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Andrea Furlan
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Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 0:58

Quattro ore.
Furio beve il caffè. Sbadiglia, si gratta la pancia. Dalla camera da letto, la sente gridare: «Furio! Santo Dio! È tardissimo!»
Brontolando, va in bagno. Bidet, ascelle, denti, barba, il solito ordine. Magda entra come una furia. Ha Fulvio sotto il braccio, sedere roseo e pisellino al vento.
«Dovevamo uscire venti minuti fa. Questa volta lo perdiamo!» Non le risponde. Fa sempre così, si agita per nulla.
«Sei proprio un uomo inutile!!» Nel tempo in cui lui ha terminato di farsi la barba ha calmato Fulvio, gli ha lavato e asciugato il sedere. È schizzata via.
Dopo qualche minuto passa davanti a Flavio che gioca nel box, già pronto. Gli fa qualche sciocchezza e viene ricompensato da una bella risata. Magda scaraventa Fulvio nel box, vestito con la stessa tutina blu. Prima di correre via, lo fulmina con lo sguardo.
Furio si veste pesante, odia il freddo e soprattutto l’aria condizionata dell’aereo. Scende a caricare le valige.

Tre ore.
Furio sbadiglia per la noia. A13 direzione Bologna. Tangenziale. Aereo per Olbia, gate 12. Sempre lo stesso giro da dieci anni. Un’ora e venti minuti da casa a check in. Regolare come un orologio. I bimbi e Magda si addormentano appena toccano il sedile. Pensa che per lei sia una reazione allo stress delle valige, che comincia a fare dieci giorni prima.
Dalle parti di Altedo comincia a nevicare.
«Stai attento, amore…» Lo dice nel dormiveglia.
«Magda non ti preoccupare, mancano ancora tre…»
Tace, solo ora si accorge che le auto sull’altra corsia hanno una coltre bianca sul tettuccio.
Furio diventa attento: la neve lo preoccupa da quella volta in cui è quasi finito in un canale, salvato solo da un poderoso platano a bordo strada.
Pianura e asfalto sono diventati candidi sotto una specie di tormenta, i tergicristalli faticano a liberare il parabrezza. Dopo un centinaio di metri, si fermano dietro a un camion.

Due ore.
«Oddio, lo perdiamo. Adesso li avverto!» Ora è sveglia, il tono incrinato dal panico.
Anche lui è agitato, ma deve dimostrare di avere in mano la situazione. Chiamare i suoceri ora è come spalancare l’inferno.
«No! Ce la facciamo. Vedrai che si muovono.»
Invece passa molto tempo, non succede nulla.

Un’ora.
Vedono in lontananza un posto di blocco, le auto convogliate su una sola fila.
All’improvviso un primo colpo, poi un altro da dietro. La macchina tampona l’auto di fronte, slittando.
Gli airbag scoppiano. Un colpo di frusta lo lascia senza fiato.
Un poliziotto corre, apre la portiera.
«State bene? Uscite, non è sicuro qui.»
Non hanno il tempo di riflettere. Escono svestiti. Magda tiene in braccio i gemelli che urlano. Furio zoppica e si tiene la testa. Dolore dappertutto.
Sente il poliziotto chiamare un’ambulanza.

Venti minuti.
Lacrime e neve rigano il viso di Magda. «Il nostro aereo, dobbiamo prendere l’aereo… parte fra poco. Devo andare da mio padre, non sta bene. Dio, come faremo?»
Il poliziotto li fissa, si guarda attorno. Armeggia col telefono per un po’, poi chiama un collega.
«Ci penso io. Lei sposti la macchina di lato. Vi aiuto a prendere le valige.»
In pochi minuti si trovano sulla volante della polizia, al caldo. Furio ha il collo immobilizzato da un collare ortopedico, Magda coccola Fulvio e Flavio.
Non hanno neanche tempo di accorgersi che l’auto corre ai centotrenta, sollevando spruzzi di neve.

Oltre dieci minuti.
Furio ha corso per tutto l’aeroporto. Chissà come, al controllo fast track, li hanno fatti entrare, valige in mano e zaini in spalla.
«Il gate ha chiuso da pochi minuti!» Una hostess arcigna li blocca, controlla i documenti. Non li vuole fare passare, poi telefona a qualcuno.
«Dentro!» ringhia.
Corrono, ce l’hanno fatta.

