Vino Profumato

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Eugene Fitzherbert
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Vino Profumato

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:28

Vino Profumato
Di Eugene FItzherbert


Ines si schiarisce la voce. «Posso stare al servizio nella Chiesa Madre?»
La Maestra delle Novizie le si para davanti. «Come osi parlare senza essere interrogata.» L'afferra per il braccio. «L'insubordinazione va punita.» Stringe.
Il bruciore sulla pelle ferita le sale fino alla spalla e le spilla lacrime amare. «Vorrei partecipare alla Comunione Plenaria. Per entrare di più nello spirito del Convento.»
La Maestra le dà un ceffone. «Se vuoi integrarti, Ines, ubbidisci. Pulirai le stalle. È lì che dormirai stanotte. E Beatrice starà in Sacrestia.»

Le stalle sono gelide.
La campana suona l'inizio della cerimonia, nella Chiesa Madre.
Ines smuove mucchi di sterco e paglia.
La lampada appesa sul soffitto ondeggia per la brezza e le ombre rimbalzano tra le pareti di legno. Una falce di luce illumina un coniglio. Ines lo segue: eccolo, sotto un cespuglio dai fiori lunghi e carnosi.
Ines sorride. Si ricorda le lezioni di erboristeria di Nonna Giulia, prima che la spedissero a cercar la redenzione dopo per aver scopato con il figlio del Duca. E suo cugino.
Quella pianta era Aconitus Napellus, una spezia da usare per salvare le situazioni più difficili.
Proprio quello che ci vuole per speziare il vino per la Comunione Plenaria. Sarebbe diventata la beniamina del Convento, e avrebbero smesso di tormentarla.
Si sfila l’abito nero e rimane in sottoveste. Lungo tutto il braccio, le bruciature lasciate dai crocifissi roventi sono lucide dell’unguento all’Aloe.
Con questo dimostrerò di essere pronta per diventare come loro.
Mette i frutti di Aconito nella veste.
La Comunione Plenaria è a mezzanotte. Ha pochissimo tempo.
Attraversa di corsa tutto il giardino. Dalla Chiesa arrivano i canti che le altre Sorelle innalzano al Cielo.
Ines dà una spallata alla porta della sacrestia. La schiena si infiamma per i solchi lasciati dalla frusta della Redenzione.
«Beatrice! Sono Ines.»
Un spiraglio tra il battente e lo stipite. «Vattene.»
«Se ti vedono...»
«Guarda cosa ho.» Le mostra i frutti di Aconito. «La migliore spezia per aggiustare le amicizie.»
«E cosa dovrei farci?»
«La mettiamo nel Vino Profumato. Sarà buonissimo.»
La porta si richiude.
Idiota! Ines fa due passi indietro e si lancia verso la porta.
Il chiavistello cigola e lei si schianta sul battente che si spalanca. Beatrice cade a terra, colpita sul naso.
Ines ruzzola in un tripudio di Aconito. Stende la veste arrotolata sulla vita e copre i segni di denti sulle cosce e le croste sulle ginocchia, i passi lungo la Via dell’Espiazione.
«Bea, prepariamo il vino.»
La sua amica è priva di sensi.
È il mio momento!
Dalla Chiesa arrivano i versi del Gloria prima dell’Offertorio.
Ines schiaccia con il pestello manciate i frutti in un mortaio. L’odore pungente dell’Aconito si sparge per l’aria, come quando sua nonna preparava il siero della salvezza per le donne.
Ines versa la poltiglia di frutti nel tino.
«Che dolore...» Beatrice sputacchia saliva e sangue. Il naso è una prugna matura. «Che fai con il mio vino!»
Ines la colpisce con il pestello e la ragazza piomba a terra. «Scusa, Bea.»
La voce della Maestra delle Novizie arriva da dietro la porta che dà nella chiesa. «Il vino!»
Non è abbastanza profumato! Ines butta nel tino i frutti interi. «Arriva!» Riempie una coppa dorata da Offertorio.
Accidenti! È in sottoveste!
Sfila l'abito da Beatrice. Si toglie il cappello con le alette, con una smorfia quando la stoffa le stacca una crosta là dove l’hanno rasata con il coltello al sale.
Indossa il vestito alla bell’e meglio.
Apre la porta e passa il vino alla Maestra. «Tu?» Le strappa il vino dalle mani. «Domani vedrai, disgraziata!»
Ines china la testa. «È la ricetta di nonna Giulia.»
«Via!»
La porta si chiude.
Ines torna nella stalla e si addormenta su un pagliericcio.

