Sulla strada

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giulio.palmieri
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Sulla strada

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 0:08

– Cosa ti ha detto il vecchio? – lo incalzò Mara, soffiandogli sul viso uno sbuffo di fumo.
– Non voglio che fumi in macchina.
– Sì. E poi?
– E poi da domani cambi nome. Non mi va che qualcuno possa ricordarsi di te.
– Che nome ti piace?
– Un nome qualsiasi. Gianna, o Rebecca. Un nome così, che quando lo sentono annuiscono e non chiedono nient’altro. Spegnila.
Mara sollevò il posacenere sotto la radio; dopo un’ultima tirata vi gettò dentro la sigaretta. Giorgio la vide accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l’autostrada che scorreva alla luce dei fanali. C’erano solo loro due, e il buio alle loro spalle.
Giorgio guidava senza distogliere gli occhi. Tossì. – Ora sei libero, ha detto. Attento solo a non farteli fregare. Poi ha preso i soldi dalla cassaforte e me li ha messi nel borsone. Sembrava non gli importasse niente della pistola, né di me che gliela puntavo addosso.
– E tu hai creduto a quello che ti ha detto?
– No – fece Giorgio, dopo un istante. Due fari lontani erano apparsi nello specchietto. Forse un turista, o qualcuno in viaggio come loro. – Perché avrei dovuto?
– Dove hai messo la pistola?
– Nel borsone.
– Il borsone?
– Nel portabagagli.
– E se ci fermano?
– Diciamo che andiamo in vacanza. Non potranno non credere a noi due. Vero?
Mara si girò sul sedile, alla luce dei fari abbaglianti che s’avvicinavano.
Vai vai faceva segno Giorgio dal finestrino aperto, ma quelle luci, prima distanti, ora parevano scrutare dentro l’abitacolo.
– Li conosci? – chiese, continuando a gesticolare.
La macchina non superava. Giorgio chiuse il finestrino e tornò a premere sull’acceleratore. Mara era tornata ad armeggiare nella borsetta, forse per un’altra sigaretta, mentre la macchina correva più forte di prima.
Quando la macchina alle loro spalle tolse gli abbaglianti, Giorgio tirò un sospiro di sollievo.
– Per un attimo ho temuto… – fece, prima di sentire il metallo della mikros k, sulla tempia. Era la pistola di Mara, calibro sei e trentacinque.
– Accosta – sentì dirsi. Era lei che parlava? Lei, la donna per cui aveva tradito suo padre?
Rallentò. Pensò a cosa poteva fare in quell’istante, le mani sul volante della sua Bandini, un regalo di suo padre dell’anno precedente.
– Vado a schiantarmi – disse, e affondò sul pedale.
Mara non mosse la pistola. Restava fredda, impassibile. Gli aveva sempre detto cosa fare e lui l’aveva fatto. Si erano conosciuti a Biarritz, due anni prima.
– Mi hai sentito? – urlò. – Vado a schiantarmi.
– È questa la fine che mi proponi, monsieur?
Giorgio annuì.
– Se ti sparo, finisce tutto. Se ti fermi, prendo i soldi e scappo. E tu vivi. - La voce di Mara era un sibilo. – Ti do tre secondi. Riuscirai a decidere in tre secondi, tesoro?
I fari avevano ripreso ad avvicinarsi.
– Tre.
Un istante. Un solo istante per vivere o morire.
– Due.
Un altro istante, simile a tutti gli attimi passati con lei, negli ultimi due anni.
– Uno.
Avrebbe sparato. Lei avrebbe sparato: sentiva il metallo della pistola sulla tempia.
– Hai vinto – disse Giorgio d’un fiato.
La strada prese a rallentare. Una grande luna riluceva nel parabrezza, il cuore gli pulsava nel petto.
Accostò presso un campo delimitato da alti pini. Quando si fu fermato, Mara afferrò rapida le chiavi e aprì lo sportello alle sue spalle. Lui si girò verso l’ombra di due uomini dal volto coperto dal passamontagna, che gli intimarono di scendere.
Aprirono lo sportello del guidatore e lo tirarono per le braccia. Lui sentì l’asfalto sulla bocca, poi fu ripreso, sollevato e spinto. Arrancò nell’aria, fino ad accasciarsi sulle radici di un pino, sul limite della strada. Quando si sollevò, i due erano ancora lì, vicino ai fanali posteriori della Bandini. Più indietro, la sagoma del veicolo con cui li avevano inseguiti.
– Andiamo, ragazzi – esclamò Mara, con un sorriso triste. – Addio, monsieur George. Domani…
In un solo, rapido gesto, uno degli uomini levò una pistola verso di lei.
Cheri – rispose Giorgio – loro lavorano per me.
E sentì qualcosa nel cuore, in quell'istante, mentre Mara, immobile sul selciato, abbassava il viso dagli occhi scuri, come per una segreta vergogna.
Ultima modifica di giulio.palmieri il martedì 19 gennaio 2021, 0:47, modificato 6 volte in totale.



