La sfida

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Puch89
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La sfida

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:39

La sfida
di Alessio Magno


Guardò l’orologio col fiato sospeso. I secondi passavano in fretta, scanditi dal ticchettio appena percettibile delle lancette fosforescenti. Girava in tondo, indeciso su quale strada fare per arrivare all’obiettivo prima dello scadere del tempo. Doveva arrivare primo, a tutti i costi.
Chissà lui quale percorso avrebbe affrontato? Si sarebbero scontrati lungo il tragitto, gareggiando spalla a spalla, o sarebbe stato ignaro della sua posizione fino all’ultimo secondo?
Sgranò gli occhi, fermandosi di colpo. Mentre lui perdeva tempo, l’altro poteva già trovarsi chissà dove. Si lanciò in una corsa scellerata senza guardarsi alle spalle; scelse la via più impervia, ma anche la più breve, se fosse stato abbastanza abile da non lasciarsi rallentare.
L’aria fresca del tardo pomeriggio gli sferzava con gran forza il volto, pungendo sulle orecchie bollenti. Procedeva spedito, scartava con agilità piccoli affossamenti del terreno, pozze di fango nascoste e piante che sbucavano dal nulla. L’erba incolta gli pizzicava le caviglie, forse gli era rimasto impigliato qualche rametto o chissà cos’altro, ma non poteva fermarsi a controllare.
Sentì sotto i piedi il terreno rigonfiarsi e capì che il Grande Albero era vicino; le sue avide radici si erano prese una gran bella fetta di quella terra, deformandola. Poco dopo lo vide, severo e autorevole come un vecchio saggio. Ne era sempre stato affascinato, ma anche impaurito; lo superò il più in fretta possibile. In quel punto si faticava di più, ma passando di lì tagliava di netto il giardino. Accelerò ancora, i muscoli dei polpacci bruciavano senza tregua. Si asciugò il sudore col braccio e con un ultimo scatto si lanciò all’interno del garage.
Buio.
Accese di volata l’interruttore della luce, ma non accadde nulla. Non era previsto, lo costrinse a fermarsi.
I polmoni erano in fiamme, si riempivano e si svuotavano a ritmo serrato inalando aria stantia e polverosa che lo fecero tossire. Provò di nuovo, niente. L’interruttore non dava segni di vita. Era stato manomesso?
Scosse la testa, stava esagerando.
Gli occhi si stavano abituando al buio. Buttò uno sguardo veloce all’orologio, il tempo stringeva. Prese un bel respiro e si fiondò verso la porticina dall’altro lato del garage, se ricordava bene si trovava in fondo a destra. Arrivò quasi ad afferrare il pomello, quando rovinò a terra con un gran fracasso di ferraglia. Strinse senza fiato lo stinco della gamba destra e imprecò con un filo di voce. Qualcuno aveva lasciato in giro la cassetta degli attrezzi aperta!
Si alzò zoppicante, a piccoli passi aprì la maledetta porticina e la sbatté alle sue spalle.
Il sottoscala in penombra era inondato da un fascio di luce, proveniva dalla finestra del piano di sopra e illuminava la polvere che vorticava nell’aria in una danza confusa. Non riusciva più a correre, la gamba pulsava di un dolore atroce.
Di sicuro si era fatto sentire col casino di prima e come se non bastasse se ne stava lì imbambolato a piangersi addosso.
Non sarebbe mai arrivato in tempo, ma pensò alla posta in gioco. Non avrebbe mollato proprio adesso, ormai mancava pochissimo.
Prese coraggio e avanzò, cercando di ignorare il dolore. Puntò dritto al piano di sopra come previsto, scavalcò i gradini due alla volta stringendo i denti, fino a trovarsi nel corridoio che dava al soggiorno. La cannella impregnava l’aria col suo aroma ammaliante. Era a pochi passi dall’obiettivo!
Si acquattò contro il muro, cercando di non farsi sentire, voleva capire se lui era già arrivato.
Si avvicinò furtivo alla cucina e sbirciò dentro.
Silenzio. Lui non c’era. Possibile che fosse arrivato primo, nonostante tutto?
Un gran sorriso gli si stampò in faccia. Fece per intrufolarsi vittorioso, quando sentì un rumorosissimo scalpitare alle sue spalle: era lui, spuntato dal nulla. Si lanciarono entrambi dentro, urlando come ossessi. Nello stesso istante, il timer del forno suonò.
«Primo!» urlò lui.»
«No! Io sono primo!» ribatté l’altro.
«No, io! Sei arrivato dopo, il tempo è scaduto!»
«Buoni bambini, buoni. Siete arrivati insieme.»
Guardò imbronciato suo fratello, poi si rivolse alla nonna. «E quindi? Alla fine chi la vince la fetta di torta più grossa?»