Oltre quattro ore.
Antonio rientra a casa, fischiettando. Scrolla via la neve, si toglie la divisa.
Va al computer, scarica le immagini e stampa sulla carta fotografica migliore. Mentre aspetta, osserva il muro pieno di foto. Qui la ragazza bionda sorridente a cui avevano rubato la borsetta. Là un motociclista in tuta di pelle sdraiato sotto a un guard-rail, ma col pollice alzato.
La foto appena stampata ritrae l’uomo col collarino, la moglie sconvolta che stringe i gemelli, pieni di lacrime, in mezzo all’autostrada innevata.
È stata una lunga giornata, ma loro hanno preso l’aereo.



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antico
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Re: Gate

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 1:01

Ciao Andrea! Caratteri ok e tempo sul gong, quindi a posto! Buona 150° Edition!

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Antonio Pilato
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Re: Gate

Messaggio#3 » mercoledì 17 febbraio 2021, 14:24

Ciao Andrea, è un piacere averti letto.
La lettura è scorrevole e, supportato dai titoletti su ogni paragrafo, si percepisce chiaramente il climax di tensione durante la narrazione: pertanto, il tema risulta rispettato.
Ciò che mi perplime è il finale, che non ritengo di esser riuscito a capire interamente: il poliziotto Antonio è un sadico che conserva le foto di personaggi con espressioni ambivalenti rispetto a ciò che hanno vissuto? Purtroppo, forse per un mio limite personale, non mi è arrivato alcun messaggio.

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maurizio.ferrero
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Re: Gate

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2021, 14:39

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

Il racconto è scorrevole. A una prima lettura ho avuto un momento di confusione a causa della somiglianza tra i nomi Furio, Fulvio e Flavio, ma niente di grave.
Il racconto gioca bene sul reggere la tensione in attesa di un finale con il botto che, purtroppo, non arriva (a parte lo scontro tra macchine!). Anzi, mi spiace dirti che il finale rimane a mio avviso abbastanza sterile, privo di un vero significato o di grossi sconvolgimenti. A meno che non abbia cannato clamorosamente, mi è parso di capire che il poliziotto colleziona le foto delle persone che ha aiutato... Mh, ok. Purtroppo non lascia nulla.
La scrittura è buona tecnicamente e l'utilizzo di un narratore esterno con pdv altalenante non influisce negativamente, perché sei riuscito a gestirlo molto bene.
Il tema è rispettato, ma come impatto generale il racconto non mi convince del tutto.
Pelo nell'uovo: l'espressione "Gli fa qualche sciocchezza" non l'avevo mai sentita. Non è meglio smorfia o boccaccia?

A presto!

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Pretorian
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Re: Gate

Messaggio#5 » giovedì 18 febbraio 2021, 23:29

Ciao Andrea e piacere di leggerti.

Dunque, il racconto soffre di un paio di problemi dal punto di vista dello stile e della narrazione. Per lo stile, devo dire che è abbastanza pulito e scorrevole, ma ci sono fin troppi cedimenti al tell. In particolare, esprimi quello che i personaggi percepiscono con espressioni di percezione ("vede", "sente" ecc...) che non è sbagliato in toto, ma ti consiglio di eliminarli e di sostituirli esprimendo direttamente quello che avviene (tipo invece di dire "vede quella cosa" dici direttamente che quella cosa avviene). Per quanto riguarda la narrazione, il racconto è abbastanza piatto. Insomma, è letteralmente il resoconto di una famiglia che potrebbe fare tardi, ma poi non fa tardi. Il finale, poi, è strano. Insomma... seriamente il racconto finisce con il poliziotto che guarda delle foto? è totalmente anticlimatico!
Insomma, direi che ci sono ampi spazi di miglioramento.

Alla prossima!

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Hayà
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Re: Gate

Messaggio#6 » venerdì 19 febbraio 2021, 13:52

Ciao Andrea, è un piacere rileggerti.

