Zuzana Romero

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Antonio Pilato
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Zuzana Romero

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:14

Zuzana Romero



Il tempo nasce come concetto oggettivo, anche se la maggior parte degli individui tende a essere assorbita più volentieri dalla relatività delle proprie emozioni quando tenta di quantificarlo.

Prima di scomparire nel nulla, capitava anche a Zuzana Romero di percepire il tempo come qualcosa di distorto, soprattutto durante le ore delle notti più buie.
La signora, orologiaia da diverse decadi nel suo emporio, sito lungo la periferia dell’umbratile città di Gau Iluna, trascorreva il suo tempo nell’infondere la vita all’interno di agglomerati fatti di semplici ingranaggi di metallo, apparentemente disconnessi fra loro e senza particolare utilità se considerati singolarmente: “Il tutto è maggiore della somma delle singole parti…” sussurrava quando sbloccava il respiro ticchettante in uno dei suoi numerosissimi orologi.

In una notte particolarmente povera di stelle, Zuzana era in procinto di attivare uno strano orologio: alto quasi mezzo metro e largo altrettanto, aveva il quadrante pentagonale che mostrava simboli anziché numeri, mentre le lancette non erano tre, bensì cinque.
Nel momento esatto in cui l’orologio emise il suo primo ticchettio, qualcosa si mosse nel cuore della signora, come una sorta di grottesco riverbero interiore.
Da quella notte in poi, i cittadini della misteriosa Gau Iluna sostenevano che qualcosa in Zuzana stesse cambiando: non si trattava di un comportamento o di un semplice atteggiamento, ma di un aspetto più semplice e lineare, a tratti così ovvio da passare paradossalmente inosservato agli occhi di chiunque.
Quando col tempo l’orologiaia capì cos’era avvenuto durante quella notte buia, in un primo momento provò pura paura, ma non le ci volle molto a cambiare idea, interiorizzando l’ipotesi che la bizzarra sciagura in cui era incappata non fosse così male.
Armata di coraggio, la donna iniziò a lavorare a pieno ritmo, producendo e vendendo sempre più orologi: ciò le garantiva una crescente forza, sia fisica, sia d’animo, e la rendeva in effetti sempre più vigorosa nel portare a termine il lavoro.
Zuzana lavorava con ritmo crescente, soprattutto nel lasso di tempo finale: all’ultimo minuto.

La foga con cui concatenava ingranaggi era così vorace che, agli occhi di un ospite, l’avrebbe fatta apparire come una marionetta in preda a insane convulsioni.
La donna si sentiva sempre più animata da una forza estranea, forse dall’identificazione stessa del tempo, e non riusciva a rendersi conto di quello che le stava accadendo, a differenza degli acquirenti di Gau Iluna o di altre città, i quali lo notarono prima di lei. Tuttavia, pur notando il fenomeno che aveva colpito Zuzana, quasi nessuno poté intuire le motivazioni che la spingevano a lavorare con quella lena, soprattutto all’ultimo minuto.

Il primo a capire cosa stesse realmente accadendo fu un uomo, tale Zacarias Carrasco, un forestiero che vantava due grandi doti: l’osservazione e la riflessività. Utilizzando la prima, ebbe quasi un mancamento quando comprese il terribile fatto, che peraltro non riguardava soltanto Zuzana bensì anche uno degli orologi che si trovava nell’angolo più abbandonato dell’emporio, ma quando rifletté sull’ultimo minuto di resa lavorativa della donna, più efficace dei precedenti, ebbe un guizzo che fece tribolare ogni suo nervo.

