A un passo

Daniel Travis
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A un passo

Messaggio#1 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:50

Somiglia alla casa degli specchi di un luna park, ma senza gli specchi.
Le pareti si restringono allontanandosi dall’ingresso, oblique e crepate. Attorno al tavolo al centro della stanza ci sono una poltrona e una gran quantità di seggioline per bambini. Su uno sgabello vicino è disposto un servizio da tè in miniatura, ingiallito dal tempo.
«Vieni». La donna siede in penombra, accanto a una pesante tenda nera.
Sono rimasto troppo sulla soglia: entro e mi chiudo la porta alle spalle. Al tonfo segue un frullo d’ali.
Guardo sopra di me, ma la luce delle lampade alle pareti è debole: le travi, storte anche quelle, si perdono nel buio. Chissà se un piccione, o una cornacchia, ha fatto il nido lassù.
Il verso di un gufo mi contraddice.
Cos’è che fa il gufo? Bubola, ecco cosa. Bubola. Divertente.
«Tè?» La voce non suona anziana, ma esce in un soffio forzato. Mi ricorda mia nonna che si alzava a fatica; quando ancora lo faceva.
Scuoto la testa.
«Affari, allora. Hai bisogno di me»
Ho voglia di uno spettacolo trash, vorrei rispondere. Mi trattengo: la padrona di casa, mi dicono, reagisce male alle prese in giro.
Supero il tavolo. Un tintinnio e una risata cristallina mi raggiungono da destra, dallo sgabello con la teiera. Era una registrazione attivata da un sensore, o la mia immaginazione?
«Non badare ai miei amici». Lunghe dita si agitano nell’ombra. La poca luce le rende ora lisce, ora nodose come un tronco di quercia. «Cosa ti manca? Il rispetto che meriti? L’amore di qualcuno? Pugni stretti dall’invidia al tuo passaggio?»
Mi stringo nelle spalle. Gli occhi verdi di Andrea mi attraversano la mente per un istante – ma no, non sono qui per questo. Non ho una ragione specifica – se non la noia, forse.
«A quasi tutti manca qualcosa. Una donna, un uomo, un posto in società. Non a me. Nossignore!» L’impennata nella sua voce è improvvisa e stonata; mi fa accapponare la pelle. «Io avevo uno scopo più alto».
L’acustica è terribile: i miei passi si riverberano attorno a me, rimpiccioliti e sparpagliati, come se mezza dozzina di folletti mi zampettasse accanto.
«È il sentiero di asceti e alchimisti». Con un gemito e uno scricchiolio, la “strega” si solleva. «Distruzione. Ricostruzione. Purezza». Qualcosa, come un sorriso, scintilla nel buio. «Diventare un angelo in terra».
La luce elettrica danza come una fiamma nel vento. Le ombre si torcono sulle pareti, sul pavimento, sui miei vestiti. Gli effetti speciali, almeno, superano la media delle fiere di paese.
È più alta di quanto credessi, la strega, e ancora avvolta dall’oscurità. Pare quasi che siano le ombre a sorreggerla.
Stringe una manovella d’ottone applicata alla parete.
«Lo specchio era la mia guida. Argento per lo strato metallico, oro per la cornice». La manovella cigola. Un altro frullo d’ali, più forte stavolta. Da qualche parte, in alto, gracchia un corvo. «Ho viaggiato e meditato. Ho sostituito i pezzi sbagliati con altri più nobili». Deglutisco, d’un tratto incerto sui miei piedi. Non parla dei pezzi dello specchio, dice qualcosa dentro di me. Mi appoggio al muro, e tocco una cordicella. È appesa alla parete, insieme a un pettine e una buccia secca di melagrana. «Ah! Strumenti anche quelli, sì. Per distruggere prima di ricostruire. Per distruggermi. Il laccio, il pettine, il frutto. Ma per quanto mi ferissi, non sparivo. Né riemergevo perfetta». La manovella accelera; la tenda si sposta, svela la superficie di un enorme specchio. «La creatura che potevo essere mi fissava: divina, irraggiungibile. Mille volte migliore di me». Nel riflesso, il suo braccio è bianco e splende come la luna piena. I suoi ricci sono scolpiti nell’ossidiana, le labbra sono rubini.
Intravedo anche il mio riflesso. Non lo distinguo bene, ma basterebbe un altro passo.
È più alto di me? Meglio proporzionato? Più… Sicuro?
«Vieni». Dall’altra parte dello specchio una colomba si pulisce un’ala, distratta, su una trave sopra di me. «Non vuoi vedere cosa potresti diventare?» La strega è circondata dalle ombre. Ombre con occhi maligni e denti appuntiti, almeno sette, che bisbigliano e sghignazzano.
«La versione migliore di te,» sussurra, «è più vicina di quanto pensi». La manovella continua a girare. «Avvicinati e chiama: specchio, specchio…»
Ultima modifica di Daniel Travis il martedì 19 gennaio 2021, 0:20, modificato 2 volte in totale.


Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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Re: A un passo

Messaggio#2 » lunedì 18 gennaio 2021, 23:54

Ciao Riccardo! Caratteri e tempo ok, buona Specularia Edition!

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Stefano.Moretto
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Re: A un passo

Messaggio#3 » giovedì 21 gennaio 2021, 11:45

Ciao Riccardo
Il tuo racconto è particolare, più per il modo in cui descrivi l'ambientazione che per l'idea in sé. Ci sono alcuni passaggi che sono molto chiari e mi hanno dato subito l'idea di cosa stavo guardando, mentre altri erano più incerti o addirittura fumosi. Ad esempio:
Somiglia alla casa degli specchi di un luna park, ma senza gli specchi.

Questa è la primissima frase del racconto e io non so cosa immaginarmi. Io sono stato in una sola casa degli specchi e ricordo che era una specie di labirinto fatta di specchi e vetri messi per disorientarti (e farti prendere delle musate contro il muro, i bei tempi in cui non avanzavo con le mani avanti...). Se tu mi dici che è come una casa degli specchi senza specchi, io mi immagino un labirinto di vetro (in pratica un labirinto invisibile, tipo certe palestre in pokemon). Invece poi parti con la descrizione molto accurata che contraddice totalmente la mia prima impressione e mi ha lasciato confuso. Ho finito il primo pezzo pensando "Okay, ma quindi in che senso è simile a una casa degli specchi?".
Anche il fatto che non sia subito chiaro cosa sia quel posto e cosa sia andato a fare il protagonista non aiuta a capire meglio la storia. Anche arrivato alla fine non ho capito se è una specie di "emporio di magia" oppure un'attrazione turistica in una fiera di paese. Il fatto che gli offra il tè e poi dica "allora affari" mi fa propendere per la prima opzione, anche se il personaggio che pensa di essere lì per uno spettacolo mi spinge sulla seconda. Insomma, non ho capito cos'è quel posto e perché c'è andato. Questo potrebbe anche non essere un grosso problema, se non fosse che la trama è incentrata proprio sul perché lui sia andato lì.
Riguardo i dialoghi: alla fine si tratta di un monologo a senso unico della "strega", dato che il protagonista non spiccia parola per tutto il tempo (e anche questo è strano e non mi aiuta a capire la situazione).
La mia impressione è che tu abbia avuto una buona idea di fondo per l'interpretazione del tema, ma che tu ti sia perso troppo nel descrivere tutto ciò che ci stava attorno senza focalizzarti sulle cose veramente importanti. Purtroppo questo in un racconto così breve è un problema: un ambiente ben descritto senza una storia dietro è solo una bella descrizione. Paradossalmente è più interessante la storia che racconta la "strega" sul suo percorso di evoluzione, sarebbe potuta essere una bella occasione invertire il punto di vista dal classico "ragazzo che entra nella casa della strega" a "strega che si vede arrivare in casa un ragazzo", magari ti avrebbe dato qualche spunto in più, ma questo è solo un parere mio.
Mi è piaciuta comunque il modo in cui hai usato il tema, a questo giro non era per niente facile gestirlo in modo non banale e contemporaneamente renderlo palese. A tal proposito, secondo me avresti potuto non farlo dire in modo così palese alla strega, lasciandolo in un mezzo sott'inteso: per me era già chiaro grazie al modo in cui hai costruito quella sequenza.

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#4 » giovedì 21 gennaio 2021, 12:41

Grazie mille per complimenti e commenti; mi hai dato molto su cui pensare.
Questa è la primissima frase del racconto e io non so cosa immaginarmi. Io sono stato in una sola casa degli specchi e ricordo che era una specie di labirinto fatta di specchi e vetri messi per disorientarti (e farti prendere delle musate contro il muro, i bei tempi in cui non avanzavo con le mani avanti...). Se tu mi dici che è come una casa degli specchi senza specchi, io mi immagino un labirinto di vetro (in pratica un labirinto invisibile, tipo certe palestre in pokemon). Invece poi parti con la descrizione molto accurata che contraddice totalmente la mia prima impressione e mi ha lasciato confuso. Ho finito il primo pezzo pensando "Okay, ma quindi in che senso è simile a una casa degli specchi?".

