Un passo indietro

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Gabriele Dolzadelli
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Un passo indietro

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:01

Dentro al bar l'aria sapeva di nicotina. Mi si appiccicava addosso al completo da ufficio. Mi sedetti al bancone e Biggio posò subito un tovagliolo sul ripiano, proprio davanti a me.
«Hai perso ancora il 2?» mi chiese mentre preparava la birra alla spina. Non c'era neanche bisogno di prendermi l'ordine.
«Sono convinto abbia smesso di fare la mia fermata.»
Lui rise. Mi chiesi se gli stessi davvero simpatico o se interpretasse soltanto un ruolo.
«Il tuo problema è che hai il passo troppo corto.»
Presi la birra e ne bevvi un sorso.
«Ti dirò, ho imparato che puoi correre quanto vuoi, ma quando il tempo decide di stare sempre un passo avanti, tu sarai sempre un passo indietro.»
Biggio prese uno straccio e si mise ad asciugare dei boccali.
«Sei troppo severo con te stesso. Hai un buon lavoro, no?»
Ed ecco che stava rientrando nella parte, coccolandomi un po'. Forse, qualche centesimo di quella birra era calcolato come compenso di una seduta di psicoterapia.
«Sai quante volte mi sono passati avanti? Alla fine ho scelto un ripiego. Non credere volessi fare questo lavoro. E sono convinto che se mi hanno assunto è perché non voleva farlo nemmeno qualcun'altro.»
Mi misi a ridere, ma non mi uscì così spontaneo come doveva. Tradivo nervosismo e mi resi conto che avrei preferito tornare a parlare di calcio, di politica e di donne, come avevo sperato. Ma poteva essere che Biggio ne avesse parlato per tutto il giorno fino allo sfinimento e che con me, in ritardo come al solito, non avesse voglia di ripetersi.
«Allora Lukaku ha segnato al novantunesimo?» chiesi.
«Sì, l'ha buttata dentro all'ultimo...» Il cicalino della porta suonò, zittendolo. Non era da lui interrompersi solo per l'arrivo di un cliente. Mi voltai e vidi che era entrata una donna.
Aveva i capelli mossi, di un riflesso incantevole. Avevano il colore del caramello. I tratti erano delicati, il naso leggermente alla francese. Il suo passo era deciso, sicuro di sé. Mi sfilò davanti, diretta ai tavoli, lasciando un gradevole profumo di gelsomino.
«Però!» dissi.
«Già» confermò Biggio.
«Beato quello che deve arrivare.»
«Che ne sai che deve arrivare qualcuno?»
«Perché non ce la vedo a entrare qui per bere da sola.»
«Per questo sarà meglio tu le faccia compagnia» disse Biggio appoggiando una seconda birra. «Questa te la offro io. Vedrai che stavolta sarai al posto giusto al momento giusto.»

All'inizio ero in ansia come un adolescente. Ero consapevole che sarei risultato fuori luogo, se non banale e fastidioso. Poi, però, mi sciolsi. Fu soprattutto grazie al sorriso che mi rivolse. Sembrava mi stesse aspettando e che ci conoscessimo da una vita. Il resto si srotolò in maniera naturale, come se fossero le leggi della fisica a incastonare ogni nostra singola parola. Fu meraviglioso e in cuor mio benedissi Biggio.
Lei mi disse di chiamarsi Gioia. La invitai a uscire, ad andare a ballare in un posto carino. Era la una e un posto l'avremmo trovato, anche decidendo all'ultimo.
Lei accettò, ma doveva andare a cambiarsi. Non abitava lontano. Ci demmo appuntamento alle due, davanti al bar.
Corsi a casa, mi feci una doccia e mi vestii. Cercai di fare in fretta e mi tagliai facendomi la barba. Ci mise un po' a cicatrizzarsi e sporcai la camicia di sangue. Dovetti cambiarmi di nuovo.
Una volta uscito in strada, mi resi conto di aver perso l'autobus. Presi il secondo e mancavano soltanto dieci minuti alle due. Mi batteva forte il cuore. Il mezzo ce ne mise sette per colmare la distanza. Altri due ce ne vollero per andare dalla fermata al bar.
La vidi davanti alla porta, in un vestito rosso incantevole. Mi sorrise contemporaneamente al suono delle campane. Alzai lo sguardo per capirne la provenienza e chiedendomi perché fossero tre rintocchi. Quando lo riabbassai, Gioia non c'era più. C'era soltanto la civetta del quotidiano del giorno precedente.
“Domani torna l'ora legale” era scritto a caratteri cubitali.
Mi avvicinai alla porta frastornato.
Entrai nel bar, feci suonare il cicalino, e mi avvicinai al bancone. L'orologio alla parete segnava le tre.
«Hai perso ancora il 2?» mi chiese infine Biggio, preparandomi una birra alla spina.
Nell'aria, in mezzo all'odore di nicotina, potevo ancora sentire quello di gelsomino.



