Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

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antico
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Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 19 gennaio 2021, 2:17

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BENVENUTI ALLA SPECULARIA EDITION, LA QUINTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 149° ALL TIME!

Questo è il gruppo DOG IN MIRROR della SPECULARIA EDITION con ANDREA VISCUSI, LINDA DE SANTI e ANGELA BERNARDONI nelle vesti di Guest Stars.

Gli autori del gruppo DOG IN MIRROR dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DUEL IN MIRROR.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo APACHE IN MIRROR.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da ANDREA VISCUSI, LINDA DE SANTI e ANGELA BERNARDONI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo DOG IN MIRROR:

Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi, ore 00.17, 4134 caratteri
Future Flash, di Stefano Moretto, ore 00.42, 4231 caratteri
L’antagonista, di Andrea Spinelli, ore 23.37, 4222 caratteri
Uccelli, di Alessio Vallese, ore 00.10, 3014 caratteri
Il primo giorno di scuola, di Alessio Magno, ore 00.52, 4209 caratteri
Sulla strada, di Giulio Palmieri, ore 00.47, 4107 caratteri
Attraverso lo specchio, di DandElion, ore 23.20, 2677 caratteri
Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio, ore 23.26, 3937 caratteri
Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi, ore 00.34, 3800 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 28 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo DUEL IN MIRROR Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 29 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo DUEL IN MIRROR e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DUEL IN MIRROR.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA SPECULARIA EDITION A TUTTI!



Dario17
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » domenica 24 gennaio 2021, 17:53

1) Anna era un mostro - Wladimiro Borchi
2) Il primo giorno di scuola - Alessio Magno
3) Uccelli - Alessio Vallese

4) Future Flash - Stefano Moretto
5) Sulla strada - Giulio Palmieri
6) Riflessi contorti - Giovanni Attanasio
7) Diversi e uguali - Morena Bergamaschi
8) L'antagonista - Andrea Spinelli
9) Attraverso lo specchio - DandElion


Diversi e uguali


L'attinenza al tema è deboluccia, oltre che troppo attaccata al significato letterale.
D'accordo la presenza di specchi ma nel racconto il narratore tramite protagonista in prima persona non da mai l'idea che il basilisco sbirciato nello specchietto sia più vicino di quanto sia in realtà. Anzi, il pov si rilassa non vedendolo inquadrato dando l'impressione contraria.
Le descrizioni e le percezioni non sono malaccio, soffrono tuttavia di un pizzico di banalità ( l'odore acre, il vento tra i capelli) e di didascalità; sono elencate ogni tot righe e raramente ci aiutano a immaginarci la scena pian piano con elementi in più, non sono funzionali.
Considerando la scena, il protagonista balza da una condizione all'altra senza troppa logica rispetto a quello che gli sta capitando:

1- Oddio, ho visto un basilisco, sono morto e piango!
2- Oh, una farfalla! ( se si è inpanicati e in punto di morte nessuno si soffermerebbe a guardare bene una farfalla)
3- Non vedo più il basilisco, mi rilasso!
4- Oddio, è dietro di me! Vabbè, sbircio tanto sono morto, mi allontano due passi.

Non so se rendo bene l'idea della criticità.
Il finale arriva bello chiaro ma un po' come una fucilata.
Ci sono ampi margini di miglioramento da fare ma su di una sufficiente base su cui poggiarli, considerando la buona gestione della prima persona.


Riflessi distorti


Il tema affrontato in maniera caparbia è piuttosto crudo e funzionale per certi tipi di racconti, la traccia del contest la vedo rispettata. Apprezzo molto anche il fatto che non hai messo specchi fisici per doverne provare l'attinenza. Prospettive e sentimenti sfalzata di una famiglia in chiara difficoltà.
Un racconto tutto in flusso di coscienza e dialoghi è una scelta che ha la sua fascia di fan qua su MC, ma è molto più difficile dargli spessore.
Nel tuo racconto vi è conflitto e anche una discreta gestione dei dialoghi, quelli che trovo carenti di caratterizzazione sono i personaggi. Sopratutto il fratello.
Nella prima metà ci viene presentato come il tipico cazzone buzzurro insensibile e tutto concentrato su di sè, che tratta la sorella con sufficienza. Poi, nella seconda parte, basta la visione di un film insieme (di cui avresti fatto bene a mostrarci qualche scena per una migliore immedesimazione) e a lui parte l'embolo superprotettivo autocommiserativo e di pentimento.
Il salto è drastico, troppo. In parte sarebbe giustificato dall'adolescenza (intuita e non mostrata) dei due e nell'incapacità di gestire i propri sentimenti, ma sembra forzato.
Con un racconto pieno di dialoghi c'è anche un effetto di troppo raccontato e poco mostrato.
L'ambiente attorno ai protagonisti è vuoto, ci si immerge pochino.
L'incipit stile confessione è fiacchino. Punto primo, punto secondo, a dirla tutta fanno troppo diario.
L'inizo del dialogo a tre, a cena, parte confusionario tanto che pensavo fosse Jill a fire che esce con le amiche.
Confermo il mio totale apprezzamento sull'interpretazione per nulla banale del tema, ma ti sei preso l'onere di un tipo di narrativa veramente complicato.


Attraverso lo specchio


Il tema sulla prospettiva tra l'apparire e l'essere: vecchio come il cucco ma è uno di quei argomenti di cui si parlerà in eterno, un tema che però ha fame di nuovo e quindi molto esigente.
In questo racconto aria fresca non ve ne è molta, compresi gli agganci di lgbt che troviamo nelle ultime righe.
Ho gradito moltissimo i tecnicismi e la perizia tecnica di un argomento come il make-up del quale sono un ignorante senza speranza; sono arrivato persino a capire e a immaginarmi il tutto e questo è un merito indubitabile.
Il macigno che grava sul testo è la totale assenza di narrativa: non succede nulla di nulla di nulla.
È un intero discorso indiretto/flusso di coscienza. Il pov non ha un nome, un corpo (esclusi i lineamenti truccabili ovviamente), una casa, un mondo fuori.
C'è lo specchio, canonico escamotage per poter guardare il proprio riflesso e giudicarlo, però è pochino. Anche perchè lo specchio stesso non è inerente alla traccia proposta visto che non vi è dentro nessuna illusoria percezione di vedere gli oggetti da più vicino.
Il racconto va e viente, senza lasciare nulla.


Sulla strada


C'è effettivamente uno specchio retrovisore, ma il protagonista non vi percepisce gli oggetti più vicini. Quindi ho deotto che il tema delle diverse prospettive sia da attribuire alla ramificazione di doppi/tripli giochi tra la coppia di rapinatori. Un po' forzato ma ci può stare.
La prosa è lineare e ben curata, ci sono buoni dettagli sebbene nell'incipit dialogato le cose non sono chiare ad una prima lettura, la presenza di qualche beat per chiarire chi dica cosa ci stavano bene.
Mi sa che mentre svolgevi il racconto ti sei dimenticato di averlo ambientato in una autostrada, dati elementi come l'invito a sorpassare col braccio fuori dal finestrino e lo spiazzo campestre coi pini dove i due accostano.
L'intreccio narrativo e il punto di vista sono molto carenti di logica e collegamenti.
Se il pov è Giorgio la semina di angoscia e sospetto sull'auto alle loro spalle non dovrebbe esserci, dato che sono uomini che si rivelano assoldati da lui in forza del complotto che si rivela nell'epilogo.
L'essere sbattuto a terra è gratuito e serve solo per caricare la scena, una volta svelato il mistero risulta gratuito.
Ma poi perchè avviene questo? Siamo su di un racconto brevissimo e non c'è spazio per gli spiegoni, ma senza una semina durante il narrato, un climax e un plot twist di questa portata è un po' uno "sgarro" che si fa al lettore che si ritrova spiazzato.
Va bene inserire pensieri diretti o indiretti durante le fasi salienti, mi riferisco al countdown con la pistola di Mara alla tempia, roba tipo "vivere o morire" "un'altro istante, simile a tutti..." sono poco realistici e sanno un po' di clichè da film d'azione americano.
Non ho afferrato il perchè parlino francese quando loro due si chiamano Giorgio e Mara, ma vabbè.
Più linearità e meno intrighi e sarebbe stato un discreto pezzo.

