Il portiere di riserva

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Andrea76
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Il portiere di riserva

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:55

Il quarto uomo si è fermato a filo del centrocampo e ha sollevato la tabella: tre minuti di recupero.
Alzo il culo dalla panchina e faccio un cenno a Salamandra. È lì sulla riga di porta che si morde i guanti. Mi guarda, sputa per terra e scuote la testa.
“Dai papà!” mi volto verso la tribuna. Alice è seduta accanto a un tifoso con la faccia pitturata di giallo e di blu.
Mi risiedo sulla panchina. Faccio un respiro lungo e lancio a terra i miei, di guanti.
Non ce la faremo mai, cazzo.
“Dai che ce la facciamo, cazzo!” Cuccureddu non si è mai seduto per tutta la partita. “Pressate alto che è quasi finita!” ha cinquant’anni ma la tuta acrilica della società gliene toglie almeno dieci. “Tre minuti, ragazzi, e siamo in serie B!” si sta sbracciando come una scimmia verso i miei compagni.
Non capisco perché si agita. La partita è ancora sullo 0-0, ci basta il pareggio per ottenere la promozione. Io e Salamandra invece, se non la perdiamo, finiremo sul lastrico.
Lui è giovane, si rifarà una vita. Ma io, io che cazzo faccio? A settembre compio 41 anni, sarò troppo vecchio anche per una Tedesca con gli amici.
“Attenti!” Cuccureddu alza le braccia verso il cielo limpido di giugno. Il numero 8 loro ha fatto un tunnel a Di Napoli, il nostro terzino sinistro, è si è involato sulla fascia. “Buttalo giù, Marchionni!” il mister si rivolge al nostro stopper, un ragazzone più largo che alto, che infatti corre incontro l’avversario, fa una scivolata e gli prende in pieno la rotula. Il rumore dell’osso si sente fino a qui. Lo stesso rumore di quando strappi il cellophane che avvolge le merendine del Mulino Bianco.
Il numero 8 si accascia a terra. Si forma un capannello di giocatori intorno a lui. L’arbitro seda la rissa e ammonisce il nostro stopper. Arriva la barella e porta fuori il ferito.
“Due minuti, ragazzi!”
Fai qualcosa! dico con il labiale a Salamandra.
Lui sempre con il labiale risponde: Che cazzo vuoi che faccia?
“Ettore Rossi!” la voce di mia figlia. Sta invocando il mio nome come se fossi la stella della Nazionale e non il portiere di riserva corrotto di una squadra della Lega Pro.
Punizione per i nostri avversari. Lancio in avanti, Marchionni stacca e la prende di testa, ma sbaglia a calibrare la traiettoria del pallone che finisce sui piedi del numero 9 loro, proprio all’ingresso dell’area di rigore.
“Ultimo minuto, ragazzi! Non facciamo cazzate!”
Di Napoli e Von Kiappen, il nostro mediano incontrista di origine olandese, raddoppiano l’avversario e lo costringono a rinculare verso la linea laterale del campo.
Guardo Salamandra che guarda me. Annuisco. Lui scatta in avanti e si lancia addosso al numero 9: lo butta giù e l’arbitro fischia. È rigore.
Dagli spalti si levano imprecazioni contro la Madonna.
“Merda!” Cuccureddu dà un calcio a un tabellone pubblicitario.
L’arbitro tira fuori il cartellino rosso ed espelle Salamandra.
Forse ce la facciamo, cazzo.
Il mister si volta. “Rossi, tocca a te!” mi indica. “E vedi di fare qualcosa di buono nella vita.”
Mi alzo, mi infilo i guanti ed entro in campo. I miei scarpini scricchiolano sulla terra battuta del campo.
“Papà!” mi volto verso la tribuna. Gli occhietti liquidi di mia figlia mi implorano.
Salamandra mi viene incontro e sussurra: “Non buttarti nemmeno… Fallo segnare e i 500.000 della combine sono nostri.”
Annuisco e mi avvicino all’area di rigore. I miei compagni mi guardano senza fiatare. Proseguo fino alla porta, mi volto e mi fermo sulla riga.
Il numero 10 loro, un biondino che somiglia a Totti, ha già sistemato il pallone sul dischetto. L’arbitro mette il fischietto in bocca.
Ora i sogni di questa città se ne andranno in pappa. Pazienza.
Io del resto che dovrei dire? Volevo la gloria, e non l’ho mai avuta.
Il sosia di Totti guarda l’arbitro che guarda il pallone. Io guardo la folla che guarda me, dodicimila paia d’occhi aggrappati ai miei guanti. Nello stadio è calato un silenzio irreale.
L’arbitro fischia. Totti prende la rincorsa e si lancia verso il pallone. Io chiudo gli occhi per non vedere.
“Papà, ti prego… Paralo!” dagli spalti la voce di mia figlia è come un’eco che da monte rimbalza a valle. Sento il rumore secco del piede che calcia il pallone. Il vento della sua traiettoria spira a sinistra.
Mi butto.



