tutte di buon livello. Per cui troverete pochi complimenti; spero non me ne vogliate, ma ho pensato che vi sarebbero più utili le osservazioni. Queste, in buona parte, le ho interpretate come suggerimenti per un’ipotetica seconda stesura.
Ho scritto i miei commenti a caldo durante e subito dopo la lettura, e poi ho guardato la parte dei commenti successivi ed eventualmente aggiunto qualcosa.
Visto l’alto livello del vostro gruppo, in classifica le posizioni dalla prima alla penultima rappresentano comunque una valutazione positiva dell’opera.


Ciao Matteo,

Bella l’interpretazione del tema e le descrizioni: su queste segnalo solo che nella parte iniziale non ho capito subito dove eravamo. Se hai letto la premessa, saprai che la storia mi è piaciuta.

Devo dire che avevo ipotizzato la possibilità che si trattasse di una proiezione. Certo, se la storia mi avesse sorpreso sarebbe stato meglio, però non la trovo mal fatta. Sicuramente preferisco così che non una storia che mi lascia nel vago per poi dirmi sul finale di cosa si trattava.

Vediamo se posso dirti qualcosa di utile.


A livello stilistico, alcuni suggerimenti.

“Il turno durerà abbastanza? “
Mi sarei aspettato questa considerazione in una narrazione al presente. Visto che narri al passato, avrei scritto. … ”sarebbe durato abbastanza?”

Alcune frasi poco immersive:
Guardò l’orologio, c’era ancora parecchio tempo.
Contemplò le luci colorate
Jan si guardò attorno

Quella che reputo più evidente è la seconda. In teoria guardare l’orologio e guardarsi attorno sono azioni, però rimangono vaghe. Non è mostrato che è tardi, viene trasmesso a chi legge tramite i pensieri superficiali del protagonista.

Se vuoi dare l’idea che si guardi attorno, spazia con le descrizioni, ad esempio con riferimenti spaziali relativi (più sulla destra, lontano…) o motori (girò su se stesso). Idealmente chi legge dovrebbe percepire il guardarsi attorno tramite le descrizioni. Tra l’altro questa tua storia si presta bene, con tutti gli elementi fantastici che ci sono.

Una nota sull’orologio. Suppongo che volesse trasmettere un senso di urgenza, e ok. Ma ho trovato che il guardare l’orologio stridesse con la rapita contemplazione dei paesaggi.
Possibile soluzione: l’orologio non lo guarda. Magari resiste all’impulso, magari lo tocca nervosamente senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel che sta vedendo. E così ti risparmieresti anche il problema del doverci dire che è tardi senza mostrarlo effettivamente.


Flussi di pensieri che sanno di spiegotto.

Ad esempio, le considerazioni su Titano. Tra l’altro c’è il rischio di confondere, perché sembra una descrizione quando sono poi suoi pensieri.
Suggerimento. Si potrebbe passare queste informazioni tramite le descrizioni stesse, che possono ispirare brevi pensieri. In così poco spazio però un’elucubrazione consistente sa di tentativo di passare informazioni a chi legge.

Idem sul finale, dove si sono concentrate troppe informazioni, e l’effetto sorpresa sarebbe stato migliore con più semina prima. Ma non è facile, perché il rischio è poi quello di rivelare troppo prima del tempo e rovinare il twist.
Due suggerimenti che possono anche coesistere.
Concludere con qualche battuta di dialogo asciutta, ad esempio con la “maschera” che lo conduce fuori e lo riporta bruscamente alla sua realtà..
Trasportare alcune considerazioni nella fase centrale del racconto. Ad esempio, guarda lo spettacolo e si senta orgoglioso di essere andato sin lì nonostante i problemi cardiaci. Così sul finale basterebbe un accenno per far capire che non c’è potuto andare proprio per l’età.


Cosa mi è piaciuto di più: il senso di meraviglia che condividiamo col protagonista, e la tenera amarezza della sua illusione.