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antico
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Re: Un passo indietro

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:04

Gabriele, buonasera! Caratteri e tempo rispettati anche per te, divertiti in questa 150° Edition!

alexandra.fischer
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Re: Un passo indietro

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 18:15

UN PASSO INDIETRO di Gabriele Dolzadelli Tema centrato. Racconto dalla nota poetica. Punti di forza: l’ambientazione realistica del bar, con il gestore Biggio che fa anche da confidente al protagonista, solitario, con la fissa delle scommesse e un lavoro frustrante (glielo dice sotto forma di dialogo, a mezza bocca, mentre sorseggia la birra, quindi è una confidenza astuta). L’ingresso della bella Gioia (bellissima l’immagine dei capelli mossi-caramello e quella del naso leggermente alla francese) scombina le carte del Nostro, tornato in modalità chiacchiere da bar (commenta l’impresa del campione di turno), perché ci scappa l’appuntamento, dopo aver bevuto insieme. Peccato il ritardo del Nostro, il giorno fatale, e tutto per colpa dell’ora legale, che gli scompagina i piani. Bella la nota soprannaturale di lei che gli sorride, vestita di rosso e scompare subito dopo, per lasciare il posto alla civetta dell’edicola. Qui c’è un’eco calviniana.
Punti deboli, nessuno

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Fagiolo17
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Re: Un passo indietro

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2021, 18:56

Ciao Gabriele.
Questa volta il tuo racconto mi ha lasciato un po’ perplesso. Se la prima parte mi era anche piaciuta, dopo lo stacco ho fatto fatica a entrare nella vicenda. Mi sembra raccontato a velocità aumentata. Scorre via. Si fa leggere ma non rimane. Quasi il riassunto di un racconto che avrebbe meritato almeno il doppio dello spazio. Il dettaglio di lui che si taglia facendosi la barba ed è costretto a cambiarsi camicia è bello, divertente e azzeccato. Ma raccontato così è un gesto scontato e senza peso.
Un vero peccato.
In bocca al lupo per la tua 150esima Edition.

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Debora D
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Re: Un passo indietro

Messaggio#5 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:45

Ciao Gabriele, piacere di leggerti e commentarti.

Il tuo racconto centra il tema, ma io non mi sono sentita coinvolta dalla lettura. Mi era piaciuto molto di più il tuo pezzo sulla vita di coppia.
Alla prima lettura ho percepito proprio una certa lentezza, dovuta anche ad alcune questioni di gusto.

Visto che Minuti Contati ci serve per simulare la reazione dei lettori, provo a spiegarti cosa non mi ha convinto per rappresentare lettori con un gusto come il mio. Spero di esserti utile in questo.

Il testo ha un sapore malinconico, quello delle occasioni mancate. L’atmosfera c’è e si mantiene nella prima sequenza, quella del bar, che ho preferito.
Il tuo è uno stile classico e hai una penna abile, si vede che sei esperto , solo che la prima persona al passato non mi ha mai entusiasmato, perché tutto si è già svolto, non sento timore per i protagonisti, non ci trovo pathos. Mi resta quella sensazione delle storie ascoltate da bambini in cui il passato è rassicurante perché già accaduto.

L’atmosfera per me si è rotta nella seconda sequenza a partire da questo punto dove i fatti sono molti, ma accennati, riassunti a posteriori e dove le voci dei personaggi scompaiono per lasciar posto al discorso indiretto.
All'inizio ero in ansia come un adolescente. Ero consapevole che sarei risultato fuori luogo, se non banale e fastidioso. Poi, però, mi sciolsi. Fu soprattutto grazie al sorriso che mi rivolse. Sembrava mi stesse aspettando e che ci conoscessimo da una vita. Il resto si srotolò in maniera naturale, come se fossero le leggi della fisica a incastonare ogni nostra singola parola. Fu meraviglioso e in cuor mio benedissi Biggio.
Lei mi disse di chiamarsi Gioia. La invitai a uscire, ad andare a ballare in un posto carino.