Gran parte della popolazione di Gau Iluna comprese prima di Zuzana stessa che l'orologiaia sembrava ringiovanire nel corso del tempo, anziché invecchiare, ma era stato Zacarias il primo a notare durante una visita che uno degli orologi più distanti dal banco di lavoro, un congegno con un quadrante pentagonale alto quasi mezzo metro e largo altrettanto, possedeva cinque lancette che scorrevano all’indietro, come se il tempo scorresse al contrario.
L’uomo, studioso di argomenti scientifici che concernono l’umanistica, ipotizzò che la donna lavorasse andando all’indietro nel tempo, rendendo meglio all’ultimo minuto anziché al primo, come di norma riesce invece il comune individuo.
E’ stata la convergenza di tutte queste variabili a far delirare l’uomo in una nervosa riflessione: “Se l’orologiaia, per qualche oscura maledizione, ha vissuto ringiovanendo…dove, quando e come ha trascorso l’ultimo minuto della sua vita?”



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antico
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:18

Ciao Antonio e bentornato nell'Arena! Tutto ok con caratteri e commenti, buona 150° Edition!

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Sherwood
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 21:03

Ciao Antonio,
racconto interessante che affronta un tema molto in voga nella letteratura ottocentesca, ma non solo: ringiovanire, tornare indietro nel tempo. La protagonista del tuo racconto lavora con rinnovata lena ai suoi orologi e poi scopriamo che questa sua attività frenetica la porta a ringiovanire. Tuttavia il racconto presenta un problema: la ripetizione del tema. Ho notato infatti che scrivi troppe volte "all'ultimo minuto", mentre io credo che sarebbe stato meglio lasciare che il lettore lo intuisse. Ti segnalo anche una sorta di ripetizione pieno ritmo/ritmo crescente. L'idea di fondo è interessante perché non usi i soliti strumenti per ringiovanire tipo sorgenti miracolose, pozioni o altre diavolerie, ma gli orologi che, appunto, segnano il tempo. Lavorandoci potrebbe rivelarsi un ottimo racconto, pieno di magia. Buona 150° edizione.

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GiulianoCannoletta
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#4 » mercoledì 17 febbraio 2021, 8:22

Ciao Antonio, piacere di averti letto.
Per il tuo racconto hai scelto di usare un narratore onnisciente, particolarmente fiabesco.
Non sono ostile a priori a questo stile di scrittura, ma (soprattutto da quando frequento questo forum) mi sono accorto che è poco adatta a racconti così brevi. Il tuo caso è significativo, il racconto suona come un'antica leggenda, sei bravo a dare quest'effetto con le tue parole, ma sembra concludersi troppo presto, in maniera un po' frettolosa, costringendoti anche a una sorte di “spiegazione” finale sulla dinamica dell'ultimo minuto, probabilmente perché non c'era più lo spazio per farlo capire al lettore in un'apposita scena.
La tua scrittura è comunque precisa e gradevole, concordo con il commento precedente, la ripetizione di ultimo minuto pare un po' forzata, come a voler esplicitare la presenza del tema, che comunque mi pare assolutamente centrato.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Antonio Pilato
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2021, 10:10

Sherwood e Giuliano, grazie per i feedback.
L'uso calcato del tema è, in realtà, un effetto voluto che rende ancor più opprimente e pesante il concetto di "ultimo minuto", il quale appartiene sempre più spesso alla vita di ciascuno di noi.

Red Robin
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 21:46

Ciao Antonio, innanzitutto voglio farti i miei più sinceri complimenti per l'originalità con cui ha sfruttato la tematica del minuto associato agli orologi. Concordo però con chi mi ha preceduto nei commenti sul fatto che forse hai calcato troppo la mano sulla spiegazione del tema. I passaggi narrativi erano chiari, avrei preferito capirlo da solo. Lo stile è buono e mostri di possedere un lessico ampio, che però secondo me va affinato nell'uso. Quando parli degli studi di Zacarias nell'ultima parte del testo usi una lunga perifrasi, e non è l'unico caso. Insomma, a volte la narrazione risulta un po' appesantita dalla prosa, che non è esente da piccole sbavature linguistiche. Nel complesso comunque, un lavoro molto buono.

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MatteoMantoani
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#7 » venerdì 19 febbraio 2021, 8:53

Prime Impressioni. Ciao Antonio. Piacere di leggerti e benvenuto tra noi in MC. Ti anticipo che il tuo racconto mi è piaciuto per l’esplorazione del tema e per l’idea di fondo, ma comunque ho dei consigli da proporti per migliorare qualcosina.