Oltre ai labirinti degli specchi che descrivi, nei luna park sono molto diffuse le case degli specchi distorcenti (i funhouse mirror che distorcono le cose, ne cambiano le dimensioni e così via). La prima frase di questo racconto si riferisce ovviamente alla seconda categoria (anche la casa della strega è un mix di distorsioni e dimensioni incoerenti). Lavorerò per restringere il campo e chiarire meglio l'analogia.
Anche il fatto che non sia subito chiaro cosa sia quel posto e cosa sia andato a fare il protagonista non aiuta a capire meglio la storia. Anche arrivato alla fine non ho capito se è una specie di "emporio di magia" oppure un'attrazione turistica in una fiera di paese. Il fatto che gli offra il tè e poi dica "allora affari" mi fa propendere per la prima opzione, anche se il personaggio che pensa di essere lì per uno spettacolo mi spinge sulla seconda. Insomma, non ho capito cos'è quel posto e perché c'è andato. Questo potrebbe anche non essere un grosso problema, se non fosse che la trama è incentrata proprio sul perché lui sia andato lì.

Non mi è chiaro quanto sia problematica, funzionalmente, l'ambiguità tra "emporio di magia" ("Vado a prendermi gioco di/dare corda alla 'strega' di quartiere per noia") e "fenomeno da baraccone" ("Entro nel tendone della 'strega', a prendermene gioco/darle corda per noia").
A parte questo dettaglio, apro una piccola parentesi dietro le quinte. Il protagonista è, piuttosto platealmente, un gateway character: per questo non ha nome né battute, il suo difetto è l'accidia (se non, forse, per noia). È la nostra porta sulla strega e la sua bizzarra casa stregata, una maschera da indossare per il lettore: non a caso, il racconto si chiude prima che possa scegliere se avvicinarsi o meno allo specchio. Anziché fare la Lista della Spesa della Storia della Strega, l'approcciamo riflessa (ah-ah) negli occhi del protagonista.
Non è la prima volta che vedo frizione per una scelta del genere; devo riflettere su quanto sia la scelta in sé a non trovare il suo target su MC e quanto sia da imputare alla mia esecuzione da migliorare. Grazie per avermi dato ulteriore materiale di riflessione in proposito.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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Stefano.Moretto
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Re: A un passo

Messaggio#5 » giovedì 21 gennaio 2021, 13:32

Daniel Travis ha scritto:A parte questo dettaglio, apro una piccola parentesi dietro le quinte. Il protagonista è, piuttosto platealmente, un gateway character: per questo non ha nome né battute, il suo difetto è l'accidia (se non, forse, per noia). È la nostra porta sulla strega e la sua bizzarra casa stregata, una maschera da indossare per il lettore: non a caso, il racconto si chiude prima che possa scegliere se avvicinarsi o meno allo specchio. Anziché fare la Lista della Spesa della Storia della Strega, l'approcciamo riflessa (ah-ah) negli occhi del protagonista.
Non è la prima volta che vedo frizione per una scelta del genere; devo riflettere su quanto sia la scelta in sé a non trovare il suo target su MC e quanto sia da imputare alla mia esecuzione da migliorare. Grazie per avermi dato ulteriore materiale di riflessione in proposito.

Questo è molto interessante, sapendolo posso darti una mezza dritta in più. Qui il problema grosso è che il protagonista sembra voler fare qualcosa: è andato lì per qualche motivo e il lettore vuole sapere perché, poi qualcuno gli ha parlato di questa casa e a maggior ragione si è portati a chiedersi cosa sia successo prima. Solitamente un lettore non proietta se stesso dentro il libro rendendosi protagonista della storia, ma si immedesima in quello che è il personaggio portatore del punto di vista e si aspetta di ricevere un "aiuto" in questo processo con dei dettagli che gli rendano facile "sentire" l'azione come la sente il personaggio. Se vuoi ottenere invece come risultato il fatto che il lettore veda "se stesso" dentro la storia la strada più logica (ma anche la più pericolosa!) è la seconda persona, raccontando direttamente al lettore ciò che lui vede e ciò che lui sente esattamente come fai in prima (o in terza). Ovviamente si tratta di un artificio narrativo delicato, pericoloso e che non garantisce che il lettore si senta partecipe, ma è anche intrigante per tutto il potenziale inesplorato che offre. Se il tuo intento era quello di portare il lettore a pensare "cosa ci vedrei, io, nello specchio?" forse usare la seconda persona ti avrebbe dato quella marcia in più per raggiungere il tuo scopo. Magari con una chiusa finale del personaggio che fa il passo in avanti e la strega che chiede "cosa vedi?" lasciando all'immaginazione del lettore il resto.
È un suggerimento per una possibile sperimentazione, prendi le mie parole con le pinze. Magari provi e scopri che l'idea funziona, oppure no. Io una volta ci ho provato a usare la seconda persona (non qui) e il risultato non era male, ma non so se adesso saprei farlo.