Buona 150° edizione e buona scrittura
alla prossima

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SilviaCasabianca
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Re: Un passo indietro

Messaggio#6 » venerdì 19 febbraio 2021, 17:30

Ciao Gabriele,
Sono contenta di leggerti e di poterti criticare senza pudore, BUAHAUHA.
No, scherzi a parte, mi sei piaciuto! Traspare una cosa molto carina secondo me, e cioè questa costante nota di "scrittura affascinante", abbastanza poetico-suggestiva da sembrare quasi la penna di una donna, senza però mancare di ricordarci che la penna invece no, è maschile eccome, e questo è evidente in alcuni passaggi in cui descrivi gli uomini, la loro psicologia e il modo in cui tendono a separare l'apparire dal sentire in maniera convincente. Questa nota secondo me è riconoscibile, e la rivedevo anche nelle cose che di te leggevo molto tempo fa: una riconoscibilità insomma, che ti fa sentire a casa, quindi complimenti!

Andando nello specifico direi che il tema è centrato, quindi non mi dilungherei su questo. Bellissimi alcuni passaggi come "Sembrava mi stesse aspettando e che ci conoscessimo da una vita. Il resto si srotolò in maniera naturale, come se fossero le leggi della fisica a incastonare ogni nostra singola parola. Fu meraviglioso e in cuor mio benedissi Biggio." E' vero quello che dice Debora, e cioè che qui è troppo riassunto a posteriori, e in effetti hai fatto una scelta rischiosa. Personalmente però devo ammettere che a me non mi disturba, forse perché mi arriva come se per lui, internamente, c'è proprio poco da dire nel dettaglio perché quello che lui ha sentito è quello, per quanto retorico o riassunto possa sembrare dall'esterno.

L'unico appunto che mi sento di farti, che poi più che appunto è una confessione, è che ho dovuto leggere il racconto due volte perché la prima volta mi aveva lasciato un senso di smarrimento, ovvero non ero riuscita a capire tutto il senso complessivo del racconto e i vari riferimenti perché in effetti è ricco di informazioni. Però la seconda volta è stato tutto molto più chiaro.

mezzomatto
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Re: Un passo indietro

Messaggio#7 » venerdì 19 febbraio 2021, 18:44

Gabriele Dolzadelli
Un passo indietro
Una bella scrittura, capace di costruire con pochi tratti l’ambiente e l’atmosfera del momento. Mi lascia perplesso l’omissione della congiunzione “che” in alcune frasi dichiarativa in frasi, tipo “Sono convinto abbia smesso”, mentre in altre ce lo lasci: “E sono convinto che se mi hanno assunto” (e qui ci vorrebbe la virgola a denotare la subordinata).
Il tema mi sembra centrato solo di striscio. In fondo è l’ora legale a fregare il protagonista, non l’ultimo minuto. Forse sarebbe occorso uno sviluppo meno frettoloso della seconda parte, centrandola in modo incalzante sui contrattempi e sull’inesorabile scandire dei secondi sull’orologio.
Anche il titolo non mi sembra calzante, Un passo inditro da cosa?
Però, siccome tutto è relativo, vedrò dopo aver letto gli altri racconti dove posizionarlo in classifica.

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Alvin Miller
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Re: Un passo indietro

Messaggio#8 » venerdì 19 febbraio 2021, 22:15

Ciao Gabriele. Dopo averlo riletto un po' posso confermare che il tema è stato centrato, anche se mi ha lasciato parecchio confuso.
Più che ad analizzare singoli spezzoni di racconto vorrei esporti la mia impressione sui due grossi macroproblemi che ho riscontrato.

FLUSSO DI INFORMAZIONI: La descrizione del bar e il dialogo con Biggio si "visualizza molto bene" nel lettore, nonostante sorga qualche dubbio sul mezzo di trasporto che il protagonista avrebbe perso. Il punto non è che non si capisca, ma ho dovuto fermarmi e rileggere. Forse è un problema mio, forse sarebbe bastato palesare meglio il fatto che si sia trattato di un autobus, ma prendi questa come un'osservazione personale.
Il vero problema, invece, è che non si capisce se il protagonista sia intrappolato in una sorta di loop o se il paragrafo successivo non sia altro che un flashback. Rileggendo, propendo per il secondo, ma converrai che l'entrata in scena della donna elegante scateni questo dubbio quando in seguito viene nominata Gioia.

