Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1034
Contatta:

Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 0:47

Ennio guardò ancora il Rolex e maledisse il tempo. Era in mostruoso ritardo con l’onorevole Zambon, venuto da Roma per incontrarlo.
«Avvocato» lo fermò Morelli, uno dei suoi praticanti, il più giovane. «Ha chiamato il signor Di Siena per il ricorso…»
«Si fotta.» Indossò il cappotto, afferrò la maniglia della borsa e uscì dallo studio.
Fuori uno schiaffo gelido lo sorprese, nonostante un tiepido sole provasse a lenire i rigori di febbraio. Ennio si strinse il bavero e accelerò il passo. Il traffico delle 11 era più intenso del solito. Le automobili non davano tregua. Ennio non poteva più aspettare, così si arrischiò ad attraversare la strada per raggiungere il parco dall’altro lato. Uno scooter lo evitò per miracolo ma un’auto di grossa cilindrata lo centrò in pieno.
Ennio si sentì sbalzare e impattò sull’asfalto.
Un’abbacinante luminosità iridescente gli piombò addosso, poi perse i sensi.
«Signore, si sente bene?»
Aprì gli occhi. C’era tanta gente attorno a lui. Il campo visivo era affollato di figure inquietanti. Strizzò le palpebre e si sforzò di rialzarsi. Qualcuno lo sostenne, qualcun altro gli sventolò aria con un giornale.
«Lasciatelo respirare! Spostatevi!» esclamò una donna. Ennio si girò dalla sua parte. Vide l’immagine di un uomo pieno di ferite sanguinanti. «Ma che diavolo…» disse sconcertato.
«Si sente bene?» chiese un’altra voce, questa volta di un anziano. Ennio si guardò attorno ma al posto delle persone vide tanti uomini, tutti uguali, conciati in malo modo. «Lasciatemi stare. Andate via!» Recuperò la borsa e si allontanò.
Il ritardo stava diventando insostenibile. A dire il vero Ennio non si sentiva bene. Gli doleva l’anca destra e si sentiva bruciare il braccio sul quale era caduto. Inoltre aveva un’insistente sensazione di annebbiamento.
L’onorevole mi avrà mandato affanculo. Cazzo!
Camminò zoppicando e scoprì che tutti intorno a lui erano cambiati. Si fermò. Ma che cazzo sta succedendo? I passanti erano figure sbiadite, ma avevano una particolarità: indossavano i suoi stessi abiti, avevano la sua stessa corporatura, gli assomigliavano tremendamente. Si avvicinò a uno di loro. Lo fissò. Fu come guardarsi in uno specchio appannato.
Spaventato si mise a correre. Aveva bisogno di tornare a casa. Perse l’orientamento più volte, sbagliò strada ma alla fine riuscì a trovare la direzione giusta. Bussò nervosamente al citofono.
«Chi è?» rispose Nevia.
«Apri, perdio!» La serratura elettrica scattò e lui salì le scale due alla volta.
Sua moglie lo aspettava nell’ingresso, ma non era lei. Un uomo aveva preso il suo posto, ed era abbruttito da una fitta rete di rughe profonde. Aveva uno sguardo arcigno, odioso. «Ma tu chi sei?»
«Che ti è successo?» disse l’altro con la voce di Nevia. Ennio si soffermò a guardarlo. Capì che anche lui gli somigliava tantissimo. Corse in bagno, fece scorrere l’acqua fredda e se la gettò in faccia. Avvertì una presenza. Si voltò. «Papà…» Era Adele.
Non era sua figlia, bensì una sagoma umana dalla superficie nera e fangosa. Ennio restò paralizzato dall’orrore. «Che ti prende?» gli chiese.
«Non ti avvicinare!» la ammonì.
«Okay, per me puoi pure crepare» disse Adele, col suo solito disprezzo e lo lasciò solo.
Entrò in bagno l’altro sé. «Ennio… ora basta, chiamo il medico.»
Non resistette un secondo di più. Spinse da parte quell’inquietante copia e uscì di casa.
Scorse se stesso dappertutto, lontano eppure vicino, concreto eppure stinto; cercò scampo dagli sguardi indagatori, dai mille occhi che lo scrutavano in un infinito gioco di riflessi.
Fuggì senza sapere dove, finché non inciampò in una gamba spuntata all’improvviso dal nulla. Si rialzò dolorante e notò un uomo sdraiato su una panchina. «C’hai uno spicciolo, dottore?»
«È così che mi vedete? Uh? Vi faccio schifo, vero?» disse a nessuno in particolare, e si frugò nelle tasche. Tirò fuori la mazzetta di banconote, tolse la molla fermasoldi dorata e ne sfilò una da 50 euro. «Tieni, prendi.»
L’altro Ennio sorrise. Aveva un aspetto sereno, giovanile, quasi angelico.
«Dio la benedica, dottore.»
«Ho capito» annuì Ennio verso di lui.
Tornò allo studio legale. Salutò la segretaria e i colleghi. Si scusò con loro. Per tutto.
Gli altri sé lo guardarono con stupore. Non smise di fissarli: erano bellissimi.
Ultima modifica di Emiliano Maramonte il martedì 19 gennaio 2021, 0:51, modificato 2 volte in totale.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7171

