Reflector

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Eugene Fitzherbert
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Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 0:21

Reflector
Di Eugene Fitzherbert


Porto il dittafono alle labbra. «Appunti del Dottor Salvo Rendi sul Reflector – Esperimento numero 36bis.» Nell’atmosfera polverosa della mia cantina, controllo gli allacci sul telaio dello specchio Positivo: «Tutto regolare.» Seguo il fascio di fili fino all’altro specchio, posizionato di fronte al primo. Strattono le funi che pendono dal soffitto. «Specchio Negativo regolare.»
Mi siedo al terminale del Reflector. «Polo Positivo: attivato.»
I bordi dello specchio si illuminano.
«Sovraccarico quantico dell’argento.»
L’intensità della luce aumenta. «Inserimento catalizzatori principali.» Infilo due barre di tungsteno trasparente dietro lo specchio Positivo.
«Preparazione del soggetto.»
Indosso un paio di guanti da giardinaggio e da una gabbia prendo una gatta spelacchiata. Soffia, e cerca di graffiarmi. La immobilizzo su un tavolino tra i due specchi. Con una striscia di nastro adesivo le chiudo la bocca.
«Esemplare vivo numero 27, gatta, circa quattro chili.» La accarezzo. «Vedi di non esplodere, ok?»
Una luce verde lampeggia sul terminale. «Specchio Positivo pronto all’attivazione.» Indosso gli occhiali protettivi. «Catalizzatori a temperatura.»
Abbasso due interruttori. «Posizionamento dei due tributi Alfa e Omega.» Dalla gabbietta, afferro un cucciolo. Da una scatola, tiro fuori un cadavere felino puzzolente. Mi piace pensare che siano tutti una famiglia.
Assicuro il micino alla fune appesa al soffitto, di fronte allo specchio Positivo. Lego il cadavere di fronte allo specchio Negativo. Li spingo e i due animali oscillano.
«Tributi pronti.»
Le barre di tungsteno trasparente diventano opache. «Inizio raccordo quantico.»
Lo specchio Negativo vibra.
Sulle superfici riflettenti compare la gatta, moltiplicata all’infinito.
L’aria inizia a vibrare. Le oscillazioni dei due gatti appesi al soffitto aumentano, invece di esaurirsi.
«Attività antiinerzia iniziata.» I due Tributi toccano le superfici degli specchi e vengono risucchiati all’interno. «Stabilita parallasse temporale.»
Le superfici riflettenti ribollono e si agitano.
Il pavimento vibra.
La gatta sul tavolo si dimena.
Un ronzio mi trapana le orecchie. Digrigno i denti.
Un rumore di risucchio e poi l’aria si fa compatta e silenziosa.
«Reflector attivo.» Sussurro al dittafono.
La gatta è immobile, cristallizzata. Nello specchio Positivo, le immagini riflesse mostrano il felino sempre più giovane fino alla sua versione cucciola. Dalla parte opposta, nello specchio Negativo, le copie virano in avanti nel tempo, fino a un’oscurità densa.
«Cristallizzazione avvenuta. Si procede allo Scorrimento.»
Premo il tasto +. Con un fruscio, come se stessero scorrendo delle diapositive, l'esemplare sul tavolo viene sostituito da quello più giovane prelevato da dentro lo specchio.
Premo il – e la gatta invecchia.
«Esperimento numero 36bis riuscito. Cristallizzazione e Scorrimento avvenuti con successo!» Non ci posso credere.
Tengo premuto + fin e il felino diventa un cucciolo. Sorrido e ENTER. I due specchi si spengono e la stanza piomba nell’oscurità.
Rovescio la sedia.
«Gina!» Corro su per le scale e spalanco la porta. «Gina, è fatta. Domani aggiustiamo Carlo.»
Mia moglie si affaccia alla porta della cantina. Ha i capelli arruffati e due borse sotto gli occhi. «Bene.»

«Sei pronta?» Mi siedo al terminale.
«Credo di sì.» Gina culla il bambino dei vicini. «Anche se non ho capito perché devo fare da babysitter a Marco.»
«È uno dei Tributi.» Lei non mi ascolta, presa a coccolare il fagottino profumato. «Carlo dov’è?»
«È lì.» Indica un punto alle sue spalle.
Mio figlio è in ginocchio, trattenuto da catene. Ha gli occhi spiritati e la bocca sbavante. Si strappa una ciocca di capelli e scopre i denti marci.
«Tesoro, ora papà ti guarisce.» Gli arruffo i capelli «Torneremo a quindici anni fa, quando eri ancora normale e ricomiceremo da lì.»
Lo immobilizzo sul tavolino. Lui ringhia e sputa.
«Gina, ho bisogno del Primo Tributo.» Indico il bambino.
«Ancora non ho capito cosa fa questo… tributo.»
Lo appendo alla fune per il busto. «È una delle estremità della parallasse temporale: la più giovane, Alfa.»
«E l’altra?» Gina mi dà le spalle.
«Se la vita è l’Alfa, cos’è l’Omega?» L’afferro per la gola. «Scusami, ma ho bisogno della morte… Lo faccio per Carlo, il nostro Carlo.»
Ultima modifica di Eugene Fitzherbert il martedì 19 gennaio 2021, 0:41, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Reflector

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 0:25

Ciao Eugene! Tutto ok con i parametri, buona Specularia Edition!