FLASHBACK RACCONTATO: Il flashback ha uno stile più sbrigativo di quanto letto sopra, con il protagonista che racconta a un ipotetico ascoltatore quello che gli è successo, invece di mostrarlo momento per momento.
Avrei preferito che questo informazioni ci venissero fornite subito, in modo da evitare i difetti che ti ho elencato e rendere il racconto più lineale (ma funziona all'obiettivo della gara)

Spero di essermi spiegato in maniera abbastanza chiare, ti auguro in bocca al lupo!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Un passo indietro

Messaggio#9 » sabato 20 febbraio 2021, 19:39

alexandra.fischer ha scritto:UN PASSO INDIETRO di Gabriele Dolzadelli Tema centrato. Racconto dalla nota poetica. Punti di forza: l’ambientazione realistica del bar, con il gestore Biggio che fa anche da confidente al protagonista, solitario, con la fissa delle scommesse e un lavoro frustrante (glielo dice sotto forma di dialogo, a mezza bocca, mentre sorseggia la birra, quindi è una confidenza astuta). L’ingresso della bella Gioia (bellissima l’immagine dei capelli mossi-caramello e quella del naso leggermente alla francese) scombina le carte del Nostro, tornato in modalità chiacchiere da bar (commenta l’impresa del campione di turno), perché ci scappa l’appuntamento, dopo aver bevuto insieme. Peccato il ritardo del Nostro, il giorno fatale, e tutto per colpa dell’ora legale, che gli scompagina i piani. Bella la nota soprannaturale di lei che gli sorride, vestita di rosso e scompare subito dopo, per lasciare il posto alla civetta dell’edicola. Qui c’è un’eco calviniana.
Punti deboli, nessuno


Grazie Alexandra

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Un passo indietro

Messaggio#10 » sabato 20 febbraio 2021, 19:41

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Gabriele.
Questa volta il tuo racconto mi ha lasciato un po’ perplesso. Se la prima parte mi era anche piaciuta, dopo lo stacco ho fatto fatica a entrare nella vicenda. Mi sembra raccontato a velocità aumentata. Scorre via. Si fa leggere ma non rimane. Quasi il riassunto di un racconto che avrebbe meritato almeno il doppio dello spazio. Il dettaglio di lui che si taglia facendosi la barba ed è costretto a cambiarsi camicia è bello, divertente e azzeccato. Ma raccontato così è un gesto scontato e senza peso.
Un vero peccato.
In bocca al lupo per la tua 150esima Edition.


Ciao Luca. Capisco. Probabilmente non ho gestito al meglio lo spazio. Grazie per il tuo commento e buona edizione anche a te!

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Un passo indietro

Messaggio#11 » sabato 20 febbraio 2021, 19:43

Debora D ha scritto:Ciao Gabriele, piacere di leggerti e commentarti.

Il tuo racconto centra il tema, ma io non mi sono sentita coinvolta dalla lettura. Mi era piaciuto molto di più il tuo pezzo sulla vita di coppia.
Alla prima lettura ho percepito proprio una certa lentezza, dovuta anche ad alcune questioni di gusto.

Visto che Minuti Contati ci serve per simulare la reazione dei lettori, provo a spiegarti cosa non mi ha convinto per rappresentare lettori con un gusto come il mio. Spero di esserti utile in questo.

Il testo ha un sapore malinconico, quello delle occasioni mancate. L’atmosfera c’è e si mantiene nella prima sequenza, quella del bar, che ho preferito.
Il tuo è uno stile classico e hai una penna abile, si vede che sei esperto , solo che la prima persona al passato non mi ha mai entusiasmato, perché tutto si è già svolto, non sento timore per i protagonisti, non ci trovo pathos. Mi resta quella sensazione delle storie ascoltate da bambini in cui il passato è rassicurante perché già accaduto.

L’atmosfera per me si è rotta nella seconda sequenza a partire da questo punto dove i fatti sono molti, ma accennati, riassunti a posteriori e dove le voci dei personaggi scompaiono per lasciar posto al discorso indiretto.
All'inizio ero in ansia come un adolescente. Ero consapevole che sarei risultato fuori luogo, se non banale e fastidioso. Poi, però, mi sciolsi. Fu soprattutto grazie al sorriso che mi rivolse. Sembrava mi stesse aspettando e che ci conoscessimo da una vita. Il resto si srotolò in maniera naturale, come se fossero le leggi della fisica a incastonare ogni nostra singola parola. Fu meraviglioso e in cuor mio benedissi Biggio.
Lei mi disse di chiamarsi Gioia. La invitai a uscire, ad andare a ballare in un posto carino.


