Finchè avrò vita

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Pietro D'Addabbo
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Finchè avrò vita

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:58

Il mezzo sobbalza, le sospensioni gemono all’unisono con le molle nei sedili, qualcosa sbatacchia davanti a noi, dentro il cofano, per l’ennesima volta. Persino il mio sedere ha imparato a memoria ogni singola buca del percorso. Sono pronto al contraccolpo, con la mano libera artiglio il cruscotto, ma le mie ossa reagiscono e mi strappano un’altra smorfia. Dovessi tornare qui per un altro mese o imbarcarmi in qualche altra impresa, chiederò che mi diano anche un vero autista.
Il rilevatore illumina il palmo dell’altra mano di rosso, complice la luce poco vivida del sole ben lontano dallo zenit. “Fermati, T13 è in zona.”
Liam esegue, la frenata è molto brusca. La nube sollevata dalla nostra corsa sulla terra secca del sentiero ci raggiunge e ci avvolge. Il puzzo di miscela mal combusta misto al pulviscolo terroso mi costringe a tossire, trattengo i conati mentre scendo e mi allontano di qualche passo per riuscire a respirare.
Liam prende lo zaino ed il fucile dal retro, controlla i dardi di tranquillante come nulla fosse. Torno al pickup trattenendo il fiato, ma la nausea ritorna comunque. Stacco il rilevatore dal mezzo controllando la lancetta di carica: tutto regolare, abbiamo un paio d’ore di autonomia, la luce del sole durerà di meno. Dobbiamo fare in fretta.
“Ad Est” il mio sguardo si solleva dall’indicatore e si spinge fra gli arbusti in quella direzione.
Dall’altra parte del cassone Liam solleva il pollice, soddisfatto della sua ispezione e silente.
La fortuna non ci assiste, nessuna pista evidente.
La bestia non è passata di qua, dobbiamo affidarci al rilevatore e addentrarci fra gli sterpi col machete. I colpi rapidi con cui Liam sfoltisce gli ostacoli hanno un suono innaturale, troppo ritmico. Spero che non allarmino Tredici, temo che questa sia la mia ultima occasione per beccarlo.

Liam rallenta diverse volte, ogni volta il mio cuore accelera. Falsi allarmi, incrociamo sentieri tracciati da leoni, gazzelle, una coppia di rinoceronti. Il sole inizia ad essere molto basso, la luce troppo tenue, Liam gira verso di me il suo faccione troppo spesso e senza il solito sorriso. Il segnalatore ha smesso di lampeggiare per attestarsi sul rosso fisso, non posso rinunciare quando sono così vicino.
Una decina di passi e Liam si china a terra, smuove qualcosa, annusa quello che, con disgusto, immagino essere sterco. “Mister, ci siamo.”. Sussurra, stento a sentirlo, ma il motivo non può essere che quello.
Mette un dito sulle labbra ma le parole non mi uscirebbero di gola nemmeno se volessi, se solo potessi eviterei di respirare pur di non fare rumore. Cerca nella penombra del vespro, mi indica una macchia scura poco distante che assume la sagoma di un bosco. La mia ricerca è quasi finita.
Liam continua a precedermi, spiana il fucile, caricato con i dardi soporiferi. Sa di certo quanto vale Tredici, vivo, per i miei committenti, il bonus promesso in caso di esito positivo di questa caccia è eloquente.

Sento solo i nostri passi lievi, il mio ansare ed il più ovattato respiro di Liam. La temperatura è scesa repentinamente. L’erba bassa ha sostituito l’arido sterrato, sembra di camminare su di un prato all’inglese. Da quanto tempo ci stiamo avvicinando a quel boschetto? Che si stia girando in tondo? Devo accendere una torcia, deve essercene una nello zaino di Liam.
Accelero per coprire i tre metri che ci separano e indicargli a gesti la mia richiesta. Un tuono alla mia destra mi sorprende, un lampo bianco mi passa davanti e scompare sulla sinistra. Dove c’era Liam non c’è più nessuno, il suo straziante urlo di dolore scompare insieme al lampo.
Mi volto e corro a perdifiato, gli occhi che si appannano, l’aria fredda che punge i polmoni. L’apparecchio che ho portato in mano fin qui si frantuma alle mie spalle, continuando a emanare stridii e scintille come se fosse caduto in una pressa da demolizione anziché sull’erba.

