Un minuto

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wladimiro.borchi
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Un minuto

Messaggio#1 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:35

Un minuto

Quindici minuti alla fine del mondo.

La coltre opalescente si dirada sul tettuccio di una macchina, di sottofondo il pianto di una ragazza. Daniele gira la testa verso destra. Il movimento è lentissimo, ma sufficiente a fargli martellare le tempie di un terremoto di fitte.
Una voce femminile singhiozza da una casetta lì accanto: «L’hai ammazzato, papà!»
Daniele sbatte un paio di volte le palpebre.
«Ho dovuto farlo. Non voleva farci entrare. Ci avrebbe lasciati morire!» Ѐ la voce del Prof!
Daniele spalanca la portiera e poggia i piedi su un pratino all’inglese. Chiude gli occhi solo un secondo per provare a fermare il vortice che ha nel cervello. Guarda indietro i solchi lasciati dalle gomme: la più lunga pista per le biglie che abbia mai visto.
Che cazzo è successo? Il Professor Mannelli era passato a casa sua nel pomeriggio, dovevano preparare la lezione del giorno dopo. Poi, il vuoto.
Riesce a mettersi in piedi, nonostante le gambe anchilosate e la scatola cranica zeppa di nebbia.
«Basta!»
L’urlo improvviso del Prof gli fa sbattere la schiena contro il tettuccio.
«Uscite fuori, tutte e due!»
Due donne camminano all’indietro fuori dalla casa con le mani alzate. Daniele se le ritrova ai lati: una ragazza sui vent’anni e una signora sulla cinquantina. Che cazzo succede adesso?
Dal buio oltre la soglia spunta anche il Mannelli, con un fucile da caccia puntato davanti a sé.
«Professore...» Daniele prova a parlare ma la voce gli viene fuori nasale e balbettante.
«Benone, si è svegliato anche lei Fornasari. Andiamo. L’ingresso del rifugio è là dietro.»


Cinque minuti alla fine del mondo.

Daniele sta scendendo quella merda di scala a pioli da meno di trenta secondi e ne ha già abbastanza.
Sul fondo c’è buio, per quanto ne sa quel budello scavato nella terra potrebbe arrivare fino al centro dell’inferno.
In alto la luce elettrica del cortiletto illumina la sagoma del Prof che incalza la cinquantenne, mentre la giovane sta già scendendo i gradini poco sopra. In una altro momento ne approfitterebbe per godersi lo spettacolo del suo culo fasciato dai jeans attillati. Ora pensa solo a come uscire da quel casino.
«Rambaldo, ti rendi conto che Alessandro era il tuo migliore amico!» La donna urla con voce tremante di pianto e rabbia. «L’hai ammazzato come un cane!»
«Amore, non fare l’isterica! Scendi, ne parliamo appena siamo dentro. Manca poco alla vampa
Il rumore di altri passi sui pioli e il buio della botola che si chiude gli comunica in via definitiva di essere fottuto.
Dopo pochi secondi l’aria si riempie di un brusio metallico e si accendono d’un colpo un bel po’ di luci a led.


Tre minuti alla fine del mondo.

Quantomeno il Prof sciroccato non l’ha legato.
Moglie e figlia, di tanto in tanto, cercano di farlo ragionare. Daniele, invece, pensa a come strappargli quel fucile di mano e cacciarglielo su per il culo! Non che voglia fargli male, gli basta disarmarlo e immobilizzarlo. Però è incazzato come una bestia.
«Papà, non esiste nessuna vampa! Ѐ solo una fissazione che ti è venuta. Lasciaci uscire. Hai già fatto del male a un innocente.» La ragazza lo implora, ma tutte le volte che si avvicina Mannelli le punta il fucile addosso.
«Alessandro non voleva farci entrare nel suo rifugio. Dovevo salvarvi, lo capite o no che siete la cosa più importante? Non posso lasciarvi morire nella fiamma.»
«Ma di che stai parlando, Rambaldo? Lo capisci che è tutto nella tua testa.» La donna allunga le mani verso il marito. «Dammi quel fucile e torniamocene a casa.»
Il prof è distratto. Se c’è una possibilità è... ORA!


Un minuto alla fine del mondo.