Al sorgere del sole, Ines apre gli occhi.
Nella bruma del mattino va verso alla Chiesa. Nella sacrestia Beatrice è immobile, bianca come gesso.
Oltre la porta, la Maestra delle Novizie è inginocchiata. Ines la tocca e il corpo si ribalta: dalla bocca sporge la lingua nera e gonfia, gli occhi glassati.
L’odore di Aconito è fortissimo: tutta la congrega, dall’Arcivescovo alla madre superiora, lecca l’aria con lingue morte.
Ines sorride.
Il suo cammino nel supplizio è terminato. È libera.
Grazie, Nonna Giulia, Giulia Tofana.



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antico
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Re: Vino Profumato

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 0:31

Ciao Eugene! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa 150 EDITION!

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Antonio Pilato
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Re: Vino Profumato

Messaggio#3 » mercoledì 17 febbraio 2021, 11:55

Ciao Eugene, è un piacere averti letto.
Non ci posso proprio fare niente: i tuoi racconti sono sempre fra i miei preferiti in questi contest, dal senso grottesco, che mesce con maestria riso e orrore, all’idealizzazione di finali sempre sorprendenti. Già dalla prima esclamazione della Maestra delle Novizie, mi sono ribaltato dalle risate, sorrisi che si sono trasformati in sguardi sempre più ripugnanti, in senso buono, leggendo gli avvenimenti nella storia: dalla morte di Beatrice all’incredibile rivelazione parentale della protagonista Ines. Un finale stupendo, accompagnato da un sublime rispetto del tema. Inoltre, la scrittura appare scorrevole e piacevole, e i dialoghi veramente belli.
Non ritengo di aver alcuna critica negativa al riguardo.

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maurizio.ferrero
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Re: Vino Profumato

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2021, 15:06

Ciao Eugene, e piacere di rileggerti!

La prima cosa che ho fatto non appena finito di leggere il tuo racconto è stato andare a cercare chi fosse Giulia Tofana. Una volta scoperto, l'intera vicenda ha acquistato un senso.
Conoscevo gli effetti dell'aconito quindi sapevo già dove la vicenda sarebbe andata a parare, ma nonostante questo me la sono goduta, e il finale lascia soddisfatti.
Nel complesso il racconto mi pare molto buono, ti muovo solamente due critiche.
La porta in faccia che si prende Ines per pura goffaggine non mi ha convinto molto. La scena sarebbe probabilmente risultata migliore se fosse stata la stessa protagonista a metterla al tappeto con il pestello, senza porta in faccia iniziale.
La seconda è l'aderenza al tema. La protagonista avvelena il vino giusto un secondo prima che entri nella stanza la Maestra, quindi possiamo dire che c'è... Però non mi convince al 100%. La cosa avviene talmente velocemente che non riesco ad attribuirgli il peso che meriterebbe. Niente di grave comunque, non è un racconto fuori tema.