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antico
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Re: La sfida

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 0:41

Ciao Alessio! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa 150° EDITION!

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Polly Russell
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Re: La sfida

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 13:25

Ciao Alessio! Ben trovato.
Mi piace il plot twist finale, anche se, per avere una sorpresa maggiore lavorerei sul pezzo della cassetta degli attrezzi. Da lì si capisce che non c’è un reale pericolo, che si tratta di qualcosa tra amici o fratelli e la rivelazione perde di forza.
Basterebbe togliere il “qualcuno l’ha lasciata lì” o sostituirlo con qualcosa di più ambiguo. L’odore di cannella arriva alla fine è ci sta. Cambierei anche il rapporto di parentela da fratelli a cugini in modo da giustificare il fatto che arrivino da due parti diverse.
Ci sono un po’ di refusi, un plurale per un singolare, ma nulla di grave, in contest come questo.
Molto gradevole.
Polly

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: La sfida

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2021, 15:05

Ciao Alessio.
Mi spiace dover dire che, fra i racconti letti fino a questo momento, questo è il primo ad avermi lasciato freddino. Il problema sta principalmente nella forma che hai voluto imprimere alla narrazione. Per intenderci, quando mi trovo di fronte a scene dinamiche dove, nonostante il POV focalizzato sul protagonista, non risulta chiaro cosa stia davvero succedendo e quale sia l’obiettivo ultimo, i miei sensi di ragno cominciano ad avvertire il plot twist alla “nulla è come appare”. È un trucchetto un po’ troppo abusato per poter risultare efficace, quantomeno sui lettori con qualche anno di letture in più sulle spalle.
Alla fine, a ben vedere, hai diluito una scena piuttosto breve nell’equivalente di un paio di pagine di romanzo, farcendo il testo di descrizioni assolutamente inutili ai fini della trama. Prendiamo questo passaggio:
Sentì sotto i piedi il terreno rigonfiarsi e capì che il Grande Albero era vicino; le sue avide radici si erano prese una gran bella fetta di quella terra, deformandola. Poco dopo lo vide, severo e autorevole come un vecchio saggio.

Ok, carina l’immagine, ma il suo ruolo nella storia qual è? Che poi, quanto cavolo sono lunghe ste radici per vedere l’albero solo dopo che il personaggio arriva nella zona da loro occupata? Si suppone che un albero sia visibile anche a qualche centinaia di metri di distanza…
I polmoni erano in fiamme, si riempivano e si svuotavano a ritmo serrato inalando aria stantia e polverosa che lo fecero tossire.

In questo caso segnalo invece l’errata coniugazione del verbo fare (il soggetto è al singolare).

