A domani, amore mio

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Davide_Mannucci
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A domani, amore mio

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:03

Per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.
Avrei tanto voluto pronunciarle davvero quelle parole. Sarebbe stato un bel matrimonio. Ma lui non c’era quel giorno e non c’ero neanche io.
Tossisce di nuovo, stavolta più forte.
Respira piano già da un po’ ormai. Mi chino per pulirgli la bocca e il fazzoletto è ancora sporco di sangue.
Dei passi dietro di me. Scarpe da ginnastica.
La mia bambina si preoccupa della sua vecchia mamma. Teme che il mio cuore non regga tutta questa emozione. E se anche non reggesse? Ci siamo ritrovati quarant’anni fa e ci siamo promessi di non commettere mai più l’errore di vivere separati.
E se questo è l’ultimo giro d’orologio, allora il mio posto non è certo sulla sedia a dondolo a fare il punto croce.
«Mamma, vai di là per favore, ci sto io con lui».
La mia piccina è dolce ma non capisce. Non sa niente dell’amore che lotta e si attacca anche alle lamette da barba pur di vivere ogni emozione fino alla fine.
Non ne sa proprio niente.
Mi giro e la trovo in piedi con la spalla attaccata allo stipite e con quella tuta blu che le ha regalato Alfredo l’anno scorso per Natale.
«Marta, amore mio, io devo stare con lui, fino a che non si sveglia e non mi saluta. Ci salutiamo sempre prima di chiudere gli occhi, sai? Ormai sono quasi quarant’anni che lo facciamo». Chiudo gli occhi e li strizzo fino a che una fitta non mi costringe a riaprirli. «A domani, amore mio. Questo ci diciamo da una vita. Anche quando non potevamo stare insieme».
Marta mi guarda ancora con quello sguardo pieno di compassione che non voglio. Voglio che capisca, non che mi prenda per una povera scema.
Ho lottato così tanto per ottenere una piccola porzione di vita con l’amore della mia vita che adesso nessuno, neanche mia figlia, può impedirmi di stare qui, con lui, con le mani sporche del suo sangue, ad assistere all’ultimo istante della sua vita. Il nostro ultimo minuto insieme.
Io non mi muovo di qui.
Il cellulare suona. “Dio come ti amo”, la nostra canzone. Ha voluto che la mettessi come suoneria e così ogni mattina mi sveglio così. Questa però è la sveglia che mi ricorda le pillole. Le sue medicine.
Non riesco a trattenere le lacrime; tra poco la testa comincerà a girare e Marta mi porterà su quella maledetta sedia a dondolo che non avrà più senso se sulla poltrona accanto non ci sarà il mio amore.
Mi chino ancora su di lui per sentire il suo respiro. È debole e l’odore è sempre più acuto. Siamo davvero alla fine? Abbiamo aspettato che il nostro amore uscisse alla luce del sole per arrivare comunque a una separazione? Zitta, devo stare zitta e non farmi sentire o Marta penserà davvero che sono pazza e io non voglio parlare di nuovo con quel dottore che sorrideva come se si trovasse difronte a una bambina.
Deficiente di dottore.
Io sto solo male perché non voglio lasciarlo e non posso andare a letto se non mi saluta.
Nessuno mi capisce.
Nessuno sa che cosa vuol dire amare una persona fino a desiderare di baciarla anche se la sua bocca sta per esalare l’ultimo respiro e regala solo odore di morte.
Marta ama il suo paracadutista scolpito nel marmo e fa bene. Ma l’amore vero è il “fino alla fine”, quello che aspetteresti fino a perdere il senno.
E forse io l’ho perso, perché non me ne andrò mai a dormire senza quella frase.
Sì, dicono che l’abbia perso.
«Mamma, ti prego, ascoltami. Vieni di là».
Mi volto di scatto. Adesso le strappo i capelli se non la smette.
«MI HAI ROTTO LE PALLE! IO NON MI MUOVO DI QUI!».
Marta mi guarda spalancando gli occhi. Finalmente ha capito e ha paura.
Non parla più, fa finta di piangere, si gira e se ne va.
Lasciatemi con lui, voglio che il mio Alfredo stringa la mia mano quando andrà via.
Le sue dita si muovono. Si sveglia! No, sono ferme e si staccano dalle mie.
No, ti prego Dio no, non adesso, ti prego!
Alfredo fa un respiro lungo. Dio mio, no.
Ne fa un altro, stavolta lunghissimo. Poi si ferma, a bocca aperta.
Ci siamo.
Sento dei passi, poi qualcuno mi abbraccia. Il prete?
«Ginetta, questo me lo ha dato Alfredo, quando lei era via».
Un biglietto, la sua scrittura.
A domani, amore mio.
Mi gira la testa. Qualcuno mi porta in salotto.
No, non voglio tornare in clinica. Voglio dormire come lui, con lui.
Ancora la sveglia, le medicine.
A domani, amore mio.
Ultima modifica di Davide_Mannucci il lunedì 15 febbraio 2021, 23:33, modificato 1 volta in totale.


Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:06

Ecco il vincitore dell'ultima edizione, ciao Davide! Caratteri e tempo ok, buona 150° Edition!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 11:54

Sì, vabbè, però così non vale. Io ero già pronto a fare battute sull’assenza di pompieri, e ora invece mi trovo con una bruschetta nell’occhio. Vabbè, passiamo alle cose importanti.

Un buon racconto, anche se forse viaggia su binari un po’ troppo sicuri. Abbiamo due persone che si amano unite negli ultimi istanti di vita di uno di questi. Punto.
Attenzione, non sto sminuendo il tuo brano. Sto dicendo che, pur trovandolo ben scritto e in grado di consegnare un bell’affresco affettivo, l’ho trovato privo di quel guizzo capace di trasformare un buon racconto in un OTTIMO racconto. I pezzi migliori di MC (non necessariamente dal punto di vista tecnico) sono quelli in grado di farmi pensare a loro anche a distanza di giorni, rimuginando su quell’idea geniale lì o quella descrizione così incisiva. In questo caso, temo che ciò non accadrà.
Sia chiaro: la tua penna è sicura e anche a questo giro dimostri una padronanza superiore alla media, ma forse non hai scavato abbastanza a fondo della tua storia. Qual è il messaggio (non la morale, attenzione) che vuoi lasciare? Cos’è che rende la storia dei due protagonisti così eccezionale rispetto alle vite comuni di noi lettori? È questo che manca a mio avviso.

Alcune note più specifiche…

USO DELLA TERZA PERSONA – Ho trovato particolare la scelta di far usare alla protagonista la terza persona nel riferirsi al suo amato. Particolare, ma soprattutto straniante visto l’uso combinato del presente. Ha creato in me un distacco emotivo. Lei è lì, con lui, ma allo stesso tempo lontana, il che sembra un paradosso, visto il suo desiderio di rimanere al suo fianco fino all’ultimo secondo. Lo chiedo per genuina curiosità: avevi considerato di usare la seconda persona? E se sì, perché hai scartato l’idea?

«MI HAI ROTTO LE PALLE! IO NON MI MUOVO DI QUI!».

Due appunti qui. Innanzitutto, non sono un amante del maiuscolo per esprimere uno stato di voce alterato. Lo trovo poco elegante e più da “chat” che da narrativa. Al suo posto avrei usato il corsivo. Inoltre, ma qui è più una questione formale che non inficia sul mio giudizio, abbandonerei il punto post chiusura delle virgolette, al fine di evitare casi come questo, con due segni di punteggiatura forte che si susseguono.

Per concludere, mi spiace che a questo giro tu non sia riuscito a far breccia nel mio cuoricino arido (bruschettona a parte), ma prendi queste mie parole come uno stimolo per la prossima edizione. Hai dimostrato di saper fare di meglio. Molto di meglio!