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Re: Sulla strada

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 0:10

Ciao Giulio! Caratteri e tempo ok, buona Specularia Edition!

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Fagiolo17
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Re: Sulla strada

Messaggio#3 » mercoledì 20 gennaio 2021, 18:32

Ciao Giulio piacere di leggerti.
Il principale problema che ho trovato nel tuo racconto è il punto di vista e le formazioni che ha a disposizione e ci fornisce.

Il punto di vista mi sembra quello di Giorgio, per lo meno per frasi come questa:
Mara era tornata ad armeggiare nella borsetta, forse per un’altra sigaretta,

Fosse stato il punto di vista di Mara, sapremmo cosa sta cercando nella borsetta.

Anche questo dovrebbe essere un suo pensiero:
Forse un turista, o qualcuno in viaggio come loro.

Ma il nostro Giorgio non dovrebbe sapere di chi si tratta, se sono suoi uomini?

E se a quel punto non fosse ancora sicuro dell’identità degli uomini che li inseguono, (vista anche la battuta – Per un attimo ho temuto… – che avevo pensato fosse un bluff arrivato alla fine del racconto), perché viene tirato fuori in malomodo e sbattuto a terra se è lui il capo? Non c’è bisogno di fingere, ci sono solo Mara, Giorgio e gli uomini di Giorgio.
Diverso sarebbe stato se uno solo fosse pagato da Giorgio e uccidesse sia Mara che l’altro tizio. Allora tutto avrebbe più senso.

Insomma un po’ di confusione che non mi ha fatto apprezzare al massimo un racconto che altrimenti sarebbe stato molto interessante.

Un ultimo appunto, ti trovi bene col trattino per i dialoghi? Da lettore mi confonde molto, ma credo sia un mio limite.

A rileggerci.

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giulio.palmieri
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Re: Sulla strada

Messaggio#4 » giovedì 21 gennaio 2021, 18:49

Ciao Luca, grazie per il commento.
Rispondo di seguito ai tuoi appunti:

Fagiolo17 ha scritto:
Anche questo dovrebbe essere un suo pensiero:

Forse un turista, o qualcuno in viaggio come loro.

Ma il nostro Giorgio non dovrebbe sapere di chi si tratta, se sono suoi uomini?


Be', ho cercato di rendere la frase volutamente ambigua, proprio per lasciar intendere che lui non conoscesse i loro inseguitori. nella frase è scritto: "forse", e poi "qualcuno in viaggio come loro" può significare tutto.
Insomma, è un punto in cui il narratore inganna il lettore, un po' come in certi racconti di Kafka: se leggi "Il Castello" ad esempio, avrai una prova di come il protagonista abbia perfettamente sentore di ciò che sta succedendo, ma volutamente, nei dialoghi, i punti focali del discorso cadono su una questione o su un'altra in un modo che sembra casuale (ma non lo è per niente).
Comunque, la frase a me serviva per preparare il lettore e farlo arrivare "impreparato" al ribaltamento finale. Noterai che dopo quel passaggio non compare nessun altro nesso del pensiero di Giorgio verso gli inseguitori.