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#6 » giovedì 21 gennaio 2021, 13:47

Stefano.Moretto ha scritto:
Daniel Travis ha scritto:A parte questo dettaglio, apro una piccola parentesi dietro le quinte. Il protagonista è, piuttosto platealmente, un gateway character: per questo non ha nome né battute, il suo difetto è l'accidia (se non, forse, per noia). È la nostra porta sulla strega e la sua bizzarra casa stregata, una maschera da indossare per il lettore: non a caso, il racconto si chiude prima che possa scegliere se avvicinarsi o meno allo specchio. Anziché fare la Lista della Spesa della Storia della Strega, l'approcciamo riflessa (ah-ah) negli occhi del protagonista.
Non è la prima volta che vedo frizione per una scelta del genere; devo riflettere su quanto sia la scelta in sé a non trovare il suo target su MC e quanto sia da imputare alla mia esecuzione da migliorare. Grazie per avermi dato ulteriore materiale di riflessione in proposito.

Questo è molto interessante, sapendolo posso darti una mezza dritta in più. Qui il problema grosso è che il protagonista sembra voler fare qualcosa: è andato lì per qualche motivo e il lettore vuole sapere perché, poi qualcuno gli ha parlato di questa casa e a maggior ragione si è portati a chiedersi cosa sia successo prima. Solitamente un lettore non proietta se stesso dentro il libro rendendosi protagonista della storia, ma si immedesima in quello che è il personaggio portatore del punto di vista e si aspetta di ricevere un "aiuto" in questo processo con dei dettagli che gli rendano facile "sentire" l'azione come la sente il personaggio. Se vuoi ottenere invece come risultato il fatto che il lettore veda "se stesso" dentro la storia la strada più logica (ma anche la più pericolosa!) è la seconda persona, raccontando direttamente al lettore ciò che lui vede e ciò che lui sente esattamente come fai in prima (o in terza). Ovviamente si tratta di un artificio narrativo delicato, pericoloso e che non garantisce che il lettore si senta partecipe, ma è anche intrigante per tutto il potenziale inesplorato che offre. Se il tuo intento era quello di portare il lettore a pensare "cosa ci vedrei, io, nello specchio?" forse usare la seconda persona ti avrebbe dato quella marcia in più per raggiungere il tuo scopo. Magari con una chiusa finale del personaggio che fa il passo in avanti e la strega che chiede "cosa vedi?" lasciando all'immaginazione del lettore il resto.
È un suggerimento per una possibile sperimentazione, prendi le mie parole con le pinze. Magari provi e scopri che l'idea funziona, oppure no. Io una volta ci ho provato a usare la seconda persona (non qui) e il risultato non era male, ma non so se adesso saprei farlo.

Molto interessante, valuterò l'ipotesi.
Ho già in mente di trasformare un altro racconto di MC, scritto come dialogo, in un vero e proprio dialogo teatrale.
Questo forse potrebbe diventare un monologo, interpretato dalla strega stessa e circondato dai piccoli effetti ambientali sparsi per il testo.
Esito a mettere la seconda persona in MC, non l'ho mai vista funzionare, o quasi. Questo, al confronto, è un artificio narrativo molto più comune e diffuso (Watson per Holmes è l'esempio più banale). Però metterò mano all'idea del monologo e ti farò sapere come va.
Intanto, cercherò di rendere più chiaro l'intento del protagonista (che coincide, poi, con la sua noia, come dice lui stesso) appena avrò modo di lavorare a una revisione.
Grazie ancora, davvero.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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Re: A un passo