Il primo giorno di scuola

Tema acchiappato, seppur non vado matto quando è uno dei pg a spiegarlo con un suo dialogo, io l'avrei lasciata in sospeso, tanto la visione distorta del padre sarebbe stata chiarissima a fine lettura.
Ottima, davvero ottima la caratterizzazione del pov; un padre che vede la figlia sempre e solo come una bambina.
Qua ci sarebbe stata alla grandissima una prima persona come narratore.
Per seminare il trucchetto figlia piccola/figlia grande hai dovuto usare degli aggettivi e delle descrizioni un po' troppo forzate come "bocciolo fatto di zucchero" (le manine adorabili può passare, si parla di una ragazza dopotutto) il pestare i piedi e il tirare su col naso per non uscire di casa. D'accordo la visuale distorta del genitore che non vede i figli invecchiare, ma qua siamo un po' sul comico oppure parliamo di una donna con problemi mentali di una certa portata se si comporta in maniera così bambinesca. E poteva starci, ma sarebbe stato tuo compito introdurlo.
L'idea alla base è ottima, andava rifinita con un paio di tocchi qua e là per non lasciare al lettore un senso di "presa in giro" e lasciargli godere del tuo plot twist una volta finita la lettura.
Ci sono "isolette" di raccontato sparse per il racconto, tuttavia io le prendo per buone sempre se non sono troppo preponderanti.
Prova buona.

Uccelli

Hitchcockiano.
Non so perchè, ma me lo aspettavo prima o poi in qualche gruppo un doppio confronto uomo/animale dagli opposti punti di vista e dalle diverse prospettive animali.
Ho notato un certa perizia nelle conoscenze degli uccelli, magari sono solo tue elucubrazioni narrative ma io me le sono bevute tutte come fossero verità scientifiche.
Tutto dialogo contro tutto flusso di coscienza. Molto carino. Ho apprezzato anche quella sottile linea di discriminazione razziale e di "pregiudizio uccellifero" del cormorano, lo rende paradossalmente più vivo e credibile come personaggio.
La prosa è buona, avrei gradito di più se le azioni a raffica della prima parte continuamente elencate dal cormorano fossero state miscelate con il pensiero diretto della seconda parte. Un'inezia.
Fiabesco al punto giusto, come spero siano state cotte le quaglie del finale.
Buonissima prova.


L'antagonista


Il tema non lo ritengo sodisfatto: non c'è un vero e proprio confronto tra diversi punti di vista o diverse prospettive, se non quelle letterali di una superficie riflettente come uno specchio da camera. Che nemmeno da l'illusione di essere troppo vicino, ma solo di dare al pov un'immagine tanto realistica quanto improbabile.
Inserire le note musicali tramite codice ascii o cpincolla che sia non da un bell'effetto al corpo della narrazione, fa troppo commento sui social con le emoticon. Sebbene non sia un errore grammaticale o di sintassi, eviterei le liste numeriche.
La prosa si fa leggere ed è scorrevole, peccato che succeda pochino pochino.
Ok l'introspezione del protagonista ( del quale però non sappiamo nemmeno sia un uomo o una donna fino a metà del brano) ma i pensieri indiretti sono troppi e danno poco al lettore. Sono pensieri arguti e realistici di un adolescente, ma non possono monopolizzare il racconto.
Troppo facile capire dove si vada a parare, anche. Chiudendo un occhio sulla sospensione dell'incredulità fiacca e quindi giustificando un individuo normodotato che non si riconosce allo specchio, con "faccio un passo verso il letto, ma lo stesso fa lui" è fin troppo palese il trucchetto.
Può anche starci se la cosa venga ben presentata, tipo con il pov in preda ad alcool o droghe varie, ma non è questo il caso.
Le voci che vengono da fuori danno una chiara indicazione del tempo che passa ed è davvero troppo per uno che si blocca in una stanza da solo a guardarsi allo specchio e non capendolo.
Finale che non porta nulla, soltanto una mano fracassata che a quanto pare non sciocca nessuno dei partecipanti alla festa.


Future Flash

Il titolo mi aveva fatto venire in mente il velocista Scarlatto, invece mi sono trovato un racconto la cui trama è identica ad uno dei Piccoli Brividi letti in gioventù.
Una macchina fotografica che fotografa il futuro.
Il sottotitolo era "un click, un flash, un misterioso ronzio..." Lungi da me il pensare che il tuo sia un plagio, ma mi ha ricordato che alla fin fine ci adoperiamo tanto per riscrivere sempre le stesse storie dando loro una patina di nuovo colore.
Il soddisfacimento del tema richiesto è un bel così così. Certo, vi è la diversa prospettiva tra passato e futuro ma non mi convince proprio appieno.
È scritto benino, con un suo ritmo bello fresco. Siamo a scuola tra adolescenti, mi pare giusto.
C'è qualche discrepanza che forse non hai notato con una seconda lettura: se parliamo di foto che anticipano eventi nel prossimo futuro, come ha fatto Giorgio ad avere i capelli a zero se poco prima il protagonista ne ha sottolineato la pettinatura da emo?
Specificare che sia emo temo sia anche un po' troppo spoileroso per le menti più intuitive. Io l'avrei caratterizzato come un tipo a posto e mite, così per dare un maggior senso di stupore al finale.
Piccola nota: uno scatto metallico non prorompe, al limite fa sobbalzare se chi l'ascolta associa subito la fonte al rumore.
A conti fatti, la lettura mi è piaciuta.


Anna era un mostro

Finalmente sono riuscito a trovare un metodo per aggirare i font Wladimireschi e minuscoli: leggo tutto sull'app!
Ho avuto l'ennesima prova del perchè vai così forte per questi lidi: cammini su fili narrativi che noialtri abbiamo paura di toccare o che non vediamo proprio. Hai preso questa deriva splatter/horror/gotico/interiore e non la molli. Mi pare giusto.
Il tema mi pare catturato in pieno, ho afferrato solo poco prima della metà la chiave per capire tutto l'ambaradan e non penso che sia colpa della tua prosa.
La follia intrinseca del pov sfalza forse un po' troppo l'ordine cronologico, se proprio voglio muovere una piccola critica.
Ottimo il ritmo e la pedanteria che contraddistingue i dialoghi: necessari e succubi del contesto, quindi ok. Finale ad hoc e a effetto.
Per mia fortuna l'ho letto a stomaco vuoto, sto pezzo.
Baciamo le mani, non c'è altro da fare che questo e nello sperare di non beccarti come testa di serie per i prossimi contest.
Chapeau.

