Diversi e uguali

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ItaliaLeggendaria
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Diversi e uguali

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 0:34

DIVERSI E UGUALI
di Morena Bergamaschi

La salita si fa più ripida e il sudore mi inzuppa la camicia. Lo zaino pesa sulle spalle e, a ogni movimento, tintinna.
Mario è già arrivato al bivio, appoggia le mani sui fianchi. «Stai attento a non rompere niente o avremo fatto fatica per nulla.»
«Non sono scemo!» Forse sì, visto che ti ho seguito. «Cosa dovremmo farci con questi vetri?»
«Sono specchi e ci servono per tenere lontani gli uccelli dalle colture.»
Apre il cancello del recinto, si sfila il marsupio, lo appoggia a terra e mi fa cenno di avvicinarmi. Prendo dallo zaino un fagotto di coperte e lo adagio su un ceppo lì accanto. Lo spaventapasseri ci osserva dal centro dell'orto. Srotolo il panno e gli specchietti risplendono alla luce del sole.
Mario preleva dal marsupio alcuni rocchetti di filo. «Dai passami uno specchio, così cominciamo.»
Prendo il pezzo più grosso che trovo, lo sollevo all'altezza degli occhi. «Ehi Mariuccio guarda come sono bella!» cinguetto imitando la panettiera.
«Smettila cretino.» Mario mi lancia una manciata di terra addosso. Sorride.
Lo specchio riflette il bosco alle mie spalle e, per un secondo, posso scorgere anche una farfalla che vola su un fiore.
Una folata di vento mi scompiglia i capelli, un odore acre mi pizzica il naso e piego lo specchio verso la cima del monte. Un mostro alato con la testa di gallo sputa fuoco e fumo verso il cielo.
«Scappa Mario!» Lo spingo verso il cancello e giù per lo sterrato.
«Piero che succede? Cosa hai visto?» Mi trattiene per la manica, ma mi divincolo con uno strappo.
«Ho visto il Basilisco,» singhiozzo «ormai sono spacciato...»
Mario mi strattona, mi spinge, ma sono immobile. Nonna lo diceva che il mostro ti pietrifica con un solo sguardo. Mario mi prende il viso tra le mani, grosse lacrime gli solcano le guance. Dice qualcosa, ma non riesco a capire. Annuisco e lo allontano. Si allontana, scende in paese, ma prima della curva si volta e mi saluta. Ecco lo sapevo che sono stato uno scemo. Potevo stare comodo a dormire sull'amaca e invece sono morto.
Una farfalla si posa sulla mia mano, è color del miele con righe nere. Mi solletica le dita. Forse non sono morto allora! Faccio un passo indietro, poi un altro. Gli specchi sono ancora sul ceppo di legno, uno è in mezzo all'erba. Lo raccolgo e lo punto di nuovo verso la cima della montagna. Non dovrei guardare, lo so. Ma sono attratto da quel mostro.
In cima al monte c'è solo una colonna di fumo denso, grigio e qualche bagliore rosso. Forse non mi ha visto e se n'è andato. Sospiro e i muscoli si rilassano.
Un alito di vento caldo mi accarezza il collo e le spalle, profuma di carne bruciata e legno. Inclino lo specchio e un becco compare nel riflesso. Mi allontano di due passi, tanto sarò morto tra poco. Le squame del corpo riflettono la luce dorata del tramonto, le ali rosso fuoco sono ripiegate sul dorso e la testa di gallo si inclina di lato. Due occhi neri fissano la mia immagine nello specchio e la coda a lancia sbatte sul terreno.
Terrificante. Eppure ipnotico.
Sulla montagna è sceso un silenzio innaturale, come se non ci fossero più esseri viventi intorno a noi. Solo io e lui.
Si avvicina, inspira l'aria come se mi annusasse e si ferma accanto a me. Il suo respiro è lento e regolare, tranquillo. Non sembra pronto a mangiarmi. Certo perché io lo so come si comporta un mostro prima di papparsi un bel bocconcino come me!
Sfioro le piume delle ali, sono morbide e calde. Alzo una mano e la appoggio sul dorso. Le squame sono fredde e dure, in contrasto con il resto. Resta immobile al mio tocco.
Mi avvicino e accarezzo il suo corpo dalla testa alla coda, con dolcezza. Si volta verso di me. Ecco l'ho fatto arrabbiare. Sento un calore nel petto che si irradia verso le estremità. Lo specchio mi cade dalle mani.
L'immagine che riflette ora è di due Basilischi, l'uno accanto all'altro.



