Come un rifiuto

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Fagiolo17
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Come un rifiuto

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:04

Come un rifiuto
di Luca Fagiolo


«Oddio sì. Non ti fermare, non ti fermare! Ci sono quasi.»
Continua a ripeterlo da un’eternità. Mi stringe i capelli nel pugno e detta il ritmo, affondo dopo affondo. La puzza che viene dal cassonetto mi dà il voltastomaco e il sapore che ho in bocca non aiuta. La musica del club rimbomba dalle finestre chiuse. Spero finisca in fretta, mi fa male la mascella.
«Così, così… Oh sì!»
Il liquido caldo mi riempie la bocca. L’assessore Rodomonti mi lascia la testa. Sputo a terra ma il gusto amaro rimane. Pulisco le labbra col dorso della mano, rossetto e sperma.
Rodomonti mi getta un fazzolettino di carta. Un sorriso gli si allarga in mezzo alla barba riccioluta. La cintura di Gucci penzola come il suo membro soddisfatto. Tira su la zip e allaccia il bottone. Mi esamina come un cacciatore farebbe con la preda appena abbattuta.
Sposta la cravatta dalla spalla e stringe il nodo. È impeccabile, non ti preoccupare.
Mi fanno male le ginocchia, le calze sono tutte inzaccherate. Chissà su cosa mi sono chinata.
Appoggio una mano al muro e con l’altra mi reggo la schiena. Non mi aiuta neppure a rimettermi in piedi, il cafone. I mattoni ruvidi mi pungono il palmo. Spingo e sono di nuovo sui tacchi.
Si schiarisce la voce. «Rientro. Tu aspetta un paio di minuti, ok?»
Ma dove crede di andare? «Sono 20€ per il pompino.»
Ride. «È una specie di battuta?»
Questi sono i peggiori. Si fanno fare un servizietto e pretendono di non pagare. Come se il loro cazzo sapesse di zucchero filato. «Non far finta di non aver capito.»
«Mi sembrava lo volessi anche tu.»
È il mio turno di ridere. «Io? Mano nella mano con tua moglie, hai passato tutta la serata a fissarmi.»
«Guardavo e basta.»
«Anche quando mi hai chiesto di uscire per una sigaretta? A chi vuoi darla a bere. Dammi i miei 20€ e smettila di fare lo spilorcio. Con tutti i soldi che guadagni.»
«Sono una persona rispettabile, non vado con le prostitute.»
«Ah quindi è questo il problema?» Gli pungolo il petto con l’indice. «Puoi fare le corna a tua moglie con una sciacquetta ammaliata dal completo di marca, ma pagare, che Dio te ne scampi!» Raccolgo la borsetta da terra. «Sentiamo cosa ne pensa la tua signora.»
«Ferma!» Mi afferra il braccio.
«Mi fai male.»
«Lascia mia moglie fuori da questa storia.»
«Povera mogliettina. Meriterebbe di sapere con che pezzo di merda divide il letto!»
Mi colpisce con un manrovescio. Finisco col culo in una pozza sudicia. Il labbro mi pulsa, sapore di ferro in bocca. «Aspetta che lo vengano a sapere i tuoi elettori…»
«Chiudi quella bocca!»
Il calcio è troppo improvviso per proteggermi.
«No, ti prego. Sono–» Una pedata al ventre. La fitta mi toglie il fiato, boccheggio.
Appoggio mani e ginocchia a terra. Mi colpisce di nuovo, ancora più forte. Un conato. Tossisco e l’acido mi risale la gola. «Basta.» Piagnucolo.
Una gragnola di colpi mi investe. Il viso, l’addome, le braccia. Si ferma solo quando ha il fiatone, gocce di sudore scendono dalla fronte e si perdono nella barba.
«Guarda cosa mi hai fatto fare.» Ansima. «Voi donne dovreste imparare a stare al vostro posto!»
Si sistema la giacca e rientra dalla porta posteriore del locale. Mi abbandona vicino al cassonetto, come un rifiuto.
Sbatto gli occhi. Le fitte sono sempre più forti. Porto la mano in mezzo alle gambe. Bagnato, viscoso tra le dita. Singhiozzo. «No, no, no!» Il vestito blu è imbrattato di sangue.
Mi gira la testa, non riesco a rimettermi in piedi. Le mani scivolano sull’acciottolato lurido. Respiro a fondo. Il cuore mi pulsa nelle tempie.
Andrà tutto bene.
Andrà tutto…
Andrà…
«Ah!» Una fitta tremenda alla pancia. Fatelo smettere!
La porta del locale si apre, una coppia scende i gradini.
«Aiuto!»
L’uomo strabuzza gli occhi, la ragazza si sfiora la pancia.
«Grazie a Dio. Ancora un minuto e…»
«Cristo Santo! Ma cosa ti è successo?» L’uomo si avvicina di un passo.
«Chiamate un’ambulanza, presto!»
Sfila il cellulare dalla tasca, la ragazza gli ferma la mano.
«È una prostituta.» Sussurra. «Andiamo via, Mauro, non sono affari nostri.»
L’uomo mi lancia un’altra occhiata.
Non andare, non lasciarmi qui in queste condizioni.
Intreccia le dita con la sua donna, ingoia a vuoto e mi volta le spalle. Lei lo strattona via.
Mi piego a terra, sono sola. Le unghie mi scavano il ventre. Non riesco a smettere di urlare.
Ultima modifica di Fagiolo17 il martedì 16 febbraio 2021, 0:43, modificato 1 volta in totale.