____________________________________________________________________________________________________________

Ho notato una certa difficoltà in alcuni brani proposti nel catturare appieno il significato e la richiesta del tema.
Spezzando una lancia a loro favore, tutto si può dire della traccia di questo contest, tranne che fosse di facile risoluzione e intuizione.
Peccato per il racconto di Alessio Magno: fosse stato un paio di spanne migliore, avrebbe ottenuto un pareggio con quello di Wladimiro.
Il divario più grande si trova tra la quinta e la sesta posizione.

° i commenti qui sopra sono incompleti per alcuni. La versione completa è nel rispettivo topic.

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antico
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 24 gennaio 2021, 20:54

Avete ricevuto una sola classifica e ve ne mancano dunque ancora ben otto.

mezzomatto
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » domenica 24 gennaio 2021, 23:12

Ecco la mia graduatoria e i commenti:
1 - Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi
2 - Attraverso lo specchio, di DandElion
3 - L’antagonista, di Andrea Spinelli
4 - Il primo giorno di scuola
5 - Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio
6 - Sulla strada, di Giulio Palmieri
7 - Future Flash, di Stefano Moretto
8 - Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi
9 - Uccelli, di Alessio Vallese

1 - Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi
Un buon racconto, con una struttura piuttosto originale, a puzzle, però di non immediata comprensione. Questa struttura è difficile da maneggiare e richiede una perfezione di stile che qui non mi sembra raggiunta. Il racconto richiede qualche ritocco. Nella prima scena, il narratore ci fa sospendere l’incredulità, poi ribadisce questa sospensione con “l’alieno dentro il ragazzo biondo”. Alla fine annulla la sospensione rivelando che gli alieni sono solo fantasie di Anna. A mio parere è necessario far capire, fin dal primo paragrafo che Anna è un po’ alienata. Oppure farlo scoprire come colpo di scena, alla fine. In mezzo (scena pre-stupro) non ha molto senso, perché il colpo di scena dovrebbe determinare una svolta nel racconto, svolta che in questo caso non c’è perché lo stato di gravidanza è già stato dichiarato all’inizio. Sul lessico: “spastica” e “ritardata” sono situazioni cliniche differenti. Nel racconto vengono applicate alla stessa persona. Anna potrebbe essere tutte e due, però questo non aggiunge nulla al racconto, quindi basterebbe ritardata. Il termine non è elegante, ma essendo messo in bocca al complice del violentatore, ci può stare. “Ravanò nella tasca” non mi sembra appropriato, ravanare significa frugare mettendo disordine. In una tasca sarebbe sufficiente “frugare”. Sulla struttura: ci sono vari particolari che non aggiungono nulla: la zia cosa ci sta a fare? Solo a spiegare che la croce del coltellino è svizzera, non cristiana? Però questo è un bel particolare, che ha bisogno di essere funzionalizzato meglio. Anche la mamma che la brucia con la sigaretta non mi pare che svolga nessuna funzione.

2 - Attraverso lo specchio, di DandElion
Le distanze fra realtà e aspirazioni ci sono tutte. All’inizio quelle relative alla qualità delle merci, alla fine quelle della qualità della vita. Alla prima lettura mi sono apparse un po’ troppo asettiche le considerazioni iniziali sui trucchi e sui rituali. Ma mi hanno subito immerso in una atmosfera di straniamento del personaggio dalla sua immagine allo specchio. E la chiusa ha svelato la ragione dello straniamento. Quindi la decisione di saltare il fosso (o attraversare lo specchio, o bruciare i ponti alle spalle, definitela come volete) appare perfettamente giustificata. A me è piaciuto molto lo stile narrativo, fluido, fatto di piccoli eventi che fanno emergere con forza il non detto. Unico appunto i periodi senza verbo, tipo: “Un dischetto di ovatta pressata…” in mezzo a frasi compiute, stridono un po’. Se fai un elenco, credo che sia meglio mantenere l’unità stilistica in tutti gli elementi dell’elenco.

3 - L’antagonista, di Andrea Spinelli
In questo racconto è il presente a farla da padrone, ma in questo caso è giustificato perché il protagonista vive in un solo attimo la sua trasformazione. Distruggendo l’immagine si appropria delle sue qualità. Manca del tutto la dinamica interiore del personaggio, quindi il racconto rimane un po’ troppo sulla pura cronaca dell’accaduto. Probabilmente è la natura stessa del contest, lo scrivere a orologeria, che impedisce il pieno sviluppo delle potenzialità del tema.
Il linguaggio è tipico del parlato. C’è chi lo considera un valore aggiunto, io, invece, no.
Sulla struttura e sulla successione emotiva del narrato, invece, nulla da eccepire. Sono equilibrate e disposte nel modo giusto.

4 - Il primo giorno di scuola, di Alessio Magno
Un racconto con finale a sorpresa, anche se la sorpresa la si intuisce abbastanza presto: lo schiudersi del bocciolo, la primavera. Rimane qualche dubbio all’inizio, ma non si riesce a trovare altro evento iniziatico che non sia il matrimonio. Il primo giorno di scuola non giustificherebbe la presa di coscienza del padre che il tempo era passato. Comunque l’autore ha tenuto bene in mano le redini del gioco raccontando dal punto di vista del padre, che vede sempre sua figlia come una bambina: le “manine”, il quasi capriccio di voler salire sul sedile anteriore.
Un appunto sui tempi verbali usati: “Sembrava ieri quando la prese in braccio…” Per me quel passato remoto “prese” stride come unghie sui vetri. Lì ci vuole il trapassato: “Sembrava ieri quando l’aveva presa in braccio…” Purtroppo il tempo trapassato è… trapassato, defunto. Non riesco a capire questo appiattimento su un unico piano, lo ieri, di tutto il passato, questo toglie profondità al tempo.

5 - Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio
Una problematica scottante e difficile da risolverla nel contesto di Minuti Contati. È necessaria molta riflessione, da parte dell’autore, e parecchi tentativi prima di dare forma convincente alla storia. La scelta di portarla avanti praticamente solo attraverso il dialogo è la più spontanea, ma anche la meno redditizia. Molto ermetica la chiusa. Francamente non sono riuscito a vedere in che direzione si scioglie la vicenda. Morte? Disperazione? Accettazione?

6 - Sulla strada, di Giulio Palmieri
Finale a sorpresa prevedibile? Non so, non sono esperto del genere thriller. Comunque l’autore ha lasciato aperte varie possibilità con la fuga a razzo, la minaccia di Mara, i misteriosi inseguitori. Forse andrebbe detto più chiaramente che aveva rapinato suo padre, subito, fin dalla frase: Ora sei libero, ha detto” Inoltre non ho capito le battute di dialogo: “E se ci fermano?” “Diciamo che…” ecc. Chi avrebbe dovuto fermarli?
In complesso la narrazione fluisce rapida e senza inutili contorcimenti. Qualche inciso di troppo (“Si erano conosciuti a Biarrtz due anni prima” che importanza ha?).
Una incongruenza è il malo modo con cui lo tirano fuori dalla macchina. Se erano suoi uomini perché lo trattano così?
E anche la vergogna finale di Mara non è chiara. Però forse la vergogna non è di Mara, ma di Giorgio? Però la frase finale, allora, va riformulata.

