La domanda

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Debora D
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La domanda

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:39

La domanda
di Debora Dolci.

Apro una finestra di Google, la divido in due e creo uno spazio in più per il registro.
Sono pronta. Pochi clic: strumenti, Classroom, link alla Meet.
La webcam si attiva. Inclino lo schermo, ma da qualsiasi lato lo metta ho sempre le occhiaie. Inquadro la libreria e un angolo della tv così non si vede il caos di libri.
Avvio. Il primo cucù elettronico annuncia l’ingresso di Lucia.
«Buongiorno.» Ha la felpa rosa, oggi, dietro c’è la parete bianca. Non c’è altro che possa dirmi come sta, se è sola.
I volti in video diventano due. È entrato Cesare.
Compare un’altra casella che li fa slittare e restringere.
«Buongiorno.» Il saluto gracchiante è di Elio, occhi sgranati e fronte aggrottata.
«Elio, mi è arrivato il compito.» Alzo il pollice. Lui sorride del trionfo di entrambi, la tenacia ha battuto la mancanza di giga alla fine. In collina la fibra non arriva e lui passa il tempo a combattere per partecipare.
La finestrella che lo contiene si sposta sulla sinistra.
Una successioni di suoni e di “buongiorno prof” mi riempiono le orecchie. La seconda A è online: un mosaico di facce e sfondi.
«Prof. Ha corretto le verifiche?»
Le abbiamo fatte ieri. Come caspita le correggevo le verifiche? «No Irene, non ancora.»
«Quante ne ha corrette?»
«Un po’» Due in realtà. «Prendete storia.»
In ogni quadratino compare il microfono sbarrato. Ci siamo, possiamo fare lezione. Abbiamo quaranta minuti.
«Prof. Non la sento.»
Una cornice verde illumina il colpevole.
«Oscar, non mi senti perché non ho parlato. E io non ti vedo. Telecamera accesa per favore.»
Compare con le occhiaie peggiori delle mie. Fortnite scommetto.
Sfoglio il quaderno degli appunti. «Dunque classe, di quale personaggio stiamo parlando?»
L’app per chiedere la parola si attiva e mostra un braccio alzato.
«Sì, Irene?»
Si piega in avanti per attivare il microfono, il caschetto ondeggia. Dondola e si muove sulla sedia. «Lùtero.»
Sbatto le palpebre. Nelle orecchie scoppiano sghignazzi e interferenze.
«Irene, l’utero è un importante organo femminile, noi stiamo parlando di Martin Lutèro, invece.» Conseguenze della fissazione di italianizzare le cose. Dopo Pipino il Breve, ecco L’Utero.
Apro la lavagna digitale e recupero le slide della settimana scorsa. «Ci eravamo fermati alla battaglia di Frankehausen del 1525 vinta dai nobili dei principati tedeschi.» Mi fermo sulla slide giusta. «Perché Lutero appoggia i nobili? Chi se lo ricorda?»
Una manina digitale compare in basso a destra, torno alla videochiamata.
«Vai, Cesare. Rispondi pure.» Magari lo sa davvero. Gli metto subito un sette se lo sa.
«Prof., posso andare al bagno?»
«Oh, ingiusto fato degli insegnanti.» Cambio posizione sulla sedia. «Avete quattro pause in modalità a distanza. Come mai non andate al bagno?» Chattano, chiacchierano, fanno merenda, copiano esercizi, ecco perché… «Va bene, vai.»

«Insomma, prima questo Lutero mi stava simpatico. Ma poi che delusione.» Irene arriccia il naso. Mancano pochi minuti, ma abbiamo raggiunto la meta.
«Lui voleva migliorare il mondo ma poi c’era la politica.» Cesare punta una matita contro di me o contro tutti i politici di ogni tempo.
Qualcosina potrebbero aver capito.
«Prof, ma torniamo a scuola lunedì?» Oscar con la telecamera spenta di nuovo.
«Non lo so ragazzi, noi resistiamo però. Ce la faremo.»
Accanto alla casella di Oscar, Elio ha la mano alzata, quella vera. È riuscito ad ascoltare?
«Elio, dimmi pure.»
«Prof. ma...» pausa, si sistema gli occhiali, ha ancora le dita sollevate. «Come si fa a migliorare il mondo?»
La domanda. Manca un minuto e lui mi fa la domanda. Cosa rispondo? Amore, pace, accoglienza… Siamo costretti dentro uno schermo, quarantacinque minuti alla volta, ed è passato quasi un anno. Per loro vale una vita.
Elio si è sollevato e ha i gomiti appoggiati sul tavolo. Oscar ha la telecamera accesa.
Inspiro. Loro sono in silenzio.
«Elio, vuoi davvero una risposta?»
Annuisce.
«Allora grazie.» Gli sorrido. Lo capirà che il sorriso è per lui?
Gli altri mormorano.
«Ci vediamo domani ragazzi.»
Qualche faccia scompare con un arrivederci.
«Prof, non ho mica capito.» Elio il tenace.
«La domanda. È la domanda che rende il mondo migliore. Oggi mi hai ricordato che insegno storia per questa domanda.»
Mordicchia la matita. Mi sorride. «Ok prof, a domani.»
Ultima modifica di Debora D il martedì 16 febbraio 2021, 0:53, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: La domanda