Fagiolo17 ha scritto:E se a quel punto non fosse ancora sicuro dell’identità degli uomini che li inseguono, (vista anche la battuta – Per un attimo ho temuto… – che avevo pensato fosse un bluff arrivato alla fine del racconto)


Il "per un attimo ho temuto" è funzionale alla finzione che Giorgio intrattiene con Mara. Giorgio vuole capire fino a che punto Mara è disposta a tradirlo: quindi recita.

Fagiolo17 ha scritto:perché viene tirato fuori in malomodo e sbattuto a terra se è lui il capo? Non c’è bisogno di fingere, ci sono solo Mara, Giorgio e gli uomini di Giorgio.
Diverso sarebbe stato se uno solo fosse pagato da Giorgio e uccidesse sia Mara che l’altro tizio. Allora tutto avrebbe più senso.


Mara s'è messa d'accordo coi due inseguitori, che in realtà lavorano per Giorgio. Finché Mara non è "sotto controllo" (quindi: macchina spenta e lei sotto tiro) la finzione non può essere svelata. Lui ha bisogno di quell'inseguimento per capire fino a che punto lei è disposta a per tradirlo. E si può rivelare solo quando lei arriva a essere sotto controllo. Inoltre, Mara crede che i due inseguitori lavorino per lei: quindi la scena di prenderlo e tirarlo fuori dalla macchina con le cattive, serve a far illudere Mara fino alla fine.

Fagiolo17 ha scritto:Un ultimo appunto, ti trovi bene col trattino per i dialoghi? Da lettore mi confonde molto, ma credo sia un mio limite.
A rileggerci.


Il trattino per i dialoghi è molto usato (da varie case editrici e riviste). Poi ovviamente ognuno usa quello che preferisce: virgolette, caporali etc.

Ad ogni modo, alla fine conta la tua impressione di lettore. Ti ringrazio per il commento, e a rileggerci.
Ultima modifica di giulio.palmieri il domenica 24 gennaio 2021, 3:08, modificato 1 volta in totale.

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SilviaCasabianca
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Re: Sulla strada

Messaggio#5 » sabato 23 gennaio 2021, 14:35

Ciao Giulio,
piacere di leggerti!
Premettendo che non sono un'esperta di tecniche narrative, che conosco ma non padroneggio, cerco di commentarti riallacciandomi un po' al commento precedente il mio.
Le considerazioni che ti vengono fatte sul cambio del punto di vista mi sono state rivolte (più o meno) anche a me rispetto al mio racconto. Rileggendo sia il mio racconto che il tuo in effetti ne comprendo il senso. Tuttavia posso dire che a me personalmente non hanno disturbato durante la lettura, quindi non posso certo farmi influenzare da qualcosa che ho notato solo dopo aver riletto il tuo racconto alla luce di considerazioni altrui.
Per essere quindi onesta con me stessa oltre che con te, devo separare la mia recensione come "critica", che appoggia assolutamente le considerazioni qui sopra, da quella come lettrice (forse anche ingenua, ma si legge per godere prima di tutto) che invece trova il tuo racconto coinvolgente e bello. Mi è piaciuta l'atmosfera che hai creato, la capacità di iniziare in media res, i dubbi che, senza farti troppe pare e metterti a spiegare, lasci aperti sul passato dei due personaggi. La storia è coinvolgente comunque, anche il colpo di scena finale, anche se assolutamente già visto, cattura.
L'unico appunto che mi sento di farti è che forse, visto che parliamo di una scena d'azione, sarebbe stato ancora più coinvolgente se avessi usato il presente, che ci avrebbe fatto sentire proprio lì all'interno della macchina. Ti porto ad esempio una frase per farti capire la differenza:

"Giorgio la vide accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l’autostrada che scorreva alla luce dei fanali. C’erano solo loro due, e il buio alle loro spalle."

Giorgio la vede accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l'autostrada che scorre alla luce dei fanali. Ci sono solo loro due, e il buio alle loro spalle.

Oppure...

"La strada prese a rallentare. Una grande luna riluceva nel parabrezza, il cuore gli pulsava nel petto.
Accostò presso un campo delimitato da alti pini. Quando si fu fermato, Mara afferrò rapida le chiavi e aprì lo sportello alle sue spalle."

la strada prende a rallentare. Una grande luna riluce nel parabrezza, il cuore gli pulsa nel petto. Accosta presso un campo delimitato da alti pini. Quando si ferma, Mara afferra rapida le chiavi e apre lo sportello alle sue spalle.