Daniele gli si getta sulle gambe e il Prof cade in avanti. Batte la faccia a terra con un tonfo umido e il fucile lascia partire un colpo.
Il rimbombo sembra non finire mai, poi viene sovrastato da un urlo disperato.
«Noooo! Papà...»
Si volta e le due donne sono al capezzale dell’uomo ferito.
Un rivolo di sangue gli esce dalla bocca e ha un foro largo come un pugno al centro dell’addome: «L’importante è che vi salviate voi due. Siete la cosa più importante.»
Mentre la vita lascia il corpo del Prof la terra trema.


Fuori la vampa incenerisce ogni cosa.



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antico
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Re: Un minuto

Messaggio#2 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:44

Ecco il Campione d'Era in carica: Wladimiro Borchi! Tutto ok con i parametri, buona 150° EDITION!

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wladimiro.borchi
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Re: Un minuto

Messaggio#3 » lunedì 15 febbraio 2021, 23:45

Grazie Antico,
che bello essere con voi per questa festa!
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Antonio Pilato
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Re: Un minuto

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2021, 12:04

Ciao Wladimiro, è un piacere averti letto.
Per quanto riguarda i tratti positivi del racconto, sicuramente ho riscontrato il rispetto del tema del Contest: le sensazioni ansiogene, scandite dal countdown-premessa, mi hanno suscitato forti timori apocalittici, come poi di fatto avviene alla fine del racconto. Anche i dialoghi sono interessanti e ricordano effettivamente quelli tipici dei personaggi posti in una situazione distopica.
Ho avuto invece maggiori difficoltà nel comprendere l’identità dei personaggi: vi è molta confusione su chi sia chi e, anche nello svolgersi della vicenda, ho continuato con difficoltà a discernere le varie figure protagoniste della narrazione. Peccato…
Occhio al refuso “In una altro momento […]”.

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wladimiro.borchi
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Re: Un minuto

Messaggio#5 » martedì 16 febbraio 2021, 17:06

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Wladimiro, è un piacere averti letto.
Per quanto riguarda i tratti positivi del racconto, sicuramente ho riscontrato il rispetto del tema del Contest: le sensazioni ansiogene, scandite dal countdown-premessa, mi hanno suscitato forti timori apocalittici, come poi di fatto avviene alla fine del racconto. Anche i dialoghi sono interessanti e ricordano effettivamente quelli tipici dei personaggi posti in una situazione distopica.


Grazie molte del feedback e degli apprezzamenti.

Antonio Pilato ha scritto:Ho avuto invece maggiori difficoltà nel comprendere l’identità dei personaggi: vi è molta confusione su chi sia chi e, anche nello svolgersi della vicenda, ho continuato con difficoltà a discernere le varie figure protagoniste della narrazione. Peccato…
Occhio al refuso “In una altro momento […]”.


Prendo atto. Evidentemente non ho calcato a sufficienza la mano sulle veri posizioni.
Purtroppo i caratteri erano davvero pochi e la storia, forse necessitava di più ampio respiro.
Ho potuto utilizzare poco più che un "elemento" caratterizzante.

Il protagonista è l'assistente del Professore: lo si può trarre unicamente dal fatto che era andato da lui "nel pomeriggio per preparare la lezione" (una scusa per rapirlo e portarselo con sé).
Le donne, una giovane e una sui cinquanta sono la figlia e la moglie del professore (lo si capisce perché la prima la chiama papà e per come l'altra gli si rivolge).
In ogni caso il professore per due volte, parlando con loro, dice che sono "la cosa più importante".
Purtroppo più di così non potevo fare con i pochi caratteri a disposizione.
A presto.
W

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Pretorian
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Re: Un minuto

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 0:27

Ciao Wlad e piacere di leggerti. Dunque, il racconto è interessante anche se non propriamente ispirato. Insomma, se penso alla trama "sembra che i protagonisti siano nelle mani di un pazzo, ma la minaccia è reale", mi viene in mente Cloverfield Lane, anche se devo ammettere che ho apprezzato il fatto che non hai premuto l'acceleratore sulla caratterizzazione negativa del professore. Oltre a questo, la struttura frammentaria del racconto rende il tutto allo stesso sintetico e confuso. I balzi narrativi tra un frammento e l'altro interrompono la narrazione come se passassi da quattroi storie diverse collegate da un tenue filo. Con così pochi caratteri, penso che sarebbe stato meglio restare su due blocchi, tre proprio al massimo, senza le frasi di separazione, che sono carine, ma ti ciucciano caratteri preziosi. Il risultato è che il finale è troppo sintetico per esplodere in tutte le sue potenzialità.
Peccato, perché le potenzialità c'erano.

Alla prossima.