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Re: Come un rifiuto

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 0:11

Ciao Luca! Caratteri e tempo ok, buona 150° EDITION!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 9:39

Apperò… Sei il primo racconto del gruppo che leggo e… cavolo, che inizio col botto!
Se non si fosse capito, il tuo brano mi è piaciuto, e pure parecchio. In una manciata di pagine sei riuscito a condensare una scena d’effetto ben equilibrata nel dispiego della storia, il che non è poco (e lo dico proprio perché è una caratteristica che a me manca e che, invece, è fondamentale per questa competizione). Soprattutto la parte finale, con la comparsa dei due ragazzi, è un pugno nello stomaco, quello vero, che ti prende nelle viscere.
Mi permetto tuttavia di far luce su quelle che a mio avviso sono due piccole sbavature, figlie senz’altro del tempo e dello spazio a disposizione (ho notato che hai sfruttato fino all’ultimo carattere disponibile).

La prima riguarda il personaggio di Rodomonti. Ho trovato il suo passaggio da “stronzo” a “violento” troppo repentino. Eccheccazzo, dirai tu, con 4k caratteri è inevitabile! Vero, ma a mio avviso avresti potuto lanciare subito qualche indizio sulla vera natura del personaggio. Ad esempio, al posto dei classici “oddio sì, non ti fermare” avresti potuto fargli dire qualcosa tipo “brava la mia puttanella”; oppure, al posto di fargli soltanto “stringere i capelli e dettare il ritmo”, avresti potuto forzare la protagonista a praticare un deep throat finale, così da rafforzare anche il dettaglio dello spunto a terra. Dubbio che potrebbe sorgere: ma così facendo il personaggio non sarebbe sembrato subito “cattivo”? La mia risposta è no. Sarebbe sembrato un comune essere umano che durante l’eccitazione del sesso rilascia i propri freni inibitori. Però così facendo avresti anche seminato qualche piccolo dettaglio sulla psicologia del personaggio, sulla sua considerazione della donna quanto “oggetto”, facendo apparire la sua trasformazione in sadico figlio di puttana più naturale. Ora come ora, nella prima parte sembra di trovarsi di fronte soltanto a uno stronzo come tanti.

Secondo appunto. Nella scena finale i due ragazzi identificano la protagonista come una prostituta. Come ci riescono? Siamo nel retro di un club, un luogo dove, si suppone, esista un dress code. Se il dress code impone una certa eleganza (viene da pensarlo per via della descrizione di Rodomonti), allora anche la protagonista dovrebbe essere vestita in maniera indistinguibile da tutti gli altri clienti dal punto di vista “formale”.
Dettagli a parte, ho trovato ottima l’idea di far sì che la stilettata finale arrivi dalla ragazza, anziché dall’uomo. Hai evitato l’effetto cliché dell’uomo stronzo e della donna vittima, rendendo il tutto più credibile e ancora più tragico.

Mi auguro che questi spunti possano esserti utili e rinnovo i miei complimenti. Credo sia uno dei tuoi pezzi migliori tra tutti quelli che ho letto. Bravo!

PS: Ma una volta non era “50 bocca, 100 amore”? Cazzo, la crisi ha colpito proprio tutte le categorie...
Ultima modifica di Alessandro -JohnDoe- Canella il martedì 16 febbraio 2021, 18:17, modificato 2 volte in totale.
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2021, 10:48

Ciao Luca, ben trovato!
Inizio col dirti che, al netto delle critiche che muoverò, il tuo racconto mi è piaciuto, ma, come tutti, è perfettibile.
Stai narrando in prima, e la narratrice ha abbordato un tizio in un pub, non hanno avuto troppo tempo visto che il tizio era accompagnato, quindi presumo una presentazione veloce. A questo punto come fa il narratore a conoscerne il cognome? Avresti dovuto chiamarlo con un generico “l’uomo”, “il tizio” e via così. In questo modo, invece, sembra che il narratore lo conosca bene.
Concordo in pieno con il secondo appunto che ti ha fatto JohnDoe. Come fanno a capire che si tratta di una prostituta? In più aggiungerei qualcosa riguardo alla paura di una ripercussione da parte di un qualche Pappone ancora nei paraggi. Andarsene così quando qualcuno ti chiede solo di chiamare il 118... boh, mi sembra esagerato.
Per il resto buono, buona la visione di lei, il suo essere schifata è ben reso. La paura palpabile e hai reso bene la scena violenta.
Polly