A presto!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Vino Profumato

Messaggio#5 » giovedì 18 febbraio 2021, 19:59

Ciao Eugene, è un piacere averti letto.
Non ci posso proprio fare niente: i tuoi racconti sono sempre fra i miei preferiti in questi contest, dal senso grottesco, che mesce con maestria riso e orrore, all’idealizzazione di finali sempre sorprendenti. Già dalla prima esclamazione della Maestra delle Novizie, mi sono ribaltato dalle risate, sorrisi che si sono trasformati in sguardi sempre più ripugnanti, in senso buono, leggendo gli avvenimenti nella storia: dalla morte di Beatrice all’incredibile rivelazione parentale della protagonista Ines. Un finale stupendo, accompagnato da un sublime rispetto del tema. Inoltre, la scrittura appare scorrevole e piacevole, e i dialoghi veramente belli.
Non ritengo di aver alcuna critica negativa al riguardo.


Ciao Antonio.
Bentrovato qui su minuti contati. Grazie per i complimenti e soprattutto sono contento che tu sia divertito.
Alla prossima!

Ciao Eugene, e piacere di rileggerti!

La prima cosa che ho fatto non appena finito di leggere il tuo racconto è stato andare a cercare chi fosse Giulia Tofana. Una volta scoperto, l'intera vicenda ha acquistato un senso.
Conoscevo gli effetti dell'aconito quindi sapevo già dove la vicenda sarebbe andata a parare, ma nonostante questo me la sono goduta, e il finale lascia soddisfatti.
Nel complesso il racconto mi pare molto buono, ti muovo solamente due critiche.
La porta in faccia che si prende Ines per pura goffaggine non mi ha convinto molto. La scena sarebbe probabilmente risultata migliore se fosse stata la stessa protagonista a metterla al tappeto con il pestello, senza porta in faccia iniziale.
La seconda è l'aderenza al tema. La protagonista avvelena il vino giusto un secondo prima che entri nella stanza la Maestra, quindi possiamo dire che c'è... Però non mi convince al 100%. La cosa avviene talmente velocemente che non riesco ad attribuirgli il peso che meriterebbe. Niente di grave comunque, non è un racconto fuori tema.

A presto!


Ciao, Maurizio.
Giulia tofana è un personaggio molto controverso della storia italiana e ho voluto farle un omaggio.

Capisco le tue remore sul passaggio fortuito, ma credo/spero di non essere entrato nel territorio del deus ex machina. Alla fine Ines stava prendendo a spallate la porta, nonostante le ferite.

Sull'aderenza al tema: l'urgenza è stata seminata nel corso dell'introduzione, e tutto diventa una piccola corsa contro il tempo. È molto più di una vendetta, per Ines, è la ricerca della libertà, visto come la trattavano. È chiaro che se tutto ciò non è venuto fuori dal testo, è solo colpa mia.

Grazie davvero dei consigli e degli spunti di riflessione.

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Pretorian
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Re: Vino Profumato

Messaggio#6 » giovedì 18 febbraio 2021, 23:15

Ciao Eugene e piacere di leggerti. Dunque, ho diversi appunti da fare al racconto, sia dal punto di vista dello stile, che per la trama. Per lo stile, ho rilevato qualche piccola sbavatura di tell qui e là (tipo quel "lacrime amare" o le tante descrizioni delle torture subite, che in alcuni casi mi sembravano uscire anche dal filtro offerto dal narratore in terza persona). Per quanto riguarda la trama, ammetto di essere confuso dalle intenzioni di Ines: più volte la poni come se il suo fine fosse quello di compiacere le consorelle ("diventare come loro", "la beniamina del convento" ecc.) ma nel finale sembra che fosse quello di uccidere l'intero convento. Insomma, dato che il lettore, grazie al filtro del POV "entra" nella mente del personaggio, questo tipo di inganno non può reggere: diverso sarebbe stato se avessi mantenuto un filtro più esterno, in cui il pensiero della protagonista si rivela solo tramite le sue azioni. Da ultimo, un dettaglio secondario, più una questione di gusti che altro: la scena della porta che sbatte contro Beatrice e Ines che la stordisce con un colpo di pestello in testa mi sembrano troppo "umoristiche" per il contesto tetro del racconto. Opinione personale, eh.
Nel complesso, ho trovato questo racconto nettamente inferiore a tanti tuoi lavori, vecchi e nuovi.