Buona 150° edizione e buona scrittura
alla prossima


Ciao Debora. Grazie anche a te. Probabilmente il problema è lo stesso riscontrato da Luca. Si vede che non ho gestito al meglio il secondo pezzo. Sulla prima persona al passato, io, al contrario, non amo i verbi al presente. Forse avrei potuto usare la terza persona ma in quel caso credo avrei perso molto a livello di personaggio. Non saprei. Buona edizione anche a te.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Un passo indietro

Messaggio#12 » sabato 20 febbraio 2021, 19:45

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Gabriele,
Sono contenta di leggerti e di poterti criticare senza pudore, BUAHAUHA.
No, scherzi a parte, mi sei piaciuto! Traspare una cosa molto carina secondo me, e cioè questa costante nota di "scrittura affascinante", abbastanza poetico-suggestiva da sembrare quasi la penna di una donna, senza però mancare di ricordarci che la penna invece no, è maschile eccome, e questo è evidente in alcuni passaggi in cui descrivi gli uomini, la loro psicologia e il modo in cui tendono a separare l'apparire dal sentire in maniera convincente. Questa nota secondo me è riconoscibile, e la rivedevo anche nelle cose che di te leggevo molto tempo fa: una riconoscibilità insomma, che ti fa sentire a casa, quindi complimenti!

Andando nello specifico direi che il tema è centrato, quindi non mi dilungherei su questo. Bellissimi alcuni passaggi come "Sembrava mi stesse aspettando e che ci conoscessimo da una vita. Il resto si srotolò in maniera naturale, come se fossero le leggi della fisica a incastonare ogni nostra singola parola. Fu meraviglioso e in cuor mio benedissi Biggio." E' vero quello che dice Debora, e cioè che qui è troppo riassunto a posteriori, e in effetti hai fatto una scelta rischiosa. Personalmente però devo ammettere che a me non mi disturba, forse perché mi arriva come se per lui, internamente, c'è proprio poco da dire nel dettaglio perché quello che lui ha sentito è quello, per quanto retorico o riassunto possa sembrare dall'esterno.

L'unico appunto che mi sento di farti, che poi più che appunto è una confessione, è che ho dovuto leggere il racconto due volte perché la prima volta mi aveva lasciato un senso di smarrimento, ovvero non ero riuscita a capire tutto il senso complessivo del racconto e i vari riferimenti perché in effetti è ricco di informazioni. Però la seconda volta è stato tutto molto più chiaro.


Grazie Silvia. Sono contento tu abbia apprezzato.
Sì, in effetti ha una lettura tra le righe che necessita di un po' di attenzione per essere colta. Sono comunque felice ti sia arrivato tutto.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Un passo indietro

Messaggio#13 » sabato 20 febbraio 2021, 19:49

mezzomatto ha scritto:Gabriele Dolzadelli
Un passo indietro
Una bella scrittura, capace di costruire con pochi tratti l’ambiente e l’atmosfera del momento. Mi lascia perplesso l’omissione della congiunzione “che” in alcune frasi dichiarativa in frasi, tipo “Sono convinto abbia smesso”, mentre in altre ce lo lasci: “E sono convinto che se mi hanno assunto” (e qui ci vorrebbe la virgola a denotare la subordinata).
Il tema mi sembra centrato solo di striscio. In fondo è l’ora legale a fregare il protagonista, non l’ultimo minuto. Forse sarebbe occorso uno sviluppo meno frettoloso della seconda parte, centrandola in modo incalzante sui contrattempi e sull’inesorabile scandire dei secondi sull’orologio.
Anche il titolo non mi sembra calzante, Un passo inditro da cosa?
Però, siccome tutto è relativo, vedrò dopo aver letto gli altri racconti dove posizionarlo in classifica.