Aderenza al tema. Ci sta, ed è un’ottima interpretazione, a mio avviso.

Punti di miglioramento. Parto dalla cosa più evidente: il narratore. Diciamo che hai fatto una scelta che ti attirerà addosso le ire del 90% dei partecipanti a questo forum, perché il narratore onnisciente è un concetto morto e sepolto (e che è giusto che stia sotto terra). A parte gli scherzi ;) questo genere di narrazione è tipico dei romanzi un po’ vecchiotti: se andiamo a prendere un romanzo qualsiasi in libreria che non sia stato pubblicato prima degli ultimi quarant’anni, noterai una certa propensione alla scelta di una narrazione più immediata e diretta. È colpa del buon Manzoni, che ci insegnano (giustamente) a scuola, ma che ci crea un bias non da poco se poi vogliamo intraprendere la strada della scrittura creativa (o almeno per me è stato così). Il mio consiglio è di abbandonare totalmente questo stile in favore di qualcosa di più moderno, perché il lettore di oggi troverà un testo come il tuo “pesante”, e lo abbandonerà dopo quattro righe.
Una conseguenza di questo narratore, è anche che i personaggi che descrivi appaiono bidimensionali, la stessa Zuzana non è altro che una marionetta (ho preso in prestito l’espressione che tu stesso hai usato), senza alcuna profondità: addirittura al lettore non arriva il vero motivo per cui compie questa magia. Vuole ringiovanire? O vuole semplicemente essere più efficiente nel suo lavoro?
Al di là di queste riflessioni opinabili, ti do comunque qualche suggerimento per rendere il testo un po’ più fruibile, anche conservando il narratore onnisciente.
anche se la maggior parte degli individui tende a essere assorbita più volentieri dalla relatività delle proprie emozioni quando tenta di quantificarlo: metterei una virgola dopo “emozioni”. In genere i periodi così lunghi andrebbero spezzati, per favorirne l’assorbimento (più facile da leggere è un testo, più alta è la probabilità che il lettore lo legga fino in fondo)
In una notte particolarmente povera di stelle: Chiaro! Quando si fa una specie di magia la notte è nera e ci sono i fulmini… a mio avviso questo è un pochino un cliché. Se togli questa frase, il testo ne giova.
provò pura paura: Allitterazione un po’ fastidiosa, a mio avviso.

Punti di forza. L’idea mi è piaciuta, mi ricorda un poco i “Canti di Hyperion”, in cui c’è un personaggio che vive il tempo a rovescio, oppure “In Senso Inverso” di Dick. Vedi: l’esplorazione del concetto di tempo è un bel tropo letterario che a mio parere non invecchia mai. Non so se è voluto, ma ho trovato qualche strizzata d’occhio al cinema nei nomi dei personaggi: Romero richiama al grande regista; il nome “Zacarias” è lo stesso di “Zachary Quinto”, che in “Heroes” appunto interpretava un orologiaio con poteri sovrannaturali (qua forse mi sono fatto io un trip di troppo).

Conclusioni. Bella idea, anche se apertamente esplorata in letteratura. Se hai voglia di accogliere i miei consigli e di adottare uno stile più fresco, renderai i tuoi testi più fruibili e quindi di più facile diffusione. Spero di rileggerti qui su MC, alla prossima!

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Antonio Pilato
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#8 » venerdì 19 febbraio 2021, 10:42

MentisKarakorum ha scritto: Prime Impressioni. Ciao Antonio. Piacere di leggerti e benvenuto tra noi in MC. Ti anticipo che il tuo racconto mi è piaciuto per l’esplorazione del tema e per l’idea di fondo, ma comunque ho dei consigli da proporti per migliorare qualcosina.

Aderenza al tema. Ci sta, ed è un’ottima interpretazione, a mio avviso.