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antico
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 0:39

Ciao Morena e benvenuta nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona SPECULARIA EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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Fagiolo17
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#3 » mercoledì 20 gennaio 2021, 18:10

Ciao Morena, credo sia la tua prima volta qui su MC, quindi benvenuta.
Veniamo al tuo racconto. Mi è piaciuta l’immagine che hai creato e le descrizioni della creatura fantastica. L’unica cosa che mi ha stranito è stato il finale.
L'immagine che riflette ora è di due Basilischi, l'uno accanto all'altro.

Quindi anche il nostro protagonista si è trasformato in un basilisco?
Il finale è arrivato inaspettato, forse troppo. Mi ha spiazzato perché non c’è stata semina che mi portasse ad aspettarmi un avvenimento del genere e mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Ti segnalo questo refuso: “Annuisco e lo allontano. Si allontana”
Complessivamente un buon testo che ho letto volentieri. Brava!

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ItaliaLeggendaria
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#4 » giovedì 21 gennaio 2021, 10:03

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Morena, credo sia la tua prima volta qui su MC, quindi benvenuta.
Veniamo al tuo racconto. Mi è piaciuta l’immagine che hai creato e le descrizioni della creatura fantastica. L’unica cosa che mi ha stranito è stato il finale.
L'immagine che riflette ora è di due Basilischi, l'uno accanto all'altro.

Quindi anche il nostro protagonista si è trasformato in un basilisco?
Il finale è arrivato inaspettato, forse troppo. Mi ha spiazzato perché non c’è stata semina che mi portasse ad aspettarmi un avvenimento del genere e mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Ti segnalo questo refuso: “Annuisco e lo allontano. Si allontana”
Complessivamente un buon testo che ho letto volentieri. Brava!



Ciao! Si in effetti è la prima volta che partecipo a MC e non è tanto che mi dedico alla scrittura in modo serio.
Rileggendo il testo non posso che darti ragione. Il finale arriva di colpo e forse avrei potuto introdurlo in modo più delicato visto che avevo ancora un po' di margine di caratteri.
Grazie per il refuso. Qualcosa scappa sempre!
Ti ringrazio per il feedback, mi appunto i consigli e spero di riuscire a metterli in pratica nella prossima sfida.

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Davide_Mannucci
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#5 » sabato 23 gennaio 2021, 23:22

Ciao Morena, benvenuta e piacere di leggerti!
Il tuo è un racconto piacevole, con un'idea che mi è piaciuta e scritto davvero bene. Mi piace il tuo stile immersivo. Ci si cala alla perfezione nel punto di vista del protagonist e questo rende la lettura scorrevole e fluida.
Il finale improvviso è stato come scendere le scale e trovare l'ultimo gradino troppo alto. Nel complesso una buona prova. Tema centrato e, ripeto, lo stile gioca molto a favore di una valutazione più che positiva. Brava!
A presto
Davide Mannucci

Dario17
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#6 » domenica 24 gennaio 2021, 17:46

L'attinenza al tema è deboluccia, oltre che troppo attaccata al significato letterale.
D'accordo la presenza di specchi ma nel racconto il narratore tramite protagonista in prima persona non da mai l'idea che il basilisco sbirciato nello specchietto sia più vicino di quanto sia in realtà. Anzi, il pov si rilassa non vedendolo inquadrato dando l'impressione contraria.
Le descrizioni e le percezioni non sono malaccio, soffrono tuttavia di un pizzico di banalità ( l'odore acre, il vento tra i capelli) e di didascalità; sono elencate ogni tot righe e raramente ci aiutano a immaginarci la scena pian piano con elementi in più, non sono funzionali.
Considerando la scena, il protagonista balza da una condizione all'altra senza troppa logica rispetto a quello che gli sta capitando:

1- Oddio, ho visto un basilisco, sono morto e piango!
2- Oh, una farfalla! ( se si è inpanicati e in punto di morte nessuno si soffermerebbe a guardare bene una farfalla)
3- Non vedo più il basilisco, mi rilasso!
4- Oddio, è dietro di me! Vabbè, sbircio tanto sono morto, mi allontano due passi.