Ciao. Grazie anche per il tuo commento.
In realtà, lui è un uomo perennemente in ritardo, sia nelle piccole cose che nella vita nel suo insieme. Nonostante in quella che lui reputi la sua occasione sentimentale faccia di tutto per arrivare in orario, giungendo puntuale all'ultimo minuto, il tempo lo frega lo stesso. Non era necessario fosse l'ultimo minuto a fregarlo. Credo che ai fini della traccia l'importante sia che l'ultimo minuto abbia un ruolo fondamentale all'interno della vicenda e in questo caso credo che lo abbia in quanto è un cambiamento del protagonista che però non muta la sua condizione.
Il titolo "un passo indietro" richiama il dialogo iniziale tra lui e il barista in cui il protagonista afferma che per quanto ci si affanni, se il tempo vuole stare avanti a te tu sarai sempre un passo indietro. Questo infatti è quello che succede. Spero di aver chiarito alcuni punti. :)

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Un passo indietro

Messaggio#14 » sabato 20 febbraio 2021, 19:52

Alvin Miller ha scritto:Ciao Gabriele. Dopo averlo riletto un po' posso confermare che il tema è stato centrato, anche se mi ha lasciato parecchio confuso.
Più che ad analizzare singoli spezzoni di racconto vorrei esporti la mia impressione sui due grossi macroproblemi che ho riscontrato.

FLUSSO DI INFORMAZIONI: La descrizione del bar e il dialogo con Biggio si "visualizza molto bene" nel lettore, nonostante sorga qualche dubbio sul mezzo di trasporto che il protagonista avrebbe perso. Il punto non è che non si capisca, ma ho dovuto fermarmi e rileggere. Forse è un problema mio, forse sarebbe bastato palesare meglio il fatto che si sia trattato di un autobus, ma prendi questa come un'osservazione personale.
Il vero problema, invece, è che non si capisce se il protagonista sia intrappolato in una sorta di loop o se il paragrafo successivo non sia altro che un flashback. Rileggendo, propendo per il secondo, ma converrai che l'entrata in scena della donna elegante scateni questo dubbio quando in seguito viene nominata Gioia.

FLASHBACK RACCONTATO: Il flashback ha uno stile più sbrigativo di quanto letto sopra, con il protagonista che racconta a un ipotetico ascoltatore quello che gli è successo, invece di mostrarlo momento per momento.
Avrei preferito che questo informazioni ci venissero fornite subito, in modo da evitare i difetti che ti ho elencato e rendere il racconto più lineale (ma funziona all'obiettivo della gara)

Spero di essermi spiegato in maniera abbastanza chiare, ti auguro in bocca al lupo!


Ciao Alvin. In realtà non è nessuna delle due. Gli eventi si svolgono proprio in quell'ordine.
La frase ripetuta dal barista è semplice ironia del destino. Il protagonista tende a perdere la linea 2 del tram, arrivando sempre tardi al bar dopo il lavoro. Questo accade all'inizio della vicenda. Nel finale, il barista gli ripete la battuta ma in questo caso ha un significato doppio, a sua insaputa, in quanto il protagonista ha perso anche le due di notte, ritrovandosi catapultato magicamente alle tre. Spero di aver chiarito anche questo tuo dubbio. :)

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Re: Un passo indietro

Messaggio#15 » domenica 21 febbraio 2021, 18:53

Gabriele Dolzadelli ha scritto:
mezzomatto ha scritto:Gabriele Dolzadelli

Il titolo "un passo indietro" richiama il dialogo iniziale tra lui e il barista in cui il protagonista afferma che per quanto ci si affanni, se il tempo vuole stare avanti a te tu sarai sempre un passo indietro. Questo infatti è quello che succede. Spero di aver chiarito alcuni punti. :)


Allora era meglio Un passo "dietro". indietro dà l'idea di un passo fatto all'indietro(imho).

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Davide_Mannucci
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Re: Un passo indietro

Messaggio#16 » lunedì 22 febbraio 2021, 6:14

Ciao Gabriele e piacere di leggerti.
Il tuo racconto è ben scritto, ormai confermi, scrittura dopo scrittura, di saperti muovere molto bene e di avere una penna abile. Hai però dimostrato di saper fare molto meglio. È chiaro che la storia è buona e alla fine la realizzazione è discreta ma lo stacco tra la prima e la seconda parte è troppo brusco. È come camminare sul prato in piano e poi trovarsi ad affrontare una discesa improvvisa sul ghiaccio.
Questa però è l'unica cosa che mi ha "disturbato" perché lo stile non sarà immersivo ma, secondo la mia opinione, è azzeccato per il taglio malinconico che hai dato alla storia. Non è tra i tuoi lavori migliori ma una prova comunque discreta.
A presto!
Davide Mannucci

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Re: Un passo indietro

Messaggio#17 » lunedì 22 febbraio 2021, 12:59

Ciao Gabriele,
Al di là di qualche frase un po' legnosa, anche a causa della scelta del tempo passato, il racconto mi è piaciuto. L'attinenza al tema la vedo tiratina, però non è un aspetto così rilevante per me.