7 - Future Flash, di Stefano Moretto
Abbastanza originale la premessa: Cosa succederebbe se un’app fotografasse il futuro e mi avvisasse di un pericolo imminente? Però non c’è chiarezza su quanto lontano possa essere questo futuro. Dal particolare dei capelli (lunghi in un caso, rasati in un altro) sembrerebbe un futuro non molto prossimo, ma da altri, il dito medio alzato e l’astuccio di Ale, indica un futuro prossimo, anzi prossimissimo. E allora sono rimasto un po’ interdetto. L’immagine di Giorgio con la pistola ha i capelli rasati, quindi è un futuro non proprio prossimissimo, ma lo scatto metallico dal fondo dell’aula avviene adesso. Quindi mi sono un po’ perso nei meandri di questo tempo, e la drammaticità che dovrebbe “prorompere” da quello scatto è venuta meno.
Il racconto è scritto in tono giovanile, ma un po’ troppo parlato e a me dà un’impressione di trascuratezza. Il tempo presente, lo so che è di moda, a mio parere appiattisce troppo la storia sull’adesso e subito. Nel primo capoverso, ad esempio, dire “i panini alla rigatona di baffo finiscono subito” sembra indicare che l’azione si svolge sotto gli occhi del parlante, invece dire “finiranno subito” significa che è un pensiero del parlante ed è quel pensiero che lo dissuade di andare da Baffo.

8 - Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi
Un mito rivisitato con finale non canonico. Il basilisco infatti uccide con lo sguardo e muore se si vede in uno specchio. Inedito, a quanto ne so (a meno che sia stato trattato nel fantasy contemporaneo, che non conosco).
A mio parere il racconto dovrebbe incentrarsi di più sulle motivazioni di questa trasformazione, che avviene, a quanto mi è dato capire, per effetto del contatto fisico fra ragazzo e basilisco.
Un po’ debole anche l’allontanamento di Mario, troppo tranquillo. In quella situazione uno se ne sarebbe dovuto scappar via a gambe levate.

9 - Uccelli, di Alessio Vallese
Lo definirei un racconto momentista, che descrive uno spezzone di tempo non superiore a dieci minuti. In questo caso i momenti sono due, l’andata a Venezia al mattino e il ritorno nel pomeriggio, ma la sostanza non cambia, Qui i punti di vista sono due, quello dell’uomo e quello del cormorano. Però non c’è collegamento fra i due, rimangono staccati, due mondi non comunicanti. E che non comunicano ce lo spiega l’ultima frase. “Gli prepara il pesce che lui ha pescato”. L’incomprensione fra i due mondi è totale. Non mi sembra molto rispettato il tema del contest.

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SilviaCasabianca
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 24 gennaio 2021, 23:20

1) Uccelli - Alessio Vallese
2) Il primo giorno di scuola - Alessio Magno
3) Future Flash - Stefano Moretto
4) Diversi e uguali - Morena Bergamaschi
5) Sulla strada - Giulio Palmieri
6) Riflessi distorti- Giovanni Attanasio
7) Anna era un mostro - Wladimiro Borchi
8) Attraverso lo specchio - DandElion
9) L'antagonista - Andrea Spinelli

Uccelli
Stile che crea immediatamente empatia fra lettore e narratore. Leggendoti viene spontaneo volerti bene. Mi piace l'atmosfera che crei, come caratterizzi i personaggi, l'ironia che usi in maniera incisiva e semplice. Tutto è molto fluido.
Mi sei piaciuto. Aggiungo che rileggendoti trovo che tu abbia personalità! Complimenti!

Il primo giorno di scuola
Wow! Devo dire che mi hai fregato alla grande. Fino all'ultimo pensavo che Eva fosse un'irritantissima mocciosa. Ho iniziato a storcere il naso verso la fine, pensando che tu avessi fatto una cappella stilistica evidente quando lei inizia a fare metafore con la macchina e l'acceleratore, ovviamente inverosimili per una bambina. Solo alla fine ho capito lo scherzetto che ci avevi fatto.
Direi che mi hai convinto. L'aderenza al tema credo sia indiscutibile e per questo non mi dilungherei ulteriormente e lo stile, nella sua semplicità, è confortevole. Bravo!

Future Flash
Il racconto nel complesso è convincente. La storia è originale. Mi è piaciuta molto l’idea di scegliere degli adolescenti come protagonisti, i quali si piazzano, nel viaggio della vita, a cavallo fra il fare le cose per gioco tipica dei bambini e la bramosia di conoscenza di chi è quasi adulto, anche laddove nessuno può davvero andare: il futuro. Il finale è, coerentemente con questo, ricco di Pathos, con un preludio ad una tragedia che irrompe come un fulmine nella spensieratezza della scena.
Il racconto è fluido e si fa leggere con piacere. La sceneggiatura è molto buona. Personalmente sento l'acceleratore verso il finale, che mi fa un po' perdere nel mettere insieme le informazioni.

Diversi e uguali
il racconto è da suddividere in due parti. L'inizio mostra subito una serie di ottime scelte: 1. scelta della narrazione al presente 2. descrizione sensoriale attenta - questo aspetto personalmente io lo valuto sempre molto positivamente perché mi piace essere trasportata dallo scrittore all'interno di una scena, quasi in maniera cinematografica.
Poi però ci sono alcuni passaggi che lasciano un po' incerti e pieni di interrogativi. Direi che c'è un bel potenziale nella tua scrittura e anche nel genere che scegli, ma ti suggerirei di sviluppare meglio i personaggi, stare più attenta a cose che pensi non sia importante specificare e invece forse lo sono.

Sulla strada
Mi è piaciuta l'atmosfera che hai creato, la capacità di iniziare in media res, i dubbi che, senza farti troppe pare e metterti a spiegare, lasci aperti sul passato dei due personaggi. La storia è coinvolgente comunque, anche il colpo di scena finale, anche se assolutamente già visto, cattura.
L'unico appunto che mi sento di farti è che forse, visto che parliamo di una scena d'azione, sarebbe stato ancora più coinvolgente se avessi usato il presente, che ci avrebbe fatto sentire proprio lì all'interno della macchina.

Riflessi distorti
Percepisco molto bene le tue qualità di autore. Tuttavia sono scossa perché il tema che tratti è davvero molto complicato, lo sarebbe anche per un romanzo, figuriamoci per un racconto. I personaggi vivono dei sentimenti, per usare un eufemismo, opinabili. Si comportano in maniera odiosa. E' una vicenda complessissima, bisogna avere una padronanza psicologica importante e riuscire a trasmetterla con una certa maestria anche in un lungo romanzo. La sensazione che mi rimane è di totale mancanza di empatia con i personaggi, anzi provo un po' disgusto per tutti e questo mi crea estraniamento. Riguardo al tema non posso dire di averlo colto alla prima lettura. Detto questo però, mi sono piaciuti alcuni passaggi davvero emotivi. Il mostrato è perfetto, bravissimo.

Anna era un mostro
Sembri un autore molto allenato. Uno che prende e scrive, e sa come si fa, e va giù liscio. Purtroppo però mi rimane questa sensazione di violenza gratuita, questo tentativo poco riuscito di colpirmi con lo splatter, però questo, aimè, è proprio un discorso personale: a me questo genere non solo non piace ma proprio non mi prende. Fosse stato un horror dai toni più delicati molto probabilmente mi sarebbe piaciuto di più.