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 19 gennaio 2021, 0:50

Ciao Emiliano! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa Specularia Edition!

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » giovedì 21 gennaio 2021, 10:43

Ciao Emiliano
Il tuo è un racconto molto particolare che mischia insieme alcuni elementi di generi diversi (tipo il classico investimento che fa da preludio a tutti gli isekai). L'idea alla base, ovvero che il protagonista vede gli altri nel modo in cui loro vedono lui, è interessante, ma non è resa molto bene nel testo per una serie di ragioni. La prima è che effettivamente non si capisce cosa sta succedendo fino alla fine quando il protagonista spiega la situazione in una battuta di dialogo. Lo stile narrativo del brano sembra essere, fino a quel punto, dal suo punto di vista (es: "Capì che anche lui gli somigliava tantissimo."), mentre arrivati qui lui ha capito qualcosa che però non viene rivelato al lettore, buttandolo di fatto fuori, e lo mette al corrente in un modo un po' brusco e inaspettato, tanto che ci ho messo un po' a elaborare l'informazione.
Il secondo motivo è che nei passaggi salienti non permetti al lettore di vedere quello che vede il protagonista, quindi è molto difficile capire cosa succede attorno a lui. Ti faccio degli esempi:
Il campo visivo era affollato di figure inquietanti.

Perché sono inquietanti? Non stai dando dettagli visivi, stai solo esprimendo il giudizio del personaggio.
Camminò zoppicando e scoprì che tutti intorno a lui erano cambiati.

Stessa cosa, erano cambiati come? Lo dici due frasi dopo, perché non parti subito con l'informazione? Per come è adesso il protagonista prima si ferma, poi fa un pensiero ("Ma che cazzo sta succedendo?") e solo dopo scopriamo il motivo per cui l'ha fatto.
Non smise di fissarli: erano bellissimi.

Anche qui, erano bellissimi in che senso? Erano diventati figure angeliche come il mendicante, oppure semplicemente si erano messi a sorridere? Anche perché se sono persone che lo odiano difficilmente lo vedranno come un angelo solo per aver chiesto scusa "per tutto", quindi immagino che sia cambiato poco. In realtà se avessi un capo odioso e un giorno arrivasse in ufficio chiedendo scusa a tutti non lo vedrei come "bellissimo", ma probabilmente mi preoccuperei chiedendomi cosa gli sia successo.

Altri appunti sparsi:
Ennio si guardò attorno ma al posto delle persone vide tanti uomini, tutti uguali, conciati in malo modo.

Qui usi due volte di seguito verbi sensoriali visivi: "guardò... vide". In teoria i verbi sensoriali andrebbero evitati il più possibile, ma volendo limare la ripetizione concettuale qui potevi semplicemente dire quello che vedeva attorno a sé. Piccolo inciso, anche qui "conciati in malo modo" è molto generico, io me li sono immaginati coi vestiti strappati in stile apocalisse zombie.

A dire il vero Ennio non si sentiva bene. Gli doleva l’anca destra e si sentiva bruciare il braccio sul quale era caduto. Inoltre aveva un’insistente sensazione di annebbiamento.