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MatteoMantoani
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#17 » mercoledì 27 gennaio 2021, 18:20

Ciao Mauro!
Che bello essere commentati così bene, mi prendo la libertà di contro-commentare qualcosa:

Mauro Lenzi ha scritto:“Il turno durerà abbastanza? “
Mi sarei aspettato questa considerazione in una narrazione al presente. Visto che narri al passato, avrei scritto. … ”sarebbe durato abbastanza?”

Le frasi in corsivo sono i pensieri del pdv, riportati dal narratore in terza. In questo caso quindi lascerei il tempo presente, che dici?

Alcune frasi poco immersive:
Guardò l’orologio, c’era ancora parecchio tempo.
Contemplò le luci colorate
Jan si guardò attorno

Quella che reputo più evidente è la seconda. In teoria guardare l’orologio e guardarsi attorno sono azioni, però rimangono vaghe. Non è mostrato che è tardi, viene trasmesso a chi legge tramite i pensieri superficiali del protagonista.

Se vuoi dare l’idea che si guardi attorno, spazia con le descrizioni, ad esempio con riferimenti spaziali relativi (più sulla destra, lontano…) o motori (girò su se stesso). Idealmente chi legge dovrebbe percepire il guardarsi attorno tramite le descrizioni. Tra l’altro questa tua storia si presta bene, con tutti gli elementi fantastici che ci sono.

Una nota sull’orologio. Suppongo che volesse trasmettere un senso di urgenza, e ok. Ma ho trovato che il guardare l’orologio stridesse con la rapita contemplazione dei paesaggi.
Possibile soluzione: l’orologio non lo guarda. Magari resiste all’impulso, magari lo tocca nervosamente senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel che sta vedendo. E così ti risparmieresti anche il problema del doverci dire che è tardi senza mostrarlo effettivamente.

Concordo su tutto. Devo ancora imparare a scrollarmi di dosso i verbi di mezzo-tell. Mannaggia. Anche la tua considerazione sull'orologio mi piace. La mia intenzione era appunto quella di trasmettere un senso di urgenza (il famoso orologio di Palahniuk), però forse appare un po' posticcia.


Flussi di pensieri che sanno di spiegotto.
Ad esempio, le considerazioni su Titano. Tra l’altro c’è il rischio di confondere, perché sembra una descrizione quando sono poi suoi pensieri.
Suggerimento. Si potrebbe passare queste informazioni tramite le descrizioni stesse, che possono ispirare brevi pensieri. In così poco spazio però un’elucubrazione consistente sa di tentativo di passare informazioni a chi legge.

La mia intenzione era proprio questa, cioè rendere la descrizione del paesaggio come una trascrizione dei pensieri del pdv (terza persona profonda, ovvero la telecamera che si posa sulla spalla del pdv e percepisce i suoi pensieri, senza mai usare verbi come "pensò" ecc.). Quindi, tutte le descrizioni che trovi vogliono essere rese in questo modo. Dimmi se sei d'accordo..

Idem sul finale, dove si sono concentrate troppe informazioni, e l’effetto sorpresa sarebbe stato migliore con più semina prima. Ma non è facile, perché il rischio è poi quello di rivelare troppo prima del tempo e rovinare il twist.

Qui è proprio raccontato puro. Lo so. L'ho fatto proprio per chiudere in fretta e trasmettere la potenza del twist.

Due suggerimenti che possono anche coesistere.
Concludere con qualche battuta di dialogo asciutta, ad esempio con la “maschera” che lo conduce fuori e lo riporta bruscamente alla sua realtà..
Trasportare alcune considerazioni nella fase centrale del racconto. Ad esempio, guarda lo spettacolo e si senta orgoglioso di essere andato sin lì nonostante i problemi cardiaci. Così sul finale basterebbe un accenno per far capire che non c’è potuto andare proprio per l’età.

Lo so, non sei l'unico ad avermi consigliato di rendere il twist con il dialogo con la maschera. E' di certo un'alternativa.

Cosa mi è piaciuto di più: il senso di meraviglia che condividiamo col protagonista, e la tenera amarezza della sua illusione.