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Emiliano Maramonte
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Re: Un minuto

Messaggio#7 » mercoledì 17 febbraio 2021, 16:06

Ciao Wlad!
Sono proprio contento di ritrovarti anche in questa Edizione (che stavo perdendo per un soffio).
Dico subito che ci hai abituati bene. Ormai ogni tuo pezzo è un lavoro notevole in cui si possono leggere vari messaggi e varie stratificazioni di significati, oltre che una prosa dinamica e tagliente.
Nel caso di questo racconto ho ritrovato alcuni punti di forza e qualche caduta di ispirazione (che ci può stare, dopo tantissime partecipazioni a questo contest).
Ho avuto difficoltà a inquadrare subito la vicenda. L'incipit è nebuloso. Non ti nascondo che l'ho riletto con attenzione tre volte (e il racconto due) per cominciare a focalizzare bene il punto di vista e i contorni della trama. Questo, purtroppo, rende difficoltoso entrare nel vivo della tensione narrativa. Tra l'altro ho notato un po' di allentamento sul controllo della narrazione, con un eccesso di frasali causativi ("fargli martellare le tempie", "gli fa sbattere la schiena contro il tettuccio") la cui insistente presenza dovrebbe essere bandita laddove si imposta una storia su un registro dinamico. Ti segnalo anche quel: "Uscite fuori" che è un pugno nell'occhio. Quindi, incipit da rimodellare, snellire e focalizzare meglio.
Nei successivi passi del testo, la storia si dettaglia sempre meglio e viene fuori un interessante gioco del gatto col topo con il lettore. Mi è piaciuta molto l'ambiguità sulla verità della catastrofe globale. C'è un gustosissimo accenno al negazionismo imperante, laddove, persino di fronte a un'apocalisse, c'è sempre qualcuno pronto a dire che è solo un'invenzione o non esiste.
Il resto della trama è abbastanza lineare e non presenta particolari inconvenienti, anche perché, riga dopo riga, la scrittura si fa più sorvegliata e limpida, come al tuo solito.
Vera nota dolente è quella odiosa frase di chiusura messa lì tanto per... "Fuori la vampa incenerisce ogni cosa." Veramente, perdonami se lo dico, ma te la DOVEVI risparmiare. E' una vera "coglionella" fatta all'intuito e all'acume del lettore. Chiunque sia avvezzo, anche un minimo, alla narrativa fantascientifica, distopica e catastrofista, avrebbe intuito la conclusione. E questa frase: "Mentre la vita lascia il corpo del Prof la terra trema.", era perfetta per un finale col giusto grado di ambiguità, un po' come la famosa trottolina che gira sul finale di "Inception" di Nolan. Avrei rimuginato molto più tempo sul testo, ponendomi domande (piacevolmente fastidiose) sulla catastrofe: è avvenuta? E la terra trema solo per un altro evento simultaneo e contingente? Insomma, avresti lasciato a lettore i giusti dubbi, senza spostare troppo il centro di interesse dalla vicenda (drammatica) che hai raccontato.
Nel complesso un buon racconto, ma con ampi margini di miglioramento e migliorabilità. Tema centrato.

Buona Edition!
Emiliano.

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wladimiro.borchi
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Re: Un minuto

Messaggio#8 » giovedì 18 febbraio 2021, 10:41

Emiliano e Ago,
che dire? Finito il racconto mi ero reso conto che la ciambella non fosse riuscita con troppo buco.
Condivido la questione del finale con Emiliano solo fino a un certo punto.
Vero che lo scuotersi della terra avrebbe lasciato con quel senso di "è successo, non è successo".
Vero, però, che non tutti i lettori hanno il nostro guizzo. Ad esempio, senza "la vampa", mia moglie (che legge tutt'altro) non ci sarebbe mai arrivata (così dice lei almeno).
Comunque grazie a entrambi per i preziosi dati ricevuti.
A rileggerci presto
W

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Hayà
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Re: Un minuto

Messaggio#9 » giovedì 18 febbraio 2021, 11:50

Ciao Wladimiro! Oof, quando ho scoperto che eri tra i racconti da commentare, mi è venuta la tremarella!

Detto questo, passo al racconto.
Parto dicendo che non sono veramente avvezza al genere e la mia conoscenza si limita ad alcuni film visti in passato.
La trama in sé mi è parsa buona e il senso di tensione aumenta più si va avanti, scanditi anche dalle frasi all'inizio di ogni paragrafo.
Ho letto i commenti precedenti sul fatto del finale: io sono una di quelle che l'ha trovato efficace :D Per quanto finire con il dubbio non mi avrebbe fatto pensare negativamente riguardo il testo, quell'ultima frase è stata come un piccolo pugno allo stomaco in termini di storia (in senso positivo, s'intende).