Ultima nota: lo stile. Lo so che non a tutti sta a cuore la questione dello show don’t tell (anche se dovrebbe), però se vai a rivedere il tuo testo, noterai come i passaggi dove ti saresti dovuto focalizzare sulle sensazioni del protagonista sono invece state risolte in maniera sbrigativa, come, per fare un esempio, quando scrivi “prese coraggio e avanzò”. Ecco, io qui non riesco a vedere lo sforzo di volontà del protagonista. Non lo vedo sia perché da un lato mi stai nascondendo che si tratta di un bambino (ma sulla debolezza di questo escamotage mi sono già soffermato) sia perché non ho nessun dettaglio tangibile in grado di trasmettermi un’emozione. Ho solo un personaggio che ha un po' di paura a avanza, bom, finito.
Ecco, è questo l’errore di fondo, a mio avviso: aver perso righe dietro dettagli superflui se non proprio inutili, a scapito di quelli con il maggior potenziale di carico emozionale, il tutto solo per “nascondere” un colpo di scena chiamatissimo. Un vero peccato.
lupus in fabula

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filippo.mammoli
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Re: La sfida

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2021, 19:34

Ciao Alessio, piacere di leggerti.
Inizio ribaltando subito il punto di vista di qualcuno che mi ha preceduto. Per me il plot twist che ribalta la prospettiva costruita lungo tutto il racconto, non solo ci sta, ma è ben accetto.
Però... Purtroppo c'è un però.
Il finale è la cosa che ho apprezzato di più, è il resto che mi ha convinto meno. Si sente che hai costruito la storia in funzione di quel finale, demanda di a quello tutto il pathos e l'interesse del racconto.
Prima c'è una lunga serie di pensieri e azioni, descrizioni talvolta eccessive e poco funzionali alla storia, e l'ho trovato anche troppo infarcito di aggettivi e verbi a effetto.
Non che sia scritto male, non ci sono errori grossolani, ma è il tono generale che mi è sembrato un po' troppo carico e forzato.
Il tema è centrato e il finale risulta comunque piacevole.
Alla prossima.

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Stefano.Moretto
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Re: La sfida

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 23:04

Ciao Alessio
l'idea di base è carina, ma non mi convince molto l'esposizione che hai adottato. Premetto che ho trovato abbastanza buona la focalizzazione del personaggio e che mi piace sempre molto quando si usa una terza persona con i pensieri inclusi nella narrazione come da bravo punto di vista interno al personaggio, il problema è che qui c'è un distacco troppo netto tra ciò che sa il personaggio e ciò che sa il lettore. Se gestita bene questa differenza non è un grosso problema, ma qui ci sono vari punti che non si capiscono e il finale fa emergere altri interrogativi. Ad esempio non è chiaro che tragitto stia facendo il bambino, se è in mezzo a un bosco o chissà dove prima di arrivare al garage, e non si capisce come mai, se c'è una corsa in atto, se ne stava a girare in tondo o poco prima di arrivare di nasconda per vedere se l'avversario è già arrivato. Il punto era arrivare primo, quindi avrebbe dovuto semplicemente correre a perdifiato finché non fosse arrivato. Sarebbe stato più sensato se invece fosse stata una gara, che ne so, con i super liquidator, per cui l'obiettivo era arrivare primi senza venire colpiti dai getti d'acqua avversari. Così invece mi son ritrovato un po' confuso a leggere.
Ho trovato comunque carino il risvolto finale: non che fosse inaspettato, ma è comunque carino.

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Gennibo
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Re: La sfida

Messaggio#7 » giovedì 18 febbraio 2021, 21:07

Ciao Alessio e piacere di leggerti, il tuo racconto ha dei punti di forza che mi sono piaciuti molto, la focalizzazione del personaggio è buona, all'inizio anche io ho guardato e visto l'orologio con le lancette fluo. Però mi perdo nella descrizione seguente e continuo a vagare un po' persa nella tua storia, apprezzando certe descrizioni, ma sempre un po' a disagio perché mi sembra che tu sappia bene dove stai andando e mi stai tenendo all'oscuro di qualcosa, e credo che sia questo il punto debole del racconto, il fatto che si capisce che tu lo sai e che non lo dici. Credo che sarebbe meglio se ci dessi un obiettivo che potrebbe essere il Grande Albero. Tipo, all'inizio, invece di: Girava in tondo...
Potresti dire: se arrivo in tre minuti al Grande Albero lui è fregato. Dai al lettore un gancio a cui aggrapparsi per seguirti e poi alla fine sposti l'obiettivo e vai dove vuoi.
A rileggerti e buona Edition!