Gusto mio eh. Comunque bravo.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Sulla strada

Messaggio#6 » sabato 23 gennaio 2021, 23:49

Ciao Giulio.
Mi ritrovo a distanza di un mese a leggere un altro tuo brano. Se però quello della scorsa edizione mi era piaciuto, a questo giro mi spiace dire che così non è.

Al pari di Luca, anch’io ho trovato parecchie incertezze a livello di gestione del narratore; incertezze che a mio avviso non trovano una spiegazione coerente all’interno della tua prima risposta.
Partiamo da quello che il tuo narratore di certo non è. (per fortuna) Il tuo non è un narratore onnisciente, visto che non è in grado di entrare nella testa di Mara. Potrebbe quindi essere un narratore focalizzato sì su Giorgio, ma in maniera distaccata? Se così fosse, sarebbe possibile nascondere facilmente i pensieri e il piano di Giorgio al lettore. Ma il tuo narratore non è nemmeno questo. E sai perché? Perché ti sei fregato con le tue stesse mani con la seguente frase:
Pensò a cosa poteva fare in quell’istante, le mani sul volante della sua Bandini, un regalo di suo padre dell’anno precedente.

Al di là che è più corretto scrivere “potesse fare” (modalità grammar nazi ON), qui il tuo narratore entra nella testa di Giorgio. Ok, siamo lontanissimi dalla tecnica del deep POV, ma concorderai con me che questo narratore è in grado di leggere i pensieri del protagonista. Possibile allora che MAI una sola volta Giorgio abbia pensato al piano da lui ideato? Non è credibile. Hai scritto che volevi far arrivare il lettore “impreparato al ribaltamento finale” (cit.), ma la verità è che il tuo narratore non sta facendo altro che censurare volutamente informazioni in suo possesso per fregare il lettore.

Riguardo il tema, questo è senz’altro rispettato, ma, mi spiace dirlo, in maniera decisamente più banale e letterale rispetto a tanti tuoi compagni di gruppo.

Insomma, poteva uscirne un brano forse non originalissimo, ma comunque piacevole. Così com’è, lo trovo parecchio zoppicante. Mi spiace, sarà per la prossima volta.
lupus in fabula

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giulio.palmieri
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Re: Sulla strada

Messaggio#7 » domenica 24 gennaio 2021, 2:25

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Giulio,
L'unico appunto che mi sento di farti è che forse, visto che parliamo di una scena d'azione, sarebbe stato ancora più coinvolgente se avessi usato il presente, che ci avrebbe fatto sentire proprio lì all'interno della macchina. Ti porto ad esempio una frase per farti capire la differenza:

"Giorgio la vide accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l’autostrada che scorreva alla luce dei fanali. C’erano solo loro due, e il buio alle loro spalle."

Giorgio la vede accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l'autostrada che scorre alla luce dei fanali. Ci sono solo loro due, e il buio alle loro spalle.

Oppure...

"La strada prese a rallentare. Una grande luna riluceva nel parabrezza, il cuore gli pulsava nel petto.
Accostò presso un campo delimitato da alti pini. Quando si fu fermato, Mara afferrò rapida le chiavi e aprì lo sportello alle sue spalle."

la strada prende a rallentare. Una grande luna riluce nel parabrezza, il cuore gli pulsa nel petto. Accosta presso un campo delimitato da alti pini. Quando si ferma, Mara afferra rapida le chiavi e apre lo sportello alle sue spalle.

Gusto mio eh. Comunque bravo.


Ciao Silvia, ti ringrazio per il consiglio (e per il commento). Farò l'esercizio di metterlo al presente per valutarne l'effetto, d'altronde siamo qui per questo! Un saluto e alla prossima
Ultima modifica di giulio.palmieri il domenica 24 gennaio 2021, 12:01, modificato 1 volta in totale.

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Re: Sulla strada

Messaggio#8 » domenica 24 gennaio 2021, 2:40

JohnDoe ha scritto:Ciao Giulio.