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antico
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 0:56

Ciao Andrea! Tutto ok con caratteri e tempo, buona 150° Edition!

alexandra.fischer
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 17:52

Tema centrato. E in un racconto che mostra il lato spietato del mondo calcistico. Punti di forza: la figura del protagonista, portiere ormai in declino, e sul punto di dover perdere apposta una partita di grande importanza per via del giro di scommesse, il quale, malgrado sia conscio di quanto gli costerà la dignità di sportivo (vincere vuol dire finire sul lastrico) para il tiro per amore della figlia Alice, presente all’incontro. La terminologia sportiva, la descrizione delle azioni in campo, sono molto curate (tre minuti di recupero, pressare alto, fare il tunnel, terzino, stopper, l’immagine dell’arbitro con il cartellino rosso). Ci sono anche i nomi a rendere credibile il tutto (il mister Cuccureddu, porta il nome di un celebre campione, poi, il calciatore della scena finale del rigore, “biondo sosia di Totti) e c’è una nota comica (il nome dell’olandese Von Kiappen). L’ambientazione c’è, vedi il volto dipinto del tifoso, il coro di imprecazioni durante il fallo (efficace il paragone apertura cellophane della merendina-frattura del ginocchio per rendere il rumore).
Punto debole.
Ti scrivo la frase corretta: “Dai, papà”.

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Fagiolo17
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2021, 18:58

Ciao Andrea.
Racconto interessante e diverso dal solito. Tema declinato sullo sportivo. Mi è piaciuto come hai gestito la narrazione e anche il taglio che hai dato al protagonista. Il giro di scommesse aggiunge una spolveratina di piccante che non guasta mai.
Avrei asciugato un po’ la prima parte e lasciato qualche battuta in più sul finale. Azzeccata la scelta dell’ultima riga. Si butta e… chissà se l’ha parato o no.
Una buona prestazione.
In bocca al lupo per la tua 150esima Edition.

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Debora D
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#5 » sabato 20 febbraio 2021, 17:38

Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Sarà che viviamo un momento tanto strano e che ho davvero voglia di quotidianità, ma questo racconto mi è piaciuto proprio, e non è che io ami il calcio (sono tifosa di pallavolo, quindi calcio proprio buuu).
Ho apprezzato la struttura che hai dato al racconto: la presenza della figlia che mi faceva immaginare il finale, la scoperta graduale della corruzione, il piccolo dramma di provincia del calciatore arrivato a fine carriera e di una cittadina che cerca un momento di gioia.
E ho apprezzato anche il finale aperto. Non ci dici che ha parato il rigore, ci dici che si è tuffato, quindi almeno ci ha provato. Bello, non banale. Mi aspettavo che mi dessi un bel finale buono buono, invece, mi hai dato la scelta del protagonista senza il contentino.

E dopo i complimenti veniamo alle mie osservazioni minuziose. Visto che mi è piaciuto mi permetto di essere pignola.
C’è una buona padronanza delle frasi, della loro lunghezza e del ritmo, però nella parte centrale ci sono paragrafi tanto fitti di azioni e altri che sembrano una vera cronaca calcistica (ma questo credo sia voluto).
Nel paragrafo che comincia così “Attenti!” Cuccureddu alza le braccia verso il cielo limpido di giugno. avrei messo qualche a capo in più.

I verbi di percezione mi piacciono poco poco, alcuni mi portano un po' fuori dal momento.
 IIl rumore dell’osso si sente fino a qui. Lo stesso rumore di quando strappi il cellophane che avvolge le merendine del Mulino Bianco. -> separi il momento in cui dici che il rumore si sente da quello in cui descrivi il suono. Il rumore dell’osso che si spezza è come quello delle merendine, molto efficace e capisco che arriva fino a lui se ce lo fa notare senza bisogno di allungare. (ma poi me lo aspettavo qui il cartellino rosso... però non capisco nulla di calcio)
Sento il rumore secco del piede che calcia il pallone.  → c’è un’inversione il piede calcia e allora si genera il rumore.

“Dai papà!” mi volto verso la tribuna. 
“Pressate alto che è quasi finita!” ha cinquant’anni ma la tuta acrilica

Nei dialoghi manca parte della punteggiatura a dividere le battuta dagli elementi che la sorreggono o introducono. Per esempio, se "dai papà" lo dice un personaggio diverso da quello che agisce, allora ci vogliono due periodi diversi. Anche la considerazione sull’età è un pensiero diretto del personaggio e dovrebbe avere la sua maiuscola.