Di nuovo il rombo. Il dolore è un’esplosione, improvvisa, dalla scapola fino alla clavicola. Mi solleva. Il nitrito è selvaggio. Il corno bianco, d’avorio, gocciola di un rosso vermiglio.
Ti ho trovato. Sei mio.


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antico
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 1:00

Ciao Pietro! Caratteri e tempo ok, buona 150° EDITION!

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Sherwood
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 20:28

Ciao Pietro,
il tuo racconto è una specie di Safari alla caccia di Tredici, un animale la cui specie scopriremo solo nelle ultime battute e che potrebbe fruttare una buona ricompensa. Si capisce subito che non è semplice né da individuare e ancora meno da catturare. Eppure i protagonisti ci provano con tutti i mezzi che hanno a disposizione, compreso un localizzatore. Purtroppo per loro, qualsiasi attrezzatura si rivela inutile di fronte a Tredici che è evidentemente scaltro e geniale. E il finale costruito ad arte in un clima quasi claustrofobico, è la rivincita della bestia sull'uomo.
Addirittura la frase finale è un ribaltamento, perché è Tredici a pronunciarla (per assurdo potrebbe essere anche del cacciatore). Un dualismo che rende il brano davvero interessante. Ti segnalo un refuso: - ed il più ovattato (La "d" eufonica)
Bel racconto. Buona 150° edizione

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GiulianoCannoletta
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#4 » mercoledì 17 febbraio 2021, 7:58

Ciao Pietro, piacere di averti letto.
Un bel racconto di cacciatori di frodo che mantiene una certa tensione fino allo scontro finale, in cui i cacciatori diventano prede.
Per tutto il tempo ci chiediamo a cosa stiano dando la caccia. Io all'inizio (forse per la sigla T13) avevo in realtà pensato a qualcosa di meccanico. Alla fine mi è rimasto qualche dubbio. (nitrito, corno bianco, forse un unicorno? Anche se lo vedo poco adatto a questa ambientazione stile savana).
Lo stile mi pare preciso e pulito, forse avrei evitato quel “repentinamente” e un altro paio di termini, ma sono davvero dettagli.
Riguardo al tema lo trovo centrato solo in parte. Come successo anche in altri racconti, l'ultimo minuto qua mi pare più un espediente narrativo usato sul finale, che il vero fulcro del racconto.
Bravissimo, a rileggerci presto!
Giuliano
Ultima modifica di GiulianoCannoletta il mercoledì 17 febbraio 2021, 19:26, modificato 1 volta in totale.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Red Robin
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2021, 19:12

Lo stile è davvero molto buono i miei complimenti. Nonostante i periodi a tratti non spicchino per brevità, il racconto si lascia leggere molto facilmente ed il tutto è particolarmente fluido e ben descritto (l'immersività è sfruttata molto bene). Tuttavia, faccio fatica a riscontrare l'aderenza al tema, o magari c'è in una maniera più implicita (lungi da me considerare questo un errore), ma che appare troppo forzata anche se sì va ad eseguire un'analisi non troppo superficiale. Anzi, io ho pensato delle ipotesi, ma rischio di fraintendere totalmente il testo, e questa è una grande pecca. L'uomo alla fine, all'ultimo minuto, vince sulla creatura? E perché non hai ridotto le sequenze iniziali o centrali allora per sfruttare più caratteri nel finale e farlo capire meglio? Lotta all'ultimo minuto? Vince chi è più veloce e svelto in una questione di poco tempo? In questo caso, non era già ovvio dopo la triste fine di Liam che avrebbe comunque prevalso la bestia? Peccato veramente per questa criticità, perché il testo meritava molto. Magari dammi qualche delucidazione, così, in caso io abbia effettivamente commesso errori di giudizio, potrò riparare senza problemi e riconsiderare il tutto. Attendo con ansia spiegazioni (anche per capire se sono io un lettore pessimo e disattento)!