Grazie mille Mauro! Era proprio così che volevo recuperare l'effetto negativo dello spiegone, "mettendola sul personale" e creando di conseguenza la giusta empatia.
Grazie davvero per la tua analisi e per l'impegno con cui hai analizzato il pezzo. Conoscendoti, da te me l'aspettavo.. però non lo do mai per assunto.

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Mauro Lenzi
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#18 » mercoledì 27 gennaio 2021, 22:17

MentisKarakorum ha scritto:Le frasi in corsivo sono i pensieri del pdv, riportati dal narratore in terza. In questo caso quindi lascerei il tempo presente, che dici?

Per come la vedo io, i pensieri sono in armonia con le sensazioni e le azioni, in quanto è tutto filtrato dal pdv. Per cui se isoli un pensiero dal flusso dalla narrazione, è come se spezzassi quest'armonia e, di conseguenza, l'immersione. Non mi sovviene di aver letto racconti o romanzi in mostrato canonico al passato e che usassero un pensiero così al presente. Vorrei darci un'occhiata ma... come al solito mi scorderò, già lo so QQ

MentisKarakorum ha scritto:La mia intenzione era proprio questa, cioè rendere la descrizione del paesaggio come una trascrizione dei pensieri del pdv (terza persona profonda, ovvero la telecamera che si posa sulla spalla del pdv e percepisce i suoi pensieri, senza mai usare verbi come "pensò" ecc.). Quindi, tutte le descrizioni che trovi vogliono essere rese in questo modo. Dimmi se sei d'accordo..

Il mio parere è che se vuoi trasmettere il senso di meraviglia del protagonista, il modo migliore è mostrare ciò che ispira tale meraviglia. Troppi pensieri del personaggio rischiano di essere invadenti e di mettere troppo spessore, troppo fraseggio, tra il pdv e l'esperienza che sta provando. Il risultato sarà di allontanare chi legge, che ha come mezzo solo le parole scritte, a differenza del personaggio che ha l'esperienza sensoriale E i propri pensieri. Se scrivi dei pensieri, togli l'esperienza sensoriale a chi legge, in quel momento. Per questo non dico che è sbagliato mettere un fraseggio interiore, ci mancherebbe, ma lo limiterei di fronte a situazioni che dovrebbero ispirare il senso di meraviglia.
E visto che citi Chuck (di cui mi riprometto di leggere il libro, a questo punto) questo mi fa pensare a quella scena di Fight Club in cui, vado a memoria, si dice: "questo è uno dei momenti più importanti della tua vita, e te lo stai perdendo perché la tua mente è altrove". Rende l'idea?

MentisKarakorum ha scritto:Qui è proprio raccontato puro. Lo so. L'ho fatto proprio per chiudere in fretta e trasmettere la potenza del twist.

Chiudere in fretta ok, sul trasmettere la potenza ho qualche riserva. Non è un eufemismo, ma io credo che un mostrato ben fatto abbia più potenza di un raccontato. Ecco, forse il punto è questo: forse il tell ti ha permesso di ottenere un effetto non necessariamente migliore, ma nei limiti di caratteri e tempo che non avresti avuto con lo show.
La mia esortazione in questo caso è di puntare alla pratica deliberata del mostrato minimale.

MentisKarakorum ha scritto:Grazie davvero per la tua analisi e per l'impegno con cui hai analizzato il pezzo. Conoscendoti, da te me l'aspettavo.. però non lo do mai per assunto.

Con me fai bene! =D A una prima lettura dico sempre "eh ma qui va tutto bene, che gli dico..." ma poi qualcosa salta fuori sempre. Se è utile ha raggiunto il suo scopo. Quindi grazie per gli apprezzamenti ai miei consigli, prendi tutto con beneficio di inventario e sottoponilo alla tua pratica.

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Alessio
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#19 » mercoledì 27 gennaio 2021, 22:35

Mauro Lenzi ha scritto:
MentisKarakorum ha scritto:Le frasi in corsivo sono i pensieri del pdv, riportati dal narratore in terza. In questo caso quindi lascerei il tempo presente, che dici?