Attraverso lo specchio
Il racconto comincia in una maniera poco convincente, parte troppo in media res. La prima riga poteva essere arricchita. Verso la fine ti fa aumentare l'attenzione sul pezzo e in realtà il lettore comprende che ciò di cui parli è interessante, ma come dire? è troppo tardi. Sicuramente si capisce che ti piace la narrativa di introspezione e credo sia una delle più complicate da rendere, quindi sicuramente nei prossimi racconti andrà meglio.

L'antagonista
Mi piange il cuore a mettere un racconto per ultimo, soprattutto considerando che non credo sia tutto da buttare, anzi. Del tuo racconto mi è piaciuta la chiarezza espositiva di quello che accade. Hai uno stile piuttosto asciutto e, anche se io non lo prediligo, mi rendo conto che questo rende la lettura molto scorrevole. Belli anche i dettagli descrittivi, l'idea dello strip poker e in generale questa sensazione di superficialità e apparenza che permea l'ambientazione.
Purtroppo però non arriva il fatto che non si comprende come mai questo personaggio faccia una cosa del genere: è ubriaco? drogato? Ha una malattia mentale? Questa cosa purtroppo non si percepisce e questo rende tutto il racconto un po' fine a se stesso, o almeno questo è l'effetto che fa a me.

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Luca Nesler
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 25 gennaio 2021, 15:11

CLASSIFICA:

1 - Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi
2 - Future Flash, di Stefano Moretto
3 - Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi
4 - Attraverso lo specchio, di DandElion
5 - Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio
6 - Il primo giorno di scuola, di Alessio Magno
7 - Uccelli, di Alessio Vallese
8 - L’antagonista, di Andrea Spinelli
9 - Sulla strada, di Giulio Palmieri

COMMENTI:

Anna era un mostro
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Future Flash
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L’antagonista
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Uccelli
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Il primo giorno di scuola
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Sulla strada
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Riflessi distorti
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Diversi e uguali
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Attraverso lo specchio
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Ultima modifica di Luca Nesler il mercoledì 27 gennaio 2021, 13:01, modificato 1 volta in totale.

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Davide_Mannucci
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 25 gennaio 2021, 16:33

Ecco la mia classifica.
Dal terzo posto in poi ho dovuto fare delle scelte basandomi su piccoli dettagli perché come valutazione in generale si equivalevano tutti.

1 - Anna era un mostro di Wladimiro Borchi
2 - L'antagonista di Andrea Spinelli
3 - Future Flash di Stefano Moretto
4 - Uccelli di Alessio Vallese
5 - Diversi e uguali di Morena Bergamaschi
6 - Il primo giorno di scuola di Alessio Magno
7 - Attraverso lo specchio di DandElion
8 - Riflessi distorti di Giovanni Attanasio
9 - Sulla strada di Giulio Palmieri


1 ANNA ERA UN MOSTRO
Ciao Wladimiro, piacere di leggerti! Sarò essenziale: lavoro superlativo!
Il tema è centrato. Lo stile immersivo e fluido. La storia drammatica e cruda.
Sai che non è di mio gradimento il nudo e crudo eccessivo ma tu sei così bastardo da scrivere così bene da farmi piacere anche questa roba :) Scherzi a parte, negli ultimi anni sei migliorato tantissimo, motivo per cui il sottoscritto si trova qui, incuriosito da un miglioramento progressivo che oggi ti porta a scrivere un racconto che non è solo da podio del gruppo ma può avere ambizioni più alte.
A presto!

2 L'ANTAGONISTA
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto perché, grazie anche a uno stile asciutto, fluido e immerso, mi sono calato all'istante nel disagio del protagonista e il fatto di aver capito subito che si trovava davanti a uno specchio non mi ha disturbato affatto, anzi!
Ok, si capisce ma quello che mi coinvolgeva durante la lettura era così emotivamente intenso da rendere un dettaglio fondamentale lo specchio. Per me, per come la vedo io, averlo capito ma semi nascosto è un valore aggiunto.
Un ottima prova, secondo me.
A presto

3 FUTURE FLASH
Ciao Stefano, piacere di rileggerti!
Il racconto mi è piaciuto tanto ma ho provato un senso di enorme frustazione. La storia avrebbe meritato almeno 8000 caratteri; sono sicuro che lo sviuppo della trama sarebbe stato eccellente. Per quanto riguarda il tuo stile, che dire? Tu sei uno di quelli in MC da cui cerco di carpire qualcosa. Davvero bravo.
Peccato per quel finale castrato e condensato in poche battute ma capisco perfettamente. Quando l'idea tarda a venire poi è un problema tirare le fila in modo coerente e lineare. Capisco anche che, quando c'è in testa un'idea bella come questa, lo sviluppo della trama non è così semplice in poco tempo e con pochi caratteri. Tutto questo però gioca a tuo favore perché, malgrado le difficoltà, i salti temporali apparentemente confusi (anche quelli meriterebbero un tempo di scrittura più lungo) te la sei cavata egregiamente. Un lavoro molto buono, davvero. Se posso permettermi, questo sarebbe da laboratorio, con più caratteri e con la possibilità di ampliarlo.
Bravo Stefano, del resto se sei in finale nella Sfida non può essere un caso.
A presto!!!

4 UCCELLI
Ciao Alessio, piacere di leggerti!
Allora, il tuo stile è davvero il punto di forza. Complimenti. Sembra di avere davvero un bimbo che ti tormenta di domande e si avverte l'insofferenza di chi è alla guida. Ottima immersione narrativa!
Ho apprezzato il pezzo dal punto di vista del cormano (cormorano....porca troia!), anche se quella "briscola" ha fatto inorridire pure me....ma dettagli.
Ottimo pezzo
A presto

5 DIVERSI E UGUALI
Ciao Morena, benvenuta e piacere di leggerti!
Il tuo è un racconto piacevole, con un'idea che mi è piaciuta e scritto davvero bene. Mi piace il tuo stile immersivo. Ci si cala alla perfezione nel punto di vista del protagonist e questo rende la lettura scorrevole e fluida.
Il finale improvviso è stato come scendere le scale e trovare l'ultimo gradino troppo alto. Nel complesso una buona prova. Tema centrato e, ripeto, lo stile gioca molto a favore di una valutazione più che positiva. Brava!
A presto

6 IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Ciao ALessio, piacere di leggerti. Ho apprezzato molto il tuo racconto proprio perché è bastardamente sviante :)
Mi piace lo stile e devo dire che sei riuscito a farmi empatizzare con la ragazza pur essendo focalizzato sul padre. Mi è piaciuto il moo con cui hai mostrato lei attraverso gli occhi di lui. Bravo.
Volevo farti le stesse puntualizzazioni di ALessandro....
DIrei una prova molto buona. Tema centrato.
A presto

7 ATTRAVERSO LO SPECCHIO
Ciao e piacere di leggerti!
Devo dire che questo tuo pezzo mi piace e, anche se in prima analisi trovo che necessitasse di una preparazione al twist finale più accurata, la mia valutazione è positiva. Ho apprezzato molto l'incipit e la sua atmosfera. Non so perché ma ho percepito quasi subito l'insoddisfazione del(la)la protagonista che voleva emergere. Potevi seminare qualcosa per rendere il tutto più carico di tensione ma devo dire che il risultato mi è piaciuto.
A rileggerti presto!