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Gennibo
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#5 » martedì 16 febbraio 2021, 16:35

Ciao Luca! Un pezzo forte il tuo, gestito e scritto molto bene. La parte finale è quella che mi è piaciuta di più perché inaspettato e crudele, nel loro lasciare morire una donna in agonia. Anche io mi sono chiesta come facciano a sapere che lei è una prostituta, magari poteva essere nera, così da comprendere anche un pregiudizio razzista. E anche io ho pensato che venti euro fossero pochi, mi sono chiesta se è voluto, che la tipa in realtà non fosse una prostituta, e magari voleva semplicemente approfittare della situazione?
A parte questi dettagli per me è uno dei tuoi pezzi migliori, bravissimo.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#6 » martedì 16 febbraio 2021, 18:12

Ciao, Luca,
il racconto mi è piaciuto molto, e mi unisco al resto dei concorrenti che ti ha commentato prima di me.
Ho apprezzato la crudezza del punto di vista della protagonista, la sporcizia che la circonda, non solo come setting ma dal punto di vista sociale.
La questione dell'uomo e del suo nome proprio: il l'ho interpretata così. Secondo me l'uomo era un politico o altro personaggio famoso, e quindi lei lo conosce per nome proprio come io conoscerei per nome uno famoso, tipo Totti o Bonolis (nomi di alta levatura, mi rendo conto).

Invece un po' meno difendibile la critica sulla fine del racconto, anche se si può sempre immaginare che la ragazza ferita sia una abituée del locale e nota per adescare i clienti. Ma se questo fosse trasparito dal racconto, sarebbe stato meglio.

Bella prova.

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filippo.mammoli
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#7 » martedì 16 febbraio 2021, 19:57

Ciao Luca,
Leggerti è stato un piacere.
La descrizione in prima persona e l'ottima gestione del punto di vista guidano il lettore all'interno di questo piccolo inferno e gli fanno avvertire tutta la violenza della scena e la disperazione della protagonista.
A differenza degli altri però, non sono stato disturbato dal cognome dell' assessore che lei pronuncia perché avrebbe potuto conoscerlo per varie vie, ma ho appunti diversi da farti.
Quando la coppia esce dal locale, la protagonista grida di dolore e poi le fai pensare "una fitta tremenda alla pancia, fatelo smettere!"
Chi o cosa dovrebbe smettere? Non mi è chiaro a chi sia riferito e questo, nella fase finale del racconto, mi ha mandato un po' in confusione.
Poi l'altro appunto, molto più rilevante, non riesci a vederci il tema.
Cosa avviene all'ultimo minuto?
Solo in un altro passaggio, anch'esso poco chiaro, esce qualcosa relativo al minuto:
"L’uomo strabuzza gli occhi, la ragazza si sfiora la pancia.
«Grazie a Dio. Ancora un minuto e…»"
Non ho proprio capito cosa significhi né chi pronunci la frase.
Un ottimo racconto, ben scritto e molto forte, ma con un finale che mi ha lasciato sospeso e un tema che non ho individuato.
Alla prossima

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Fagiolo17
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#8 » martedì 16 febbraio 2021, 21:15

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Luca,
Leggerti è stato un piacere.
La descrizione in prima persona e l'ottima gestione del punto di vista guidano il lettore all'interno di questo piccolo inferno e gli fanno avvertire tutta la violenza della scena e la disperazione della protagonista.
A differenza degli altri però, non sono stato disturbato dal cognome dell' assessore che lei pronuncia perché avrebbe potuto conoscerlo per varie vie, ma ho appunti diversi da farti.
Quando la coppia esce dal locale, la protagonista grida di dolore e poi le fai pensare "una fitta tremenda alla pancia, fatelo smettere!"
Chi o cosa dovrebbe smettere? Non mi è chiaro a chi sia riferito e questo, nella fase finale del racconto, mi ha mandato un po' in confusione.
Poi l'altro appunto, molto più rilevante, non riesci a vederci il tema.
Cosa avviene all'ultimo minuto?
Solo in un altro passaggio, anch'esso poco chiaro, esce qualcosa relativo al minuto:
"L’uomo strabuzza gli occhi, la ragazza si sfiora la pancia.
«Grazie a Dio. Ancora un minuto e…»"
Non ho proprio capito cosa significhi né chi pronunci la frase.
Un ottimo racconto, ben scritto e molto forte, ma con un finale che mi ha lasciato sospeso e un tema che non ho individuato.
Alla prossima


Ciao Filippo e grazie del commento! Ho letto con piacere il tuo racconto del mese scorso!
Allora veniamo al testo, il pdv dice "fatelo smettere" riferito al suo dolore. Come se qualcuno potesse farla smettere di soffrire.