Non so se rendo bene l'idea della criticità contenuta nella seconda parte del brano e solo in questa, perchè nella prima parte le cose andavano benone durante la fase introduttiva.
Il finale arriva bello chiaro ma un po' come una fucilata perchè senza preavviso e senza una semina aaccurata.
Ci sono ampi margini di miglioramento da fare, ma possono essere poggiati su una discreta base.
Ripeto: la buona gestione della prima persona e l'incipit sono validi.

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Davide Di Tullio
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#7 » domenica 24 gennaio 2021, 21:15

ItaliaLeggendaria ha scritto:DIVERSI E UGUALI
di Morena Bergamaschi

La salita si fa più ripida e il sudore mi inzuppa la camicia. Lo zaino pesa sulle spalle e, a ogni movimento, tintinna.
Mario è già arrivato al bivio, appoggia le mani sui fianchi. «Stai attento a non rompere niente o avremo fatto fatica per nulla.»
«Non sono scemo!» Forse sì, visto che ti ho seguito. «Cosa dovremmo farci con questi vetri?»
«Sono specchi e ci servono per tenere lontani gli uccelli dalle colture.»
Apre il cancello del recinto, si sfila il marsupio, lo appoggia a terra e mi fa cenno di avvicinarmi. Prendo dallo zaino un fagotto di coperte e lo adagio su un ceppo lì accanto. Lo spaventapasseri ci osserva dal centro dell'orto. Srotolo il panno e gli specchietti risplendono alla luce del sole.
Mario preleva dal marsupio alcuni rocchetti di filo. «Dai passami uno specchio, così cominciamo.»
Prendo il pezzo più grosso che trovo, lo sollevo all'altezza degli occhi. «Ehi Mariuccio guarda come sono bella!» cinguetto imitando la panettiera.
«Smettila cretino.» Mario mi lancia una manciata di terra addosso. Sorride.
Lo specchio riflette il bosco alle mie spalle e, per un secondo, posso scorgere anche una farfalla che vola su un fiore.
Una folata di vento mi scompiglia i capelli, un odore acre mi pizzica il naso e piego lo specchio verso la cima del monte. Un mostro alato con la testa di gallo sputa fuoco e fumo verso il cielo.
«Scappa Mario!» Lo spingo verso il cancello e giù per lo sterrato.
«Piero che succede? Cosa hai visto?» Mi trattiene per la manica, ma mi divincolo con uno strappo.
«Ho visto il Basilisco,» singhiozzo «ormai sono spacciato...»
Mario mi strattona, mi spinge, ma sono immobile. Nonna lo diceva che il mostro ti pietrifica con un solo sguardo. Mario mi prende il viso tra le mani, grosse lacrime gli solcano le guance. Dice qualcosa, ma non riesco a capire. Annuisco e lo allontano. Si allontana, scende in paese, ma prima della curva si volta e mi saluta. Ecco lo sapevo che sono stato uno scemo. Potevo stare comodo a dormire sull'amaca e invece sono morto.
Una farfalla si posa sulla mia mano, è color del miele con righe nere. Mi solletica le dita. Forse non sono morto allora! Faccio un passo indietro, poi un altro. Gli specchi sono ancora sul ceppo di legno, uno è in mezzo all'erba. Lo raccolgo e lo punto di nuovo verso la cima della montagna. Non dovrei guardare, lo so. Ma sono attratto da quel mostro.
In cima al monte c'è solo una colonna di fumo denso, grigio e qualche bagliore rosso. Forse non mi ha visto e se n'è andato. Sospiro e i muscoli si rilassano.
Un alito di vento caldo mi accarezza il collo e le spalle, profuma di carne bruciata e legno. Inclino lo specchio e un becco compare nel riflesso. Mi allontano di due passi, tanto sarò morto tra poco. Le squame del corpo riflettono la luce dorata del tramonto, le ali rosso fuoco sono ripiegate sul dorso e la testa di gallo si inclina di lato. Due occhi neri fissano la mia immagine nello specchio e la coda a lancia sbatte sul terreno.
Terrificante. Eppure ipnotico.
Sulla montagna è sceso un silenzio innaturale, come se non ci fossero più esseri viventi intorno a noi. Solo io e lui.
Si avvicina, inspira l'aria come se mi annusasse e si ferma accanto a me. Il suo respiro è lento e regolare, tranquillo. Non sembra pronto a mangiarmi. Certo perché io lo so come si comporta un mostro prima di papparsi un bel bocconcino come me!
Sfioro le piume delle ali, sono morbide e calde. Alzo una mano e la appoggio sul dorso. Le squame sono fredde e dure, in contrasto con il resto. Resta immobile al mio tocco.
Mi avvicino e accarezzo il suo corpo dalla testa alla coda, con dolcezza. Si volta verso di me. Ecco l'ho fatto arrabbiare. Sento un calore nel petto che si irradia verso le estremità. Lo specchio mi cade dalle mani.
L'immagine che riflette ora è di due Basilischi, l'uno accanto all'altro.