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Sirimedho
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Re: Reflector

Messaggio#3 » mercoledì 20 gennaio 2021, 16:30

Buongiorno Eugene.

Non posso dire che il racconto mi sia piaciuto molto, è davvero assai distante dal mio genere di letture e questi bambini mostruosi incatenati o vittime dell’ultima ora a dir poco non mi fanno impazzire.

Al tempo stesso debbo però riconoscere che è molto ben scritto, anche la parte di “technobabble” mi è sembrata funzionale allo scopo. Molto divertente lo stupore dell’inventore al vedere che, incredibilmente, l’apparato funziona.

Darei un po’ più di voce alla povera moglie, destinata ad essere Omega in modo quasi del tutto silente.

Complimenti e a presto rileggerci.

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filippo.mammoli
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Re: Reflector

Messaggio#4 » venerdì 22 gennaio 2021, 13:24

Ciao Eugene,
innanzi tutto devo rendere merito allo sforzo fatto per allestire una storia originale e con un'interpretazione del tema un po' diversa.
Tentativo lodevole che però, a mio modo di vedere, è riuscito solo in parte.
Se dan parte l'ambientazione e la descrizione del "setting" per l'esperimento sono funzionali, anche la freddezza mostruosa nel maneggiare vite animali e umane è resa molto bene, dall'altra ho trovato un po' abusate alcune parole come "quantico" che quando si vuole sparare alto e scrivere di fantascienza, ci sta sempre bene.
E poi, giunto alla fine, dove comunque si percepisce bene la disinvolta mostruosità dello scienziato, mi è rimasto poco.
Forse hai indugiato troppo nella descrizione serrata dell'esperimento mostrando poco altro che avesse a che fare con gli intenti del protagonista, della moglie e dei bambini coinvolti.
Per me un racconto riuscito a metà.
Alla prossima.

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GiulianoCannoletta
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Re: Reflector

Messaggio#5 » venerdì 22 gennaio 2021, 17:13

Ciao Eugene, piacere di averti letto.
Un racconto originale, anche se la tua interpretazione mi pare deviare un po' dal tema.
La prima parte dell'esperimento mi è sembrata troppo macchinosa e ingombrante rispetto all'economia del racconto.
Ho faticato anche ad empatizzare col protagonista, che mi è parso distaccato, tanto che la “riparazione” di Carlo, il cinico colpo di scena nel finale, sembra quasi una realizzazione meccanica e non suscita le emozioni che dovrebbe.
Rimane comunque un buon racconto, che forse avrebbe avuto bisogno di un po' di spazio in più.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Gennibo
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Re: Reflector

Messaggio#6 » sabato 23 gennaio 2021, 18:45

Ciao Eugene e piacere di rileggerti, mi è piaciuta molto la preparazione dell'esperimento e la padronanza con cui sei riuscito a gestire la storia. La fine mi è arrivata poco, non ho capito perché sacrificare anche la moglie, perché non coalizzarsi con lei per prendere la madre del vicino insieme al piccolo e sacrificare entrambi. Capisco la follia dello scienziato, ma non vedo motivazioni "folli" o meno che premettono e giustificano l'uccisione della moglie.
Riguardo il tema direi che è centrato, un esperimento sulla base di una speranza dettata dalla disperazione che alla fine riesce e non sembra più un desiderio irraggiungibile.
Buona Edition e alla prossima!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Reflector

Messaggio#7 » martedì 26 gennaio 2021, 15:26

Ciao Eugene. Piacere di leggerti.
Il tema lo hai preso, perché gli oggetti riflessi diventano parte integrante dell'essere sotto esperimento, quindi si "avvicinano" a lui in un certo senso. Mi è piaciuto come hai reso credibile la parte tecnica, cosa non da poco, seppure non sia riuscito a visualizzare bene la scena che volevi raffigurare nel punto in cui vengono schiacciati i tasti più e meno. E' come se mi mancassero dei dettagli descrittivi importanti.
Il finale, ahimé, temo non funzioni e rompa il patto con il lettore. Non hai specificato da nessuna parte che l'essere morto doveva essere ucciso sul momento. La gatta, infatti, sembra sia un cadavere recuperato. La domanda sorge quindi spontanea: perché lui e la moglie non hanno recuperato un cadavere dal cimitero (ricorda un po' Frankenstein Junior)? Uccidere la propria moglie e madre del ragazzo dovrebbe essere proprio l'ultima spiaggia, ma questo non trapela nel racconto perché lasci l'idea che di alternative ce ne possano essere molte (così come uccidere una terza persona). Per intenderci, il colpo di scena finale non riesce nel suo intento facendo, al contrario, cadere un po' l'intero castello. Peccato. Alla prossima.