"Grazie a Dio. Ancora un minuto e…" questa frase è detta sempre dal pdv. C'era anche un tag per identificare che era lei a parlare ma ho dovuto tagliare qualche battuta e pensavo si riuscisse a capire lo stesso. Mi dispiace.

Il tema. La protagonista incinta è stata colpita al ventre e sta rischiando di perdere il bambino. Quando vede la coppia scendere gli scalini crede di essere salva all'ultimo minuto. La frase intende proprio quello. Ancora un minuto e le cose sarebbero state irrecuperabili.
Ma in realtà neppure all'ultimo minuto viene aiutata, anche la coppia le volta le spalle.

Ti ringrazio per il tuo commento.
Ultima modifica di Fagiolo17 il martedì 16 febbraio 2021, 22:03, modificato 1 volta in totale.

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#9 » martedì 16 febbraio 2021, 21:22

JohnDoe ha scritto:Apperò… Sei il primo racconto del gruppo che leggo e… cavolo, che inizio col botto!
Se non si fosse capito, il tuo brano mi è piaciuto, e pure parecchio. In una manciata di pagine sei riuscito a condensare una scena d’effetto ben equilibrata nel dispiego della storia, il che non è poco (e lo dico proprio perché è una caratteristica che a me manca e che, invece, è fondamentale per questa competizione). Soprattutto la parte finale, con la comparsa dei due ragazzi, è un pugno nello stomaco, quello vero, che ti prende nelle viscere.
Mi permetto tuttavia di far luce su quelle che a mio avviso sono due piccole sbavature, figlie senz’altro del tempo e dello spazio a disposizione (ho notato che hai sfruttato fino all’ultimo carattere disponibile).

La prima riguarda il personaggio di Rodomonti. Ho trovato il suo passaggio da “stronzo” a “violento” troppo repentino. Eccheccazzo, dirai tu, con 4k caratteri è inevitabile! Vero, ma a mio avviso avresti potuto lanciare subito qualche indizio sulla vera natura del personaggio. Ad esempio, al posto dei classici “oddio sì, non ti fermare” avresti potuto fargli dire qualcosa tipo “brava la mia puttanella”; oppure, al posto di fargli soltanto “stringere i capelli e dettare il ritmo”, avresti potuto forzare la protagonista a praticare un deep throat finale, così da rafforzare anche il dettaglio dello spunto a terra. Dubbio che potrebbe sorgere: ma così facendo il personaggio non sarebbe sembrato subito “cattivo”? La mia risposta è no. Sarebbe sembrato un comune essere umano che durante l’eccitazione del sesso rilascia i propri freni inibitori. Però così facendo avresti anche seminato qualche piccolo dettaglio sulla psicologia del personaggio, sulla sua considerazione della donna quanto “oggetto”, facendo apparire la sua trasformazione in sadico figlio di puttana più naturale. Ora come ora, nella prima parte sembra di trovarsi di fronte soltanto a uno stronzo come tanti.

Secondo appunto. Nella scena finale i due ragazzi identificano la protagonista come una prostituta. Come ci riescono? Siamo nel retro di un club, un luogo dove, si suppone, esista un dress code. Se il dress code impone una certa eleganza (viene da pensarlo per via della descrizione di Rodomonti), allora anche la protagonista dovrebbe essere vestita in maniera indistinguibile da tutti gli altri clienti dal punto di vista “formale”.
Dettagli a parte, ho trovato ottima l’idea di far sì che la stilettata finale arrivi dalla ragazza, anziché dall’uomo. Hai evitato l’effetto cliché dell’uomo stronzo e della donna vittima, rendendo il tutto più credibile e ancora più tragico.

Mi auguro che questi spunti possano esserti utili e rinnovo i miei complimenti. Credo sia uno dei tuoi pezzi migliori tra tutti quelli che ho letto. Bravo!

PS: Ma una volta non era “50 bocca, 100 amore”? Cazzo, la crisi ha colpito proprio tutte le categorie...


Ciao e grazie del commento. Felice che il racconto sia stato di tuo gradimento, temevo di aver calcato troppo la mano stavolta.

Mea culpa sul finale. Non ho seminato dettagli su come è vestita, o particolari che possano far capire che è facile identificarla come prostituta. Dovevo seminare un po' di più. Ma lo spazio è stato tiranno.

Per l'uomo invece il pdv lo chiama Assessore Rodomonti perché è una personalità conosciuta, come incontrare in un locale un politico di spicco.