PS: Mi piace pensare che Alfredo fosse anche solo un ausiliare della sosta.

PPS: Due racconti letti, due drammoni. Sto gruppo mi ucciderà a suon di pugni nello stomaco, già lo so.
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2021, 12:26

Ciao Davide, credo sia la prima volta che ci incrociamo.
Secondo me hai messo troppa carne al fuoco, ci dai una serie di informazioni inutili, che in più confondono. Che vuol dire che sono stati separati per poi incontrarsi di nuovo quaranta anni fa? E soprattutto a che ci serve?
Il fatto che avrebbero voluto sposarsi ma non lo hanno fatto, idem.
Il fatto che lei risieda in clinica?
Non lo so, l’ho letto due volte e l’unica impressione che ho avuto è che mi manchi qualcosa, che non abbia visto il legame tra tutte queste informazioni, che abbia perso il filo che hai teso.
La partenza già confonde, fino a metà racconto non so se il narratore sia maschio o femmina e se voglio figurarmi un’immagine, diventa complicato. Il fatto che tu scriva “è preoccupata per la sua mamma” non aiuta. La mamma potrebbe essere quella che sta mordendo.
Anche sulle età faccio fatica. La chiama la “mia piccolina”, invece ha almeno quarant’anni. Ok, per la mamma sono sempre bimbi, ma in un racconto così breve crea confusione.
Insomma, apprezzo il pathos che hai creato, la sensazione di impotenza e il dolore di lei, sono palpabili, ma non basta a farmi tralasciare tutto il senso di confusione.
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#5 » martedì 16 febbraio 2021, 17:07

Ciao Davide e piacere di averti letto, il tuo è un inizio molto intenso che mi ha catapultato nel racconto.
Però, quando spieghi dei quarant’anni mi perdo un po’ in domande per cercare di capire cosa avresti voluto dire ed esco un po' dalla storia.
E ti chiedo: perché una sedia a dondolo e non una sedia a rotelle?
La considerazione sulle lamette da barba non l’ho capita, ho pensato a delle ragazzine che adesso si tagliano, ma non mi sembra un pensiero da ottantenne, oppure al gesto disperato di qualcuno che ha tentato di togliersi la vita per amore? Ok, ci starebbe, se dall’altra parte lui non corrispondesse l’amore, e potrebbe anche essere stato così, quando non si amavano ma si sono lasciati. Però sono cose troppo poco accennate. Questo per dire che nella storia delle lamette non riesco a entrare.
Se invece di: Ormai sono quasi quarant’anni che lo facciamo.
Fosse: Ormai lo facciamo sempre, da quando ci siamo ritrovati.
Non ti servirebbe parlare dei quarant’anni.
Che ne dici di: il cellulare suona “Dio come ti amo”. (così, liscio, senza punteggiatura in mezzo)
Qui: baciarla anche se la sua bocca sta per esalare l’ultimo respiro e regala solo odore di morte.
Toglierei “sta per esalare l’ultimo respiro” così l’immagine va dritta all’odore di morte che per me è molto efficace e spiega tutto.
Con l’immagine del paracadutista scolpito nel marmo ho pensato che Marta amasse una statua, poi ho capito. Però non mi torna che se il tipo è così perfetto, il loro amore non possa essere altrettanto intenso. Magari puoi fargli dire che è uno dei tanti, in contrapposizione al "vero amore" della protagonista.
Ti sei un po’ inceppato con la parola “vita”
L’ultima spiegazione inutile è: quando lei era via. Detto dal prete.
Mi è piaciuto molto come hai gestito la morte dell’uomo e il finale.
Per me buonissimo racconto scritto in fretta che può essere facilmente migliorato.
Buona Edition e alla prossima!

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Davide_Mannucci
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#6 » martedì 16 febbraio 2021, 17:48

JohnDoe ha scritto:Sì, vabbè, però così non vale. Io ero già pronto a fare battute sull’assenza di pompieri, e ora invece mi trovo con una bruschetta nell’occhio. Vabbè, passiamo alle cose importanti.