Alla prossima.

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Hayà
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Re: Vino Profumato

Messaggio#7 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:01

Ciao Eugene, è un piacere leggerti.

Okay, wow. La rivelazione finale mi ha lasciata a bocca aperta.
Ma andiamo per gradi.

Inizio subito con questa virgola che a mio parere è fuori posto:
La campana suona l'inizio della cerimonia, nella Chiesa Madre.


Ho trovato interessante l’idea dell’utilizzo di una terza persona invece che una prima, ma non è una critica, solo un parere personale.
Detto questo: stilisticamente l’ho trovato buono, l’ambientazione è ben organizzata, lo stile pulito e funzionale.
La storia è stata interessante al punto giusto: sono abbastanza in erba (gioco di parole non voluto) per quanto riguarda le proprietà delle piante, perciò non ero sicura cosa facesse l’aconito, anche se avevo intuito qualcosa sulle vere intenzioni di Ines.
Arrivata alla frase finale, tutto ha avuto senso e mi ha sorpreso molto.

Ammetto che non ho molto da dire. Il tema tutto sommato l’ho trovato centrato, come una corsa all’ultimo minuto.

alexandra.fischer
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Re: Vino Profumato

Messaggio#8 » venerdì 19 febbraio 2021, 16:02

Tema centrato. Punti di forza: Ines è in punizione al convento, per i suoi amori sbagliati (il figlio del Duca, il cugino) ed è maltrattata dalla Maestra delle Novizie (potrebbe essere qualunque epoca), ma ha un’amica nella passiva Beatrice, che le lascia usare la ricetta dell’Aconito per il vino da Messa e si lascia uccidere quasi senza difendersi. Ma passivi lo sono anche gli altri personaggi (la stessa Maestra delle Novizie che non si insospettisce davanti al suo trafficare con il vino, né si pone interrogativi riguardo all’abbigliamento di lei, che si è fregata i vestiti della compagna). Ecco, questo mi sa che è un trucco voluto per fargli apparire antipatici apposta e far risaltare lei nel finale, loro morti e lei salva grazie alla ricetta della nonna.
Punto debole:
ti riscrivo la frase corretta. “Come osi parlare senza essere interrogata?”

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Emiliano Maramonte
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Re: Vino Profumato

Messaggio#9 » sabato 20 febbraio 2021, 0:23

Eccomi qui, caro compaesano! Finalmente posso rileggerti dopo un po' di Edition di assenza.
Nel complesso il racconto mi ha intrigato, perché, primariamente, sei stato bravo a creare le giuste suggestioni di un convento. A tratti mi sembrava proprio di respirare l'atmosfera di quei luoghi per certi aspetti misteriosi. In fondo la narrazione scorre abbastanza bene, e sulle tue qualità narrativa avrei poco da eccepire.
Alla fine della lettura ho avuto qualche perplessità sulla mancanza di collimazione tra l'inizio e la conclusione. Okay, alla fine Ines conquista la libertà con lo stratagemma della "speziatura" del vino, ma è un escamotage che, per come la vedo io, viene fuori così con uno schiocco di dita. Mi sono chiesto: ma quindi non voleva essere accettata dalle consorelle? Non voleva compiacerle? Addirittura poi compie una strage, consapevolmente, e allegramente pensa di aver conquistato la libertà come se fosse stata una scampagnata. Purtroppo questo è davvero un punto che non mi quadra. Non conosco la storia di Giulia Tofana e me l'andrò a leggere. Anche io ho storto un po' il muso sulla parte relativa alla concitazione nella scena con Beatrice: poteva essere gestita meglio e con più chiarezza; infatti mi ha creato un po' di confusione e mi ha rallentato nella lettura.