Punti di miglioramento. Parto dalla cosa più evidente: il narratore. Diciamo che hai fatto una scelta che ti attirerà addosso le ire del 90% dei partecipanti a questo forum, perché il narratore onnisciente è un concetto morto e sepolto (e che è giusto che stia sotto terra). A parte gli scherzi ;) questo genere di narrazione è tipico dei romanzi un po’ vecchiotti: se andiamo a prendere un romanzo qualsiasi in libreria che non sia stato pubblicato prima degli ultimi quarant’anni, noterai una certa propensione alla scelta di una narrazione più immediata e diretta. È colpa del buon Manzoni, che ci insegnano (giustamente) a scuola, ma che ci crea un bias non da poco se poi vogliamo intraprendere la strada della scrittura creativa (o almeno per me è stato così). Il mio consiglio è di abbandonare totalmente questo stile in favore di qualcosa di più moderno, perché il lettore di oggi troverà un testo come il tuo “pesante”, e lo abbandonerà dopo quattro righe.
Una conseguenza di questo narratore, è anche che i personaggi che descrivi appaiono bidimensionali, la stessa Zuzana non è altro che una marionetta (ho preso in prestito l’espressione che tu stesso hai usato), senza alcuna profondità: addirittura al lettore non arriva il vero motivo per cui compie questa magia. Vuole ringiovanire? O vuole semplicemente essere più efficiente nel suo lavoro?
Al di là di queste riflessioni opinabili, ti do comunque qualche suggerimento per rendere il testo un po’ più fruibile, anche conservando il narratore onnisciente.
anche se la maggior parte degli individui tende a essere assorbita più volentieri dalla relatività delle proprie emozioni quando tenta di quantificarlo: metterei una virgola dopo “emozioni”. In genere i periodi così lunghi andrebbero spezzati, per favorirne l’assorbimento (più facile da leggere è un testo, più alta è la probabilità che il lettore lo legga fino in fondo)
In una notte particolarmente povera di stelle: Chiaro! Quando si fa una specie di magia la notte è nera e ci sono i fulmini… a mio avviso questo è un pochino un cliché. Se togli questa frase, il testo ne giova.
provò pura paura: Allitterazione un po’ fastidiosa, a mio avviso.

Punti di forza. L’idea mi è piaciuta, mi ricorda un poco i “Canti di Hyperion”, in cui c’è un personaggio che vive il tempo a rovescio, oppure “In Senso Inverso” di Dick. Vedi: l’esplorazione del concetto di tempo è un bel tropo letterario che a mio parere non invecchia mai. Non so se è voluto, ma ho trovato qualche strizzata d’occhio al cinema nei nomi dei personaggi: Romero richiama al grande regista; il nome “Zacarias” è lo stesso di “Zachary Quinto”, che in “Heroes” appunto interpretava un orologiaio con poteri sovrannaturali (qua forse mi sono fatto io un trip di troppo).

Conclusioni. Bella idea, anche se apertamente esplorata in letteratura. Se hai voglia di accogliere i miei consigli e di adottare uno stile più fresco, renderai i tuoi testi più fruibili e quindi di più facile diffusione. Spero di rileggerti qui su MC, alla prossima!