Ciao Morena

piacere di leggerti. Un racconti di grande immersività, dove ad essere coinvolti sono tutti i sensi. In questo mostri grande perizia, senza dubbio. Il racconto soffre però di un certo mordente, la tensione sale ma poi si scarica in un colpo netto che lascia aperto un interrogativo sul come e perché si arrivi proprio a quel finale. Nel complesso una buona prova.
a rileggerci!

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SilviaCasabianca
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#8 » domenica 24 gennaio 2021, 21:49

Ciao Morena,
Piacere di leggerti. Allora diciamo che il tuo racconto è da suddividere in due parti per me. L'inizio mostra subito una serie di ottime scelte: 1. scelta della narrazione al presente (io non l'ho scelta ma mi sono pentita subito dopo, tu invece sei stata brava in questo) 2. descrizione sensoriale attenta - questo aspetto personalmente io lo valuto sempre molto positivamente perché mi piace essere trasportata dallo scrittore all'interno di una scena, quasi in maniera cinematografica.
Poi però ci sono alcuni passaggi che lasciano un pò incerti e pieni di interrogativi.

"Mario mi prende il viso tra le mani, grosse lacrime gli solcano le guance. Dice qualcosa, ma non riesco a capire."
Come fa non capire qualcosa che gli viene detta a due centimetri dal viso? Forse c'è un motivo? Parla con il fiato rotto? Non so, ma dovresti farci capire meglio.

"Potevo stare comodo a dormire sull'amaca e invece sono morto."
Non ho capito, in che senso è morto? cioè perché pensa di essere già morto?

"Si allontana, scende in paese, ma prima della curva si volta e mi saluta."
perché se ne va? perché lascia l'altro da solo?

"Lo specchio mi cade dalle mani.
L'immagine che riflette ora è di due Basilischi, l'uno accanto all'altro."
Qui il problema è che non capiamo il senso di tutta la storia nel suo complesso, credo.

Dunque, in generale direi che c'è un bel potenziale nella tua scrittura e anche nel genere che scegli di raccontare ma ti suggerirei di sviluppare meglio i personaggi, stare più attenta a cose che pensi non sia importante specificare e invece forse lo sono.

Per essere la tua prima prova qui comunque, mi sembra buona!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#9 » domenica 24 gennaio 2021, 22:21

Ciao Morena e benvenuta in questa gabbia di matti.
Ho trovato il tuo racconto il classico esempio di brano dal grande potenziale penalizzato però da una scarsa attenzione ai tempi narrativi e alla gestione dei dettagli davvero importanti. Così come praticamente tutti coloro che mi hanno preceduto, pure io ho trovato il finale assolutamente slegato da quanto l’aveva preceduto, quindi non mi dilungherò troppo al riguardo.
La mia principale perplessità riguarda la gestione dell’elemento “specchio”, e non perché il suo inserimento nella storia sia un po’ banaluccio nella sua letteralità, quanto perché l’accoppiamento alla figura del basilisco poteva godere di un potenziale altissimo a livello di sense of wonder. Mi spiego: secondo la leggenda, i basilischi uccidono (o pietrificano, a seconda delle versioni) soltanto con uno sguardo DIRETTO. Quindi perché non sfruttare gli specchi come strumento di difesa per i personaggi, visto che, pare di capire, siano entrambi a conoscenza della presenza del mostro nella zona? Non sarebbe stata un’idea originale al 100% (chi ha detto Perdido Street Station di China Mieville?), ma senz'altro più interessante e coerente di quella attuale.
Tra l’altro, rimanendo in argomento specchi, segnalo questo passaggio:
«Cosa dovremmo farci con questi vetri?»
«Sono specchi e ci servono per tenere lontani gli uccelli dalle colture.»