Messaggio#7 » venerdì 22 gennaio 2021, 11:19

Ciao Riccardo, piacere di leggerti.
Allora, l'idea è molto particolare, però dovrebbe essere fatta vivere maggiormente al lettore.
Cerco di spiegarmi. Un uomo va da una strega/indovina che gli mostra uno specchio invitandolo a un processo di miglioramento interiore. L'intento del protagonista è andare verso lo specchio, per scorgere la "versione migliore di se stesso", capire chi potrebbe diventare. E questo ci sta.
Però, a mio avviso, non viene descritto il perché del desiderio del personaggio di cambiare, di avvicinarsi all'immagine dello specchio. Il racconto è quasi un monologo della strega che lo invita a guardare.
Tutto questo in un insieme di richiami che rischiano di disperdere l'attenzione e il focus centrale sul perché del protagonista; come ad esempio:
- "gracchia un corvo. Ho viaggiato e meditato. Ho sostituito i pezzi sbagliati con altri più nobili": invito al viaggio (opera al nero), che però coglie il lettore d'improvviso
- "pettine e una buccia secca di melagrana. «Ah! Strumenti anche quelli, sì. Per distruggere prima di ricostruire. Per distruggermi. Il laccio, il pettine, il frutto. Ma per quanto mi ferissi, non sparivo. Né riemergevo perfetta»": non è chiaro il simbolismo, né cosa abbia fatto il personaggio prima arrivare laggiù

Quindi ecco, resta il fascino della narrazione, l'intento del personaggio. L'incipit non è chiarissimo (in effetti la prima frase disorienta). Bisognerebbe renderlo più chiaro nei dettagli, e mostrare da dentro la motivazione del personaggio.
Alla prossima, e buona edition!
Ultima modifica di giulio.palmieri il venerdì 22 gennaio 2021, 11:39, modificato 1 volta in totale.

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#8 » venerdì 22 gennaio 2021, 11:24

Grazie mille, farò tesoro dei suggerimenti (d'altronde, conoscendo MC, sapevo che avrei pagato la decisione di lasciare i riferimenti fiabeschi non spiegati passo per passo).

Cerco di spiegarmi. Un uomo va da una strega/indovina che gli mostra uno specchio invitandolo a un processo di miglioramento interiore. L'intento del protagonista è andare verso lo specchio, per scorgere la "versione migliore di se stesso", capire chi potrebbe diventare. E questo ci sta.
Però, a mio avviso, non viene descritto il perché del desiderio del personaggio di cambiare, di avvicinarsi all'immagine dello specchio. Il racconto è quasi un monologo della strega che lo invita a guardare.

Mi piacerebbe qualche indicazione più precisa per migliorare questo aspetto, perché quelle date qui non si riferiscono al testo: l'intento, esplicito, del personaggio narrante, non è andare verso lo specchio, ma dare corda a una "strega" per noia: è scritto espicitamente in un solo paragrafo, ma il testo è pieno di altri riferimenti indiretti alla stessa cosa, che comunque un riferimento diretto ce l'ha.
Ci sono tante cose che questo racconto lascia non dette, ma la motivazione del personaggio non è tra queste.
Alla fine, è vero, si trova a scegliere se guardare il sé potenziale o meno... Ma non sappiamo quale sia la sua scelta: il racconto si chiude prima, intenzionalmente.
Dovrò accettare (se i prossimi commenti confermano il trend) che usare il personaggio narrante come lente con cui guardare la strega, vera protagonista della storia, sia una scelta troppo oscura per il target e che il monologo della strega che parla al lettore sia un'idea migliore, ma resto perplesso su questa presunta mancanza di motivazione da parte del protagonista (se uno è appassionato di archi e temi - ma questo non è e non deve essere richiesto per godersi e valutare il racconto, anzi -, il protagonista comincia annoiato e con un'aria di sufficienza rispetto a tutto quello che ha attorno e chiude in un mondo stregato e pericoloso in cui l'unica cosa inadeguata è lui stesso).
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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Re: A un passo

Messaggio#9 » venerdì 22 gennaio 2021, 11:58

Daniel Travis ha scritto:Grazie mille, farò tesoro dei suggerimenti (d'altronde, conoscendo MC, sapevo che avrei pagato la decisione di lasciare i riferimenti fiabeschi non spiegati passo per passo).

Ci sono tante cose che questo racconto lascia non dette, ma la motivazione del personaggio non è tra queste.
Alla fine, è vero, si trova a scegliere se guardare il sé potenziale o meno... Ma non sappiamo quale sia la sua scelta: il racconto si chiude prima, intenzionalmente.
Dovrò accettare (se i prossimi commenti confermano il trend) che usare il personaggio narrante come lente con cui guardare la strega, vera protagonista della storia, sia una scelta troppo oscura per il target e che il monologo della strega che parla al lettore sia un'idea migliore, ma resto perplesso su questa presunta mancanza di motivazione da parte del protagonista (se uno è appassionato di archi e temi - ma questo non è e non deve essere richiesto per godersi e valutare il racconto, anzi -, il protagonista comincia annoiato e con un'aria di sufficienza rispetto a tutto quello che ha attorno e chiude in un mondo stregato e pericoloso in cui l'unica cosa inadeguata è lui stesso).