Un buon racconto, anche se forse viaggia su binari un po’ troppo sicuri. Abbiamo due persone che si amano unite negli ultimi istanti di vita di uno di questi. Punto.
Attenzione, non sto sminuendo il tuo brano. Sto dicendo che, pur trovandolo ben scritto e in grado di consegnare un bell’affresco affettivo, l’ho trovato privo di quel guizzo capace di trasformare un buon racconto in un OTTIMO racconto. I pezzi migliori di MC (non necessariamente dal punto di vista tecnico) sono quelli in grado di farmi pensare a loro anche a distanza di giorni, rimuginando su quell’idea geniale lì o quella descrizione così incisiva. In questo caso, temo che ciò non accadrà.
Sia chiaro: la tua penna è sicura e anche a questo giro dimostri una padronanza superiore alla media, ma forse non hai scavato abbastanza a fondo della tua storia. Qual è il messaggio (non la morale, attenzione) che vuoi lasciare? Cos’è che rende la storia dei due protagonisti così eccezionale rispetto alle vite comuni di noi lettori? È questo che manca a mio avviso.

Alcune note più specifiche…

USO DELLA TERZA PERSONA – Ho trovato particolare la scelta di far usare alla protagonista la terza persona nel riferirsi al suo amato. Particolare, ma soprattutto straniante visto l’uso combinato del presente. Ha creato in me un distacco emotivo. Lei è lì, con lui, ma allo stesso tempo lontana, il che sembra un paradosso, visto il suo desiderio di rimanere al suo fianco fino all’ultimo secondo. Lo chiedo per genuina curiosità: avevi considerato di usare la seconda persona? E se sì, perché hai scartato l’idea?

«MI HAI ROTTO LE PALLE! IO NON MI MUOVO DI QUI!».

Due appunti qui. Innanzitutto, non sono un amante del maiuscolo per esprimere uno stato di voce alterato. Lo trovo poco elegante e più da “chat” che da narrativa. Al suo posto avrei usato il corsivo. Inoltre, ma qui è più una questione formale che non inficia sul mio giudizio, abbandonerei il punto post chiusura delle virgolette, al fine di evitare casi come questo, con due segni di punteggiatura forte che si susseguono.

Per concludere, mi spiace che a questo giro tu non sia riuscito a far breccia nel mio cuoricino arido (bruschettona a parte), ma prendi queste mie parole come uno stimolo per la prossima edizione. Hai dimostrato di saper fare di meglio. Molto di meglio!

PS: Mi piace pensare che Alfredo fosse anche solo un ausiliare della sosta.

PPS: Due racconti letti, due drammoni. Sto gruppo mi ucciderà a suon di pugni nello stomaco, già lo so.


Ciao Alessandro!!!
Dai...sono soddisfatto della bruschettona...per un cuore arido è tanta roba! :D
Grazie mille per i complimenti ma soprattutto per gli appunti e le.osservazioni. Le metto nello zainetto dei consigli preziosi!
A presto
Ultima modifica di Davide_Mannucci il martedì 16 febbraio 2021, 17:53, modificato 1 volta in totale.
Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#7 » martedì 16 febbraio 2021, 17:49

Polly Russell ha scritto:Ciao Davide, credo sia la prima volta che ci incrociamo.
Secondo me hai messo troppa carne al fuoco, ci dai una serie di informazioni inutili, che in più confondono. Che vuol dire che sono stati separati per poi incontrarsi di nuovo quaranta anni fa? E soprattutto a che ci serve?
Il fatto che avrebbero voluto sposarsi ma non lo hanno fatto, idem.
Il fatto che lei risieda in clinica?
Non lo so, l’ho letto due volte e l’unica impressione che ho avuto è che mi manchi qualcosa, che non abbia visto il legame tra tutte queste informazioni, che abbia perso il filo che hai teso.
La partenza già confonde, fino a metà racconto non so se il narratore sia maschio o femmina e se voglio figurarmi un’immagine, diventa complicato. Il fatto che tu scriva “è preoccupata per la sua mamma” non aiuta. La mamma potrebbe essere quella che sta mordendo.
Anche sulle età faccio fatica. La chiama la “mia piccolina”, invece ha almeno quarant’anni. Ok, per la mamma sono sempre bimbi, ma in un racconto così breve crea confusione.
Insomma, apprezzo il pathos che hai creato, la sensazione di impotenza e il dolore di lei, sono palpabili, ma non basta a farmi tralasciare tutto il senso di confusione.