Parto dicendo che avrei cambiato i nomi dei due bambini. Tra Furio, Fulvio e Flavio all’inizio mi sono confusa :P
Lo stile in sé funziona, pulito e funzionale, anche se in alcune parti cadi nel tell. E, perdonami, ma “diventa attento” è un po’ bruttino da leggere.
Inoltre, non ho capito il “escono svestiti”: perché? Non erano in cappotto in macchina, considerando che è inverno e comunque fa freddo?
Ammetto che il finale mi ha un po’ confuso: mi hanno sempre detto che dopo un incidente bisognerebbe sempre farsi controllare da un medico per togliere ogni dubbio su possibili ripercussioni gravi. E il fatto che un poliziotto decida di aiutarli “così” mi pare un po’ bizzarro (c’è appena stato un tamponamento! E le altre persone? E il traffico? E la neve non aiuta!)
Sul finale anche sono rimasta perplessa: non capisco bene che funzione svolge ai sensi della storia. Si parla di un poliziotto particolarmente buono che “colleziona” le foto delle persone che ha aiutato (che quindi va a toccare il punto che ho citato poco prima)? Oppure di qualcos’altro?

Per riassumere: il mio problema con questo testo risiede nel contenuto e non tanto nella forma, che trovo ben funzionale. Il tema è centrato.

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Alessio
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Re: Gate

Messaggio#7 » domenica 21 febbraio 2021, 21:28

Ciao Andrea,

terza persona al presente: una scelta piuttosto insolita. Trovo che non aggiunga né tolga niente al racconto. Il rischio era di fare una telecronaca, ma sei rimasto abbastanza focalizzato nel pov, salvo alcuni fastidiosi interventi del narratore.
Furio, Fulvio e Flavio: capisco l'effetto che volevi rendere utilizzando nomi simili per il padre e i gemelli, ma è una scelta che ti sconsiglio perché genera confusione nel lettore, che ci mette di solito parecchie pagine a memorizzare i nomi. Se ho subito tre nomi simili, devo interrompermi e tornare indietro a rileggere più e più volte per capire chi è chi.
A partire dal tamponamento, il racconto diventa affrettato e poco realistico. Sul luogo dell'incidente, il protagonista ha già un collare al collo e non lo portano in ospedale per accertamenti e in più la polizia molla tutto per portare loro all'aeroporto. A 130 sotto la neve, rischiando di schiantarsi pure loro. Mi spiace ma non mi convinci.
Sul finale, all'inizio avevo creduto che il poliziotto fosse una specie di psicopatico, poi invece ho concluso che collezionasse le foto delle persone che aveva aiutato. Concordo sul fatto che sia anticlimatico.
Secondo me una prova discreta fino a un certo punto, quando forse ti sei trovato agli sgoccioli col tempo.

Alla prossima!

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Emiliano Maramonte
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Re: Gate

Messaggio#8 » lunedì 22 febbraio 2021, 12:35

Ciao Andrea!
Mi pare che è la prima volta che ci incontriamo nell'infernale Arena. E' sempre un piacere trovare penne nuove.
Il tuo racconto si legge abbastanza bene, è scorrevole e, a tratti, crea la giusta tensione. Ho trovato un po' di confusione nell'incipit, proprio laddove la storia doveva dare un immediato abbrivio alla trama. Inoltre non ho capito subito che la coppia avesse due gemelli; probabilmente mia distrazione.
Il punto critico di tutto l'impianto narrativo è: che cosa hai voluto trasmettere con questa storia? La perplessità s'ingigantisce proprio alla fine. Bruscamente il punto di vista della famigliola viene stravolto e vediamo il mondo attraverso gli occhi del poliziotto/buon samaritano... Perché? Che cosa avrebbe dovuto aggiungere alla trama questo ribaltamento? Secondo me, avrebbe avuto un senso se il personaggio fosse comparso già nel corso della narrazione, con un apporto concreto allo svolgimento della vicenda, ma così, il paragrafo sembra un'aggiunta solo per provare a colpire il lettore e dare un senso al significato del tutto.
Aggiungo che la storia principale della famigliola mi ha un po' lasciato appeso a un senso di irrisolto. Okay, c'è un'urgenza, e c'è anche una situazione critica, ma per giungere a quale obiettivo? Hai espresso al lettore il bisogno di un cambiamento, di una transizione? Di solito, qualsiasi pezzo di narrativa è la storia di un cambiamento. Qui è rimasto tutto com'era e anzi ogni ulteriore sviluppo è stato troncato dal finale con il "colpo di scena" del poliziotto.
C'è molto da rielaborare in questo testo, magari introducendo subito un conflitto narrativo (spunto iniziale: la famiglia resta bloccata in auto sull'autostrada in piena tormenta di neve, con tutto ciò che ne consegue...) e facendo interagire qualche membro della famiglia col poliziotto, il quale presenta comportamenti strani, ad esempio viene colto mentre scatta di nascosto delle foto col cellulare...
Tema centrato di striscio.