Il tema apparentemente non è centrato, ma può essere interpretato in senso figurato. Grosso modo ci siamo.
Racconto gradevole e migliorabile.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Alessio
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Re: Vino Profumato

Messaggio#10 » domenica 21 febbraio 2021, 21:32

Ciao Eugene,

anche tu terza persona al presente. Non è una scelta comune, ma in questo gruppo ce ne sono ben tre.
Ho fatto un po' di fatica ad ambientare la narrazione. Non essendoci riferimenti all'inizio, automaticamente ho pensato che fosse ambientato ai giorni nostri e quindi tutte le ferite di Ines mi hanno un po' strappato dalla sospensione dell'incredulità. Poi, man mano che il setting si chiariva, ho messo insieme i pezzi, però avrei preferito capire prima dove e quando si svolgevano i fatti.
In generale la scrittura è buona, immersiva e i dettagli dispiegati poco a poco sulle violenze subite da Ines funzionano bene. Hai infilato qua e là qualche spieghino che secondo me un po' disturba.
La storia direi che si regge bene, solo non mi tornano i tempi da quando la Maestra chiede il vino a quando Ines glielo porta. Lei butta i frutti nel tino, riempie la coppa, spoglia una persona incosciente (e quindi poco collaborativa) e si mette addosso il suo vestito. E intanto la maestra aspetta?
L'ultima frase, mi spiace, ma secondo me rovina tutto. A parte che scritta così fa molto "Bond, James Bond", ma, soprattutto, Ines pensa a sua nonna in termini di nome e cognome? È lì solo per il lettore, e dai per scontato che per lui/lei quel nome significhi qualcosa.
Ti segnalo alcune cose che risaltano particolarmente proprio perché il tuo è un testo in generale scritto bene:
L'espressione formulare lacrime amare.
Quella pianta era Aconitus Napellus, una spezia da usare per salvare le situazioni più difficili. Spiegone del narratore. In più sei passato improvvisamente al passato, cosa che probabilmente ha influenzato anche la frase successiva.
Sarebbe diventata la beniamina del Convento, e avrebbero smesso di tormentarla. Con una narrazione al presente non avrei usato un condizionale passato, ma un futuro semplice (come nel pensiero diretto poco dopo) o tutt'al più un condizionale presente. E poi perché sarebbe diventata la beniamina del convento? Nel senso che una volta morte tutte sarebbe rimasta solo lei e quindi per forza sarebbe stata la migliore persona lì dentro?
Secondo me, una prova abbastanza buona, con le sue sbavature, che però mi cade proprio all'ultimo minuto.

Alla prossima!

Andrea J. Leonardi
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Re: Vino Profumato

Messaggio#11 » mercoledì 24 febbraio 2021, 10:58

Ciao Eugene, piacere di leggerti.
Spero di riuscire a contribuire al discorso con il mio commento.

Tema Centrato, non c’è che dire. Si percepisce l’urgenza e la risoluzione dell’ultimo minuto.

Trama Le motivazioni diventano chiare alla fine e ci mostrano una storia realistica, tuttavia sono troppo in contrasto con l’idea di quasi di piacere e di essere davvero accettata che trasuda nella prima parte del racconto. Forse sarebbe stato meglio optare per termini leggermente più neutri, ad esempio evitare il pensiero di “diventare la beniamina”, mentre quello del “l’avrebbero smesso di tormentarla” ha l’ambiguità giusta per funzionare.

Stile Il racconto scorre abbastanza bene. Personalmente, non mi piace proprio la terza persona al presente, forse la peggiore delle quattro alternative. In ottica di giudizio, però, è stata resa piuttosto bene e quindi complimenti: punti bonus.
Segnalo giusto qualche aspetto piuttosto soggettivo che ho notato nelle mie due letture e mezzo:
    • Alternare l‘ordine “azione – battuta” con “battuta-azione”, soprattutto nella prima parte, per un minore senso di descrizione meccanica.
    • Su cinque righe consecutive, tre si aprono con la parola “Ines”.
    • Ripetizione di “nella” nella seconda riga dell’ultimo paragrafo. L’immagine è giusta, ma stona un po’ nella lettura.