Potrebbe quindi essere un narratore focalizzato sì su Giorgio, ma in maniera distaccata? Se così fosse, sarebbe possibile nascondere facilmente i pensieri e il piano di Giorgio al lettore. Ma il tuo narratore non è nemmeno questo. E sai perché? Perché ti sei fregato con le tue stesse mani con la seguente frase:

Pensò a cosa poteva fare in quell’istante, le mani sul volante della sua Bandini, un regalo di suo padre dell’anno precedente.


Al di là che è più corretto scrivere “potesse fare” (modalità grammar nazi ON), qui il tuo narratore entra nella testa di Giorgio. Ok, siamo lontanissimi dalla tecnica del deep POV, ma concorderai con me che questo narratore è in grado di leggere i pensieri del protagonista. Possibile allora che MAI una sola volta Giorgio abbia pensato al piano da lui ideato? Non è credibile. Hai scritto che volevi far arrivare il lettore “impreparato al ribaltamento finale” (cit.), ma la verità è che il tuo narratore non sta facendo altro che censurare volutamente informazioni in suo possesso per fregare il lettore.


Ciao Alessandro, grazie per il tuo commento! Be' l'intenzione è stata esattamente quella che hai espresso tu: "il tuo narratore non sta facendo altro che censurare volutamente informazioni in suo possesso per fregare il lettore."
L'intento iniziale era di focalizzarsi sul rapporto del protagonista con Mara, e sul fatto che lui non sappia se lei voglia fregarlo del tutto (ma non stavo pensando a Lupin e Margot, assolutamente).
Focalizzarsi sui dettagli del piano avrebbe significato spostare la linea narrativa principale. Insomma, ho pensato che al lettore, all'inizio e nel prosieguo del racconto, non gliene poteva frega' de meno di un piano: gliene frega alla fine, una volta che il protagonista ha avuto le sue risposte dalla vicenda.
Poi, ovviamente, a te il giudizio sulla riuscita o meno. E buona edition.

Dario17
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Re: Sulla strada

Messaggio#9 » domenica 24 gennaio 2021, 17:40

C'è effettivamente uno specchio retrovisore, ma il protagonista non vi percepisce gli oggetti più vicini. Quindi ho deotto che il tema delle diverse prospettive sia da attribuire alla ramificazione di doppi/tripli giochi tra la coppia di rapinatori. Un po' forzato ma ci può stare.
La prosa è lineare e ben curata, ci sono buoni dettagli sebbene nell'incipit dialogato le cose non sono chiare ad una prima lettura, la presenza di qualche beat per chiarire chi dica cosa ci stavano bene.
Mi sa che mentre svolgevi il racconto ti sei dimenticato di averlo ambientato in una autostrada, dati elementi come l'invito a sorpassare col braccio fuori dal finestrino e lo spiazzo campestre coi pini dove i due accostano.
L'intreccio narrativo e il punto di vista sono molto carenti di logica e collegamenti.
Se il pov è Giorgio la semina di angoscia e sospetto sull'auto alle loro spalle non dovrebbe esserci, dato che sono uomini che si rivelano assoldati da lui in forza del complotto che si rivela nell'epilogo.
L'essere sbattuto a terra è gratuito e serve solo per caricare la scena, una volta svelato il mistero risulta gratuito.
Ma poi perchè avviene questo? Siamo su di un racconto brevissimo e non c'è spazio per gli spiegoni, ma senza una semina durante il narrato, un climax e un plot twist di questa portata è un po' uno "sgarro" che si fa al lettore che si ritrova spiazzato.
Va bene inserire pensieri diretti o indiretti durante le fasi salienti, mi riferisco al countdown con la pistola di Mara alla tempia, roba tipo "vivere o morire" "un'altro istante, simile a tutti..." sono poco realistici e sanno un po' di clichè da film d'azione americano.
Non ho afferrato il perchè parlino francese quando loro due si chiamano Giorgio e Mara, ma vabbè.
Più linearità e meno intrighi e sarebbe stato un discreto pezzo.