Ciao Mentis, ho letto con piacere i tuoi suggerimenti e li accolgo con grande interesse!
Ho bisogno, tuttavia, di specificarti alcune cose, anche in funzione della classifica che stillerai.
- Il narratore: solitamente, narro quasi sempre in 1^ persona ed è molto raro che lo faccia in 3^ persona. L'idea del narratore onnisciente è un concetto antiquato, lo so anch'io, ed è proprio per fornire un'atmosfera "antica, quasi antiquata" all'intera trama che ho scelto di adoperarlo. Condivido tutto quello che hai detto sul discorso del narratore.
- La dimensionalità di Zuzana: è un tema, quello della marionetta, assai ricorrente nei miei scritti e si rifà molto a un incrocio fra le teorie visionarie di Leopardi e di Ligotti. Lo scopo qui (così come altrove) è mettere il lettore di fronte alla verità più generale sull'essere umano: siamo marionette, orchestrate da qualcuno o da qualcosa che è sempre più grande di noi, pupazzi che non possiedono alcun potere persino quando ritengono (come Zuzana) di averlo guadagnato. I personaggi dei miei scritti sono dei "condannati" (Lovecraft), degli "inetti" (Svevo) le cui azioni li portano quasi sempre a un declino personale e a volte in grado di coinvolgere persino altri personaggi innocenti, come un morbo che si espande pian piano.
- "La notte più buia" è un racconto pubblicato in una mia raccolta di racconti ed è per questo che utilizzo il termine in quella maniera, così come Zacarias (nome preso, secondo alcune regole del piccolo "pantheon" creato nei miei scritti) che è un nome spagnolo (non centra nulla con Heroes) ed è il personaggio protagonista di un mio romanzo "Scienza ritegno", prossimo a esser pubblicato. Lo stesso vale per il cognome di Zuzana (l'unico Romero che conoscevo fino ad ora è un personaggio di Lovecraft).
- Grazie per tutti i restanti consigli sulla scrittura che mi hai fornito: è tutto grasso che cola.

Spero di aver chiarito alcuni tuoi dubbi, a presto!

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MatteoMantoani
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#9 » venerdì 19 febbraio 2021, 12:42

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Mentis, ho letto con piacere i tuoi suggerimenti e li accolgo con grande interesse!
Ho bisogno, tuttavia, di specificarti alcune cose, anche in funzione della classifica che stillerai.
- Il narratore: solitamente, narro quasi sempre in 1^ persona ed è molto raro che lo faccia in 3^ persona. L'idea del narratore onnisciente è un concetto antiquato, lo so anch'io, ed è proprio per fornire un'atmosfera "antica, quasi antiquata" all'intera trama che ho scelto di adoperarlo. Condivido tutto quello che hai detto sul discorso del narratore.
- La dimensionalità di Zuzana: è un tema, quello della marionetta, assai ricorrente nei miei scritti e si rifà molto a un incrocio fra le teorie visionarie di Leopardi e di Ligotti. Lo scopo qui (così come altrove) è mettere il lettore di fronte alla verità più generale sull'essere umano: siamo marionette, orchestrate da qualcuno o da qualcosa che è sempre più grande di noi, pupazzi che non possiedono alcun potere persino quando ritengono (come Zuzana) di averlo guadagnato. I personaggi dei miei scritti sono dei "condannati" (Lovecraft), degli "inetti" (Svevo) le cui azioni li portano quasi sempre a un declino personale e a volte in grado di coinvolgere persino altri personaggi innocenti, come un morbo che si espande pian piano.
- "La notte più buia" è un racconto pubblicato in una mia raccolta di racconti ed è per questo che utilizzo il termine in quella maniera, così come Zacarias (nome preso, secondo alcune regole del piccolo "pantheon" creato nei miei scritti) che è un nome spagnolo (non centra nulla con Heroes) ed è il personaggio protagonista di un mio romanzo "Scienza ritegno", prossimo a esser pubblicato. Lo stesso vale per il cognome di Zuzana (l'unico Romero che conoscevo fino ad ora è un personaggio di Lovecraft).
- Grazie per tutti i restanti consigli sulla scrittura che mi hai fornito: è tutto grasso che cola.

Spero di aver chiarito alcuni tuoi dubbi, a presto!