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Mauro Lenzi
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Re: Reflector

Messaggio#8 » mercoledì 27 gennaio 2021, 17:42

Nota per tutti i membri del gruppo T-REX.
Con l’eccezione di un esordio (meritevole di grande rispetto), le vostre opere sono tutte di buon livello. Per cui troverete pochi complimenti; spero non me ne vogliate, ma ho pensato che vi sarebbero più utili le osservazioni. Queste, in buona parte, le ho interpretate come suggerimenti per un’ipotetica seconda stesura.
Ho scritto i miei commenti a caldo durante e subito dopo la lettura, e poi ho guardato la parte dei commenti successivi ed eventualmente aggiunto qualcosa.
Visto l’alto livello del vostro gruppo, in classifica le posizioni dalla prima alla penultima rappresentano comunque una valutazione positiva dell’opera.


Ciao Eugene

Racconto che parte in salita costringendomi a interrompere subito la lettura per andare a vedere cosa sia un dittafono. Ok, ignoranza mia, te la passo!

L’impressione che ho avuto all’inizio è una serie di termini tecnici che da un lato dà credibilità al pdv, ma dall’altro tiene lontano il lettore che non ha bene idea di cosa stia parlando. Ci vuole molto perché si capisca cosa succede: però è anche questo che tiene ancorati alla storia. Penso che non ci sia una misura esatta, perché ci possono essere sensibilità diverse. In una successiva riscrittura cercherei di associare i termini tecnici a qualche evento più comprensibile, e riducendo al minimo quello che è funzionale per la storia. Evitando insomma i termini che rischiano di restare fini a se stessi.
Però, ripeto: nell’ottica di una riscrittura. Nelle dinamiche di MC non ho particolari appunti da fare.

Mi piace come è scritto, ti faccio solo piccoli dettagli.
Citare il nome del neonato non è necessario e apporta un po’ di confusione inutile alla parte finale.

LA spiegazione del papà a “torneremo a quindici anni fa” suona un po’ fuori contesto come un abbozzo di spiegazione. Anche qui, non è un’osservazione tecnica, ma un semplice parere. O continui a evitare di far dire ai personaggi in scena cose che sanno benissimo, o se vuoi dare un quadro di comprensione al lettore lo fai in modo più organico, e a quel punto ti sarebbe servito più spazio per un accenno a Carlo e al suo “guasto” (ho apprezzato quell’ “aggiustiamo”). Invecchiamento precoce? Esposizione a radiazioni, magari per un esperimento del padre? Forse troppa carne al fuoco, ma mi è venuto da darti qualche spunto. A una seconda stesura ridurrei la parte di sperimentazione iniziale come ti dicevo, tagliando i termini laddove non forniscono ai lettori vere informazioni, e dedicherei qualcosa di più all’aspetto umano / problematico della famiglia.

Per tuo feedback, ho capito dove si sarebbe andati a parare quando non ho notato altri personaggi in scena dopo il neonato. Non mi ha rovinato il gusto, è arrivato abbastanza in fondo.

Letti i commenti altrui, riprendo quello di Gabriele: la morte della moglie era così necessaria? Come spunto, si potrebbe fare che il primo omega fosse ucciso sul momento, con un breve accenno ai cadaveri che in precedenza non avevano funzionato.
Oppure, quel “mi piace pensare che siano una famiglia” diventa invece una necessità. Però a quel punto il neonato sarebbe diventato, diciamo un nipote? Il figlio della sorella della moglie? Perché no.


Cosa mi è piaciuto di più: L’idea di uno scienzato e il suo esperimento con due specchi collegati da cavi e uno spostamento temporale attraverso i riflessi infiniti... mi piace! Ora creo un congegno secondo le tue indicazioni, torno indietro nel tempo alla sera di questo MC e ti rubo l’idea. Ora che stai leggendo, l’avrò già fatto.

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antico
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Re: Reflector

Messaggio#9 » martedì 2 febbraio 2021, 12:07

Mi sono chiesto perché tu abbia dedicato tanto spazio all'esperimento e penso che volessi rendere l'idea dello scollamento dell'uomo da qualunque parvenza di umanità in favore della scienza, questo passa. Quando poi introduci la questione del figlio lo fai con la parola AGGIUSTARE e anche questa è una scelta ben determinata e credo sia per distanziare la sua volontà da una questione di affetto in favore, sempre, della sfida scientifica. Anche il finale è in quella direzione perché lui prende quello che ha sottomano in quel momento per testare la sua invenzione. Ecco, credo che il racconto manchi proprio nel mostrare in modo più funzionale la mostruosità di questo protagonista, totalmente dominato da motivazioni che trascendono l'amore famigliare. Nel cercare di creare questo distacco ti dimentichi il lettore e fornisci una sorta di schema freddo dando poco spazio all'attore in scena e non permettendo allo stesso di "convincere" sulla sua mostruosità. Il tema è ben declinato. Per me un pollice tendente verso il positivo anche se al pelo e ti piazzo davanti ai parivalutati racconti di Marchese e Leonardi perché qui le motivazioni sono più chiare, anche se esposte in modo non ottimale.

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