Grazie ancora del tuo commento e delle tue analisi sempre approfondite e puntuali!
Devo ammettere che nel primissimo commento che ci siamo scambiati ho usato toni sbagliati, ti chiedo scusa. Il tuo parere è prezioso!

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#10 » martedì 16 febbraio 2021, 21:25

Polly Russell ha scritto:Ciao Luca, ben trovato!
Inizio col dirti che, al netto delle critiche che muoverò, il tuo racconto mi è piaciuto, ma, come tutti, è perfettibile.
Stai narrando in prima, e la narratrice ha abbordato un tizio in un pub, non hanno avuto troppo tempo visto che il tizio era accompagnato, quindi presumo una presentazione veloce. A questo punto come fa il narratore a conoscerne il cognome? Avresti dovuto chiamarlo con un generico “l’uomo”, “il tizio” e via così. In questo modo, invece, sembra che il narratore lo conosca bene.
Concordo in pieno con il secondo appunto che ti ha fatto JohnDoe. Come fanno a capire che si tratta di una prostituta? In più aggiungerei qualcosa riguardo alla paura di una ripercussione da parte di un qualche Pappone ancora nei paraggi. Andarsene così quando qualcuno ti chiede solo di chiamare il 118... boh, mi sembra esagerato.
Per il resto buono, buona la visione di lei, il suo essere schifata è ben reso. La paura palpabile e hai reso bene la scena violenta.


Ciao Polly e bentornata! Era un po' che mancavi da questi lidi.
Grazie del commento. Come ho risposto sopra non ho seminato abbastanza dettagli per chiarire perché la coppia la identifica come una prostituta. Dovevo costruire meglio la scena.

L'uomo invece volevo fosse la una persona conosciuta. Il Salvini del caso incrociato al Papete!

Grazie del commento e degli spunti.

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#11 » martedì 16 febbraio 2021, 21:27

Gennibo ha scritto:Ciao Luca! Un pezzo forte il tuo, gestito e scritto molto bene. La parte finale è quella che mi è piaciuta di più perché inaspettato e crudele, nel loro lasciare morire una donna in agonia. Anche io mi sono chiesta come facciano a sapere che lei è una prostituta, magari poteva essere nera, così da comprendere anche un pregiudizio razzista. E anche io ho pensato che venti euro fossero pochi, mi sono chiesta se è voluto, che la tipa in realtà non fosse una prostituta, e magari voleva semplicemente approfittare della situazione?
A parte questi dettagli per me è uno dei tuoi pezzi migliori, bravissimo.


Ciao Isabella. La tua idea è molto interessante, non ci avevo pensato. Voleva essere a tutti gli effetti una prostituta, dovevo aggiungere più dettagli, ahimè.

Grazie mille del commento e dei complimenti.

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#12 » martedì 16 febbraio 2021, 21:29

Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao, Luca,
il racconto mi è piaciuto molto, e mi unisco al resto dei concorrenti che ti ha commentato prima di me.
Ho apprezzato la crudezza del punto di vista della protagonista, la sporcizia che la circonda, non solo come setting ma dal punto di vista sociale.
La questione dell'uomo e del suo nome proprio: il l'ho interpretata così. Secondo me l'uomo era un politico o altro personaggio famoso, e quindi lei lo conosce per nome proprio come io conoscerei per nome uno famoso, tipo Totti o Bonolis (nomi di alta levatura, mi rendo conto).

Invece un po' meno difendibile la critica sulla fine del racconto, anche se si può sempre immaginare che la ragazza ferita sia una abituée del locale e nota per adescare i clienti. Ma se questo fosse trasparito dal racconto, sarebbe stato meglio.

Bella prova.


Ciao Eugene.
Esatto è proprio come hai interpretato tu. L'assessore è una persona conosciuta e facilmente riconoscibile, per questo la protagonista lo chiama per nome.

Sul finale invece ho dato troppi pochi indizi. Giusta osservazione la vostra. Vedrò di sistemarlo in seconda stesura.

Grazie mille del commento.

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#13 » martedì 16 febbraio 2021, 21:54

Guarda Luca,
A un certo punto mi è venutuot il dubbio che la protagonista fosse incinta, ma rileggi, non hai dato neanche il minimo accenno in tutto il racconto a questo particolare così importante. Forse nei tagli per rientrare in 4k te lo sei perso.
Grazie della risposta.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#14 » martedì 16 febbraio 2021, 22:09

@ Luca
No, guarda, sono io che devo chiedere scusa per l'approccio tenuto nei miei primi commenti. Non frequentavo un forum da ormai 7 anni e avevo scordato come l'assenza del filtro "visivo" renda più aspre le nostre parole. Ciò si è unito al fatto che, comunque, tendo a essere una persona molto diretta, il che non ha aiutato. Ma credimi, questo vale per te come per chiunque altro: qualunque sia il mio commento a un testo, le mie parole rimangono dirette al testo e a quello soltanto, mai al suo autore.