Ciao Antonio! Sono contento di aver compreso alcune cose e delle spiegazioni che mi hai fornito sulle altre. Il tema della marionetta mi interessa (anche io ho letto Ligotti), sarei curioso di rileggere qui un tuo lavoro che esplori ulteriormente questo tema (che sinceramente, in questo tuo racconto mi pare toccato appena di striscio: siamo sì marionette, ma pensanti, e la tragedia sta proprio qui). I tuoi personaggi sarebbero più interessanti se esplorassi parallelamente la loro interiorità in contrapposizione al destino, e per me una cosa del genere non è molto efficace col narratore onnisciente.. ma su questo sono contento di non aver toccato note dolenti, visto che condividi le mie osservazioni :)

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Antonio Pilato
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#10 » venerdì 19 febbraio 2021, 12:52

MentisKarakorum ha scritto:
Antonio Pilato ha scritto:Ciao Antonio! Sono contento di aver compreso alcune cose e delle spiegazioni che mi hai fornito sulle altre. Il tema della marionetta mi interessa (anche io ho letto Ligotti), sarei curioso di rileggere qui un tuo lavoro che esplori ulteriormente questo tema (che sinceramente, in questo tuo racconto mi pare toccato appena di striscio: siamo sì marionette, ma pensanti, e la tragedia sta proprio qui). I tuoi personaggi sarebbero più interessanti se esplorassi parallelamente la loro interiorità in contrapposizione al destino, e per me una cosa del genere non è molto efficace col narratore onnisciente.. ma su questo sono contento di non aver toccato note dolenti, visto che condividi le mie osservazioni :)


Conosci Ligotti? Fantastico!
Se mi aggiungi su Facebook, parliamo dei miei lavori in maniera più dettagliata.
Sì, la tematica è toccata di striscio a causa delle restrizioni sui caratteri: nei miei racconti e nel romanzo c'è proprio un approfondimento sinergico fra l'interiorità dei personaggi e il loro Destino, specialmente quando la narrazione è in prima persona (ovvero la maggior parte delle volte)!

Ci riaggiorniamo, grazie ancora!

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Giovanni Attanasio
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#11 » sabato 20 febbraio 2021, 13:37

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
La gestione della suspense (o suspance, vedi tu) è affidata a un narratore che ci racconta la storia dal suo punto “avvantaggiato”. La pecca è che forse hai voluto insistere troppo (relativo allo spazio disponibile) su quanto la signora stesse cambiando prima di fare la “reveal” finale. La stesura si lega allo stile utilizzato e, seppur con qualche sbavatura, funziona. Diciamo che limando qua e là e accompagnando il lettore senza perdere il narratore da te utilizzato e le tecniche a esso collegato, il racconto ne guadagnerebbe.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#12 » domenica 21 febbraio 2021, 16:01

È uno scritto che punta ad avere un tono fiabesco e di conseguenza pesantemente “raccontato”, tuttavia la freschezza tipica della fiaba non c’è, anzi risulta pesante e farraginoso soprattutto nell’incipit e nella parte finale.
Ho trovato un’abbondanza di gerundi e di avverbi (apparentemente, particolarmente, crescente…) che rendono la lettura difficile, coadiuvati anche da aggettivi a raffica. Non sono il massimo nemmeno alcuni periodi lunghi 4/5 righe che rallentano la lettura.
La protagonista è piuttosto lontana e ne risulta anche sfuocato l’elemento scatenante dell’attivazione dell’orologio pentagonale, rendendo fiacco il conflitto per la protagonista.
Il secondo personaggio, Zacarias, non porta nulla di che alla narrazione ma soltanto ulteriori spiegoni.
Il tema può anche considerarsi rispettato, anche se non apprezzo molto quando viene preso e copincollato addirittura dopo i due punti.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#13 » martedì 23 febbraio 2021, 23:01

Ciao Antonio.
Ti faccio i miei complimenti per l’originalità del racconto. Ho letto i precedenti commenti e le tue risposte, facendomi un’idea del perché delle tue scelte narrative.
La criticità più evidente, a mio parere, riguarda la poca empatia che si sviluppa con la protagonista, in quanto il narratore onnisciente crea questo distacco che anche un’ottima prosa fa fatica a colmare.
Mi piacerebbe leggere questa storia con un punto di vista più focalizzato e con un maggior numero di caratteri che permetta un maggior sviluppo della vicenda.
A rileggerci.