Per come la vedo io, i pensieri sono in armonia con le sensazioni e le azioni, in quanto è tutto filtrato dal pdv. Per cui se isoli un pensiero dal flusso dalla narrazione, è come se spezzassi quest'armonia e, di conseguenza, l'immersione. Non mi sovviene di aver letto racconti o romanzi in mostrato canonico al passato e che usassero un pensiero così al presente. Vorrei darci un'occhiata ma... come al solito mi scorderò, già lo so QQ

Vengo in soccorso di Matteo con Italian way of cooking di Marco Cardone, Acheron Books. Non è perfetto ma rende bene l'idea.

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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#20 » mercoledì 27 gennaio 2021, 22:44

Alessio ha scritto:
Mauro Lenzi ha scritto:
MentisKarakorum ha scritto:Le frasi in corsivo sono i pensieri del pdv, riportati dal narratore in terza. In questo caso quindi lascerei il tempo presente, che dici?

Per come la vedo io, i pensieri sono in armonia con le sensazioni e le azioni, in quanto è tutto filtrato dal pdv. Per cui se isoli un pensiero dal flusso dalla narrazione, è come se spezzassi quest'armonia e, di conseguenza, l'immersione. Non mi sovviene di aver letto racconti o romanzi in mostrato canonico al passato e che usassero un pensiero così al presente. Vorrei darci un'occhiata ma... come al solito mi scorderò, già lo so QQ

Vengo in soccorso di Matteo con Italian way of cooking di Marco Cardone, Acheron Books. Non è perfetto ma rende bene l'idea.

Grazie Alessio.
Non l'ho letto. Com'è? Lì i pensieri sono espressi come ho fatto io?

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Mauro Lenzi
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#21 » mercoledì 27 gennaio 2021, 22:49

Alessio ha scritto:Vengo in soccorso di Matteo con Italian way of cooking di Marco Cardone, Acheron Books. Non è perfetto ma rende bene l'idea.


Aha! ce l'ho (da leggere - assieme a tanti altri QQ )

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Alessio
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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#22 » giovedì 28 gennaio 2021, 12:07

Alessio ha scritto:Italian way of cooking di Marco Cardone, Acheron Books.

Mauro Lenzi ha scritto:Aha! ce l'ho (da leggere - assieme a tanti altri QQ )

MentisKarakorum ha scritto:Non l'ho letto. Com'è? Lì i pensieri sono espressi come ho fatto io?

Il pensiero diretto è usato molto in tutto il libro, reso in corsivo e al presente, come lo usi tu.
Tu qui lo usi solo un paio di volte e forse sembra un po' forzato: se fosse stato un po' più diffuso nel testo sarebbe sembrato più naturale, imho. Però non va usato troppo perché altrimenti secondo me spezza eccessivamente la narrazione. Cardone usa l'artificio di un'allucinazione, una specie di spirito guida, con cui il protagonista parla, quindi molte volte quello che altrimenti sarebbe un pensiero diretto viene reso tramite dialogo tra il protagonista e lo spirito guida: questo permette di avere un giusto equilibrio col pensiero diretto. Altra cosa, quando c'è un pensiero diretto gli viene dedicato un capoverso apposta (però non ho il libro sottomano e dovrei verificare questa affermazione).
Se volete fino al 31 c'è l'ebook in offerta al 50% sul sito Acheron.
C'è anche un video del Duca su come rendere i pensieri dei personaggi in terza persona.

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Re: Oltre gli arcobaleni

Messaggio#23 » domenica 31 gennaio 2021, 18:19

Idea molto bella, realizzazione efficace. Nella prima parte ho percepito un po' di distacco, come se il protagonista facesse fatica a trasmettermi il suo entusiasmo misto a triste e serena rassegnazione (qualche gocciolina dovresti aggiungerla anche nella prima parte del racconto). L'urgenza dello scorrere del turno non l'ho trovata funzionale per immergermi e anzi mi è stonata post lettura perché se spende così tanti soldi e la rappresentazione è una visione in vr allora perché non confezionare uno spettacolo completo? Il tema è ben declinato. Per me qui siamo su un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, un lavoro più che buono cui avrebbe giovato più emozione (che cerchi di fare trasparire, ma che non arriva con tutta la forza che avrebbe dovuto avere, IMHO).

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