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 0:45

Ciao Debora! Parametri rispettati, divertiti in questa 150° EDITION!

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Polly Russell
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Re: La domanda

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 13:15

Wow Debora! È la prima volta che ti leggo e già mi piaci!
Tolti un paio di refusi, non ho alcun appunto da fare. Il racconto scivola via da sé, lineare, bello e con una morale niente male. Mi viene il dubbio che tu sia davvero un’insegnante di storia.
Mi piace la partenza lenta, il susseguirsi di gesti automatici che sembrerebbero portare al solito insegnante disilluso, invece, all’ultimo minuto, arriva il ragazzino con la domanda del secolo, che genera la risposta del secolo.
Davvero un buon lavoro, è il fatto che mi piaccia un racconto dove nessuno muore, viene torturato in modo atroce, senza mostri Lovecraftiani o dove finisca il mondo la dice lunga sulla qualità del tuo pezzo.
Polly

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: La domanda

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2021, 13:20

Ciao Debora.
Che dire? Dopo due bei drammoni, qualcosa di più leggero ci voleva proprio (disse quello che aveva scritto un drammone pure lui). Il commento breve al tuo racconto sarebbe: bello, mi è piaciuto. Meriti però qualche parolina in più, no?
Parto allora dal tuo punto di forza: i dialoghi. E per fortuna, aggiungo, considerato che occupano buona parte della storia! Ho apprezzato soprattutto la naturalezza con cui si dipanano. Sembra davvero di avere di fronte dei ragazzini delle superiori. Certo, i personaggi rimangono poco più delle macchiette, ma macchiette funzionali (mai avuto nulla in contrario contro l’uso di stereotipi nei racconti brevi). La chiusa finale, poi, è la ciliegina sulla torta. Ho come l’impressione che l’idea per il tuo racconto nasca proprio dall’intuizione di quell’ultimo dialogo e che il resto sia venuto dopo. Beh, a prescindere che sia così o no, sei stata molto abile per tratteggiare il percorso da far seguire alla narrazione.
Unico grosso neo riguarda a mio avviso la presentazione della protagonista. All’inizio non avevo minimamente capito che fosse lei la professoressa, anzi pensavo si trattasse di un’alunna.
Ho poi un dubbio su questo passaggio, forse non reso al meglio:
Apro una finestra di Google, la divido in due e creo uno spazio in più per il registro.

Che intendi con “la divido in due”? Che la rimpicciolisce a metà schermo?

Alla prossima e grazie della piacevole lettura.
lupus in fabula

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filippo.mammoli
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Re: La domanda

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2021, 13:34

Ciao Debora,
ancora piacere di leggerti e dico davvero.
Dopo la Galleria degli specchi dell'ultima volta, ecco che ti ritrovo con un altra bella storia.
Mi sono emozionato alla fine del racconto e questo la dice già tutta.
Non ho trovato difetti particolari, solo tanta bravura nel rendere l'atmosfera e nel farsa sembrare vera, naturale.
Questa è la dote che apprezzo maggiormente. Perché dimostri che non c'è bisogno di inventare nulla, basta saper guardare la realtà di ogni giorno, saperla leggere nel modo giusto e si trovano spunti per parlare delle sensazioni dei giovani, delle difficoltà e costrizioni della pandemia, delle abitudini che bene o male abbiamo finito per mutuare.
Il tema c'è, anche se compare sul finale, ma la tua gestione perfetta del punto di vista, i pensieri intervallati ai dialoghi sempre con leggerezza e il tuo stile nitido, mi obbligano ancora una volta a farti i complimenti.
Non prenderci l'abitudine ;)

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Stefano.Moretto
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Re: La domanda

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 22:48

Ciao Debora.
Tu sei una di quelle persone che a ogni edizione assimila qualcosa e si presenta un mese dopo con una potenza espressiva rinnovata. C'è davvero poco da dire su questo brano, sei stata davvero molto brava a farci entrare nella testa della professoressa e la chiusura finale ha un forte impatto emotivo, mi sono sinceramente emozionato leggendo. Ti segnalo giusto un paio di cose che non mi sono tornate quanto il resto del testo:
Apro una finestra di Google, la divido in due e creo uno spazio in più per il registro.