Flusso del racconto.
“Attenti!” Cuccureddu alza le braccia verso il cielo limpido di giugno. Il numero 8 loro ha fatto un tunnel a Di Napoli, il nostro terzino sinistro, è si è involato sulla fascia.
Il personaggio ci dice ciò che è accaduto dopo che è accaduto. Cronologicamente prima l’azione, poi la reazione di Cuccureddu, se il personaggio ha visto l’azione nel suo svolgimento, se non l’ha vista come mai ce la racconta? Insomma secondo me la disposizione degli elementi non è del tutto coerente.

L’arbitro seda la rissa → forse questione di spazio limitato, ma questa frasetta è proprio piccina per contenere un’azione tanto complessa. Non ho visto l’arbitro in azione.

Di Napoli e Von Kiappen, il nostro mediano incontrista di origine olandese → se lui sa che Von Kiappen è olandese perché se lo ripete e quindi ce lo dice?

corre incontro l’avversario → incontro all’avversario

il pallone sul dischetto. L’arbitro mette il fischietto -> rima. Non un errore, ma alcuni lettori fanno caso agli aspetti sonori (ne so qualcosa per esperienza personale)

­Conclusione: mi è piaciuto leggerlo, ho tifato per il protagonista, volevo che buttasse tutto all’aria per i sogni della figlia e della cittadina. Perciò il gusto della narrazione stavolta ha vinto anche su tutte le piccole cose che ti ho fatto notare; infatti le ho notate per la maggior parte alla seconda lettura. Tema centrato con l’ultimo minuto di recupero. Bravo!

Buona 150° edition

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Alvin Miller
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#6 » domenica 21 febbraio 2021, 10:59

Ciao Andrea, con il tema ci siamo. Ho giusto qualche osservazione di natura stilistica da farti:

Il numero 8 loro ha fatto un tunnel a Di Napoli, il nostro terzino sinistro, è si è involato sulla fascia. “Buttalo giù, Marchionni!” il mister si rivolge al nostro stopper, un ragazzone più largo che alto,

Il protagonista sta descrivendo le caratteristiche di alcuni membri della sua squadra. Queste due frasi sono fuori dal pdv: perché dovrebbe descriverli? Lui sa già chi sono e cosa sono i loro ruoli, e poi a chi li sta descrivendo? Al lettore, per forza di cose.
Considerato che ci sono un sacco di nomi e i ruoli di ciascuno non sono determinanti ai fini della storia, potevi evitare di specificarlo, ma se invece ci tenevi a farlo, ti sarebbe bastato indicarli con il loro ruolo:
"Il numero 8 della squadra avversaria fa un tunnel al nostro terzino sinistro, che si invola sulla fascia".
Qui tra l'altro ti ho corretto un altro paio di errori: il fatto che usi il pronome "loro", che a me suona male, e il fatto che l'azione viene descritta al passato, quando le azioni dovrebbero avvenire momento per momento.
In ultimo, "un ragazzone più largo che alto". Volendo, questa te la posso dar per buona come un commento del pdv, ma è pur sempre una descrizione di un ragazzo che lui dovrebbe conoscere bene.

Il rumore dell’osso si sente fino a qui. Lo stesso rumore di quando strappi il cellophane che avvolge le merendine del Mulino Bianco.

Qui più che appuntarti un errore, mi hai fatto sorgere un dubbio: Se il pdv si trova sulle panchine e c'è uno stadio gremito di tifosi, davvero il rumore di un osso rotto lo sentiresti da metri di distanza? Il campo dovrebbe essere abbastanza ampio, e i giocatori vi si trovano in mezzo. A meno che la scena non avvenga a pochi metri dal pdv si dovrebbero sentire a mala pena i gemiti.
Io però non sono mai stato sulle panchine di uno stadio di calcio, quindi se mi dici che è una cosa che si può sentire, allora ok.

Fai qualcosa! dico con il labiale a Salamandra.
Lui sempre con il labiale risponde: Che cazzo vuoi che faccia?

Ok usare il corsivo per indicare il labiale, ma stabilita questa regola, non è necessario specificarla di nuovo (visto che il corsivo lo usi solo in questo momento). Pertanto potevi astenerti dal dire che "Lui sempre con il labiale risponde".
Non ci sarebbe stata confusione, visto che per i dialoghi tu hai usato le virgolette alte. E avresti anche risparmiato spazio.

Il numero 10 loro, un biondino che somiglia a Totti

A questo punto è abbastanza chiaro che la squadra del pdv è indicata da nomi (o ruoli) e quella avversaria dai numeri. C'è qualche problema sull'utilizzo del pronome "loro" come ti ho già scritto sopra. Ma se chiarisci bene la cosa all'inizio, puoi evitare di doverlo spiegare dopo.