La senti questa voce da lontano che grida infoduuuuump? Insomma, sono in cammino da non si sa quanti minuti/ore e il protagonista non si è mai chiesto il perché stesse trasportando degli specchi? Non ha senso. Che poi, anche qui: tutti sono a conoscenza della presenza di un basilisco e usano gli specchi soltanto per gli uccelli? Di nuovo: manca coerenza con quei pochi cenni di worldbuilding da te inseriti.
Apre il cancello del recinto […]

Altro passaggio forse figlio dello scarso tempo a disposizione. Fino a una riga prima Mario si trovava di fronte a un bivio, ora invece compare un cancello dal nulla.
Segnalo infine alcuni passaggi contenenti un errore ripetuto, non so quindi se dovuti a disattenzione o altro.
«Dai passami uno specchio, così cominciamo.»
CORREZIONE: «Dai, passami uno specchio, così cominciamo.»

«Smettila cretino.»
CORREZIONE: «Smettila, cretino.»

Per concludere, la storia non sarà originalissima, ma si lascia leggere. Stilisticamente non è malaccio, ma, come scritto sopra, il brano mostra troppo il fianco alla scarsa originalità degli elementi interni e una gestione non certo ottimale dei tempi narrativi.
Ora però non ti scoraggiare. MC è una palestra spietata, dove soprattutto le prime volte si sbatte forte il grugno e si rimane tramortiti (te lo dice uno che ci bazzica da anni e che nonostante ciò questo mese ha scritto un’autentica porcata). A presto.
lupus in fabula

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ItaliaLeggendaria
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#10 » lunedì 25 gennaio 2021, 6:59

Grazie a tutti. Intanto per aver letto il testo e per avermi dato dei feedback così interessanti.
Avete ragione su tutti i fronti e non posso che chinare il capo e prendere appunti.
La mia testa si è praticamente svuotata nel momento in cui ho letto il tema, quindi ammetto che non ho avuto idee brillanti.
Spero alla prossima arena di fare molto meglio.
A mia discolpa, ma assolutamente non per giustificarmi, ammetto che è solo il terzo testo che ho scritto e solo il secondo con limiti di caratteri.
Il fatto che non abbiate trovato male il modo di scrivere mi rincuora e mi da una grande speranza.
Grazie a tutti!!

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Davide_Mannucci
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#11 » lunedì 25 gennaio 2021, 7:12

Se è il tuo terzo testo e hai una così buona padronanza di PdV e stile immersivo....mi sa che la testa la devi tenere bella alta.... Vedrai che contest dopo contest...con caratteri e tempi limitati (che sembra un limite ma è una palestra efficacissima)..il miglioramento sarà progressivo ed evidente. E poi.tu hai della basi già solide... Quindi...confermo il brava di cui sopra :)
Davide Mannucci

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Re: Diversi e uguali

Messaggio#12 » lunedì 25 gennaio 2021, 7:29

DavideMannucci ha scritto:Se è il tuo terzo testo e hai una così buona padronanza di PdV e stile immersivo....mi sa che la testa la devi tenere bella alta.... Vedrai che contest dopo contest...con caratteri e tempi limitati (che sembra un limite ma è una palestra efficacissima)..il miglioramento sarà progressivo ed evidente. E poi.tu hai della basi già solide... Quindi...confermo il brava di cui sopra :)


Grazie Davide. Sono sicura che MC mi servirà tantissimo per migliorare e per avere tanti confronti costruttivi.
Sono contenta di aver cominciato il 2021 con questa bellissima sfida

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Luca Nesler
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#13 » lunedì 25 gennaio 2021, 14:45

Ciao Morena, benvenuta.
Racconto fantasy che, per un momento, mi era sembrato altro. Alla fine il protagonista diventa davvero un basilisco. Non sono un esperto, non credevo che il basilisco facesse questo, ma fa lo stesso (non è importante).
Stilisticamente è scritto bene, a parte qualche piccolo inciampo che ti segnalo.