Detto questo, però ho avuto parecchi problemi con l'inizio.
Ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capire bene cosa stava succedendo. E ammetto di non aver ancora capito cosa sia la "coltre opalescente". Avevo pensato al tettuccio di una decappottabile, ma dopo "sbatte la schiena contro il tettuccio" perciò ho capito di aver preso un granchio.
Superata la prima parte però, il racconto ingrana parecchio fino alla fine.

Insomma, il testo mi è piaciuto e la tensione l'ho trovata buona, a parte qualche singhiozzo all'inizio. Il tema l'ho trovato azzeccato.

alexandra.fischer
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Re: Un minuto

Messaggio#10 » venerdì 19 febbraio 2021, 15:50

Tema centrato. Punti di forza: il mondo finisce davvero, nel conto alla rovescia della tua storia, perché sia la Terra, sul punto di scatenare un cataclisma, sia la mente del Professore, sono al collasso finale. Ecco, lui lo ha previsto prima degli altri, ha ucciso il migliore amico pur di procacciarsi il rifugio e salvare moglie e figlia, poi, certo, c’è questo allievo che si è portato dietro. Io credo che nell’assurdità della situazione ci stia bene, voglio dire che magari aveva intuito in lui un potenziale genero: nella sua follia credeva che un rifugio bastasse a scamparla alla furia della “vampa”. Punti deboli: nessuno.
Punto debole:
Ti riporto la frase corretta: In un altro momento ne approfitterebbe per godersi lo spettacolo…

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maurizio.ferrero
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Re: Un minuto

Messaggio#11 » sabato 20 febbraio 2021, 14:11

Ciao Wlad, e piacere di rileggerti!

Arrivo dell'appcalisse, pochi minuti alla fine del mondo. Un classico del genere.
Per quanto la situazione generale sia comprensibile e la tua scrittura sia come al solito molto buona, devo dire che anche dopo diverse letture non mi risultano per nulla chiari alcuni dettagli della trama.
Che ha combinato il professore, perché ha costretto il protagonista a uccidere qualcun'altro? Non sono riuscito a starci dietro.
Lo svolgimento generale della storia è chiaro. Fuori esplode tutto, i protagonisti si salvano. Ciò che non comprendo sono le motivazioni dei vari personaggi. È come se fosse uno stralcio appartenente a una storia più grande, che però non fornisce abbastanza elementi per vivere di vita propria.
Il tema c'è ed è centrato in maniera classica.

A presto!

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Alessio
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Re: Un minuto

Messaggio#12 » domenica 21 febbraio 2021, 21:42

Ciao Wladimiro,

credo che questo sia uno dei tuoi pezzi meno riusciti tra quelli che ho letto da quando sono arrivato su MC. In generale sono d'accordo un po' con tutto quello che dice Emiliano.
L'incipit non è ben chiaro. Ho dovuto anch'io rileggerlo più volte per capire che il protagonista si risveglia in macchina e sente le voci del prof e della famiglia. Quel L'hai ucciso, papà, in una fase in cui al lettore mancano ancora tutte le informazioni, sembrava rivolto al pov, e questo mi ha causato parecchia confusione. Una volta capita la scena e riletto il pezzo, ho inteso quello che volevi ottenere, ma ancora ho fatto fatica a collocare precisamente il protagonista nella vettura.
Ho capito il motivo per cui hai inserito l'ultima frase, però mi ha completamente strappato via da un punto di vista che fino a quel momento era sempre stato molto focalizzato. Avresti potuto rendere esplicita la catastrofe in altri modi, facendoci rimanere dentro il bunker.
Le altre frasi del conto alla rovescia, pur essendo anch'esse esterne al punto di vista, disturbano meno perché in qualche modo si armonizzano con il fatto che il prof. sa che sta per succedere qualcosa e anche quando. Ciò che invece mi ha stonato è che il prof. sembra essere l'unico ad essere cosciente dell'arrivo della vampa e quindi mi è mancato il pezzo d'informazione in mano sua. Dopo che ha ammazzato una persona e costretto i familiari e l'assistente ad entrare nel bunker contro la loro volontà e fatto tutto 'sto teatro (cit.) secondo me avresti dovuto dirci cosa e perché il professore sapeva. Diciamo che te la cavi facendolo fuori, però mi rimane la sensazione che manchi un pezzo.
Secondo me una prova comunque discreta ma con un po' di sofferenza.