@ Filippo
Mi permetto di fare l'avvocato del diavolo. Luca di indizi ne ha dati, e più di uno. Innanzitutto c'è un passaggio dove scrive
«No, ti prego. Sono–» Una pedata al ventre.

E già qui mi pare abbastanza chiaro cosa stesse per dire il personaggio. Ma poi, più avanti, scrive anche:
Porto la mano in mezzo alle gambe. Bagnato, viscoso tra le dita. Singhiozzo. «No, no, no!» Il vestito blu è imbrattato di sangue.

Onestamente non so come avrebbe potuto Luca fornire ulteriori indizi senza rischiare di cadere nell'infodump. Ha preferito invece (ed è una cosa che ho gradito tantissimo) lasciare degli indizi sotto forma di AZIONI anziché di INFORMAZIONI.
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#15 » mercoledì 17 febbraio 2021, 8:12

filippo.mammoli ha scritto:Guarda Luca,
A un certo punto mi è venutuot il dubbio che la protagonista fosse incinta, ma rileggi, non hai dato neanche il minimo accenno in tutto il racconto a questo particolare così importante. Forse nei tagli per rientrare in 4k te lo sei perso.
Grazie della risposta.


Ciao Filippo.
Proprio nei punti che ha evidenziato Alessandro ho seminato il fatto che fosse incinta.
Oppure nel passaggio in cui per alzarsi da terra si appoggia al muro e si regge la schiena e si lamenta che l'assessore nemmeno la aiuta anche se è più velato e può scappare a una prima lettura.
O quando la coppia scende le scale e la ragazza si sfiora la pancia (perché vede quella dell'altra donna e istintivamente tocca la sua). Ma anche questo è un piccolissimo dettaglio.
Se ne hai voglia prova a rileggere io testo, giusto per capire se avrei fatto meglio a calcarci di più la mano.
Grazie ancora!

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#16 » mercoledì 17 febbraio 2021, 10:19

Ciao Luca,
diviene difficile commentare un racconto quando che ti ha preceduto ha già detto tutto.
In ogni caso, anche io ho apprezzato moltissimo la crudezza delle immagini e la crudeltà che circonda la povera protagonista.
L'angoscia che resta al lettore, dopo l'ultimo abbandono, è roba da non dormirci per un po', per cui hai colto nel segno (detto tra noi, ma il figlio poi lo perde o no? Daiiiiii salvalo!)
Non condivido la critica che ti hanno fatto sulla conoscenza da parte della donna del nome e del ruolo politico del protagonista maschile. Soprattutto oggi, in un mondo in cui la politica fa spettacolo e che sindaci e assessori sono più famosi delle veline.
Vero, invece, che il passaggio alla violenza del "bastardo" è un po' troppo repentino. Purtroppo c'è il fottuto limite di battute, ne soffriamo tutti, ma è giusto segnalare i passaggi che non ci convincono.
Stilisticamente, come sempre, nulla da eccepire.
A rileggerci presto.
W

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#17 » mercoledì 17 febbraio 2021, 12:52

Luca, Luca, eccomi qui a chiedere venia. Colpa l’aver letto tre o quattro racconti in fila alla asl e aver commentato poi, a casa, m’aveva fatto dimenticare che il tizio stronzo, era un assessore. Per fortuna che vado a rileggermi i commenti.
I’m sorry!
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#18 » mercoledì 17 febbraio 2021, 13:23

Ciao Luca,
un racconto molto crudo, come hanno già notato tutti, e averlo letto dopo mangiato non aiuta. Ho letto i commenti precedenti, a mio parere la violenza non arriva troppo improvvisa, credo che sia semplicemente "troppa". Il risvolto violento uno se lo può aspettare, che ci sia un pestaggio selvaggio forse no.
Riguardo invece il discorso sul far capire che la donna è incinta, per me qui c'è il problema maggiore: il racconto è dal punto di vista della prostituta, ma non la sentiamo davvero. Empatizziamo con lei perché ne sta buscando come un sacco da boxe, ma oltre a questo non c'è nulla. Ti faccio un esempio: nella prima parte ci sono dei pensieri concreti:
Non mi aiuta neppure a rimettermi in piedi, il cafone.

Questi sono i peggiori. Si fanno fare un servizietto e pretendono di non pagare. Come se il loro cazzo sapesse di zucchero filato.