“Lo zaino pesa sulle spalle e, a ogni movimento, tintinna.”
Questo “a ogni movimento” indica un’azione ripetuta nel tempo, esce dal mostrare gli eventi nella loro sequenza cronologica naturale e diventa tell. Visto che noto che usi bene il mostrato, immagino tu non voglia questo.

“Lo specchio riflette il bosco alle mie spalle e, per un secondo, posso scorgere anche una farfalla che vola su un fiore.”
Anche qui indichi la durata di un’azione, stesso problema. Non so come la pensi tu sui verbi percettivi (immagino da come scrivi che tu stia studiando da Livio o dal Duca), ma, ad ogni modo, scorgere è una parola che personalmente eviterei. Perché non usare un termine più diretto e comune come “vedere”?

"Un mostro alato con la testa di gallo sputa fuoco e fumo verso il cielo.
«Scappa Mario!» Lo spingo verso il cancello e giù per lo sterrato."
Qui tutto avviene troppo in fretta. Mi manca una reazione, un pensiero alla vista del mostro. Poi una spinta giù per lo sterrato, come se Mario precipitasse. Nella parte successiva Mario cerca di muovere Piero che pensa di essere pietrificato, mentre è evidente che non lo sia. Magari la paura gli gioca un brutto scherzo, ma diventa una parte un po’ ridicola, perché mi chiedo cosa gli dia la certezza di essere di pietra, mentre parla e si muove. Com’è possibile che Mario non riesca a muoverlo se lui non è realmente pietrificato? Insomma, un pezzo un po’ confuso.
In più, Piero non mi dà l’idea di essere spaventato o disperato come dice di essere. Mancano un po’ di gesti, di interiorità. Da qui ti sei allontanata un po’ dalle vicende. Come quando dice “Ecco, lo sapevo sono stato uno scemo” (ci andrebbe una virgola o i due punti) non è proprio il pensiero di uno che crede di essere in punto di morte.
La frase: “Annuisco e lo allontano. Si allontana, scende in paese, ma prima della curva si volta e mi saluta.” A parte la ripetizione, è troppo sbrigativa. È così, Mario, personaggio di cui non c’era alcuna utilità, esce di scena scuotendo una mano per non ritornare mai più. Sembra proprio che tu abbia voluto liberartene. Questo “scende in paese” sembra “se ne andò”. Tell.
L’ultima parte non è male, è ben descritta al netto di quanto ti ho segnalato, ma mi sfugge un nesso, un qualcosa che non faccia sembrare tutto il racconto solo una casualità raccontata. Un tizio va in montagna e diventa un basilisco. Manca qualcosa che riguardi lui, qualcosa che renda “sensato” il racconto.
In ogni caso hai una buona tecnica, migliorabile, ma buona.
Alla prossima!

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ItaliaLeggendaria
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#14 » lunedì 25 gennaio 2021, 17:27

Luca Nesler ha scritto:Ciao Morena, benvenuta.
Racconto fantasy che, per un momento, mi era sembrato altro. Alla fine il protagonista diventa davvero un basilisco. Non sono un esperto, non credevo che il basilisco facesse questo, ma fa lo stesso (non è importante).
Stilisticamente è scritto bene, a parte qualche piccolo inciampo che ti segnalo.

“Lo zaino pesa sulle spalle e, a ogni movimento, tintinna.”
Questo “a ogni movimento” indica un’azione ripetuta nel tempo, esce dal mostrare gli eventi nella loro sequenza cronologica naturale e diventa tell. Visto che noto che usi bene il mostrato, immagino tu non voglia questo.

“Lo specchio riflette il bosco alle mie spalle e, per un secondo, posso scorgere anche una farfalla che vola su un fiore.”
Anche qui indichi la durata di un’azione, stesso problema. Non so come la pensi tu sui verbi percettivi (immagino da come scrivi che tu stia studiando da Livio o dal Duca), ma, ad ogni modo, scorgere è una parola che personalmente eviterei. Perché non usare un termine più diretto e comune come “vedere”?