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Luca Nesler
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Re: Sulla strada

Messaggio#10 » domenica 24 gennaio 2021, 18:14

Ciao Giulio. La tua scrittura ha molto da migliorare. I dialoghi a tratti mi sono piaciuti e mi sono sembrati realistici. Cominciando dall'inizio, non ho capito perché cambiare nome dovrebbe risolvere il problema di una rapinatrice. È evidente che se rapina una banca o simili non avrà detto il proprio nome. Quel passaggio mi è parso una forzatura per introdurre l’argomento rapina.

“Mara sollevò il posacenere sotto la radio; dopo un’ultima tirata vi gettò dentro la sigaretta. Giorgio la vide accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l’autostrada che scorreva alla luce dei fanali.”
È chiaro che Giorgio stia già guardando Mara, se la vede sollevare il portacenere, quindi non serve dire “Giorgio la vide” subito dopo. Inoltre la osserva per molto tempo e nota i minimi dettagli. Non sembra uno che sta guidando.
Questo periodo non va bene, specie se poi ci metti “Giorgio guidava senza distogliere gli occhi.”
Hai presente “show, don’t tell”? Ecco, qui hai detto qualcosa e ne hai mostrata un’altra.

“– No – fece Giorgio, dopo un istante.”
Qui sarebbe meglio fargli fare qualcosa (magari fargli notare i fari dietro) e poi inserire la battuta. Così fai capire che per un istante non risponde e poi lo fa. Altrimenti è solo tell e il lettore deve immaginare la scena a ritroso.

Ci sono molte altre cose che non vanno tecnicamente nel testo, ma mi fermo qui.
Riguardo alla trama ci sono diversi elementi strampalati. C’è il fatto che Giorgio sembra ignaro di tutto, ma alla fine è lui a condurre il gioco. Perché Mara crede che quelli siano i suoi uomini se sono di Giorgio? Perché Giorgio si sorprende e ci rimane male che Mara lo voglia tradire se anche lui sta facendo lo stesso? Perché Giorgio non sa di essere seguito dai suoi uomini? Perché questi viaggiano dietro al loro capo con gli abbaglianti?
Insomma mi è sembrato forzato e non mi ha convinto. Mi è parsa una costruzione poco ragionata.
Alla prossima!

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Davide Di Tullio
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Re: Sulla strada