Mi unisco a John nel chiederti cosa significa questo pezzo, perché è l'unica cosa che non mi è chiara. La chicca sul registro invece è quello che mi ha fatto capire immediatamente chi fosse lei, sarebbe stato un ottimo inizio senza il problema del "divido in due".

Le abbiamo fatte ieri. Come caspita le correggevo le verifiche? «No Irene, non ancora.»

Qui ci avrei visto meglio una virgola dopo "ieri" per due ragioni:
1) le due frasi sono strettamente collegate tra loro, anche come pensiero fila molto più liscio con una pausa breve
2) messa con il punto la prima frase sembra un infodump buttato lì a caso e solo dopo si capisce che invece è un pensiero che è esattamente nel posto dove dovrebbe stare. La prima impressione è molto importante (spesso nella lettura è l'unica), questi sono piccoli dettagli, ma sono importanti.
In quest'altro esempio al contrario l'uso che fai del pensato è perfetto:
«Quante ne ha corrette?»
«Un po’» Due in realtà. «Prendete storia.»

Ho notato che sei bravissima nell'introdurre parentesi di pensato nella narrazione in modo che risultino molto naturali, ti faccio i miei complimenti.

Nelle orecchie scoppiano sghignazzi e interferenze.

Qui mi è sorto un dubbio durante la lettura: non erano tutti col microfono muto?

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wladimiro.borchi
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Re: La domanda

Messaggio#7 » giovedì 18 febbraio 2021, 11:08

Debora...
Mamma... Mia...
Mi hai davvero commosso.
Alla fine sentivo le lacrime bussare dietro le palpebre.
Una racconto semplice, lineare, leggero, attuale, gestito con delicatezza e con un bellissimo messaggio sotteso.
Semplicemente strepitoso.
Non so cosa aggiungere per arrivare a trecento battute.
Grazie di averlo scritto.
W

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Debora D
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Re: La domanda

Messaggio#8 » giovedì 18 febbraio 2021, 12:36

Grazie a tutti dei commenti,
Polly Russell ha scritto:Mi viene il dubbio che tu sia davvero un’insegnante di storia.

Polly mi hai beccata, sono un’insegnante. Hai presente il detto: “scrivi di ciò che conosci”? Da un po’ speravo in un tema che mi permettesse di parlare della scuola.
Lunedì sera mi è arrivata questa idea e non andava via anche se lì per lì ho cercato di scartarla.
Quindi grazie a tutti di aver apprezzato la realtà che c’è dietro.
Pensavo ai miei alunni, a piccole situazioni che per quanto possano sembrare macchiettistiche sono proprio così (il fato funesto degli insegnanti ;) ) e a un giorno molto particolare di questo anno.

Wladimiro, tu sei troppo generoso! ma grazie!


Me lo rileggo e ragiono sugli elementi, sono andata a letto proprio pensando "basterà il registro?"
JohnDoe ha scritto:Unico grosso neo riguarda a mio avviso la presentazione della protagonista. All’inizio non avevo minimamente capito che fosse lei la professoressa, anzi pensavo si trattasse di un’alunna.


Alessandro e Stefano, avete ragione. Ho tagliato troppo.
JohnDoe ha scritto:Ho poi un dubbio su questo passaggio, forse non reso al meglio:
Apro una finestra di Google, la divido in due e creo uno spazio in più per il registro.
Che intendi con “la divido in due”? Che la rimpicciolisce a metà schermo?


Stefano.Moretto ha scritto:
Apro una finestra di Google, la divido in due e creo uno spazio in più per il registro.

Mi unisco a John nel chiederti cosa significa questo pezzo, perché è l'unica cosa che non mi è chiara.

Doveva essere “Accedo al browser e riduco una finestra, ne apro un'altra per il registro.”
Però avete ragione quando dite che non era utile alla storia. Bastava accennare a registro e Meet.

Stefano.Moretto ha scritto:
Le abbiamo fatte ieri. Come caspita le correggevo le verifiche? «No Irene, non ancora.»

Qui ci avrei visto meglio una virgola dopo "ieri" per due ragioni:

Sì, sei stato convincente e quindi la metto.