Punti di forza: Hai reso alla perfezione l'atmosfera malinconica e, nonostante la scelta del tempo passato, ho vissuto le vicende insieme al personaggio.

Punti deboli: Non ho apprezzato molto il richiamo al 2, inteso come autobus/ora, non mi ha convinto e anziché emozionarmi mi ha fatto storcere il naso. In più tutto sembra avvenire troppo in fretta, e questo, a livello emotivo, impedisce di empatizzare davvero con il protagonista.

Cosa cambierei: Rivedrei alcune frasi, proprio nella forma, non le cito perché le individui facilmente rileggendo a bocce ferme e perché è una questione di gusti per lo più. Toglierei anche il giochino del 2, che mira a creare una circolarità che nel caso specifico non rende, secondo me.

In conclusione trovo sia un buon racconto che però, in definitiva, risulta senza infamia ne gloria. Mostri una grande padronanza dello stile e capacità di ideare una storia perfettamente chiara e coerente nei limiti del contest (che non è poco!) però, questa volta, non riesci a colpire nel segno. Almeno con me.
A rileggerci!

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Re: Un passo indietro

Messaggio#18 » martedì 23 febbraio 2021, 8:26

Ciao Gabriele, lieto di leggerti.
Bel raccontino, ho letto roba tua più ispirata eh, ma è scorrevole e si legge bene. Il tema è ovviamente c'entrato.
La parte iniziale secondo me è quella confezionata meglio, si respira l'aria da pub e Biggio è un personaggio molto piacevole, che "spalleggia" il protagonista con naturalezza. Il mood dell'intero racconto ha un fondo malinconico, di quelli che attraversano la consapevolezza amara in certi periodi della nostra vita in un misto tra poesia e dannazione. Diciamo che è soprattutto per questo che per me questo racconto è un pollice in su. Non ripeterò cose già dette da altri, è chiaro che dalla metà in poi il testo perde un po' per via della fretta resa necessaria dalla carenza di caratteri, ma al netto di tutto ciò la ritengo una buona prova.

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roberto.masini
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Re: Un passo indietro

Messaggio#19 » giovedì 25 febbraio 2021, 21:06

Ciao, Gabriele.
Il tema non mi sembra perfettamente centrato perché in realtà tutto ruota sull'ora legale. E il titolo a me sembrava riferirsi a una tua flessione rispetto ad altri tuoi meravigliosi racconti. Il punto di forza della narrazione, il cui stile è sempre efficace, riguarda l'ambientazione. Parlerei d'ipotiposi perché mi sono ritrovato immerso in quel bar con il barista confidente del ludopatico protagonista. L’ingresso di Gioia, che dovrebbe essere la parte clou del racconto mi sembra che zoppichi un po' nella chiarezza dell'esposizione. Ho riletto il racconto ma come sempre c'è il limite di comprensione del commentatore!

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Re: Un passo indietro

Messaggio#20 » giovedì 4 marzo 2021, 13:57

Credo che nella prima parte potrebbe essere utile anticipare i riferimenti all'ora della giornata perché il lettore perde parecchio tempo, con conseguente distrazione, per capire la situazione (pausa pranzo? colazione? poi si capisce che è notte e siamo ormai a fine giornata). Ma questo è secondario rispetto al finale e, nello specifico, a lui che vede lei che poi scompare. Fino a quel momento non abbiamo sentore di un qualcosa non dico di magico, ma di "strano". Anche queste campane che suonano appaiono come elemento "magico" perché lui stesso afferma di non conoscerne la provenienza, che è come dire che non le aveva mai sentite prima. Sia chiaro, la tua intuizione è ottima e un testo con questo finale mi sarebbe piaciuto parecchio se fosse stato preparato adeguatamente nella prima parte. Ho rilevato, insomma, una preparazione e semina che non si sono ben adattate alla costruzione del racconto. Il tema, ovviamente, c'è perché è su di lui che hai costruito il tutto. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo solito, ma ben lungi dal brillante cui mi hai abituato.

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