Messaggio#11 » domenica 24 gennaio 2021, 20:48

giulio.palmieri ha scritto:– Cosa ti ha detto il vecchio? – lo incalzò Mara, soffiandogli sul viso uno sbuffo di fumo.
– Non voglio che fumi in macchina.
– Sì. E poi?
– E poi da domani cambi nome. Non mi va che qualcuno possa ricordarsi di te.
– Che nome ti piace?
– Un nome qualsiasi. Gianna, o Rebecca. Un nome così, che quando lo sentono annuiscono e non chiedono nient’altro. Spegnila.
Mara sollevò il posacenere sotto la radio; dopo un’ultima tirata vi gettò dentro la sigaretta. Giorgio la vide accavallare le gambe, tornare ad accomodarsi sul sedile della macchina, a guardare l’autostrada che scorreva alla luce dei fanali. C’erano solo loro due, e il buio alle loro spalle.
Giorgio guidava senza distogliere gli occhi. Tossì. – Ora sei libero, ha detto. Attento solo a non farteli fregare. Poi ha preso i soldi dalla cassaforte e me li ha messi nel borsone. Sembrava non gli importasse niente della pistola, né di me che gliela puntavo addosso.
– E tu hai creduto a quello che ti ha detto?
– No – fece Giorgio, dopo un istante. Due fari lontani erano apparsi nello specchietto. Forse un turista, o qualcuno in viaggio come loro. – Perché avrei dovuto?
– Dove hai messo la pistola?
– Nel borsone.
– Il borsone?
– Nel portabagagli.
– E se ci fermano?
– Diciamo che andiamo in vacanza. Non potranno non credere a noi due. Vero?
Mara si girò sul sedile, alla luce dei fari abbaglianti che s’avvicinavano.
Vai vai faceva segno Giorgio dal finestrino aperto, ma quelle luci, prima distanti, ora parevano scrutare dentro l’abitacolo.
– Li conosci? – chiese, continuando a gesticolare.
La macchina non superava. Giorgio chiuse il finestrino e tornò a premere sull’acceleratore. Mara era tornata ad armeggiare nella borsetta, forse per un’altra sigaretta, mentre la macchina correva più forte di prima.
Quando la macchina alle loro spalle tolse gli abbaglianti, Giorgio tirò un sospiro di sollievo.
– Per un attimo ho temuto… – fece, prima di sentire il metallo della mikros k, sulla tempia. Era la pistola di Mara, calibro sei e trentacinque.
– Accosta – sentì dirsi. Era lei che parlava? Lei, la donna per cui aveva tradito suo padre?
Rallentò. Pensò a cosa poteva fare in quell’istante, le mani sul volante della sua Bandini, un regalo di suo padre dell’anno precedente.
– Vado a schiantarmi – disse, e affondò sul pedale.
Mara non mosse la pistola. Restava fredda, impassibile. Gli aveva sempre detto cosa fare e lui l’aveva fatto. Si erano conosciuti a Biarritz, due anni prima.
– Mi hai sentito? – urlò. – Vado a schiantarmi.
– È questa la fine che mi proponi, monsieur?
Giorgio annuì.
– Se ti sparo, finisce tutto. Se ti fermi, prendo i soldi e scappo. E tu vivi. - La voce di Mara era un sibilo. – Ti do tre secondi. Riuscirai a decidere in tre secondi, tesoro?
I fari avevano ripreso ad avvicinarsi.
– Tre.
Un istante. Un solo istante per vivere o morire.
– Due.
Un altro istante, simile a tutti gli attimi passati con lei, negli ultimi due anni.
– Uno.
Avrebbe sparato. Lei avrebbe sparato: sentiva il metallo della pistola sulla tempia.
– Hai vinto – disse Giorgio d’un fiato.
La strada prese a rallentare. Una grande luna riluceva nel parabrezza, il cuore gli pulsava nel petto.
Accostò presso un campo delimitato da alti pini. Quando si fu fermato, Mara afferrò rapida le chiavi e aprì lo sportello alle sue spalle. Lui si girò verso l’ombra di due uomini dal volto coperto dal passamontagna, che gli intimarono di scendere.
Aprirono lo sportello del guidatore e lo tirarono per le braccia. Lui sentì l’asfalto sulla bocca, poi fu ripreso, sollevato e spinto. Arrancò nell’aria, fino ad accasciarsi sulle radici di un pino, sul limite della strada. Quando si sollevò, i due erano ancora lì, vicino ai fanali posteriori della Bandini. Più indietro, la sagoma del veicolo con cui li avevano inseguiti.
– Andiamo, ragazzi – esclamò Mara, con un sorriso triste. – Addio, monsieur George. Domani…
In un solo, rapido gesto, uno degli uomini levò una pistola verso di lei.
Cheri – rispose Giorgio – loro lavorano per me.
E sentì qualcosa nel cuore, in quell'istante, mentre Mara, immobile sul selciato, abbassava il viso dagli occhi scuri, come per una segreta vergogna.


Ciao Giulio

piacere di leggerti.Per me forse la tua migliore performace su MC. Il racconto ha un buon ritmo e dialoghi convincenti, ma non è esente da problemi. Partiamo dal meno rilevante. Abbondi nell'uso dei dialogue tag (disse, rispose ecc.). Sono inutili. Ne puoi fare tranquillamente a meno, se costruisci bene la scena senza creare ambiguità nel identificare il parlante. Se usi correttamente i capoversi e i beat di movimenti riesci a creare una scena potente e immersiva.
Passiamo invece alle questioni più rilevanti. La trama lascia molti interrogativi aperti, cosa che è un difetto grave, soprattutto per un racconto poliziesco o giallo (ma vale per ogni genere). Da dove spunta la borse in cui racconti che la donna "torna ad armeggiare?" Mi pare comparisse per la prima volta nella scena quando l'hai nominata.
Se gli uomini di lui erano d' accordo con lui, perchè fare tutta quella messa in scena di prenderlo e sbatterlo per terra?
Insomma, ci sono delle incongruenze che ridimensionano il potenziale di questo racconto che avevi impostato comunque in modo interessante. Peccato

a rileggerci!