Stefano.Moretto ha scritto:
Nelle orecchie scoppiano sghignazzi e interferenze.

Qui mi è sorto un dubbio durante la lettura: non erano tutti col microfono muto?
[/quote]
Dovevo mettere un altro pensiero diretto. Per me è scontato che gli alunni giochino con il microfono a ogni secondo, quando li chiami non funziona, quando invece vorresti il silenzio ti fanno diventare sorda (però li adoro lo stesso), ma per il lettore no.

Volevo far vivere a chi ha esperienze diverse un pezzetto di questo anno scolastico, grazie di ogni indicazione e dei feedback che mi aiutano a misurare l'efficacia delle scelte.

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Davide_Mannucci
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Re: La domanda

Messaggio#9 » giovedì 18 febbraio 2021, 12:40

Ciao Debora!!! Non devo commentarrti ma intervengo per dirti che il tuo racconto è strepitoso...a 360 gradi.
Complimenti davvero.
Per quanto riguarda Wlady....io lo conosco bene e ti posso assicurare che non è generoso....anzi, è proprio una merda! :D per cui se ti scrive quelle cose è solo merito tuo e del tuo racconto azzeccatissimo!
A presto

PS
Wlady, mi vuoi bene , vero? :D
Davide Mannucci

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MatteoMantoani
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Re: La domanda

Messaggio#10 » giovedì 18 febbraio 2021, 13:44

Ciao Debora.
Sarà che ho madre, zia e suocera che stanno vivendo quello che hai descritto nel tuo racconto in prima persona (e da come l'hai descritto bene credo che anche tu ne sappia qualcosa), però il tuo pezzo mi ha coinvolto molto. Non devo commentarti, ma ci tenevo a dirtelo.
Se proprio posso permettermi di darti un consiglio non richiesto, la prima parte con tutti i convenevoli è un po' lunghetta, comunque si legge volentieri.
Qua vedo già l'ombra del pollice su. Buona fortuna!

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Debora D
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Re: La domanda

Messaggio#11 » giovedì 18 febbraio 2021, 13:53

MentisKarakorum ha scritto:Ciao Debora.
Sarà che ho madre, zia e suocera che stanno vivendo quello che hai descritto nel tuo racconto in prima persona (e da come l'hai descritto bene credo che anche tu ne sappia qualcosa), però il tuo pezzo mi ha coinvolto molto. Non devo commentarti, ma ci tenevo a dirtelo.
Se proprio posso permettermi di darti un consiglio non richiesto, la prima parte con tutti i convenevoli è un po' lunghetta, comunque si legge volentieri.
Qua vedo già l'ombra del pollice su. Buona fortuna!

I consigli sono sempre ben accetti. Questo mi è utile per ragionare su quale punto poteva essere un inizio migliore. Vivendo la cosa in prima persona non volevo dare troppo per scontato che tutti conoscessero il funzionamento di una lezione a distanza.

DavideMannucci ha scritto:Ciao Debora!!! Non devo commentarti ma intervengo per dirti che il tuo racconto è strepitoso...a 360 gradi.


Grazie, Davide!
Tu e Matteo siete i primi dopo super Alexandra a venirmi a trovare anche se non siete miei giudici. Mi fa molto piacere.

ps. Mentis adesso arrivo al tuo racconto. Pignolissima, come da copione.

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MatteoMantoani
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Re: La domanda

Messaggio#12 » giovedì 18 febbraio 2021, 14:04

ps. Mentis adesso arrivo al tuo racconto. Pignolissima, come da copione.

Prenditi i tuoi tempi :) sono contento perché le tue analisi sono sempre approfondite e pertinenti. Magari, a mia discolpa, stavolta ho voluto rompere intenzionalmente qualche regola. Quando lo leggerai, saprai a cosa alludo ;)

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Gennibo
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Re: La domanda

Messaggio#13 » giovedì 18 febbraio 2021, 19:48

Ciao Debora e piacere di leggerti, hai scritto un racconto che mi è piaciuto per come sei riuscita a farmi vivere una mattina in una classe virtuale, belli i pensieri inframezzati al dialogo, e a parte quell'inciampo sulla divisione della finestra di Google, parti con un ritmo fantastico, preciso e molto azzeccato.
Bello anche il finale con la domanda che diventa la protagonista della storia.
P.S. Non ho capito cosa volevi dire quando parli di Lucia, che non sai se è sola.
Molto brava!