Ciao!
Grazie infinite per le osservazioni.
Anche queste vanno nello zainetto delle cosine preziose su cui riflettere per migliorare...
Buona Edition ;)
Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#8 » martedì 16 febbraio 2021, 17:52

Gennibo ha scritto:Ciao Davide e piacere di averti letto, il tuo è un inizio molto intenso che mi ha catapultato nel racconto.
Però, quando spieghi dei quarant’anni mi perdo un po’ in domande per cercare di capire cosa avresti voluto dire ed esco un po' dalla storia.
E ti chiedo: perché una sedia a dondolo e non una sedia a rotelle?
La considerazione sulle lamette da barba non l’ho capita, ho pensato a delle ragazzine che adesso si tagliano, ma non mi sembra un pensiero da ottantenne, oppure al gesto disperato di qualcuno che ha tentato di togliersi la vita per amore? Ok, ci starebbe, se dall’altra parte lui non corrispondesse l’amore, e potrebbe anche essere stato così, quando non si amavano ma si sono lasciati. Però sono cose troppo poco accennate


Ciao Valeria!!!
Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e per i consigli preziosi... Ne farò tesoro per limare stile e forma.
Grazie mille!!!

PS
Attaccarsi alle lamette è un modo di dire che uso per sottolineare la voglia di raggiungere un obbiettivo anche nelle situazioni più disperate. :)
Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#9 » martedì 16 febbraio 2021, 22:24

Ciao Davide,
Piacere di leggerti.
Inizio col dire che il tema c'è tutto e che il motivo su cui è incentrato il racconto funziona sempre anche se forse non è dei più originali, ma questo non rappresenta un problema. Credo invece che fosse tutto un po' prevedibile già dall'inizio. Immagino che tu non puntassi sull'effetto sorpresa in questo racconto, ma anche se ben scritto, l'ho trovato privo di guizzi.
Magari un plot twist ci sarebbe potuto stare...
Un altro appunto è che nella parte centrale ci sono un po' di ripetizioni, vita/vita e la parola amore che compare con frequenza troppo alta, e questo rallenta un po' il ritmo.
Il refrain "a domani amore mio" mi ha ricordato quello del racconto che vinto la precedente edizione "il pompiere paura non ne ha". Si vede che ti ci trovi bene;)
Forse avrei evitati anch'io il maiuscolo nell'urlato, ma non mi ha disturbato.
Ripeto che la scrittura è buona e il racconto altrettanto, ma con il campione si è sempre meno indulgenti.

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Davide_Mannucci
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#10 » martedì 16 febbraio 2021, 23:23

filippo.mammoli ha scritto:ma con il campione si è sempre meno indulgenti.

....perché siete dei bastardi...:D
E vi colpirà la mia maledizione che vi costringerà a scrivere solo con narratore onnisciente UUUAHAHAHAHAH
Detto questo....grazie mille per i consigli preziosi...finisci anche tu nello zainetto delle cose utili e costruttive ;)
A presto Filippo!!!
Davide Mannucci

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Stefano.Moretto
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#11 » mercoledì 17 febbraio 2021, 15:35

Ciao Davide,
fa sempre piacere vedere come il tuo stile migliori sensibilmente di edizione in edizione. Certo, sale un'angoscia terribile a leggere questo testo, ma questi sono dettagli.
L'unico appunto che mi sento di farti è che si capisce poco della situazione: il malato sputa sangue e sembra in punto di morte, però sembra che debba svegliarsi da un momento all'altro. Non si capisce se in casa c'è anche il dottore o il prete, e in più le informazioni date sulla figlia sviano un po' l'attenzione. Insomma, l'emotività della donna è ben costruita, ma il focus viene un po' sviato da alcuni elementi. Non è che si perde, ma è un po' disturbato, come quando guardi la tv e ogni tanto c'è un po' di effetto neve.
Resta comunque un'ottima prova.
Ora scusami, ma mi è entrata un po' di sabbia negli occhi.