A parte ciò, la storia è interessante e sono proprio contento di come hai gestito il finale. Buona sfida! :)
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Andrea76
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#7 » domenica 21 febbraio 2021, 17:19

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. E in un racconto che mostra il lato spietato del mondo calcistico. Punti di forza: la figura del protagonista, portiere ormai in declino, e sul punto di dover perdere apposta una partita di grande importanza per via del giro di scommesse, il quale, malgrado sia conscio di quanto gli costerà la dignità di sportivo (vincere vuol dire finire sul lastrico) para il tiro per amore della figlia Alice, presente all’incontro. La terminologia sportiva, la descrizione delle azioni in campo, sono molto curate (tre minuti di recupero, pressare alto, fare il tunnel, terzino, stopper, l’immagine dell’arbitro con il cartellino rosso). Ci sono anche i nomi a rendere credibile il tutto (il mister Cuccureddu, porta il nome di un celebre campione, poi, il calciatore della scena finale del rigore, “biondo sosia di Totti) e c’è una nota comica (il nome dell’olandese Von Kiappen). L’ambientazione c’è, vedi il volto dipinto del tifoso, il coro di imprecazioni durante il fallo (efficace il paragone apertura cellophane della merendina-frattura del ginocchio per rendere il rumore).
Punto debole.
Ti scrivo la frase corretta: “Dai, papà”.


Ciao Alexandra, e grazie per le tue osservazioni come sempre gentili e competenti. Come hai rilevato tu, a un certo punto ho cercato di immergere il lettore nella partita avvalendomi della terminologia calcistica, allo stesso tempo cercando di non perdere di vista il filtro del pov e il suo legame con la figlia. Giusta la tua osservazione a margine: tra il "dai" e il "papà" ci vuole la virgola.

A rileggerti presto.

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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#8 » domenica 21 febbraio 2021, 17:29

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Andrea.
Racconto interessante e diverso dal solito. Tema declinato sullo sportivo. Mi è piaciuto come hai gestito la narrazione e anche il taglio che hai dato al protagonista. Il giro di scommesse aggiunge una spolveratina di piccante che non guasta mai.
Avrei asciugato un po’ la prima parte e lasciato qualche battuta in più sul finale. Azzeccata la scelta dell’ultima riga. Si butta e… chissà se l’ha parato o no.
Una buona prestazione.
In bocca al lupo per la tua 150esima Edition.


Ciao Luca, e grazie per il tuo commento. Hai ragione, andava asciugata la prima parte forse togliendo spazio a Cuccureddu con cui però è stato amore a prima vista nel momento in cui me lo sono immaginato. L'allenatore di provincia un po' sfigato per me è sempre stato un personaggio dall'alto potenziale letterario e non ( considero "L'allenatore nel pallone" tra i primi 20 film della storia e non sto scherzando).
Grazie per aver apprezzato il finale che è frutto - tengo a precisarlo - più di un'illuminazione che di una pianificazione: stavo stretto con i caratteri e ho dovuto letteralmente improvvisare un plot-twist... Mi ha detto c.lo! :)

A rileggerti presto

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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#9 » domenica 21 febbraio 2021, 17:51

Debora D ha scritto:Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Sarà che viviamo un momento tanto strano e che ho davvero voglia di quotidianità, ma questo racconto mi è piaciuto proprio, e non è che io ami il calcio (sono tifosa di pallavolo, quindi calcio proprio buuu).
Ho apprezzato la struttura che hai dato al racconto: la presenza della figlia che mi faceva immaginare il finale, la scoperta graduale della corruzione, il piccolo dramma di provincia del calciatore arrivato a fine carriera e di una cittadina che cerca un momento di gioia.
E ho apprezzato anche il finale aperto. Non ci dici che ha parato il rigore, ci dici che si è tuffato, quindi almeno ci ha provato. Bello, non banale. Mi aspettavo che mi dessi un bel finale buono buono, invece, mi hai dato la scelta del protagonista senza il contentino.

E dopo i complimenti veniamo alle mie osservazioni minuziose. Visto che mi è piaciuto mi permetto di essere pignola.
C’è una buona padronanza delle frasi, della loro lunghezza e del ritmo, però nella parte centrale ci sono paragrafi tanto fitti di azioni e altri che sembrano una vera cronaca calcistica (ma questo credo sia voluto).
Nel paragrafo che comincia così “Attenti!” Cuccureddu alza le braccia verso il cielo limpido di giugno. avrei messo qualche a capo in più.

I verbi di percezione mi piacciono poco poco, alcuni mi portano un po' fuori dal momento.
 IIl rumore dell’osso si sente fino a qui. Lo stesso rumore di quando strappi il cellophane che avvolge le merendine del Mulino Bianco. -> separi il momento in cui dici che il rumore si sente da quello in cui descrivi il suono. Il rumore dell’osso che si spezza è come quello delle merendine, molto efficace e capisco che arriva fino a lui se ce lo fa notare senza bisogno di allungare. (ma poi me lo aspettavo qui il cartellino rosso... però non capisco nulla di calcio)
Sento il rumore secco del piede che calcia il pallone.  → c’è un’inversione il piede calcia e allora si genera il rumore.