Se l'obiettivo è descrivere la noia del personaggio che si lascia attrarre, forse il pdv più adatto potrebbe essere quello della strega. Il punto d'arrivo potrebbe essere (come hai scritto tu): "chiudere in un mondo stregato e pericoloso in cui l'unica cosa inadeguata è lui stesso". A mio avviso, potresti valutare anche una prima persona come voce narrante (della "strega"), l'importante è fare in modo di rendere queste sensazioni: noia, attrazione, mondo stregato, in modo più tangibile possibile.

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Re: A un passo

Messaggio#10 » venerdì 22 gennaio 2021, 13:06

Ci rifletterò, grazie mille.
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Re: A un passo

Messaggio#11 » venerdì 22 gennaio 2021, 15:29

Ciao Daniel,
ho provato un piacere enorme a leggere il tuo racconto.
Dev'essere merito del suo stile e delle immagini evocative che hai utilizzato.
Il bello di questo testo è proprio nelle sensazioni che regala, senza che avvenga un vero e proprio twist nel finale (come peraltro avevano detto alcuni dei giudici supremi di questo contest).
Se ci devo trovare qualche nota stonata la rinverrei nei passaggi, non sempre chiarissimi, dei dialoghi, spesso chi sta parlando lo si capisce a posteriori con un po' di sforzo del lettore. Battute a disposizione permettendo avresti potuto usare dei "dialog tag" un po' più evidenti.
Per poter empatizzare a pieno col tuo protagonista, forse, avresti potuto spiegare meglio la sua motivazione. A me è restata un po' oscura.
A rileggerci presto.
W

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Re: A un passo

Messaggio#12 » venerdì 22 gennaio 2021, 16:28

Grazie mille dei complimenti, graditissimi, e dei suggerimenti, puntuali e preziosi.
Mi arrendo all'evidenza riguardo l'oscurità delle motivazioni del protagonista, ottimizzerò in revisione.
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Re: A un passo

Messaggio#13 » venerdì 22 gennaio 2021, 17:15

Ciao Daniel.
Ambientazione ottima e descritta in modo dettagliato e preciso. Basta leggerla per figurarsi ciò che sta attorno al protagonista. Una nota dolente sull'ambientazione è stata la prima frase. Mi ha completamente portato fuori rotta. Mi sono immaginata un enorme stanzone vuoto, buio, con delle specie di binari a terra (quelli che sostengono gli specchi delle case degli specchi) e poi ho scoperto che la casa era invece piena di cose.
Altra nota dolente: non ho capito per quasi tutto il testo chi parlasse. Mi spiego. Ogni volta che c'era una battuta dovevo leggerla due volte per capire che fosse sempre la strega a parlare, ma, o prima o dopo, c'è sempre un'azione del pov che mi faceva credere che stesse parlando lui. Questo mi ha bloccato completamente nel capire dove volessi andare a parare.
Inoltre sono stata tutto il tempo a chiedermi “ma il pov che ci sta a fare lì?”
Mi sono letta anche i commenti degli altri e le tue risposte per vedere se ero io a non capire una mazza, ma vedo che anche altri hanno avuto delle difficoltà.
Forse hai dato troppo spazio alla descrizione dell'ambiente e meno a far capire cosa volessero i personaggi. Tu dici che il pov entra per prendersi gioco della strega, ma in realtà non fa assolutamente nulla e questo lascia con l'amaro in bocca.
Forse cambiando punto di vista le cose sarebbero andate meglio.
Il tema c'è, ma si perde nella confusione che crea il testo stesso.
Buona edition.

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#14 » venerdì 22 gennaio 2021, 17:27

Grazie mille per il commento. Prendo atto delle difficoltà riguardo il personaggio che narra, con i caveat di cui sopra. La revisione sarà un processo più interessante del solito.

Tu dici che il pov entra per prendersi gioco della strega, ma in realtà non fa assolutamente nulla e questo lascia con l'amaro in bocca.

Per non confondere funzione narrativa, intento e azione: il protagonista è lì per noia, per dare corda alla strega, come mostra lui stesso.
Funzionalmente, nella storia, è uno spettatore-narratore, come ce ne sono mille in narrativa. Questo secondo aspetto ho sottolineato io nei commenti, ma per individuare più chiaramente i limiti di una scelta, non per difenderla spiegandola (cosa che mi piace poco).
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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Re: A un passo

Messaggio#15 » venerdì 22 gennaio 2021, 20:51

Daniel Travis ha scritto:Grazie mille per il commento. Prendo atto delle difficoltà riguardo il personaggio che narra, con i caveat di cui sopra. La revisione sarà un processo più interessante del solito.