Red Robin
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 19:14

L'animale cacciato è in realtà un rinoceronte? Scusami anche in questo caso...non ho rinvenuto molti indizi.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#7 » mercoledì 17 febbraio 2021, 19:51

Grazie a tutti e tre per i vostri commenti.

Avendo il tempo di una rilettura il giorno dopo mi trovo d'accordo con voi sulla mancanza di chiarezza nel finale.
Purtroppo Sherwood lo legge al contrario rispetto alle mie intenzioni, sebbene mi conceda effettivamente la dualita' cercata. Le ultime parole sono infatti pensate (ma non pronunciate in quanto senza virgolette) dal cacciatore morente, ma possono essere attribuite anche all'unicorno.
Ormai trafitto, si ritrova paradossalmente a raggiungere il proprio obiettivo nell'ultimo minuto di vita, infatti ha "fatto suo" l'unicorno per la durata di quell'ultimo minuto che gli resta prima di spirare, quindi finche' avra' vita (come da titolo) sara' suo.
Spero che questo chiarimento abbia reso piu' evidente in che senso "l'ultimo minuto" e' entrato nel mio racconto.

@Sherwood:
Ho sempre scritto la 'd' eufonica, sto tentando di perdere questo vizio da quando sono arrivato su MC, ma e' dura. Grazie per la segnalazione.

@Giuliano:
L'ambientazione da savana evolve in quella pseudo-irlandese quando i due si avvicinano al bersaglio. Spunta il prato, la temperatura scende, c'e' un boschetto anziche' sterpi. L'animale e' ambito per la sua rarita' e la sua peculiarita' di essere fantastico e magico. L'unicorno ha portato una porzione del proprio habitat in un ambiente completamente diverso.

Come la d eufonica, anche il 'repentinamente' e' entrato nel testo per abitudine e e' sfuggito alla sistematica eliminazione che ho tentato di mettere in atto. Grazie per la segnalazione.

@Red Robin
Hai colto in pieno lo sbilanciamento tra le porzioni del testo e anche il motivo per cui non e' stato cesellato. Tra l'altro dovro' cambiare editor di testo perche' quello che ho usato mi segnalava di aver sforato di un centinaio di parole il tetto imposto e ero pronto a beccarmi un malus, mentre ho scoperto una volta postato che avevo addirittura altri 200 caratteri disponibili. A quel punto pero' non avevo modo di integrare ulteriormente.

Sono d'accordo sul fatto che fosse evidente che avrebbe prevalso la bestia, il finale infatti non focalizzava ormai piu' l'attenzione sull'esito della caccia ma sullo svelamento dell'identita' della preda. Cioe' un animale che nitrisce, con un corno in grado di impalare un uomo e sollevarlo per aria. Ho ritenuto fosse sufficiente, ma avevo comunque seminato un indizio in precedenza per evitare che si pensasse al rinoceronte che e' il mono-cornuto della savana. Infatti i due cacciatori incrociano la pista di due rinoceronti senza mostrare il minimo interesse: speravo che questo portasse il lettore ad escludere questa specie dalla lista di possibili prede.
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Red Robin
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#8 » mercoledì 17 febbraio 2021, 21:05

Capito, capito, scusa se ho buttato lì l'ipotesi del rinoceronte. Come hai spiegato, quella distinzione di poteva comprendere, grazie dei chiarimenti sul resto. Sarà veramente difficile inserire il tuo testo in classifica!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#9 » mercoledì 17 febbraio 2021, 23:43

Red Robin ha scritto:Capito, capito, scusa se ho buttato lì l'ipotesi del rinoceronte. Come hai spiegato, quella distinzione di poteva comprendere, grazie dei chiarimenti sul resto. Sarà veramente difficile inserire il tuo testo in classifica!


Non hai motivo di scusarti.
Grazie per i tuoi commenti!
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MatteoMantoani
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#10 » giovedì 18 febbraio 2021, 23:12

Prime Impressioni. Ciao Pietro, rieccomi a commentare un tuo pezzo!