"Un mostro alato con la testa di gallo sputa fuoco e fumo verso il cielo.
«Scappa Mario!» Lo spingo verso il cancello e giù per lo sterrato."
Qui tutto avviene troppo in fretta. Mi manca una reazione, un pensiero alla vista del mostro. Poi una spinta giù per lo sterrato, come se Mario precipitasse. Nella parte successiva Mario cerca di muovere Piero che pensa di essere pietrificato, mentre è evidente che non lo sia. Magari la paura gli gioca un brutto scherzo, ma diventa una parte un po’ ridicola, perché mi chiedo cosa gli dia la certezza di essere di pietra, mentre parla e si muove. Com’è possibile che Mario non riesca a muoverlo se lui non è realmente pietrificato? Insomma, un pezzo un po’ confuso.
In più, Piero non mi dà l’idea di essere spaventato o disperato come dice di essere. Mancano un po’ di gesti, di interiorità. Da qui ti sei allontanata un po’ dalle vicende. Come quando dice “Ecco, lo sapevo sono stato uno scemo” (ci andrebbe una virgola o i due punti) non è proprio il pensiero di uno che crede di essere in punto di morte.
La frase: “Annuisco e lo allontano. Si allontana, scende in paese, ma prima della curva si volta e mi saluta.” A parte la ripetizione, è troppo sbrigativa. È così, Mario, personaggio di cui non c’era alcuna utilità, esce di scena scuotendo una mano per non ritornare mai più. Sembra proprio che tu abbia voluto liberartene. Questo “scende in paese” sembra “se ne andò”. Tell.
L’ultima parte non è male, è ben descritta al netto di quanto ti ho segnalato, ma mi sfugge un nesso, un qualcosa che non faccia sembrare tutto il racconto solo una casualità raccontata. Un tizio va in montagna e diventa un basilisco. Manca qualcosa che riguardi lui, qualcosa che renda “sensato” il racconto.
In ogni caso hai una buona tecnica, migliorabile, ma buona.
Alla prossima!


Grazie Luca anche a te. Si sono corsista di entrambi (da luglio col Duca e da fine settembre con Livio) e come dicevo anche agli altri è solo la terza cosa che scrivo, quindi sono contentissima di tutti i feedback che mi avete dato. Ne farò tesoro e spero di scrivere qualcosa di meglio la prossima volta.
In effetti molti passaggi sono rimasti solo nella mia testa.
Grazie

alexandra.fischer
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#15 » martedì 26 gennaio 2021, 21:17

Tema centrato, mi è piaciuta molto l’atmosfera molto in stile Mauro Corona, mi sembrava davvero di essere nel campo con i due contadini alle prese con il guaio di dover allontanare gli uccelli dal seminato. Punti di forza: la comparsa e la descrizione del Basilisco (molto evocativa, con il riferimento alle squame dure). La descrizione della farfalla dalle ali gialle e nere, simbolo di morte, infatti il protagonista muore come uomo per diventare…Basilisco. Comprensibile la fuga dell’amico e la scoperta che il Basilisco, se riflesso, non ti pietrifica ma ti rende suo gemello.
Punti deboli:
ti segnalo le frasi corrette.
«Cosa dovremmo farci, con questi vetri?»
«Dai, passami uno specchio. Così cominciamo»
«Smettila, cretino.»

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Luca Nesler
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#16 » mercoledì 27 gennaio 2021, 12:59

ItaliaLeggendaria ha scritto:[come dicevo anche agli altri è solo la terza cosa che scrivo


Grande! Ottimo lavoro. Continua così!

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antico
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Re: Diversi e uguali

Messaggio#17 » domenica 31 gennaio 2021, 15:12

Ho faticato a entrare nel racconto. L'elemento fantastico è stato inserito in un contesto "normale" e va anche bene, però non ho trovato semina ulteriore riguardo al mondo in cui ci troviamo... Due amici salgono verso un orto per piazzare degli specchietti che aiutino lo spaventapasseri a tenere lontani gli uccelli, ma arriva un basilisco, punto. Personalmente, sento mancare delle informazioni oltre al quid più profondo del testo. Ti segnalo anche che ho faticato ad assegnare le linee di dialogo nell'intro, ma noto che è stato un problema solo mio e quindi lascia il tempo che trova. Il tema c'è, ma con una declinazione forzata. Concludendo, per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma non in modo solido e ti inserisco in classifica alle spalle del racconto parivalutato di DandElion perché, contrariamente al tuo, mi è sembrato più sicuro riguardo alla sua identità.

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