Tu dici che il pov entra per prendersi gioco della strega, ma in realtà non fa assolutamente nulla e questo lascia con l'amaro in bocca.

Per non confondere funzione narrativa, intento e azione: il protagonista è lì per noia, per dare corda alla strega, come mostra lui stesso.
Funzionalmente, nella storia, è uno spettatore-narratore, come ce ne sono mille in narrativa. Questo secondo aspetto ho sottolineato io nei commenti, ma per individuare più chiaramente i limiti di una scelta, non per difenderla spiegandola (cosa che mi piace poco).


Avevo capito che non volevi difendere una scelta, ma darci un'idea di decriptazione differente. Si vede dal modo in cui ti poni che prendi in considerazione ogni commento per poter migliorare.
Sono sicura che la revisione restituirà un testo ben fatto con un'ottima idea di base.

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#16 » sabato 23 gennaio 2021, 11:15

Claro, mi avete già fatto venire un'idea su come rifunzionalizzare il testo. Vediamo se i miei contatti sono a disposizione...
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Re: A un passo

Messaggio#17 » domenica 24 gennaio 2021, 12:04

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
All'inizio la storia mi ha incuriosito, ma penso di aver leggermente perso interesse lungo la lettura. Ho percepito poco movimento, se mi spiego.
Avrei ridotto le descrizioni per focalizzarmi di più sul flusso degli eventi, sulla trama e sulla rivelazione finale (inteso come climax).

Alla prossima!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#18 » domenica 24 gennaio 2021, 12:16

Ciao e grazie mille del parere, ne terrò conto in revisione.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Alessio
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Re: A un passo

Messaggio#19 » domenica 24 gennaio 2021, 22:55

Ciao Riccardo.
Il tuo racconto è un po' troppo criptico per me, non ci capisco granché. Non mi è chiaro perché il protagonista va dalla strega, né le cose che la strega gli dice.
La parte iniziale un po' confonde perché si entra nel pov troppo tardi.
Daniel Travis ha scritto: «A quasi tutti manca qualcosa. Una donna, un uomo, un posto in società. Non a me. Nossignore!» L’impennata nella sua voce è improvvisa e stonata; mi fa accapponare la pelle. «Io avevo uno scopo più alto».

Qui sembra che sia il protagonista a parlare perché è l'ultimo soggetto della frase precedente, però l'inciso ci dice che è la strega. Succede anche da altre parti, ma questo secondo me è il più evidente. Tra l'altro, nella frase precedente il pov pensa a un certo Andrea (un a persona che gli piace?), che però non c'entra niente, fa presagire qualcosa che poi non succede.
Ho trovato ben fatta invece l'ambientazione, il frullo d'ali nel buio, gli oggetti inquietanti e tutta l'atmosfera sono efficaci e mi calano bene nella stanza col protagonista.
Il finale si riprende, con lo specchio che riflette ciò che potresti essere, anche se il corvo che si riflette in una colomba mi fa pensare che sia solo un desiderio velleitario. (Mi ha ricordato una vignetta motivazionale con un rinoceronte che corre su un tapis-roulant mentre guarda il disegno di un unicorno appeso al muro. La scritta diceva che col giusto impegno puoi diventare quello che vuoi.)
Poi però scivoli di nuovo sbattendoci in faccia il tema della gara con le parole della strega. Ho imparato che è meglio evitare.
Il racconto mi avrebbe convinto se fosse stato un po' più chiaro nella parte centrale.
Alla prossima!

P.S.: Dopo aver letto i commenti, ho capito che in realtà la protagonista è la strega. Ti dico che cosa ne penso, anche rispetto alle questioni cui accenni sul target a MC (che frequento da poco e quindi non conosco benissimo). Io non penso che ci sia un problema di ricettività, ma che sia semplicemente poco funzionale in un racconto di poche battute. Quando presenti una narrazione con un pov in prima persona, il lettore è automaticamente portato a identificarlo con il protagonista e per fargli cambiare idea ci vuole tempo, soprattutto se ce lo vuoi mostrare. E' chiaro che vuoi rendere l'effetto "Sherlock Holmes e Watson", ma ci sono due differenze fondamentali: 1) Watson racconta la sua storia e 2) non lo fa in 4k caratteri. Ti invito a continuare su questa strada perché potrebbe rappresentare una tua cifra stilistica, però magari esercitarti nella Sfida, dove hai più margine. :-)