Qualche rilievo tecnico:
- Occhio che il plurale di "valigia" è "valigie". Ho trovato due volte "valige".
- "Gli fa qualche sciocchezza e viene ricompensato", brutta espressione. "Gli fa qualche faccetta buffa e viene ricompensato". Va meglio, così?
- "Magda scaraventa Fulvio nel box". Ammazza! La definizione di "scaraventare" è "lanciare con forza in un impeto d'ira". Ovviamente, riferito a un bambino, è un'immagine eccessiva e poco credibile.

Stile buono, impianto generale della trama da migliorare.
In bocca al lupo!
Emiliano.

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Andrea Furlan
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Re: Gate

Messaggio#9 » mercoledì 24 febbraio 2021, 0:18

Grazie a tutti per i vostri commenti, che ho trovato molto utili.
Un paio di spiegazioni sulle intenzioni dietro al racconto: si tratta in parte di una storia vera, mi è capitato di uscire di casa con tutta calma per prendere un aereo ed essermi trovato impantanato nel traffico con una corsa ai 200 all'ora per non perdere il volo, quindi ho pensato che la storia si adattasse bene per il tema. Inoltre il registro doveva essere più ironico e grottesco, ma mi rendo conto che per tagliare alla fine del tempo, ho tolto anche le parti che davano più spessore alla storia e ai personaggi. I nomi Furio e Magda sono una citazione al film "Bianco rosso e verdone", voluta per rendere il registro ironico, ma mi sembra che nessuno di voi abbia colto il riferimento e che alla fine di ironia non ce ne sia molta... :-(
Il finale è basato su un poliziotto benefattore che ama prendere foto-trofei delle persone che ha aiutato, ma anche questo è stato troppo sacrificato dallo spazio esiguo. Mi rendo conto che non c'entra molto con il resto e sicuramente è la parte che ha penalizzato di più il racconto.
Prendo atto del fatto che più o meno tutti avete trovato la scrittura scorrevole e piacevole, la prenderò come una nota positiva su cui costruire...

Infine una domanda per Alessio (e anche per tutti voi) sull'uso della terza persona al presente; ho visto che hai commentato la scelta "insolita" su questo, e anche su altri racconti. Personalmente lo trovo un mezzo interessante per gestire i punti di vista di diversi personaggi nell'ambito della stessa storia e pertanto necessaria qui per reggere sia il punto di vista del protagonista che del poliziotto.
Sarei interessato a conoscere la vostra opinione su questo e se vi sembra che sia stata una scelta giusta nell'ambito di questa storia.

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Andrea Partiti
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Re: Gate

Messaggio#10 » mercoledì 24 febbraio 2021, 18:37

Mi piace il tuo stile, si legge molto bene ed è piacevole. Le frasi brevi aiutano a costruire la tensione e potresti rendere ancora di più il senso di urgenza controllandone la lunghezza e rendendole sempre più corte e spezzate man mano che il tempo si esaurisce.
Il finale è un po' debole, ma apprezzo la chiusura in positivo, senza twist. Un poliziotto che genuinamente ama aiutare delle persone, risolvere piccole situazioni e rendere il mondo un posto migliore. Anche solo un esempio più esteso dalle sue foto chiarirebbe tutte le ambiguità. Non ci dici solo della ragazza a cui hanno rubato la borsetta ma ci aggiungi che è stato proprio lui a riportargliela, o qualcosa di sempre implicito ma meno.
Concordo coi nomi, troppo simili per saltare all'occhio facilmente. Ammetto di glissare molto leggendo i nomi e mi sono accorto che c'erano due bambini solo quando li chiami esplicitamente gemelli a metà racconto.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Gate

Messaggio#11 » giovedì 25 febbraio 2021, 19:42

Ciao Andrea,
piacere di leggerti anche fuori dai nostri consueti panni.