8 RIFLESSI DISTORTI
Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Ho aavuto il piacere di commentarti nella sfida e, come avevo detto, immaginavo tu fossi versatile nello stile e che quello fosse voluto proprio perché necessario. Scrivi bene Giovanni e hai bene in mano gli strumenti. Lo stile è immersivo e si riesce ad entrare in sintonia con la ragazza. L'empatia non scatta del tutto per una caratterizzazione troppo superficiale del personaggio. Stesso problema per il fratello e per l'ambientazione. Lavorando più su questo e con più caratteri a disposizione, potrebbe venir fuori un ottimo racconto. Concludo dicendo che comunque la prova è davvero molto buona.
A presto

9 SULLA STRADA
Ciao Giulio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi piace e il finale carico di quella giusta tensione che fa apprezzare un finale comunque già visto da altre parti. Quando succede questo per me è un punto di forza: rendere "nuovo" qualcosa di trito e ritrito è abilità.
Devo però dire che la gestione dei punti di vista e qualche uscita dal personaggio mi hanno reso la lettura meno fluida. Sono convinto che con una revisione ne verrebbe fuori un ottimo lavoro. Una buona prova comunque. Bravo.
Davide Mannucci

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Davide Di Tullio
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 25 gennaio 2021, 19:18

Ciao, la classifica

1 - Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi
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2 - Future Flash, di Stefano Moretto
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3 - Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi
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4 - L’antagonista, di Andrea Spinelli
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5 - Il primo giorno di scuola, di Alessio Magno
► Mostra testo

6 - Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio
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7 - Uccelli, di Alessio Vallese
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8 - Attraverso lo specchio, di DandElion
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9 - Sulla strada, di Giulio Palmieri
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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 26 gennaio 2021, 9:35

Mese tosto da commentare. Un po’ perché molte posizioni a mio avviso vedono in verità un pari merito, un po’ perché, avendo io per primo scritto un racconto di melma, mi sento in profondo imbarazzo a fare le pulci a brani di gran lunga superiori al mio (no, davvero, mi sento come René Ferretti quando ricorda di aver diretto Caprera). Detto questo, ecco la mia classifica.

1. Future Flash - Stefano Moretto
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2. Anna era un mostro - Wladimiro Borchi
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3. Uccelli - Alessio Vallese
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4. Il primo giorno di scuola - Alessio Magno
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5. L’antagonista - Andrea Spinelli
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6. Riflessi distorti - Giovanni Attanasio
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7. Diversi e uguali - Morena Bergamaschi
► Mostra testo

8. Attraverso lo specchio – DandElion
► Mostra testo

9. Sulla strada - Giulio Palmieri
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lupus in fabula

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Fagiolo17
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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » martedì 26 gennaio 2021, 18:46

CLASSIFICA

1. Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi,
2. Future Flash, di Stefano Moretto
3. Uccelli, di Alessio Vallese
4. L’antagonista, di Andrea Spinelli
5. Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi
6. Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio
7. Il primo giorno di scuola, di Alessio Magno
8. Sulla strada, di Giulio Palmieri
9. Attraverso lo specchio, di DandElion


DIVERSI E UGUALI di Morena Bergamaschi
Ciao Morena, credo sia la tua prima volta qui su MC, quindi benvenuta.
Veniamo al tuo racconto. Mi è piaciuta l’immagine che hai creato e le descrizioni della creatura fantastica. L’unica cosa che mi ha stranito è stato il finale.
“L'immagine che riflette ora è di due Basilischi, l'uno accanto all'altro.”
Quindi anche il nostro protagonista si è trasformato in un basilisco? Il finale è arrivato inaspettato, forse troppo. Mi ha spiazzato perché non c’è stata semina che mi portasse ad aspettarmi un avvenimento del genere e mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Ti segnalo questo refuso: “Annuisco e lo allontano. Si allontana”
Complessivamente un buon testo che ho letto volentieri. Brava!


Riflessi distorti di Giovanni Attanasio

Ciao Giovanni e piacere di leggerti.
Che dire, il racconto tratta di una tematica forte e grazie ai dialoghi ci spiega anche quello che è successo prima di queste scene. Ben fatto.
L’unica cosa di cui sento la mancanza è una concretezza dei personaggi. Non so niente di come è fatta Jill o Mat o la mamma (a parte le tette grosse) e neppure della casa se non che c’è una play. Questo crea un po’ l’effetto “teste parlanti” visto che il tutto è gestito principalmente coi dialoghi. Ma questo è un mio gusto personale, sono convinto che a una sensibilità diversa dalla mia questo possa piacere molto.
Detto questo il racconto mi è piaciuto, complimenti.


Attraverso lo specchio di DandElion
Ciao e piacere di leggerti.
Il colpo di scena mi è piaciuto e ha dato una spinta al racconto, che fino a quel momento non mi aveva affascinato più di tanto.
Questo perché si susseguono una serie di azioni inerenti il trucco che poco mi trasmettono del protagonista. Di lui capiamo tutto in questa frase:
“Giornate ipocrite, fatte di relazioni stressanti, sguardi e parole, entrambi vuoti. Una vita che non mi soddisfa più, ammesso che mi abbia mai soddisfatto. Ma la sera torno a casa e finalmente posso gettare questa corazza fatta di giacca e di cravatta. Posso smetterla di sembrare un uomo solido, “performante”, aprire il mio armadio e provare quel corsetto che mi è arrivato proprio ieri.”
Il problema è che da sola questa frase mi da un’idea del suo malessere, ma non mi getta dentro alla sua vita, non me la fa vivere. È un peccato. Gestito diversamente il racconto avrebbe avuto tutta un’altra grinta.
Complessivamente un racconto gradevole da leggere.

Sulla strada di Giulio Palmieri
Ciao Giulio piacere di leggerti.
Il principale problema che ho trovato nel tuo racconto è il punto di vista.
Il punto di vista mi sembra quello di Giorgio, per lo meno per frasi come questa:
“Mara era tornata ad armeggiare nella borsetta, forse per un’altra sigaretta,”
Fosse stato il punto di vista di Mara, sapremmo cosa sta cercando nella borsetta.
Anche questo dovrebbe essere un suo pensiero:
“Forse un turista, o qualcuno in viaggio come loro.”
Ma il nostro Giorgio non dovrebbe sapere di chi si tratta, se sono suoi uomini?
E se a questo punto non fosse ancora sicuro dell’identità degli uomini che li inseguono, (vista anche la battuta – Per un attimo ho temuto… – che potrebbe però essere un bluff), perché nel finale viene tirato fuori in malomodo e sbattuto a terra se è lui il capo? Non c’è bisogno di fingere ci sono solo Mara, Giorgio e gli uomini di Giorgio.
Diverso sarebbe stato se uno solo fosse pagato da Giorgio e uccidesse sia Mara che l’altro tizio. Allora si spiegherebbe ogni cosa.
Insomma un po’ di confusione che non mi ha fatto apprezzare al massimo un racconto che altrimenti sarebbe stato molto interessante.
L’ultimo appunto, ti trovi bene col trattino per i dialoghi? Da lettore mi confonde molto, ma credo sia un mio limite.