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#20 » domenica 24 gennaio 2021, 23:34

Ottimo consiglio, cercherò di seguirlo.
Grazie e a presto.
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Puch89
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Re: A un passo

Messaggio#21 » martedì 26 gennaio 2021, 0:36

Ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capire bene cosa intendessi comunicare con questo racconto, perché lì per lì non riuscivo bene a focalizzare il tutto. In effetti, per usare le parole di Alessio è un po' criptico, forse in maniera voluta, ma io ho fatto fatica a comprendere i passaggi e focalizzarmi sul punto di vista. Una volta compreso, ne esce fuori un buon racconto, specialmente per le descrizioni evocative che ho apprezzato tantissimo. Non ho suggerimenti in tutta onestà, forse ti direi di fare attenzione in fase di elaborazione di gestire al meglio la voce narrante, perché in questo caso mi è sembrato tutto un po' confuso ed ho avuto bisogno di una seconda rilettura per capire il tutto. Forse sono io che sono stanchissimo e non mi è arrivato subito, ma questo è quanto. Il tema c'è, la prova è discretamente buona, a presto rileggerci.

Daniel Travis
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Re: A un passo

Messaggio#22 » martedì 26 gennaio 2021, 7:27

Grazie mille per il commento gentile, purtroppo l'ermetismo qui mi ha preso proprio la mano. Magari lo riproporrò editato in Laboratorio...
Grazie ancora.
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Andrea76
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Re: A un passo

Messaggio#23 » mercoledì 27 gennaio 2021, 12:46

Ciao Riccardo,
del tuo racconto mi è piaciuta l’ambientazione e la selezione che fai dei dettagli visivi. Lo stile è ottimo ed evocativo. Mi dispiace però dirti che, da un punto di vista di fluidità della lettura, il testo a mio avviso risente della mancanza di una trama. Ci sono due personaggi in scena dei quali solo la strega – in quanto tale – è caratterizzata. Come in altri ti hanno già scritto, la mancanza di un desiderio o di una motivazione nel pdv impedisce l’empatia con il personaggio e non innalza la temperatura del racconto. Il discorso sulla noia che ho letto in un tuo commento è interessante, ma secondo il mio parere non arriva al lettore perché manca una messa in scena e/o una rappresentazione di questa noia nel comportamento, nelle azioni o nelle parole del protagonista. Ribadisco in ogni caso i miei complimenti per il tuo stile.
A rilggerti!

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DandElion
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Re: A un passo

Messaggio#24 » giovedì 28 gennaio 2021, 20:22

Ciao!
La parte iniziale mi ha indotto in confusione, ho visualizzato un labirinto con alte pareti strette ma non ho saputo immaginarmi il materiale, le travi di legno non le ho sapute collocare ed è il gufo o il corvo che riflesso è una colomba? Nello specchio si vede cosa si poteva essere o cosa si potrà essere?
Le tende nere non ho capito cosa coprissero, in primis, mi aspettavo una finestra, poi ho capito che la finestra non c'era quando hai parlato di fioche luci.
Insomma l'idea c'è e anche il contesto, ma ordina la descrizione del luogo altrimenti ci si confonde senza risultato :/
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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antico
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Re: A un passo

Messaggio#25 » venerdì 29 gennaio 2021, 14:22

Credo tu faccia troppa semina sul protagonista e questo finisca per creare aspettativa, disattesa, nel lettore che, pertanto, non ci si identifica. Preciso: fino a quando arriva al cospetto della strega il gioco sembra funzionare grazie soprattutto al tuo narrare, che poi, però, perde di leggerezza e incisività nel momento stesso in cui la donna comincia a sproloquiare di se stessa. Da quel punto in poi il lettore non sa più dove si trova, scollegato dall'avatar letterario e dal contesto in generale, alla ricerca di spiegazioni che non dovevano essere date, ma che a quel punto sarebbero àncore indispensabili. Credo insomma manchino equilibri. Suggerirei di lasciare perdere totalmente ogni accenno al contesto del protagonista (a che serve citare Andrea?) e lavorare sul passaggio della strega da lui a se stessa per poi tornare a chiudere con l'invito ad avvicinarsi, allo stato attuale, almeno con me, non ha funzionato. Passando alla valutazione, necessaria per il contest, ti direi che, allo stato attuale, si tratta di un pollice ni tendente al positivo che si piazza dietro al parivalutato racconto di Maramonte a causa di una maggiore difficoltà nel comprenderlo.

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