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Davide_Mannucci
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Re: Sulla strada

Messaggio#12 » lunedì 25 gennaio 2021, 12:30

Ciao Giulio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi piace e il finale carico di quella giusta tensione che fa apprezzare un finale comunque già visto da altre parti. Quando succede questo per me è un punto di forza: rendere "nuovo" qualcosa di trito e ritrito è abilità.
Devo però dire che la gestione dei punti di vista e qualche uscita dal personaggio mi hanno reso la lettura meno fluida. Sono convinto che con una revisione ne verrebbe fuori un ottimo lavoro. Una buona prova comunque. Bravo.
Davide Mannucci

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giulio.palmieri
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Re: Sulla strada

Messaggio#13 » lunedì 25 gennaio 2021, 19:09

Salve ragazzi, grazie per i commenti, i complimenti e i consigli.
Rispondo in ordine sparso:
- dialog tag: in effetti, devo imparare a dosarli e lasciare più spazio alla scansione diretta
- trama: la dinamica della trama in effetti è un po' complessa, puntavo al rovesciamento dei ruoli per sorprendere il lettore; capisco ad ogni modo che l'eccessiva complessità (i due lavorano per Giorgio, ma avevano fatto un accordo con Mara etc. etc.) non ha giocato a favore. Forse sarebbe bastato concentrarsi su una singola linea narrativa (tipo il rapporto tra i due protagonisti) senza arrovellarsi troppo su ribaltamenti o rapporti vari. Proverò a riscriverlo e a semplificarlo.
Grazie e alla prossima

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Re: Sulla strada

Messaggio#14 » mercoledì 27 gennaio 2021, 20:52

Tema centrato. La storia rispecchia lo spirito spericolato della coppia in questione. Punti di forza: si parte da una narrazione alla Bonnie e Clyde. Sembrano due rapinatori in fuga e decisi a cambiare vita (penso al nome di lei), ma, nel corso della storia, si arriva a capire che Mara è una cacciatrice di denaro, infatti, ha indotto Giorgio a tradire il padre (quindi ha rubato al padre). E lei sta per tradirlo. La macchina, dapprima, mi aveva fatta pensare alla polizia e poi a gente complice di lei (per convincerlo a lasciarle tutti i soldi e magari la Bandini). Invece, colpo di scena, sono i complici di lui. Quindi, il tutto è stato congegnato da lui per metterla alla prova (storia che può avere un seguito lungo. Ha il ritmo mozzafiato dei telefilm di Arsenio Lupin). Morale: non basta conoscere un tipo danaroso a Biarritz per sistemarsi, malgrado si sia scaltre.
Punto debole:
chèrie.

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Re: Sulla strada

Messaggio#15 » giovedì 28 gennaio 2021, 10:08

Ciao Alexandra, grazie per il commento. Ne farò un racconto più lungo, giocando sui personaggi e sulle situazioni. E w Arsenio Lupin!

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Re: Sulla strada

Messaggio#16 » domenica 31 gennaio 2021, 11:59

Il racconto non mi è dispiaciuto, ma ha diverse problematiche che ritengo ti siano state ben esposte in corso di commenti. Concordo con Silvia sul fatto che con il presente avrebbe ricevuto un boost, forse anche portandoti a usare un pov più coerente e meno incerto. Penso anche che il tutto avrebbe potuto sorreggersi con una sostanziale semplificazione perché mi sembri tendere a dare per scontate determinate informazioni, soprattutto quando ti complichi la vita (la questione sulla funzionalità del cambiare nome ti rimane in canna e il doppiogiochismo degli scagnozzi si rivela probabilmente ridondante e, di nuovo, poco funzionale). Essendo il tutto incentrato sul rapporto tra i due protagonisti sarebbe stato forse più funzionale anche indagare meglio sul loro rapporto, ma questo è più attinente alla strategia di fondo ed è solo un mio pensiero. Buona la declinazione del tema. Per me questo è un classico pollice tendente verso l'alto in modo non brillante e forse anche poco solido e in classifica finisci davanti al parivalutato racconto di Vallese che, seppur dotato di uno stile egregio, ho trovato piuttosto pigro nelle sue fondamenta.

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