Il primo giorno di scuola di Magno Alessio
Ciao Alessio e piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto, anche se mi hai gettato una bella manciata di sabbia negli occhi con questa frase a inizio racconto:
“quelle sue adorabili manine”
Solo quando ha iniziato a parlare del primo giorno di scuola ho capito che non si trattava di una bambina.
Occhi però, la frase in cui fa i “capricci” e dice di non voler andare è un’ottima semina. Usare la parola “manine” è volutamente sviante e qualche lettore potrebbe non gradire di essere fregato così.
(te lo dico perché a un mio scritto è capitato, non perché voglia trovare un difetto al racconto)
Sembrava ieri quando la prese in braccio per la prima volta, quando si innamorò del profumo angelico della sua pelle, della presa dei suoi minuscoli ditini, persino del suono del suo pianto, ma soprattutto dei suoi occhi. Uguali a quella di sua moglie Elvira, che non aveva mai avuto la fortuna di crescerla. Si era fatta già così grande.
Occhio al tempo verbale qui. Essendo un passato ancora più lontano non avrei usato lo stesso tempo del resto della narrazione.
Complessivamente un racconto gradevole che fa il suo mestiere. Bravo.


Uccelli di Alessio Vallese
Ah Alessio! Spiegato l'arcanao: mi hai evocato nella primissima riga, non vedevi l’ora che ti giudicassi di nuovo! :P
Allora andiamo subito al sodo: il solito 10+ allo stile. Da quel punto di vista non ho niente da eccepire (forse qualcosina ma non sono mai così rompiscatole con limiti di tempo e carattere così stringente.)
Sulla trama invece un paio di passi falsi li ho notati.
In primis la bricola (che ho dovuto googlare perché non sapevo che fosse). Il nostro cormorano non sa cos’è un ponte o un’auto, ma usa il nome specifico “bricola”?
Un pochino forzato anche se immagino tu lo abbia fatto per far capire al lettore che si trattava proprio dello stesso cormorano.
Allo stesso modo non ho percepito il passare del tempo tra la prima pesca e lo spiccare il volo del cormorano quando l'auto ritorna verso casa. Mi è venuto da pensare che fosse un altro, ma non poteva essere.
Sarebbe diventato più frammentario, ma se avessi spostato la seconda parte del pdv cormorano dopo il passaggio della famigliola in auto sarebbe stato perfetto.
Il tono ironico che permea tutto il racconto è il quid in più, tanta roba!
Non posso garantirti il primo posto come al solito (ci sto ancora pensando, se vuoi ti giro l’iban) ma sicuramente un ottimo piazzamento!
A rileggerci… probabilmente il prossimo mese!


L’Antagonista di Andrea Spinelli
Ciao Andrea e piacere di leggerti.
Che il nostro Roberto si stesse guardando allo specchio è chiaro fin dalle prime battute.
Hai reso bene l’atmosfera festosa, i nomignoli alle ragazze molto azzeccati, però non ho capito dove volessi andare a parare. Tutti i dettagli che Roberto denota nella sua immagine allo specchio gli appartengono? È lui Mister bellezza o è come potrebbe essere? È già l’anima della festa, quindi credo sia proprio lui e questo mi crea qualche dubbio.
Mi piace il conflitto che tiri in ballo, il mostrare la sua insicurezza, ma arrivato in fondo al racconto qualcosa non mi torna.
Un piccolo appunto:
Se voglio dare un senso a quella serata, ora o mai più…
Qui probabilmente sarebbe più adatto QUESTA serata.
Complessivamente un racconto ben scritto che mi è piaciuto leggere, anche se non ho colto qualcosa che mi faccia dire “ah ecco, è questo che voleva dire.”


Future Flash di Stefano Moretto
Ciao Stefano e piacere di leggerti.
Il tuo stile è davvero molto buono. Mi piace come scrivi, come fai immergere il lettore nella scena. L’idea del racconto è molto bella, ma ci sono un paio di punti dove non mi convince.
Nella prima foto che vediamo su FF Marco ha i capelli lunghi, quindi mi fa suppore sia passato almeno qualche giorno.
Nella foto col medio alzato invece è passato pochissimo tempo (anche se non mi quadra perché dice che l’astuccio non c’è più. Quando l’ha urtato e caduto a terra? E se è caduto a terra è normale che nella foto col medio non ci sia più).
Anche la pallonata a Marco sembra venire da un futuro prossimo.
Insomma, non è chiaro quanto avanti nel tempo faccia vedere l’app. Ma fino a qui va ancora bene, nel senso che potrebbe essere del tutto casuale. Quello che mi mette il dubbio è la foto di Giorgio con la pistola. Sottolinei che è rasato, quindi secondo gli esempi precedenti suppongo sia un avvenimento almeno di qualche giorno dopo, invece alla fine del racconto lo scatto metallico mi fa pensare alla sicura di un’arma da fuoco.
Quindi come funziona l’app?
Il racconto è ben condotto e molto valido ugualmente, ma questi dettagli mi hanno fatto storcere un po’ il naso. A meno che non ci sia una motivazione che non ho colto e che vorrai spiegarmi!
Ti segnalo anche questa piccola ripetizione.
Apro l’applicazione, si apre subito
A conti fatti un ottimo racconto, stilisticamente fatto bene, solo con qualche piccolo dettaglio da sistemare (capisco che in 4 mila caratteri e 4 ore possano anche sfuggire!) Complimenti!
Ho letto ora anche gli altri commenti prima di postare il mio e la spiegazione che hai dato del finale. Perfetto quindi tutto quadra ed è solo l’ultima frase a creare confusione. Peccato per quello scivolone, ma il testo è comunque ben riuscito!


Anna era un mostro di Wladimiro Borchi
Ciao Wlad e piacere di leggerti.
Ma piacere per davvero, perché credo che mi tocchi commentare il tuo miglior pezzo da quando sono su MC.
Mi è piaciuto molto. E non ho altro da aggiungere o da “correggerti”.
Negli ultimi due mesi noto un influsso Palahniukiano nei tuoi testi che hai integrato bene nel tuo stile.
Hai scelto una tematica toccante e l’hai affrontata senza mezze misure, nudo e crudo.
Ben fatto.

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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » martedì 26 gennaio 2021, 19:32

Dovete ancora ricevere una sola classifica.

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Re: Gruppo DOG IN MIRROR: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » domenica 31 gennaio 2021, 15:15

Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo.

1) Riflessi distorti, di Giovanni Attanasio
Un racconto che mi ha convinto in pieno. Sono rimasto in particolar modo affascinato dal tuo controllo e dalla capacità di dire senza dire. Il dialogo che qualcuno ti ha criticato ne è un esempio perfetto:
Mamma ci aspetta a tavola.
 «Io stasera esco con le amiche.»
 Mat ride. «Amiche? Tu?»
 «E quando torni?»
 «Sentila, tua sorella!»