Aderenza al tema. Un pochino stiracchiato… c’è la sensazione che il tempo stia scadendo, proprio per questo ribaltamento tra preda e cacciatore, però lo vedo un po’ lontano.

Punti di miglioramento. Rispetto ad altri tuoi lavori, che ho letto tempo fa, noto un miglioramento nell’uso delle tecniche di scrittura immersiva. Voglio comunque farti le pulci su un paio di minuzie che puoi modificare, se sei d’accordo.
Il mezzo sobbalza: è la primissima frase, perché quindi non contestualizzare di più il mezzo? È un furgone? Un cingolato? Un elicottero?
Il rilevatore illumina il palmo dell’altra mano di rosso, complice la luce poco vivida del sole ben lontano dallo zenit. Sole basso implica luce rossa, ho quindi associato (male) la luce al sole e non al rilevatore (oggetto che non conosco). Perché “l’altra mano”? Secondo me questo passaggio è un po’ semplificabile, per rendere ancora più vivida la scena.
Dall’altra parte del cassone Liam solleva il pollice, soddisfatto della sua ispezione e silente. Manca una virgola dopo “cassone”, poi quel “silente” appare un po’ slegato al contesto, e appesantisce la frase.
Mette un dito sulle labbra ma le parole non mi uscirebbero di gola nemmeno se volessi, se solo potessi eviterei di respirare pur di non fare rumore. Qui ci starebbe un punto, anziché la virgola e una virgola dopo “labbra” e “respirare”.
Sento solo i nostri passi lievi Verbo sensoriale, meglio se descrivi il suono dei passi (suole che scricchiolano sulle foglie secche, roba del genere)
Accelero per coprire i tre metri che ci separano Forse al posto di “accelero” meglio mettere “aumento il passo” o “aumento l’andatura”. Ho letto “accelero” e mi sono chiesto se sono tornati nel furgone.
Un tuono alla mia destra mi sorprende: questo è poco immersivo: meglio se dici “mi fa sobbalzare”, “mi fa fare un salto”, “mi mette i brividi”…

Punti di forza. Leggere di questo inseguimento coinvolge facilmente, perché c’è l’attesa per un pericolo che sta per manifestarsi (la famose “suspense”). Avevo capito che la creatura non fosse ordinaria, pensavo a un dinosauro o qualcosa del genere, poi quando si scopre un unicorno ho apprezzato questo twist.

Conclusioni. Ho apprezzato il tuo racconto, mi ha coinvolto e ha creato attesa per il finale. Ti invito, se è la direzione verso cui vuoi andare, di investire un po’ di sforzi a curare lo stile per renderlo ancora più scorrevole e immersivo. Buona fortuna, alla prossima!

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Giovanni Attanasio
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#11 » sabato 20 febbraio 2021, 13:36

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
Mi piacciono le descrizioni, lo dico così, schietto; sarà che ho molto presente l’odore di miscela e polvere, sarà che ho speso molti anni in boschi e tra i monti in cerca di avventura, non lo so.
Il racconto mi piace, nonostante io detesti il concetto di “caccia”. Si percepisce l’urgenza e la fretta, dettata dal calare del sole (?) e mi piace che l’esito dello “scontro” è lasciato sfumare: assegnare un vincitore avrebbe forse rovinato tutto.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#12 » domenica 21 febbraio 2021, 16:02

Il brano presenta parecchi spunti interessanti per quanto riguarda la sensorialità del protagonista e si ha un certo grado di immersivi, tuttavia il pezzo scade più di una volta in un pensiero indiretto in cui il protagonista ci spiega quello che pensa e non ci viene mostrato tramite sensazioni. Ti faccio un paio di esempi:
“Dovessi tornare qui per un altro mese o imbarcarmi in qualche altra impresa, chiederò che mi diano anche un vero autista.”
“temo che questa sia la mia ultima occasione per beccarlo”
La pecca peggiore l’ho riscontrata nell’ambientazione post viaggio in macchina.
I due personaggi si muovono in uno spazio vuoto, non descritto, assolutamente poco delineato, in contrasto con la strada percorsa in precedenza di cui invece riesco a farmi un’idea più chiara.
Come struttura, eviterei le frasi troppo lunghe intervallate da una raffica di virgole, soprattutto nell’attacco del racconto.
Discreto il ritmo. Pochissima l’attinenza al tema: chiarita la penuria di tempo per catturare l’animale, ma il fatto che alla fine riesca a trovarlo a fine giornata non ci mostra di come sia avvenuto “all’ultimo minuto”, concetto piuttosto diverso.