“Dai papà!” mi volto verso la tribuna. 
“Pressate alto che è quasi finita!” ha cinquant’anni ma la tuta acrilica

Nei dialoghi manca parte della punteggiatura a dividere le battuta dagli elementi che la sorreggono o introducono. Per esempio, se "dai papà" lo dice un personaggio diverso da quello che agisce, allora ci vogliono due periodi diversi. Anche la considerazione sull’età è un pensiero diretto del personaggio e dovrebbe avere la sua maiuscola.

Flusso del racconto.
“Attenti!” Cuccureddu alza le braccia verso il cielo limpido di giugno. Il numero 8 loro ha fatto un tunnel a Di Napoli, il nostro terzino sinistro, è si è involato sulla fascia.
Il personaggio ci dice ciò che è accaduto dopo che è accaduto. Cronologicamente prima l’azione, poi la reazione di Cuccureddu, se il personaggio ha visto l’azione nel suo svolgimento, se non l’ha vista come mai ce la racconta? Insomma secondo me la disposizione degli elementi non è del tutto coerente.

L’arbitro seda la rissa → forse questione di spazio limitato, ma questa frasetta è proprio piccina per contenere un’azione tanto complessa. Non ho visto l’arbitro in azione.

Di Napoli e Von Kiappen, il nostro mediano incontrista di origine olandese → se lui sa che Von Kiappen è olandese perché se lo ripete e quindi ce lo dice?

corre incontro l’avversario → incontro all’avversario

il pallone sul dischetto. L’arbitro mette il fischietto -> rima. Non un errore, ma alcuni lettori fanno caso agli aspetti sonori (ne so qualcosa per esperienza personale)

­Conclusione: mi è piaciuto leggerlo, ho tifato per il protagonista, volevo che buttasse tutto all’aria per i sogni della figlia e della cittadina. Perciò il gusto della narrazione stavolta ha vinto anche su tutte le piccole cose che ti ho fatto notare; infatti le ho notate per la maggior parte alla seconda lettura. Tema centrato con l’ultimo minuto di recupero. Bravo!

Buona 150° edition


Ciao Debora e grazie mille per il tuo approfondito commento. Parto spiegando il perchè dell'ambientazione: non sono anch'io un calciofilo (basket tutta la vita, quindi anche per me calcio buuuu), infatti ho provato un certo gusto nel parlare di un calciatore corrotto laddove ho il sospetto che questi tipi di combine nel calcio reale non dico che siano all'ordine del giorno ma poco ci manca. In ogni caso ho scelto di raccontare una partita di calcio perchè mi sembrava di interpretare alla lettera il tema del contest e di conseguenza ero abbastanza certo di non uscire dal seminato. Per quanto riguarda il finale, come ho scritto a Luca, è stato un colpo di fortuna visto che in mente avevo l'idea realizzare il finalone classico di cui parlavi te, lui che para e la città in festa e lui e la figlia felici per sempre, etc etc, un plot-twist che a posteriori e a mente fredda mi avrebbe fatto vergognare di me stesso :) poi per fortuna l'essere arrivato stretto con i caratteri mi ha aiutato a partorire un finale migliore.

Non ho alcuna obiezione da fare alle tue osservazioni soprattutto per quanto riguarda la parte del racconto relativa alll'azione sul campo. A partire dal fallo del terzino sul n°8 ho scelto uno stile molto più raccontato che mostrato, per cui tutte le puntualizzazioni che hai avanzato sono giuste. Diciamo che ho usato il "tell" in quel punto della narrazione per avere poi la possibilità e lo spazio di mettere in "show" l'ultima scena. Ecco, la spiegazione di questa alternanza di stili è tutta qui.

In ogni caso sono contento che hai apprezzato il racconto e spero di leggerti presto per contraccambiare questa tua inappuntabile recensione.

mezzomatto
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#10 » domenica 21 febbraio 2021, 18:49

Andrea Spinelli
Il portiere di riserva
Il tema è centrato più che bene, direi all’ultimo secondo addirittura. L’uso del presente, in questo caso, è necessario e permette di scandire bene lo scorrere lentissimo del tempo. I due minuti precedenti l’ultimo sono utilizzati appropriatamente dal narratore per spiegare la situazione. Lo sviluppo, però, non mi sembra esente da pecche. La squadra avversaria che interesse ha? E’ lei che deve vincere la partita per passare alla serie superiore? Non è detto. Come mai la combine non ha potuto realizzarsi prima? Gli avversari non hanno mai tirato in porta? Inoltre la maggior parte del racconto è dedicata ai due minuti che precedono l’ultimo, più che all’ultimo, il più importante, liquidato in poche righe. Non mi convince nemmeno l’uso di nomi di calciatori reali (sono dei nick?), e sono perplesso sul finale indeterminato. No, l’autore non può fuggire le proprie responsabilità. Sufficiente, ma non molto di più.