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wladimiro.borchi
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Re: La sfida

Messaggio#8 » venerdì 19 febbraio 2021, 12:57

Ciao Alessio,
non mi sembra vi sia molto da eccepire stilisticamente in questo racconto, rispetto a quello che ti è già stato fatto notare, per cui non sto a ripetere roba già detta.
Anche io, purtroppo, come l'amico Alessandro Canella, ho intuito fin da subito che ci sarebbe stato il twist e che sarebbe stato "niente è come sembra". A quel punto, una volta entrati nel garage, la corsa tra amici era l'unica possibilità che mi era venuta in mente (che fossero fratelli, no, ma non è che la cosa cambi più di tanto). La cassetta degli attrezzi non ha fatto altro che confermare.
Il racconto è scritto bene, ma non mi ha sorpreso.
Resta il fatto che però non so se questo effetto sia dovuto a una sorta di abitudine ci siamo fatti a certi meccanismi. Magari un lettore meno attento o meno avvezzo alla scrittura non ci sarebbe arrivato.
Letto in ogni caso con piacere per lo stile.
A presto.
W

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Gimmi
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Re: La sfida

Messaggio#9 » martedì 23 febbraio 2021, 11:07

Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

La situazione è carina. Forse un po' telefonata. Nel senso che, non ho pensato ai fratelli che giocano, ma sospettavo qualcosa del genere.
Mi hai un po' depistato con il grande albero. Per un attimo ho pensato fosse un fantasy. Secondo me è un dettaglio che era meglio non mettere, soprattutto perché messo in maiuscolo. Non serviva.
Per la scrittura eviterei frasi come "Doveva arrivare primo, a tutti i costi", molto didascaliche.
Non ho altro da aggiungere :)

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Eugene Fitzherbert
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Re: La sfida

Messaggio#10 » mercoledì 24 febbraio 2021, 10:27

Ciao, Alessio,
Bentrovato.
Storia di vita famigliare declinata dal punto di visto di un bambino, che trasforma una corsa per accaparrarsi la fetta di torta in un'avventura irta di pericoli.
Purtroppo il racconto non crea quella magia che ci si aspetterebbe, non entra veramente nella testa del protagonista tanto da regalarmi l'aspetto onirico del gioco.
Poi, ci sono dei dettagli percettivi che non aiutano a capire il senso di tutto, come l'albero dalle radici enormi che sbuca quasi dal nulla.
Credo che dovresti ricostruire la scena e scegliere dei dettagli che conducano il lettore verso la meta insieme al protagonista.
A presto.

Andrea Cangiotti
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Re: La sfida

Messaggio#11 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:35

Tra tutti i racconti è quello che mi piace di più. Parla di un evento qualsiasi, ma in modo introspettivo e anche delicato.
Lo stile si adatta benissimo con gli eventi narrati, non crea sbavature nè forzature stilistiche. L'epilogo mi è piaciuto molto, credo che la storia funzioni perchè ha una sua circolarità. Il tema indicato viene rispettato. Il ritmo della narrazione scorre bene, non ci sono "momenti vuoti". I personaggi sono veri, credibili.

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antico
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Re: La sfida

Messaggio#12 » martedì 2 marzo 2021, 18:30

Ho fatto terribilmente fatica a entrare in questo racconto. Già nell'intro si dilunga troppo se quella che si apprestava a fare era una gara, poi parte e, mannaggia, questo giardino dev'essere infinito per avere così tanto tempo per tutti quei passaggi prima di arrivare al garage. La mia impressione è che tu ti sia dilungato troppo senza riuscire a "giocare" nel modo corretto sulla situazione con una semina adeguata e prova ne è che una volta arrivato alla fine mi sono anche stupito che si trattasse di un bambino, certi suoi modi di pensare mi sembravano troppo evoluti per un'età simile. Tema presente. Concludendo, questo volta sto su un pollice tendente verso l'alto, ma un po' al pelo.

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