"A dire il vero", qui la narrazione si stacca proprio dal punto di vista di Ennio e passa a essere il narratore esterno che parla con il lettore. Anche "non si sentiva bene" è molto generico, infatti hai dovuto specificare dopo cosa aveva. La seconda frase va bene, è una descrizione giusta di ciò che ha, quindi capisci che la prima frase è completamente inutile: è così generica che dopo devi dare più dettagli, quindi non sta dando nessuna informazione, la puoi togliere e riformulare la frase dopo.
La terza frase pure è un po' generica: cosa significa che ha una sensazione di annebbiamento? Che vede sfocato, che vede come se ci fosse la nebbia, oppure dato che usi l'espressione "sensazione di" la intendi come metafora mentale, ovvero che ha difficoltà a pensare?

disse Adele, col suo solito disprezzo e lo lasciò solo.

"col suo solito disprezzo" è un inciso: se apri un inciso devi anche chiuderlo, quindi dopo "disprezzo" ci vuole la virgola, anche se dopo c'è una "e" congiunzione.

In conclusione: molto carina l'idea alla base di tutto, purtroppo la realizzazione non le rende la giustizia che meriterebbe. Riguardo il tema, se ho capito bene l'interpretazione che gli hai dato, gli altri diventano lo specchio del protagonista che, inizialmente, li vede come figure incomprensibili e solo alla fine si rende conto che sono invece molto "vicine" figurativamente a lui perché è il modo in cui essi lo vedono. È corretta la mia interpretazione?

Avatar utente
wladimiro.borchi
Messaggi: 396

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » venerdì 22 gennaio 2021, 13:32

Ciao Emiliano,
davvero un'idea carina e un racconto dal sapore "Ai confini della realtà" che non ho potuto non apprezzare.
Ci sono una paio di cosette sole che mi preme segnalarti.
"Era in mostruoso ritardo con l’onorevole Zambon, venuto da Roma per incontrarlo." Questa frase è un po' troppo "infodump" secondo me. Potresti provare a far passare le stesse informazioni in un altro modo.
Lo stesso vale per "uno dei suoi praticanti, il più giovane". Siccome non è nemmeno troppo rilevante per la storia che il praticante sia il più giovane, potevi limitarsi a "il giovane praticante".
Con questa battuta del protagonista, infine, «È così che mi vedete? Uh? Vi faccio schifo, vero?» spieghi davvero troppo. Personalmente avevo già capito e lo "spiegone" mi ha dato un po' fastidio, l'ho trovato un po' didascalico. Senza infilarcelo, il racconto sarebbe arrivato lo stesso e in modo più forte, forse.
Resta il fatto che si tratta di un buonissimo racconto.
Complimenti e a rileggerci presto.
W

Avatar utente
Giovanni Attanasio
Messaggi: 322
Contatta:

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » venerdì 22 gennaio 2021, 17:57

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
Ho riletto la storia due volte e non ho voluto leggerla una terza.
Ho forse una mezza idea di cosa sia successo, ma è tutto molto incasinato nella mia testa. Ti dico ciò che ho capito e mi correggi dove ho sbagliato:
Il protagonista viene investito e crepa sul posto. In giro vede varie versioni di se stesso in cui è costretto a specchiarsi seguendo una sorta di ragionamento che “lasciamo un po’ di noi dentro ogni altro individuo”.
Alla fine, proprio nelle ultime due righe, realizza di doversi scusare con tutti e diventare un uomo migliore. Questo però contrasta col fatto che sia morto, quindi non so.
Sullo stile non ho molto da dire, ero impegnato a scovare dettagli per comprendere la trama e ho badato a poco altro. Tutto sommato la voglia di leggerla sino alla fine c'era, collegata però alla consapevolezza che la storia è breve.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Avatar utente
ItaliaLeggendaria
Messaggi: 172

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » venerdì 22 gennaio 2021, 18:05