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Davide_Mannucci
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#11 » lunedì 22 febbraio 2021, 6:39

Ciao Andrea e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto davvero tanto. Lo stile è uno dei punti di forza insieme alla capacità di rivelare progressivamente i dettagli giusti. Si scopre con lo scorrere del tempo che i due sono corrotti. Un buon lavoro di tessitura.
La tensione del pubblico si avverte tutta e il conflitto del protagonista è davvero reso bene.
Che dire! Una prova più che ottima.
A presto!
Davide Mannucci

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Andrea76
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#12 » lunedì 22 febbraio 2021, 13:10

Alvin Miller ha scritto:Ciao Andrea, con il tema ci siamo. Ho giusto qualche osservazione di natura stilistica da farti:

Il numero 8 loro ha fatto un tunnel a Di Napoli, il nostro terzino sinistro, è si è involato sulla fascia. “Buttalo giù, Marchionni!” il mister si rivolge al nostro stopper, un ragazzone più largo che alto,

Il protagonista sta descrivendo le caratteristiche di alcuni membri della sua squadra. Queste due frasi sono fuori dal pdv: perché dovrebbe descriverli? Lui sa già chi sono e cosa sono i loro ruoli, e poi a chi li sta descrivendo? Al lettore, per forza di cose.
Considerato che ci sono un sacco di nomi e i ruoli di ciascuno non sono determinanti ai fini della storia, potevi evitare di specificarlo, ma se invece ci tenevi a farlo, ti sarebbe bastato indicarli con il loro ruolo:
"Il numero 8 della squadra avversaria fa un tunnel al nostro terzino sinistro, che si invola sulla fascia".
Qui tra l'altro ti ho corretto un altro paio di errori: il fatto che usi il pronome "loro", che a me suona male, e il fatto che l'azione viene descritta al passato, quando le azioni dovrebbero avvenire momento per momento.
In ultimo, "un ragazzone più largo che alto". Volendo, questa te la posso dar per buona come un commento del pdv, ma è pur sempre una descrizione di un ragazzo che lui dovrebbe conoscere bene.

Il rumore dell’osso si sente fino a qui. Lo stesso rumore di quando strappi il cellophane che avvolge le merendine del Mulino Bianco.

Qui più che appuntarti un errore, mi hai fatto sorgere un dubbio: Se il pdv si trova sulle panchine e c'è uno stadio gremito di tifosi, davvero il rumore di un osso rotto lo sentiresti da metri di distanza? Il campo dovrebbe essere abbastanza ampio, e i giocatori vi si trovano in mezzo. A meno che la scena non avvenga a pochi metri dal pdv si dovrebbero sentire a mala pena i gemiti.
Io però non sono mai stato sulle panchine di uno stadio di calcio, quindi se mi dici che è una cosa che si può sentire, allora ok.

Fai qualcosa! dico con il labiale a Salamandra.
Lui sempre con il labiale risponde: Che cazzo vuoi che faccia?

Ok usare il corsivo per indicare il labiale, ma stabilita questa regola, non è necessario specificarla di nuovo (visto che il corsivo lo usi solo in questo momento). Pertanto potevi astenerti dal dire che "Lui sempre con il labiale risponde".
Non ci sarebbe stata confusione, visto che per i dialoghi tu hai usato le virgolette alte. E avresti anche risparmiato spazio.

Il numero 10 loro, un biondino che somiglia a Totti

A questo punto è abbastanza chiaro che la squadra del pdv è indicata da nomi (o ruoli) e quella avversaria dai numeri. C'è qualche problema sull'utilizzo del pronome "loro" come ti ho già scritto sopra. Ma se chiarisci bene la cosa all'inizio, puoi evitare di doverlo spiegare dopo.

A parte ciò, la storia è interessante e sono proprio contento di come hai gestito il finale. Buona sfida! :)


Ciao Alvin, e grazie per il tuo commento. Gli appunti che mi hai sollevato sono condivisibili nel senso che, come ho scritto anche ad altri, nella scena dell'azione di gioco ho usato più "tell" che "show", un po' per l'urgenza che avevo di riassumere per arrivare al finale, un po' perchè mi divertiva emulare il linguaggio dei radiocronisti. Ed è vero che la descrizione fisica dei calciatori è una note stonante se ci riferiamo al filtro psicologico del pdv, anche se posso spiegarla, in questo caso, nell'esigenza di dare una visualizzazione concreta dei personaggi al lettore. Sull'uso dei cognomi per i calciatori invece credo che ci siamo, nel senso che all'interno di un gruppo come può esserlo una squadra di calcio o di qualsiasi altro sport di squadra, spesso i compagni tra di loro si chiamano utilizzando il cognome (questo almeno io ho sperimentato nella mia modesta carriera di cestista).
Sono contento che il finale ti sia piaciuto.
A rileggerti presto.