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ItaliaLeggendaria
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#13 » lunedì 22 febbraio 2021, 8:38

Ciao Pietro. Un buon testo e tema centrato. Il racconto scorre abbastanza, ma, come consiglio personale, visto che volevi far passare un messaggio di ricerca e angoscia avrei usato frasi più brevi e scorrevoli. Non siamo completamente nel punto di vista perché non sappiamo cosa stia cercando e soprattutto perché non sembra che sia una persona abituata a cacciare animali insoliti (beh nemmeno quelli soliti). Avrei forse eliminato la parte del viaggio così da poter dare maggiori dettagli.
Anche io mi sono immaginata più un rinoceronte che un unicorno, se non fosse stato per il nitrito che mi ha spiazzato. Anche il fatto dell'erba e della temperatura che si abbassa, non aiutano a pensare a un unicorno.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#14 » martedì 23 febbraio 2021, 23:34

Ciao Pietro, un piacere leggerti.
Il punto di forza del tuo racconto mi sembra quello della suspance e la sua capacità di tenerti sul testo fino in fondo.
Quello che invece mi ha convinto di meno, è la carenza in alcune descrizioni che mi hanno reso un po' complicata l'individuazione di alcuni apetti fondamentali del tacconto.
Personalmente avrei allungato qualche periodo descrittivo, per accorciare quelli meno "importanti" nell'economia del testo.
Nel complesso, il parere è sicuramente positivo.
Buona serata.

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Andrea76
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#15 » giovedì 25 febbraio 2021, 17:45

Ciao Pietro, mi piace molto la costruzione drammaturgica del racconto in cui i cacciatori alla fine si trasformano in prede. La frase finale è un ribaltamento della soggettiva che ci sta e funziona. Ho l’impressione che il testo poteva essere asciugato in un’ipotetica seconda stesura, perché forse la scena nel bosco risulta eccessivamente lenta e, almeno per quello che mi riguarda, fa calare l’attenzione del lettore. Una buona prova comunque.
A rileggerti.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#16 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:39

Ciao Pietro, piacere di trovarti.
Da un punto di vista stilistico non ho molto da dire. Il tuo stile è molto buono e sono davvero curioso di rivederlo in altri racconti.
Quello che mi ha lasciato insoddisfatto, ma si va nei gusti personali, è la storia. Molto lineare, senza balzi di originalità, ammetto che mi ha annoiato un pochino e la sorpresa finale nel trovare un unicorno non mi ha entusiasmato colmando la fatica per arrivarci. Non ho trovato anche una declinazione del tema, lasciandomi a bocca asciutta anche da quel punto di vista. Credo ti sia mancato il guizzo creativo e che tu abbia puntato su una semplice idea per portare in maniera sufficiente qualcosa in tasca. Questo senza negare tu abbia una ottima penna ed è per questo che, come dicevo, sono curioso di leggerti ancora. A presto!

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antico
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Re: Finchè avrò vita

Messaggio#17 » lunedì 1 marzo 2021, 14:36

L'unicorno finale mi sembra non contestualizzato al meglio perché doveva essere introdotto da questo boschetto che non voleva arrivare e dal cambio di setting, ma, almeno a me, questo non mi ha aiutato a crearmi aspettativa e neppure mi ha preparato alla rivelazione finale rendendomela verosimile. Credo che manchi una semina più diffusa che parta ben prima del boschetto, in pratica qualcosa che preparasse al boschetto stesso che poi preparasse a sua volta al finale. Lo stesso significato che volevi dare al finale non mi è arrivato e questo, invece, concerne le motivazioni del cacciatore. Il tema idem, mi è rimasto lontano. Detto questo, per me un pollice tendente verso il positivo perché la lettura è stata gradevole, ma non in modo brillante.

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