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#12 » giovedì 18 febbraio 2021, 13:26

Ciao Stefano! Grazie mille per i complimenti sullo stile. Sono contento si nota, perché è questo che mi ha spinto qua e che mi stimola a restarci :)
Per quanto riguarda i consigli e gli appunti beh, finisci anche tu nel prezioso zainetto delle cose da rivedere!
Solo una cosa: il marito non sembra risvegliarsi, è lei che sente le dita muoversi e ha questa folle speranza. In realtà stavano scivolando via dalla sua mano.
Alla fine ho voluto creare confusione per dar l'idea di quello che avveniva nella sua mente scombussolata.
Per il resto grazie per i consigli!
A presto!!
Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#13 » venerdì 19 febbraio 2021, 16:30

Polly Russell ha scritto:La partenza già confonde, fino a metà racconto non so se il narratore sia maschio o femmina e se voglio figurarmi un’immagine, diventa complicato. Il fatto che tu scriva “è preoccupata per la sua mamma” non aiuta. La mamma potrebbe essere quella che sta mordendo.

Ciao Polly, stavo rileggendo il mio racconto e i commenti e mi lascia perplesso in effetti questa tua non comprensione del sesso del narratore. In prima battuta non mi ci sono soffermato più di tanto perché, soprattutto nei primi due racconti (il pompiere no....accidenti a lui....lui era perfetto ahahaa) in alcuni punti mi era stata mossa (quasi sempre a ragione) la stessa critica. Qua mi sembra invece che sia chiaro già dall'inizio perché il narratore dice "lui" e poi "io" e, nel momento in cui dice "mamma" è palese che il morente sia di sesso maschile e il narratore una donna.
Poi viene confermato il tutto dalla frase "mamma vai di là, ci sto io con lui".
Per il resto niente da dire, tutti i tuoi consigli li ho messi nello zainetto. Ho visto come scrivi e tutte le tue critiche sono materiale prezioso per migliorare.
Scusa la precisazione e grazie ancora :)
Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#14 » venerdì 19 febbraio 2021, 16:46

Riletto. E ovviamente hai ragione, dì solito non sono una lettrice disattenta, evidentemente questa volta non è stato così. E non vale nemmeno il fatto di dover spiegare meglio, con 4242 battute sono importanti anche le virgole e tutto da informazioni. Quindi DOVEVO notarlo. Come ho spiegato a Luca, con cui ho fatto una figura(ccia) analoga, ho letto tutti i racconti e li ho commentato dopo, dandogli una scorsa per ricordare cosa volessi dire per ognuno, e ho capito che è una tecnica fallimentare.
I’m sorry!
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#15 » sabato 20 febbraio 2021, 6:14

JohnDoe ha scritto:PS: Mi piace pensare che Alfredo fosse anche solo un ausiliare della sosta.


Riletto anche il tuo e sono costretto a citare Lino Banfi:
"Non ho afferreto" :)

Poi mi sono accorto di aver dimenticato di risponderti sulla terza persona rivolta all'uomo morente (Alfredo..appunto):
Nella mia testa l'idea era quella di mostrare la protagonista non troppo lucida ma quasi distaccata, almeno a tratti, dalla realtà (si parla di una donna che è ricoverata in una clinica, probabilmente psichiatrica) e la prima persona rivolta a lui non mi avrebbe aiutato - sempre nella mia testa - ecco, tutto qua.
Grazie ancora, Alessandro! :)
Davide Mannucci

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#16 » sabato 20 febbraio 2021, 11:10

Mi riferivo all'assenza di pompieri e forze dell'ordine in generale nel tuo racconto. Lascia stare, ho un senso dell'umorismo del piffero. :D

Grazie della risposta alla mia curiosità.
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#17 » sabato 20 febbraio 2021, 11:38

JohnDoe ha scritto:Mi riferivo all'assenza di pompieri e forze dell'ordine in generale nel tuo racconto. Lascia stare, ho un senso dell'umorismo del piffero. :D

Grazie della risposta alla mia curiosità.


Mea culpa!!! Non avevo colto la battuta!
Non male...povero pompiere....sempre nominato...chissà che fine avrà fatto. Mi sono goduto la vittoria ma forse lui adesso è ancora infilato come uno spiedo che guarda Pooh con l'espressione come a dire "ok, ho spinto le gambe, e ora?".
Grazie a te per il terzo posto. L'ausiliare del traffico ringrazia...poi esala...ma ringrazia :D
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#18 » martedì 23 febbraio 2021, 10:38

Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

Ammetto di non aver capito bene la situazione. Il compagno della protagonista sta morendo e invece lei è malata, giusto?
Se così fosse, capisco che sia un racconto che voglia puntare sull'emozione. Il tempo è breve per empatizzare e la situazione (per me che è stata poco chiara) non mi ha preso del tutto.
Ma a parte questo, mi concentrerei di più sul fatto che venga trattata male la figlia e questo matrimonio mai celebrato, di cui non ho trovato più traccia.
Poi, ripeto, magari sono io che sono lento :D

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#19 » martedì 23 febbraio 2021, 10:57

Gimmi ha scritto:Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

Ammetto di non aver capito bene la situazione. Il compagno della protagonista sta morendo e invece lei è malata, giusto?
Se così fosse, capisco che sia un racconto che voglia puntare sull'emozione. Il tempo è breve per empatizzare e la situazione (per me che è stata poco chiara) non mi ha preso del tutto.
Ma a parte questo, mi concentrerei di più sul fatto che venga trattata male la figlia e questo matrimonio mai celebrato, di cui non ho trovato più traccia.
Poi, ripeto, magari sono io che sono lento :D


Ciao GImmi, grazie per il commento. Non sembri affatto brutale :)
Allora, in effetti sarebbe interessante concentrarsi sulla figlia trattata male e quindi spostare il pdv su di lei, interessante proposta! Grazie mille!
In questo caso però ho il pdv focalizzato sulla madre che, come giustamente hai notato, è malata (è in cura in una clinica psichiatrica, come accenno alla fine) e su come lei vive gli ultimi istanti dell'amore della sua vita. Il matrimonio non. l'ho approfondito perché non c'è mai stato e ho infatti poi parlato di separazione e di tempi in cui non potevano stare insieme (probabilmente amanti che non potevano al momento coronare il sogno come poi hanno fatto).
Grazie mille per il tuo commento diretto! Questo aiuta e anche tu vai dritto nello zainetto dei consigli che aiutano a migliorare :)
Ah....in realtà lo avevi capito quindi mi sembri tutt'altro che lento! ;)
A presto e buona Edition!!
Davide Mannucci

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Eugene Fitzherbert
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#20 » mercoledì 24 febbraio 2021, 8:40

Ciao, Davide,
Ti sto commentando a ogni edizione... Così almeno non mi incasino con il nome.

Comunque, il racconto è abbastanza trascinante, molto triste, come già in tanti hanno notato. Avendo io a che fare con gli ultimi istanti delle persone e con i famigliari che gli stanno intorno, posso dire che hai colto molte sfumature di questi tragici momenti.
Non sempre è tutto comprensibile, nella necessità di dettagliare un po' di background, hai sparso notizie in giro per il testo che non dicono nulla, ma anzi in certi punti addirittura confondono.
Il focus doveva rimanere sul presente, quell'ultimo istante in cui lei non vuole lasciare andare il suo amato. È l'unica cosa che conta.
È quel momento in cui si nega l'evidenza (come tuhai fatto bene a sottolineare con il movimento delle dita che non esiste) purn di rimanere attaccati alla propria metà.

Per quel che riguarda la scrittura, lo stile ha alcune sbavature, ci sono delle ripetizioni e la punteggiatura in alcuni punti è erratica, però nel complesso la prova è buona.
Alla prossima!

PS posso cambiarti nome a ogni edizione?

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Davide_Mannucci
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#21 » mercoledì 24 febbraio 2021, 8:50

Ciao Eugene! Felice di ritrovarti come commentatore :)
Grazie per il commento e per le segnalazioni! E grazie per aver colto il dettaglio delle dita, speravo che qualcuno lo notasse perché è una cosa che ho osservato in quelle occasioni ed è carica di molti significati.
Per quanto riguarda il nome, mio caro Egidio, puoi cambiarlo a piacimento :D
Scherzi a parte, grazie e a presto!
Davide Mannucci

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wladimiro.borchi
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#22 » mercoledì 24 febbraio 2021, 19:54

Ciao Davide,
con me hai colto nel segno.
Probabilmente sto invecchiando, ma vengo sempre più colpito dai racconti in cui si respirano sentimento e disperazione.
Hai toccato una tematica difficile, il fine vita di un uomo e il saluto alla sua amata. Tra le pieghe si capisce che si tratta di un amore che non ha avuto una propria linearità, tanto che i due non si sono potuti sposare, giurandosi amore eterno in un modo differente.
Ma il loro è un amore che è durato oltre ogni difficoltà.
Il finale con il saluto dell'amato che arriva anche dopo la morte è struggente.
A rileggerci presto
W

Andrea Cangiotti
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#23 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:25

Un testo che mi è piaciuto. Lo stile è semplice, diretto. Parla di un frammento di vita quotidiano in modo convincente, senza voler strafare. I personaggi sono ben delineati, la storia si adatta al tema dell'ultimo minuto.
Quando ho letto ho avuto la sensazione di essere lì, con i protagonisti, e di vivere la storia in prima persona. In alcuni punti avrei usato parole differenti o magari avrei offerto qualche dettagli in più, ma direi che la lettura è stata piacevole.

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Davide_Mannucci
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Re: A domani, amore mio

Messaggio#24 » lunedì 1 marzo 2021, 18:22

Andrea Cangiotti ha scritto:Un testo che mi è piaciuto. Lo stile è semplice, diretto. Parla di un frammento di vita quotidiano in modo convincente, senza voler strafare. I personaggi sono ben delineati, la storia si adatta al tema dell'ultimo minuto.
Quando ho letto ho avuto la sensazione di essere lì, con i protagonisti, e di vivere la storia in prima persona. In alcuni punti avrei usato parole differenti o magari avrei offerto qualche dettagli in più, ma direi che la lettura è stata piacevole.


Ciao Andrea! Mi sono accorto di non averti risposto e credevo di averlo fatto... No comment :)
Grazie mille per il commento e la classifica e grazie per i consigli... In effetti ho visto anche io che potevo aggiungere più dettagli.
Grazie ancora
A presto
Davide Mannucci

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Re: A domani, amore mio

Messaggio#25 » martedì 2 marzo 2021, 14:33

Racconto decisamente valido, ma per me ha la pecca di girarsi troppo intorno. Ci fornisci alcuni indizi che non approfondisci (il matrimonio mai fatto e, di conseguenza, la loro storia più in generale) e ti soffermi a lungo su questa donna in impassa di fronte al (probabile) cadavere del compagno. Tutto bello, ma davvero il testo sembra impaludarsi prima della chiusa e questo è un problema che non può non incidere sulla valutazione finale. Il tema c'è tutto ed è quell'ultimo minuto infinito che si vorrebbe prolungare in eterno. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo brillante.

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