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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#13 » lunedì 22 febbraio 2021, 13:30

mezzomatto ha scritto:Andrea Spinelli
Il portiere di riserva
Il tema è centrato più che bene, direi all’ultimo secondo addirittura. L’uso del presente, in questo caso, è necessario e permette di scandire bene lo scorrere lentissimo del tempo. I due minuti precedenti l’ultimo sono utilizzati appropriatamente dal narratore per spiegare la situazione. Lo sviluppo, però, non mi sembra esente da pecche. La squadra avversaria che interesse ha? E’ lei che deve vincere la partita per passare alla serie superiore? Non è detto. Come mai la combine non ha potuto realizzarsi prima? Gli avversari non hanno mai tirato in porta? Inoltre la maggior parte del racconto è dedicata ai due minuti che precedono l’ultimo, più che all’ultimo, il più importante, liquidato in poche righe. Non mi convince nemmeno l’uso di nomi di calciatori reali (sono dei nick?), e sono perplesso sul finale indeterminato. No, l’autore non può fuggire le proprie responsabilità. Sufficiente, ma non molto di più.


Ciao mezzomatto - complimenti per il tuo nickname, mi piace moltissimo! - e grazie per il tuo commento. Hai ragione, manca la specifica del "desiderio" della squadra avversaria che forse avrebbe arricchito il racconto di un altro elemento di conflitto; devo dirti che ci ho anche pensato in fase di stesura, ma i caratteri erano quelli che erano e così non ho avuto nè il tempo nè il modo di aggiustare il tutto. Sono meno d'accordo con te invece sulla necessità di raccontare quello che è successo prima dell'istante presente che sono andato a scrivere; mi riferisco ad esempio all'appunto che hai sollevato riguardo all'opportunità di definire una collocazione cronologica della combine oppure una quantificazione dei tiri in porta degli avversari: non ritengo che si tratti di informazioni che aggiungano qualcosa alla storia, anzi, sono del parere che l'avrebbe appesantita smorzando la temperatura della scena.
Sulla tua obiezione di un finale aperto che deresponsabilizza l'autore da una presa di posizione, ho riflettuto parecchio. Concettualmente hai ragione, ma credo che non sia il caso di questo racconto. Un fnale se ci pensi c'è ed è molto semplice: riguarda la scelta tra il male (la combine) e il bene (la dignità), e credo che scegliendo di buttarsi per tentare di parare il rigore, il pdv (e di conseguenza l'autore) una responsabilità ben definita se la sia presa.
Alla prossima, spero di leggerti presto.

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Andrea76
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#14 » lunedì 22 febbraio 2021, 13:37

DavideMannucci ha scritto:Ciao Andrea e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto davvero tanto. Lo stile è uno dei punti di forza insieme alla capacità di rivelare progressivamente i dettagli giusti. Si scopre con lo scorrere del tempo che i due sono corrotti. Un buon lavoro di tessitura.
La tensione del pubblico si avverte tutta e il conflitto del protagonista è davvero reso bene.
Che dire! Una prova più che ottima.
A presto!


Cioa Davide, e grazie mille per il tuo commento. Sono contento che il racconto ti sia piaciuto, e mi fa piacere che tu abbia apprezzato il modo in cui ho cercato di veicolare le informazioni nel tentativo di delineare prograssivamente la storia e i suoi personaggi: la semina è stata in effetti per me la fatica più grande durante la stesura, dunque mi fa molto piacere che tu l'abbia ritenuta valida in fase di giudizio.
Alla prossima, spero di leggerti presto.

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Puch89
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#15 » martedì 23 febbraio 2021, 11:13

Ciao Andrea.
Il tuo racconto è una piccola perla di originalità, racconti con connotati sportivi non se ne vedono molto spesso qui.
Veniamo al dunque: mi è piaciuto davvero molto. Non è un semplice scorcio di parentesi calcistica, c'è vita di provincia, delusione e rivalsa, l'adrenalina del potercela fare e il peso della scelta tra giusto e sbagliato. Hai sapientemente inserito il conflitto attraverso la scommessa e il gioco sporco, è stata un'ottima idea a mio vedere, perché va in parallelo con l'altro conflitto naturale, cioè quello dell'esito della partita. Il finale aperto è la ciliegina sulla torta, ognuno di noi immagina come meglio preferisce il risultato finale, se prevale infine l'orgoglio sportivo o meno. Bravo, davvero.
C'è stato però qualche errore però nel gestire il flusso di informazioni nella prima parte, te li hanno già fatti notare quindi non mi ripeterò. A volte esci dal pdv, fornisci informazioni inutili al lettore ai fini del racconto e che il protagonista conosce già, l'impostazione a volte quindi non è coerente col tipo di narratore scelto, ma oltre a questo è una prova originale che ho apprezzato molto. Il tema, ovviamente, è centrato.