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Antonio Pilato
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#14 » mercoledì 24 febbraio 2021, 11:58

Mario Mazzafoglie ha scritto:Ciao Antonio.
Ti faccio i miei complimenti per l’originalità del racconto. Ho letto i precedenti commenti e le tue risposte, facendomi un’idea del perché delle tue scelte narrative.
La criticità più evidente, a mio parere, riguarda la poca empatia che si sviluppa con la protagonista, in quanto il narratore onnisciente crea questo distacco che anche un’ottima prosa fa fatica a colmare.
Mi piacerebbe leggere questa storia con un punto di vista più focalizzato e con un maggior numero di caratteri che permetta un maggior sviluppo della vicenda.
A rileggerci.


Ciao Mario, grazie per il feedback.
Sì, molto probabilmente sarà un racconto che amplierò in maniera approfondita (e maggiormente empatica) e che inserirò in una raccolta di racconti da pubblicare non prima del 2022 (avendo già altri progetti in mente).

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Andrea76
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#15 » giovedì 25 febbraio 2021, 18:35

Ciao Antonio, c’è un’ottima gestione del “tell” nel tuo racconto. Il narratore onnisciente non risulta troppo ingombrante perché ha un tono colloquiale anche se arricchito da un buon lessico che sembri padroneggiare bene. Concordo però con chi mi ha preceduto nel farti notare che questa scelta stilistica ti ha portato a dire troppo sul cambiamento di Zuzana Romero, rendendo quindi più debole il plot-twist del racconto. Sacrificare “il detto” al “non detto” avrebbe giovato alla rivelazione finale, almeno secondo il mio punto di vista.
A rileggerti.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#16 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:15

Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Racconto fiabesco, con una voce narrante che ho apprezzato e con un'idea di per sé frizzante.
Ho avuto però l'impressione che tu abbia faticato un po' a gestirla, soprattutto verso la parte finale. Era come se tu avessi qualcosa di molto valido e interessante da raccontare, ma non sapessi troppo come portarla in porto. Per questa ragione ho preferito il racconto di Alessio al tuo che, seppur mi abbia entusiasmato di meno, ha svolto bene il compito nell'arrivare al traguardo.
Probabilmente, il tuo problema è risieduto tutto nel finale, dove l'esclamazione non mi ha dato appagamento, lasciandomi monco di qualcosa, anche perché la risposta all'interrogativo è perfino più semplice di quanto sembri, dato che il suo ultimo minuto potrebbe ritenersi il suo primo attimo di vita in una sorta di esistenza alla Benjamin Button, oppure, in ogni caso, il suo ultimo respiro corrispondente al suo primo vagito. Insomma, ci si è un po' persi, peccato. Comunque un buon piazzamento. Alla prossima!

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antico
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Re: Zuzana Romero

Messaggio#17 » lunedì 1 marzo 2021, 15:21

Parto citandoti: "Quando col tempo l’orologiaia capì cos’era avvenuto durante quella notte buia". Ecco, questo è un punto problematico perché fai capire al lettore che Zuzana ha compreso quando poi, nei paragrafi successivi, specifichi più volte che i suoi concittadini avevano capito prima di lei e così facendo crei una commistione di piani temporali ben evidenziati anche nella chiusa sulla riflessione di Zacarias riguardante una Zuzana ormai scomparsa, ma che al lettore tale non è arrivata perché se è vero che lo citi già prima nel testo non metti mai in evidenza il piano temporale in cui ti stai muovendo. Questo, almeno per me, è stato fonte di confusione. Sono convinto che su distanze così brevi il tuo approccio sia poco funzionale perché tendi a voler seguire una struttura che sarebbe funzionale a un maggior numero di caratteri e cerchi di comprimerla in quattromila (che già sono superiori ai tremila cui eri abituato), ma penso anche che se tu riuscissi, a livello di esercizio, a renderti funzionale al 100% anche su questo tipo di spazi poi potresti trarne vantaggio anche sui terreni a te più congeniali. Sul racconto: il tema è preso e ben declinato anche se paga la compressione e la poca determinatezza dei piani temporali. Pollice tendente verso il positivo anche se non in modo brillante.

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