Ci sono tutte le informazioni senza la necessità di spendere caratteri: mamma ci aspetta a tavola e la battuta successiva è la sua, Mat ride e risponde, la linea successiva è priva di precisazione ma subito seguita da SENTILA, TUA SORELLA che ci dice che è la madre a parlare e che la battuta precedente era della sorella.
Non concordo neppure con chi ha sottolineato che in finale di racconto la ragazza si rivolga al lettore perché è esattamente lo stesso tono con cui eri partito, chiusa perfetta.
E tema raggelante al punto da configurarsi come un pugno allo stomaco del lettore, tanto da ingenerare in lui quasi repulsione.
Forma su contenuto? Forse un pelo perché sei talmente controllato e chirurgico che per forza di cose un po' di empatia te la sei lasciata alle spalle. Concludendo, per me un pollice su, me lo sono proprio goduto di gusto e sono molto curioso di rileggerti.
2) Anna era un mostro, di Wladimiro Borchi
Sai che nelle mie valutazioni tengo sempre in grande conto il rapporto tra quelle che, a mio parere, erano le intenzioni dell'autore e il risultato finale... Devo dire che qui ci trovo una correlazione quasi perfetta e questo vuol dire che stai riuscendo a mettere su carta (digitale) le tue storie senza perderti per strada mantenendo sempre la barra a dritta. A mio avviso qui esageri un pelo sulle bruciature di sigarette inflitte dalla madre, non credo ce ne fosse bisogno e neppure avevi delineato quell'atmosfera famigliare lì. Il tema è forse preso un po' da distante, ma lo accetto. Per me un pollice su.
3) Il primo giorno di scuola, di Alessio Magno
Penso che tu non abbia mai esagerato perché i genitori vedono come dei bimbi anche i propri figli di sessant'anni, quindi vero che hai sfruttato questa cosa, ma è assolutamente coerente con i protagonisti. Concordo molto con Luca Nesler riguardo al punto di vista iniziale, va sistemato. Per il resto, un racconto che va esattamente dove volevi portarlo e questo è un bel valore aggiunto. Credo che il discorso sul finestrino sia un pelo forzato e sono convinto che avresti potuto ottimizzare ancora meglio le informazioni, per questo mi fermo su un pollice tendente verso l'alto in modo brillante. Buona prova.
4) Future Flash, di Stefano Moretto
Hai fatto un gran casino con la questione temporale. I capelli lunghi di Marco e quelli rasati di Giorgio contrastano con il finale perché è passato troppo poco tempo. Per come la vedo, avevi due soluzioni: 1) fare passare il concetto della casualità degli scatti temporali e abbandonare del tutto l'idea di quel suono metallico alla fine per portare l'attenzione dei protagonisti su quello che farà in un futuro prossimo Giorgio oppure 2) abbandonare del tutto la casualità temporale e gli indizi dei capelli in favore di scatti poco avanti nel tempo e in funzione di una costruzione di indizi che, effettivamente, portano poi al finale tragico. Allo stato attuale, è sbagliato. E questo è un peccato perché, al netto di ragazzi che parlano in un modo forse troppo adulto, sarebbe stato un racconto da pollice su con, in più, un'ottima declinazione del tema. Allo stato attuale arrivo al pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante.
5) L’antagonista, di Andrea Spinelli
Il problema grosso credo stia nel fatto che non fornisci al lettore indizi circa la sua fragilità. Lui vede un ragazzo sicuro, bello, per cui prova timore e forse anche invidia e la risoluzione finale ci porta alla conclusione che si sia ritrovato, ma perché? Cos'era successo? Perché stava perdendosi? Non abbiamo ulteriori semine che ci diano chiavi corrette per l'interpretazione e, anzi, viene chiamato dalla festa, è desiderato, le pippe mentali sembrano essere solo sue, ma perché? Ed è un peccato perché il testo è scritto bene e si legge con piacere, solo che si rimane con quel punto interrogativo in testa circa il suo quid che non può non penalizzarlo. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante e in classifica finisci dietro al parivalutato racconto di Moretto che, invece, si basa su un quid più manifesto e sviluppato.
6) Attraverso lo specchio, di DandElion
Il racconto mi è piaciuto, ma avresti dovuto, a mio parere, lavorarci di più. Immagino che usi il trucco solo la sera una volta rientrato a casa e posta la sua maschera per indossarne un'altra in cui si sente più a suo agio e questo fino a quando, il mattino successivo, non dovrà ripartire in un corpo in cui non si riconosce. Credo che questo non passi bene e sembra anzi che il tutto si riduca a indossare il corsetto. Indugi troppo sulla questione make up senza riuscire a incollarla al racconto in modo perfettamente funzionale. Ed è un peccato perché poi il racconto arriva e forte dimostrando in tal modo un'identita implicita assolutamente determinata e coerente. Tema declinato molto bene. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo non brillante e poco solido, ma ti piazzi davanti ai parivalutati per una forza percepibile del complesso che negli altri non mi è arrivata così chiara.
7) Diversi e uguali, di Morena Bergamaschi
Ho faticato a entrare nel racconto. L'elemento fantastico è stato inserito in un contesto "normale" e va anche bene, però non ho trovato semina ulteriore riguardo al mondo in cui ci troviamo... Due amici salgono verso un orto per piazzare degli specchietti che aiutino lo spaventapasseri a tenere lontani gli uccelli, ma arriva un basilisco, punto. Personalmente, sento mancare delle informazioni oltre al quid più profondo del testo. Ti segnalo anche che ho faticato ad assegnare le linee di dialogo nell'intro, ma noto che è stato un problema solo mio e quindi lascia il tempo che trova. Il tema c'è, ma con una declinazione forzata. Concludendo, per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma non in modo solido e ti inserisco in classifica alle spalle del racconto parivalutato di DandElion perché, contrariamente al tuo, mi è sembrato più sicuro riguardo alla sua identità.
8) Sulla strada, di Giulio Palmieri
Il racconto non mi è dispiaciuto, ma ha diverse problematiche che ritengo ti siano state ben esposte in corso di commenti. Concordo con Silvia sul fatto che con il presente avrebbe ricevuto un boost, forse anche portandoti a usare un pov più coerente e meno incerto. Penso anche che il tutto avrebbe potuto sorreggersi con una sostanziale semplificazione perché mi sembri tendere a dare per scontate determinate informazioni, soprattutto quando ti complichi la vita (la questione sulla funzionalità del cambiare nome ti rimane in canna e il doppiogiochismo degli scagnozzi si rivela probabilmente ridondante e, di nuovo, poco funzionale). Essendo il tutto incentrato sul rapporto tra i due protagonisti sarebbe stato forse più funzionale anche indagare meglio sul loro rapporto, ma questo è più attinente alla strategia di fondo ed è solo un mio pensiero. Buona la declinazione del tema. Per me questo è un classico pollice tendente verso l'alto in modo non brillante e forse anche poco solido e in classifica finisci davanti al parivalutato racconto di Vallese che, seppur dotato di uno stile egregio, ho trovato piuttosto pigro nelle sue fondamenta.
9) Uccelli, di Alessio Vallese
Nel dibattito su questo racconto ho trovato almeno due perle che farò mie: 1) Silvia che si esprime sul tuo scrivere sottolineando che ti fai voler bene e 2) il tuo definire MC una livella, FANTASTICO. Ma passiamo al mio commento: parto proprio dallo stile ed è proprio come dice Silvia: ti fai voler bene e questo è un qualcosa che hai e che, invariabilmente, sembri riuscire a trasmettere a qualunque tuo pezzo, a prescindere dal suo grado di compiutezza. Però qui, rispetto al mese scorso, ci sono problematiche che ritengo evidenti a partire da questo cormorano davvero troppo umanizzato (garrisce, bricola) che poi mi cade sui rami grigi costruiti, TUTTI DA SOLI, dagli uomini... Stona da qualunque parte io cerchi di guardarla. Poi il finale è costruito male con un salto temporale non giustificato (ma davvero era importante quel salto temporale? Forse per la chiusa con il cormorano che andava a casa e gli umani dalla mamma per la quaglia, ma potevi scegliere infinite altre strategie più funzionali). La mia idea? Che tu sia rimasto passivo su un racconto che non ti convinceva e che, pertanto, abbia svolto il compitino. Certo, il tuo stile riesce a valorizzarlo, ma in questo caso non mi è parso sufficiente. Per me un pollice tendente verso l'alto ma non troppo solido.

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