E con questi vediamo la scena come la vede lei. Dal momento in cui inizia il pestaggio non c'è più nulla, solo una descrizione un po' sterile delle botte prese e del dolore. Non ci sono pensieri che la facciano sentire una persona viva che sta soffrendo. Tipo:
«No, ti prego. Sono–»

Qui usi una linea di dialogo interrotta per far intuire al lettore che la ragazza è incinta, ma perché lo dice e non lo pensa? Quando i colpi le tolgono il fiato dovrebbe esserci almeno mezza battuta di pensato a riguardo. Non c'è neanche il naturale gesto che farebbe una donna in quelle condizioni di cercare di difendere il ventre con le braccia. Credo che le critiche che ti sono state mosse prima della mia fossero dovute in parte anche a questa mancanza di empatia verso il personaggio.
Riguardo invece il conoscere il cognome, io non l'ho trovato strano per nulla. Sul fatto che la coppia la lasci lì invece sì, cioè magari puoi anche avere l'intuizione che sia una prostituta, ma anche se tu ne fossi certo al 100% perché dovresti lasciarla lì a morire? Considerando pure che l'omissione di soccorso è un reato molto grave, rischi di più ad andare via che a chiamare un'ambulanza.

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Re: Come un rifiuto

Messaggio#19 » mercoledì 17 febbraio 2021, 14:28

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Luca,
un racconto molto crudo, come hanno già notato tutti, e averlo letto dopo mangiato non aiuta. Ho letto i commenti precedenti, a mio parere la violenza non arriva troppo improvvisa, credo che sia semplicemente "troppa". Il risvolto violento uno se lo può aspettare, che ci sia un pestaggio selvaggio forse no.
Riguardo invece il discorso sul far capire che la donna è incinta, per me qui c'è il problema maggiore: il racconto è dal punto di vista della prostituta, ma non la sentiamo davvero. Empatizziamo con lei perché ne sta buscando come un sacco da boxe, ma oltre a questo non c'è nulla. Ti faccio un esempio: nella prima parte ci sono dei pensieri concreti:
Non mi aiuta neppure a rimettermi in piedi, il cafone.

Questi sono i peggiori. Si fanno fare un servizietto e pretendono di non pagare. Come se il loro cazzo sapesse di zucchero filato.

E con questi vediamo la scena come la vede lei. Dal momento in cui inizia il pestaggio non c'è più nulla, solo una descrizione un po' sterile delle botte prese e del dolore. Non ci sono pensieri che la facciano sentire una persona viva che sta soffrendo. Tipo:
«No, ti prego. Sono–»

Qui usi una linea di dialogo interrotta per far intuire al lettore che la ragazza è incinta, ma perché lo dice e non lo pensa? Quando i colpi le tolgono il fiato dovrebbe esserci almeno mezza battuta di pensato a riguardo. Non c'è neanche il naturale gesto che farebbe una donna in quelle condizioni di cercare di difendere il ventre con le braccia. Credo che le critiche che ti sono state mosse prima della mia fossero dovute in parte anche a questa mancanza di empatia verso il personaggio.
Riguardo invece il conoscere il cognome, io non l'ho trovato strano per nulla. Sul fatto che la coppia la lasci lì invece sì, cioè magari puoi anche avere l'intuizione che sia una prostituta, ma anche se tu ne fossi certo al 100% perché dovresti lasciarla lì a morire? Considerando pure che l'omissione di soccorso è un reato molto grave, rischi di più ad andare via che a chiamare un'ambulanza.


Ciao Stefano e grazie del commento.
Farò tesoro dei tuoi suggerimenti.
Nella parte centrale avevo diminuito i pensieri diretti perché nel momento concitato mi sembrava poco sensato ne facesse di troppo elaborati. Inoltre non volevo si capisse così presto che era incinta, preferivo lo si cogliesse dai dettagli sparsi qua e là.
Avevo optato per la linea di dialogo per rappresentare un suo tentativo di chiedere all'uomo di smettere proprio perché incinta. Se non ha pietà per lei che almeno ne abbia per il bambino. Ma viene interrotta da un calcio al ventre, come a dire "ho capito perfettamente che sei in cinta ma non me ne frega niente perché tu sei una nullità, io un assessore."

I pensieri ricominciano subito dopo.
"Come un rifiuto" è un suo pensiero, anche "Andrà tutto bene", "Fatelo smettere!" "Non andare, non lasciarmi qui in queste condizioni"...
Insomma, avevo pensato di ridurli solo durante il pestaggio ma terrò a mente le tue considerazioni e ti ringrazio per avermelo fatto notare.

Per il finale invece, non volevo mostrare il buono che c'è nell'umanità. L'omissione di soccorso è un reato grave, ma in questo racconto che voleva essere crudo e cinico a mio avviso non sarebbe stato il finale adatto se la protagonista avesse incontrato brava gente disposta a soccorrerla e a chiamare aiuto.

Grazie ancora per tutti i tuoi spunti.