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SilviaCasabianca
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#16 » martedì 23 febbraio 2021, 11:37

Ciao Andrea!
Questo racconto è buono! I punti forza ti sono già stati fatti notare: la presenza della componente della figlia, i personaggi, il finale aperto che punta più sul coraggio del protagonista che sull'esito. Questa è una scelta sicuramente convincente e inaspettata. Temevo la banalità del successo, speravo nell'insuccesso, magari spiegato con una scena o una frase da un motivo pregresso, invece hai virato sull'aspetto delle relazioni. Interessante. Davvero.
Quello che mi ha poco convinto, di contro, sono alcune sbavature di stile, come la Tedesca, che prima ho pensato fosse una donna, poi una birra, ma ancora non sono sicura di aver capito, e altri errorini molto probabilmente dovuti all'ansia del tempo di consegna (come è successo a me).
Infine, per quanto la storia sia originale per molti versi, in alcuni frangenti cadi sui cliché e questo abbassa un po' il mio giudizio, ma nel complesso bene!

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Re: Il portiere di riserva

Messaggio#17 » mercoledì 24 febbraio 2021, 19:12

Ciao Andrea,
Mi sono appena accorto di non aver commentato il tuo racconto, stavo compilando la classifica e mi sono trovato un commento in meno. Quindi scusa per il ritardo. Il tuo racconto l'ho trovato piacevole, ho dato un occhiata ai commenti e molte delle cose che volevo segnalarti sono già state dette, quindi sarò sintetico:

Punti di forza: Il tuo racconto, secondo me, è quello di questo gruppo in cui si percepisce maggiormente il conflitto. Anche se si capisce come andrà a finire si vuole comunque arrivare alla fine per scoprirlo. In più mi hai appena insegnato come si fa un finale aperto. Infatti, in realtà, il racconto si conclude perfettamente. La domanda era "si butterà o no?", o più in generale "cercherà di vincere la partita o la scommessa?" e sul finale rispondi alla domanda lasciando il lettore soddisfatto anche se non sa se lo para oppure no: ai fini del conflitto questo è irrilevante. Praticamente imbastisci una specie di percorso di cambiamento, molto bello in così pochi caratteri, complimenti.

Punti deboli: Secondo me ci sono delle pecche stilistiche abbastanza rilevanti, te le hanno già fatte notare e non andrò nello specifico il problema, dal mio punto di vista, è che sei in prima al presente e due\tre frasi fuori pdv creano un effetto telecronaca che fa perdere il contatto con il protagonista. Il fatto che vengano commentate azioni calcistiche, almeno per me, aumenta automaticamente tale sensazione! Niente di irreparabile, ma va sistemato assolutamente.

In conclusione un racconto piacevole e coinvolgente che a causa di piccole cadute di stile non mi sono potuto godere a pieno.
Aspetto la tua risposta prima di pubblicare la classifica, ma purtroppo devo farlo per forza stasera quindi ti chiedo scusa in anticipo ove non ci fosse tempo per ribattere.
A rileggerci.

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roberto.masini
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#18 » giovedì 25 febbraio 2021, 19:55

Ciao, Andrea.
Un racconto che mi ha convinto. Tutto fila la descrizione del protagonista, i sapienti dettagli calcistici, l'atmosfera della combine che mi ha ricordato, mutatis mutandis, un po' il pugile di Pulp Fiction. Non sempre la gestione dell'uso del presente si rivela semplice ma in questo caso mi è parsa funzionale allo scoccare dell'ultimo secondo, direi. La prova regina della bontà del racconto sta nel fatto che, nonostante tu abbia usato quel cognome così infausto per noi milanisti (Cuccureddu), io abbia apprezzato ugualmente la narrazione. Complimenti!

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antico
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Re: Il portiere di riserva

Messaggio#19 » giovedì 4 marzo 2021, 14:19

Un racconto davvero buono che non mi ha convinto in pieno solo sull'aspetto delle motivazioni perché immaginavo che, alla fine, si sarebbe buttato (ottimo il fatto che ti sia fermato lì senza fare capire l'epilogo), ma non mi è arrivato il cosa lo abbia davvero convinto perché la figlia sembra già grandicella e non ci porti appieno all'interno delle sue frustrazioni e della sua voglia di dimostrare qualcosa per giustificarmi la sua decisione finale. Credo, insomma, che un maggiore contrasto interiore sarebbe stato più funzionale perché il lettore non è mai realmente in dubbio su quello che succederà. Detto questo, ottima declinazione del tema e per me il giudizio sta su un pollice quasi su con quel quasi giustificato dall'appunto che ti ho mosso.

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