Ciao Emiliano.
Buona e interessante l'idea di declinare il riflesso, non in uno specchio, ma bensì nel vedersi come ti vedono gli altri. Purtroppo ho fatto fatica a capirlo e sono dovuta arrivare alla fine del testo per vederci chiaro. Avresti potuto sfruttare l'idea in modo più preciso, sfruttando scene in cui ci fosse meno folla così da poter definire meglio i dettagli e far entrare di più il lettore nel punto di vista. Da quello che scrivi all'inizio non è chiaro che che lui sia una persona spregevole e che tutti lo detestino. Stessa cosa con la sua famiglia: il modo in cui risponde la figlia lascia un po' perplessi, specie se ancora non si è afferrato bene il concetto.
Il problema del limite di caratteri ti ha forse fatto commettere qualche piccolo errore di scrittura, mettendo molte più frasi in raccontato di quelle che volevi, tanto che poi hai dovuto aggiungere frasi con i dettagli.
L'idea di base è buona, ma forse avrei usato un espediente meno cliché dell'incidente con l'auto per far scattare la possibilità di vedersi come ti vedono gli altri.
Il finale mi spiazza un po' perché dell'uomo sulla panchina non ci dici niente e quindi il fatto che poi sia sorridente e quasi angelico non aiuta a capire il momento in cui il pov capisce che quello è il modo in cui lo vedono gli altri. Stessa cosa per i colleghi/subordinati sul luogo di lavoro. Al giorno d'oggi se sei una cattiva persona non ti basta chiedere scusa per cancellare ciò che hai fatto e sinceramente mi sarei aspettata che tornasse prima dalla famiglia piuttosto che al lavoro.

Avatar utente
Puch89
Messaggi: 228

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » domenica 24 gennaio 2021, 22:40

Sempre lieto di leggerti Emiliano!
Il tuo è un racconto che soffre molto il limite di caratteri per ciò che ambisce di rappresentare, secondo me. Ci sono dei passaggi che andrebbero approfonditi per rendere giustizia a ciò che intendi trasmettere, almeno per lo stile che hai deciso di adottare. Forse una prima persona avrebbe aiutato a trasmettere meglio e con meno caratteri?
L'idea di base mi piace, sebbene l'incidente è un topos narrativo fin troppo abusato ma te lo voglio abbonare; vedere gli altri allo stesso modo in cui gli altri vedono te mi è piaciuto molto, ha un bel potenziale e tu almeno in parte l'hai sfruttato. Dico questo perché ci si perde un po' verso metà racconto, almeno per quanto mi riguarda ho fatto un po' fatica a capire dove volessi andare a parare, finché poi non ho realizzato un attimo prima della frase:
«È così che mi vedete? Uh? Vi faccio schifo, vero?»
Tra l'altro non trovo poi così fastidiosa come suggeriva il buon Borchi. È esplicativa si, prende per braccio il lettore si, ma ci può stare dai. Si evince che l'uomo non è benvoluto neanche in casa sua, dev'essere un bello stronzo! Talmente stronzo che però forse la "redenzione" alla Scrooge viene affrontata in modo un po' superficiale, ma immagino avessi finito tempo e caratteri, e affrontarla al meglio avrebbe significato riprogettare mezzo testo. Il tema è c'entrato, la prova è buona e sa difendersi sebbene soffra un po' nello stile. Alla prossima!

Avatar utente
Alessio
Messaggi: 195

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » domenica 24 gennaio 2021, 23:03

Ciao Emiliano.
C'ho messo un po' a capire dove volevi arrivare col tuo testo, però alla fine ce l'ho fatta e mi ritengo soddisfatto. La storia è suggestiva e mi piace il cambiamento di Ennio, anche se forse è un po' troppo repentino e, cosa personalissima, avrei preferito se fosse stato legato a qualcosa di diverso dai soldi :-) (va bene aiutare il mendicante, ma avrei preferito, magari, con del cibo piuttosto che col denaro, avrebbe passato un messaggio migliore, ma sticazzi).
Rendi bene secondo me l'agitazione e la confusione di Ennio nel trovarsi di fronte a un mondo di versioni distorte di sé stesso. Renderei un po' più precise le descrizioni (cosa rende le figure "inquietanti"?) e toglierei i vituperati avverbi in –mente che spuntano qua e là.
Manca forse un po' il sapere cos'è successo veramente a Ennio. Ai fini della storia probabilmente non è fondamentale, ma mi lascia un senso di incompiutezza.
Il tema c'è, ma cerchi di forzarcelo con quel paragone esplicito vicini/lontani che mi indispone.
Diciamo che mi ha convinto abbastanza!
Alla prossima!