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Fagiolo17
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#20 » mercoledì 17 febbraio 2021, 14:30

wladimiro.borchi ha scritto:Ciao Luca,
diviene difficile commentare un racconto quando che ti ha preceduto ha già detto tutto.
In ogni caso, anche io ho apprezzato moltissimo la crudezza delle immagini e la crudeltà che circonda la povera protagonista.
L'angoscia che resta al lettore, dopo l'ultimo abbandono, è roba da non dormirci per un po', per cui hai colto nel segno (detto tra noi, ma il figlio poi lo perde o no? Daiiiiii salvalo!)
Non condivido la critica che ti hanno fatto sulla conoscenza da parte della donna del nome e del ruolo politico del protagonista maschile. Soprattutto oggi, in un mondo in cui la politica fa spettacolo e che sindaci e assessori sono più famosi delle veline.
Vero, invece, che il passaggio alla violenza del "bastardo" è un po' troppo repentino. Purtroppo c'è il fottuto limite di battute, ne soffriamo tutti, ma è giusto segnalare i passaggi che non ci convincono.
Stilisticamente, come sempre, nulla da eccepire.
A rileggerci presto.
W


Grazie del commento Wlad.
Il passaggio al lato violento è molto rapido. Come spesso succede qui di MC gestire con la dovuta lentezza certi cambiamenti e scatti d'ira è davvero difficile, per avere spazio per gestire gli altri elementi della narrazione.

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Gimmi
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#21 » martedì 23 febbraio 2021, 10:21

Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

La situazione è interessante, ma un po' telefonata. Speravo in un finale un po' più insolito nell'ennesimo abuso di potere, maschilismo ecc.
Il tutto è un po' didascalico. La narrazione e i dialoghi sono troppo "detti", se mi capisci. L'uso di aggettivi semplici come il colore, sapore ecc. Ti consiglierei di giocare con similitudini e metafore.
Per quanto riguarda la scena mi domanderei "cosa potrebbe succedere che interessi? Che non è aspettato?"

Non ho molto altro da aggiungere.

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Fagiolo17
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#22 » martedì 23 febbraio 2021, 11:38

Gimmi ha scritto:Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

La situazione è interessante, ma un po' telefonata. Speravo in un finale un po' più insolito nell'ennesimo abuso di potere, maschilismo ecc.
Il tutto è un po' didascalico. La narrazione e i dialoghi sono troppo "detti", se mi capisci. L'uso di aggettivi semplici come il colore, sapore ecc. Ti consiglierei di giocare con similitudini e metafore.
Per quanto riguarda la scena mi domanderei "cosa potrebbe succedere che interessi? Che non è aspettato?"

Non ho molto altro da aggiungere.


Ciao Gimmi e grazie del commento!
Il racconto è scritto con un PDV stretto nella testa della protagonista, per questo non ci sono metafore e similitudini. Normalmente pensiamo a cose concrete, non a metafore per abbellire la realtà, ma capisco che possa non piacere ed è bello avere pareri diversi e diversi gusti.

Mi dispiace che la trama ti sia sembrata telefonata, più che sul maschilismo becero volevo giocare sul fatto che l'ultimo tradimento la protagonista lo riceve proprio da un'altra donna. Arrivati alle ultime battute ci si aspetta un aiuto, un salvataggio all'ultimo secondo e invece non avviene niente del genere.

Buona edizione e alla prossima lettura.

Andrea Cangiotti
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#23 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:21

Un testo che propende verso uno stile irriverente, che potrebbe anche funzionare, ma che bisogna imparare a dosare proprio perchè di grande impatto. Chi scrive costruisce una storia d'effetto, ma restando un po' troppo sul vago, secondo me.
L'argomento è appropriato, ma la storia in sè potrebbe migliorare con qualche dettaglio in più. Lo stile non è male, anche se quando leggo non ho una percezione completa su luoghi e persone.

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antico
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Re: Come un rifiuto

Messaggio#24 » martedì 2 marzo 2021, 13:43

Dunque, è vero che hai pestato parecchio su alcuni punti di svolta fondamentali però volevi mostrare il marcio e mi sembra tu abbia coscientemente optato per questa soluzione decidendo di correre i tuoi rischi: il risultato ti premia nonostante poi, dovendo inserire in una classifica, la problematica si faccia sentire in rapporti ad altri testi di pari valore. Punterei il mio faretto, piuttosto, su un altro aspetto e, nello specifico, sulle linee di dialogo finali, quando entra in scena la coppietta: non mi hanno convinto, le ho trovate forzate e non mi sembrava di sentire parlare il pdv, qualcosa mi è sembrato non funzionare (forse sembrava addirittura troppo lucida, probabilmente non avresti proprio dovuto farla parlare e lasciare spazio al dialogo dei due "bastardini"). Nota di demerito anche sul tema che è solo introdotto proprio in quel punto problematico, quasi a forza: sicuramente presente, ma no caratterizzante il racconto dalle sue fondamenta. Per tutto quanto detto, per me la valutazione è un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, al pelo con lo step successivo.

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