Alla prossima!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Un minuto

Messaggio#13 » martedì 23 febbraio 2021, 1:37

Ciao Wladimiro,
piacere di leggerti.

Devo confessarti che la prima lettura è stata piuttosto faticosa, in particolare capire le relazioni fra i personaggi in campo è stato un vero rebus.
Ci sono, a mio parere, tante piccole incongruenze che complicano lo scorrere della storia e la possibilità di immergervisi.
Ad esempio, le due donne che escono dalla casa dell'ucciso con le mani in alto, ad arrendersi. Un padre/marito, che sta agendo per la salvezza delle proprie donne, punterebbe loro contro un fucile col rischio che parta un colpo? Leggendo quella scena avevo preso le due donne come parenti del morto, non del Prof.
Un altro punto problematico è stata la scena della discesa dalla scaletta, già difficile da descrivere. Leggiamo che Daniele avrebbe potuto distrarsi a guardare le forme della ragazza ma non lo fa perché ha altro a cui pensare. Mi sembra una delle 'famigerate' intrusioni del narratore.
Ancora, la conclusione con il colpo che parte per errore. Avevo immaginato istintivamente che a ricevere la pallottola sarebbe stata una delle donne, rendendo tragicamente inutili i tentativi del Prof. di creare là sotto due coppie per far sopravvivere una parvenza di umanità, oppure che il colpo evirasse Daniele, rendendolo sterile e quindi altrettanto inutile come 'riproduttore' e compagno selezionato per la propria figlia. Mi è risultato invece impossibile comprendere la dinamica della scena di colluttazione descritta, poiché un fucile riesce a colpire allo stomaco chi lo sta impugnando. Più facile come dinamica spararsi alla testa perdendo la presa e facendo sbattere il calcio contro il pavimento, lo trovo più plausibile. Però capisco che ti servisse il Prof. con una bocca integra e un cervello funzionante per poter pronunciare la spiegazione finale del suo gesto, rivelandolo come d'amore e non dettato dalla follia.

La storia comunque alla seconda rilettura, con tutti i ruoli e le scene già in mente, mi è piaciuta.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Andrea Partiti
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Re: Un minuto

Messaggio#14 » giovedì 25 febbraio 2021, 10:59

Quando il racconto parte, funziona bene, il tempo è ben scandito e riesco a seguire tutto quel che succede (a parte i personaggi che un po' si mischiano tra loro, forse sono troppi per un racconto così breve).
Però ho fatto una gran fatica nel primo blocco del racconto. Non mi è chiaro dove si muovono i personaggi, le dinamiche in gioco e come interagiscono. Ci sono una casa, un'auto, un morto, ma faccio fatica a collocare gli attori in questa scenografia. Forse si può sfruttare meglio la (giustissima) scelta di aumentare la velocità della storia a ogni paragrafo per dare un senso di urgenza, che permette di usare la calma iniziale per perderti un po' di più nei dettagli e aiutare con l'immersione.

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antico
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Re: Un minuto

Messaggio#15 » lunedì 1 marzo 2021, 20:28

Vado controcorrente e dico che la prima parte è ottima perché dal punto di vista di un personaggio che ha appena subito un trauma e che, pertanto, non ci sta capendo nulla e, di conseguenza, così dev'essere per il lettore. Dove però il racconto inciampa è nello svelarsi della nebbia, la scena iniziale rimane poco chiara perché non si capisce in quale circostanza il prof abbia ucciso il suo amico e che cosa ci facesse lì, ma, soprattutto, non si comprende cosa ci faccia lì il protagonista perché proprio non passa la cosa che è il prof ad averlo colpito e portato per salvarlo. E detto questo: perché proprio lui? Voleva farlo accoppiare con la figlia per fare ripartire l'umanità? Davvero, è l'unica spiegazione logica che mi viene in mente. Penso anch'io che evitare la vampa finale sarebbe stato preferibile in quanto il detto/non detto del tremolio della terra era più che sufficiente. Tema preso e la definizione di Ferrero mi sembra giusta: in modo classico. Concludendo: per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma non in modo brillante. Come scritto più sopra: il problema principale è, a mio parere, nel graduale ritorno alla realtà del protagonista, passaggio che non sei riuscito a rappresentare al meglio.

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