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Eugene Fitzherbert
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Re: La domanda

Messaggio#14 » venerdì 19 febbraio 2021, 15:46

Ciao Debora,
Mi ricordo che avevi già rivelato la tua insegnantitudine già qualche edizione fa e questo racconto ne è una ottima testimonianza.
Non riesco neanche a immaginare cosa voglia dire fare scuola in questi termini, e tu sei riuscita a darmi un'idea delle difficoltà di questa pratica.
Beh, il racconto mi è piaciuto e questo ormai è chiaro.
L'unica cosa è che forse all'inizio non è ben spiegato che la protagonista è una prof, ma emerge bene nel corso della narrazione.

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Gimmi
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Re: La domanda

Messaggio#15 » martedì 23 febbraio 2021, 10:50

Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

Molto carina la situazione. Questa scena potrebbe racchiudere un potenziale enorme.
Interessante il messaggio fina, forse passa poco il passaggio da insegnante esasperata a martire dell'insegnamento, anche se ci sono sicuramente i dettagli.
Penso che tremila battute in più potresti dare la giusta dimensione e spessore alla situazione e mi piacerebbe leggerla :)

Andrea Cangiotti
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Re: La domanda

Messaggio#16 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:29

Credo che questo racconto rappresenti bene chi scrive: genuino e senza fronzoli. Per me, forse, un po' piatta la storia, ma di base non mi è dispiaciuto. Lo stile è scorrevole, i personaggi nei dialoghi sono abbastanza credibili. Visto il contesto avrei aggiunto dei dettagli un po' ironici o "piccanti", ma nel complesso è un testo che ha del potenziale.
Il tema mi sembra sia stato colto.

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antico
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Re: La domanda

Messaggio#17 » martedì 2 marzo 2021, 14:59

Tema fondante il racconto stesso in un modo più soft di quanto possa apparire, testo impregnato di attualità che riesce a parlare del tutto eterno, scivola che è un piacere. A fine lettura mi sono commosso e asciugato qualche lacrima, non ricordo quando mi fosse successo l'ultima volta per un brevissimo. Pollice su con lode. Bravissima.

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Re: La domanda

Messaggio#18 » martedì 2 marzo 2021, 21:41

Grazie a tutti per i commenti e gli spunti. Finisco sempre per sottovalutare alcuni aspetti e sopravvalutarne altri, voi mi aiutate sempre a rimettere tutto nella giusta prospettiva!

Gennibo ha scritto:Ciao Debora e piacere di leggerti...
P.S. Non ho capito cosa volevi dire quando parli di Lucia, che non sai se è sola.
Molto brava!

Ho provato a inserire nel testo il senso di impotenza che si prova quando sei separato da uno schermo e tutto ciò che vedi è un quadrato di spazio che è circondato da molto che però non conosci. Non sai se i ragazzi sono a casa da soli, se c'è qualcuno nella stanza, se stanno bene ecc.
Molto difficile da descrivere come sensazione, ci vuole qualche dettaglio in più.

Gimmi ha scritto:Ciao!
... forse passa poco il passaggio da insegnante esasperata a martire dell'insegnamento, anche se ci sono sicuramente i dettagli.
...


Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao Debora,
insegnantitudine ...
L'unica cosa è che forse all'inizio non è ben spiegato che la protagonista è una prof, ma emerge bene nel corso della narrazione.

Insegnantitudine mi piace parecchio come neologismo!
Sull'identità della protagonista ci voleva qualche carattere in più all'inizio lasciando stare Google. Una lezione da tenere a mente: chi e dove devono essere sempre chiari nell'incipit di un racconto tanto breve.

Andrea Cangiotti ha scritto: Lo stile è scorrevole, i personaggi nei dialoghi sono abbastanza credibili.

Ti ringrazio per le osservazioni in particolare riguardo lo stile, è l'aspetto su cui mi sto concentrando di più.

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Re: La domanda

Messaggio#19 » martedì 2 marzo 2021, 21:45

antico ha scritto:Tema fondante il racconto stesso in un modo più soft di quanto possa apparire, testo impregnato di attualità che riesce a parlare del tutto eterno, scivola che è un piacere. A fine lettura mi sono commosso e asciugato qualche lacrima, non ricordo quando mi fosse successo l'ultima volta per un brevissimo. Pollice su con lode. Bravissima.


Il mio primo Pollice su, le lacrime dell'Antico e uno "scivola che è un piacere" il tutto ottenuto proprio con questa storia.
Sono molto contenta!
Grazie per tutte le osservazioni fatte in ogni edizione e per avermi accolto qui con i tuoi pollici che hanno avuto pazienza!
Sono pronta per la prossima e per migliorare ancora!

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