Avatar utente
giulio.palmieri
Messaggi: 221

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » lunedì 25 gennaio 2021, 1:41

Ciao Emiliano, sempre piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto sebbene con qualcosa di non chiarissimo su cosa sia successo a Ennio. Parlo di questo passaggio:

«Lasciatelo respirare! Spostatevi!» esclamò una donna. Ennio si girò dalla sua parte. Vide l’immagine di un uomo pieno di ferite sanguinanti. «Ma che diavolo…» disse sconcertato.

Mi è parso che la sua anima si sia distaccata dopo l'incidente e abbia preso a girare in un mondo di riflessi, in cui il protagonista abbia finalmente la possibilità di capire come lo vedono gli altri (tema centrato in pieno). Però non s'è capito bene cosa sia successo, sebbene poi si comprenda il punto d'arrivo del personaggio. Per il resto, stile molto scorrevole, e anche la chiusa finale priva di sensazionalismo ci sta, perché hai già affrontato prima il nodo centrale della narrazione. Comunque, una buona prova.
Alla prossima e buona edition.

Avatar utente
Andrea76
Messaggi: 322

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » giovedì 28 gennaio 2021, 15:41

Ciao Emiliano,
il tuo racconto ha un potenziale troppo elaborato per risultare efficace in 4000 e passa caratteri. Si avverte la tua fretta nel mettere in scena certe situazioni per l’esigenza di dover dire tutto. Si passa così da periodi di “show” immersivo ad altri di “tell” riassuntivo, e il tutto dà l’idea di uno squilibrio stilistico che rende singhiozzante la lettura. A causa di questa corsa “contro il tempo e contro lo spazio” che hai dovuto fare, a mio avviso sei giunto ad un finale che non è verosimile, come qualcun altro ti ha già detto. Il perdono di Ennio da parte dei colleghi di lavoro non risulta credibile: nella vita reale non basta mai un semplice “scusa” a riqualificare uno stronzo.
A rileggerti.

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » giovedì 28 gennaio 2021, 20:16

Ciao Emiliano!
Il racconto mi piace, ma qualcosa con mi convince.
Intanto all'inizio la ripetione continua Ennio fa questo, Ennio fa quello, Ennio fa questaltro mi ha infastidito, ma sono gusti. Il problema però è che credo di essermi persa un passaggio, ho letto due volte e qualcosa mi sfugge.
Ennio è morto o no nell'impatto? Perchè all'inizio pensavo di sì, poi mi è sembrato di capire di no e rileggendolo continuo a non capirlo. Se la risposta è "no" basta il solo "chiedere scusa" perchè l'incantesimo- se vogliamo chiamarlo così- si spezzi?
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7171

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » venerdì 29 gennaio 2021, 14:22

Idea molto buona, ma estremamente difficile da riuscire a trattare adeguatamente in 4000 caratteri. E infatti riesci a darci un intro discreta rifugiandoti poi in un classico investimento come punto di svolta, ma rallentando per forza di cose nel fare adattare il protagonista alla situazione e quindi anche nel portare dentro il lettore, cosa che poi ti ha costretto a un finale affrettato quando, con ogni probabilità, la sua evoluzione avrebbe dovuto essere proprio il focus del racconto. Insomma, un'impresa impossibile che ti ha sopraffatto. Molto interessante come hai affrontato il tema. Direi un pollice ni tendente verso il positivo, questa volta, ma complimenti lo stesso per avere deciso di rischiare affrontando un livello di difficoltà così elevato.

Avatar utente
Emiliano Maramonte
Messaggi: 1034
Contatta:

Re: Lo sguardo degli altri di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » venerdì 29 gennaio 2021, 16:24

Grazie, Antico, per i complimenti e per la valutazione: per me valgono oro.
Colgo l'occasione per ringraziare anche gli altri lettori/concorrenti per aver lasciato un commento. Non sono riuscito a rispondere a tutti per impegni personali pressanti, ma dico che ogni feedback è stato importante e mi aiuterà a fare meglio. Questa Era per me sta andando maluccio; forse è arrivato il momento di una pausa per ricaricare la vena artistica, o forse no. Vedremo alla prossima Edizione cosa succederà.
In bocca al lupo a tutti!

Emiliano.

Torna a “149° Edizione - Specularia Edition - la Quinta dell'Ottava Era (Gennaio 2021)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti