Il diavolo non c'era, ancora

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Polly Russell
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Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:06

L’inquisitore diede un giro alla morsa, dovette appoggiarsi con le mani sulla vite per riuscire a farla girare e il grido di padre Luca esplose assieme alle sue falangi frantumate. — Hai detto qualcosa? — chiese.
Il giovane frate raccolse energia e saliva. — Non sono un adoratore di Satana. — riuscì a biascicare, sangue e paura colavano tra le labbra spaccate.
— Sei stato visto in compagnia della strega. — Afferrò uno dei ferri dal bracere e lo soppesò. — Di notte — aggiunse, avvicinandolo a quel viso devastato. — In luoghi cari alle streghe.
Non gli diede il tempo di rispondere, se mai avesse voluto farlo, e glielo schiacciò addosso.
Uno dei carcerieri dovette distogliere lo sguardo portandosi le mani alla bocca, mentre le urla del frate e l’odore di carne bruciata riempivano l’aria.
— È una levatrice! Per l’amor di Dio, è solo una levatrice! — gridò prima di svenire.

Una goccia ogni sette secondi. Non c’era altro su cui basarsi nell’oscurità della cripta dove lo avevano rinchiuso. Nessuno spiraglio, nessun rumore, solo il fetore di putrefazione lo informava che il corpo del priore era ancora lì, a decomporsi insieme a quelli degli altri cappuccini. Tranne il suo. Non lo avrebbero messo nelle catacombe con loro, lo avrebbero bruciato. Qualunque cosa avesse detto.
La chiave stridette nella toppa, cercò di aprire gli occhi ma erano troppo gonfi e tumefatti per permettergli di vedere chi stava entrando.
— Ti sei svegliato: bene.
Era la voce dell’inquisitore, e ora che era illuminato dalle lampade riusciva a distinguerlo.
Luca raccolse le ultime energie per sollevarsi carponi, poi in ginocchio, mentre la pelle della schiena, lacerata dalla frusta e dal fuoco, si strappava in brani a ogni movimento. — Lei dov’è? — ebbe la forza di chiedere.
— La strega? — ghignò l’altro.
— È una levatrice.
L’inquisitore giunse le mani nelle maniche del saio e lo avvicinò. Gli bastò toccarlo col piede per farlo rovinare a terra, in uno sbuffo di polvere e disperazione. — Sono venuto a portarti del cordiale.
Voltò il viso spigoloso alla porta e fece cenno a un vecchio frate di entrare. — Devi rimetterti, o non potrò interrogarti ancora. — Si chinò su di lui. — Se morissi prima di confessare non avrei fatto bene il mio lavoro.
Il vecchio frate si avvicinò con un bicchiere colmo e glielo porse.
— Padre Livio, anche voi mi credete un adoratore del demonio?
Il vecchio gli cacciò il bicchiere sulle labbra e Luca fu costretto a ingoiare quello che, nella sua bocca martoriata, pareva fuoco.
— Io so chi era fratello Luca: un novizio pieno d’amore e voglia di imparare. Io non lo so tu chi sei — sentenziò senza nemmeno una punta di rammarico nella voce.
— Sono io, sono sempre io. Ho peccato ma non come dicono.
L’inquisitore colse al volo quella che pareva essere una confessione e lo incalzò. — E cosa facevi con la strega al cimitero, l’ultima luna nuova?
— L’amavo! — sbottò il giovane frate, non riuscendo a trattenere le lacrime. Si coprì il viso con la sinistra. La destra era una poltiglia informe stretta al petto.
— L’amavo. E l’amo ancora — confessò. — Non c’era nessun demonio con noi, solo amore.
— Bene — sostenne l’inquisitore. Diede una pacca sulla spalla al vecchio e lo esortò a lasciare la cripta. Quando fu anche lui sull’uscio si voltò verso Luca. — Allora presta attenzione, se rimani in silenzio forse potrai raccogliere le sue ultime grida.
— Cosa?
— La pira è stata preparata nel chiostro, proprio qui fuori, la bruceranno a momenti.
— No! — gridò, ma erano già usciti.

Luca si trascinò fino alla porta, ogni movimento, addirittura ogni respiro era fonte di dolore. Arpionò la maniglia e la usò per levarsi in piedi. — Aprite! — gridò al vuoto.
Era lo scoppiettio di un fuoco quello che sentiva o era solo suggestione?
— Vi prego, vi prego! Confesserò, è tutta colpa mia, sono stato io, io solo!
Colpì il legno con il pugno, con la spalla e continuò a urlare, senza ricevere risposta.
Quanto tempo poteva avere? Minuti?
Si sfiorò la destra, l’idea scivolò dalla testa alla mano. La strinse riaprendo le ferite. Quasi non sentì dolore quando tracciò un pentacolo a terra col proprio sangue.
— Cosa posso fare per te? — gli chiese una voce cavernosa.
— Voglio il tuo potere, adesso.
— E tu cosa mi darai?
— Le loro vite
Ultima modifica di Polly Russell il lunedì 15 febbraio 2021, 23:09, modificato 1 volta in totale.


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antico
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:08

Polly! Che bello rivederti nell'Arena! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa 150° Edition!

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Polly Russell
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#3 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:11

Piacere mio, Antico!
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maurizio.ferrero
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#4 » mercoledì 17 febbraio 2021, 12:03

Ciao Polly, piacere di rileggerti!

Racconto che parla di inquisizione, streghe, tortura e venerazione dei diavolo. Scelta peculiare, ma l'insieme non risulta particolarmente originale. Manca un guizzo che che dia alla storia un sapore nuovo.
Il vero colpo di scena è che alla fine si scopre che il frate protagonista non aveva rapporti con una strega, ma era lui stesso uno stregone. Ho apprezzato l'inversione di ruoli, vero punto di forza della storia, ma che non risulta così influente da farla reggere completamente su di esso.
La parte centrale rallenta un po' il ritmo, il personaggio di padre Livio appare abbastanza inutile nell'economia del racconto. Avrei voluto sapere qualcosa di più sulla levatrice.
Tema centrato, l'evocazione del diavolo all'ultimo minuto potrebbe salvare la ragazza dai rogo.

Cosa che non c'entra nulla con il commento: il font fucsia mi ha fatto perdere delle diottrie! :D

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Polly Russell
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2021, 12:46

Grazie caro è ben ritrovato anche a te!
Sì, alla fine della fiera padre Livio è proprio inutile:), mi piaceva questa cosa del cordiale per resistere alle torture successive e m’era sembrato poco consono che l’inquisitore stesso si abbassasse a portarglielo.
Per il finale in realtà io avevo deciso che Luca non fosse uno stregone, fosse semplicemente un frate che si era innamorato di una levatrice, ma senza vie di fuga e con la morte di lei impellente, avesse deciso di vendere la propria anima al diavolo. Ma immaginando fraintendimenti (sono conscia del fatto che non era facile evincerlo dal testo) ho cercato di salvarmi in calcio d’angolo col titolo! lol
Ma funziona anche la tua interpretazione.
Alla prossima e grazie.
Polly

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Antonio Pilato
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 15:30

Ciao Polly, è un piacere averti letto.
Un solo termine per questa storia: prorompente. E’ gradevolissima, nel rispetto del tema, la visione ribaltata di qualcuno che viene ingiustamente accusato di un terribile (e sedicente) accordo con il Diavolo: mi sono così tanto affezionato alla struggente disperazione per amore dell’uomo che, sul finale a sorpresa, pur rivelandosi con molta probabilità un fedele del Male, ritengo comunque giusto che compia il suo Patto. Molto dettagliata anche la descrizione delle torture, e assai accattivante e coerente il titolo con la storia.
Nessuna critica specifica, a parte forse il colore della scrittura che comunque è lodevole per l’originalità.

alexandra.fischer
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#7 » mercoledì 17 febbraio 2021, 16:13

Tema centrato. Luca all’ultimo minuto decide di legarsi al demonio e in cambio dà le vite dei suoi torturatori, ex confratelli. La sua unica colpa è stata di essersi innamorato della levatrice del luogo in cui vive, in uno scenario molto alla Umberto Eco. Ecco, la narrazione è molto efficace. I punti di forza sono: la rappresentazione della tortura, in tutta la sua crudezza (falangi rotte, braciere che lo sfigura e l’apparente indifferenza del torturatore cattivo, per poi passare al torturatore “buono” che gli porta del cordiale affinché lui confessi). E anche quella della rappresentazione dei personaggi: si vedono tutti dai dialoghi (il fatto che sappiano del cimitero e degli incontri fra lui e la presunta strega), dall’abbigliamento (il saio).
Punto debole:
ti scrivo la frase corretta: “Afferrò uno dei ferri dal braciere…”

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Pretorian
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#8 » giovedì 18 febbraio 2021, 23:43

Ciao Polly e piacere di leggerti.
Il racconto è buono. A separarlo dall'eccellenza, ci sono giusto alcune sbavature tell e un finale un po' troppo frettoloso. Per quanto riguarda le prime, sono sicuro che le avrai individuate alla seconda lettura ("prima di svenire", "l'inquisitore colse al volo quello che pareva essere una confessione" , "era lo scoppiettio di legno quello che sentiva o era solo suggestione?" per dirne alcuni). Per quanto riguarda il secondo, immagino che la colpa sia da attribuire ai pochi caratteri a disposizione, anche se penso che avresti potuto risparmiare qualcosa eliminando la scena dei corpi dei cappuccini in putrefazione, che non aggiungeva niente di concreto alla vicenda. In ogni caso, davvero un ottimo lavoro.
Alla prossima!!

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Polly Russell
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#9 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:05

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Polly, è un piacere averti letto.
Un solo termine per questa storia: prorompente. E’ gradevolissima, nel rispetto del tema, la visione ribaltata di qualcuno che viene ingiustamente accusato di un terribile (e sedicente) accordo con il Diavolo: mi sono così tanto affezionato alla struggente disperazione per amore dell’uomo che, sul finale a sorpresa, pur rivelandosi con molta probabilità un fedele del Male, ritengo comunque giusto che compia il suo Patto. Molto dettagliata anche la descrizione delle torture, e assai accattivante e coerente il titolo con la storia.
Nessuna critica specifica, a parte forse il colore della scrittura che comunque è lodevole per l’originalità.

Grazie Antonio, felice che ti sia piaciuto. Peccato non essere riuscita a far capire che Luca non era un adoratore del demonio, ma ci è diventato per salvare lei. Ci dovrò lavorare.
Polly

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Polly Russell
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#10 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:07

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Luca all’ultimo minuto decide di legarsi al demonio e in cambio dà le vite dei suoi torturatori, ex confratelli. La sua unica colpa è stata di essersi innamorato della levatrice del luogo in cui vive, in uno scenario molto alla Umberto Eco. Ecco, la narrazione è molto efficace. I punti di forza sono: la rappresentazione della tortura, in tutta la sua crudezza (falangi rotte, braciere che lo sfigura e l’apparente indifferenza del torturatore cattivo, per poi passare al torturatore “buono” che gli porta del cordiale affinché lui confessi). E anche quella della rappresentazione dei personaggi: si vedono tutti dai dialoghi (il fatto che sappiano del cimitero e degli incontri fra lui e la presunta strega), dall’abbigliamento (il saio).
Punto debole:
ti scrivo la frase corretta: “Afferrò uno dei ferri dal braciere…”
grazie Shanda, sono contenta che ti sia piaciuto. Ho letto da poco Lewis ed è subito “il Monaco”! XD
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#11 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:09

Pretorian ha scritto:Ciao Polly e piacere di leggerti.
Il racconto è buono. A separarlo dall'eccellenza, ci sono giusto alcune sbavature tell e un finale un po' troppo frettoloso. Per quanto riguarda le prime, sono sicuro che le avrai individuate alla seconda lettura ("prima di svenire", "l'inquisitore colse al volo quello che pareva essere una confessione" , "era lo scoppiettio di legno quello che sentiva o era solo suggestione?" per dirne alcuni). Per quanto riguarda il secondo, immagino che la colpa sia da attribuire ai pochi caratteri a disposizione, anche se penso che avresti potuto risparmiare qualcosa eliminando la scena dei corpi dei cappuccini in putrefazione, che non aggiungeva niente di concreto alla vicenda. In ogni caso, davvero un ottimo lavoro.
Alla prossima!!

Ben trovato anche qui, Pretoriano!
Mannaggia, mi dispiace non essere riuscita a fare quel finale che avevo in mente. Nella mia testa doveva essere qualcosa di tronco, definitivo. Un po’ come la scena finale di un film in cui si vede il “cattivo” spalancare gli occhi, invece il risultato è stato frettoloso. Ahimè, ci lavorerò su! Grazie.
Polly

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Antonio Pilato
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#12 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:24

Polly Russell ha scritto:
Antonio Pilato ha scritto:Ciao Polly, è un piacere averti letto.
Un solo termine per questa storia: prorompente. E’ gradevolissima, nel rispetto del tema, la visione ribaltata di qualcuno che viene ingiustamente accusato di un terribile (e sedicente) accordo con il Diavolo: mi sono così tanto affezionato alla struggente disperazione per amore dell’uomo che, sul finale a sorpresa, pur rivelandosi con molta probabilità un fedele del Male, ritengo comunque giusto che compia il suo Patto. Molto dettagliata anche la descrizione delle torture, e assai accattivante e coerente il titolo con la storia.
Nessuna critica specifica, a parte forse il colore della scrittura che comunque è lodevole per l’originalità.

Grazie Antonio, felice che ti sia piaciuto. Peccato non essere riuscita a far capire che Luca non era un adoratore del demonio, ma ci è diventato per salvare lei. Ci dovrò lavorare.


Ciao Polly, non fraintendermi. L'avevo intuito, ma non era un cosa certa (e forse è meglio così).

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Hayà
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#13 » venerdì 19 febbraio 2021, 14:03

Ciao Polly, è un piacere leggerti.

Parto con una premessa totalmente personale, ma ho dovuto copia-incollare il testo su un file per poter modificare il colore.

Detto questo, complimenti. L’ho trovato un testo scritto bene e con uno stile funzionale: le descrizioni delle torture mi hanno fatto sentire le mani di gelatina.
Il colpo di scena finale mi ha sorpreso e, arrivata a quel punto, ho apprezzato molto la scelta del titolo.
Non ho veramente molto da segnalare, a essere sinceri.
Complimenti!

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Polly Russell
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#14 » venerdì 19 febbraio 2021, 14:55

Prima o poi rinuncerò al mio violetto... ma con molta molta tristezza.
Grazie! Contenta che ti sia piaciuto.
Polly

Andrea J. Leonardi
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#15 » domenica 21 febbraio 2021, 10:08

Ciao Polly, piacere di leggerti.
Credo sia necessario fare una premessa.
Vedrai un lungo paragrafo sullo stile, ma vorrei anticipare che il racconto mi è piaciuto tanto e l'ho letto con piacere. Non definirei errori, ma piuttosto consigli che ti propongo da "amico". So che non ci conosciamo, non so neanche se sei una donna, un uomo, un non-binary, non importa. Tuttavia, proprio perché ho percepito quelli che per me sono piccoli elementi di attrito, mi sono sentito di analizzarli più in dettaglio del solito.
Ogni punto è ovviamente contestabile, immaginiamoci come due amici al bar che discutono su come si potrebbe migliorare il brano: ogni proposta è valida, ma la scelta sarà sempre tua!

Tema Tema centrato, niente da aggiungere. Un significato letterale che non si macchia di monotonia, ben fatto.

Trama Molto interessante, le vicende dietro le quinte vengono mostrate con naturalezza nei dialoghi e nella situazione drammatica. Anche se il racconto accade interamente nella cella (tranne l’apertura, ma siamo lì vicino), abbiamo tutte le informazioni per apprezzarlo.

Stile Mi trovo confuso nello stile. Ho percepito un mix di stili di scrittura. Il brano è scritto in generale bene, ed è abbastanza facile da leggere, scorrevole. Forse proprio per questo ho percepito con più contrasto quei piccoli momenti di attrito nella lettura.

Non ho la pretesa di definirli “errori”, ma ti segnalo quelli che credo possano essere aspetti di miglioramento.

“Dovette (verbo)” – hai utilizzato un paio di volte questa forma, che purtroppo sa tanto di narratore onnisciente quando a compierla è qualcuno fuori dal PdV. Il soggetto della frase compie l’azione che noi vediamo esternamente, l’aggiunta del “dovette” ci proietta per un attimo nella mente del soggetto. La soluzione (per me) è semplice: “Uno dei carcerieri dovette distogliere distolse lo sguardo portandosi le mani alla bocca”
Dialogue tag + beat – ovvero la combinazione di verbi come dire, sbottare, gridare, con un’azione compiuta dallo steso soggetto che compie la frase. Quel che so io è che se hai a disposizione un’azione da far compiere al soggetto, non inserire anche un tag.
“solo il fetore di putrefazione lo informava” - simile al “dovette” di prima: il fetore non informa, il fetore si percepisce, anche quando siamo dentro il PdV, ma è il cervello che ne estrae l’informazione (a volte anche sbagliata). Avrei scritto qualcosa come “il fetore di putrefazione persisteva nell’aria. Il copro del priore doveva essere ancora lì.”
Gli bastò toccarlo col piede – “lo tocco col piede e lui rovinò a terra”
“sollevarsi carponi, poi in ginocchio, mentre la pelle della schiena, lacerata dalla frusta e dal fuoco, si strappava” - due espressioni temporali, il “poi” è teoricamente superfluo ma non disturba la lettura. Il “mentre”, invece, per quanto abbia un significato corretto (la pelle si lacera proprio durante quei movimenti) produce un allungamento del periodo con due soggetti diversi. Utilizzare due frasi diverse alleggerisce la lettura e permette una comprensione più chiara. Possibile alternativa: “… in ginocchio. La pelle della schiena si strappò in brani, lacerata dalla frusta e dal fuoco.”
“Quando fu anche lui sull’uscio si voltò verso Luca.” – Altra espressione temporale. Possibile alternativa: “Si fermò all’uscio e si voltò verso Luca.”
“Quasi non sentì dolore quando tracciò un pentacolo a terra col proprio sangue.” – “Traccio un pentacolo a terra; non sentì dolore, se non un debole fastidio.” Il verbo di percezione potrebbe essere utilizzato in quanto il PdV si aspetta di sentire dolore, ma non avviene.

Generale. Ho già detto molto nella premessa, non ha senso ripetermi. Ottimo lavoro! Spero di non risultare arrogante e fastidioso, ci tengo a sottolineare che questi miei consigli sono ancora un mix di studi e pareri personali (chi lo dice che sto capendo bene la teoria?)

P.S. il colore del testo mi è piaciuto.

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Polly Russell
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#16 » domenica 21 febbraio 2021, 10:32

Andrea grazie.
È proprio il tipo di commento di cui avevo bisogno. :)
Ho passato anni a “studiare” e usare un narratore del tutto esterno e da un po’ sto usando (con risultati altalenanti) il filtro del personaggio. Quindi è tutto utilissimo.
Ovviamente non sono in accordo su ogni parola, come accade sempre, ma apprezzo tantissimo. Per esempio non mi trovi in accordo sull’ultimo appunto. O meglio: sarei d’accordo in linea teorica, e ho capito perché quella che ho usato è una sbavatura di stile, ma in quel preciso caso, lascerei, preferendo “il suono” della sbavatura a quello della forma corretta.
Per il resto: grazie!
Non avrei mai pensato al “dovette” (e simili) se non me lo avessi fatto notare, per esempio. Ma ora che me lo hai detto, risulta lampante.
Il dislogue + tag dipende anche da quello che accade, immagino. Si può urlare e voltarsi allo stesso tempo lol. Puoi spiegarmi meglio cosa intendi?
Grazie ancora, anche della delicata premessa. XD

P.S.
Ti piace il violetto, avresti avuto comunque la mia simpatia. lol
Polly

Andrea J. Leonardi
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#17 » domenica 21 febbraio 2021, 20:31

Ciao di nuovo Polly, sono felice che sia passato il mio mood tranquillo e rilassato in quello che può sembrare un lungo commento critico.

Per quanto riguarda il dialogue tag + azione, l'idea è quella è questa: il tag serve a capire chi dice cosa, e a volta il come lo dice.
Il chi dovrebbe essere chiaro dall'alternarsi naturale della scena, o in alternativa da ciò che viene detto diritto di parola, assegnato all'ultimo personaggio che ha compiuto un gesto. Quindi alternanza e diritto di parola determinano il chi sta parlando.

Il come dovrebbe essere pure chiaro dal contesto, ma anche dalla punteggiatura. Aggiungere un gridò ad una frase che finisce in «[..]!» viene ritenuto superfluo.

L'azione, o beat, serve a rendere dinamico e realistico il dialogo, oltre che a passare il diritto di parla fra personaggi.
Ovviamente non è sempre sufficiente, capita di non avere azioni a disposizione per il nostro parlante e di dover ricorrere a dialogue tag come il verbo dire, gridare, ecc... e vanno bene, basta che siano concreti. Ciò significa che i tag si usano proprio quando non si hanno azioni.

Quando hai entrambi, invece (ed era il tuo caso), l'azione dovrebbe riuscire a trasmettere il chi e il come di ciò che è stato detto. Quindi, se ho capito bene, la combinazione dialogue tag + beat è sempre superflua.

Questo è quello che ho capito io, lungi dal presentarlo come verità definitiva. Invito chiunque altro ad intervenire, correggermi/ci, dare opinioni e/o spiegazioni più dettagliate e precise.

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Alessio
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#18 » domenica 21 febbraio 2021, 21:26

Ciao Polly,

nel tuo racconto mi ha colpito lo stile vivido e immersivo con cui descrivi le scene. Mi sono piaciute molto alcune espressioni che hai usato ("la chiave stridette nella toppa", "arpionò la maniglia"). La storia si regge e prepara bene al finale. Anch'io avevo il dubbio se fosse davvero uno stregone, anzi pensavo che in realtà fossero entrambi adoratori del maligno. Abbiamo solo la voce di Luca a dirci che la donna era una solo una levatrice. Quando Luca evoca il diavolo, si dimostra inaffidabile e quindi tutto ciò che ha detto prima perde di credibilità.
Ci sono alcune sbavature di tell e di incoerenza del pov (che dovrebbe essere Luca, ma è l'inquisitore che interpreta le sue parole come una confessione, per esempio) e qualche verbo enunciativo di troppo, ma tutto sommato perdonabili nell'ambito di MC.
Secondo me una prova riuscita molto bene.

Alla prossima!

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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#19 » lunedì 22 febbraio 2021, 16:37

Ciao Polly, ben felice di aver letto un tuo nuovo lavoro!
Devo dire che mi ha colpito. Di certo ti sei presa un enorme rischio decidendo di affrontare un argomento, qual è quello dell'inquisizione, con cui si sono cimentati fior fiori di autori del passato (e la mente corre subito a "Il nome della rosa" di Umberto Eco), ma il risultato è di grande impatto. Ho seguito la storia con crescente apprensione e con non pochi brividi corrispondenti alla sadica cadenza delle torture. Ovvio che ci si trovi a dover fare confronti o a parlare di "già visto" ma è inevitabile che accada con alcuni temi ricorrenti (cito ad esempio anche la guerra in Vietnam, ambito in cui inventare qualcosa di nuovo è quasi impossibile...). In ogni caso, la tua idea ha vinto. Ha vinto anche sul fronte del doppio colpo di scena (la confessione di Luca e il rito satanico), sinceramente non me li aspettavo e ci stanno benissimo. Magari un po' forzato l'ultimo twist, ma è scioccante al punto giusto.
Valutazione più che positiva per lo stile, per la storia e per la riuscita complessiva del racconto. Non mi soffermo su alcuni inconvenienti tecnici che sono stati già ampiamente sviscerati e dibattuti prima del mio commento. In fin dei conti la storia mi è piaciuta e ti perdono delle cadute di attenzione.
Brava!

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#20 » mercoledì 24 febbraio 2021, 15:55

Non è il primo tuo racconto con torture crudeli che leggo, ricordo di averti detto "più cattiva, più odore di carne bruciata, più strazio, ignora i gridolini di disgusto degli altri commenti" e vedo che ha funzionato :D
Le torture sono molto vivide, presa quella strada puoi veramente fare di tutto.
Ammetto che il finale con il suo voltafaccia non mi convince, perché sembra genuinamente difendere la levatrice e subire le torture per lei per tutto il resto del racconto. Cosa lo fermava dall'evocare un demone (o equivalente) prima? Non voler sacrificare i suoi confratelli?
Vedevo il racconto puntare direttissimo alla tortura psicologica in cui gli facevano solo credere di star bruciando la sua amante per strappargli una confessione, in cui non c'era nessun rogo oppure era solo un fuoco scoppiettante a suo uso e consumo. Sarebbe stata la continuazione naturale di un racconto incentrato sulle torture.

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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#21 » giovedì 25 febbraio 2021, 20:09

Ciao Polly,
piacere di leggerti.

Il tuo racconto mi è piaciuto per stile e descrizioni e vedo di essere in buona compagnia.
Invece la sorpresa finale, che dovrebbe portare la storia al suo apice, mi ha costretto a rileggere per avere la certezza di aver letto correttamente e mi ha estratto dall’immedesimazione. Ci racconti che un uomo di fede senza alcuna conoscenza di stregoneria è in grado di effettuare in pochi secondi un rituale per l’evocazione di un demonio. Soprattutto, ci racconti che la prima entità onnipotente a cui si appella quell’uomo disperato è il Demonio invece di quel Dio in cui ha sempre creduto per tutta la sua vita.
Se il diavolo si fosse presentato ‘sua sponte’ offrendo i propri servigi e l’uomo avesse accettato l’avrei trovato più plausibile. Anche l’uomo che tenti di richiamare la bontà di un angelo e si ritrovi invece ad ottenere i favori di un diavolo avrebbe sollecitato meno la mia sospensione dell’incredulità.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#22 » lunedì 1 marzo 2021, 23:42

Un racconto molto efficace e ben condotto. Due criticità: 1) sostieni che Padre Livio non avesse una funzione specifica, ma anche da una certa soddisfazione dell'Inquisitore mi sembrava chiaro che fosse stato utilizzato per carpire una confessione (o un abbozzo di confessione) a Padre Luca e il capire che non era intenzionale mi ha un pelo smontato, 2) il finale è a effetto, ma ne potevi trovare di migliori e visto che il tutto è imperniato sulla distruzione dell'uomo potevi farlo impazzire facendogli invocare un diavolo che non arrivava (perché non esiste) mentre, in lontananza, si udivano le urla dell'amata bruciata. Insomma, per me un pollice quasi su più che altro per la tua bravura nel rendere efficace il tutto anche se non concordo su alcune tue scelte.

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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#23 » martedì 2 marzo 2021, 0:22

Grazie del commento, Antico. Qui mi pare si viri sul gusto personale e, ahimè, su quello non posso farci nulla. Il fatto che il demonio poi arrivi davvero era un “sottile” omaggio al Monaco, anche se qui, ho preferito avere un protagonista innocente, al contrario di quello di Lewis.
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Re: Il diavolo non c'era, ancora

Messaggio#24 » martedì 2 marzo 2021, 0:33

Guarda, di sicuro il gusto personale c'è sempre, ma in questo caso il tuo finale mi è sembrato meno funzionale (per l'impalcatura da te messa su) di quanto avrebbe potuto essere e il mio commento è stato proprio in quella direzione, compresa l'alzata di sopracciglia nello scoprire che Padre Livio non fosse lì per altro scopo che portargli la concordia. Detto questo, il testo è di alto livello e non si può assolutamente negarne l'evidenza :)

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