Generale. Un racconto più che buono, senza particolari mancanze e solo qualche leggera sbavatura. Probabile parte alta della classifica.

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Andrea Partiti
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Re: Vino Profumato

Messaggio#12 » mercoledì 24 febbraio 2021, 19:06

Wikipedia mi insegna che Giulia Tofana "was an Italian professional poisoner", avvelenatrice professionista, di cui non avevo mai sentito parlare, quindi la rivelazione finale non mi tange troppo. Sospetto che non sia così nota e ha una storia molto particolare, quindi approvo in pieno la scelta.
Mi piace del racconto lo svelamento graduale delle torture subite, accettate in maniera non rassegnata ma normalizzandole. Ci sono, le accetta, non cambiano il suo approccio al mondo. Ti è venuto molto bene come effetto e lascia una sensazione fresca e piacevole durante la lettura, non cerchi di farci empatizzare con la sofferenza, di tifare per la vendetta né nulla di negativo. Vuole avvelenare le suore e lo fa in maniera gioiosa. E' qualcosa di diverso e che ho apprezzato molto durante la lettura.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Vino Profumato

Messaggio#13 » giovedì 25 febbraio 2021, 19:15

Ciao Eugene,
piacere di leggerti.

Interessante il riferimento alla Giulia storica (che non conoscevo), un accenno che ancora la vicenda alla realtà.
La storia è ben scritta dal punto di vista formale, tuttavia sembra giocare molto su una sorta di ‘trappola’ per il lettore.
Sembri presupporre che il lettore non conosca l’Aconito come pianta tossica, per tanto consenti alla protagonista di pensare a sé in termini positivi, fino al finale che si pone come rivelatorio del vero esito delle azioni descritte e quindi delle vere intenzioni di Ines.
L’effetto invece rischia di essere diverso su un lettore un po’ più esperto in gialli e mistery, cioè di farlo sentire tradito da una semina che lo aveva portato a considerare l’avvelenamento come involontario. Infatti la lettura mi stava convincendo dell’incoscienza con cui Ines voleva ‘profumare’ il vino proprio con l’Aconito, ignorandone i veri effetti e mi chiedevo se ci sarebbe stato un ‘salvataggio’ all’ultimo minuto, per rispettare il tema, con un ravvedimento o con la rottura dell’ampolla del vino.
C’è un problema di tempi che ti hanno già segnalato, la sequenza fra la richiesta di vino e la consegna, con la necessità anche di cambiarsi, mi appare un po’ troppo lunga rispetto al tempo congruo per una attesa da parte della superiora.
Trovo difficile anche dare credito all’urgenza con cui la ragazza deve fare le azioni che si prefigge, poiché di certo non è l’ultima messa in cui verrà servito vino. Le basterebbe recitare la parte di brava discepola anche solo per un giorno in più per non aver necessità di avere tutta quella fretta. D’altronde non ha in programma una fuga quella notte stessa, poiché la vediamo andare a dormire tranquilla e attendere l’esito il giorno dopo.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Vino Profumato

Messaggio#14 » lunedì 1 marzo 2021, 21:19

Il finale è ottimo con quel suo andare a dormire e lo svegliarsi in un mondo nuovo, quasi fiabesco per quelli che erano i suoi desideri. La Tofana la conoscevo e pertanto non ho faticato a unire i puntini. Detto questo, non mi è piaciuto l'inizio perché porta a una scoperta casuale dell'acconito e l'avrei visto meglio come una macchinazione della protagonista (si fa punire volontariamente e dà il via al suo piano). Pessime vibrazioni anche dalla scena della porta, davvero complicata nella sua successione di cause ed effetti. Il tema c'è, ma in gran parte perché si sapeva quale fosse: non mi sembra, per questo tipo di costruzione che hai dato al tutto, il fulcro del tutto. Concludendo, per me un pollice tendente verso il positivo, ma non in modo brillante anche se quel finale gli fornisce davvero una marcetta in più.

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