Mi sembra strano di essere l’unico ad aver colto subito la tua citazione del famoso (famigerato!) Furio e di sua moglie Magda, che vedo confermata nei tuoi commenti.
Mi sembrava di sentirli recitare il classico “Tu mi adori? E allora lo vedi che la cosa è reciproca?” mentre leggevo la tua storia.
Alla storia che racconti trovo che manchi un po’ di mordente in diversi ‘episodi’, tanto che a un certo punto perfino Furio sbadiglia. Battuta a parte, lo trovo un racconto divertente, un tentativo di satira popolare con le potenzialità per diventare un pezzo comico teatrale o la sceneggiatura per un reboot del simpatico personaggio di Carlo Verdone.
Per quanto riguarda lo stile, a me è piaciuto, noi che veniamo dal GDR in terza al passato lo conosciamo ed apprezziamo. Noterai però che in questo forum va per la maggiore uno stile immersivo che prevede l’uso della prima persona ed una serie di ‘regole’ di scrittura che troverai riportate in molti dei commenti a noi novizi. Per approfondire le troverai riportate anche in un manuale gratuito di scrittura che si trova facilmente online. Dato che siamo qui, il mio consiglio è di provare a seguire queste regole per diversificare gli stili di scrittura di cui sei capace.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Andrea J. Leonardi
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Re: Gate

Messaggio#12 » giovedì 25 febbraio 2021, 21:23

Ciao Andrea, mi scuso per il ritardo nel commento e spero che non sia troppo confusionario.

Tema Tema centrato con sufficienza, poco da aggiungere.

Trama C’è molto da dire. Il rapporto tra la moglie e il marito sembra particolarmente grave nel primo paragrafo, mentre dopo si scopre essere più normale; il contrasto è netto, ma non riesco ad inquadrarlo come positivo o negativo. Particolare anche il finale, che sposta l’attenzione sul poliziotto. L’immagine dell’uomo che cerca la realizzazione nella felicità delle persone che aiuta non mi disturba. Dal punto di vista narrativo, però, credo sia un problema cambiare soggetto in maniera così repentina: si perdono quei concetti di tema, posta in gioco e conflitto che dovrebbero trovare soddisfazione proprio sul finale.

Stile Mi è piaciuta molto la scelta dei dettagli, davvero azzeccati. Lascio qualche precisazione stilistica riguardo aspetti a mio avviso migliorabili:
    • CI sono molti verbi di percezione, sarebbe meglio lasciare la sola percezione. Sente il poliziotto chiamare un’ambulanza. Il poliziotto chiama un ambulanza.
    • «Dovevamo uscire venti minuti fa. Questa volta lo perdiamo!» Non le risponde. Fa sempre così, si agita per nulla.
    «Sei proprio un uomo inutile!!»
    Non c’è bisogno di scrivere il “Non le risponde”, sembra un commento di un narratore esterno, mentre i pensieri successivi sono dentro la testa di Furio. Si vede dal testo che non lo fa perché l’azione semplicemente non viene scritta.
    • Le espressioni di tempo (come “prima di correre via” o “ora è sveglia”) sarebbe meglio trasformarle in scene e verbi per cui la sequenzialità della scrittura è sufficiente. Soprattutto per “prima di correre via”, sembra molto da narratore esterno.
    • Qua non sono sicuro, ma ti espongo la mia idea. “la neve lo preoccupa da quella volta in cui è quasi finito in un canale, salvato solo da un poderoso platano a bordo strada.” Anche questo richiama un narratore esterno. Se il PdV si preoccupa, basta scrivere “La neve lo preoccupa.” Se il PdV pensa a quella volta specifica, allora gli basterà specificare “… da quella volta del platano”, o “da quella volta del canale”. Lui sa di cosa parla, è vero che noi non lo sappiamo, ma il PdV non penserebbe mai a tutto il concetto per esteso.

Generale. L'ho apprezzato di più alle letture successive. Racconto più che godibile, con ottima scelta dei dettagli, ma il finale lascia un po' l'amaro.

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Alessio
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Re: Gate

Messaggio#13 » venerdì 26 febbraio 2021, 21:51

Andrea Furlan ha scritto:Infine una domanda per Alessio (e anche per tutti voi) sull'uso della terza persona al presente; ho visto che hai commentato la scelta "insolita" su questo, e anche su altri racconti. Personalmente lo trovo un mezzo interessante per gestire i punti di vista di diversi personaggi nell'ambito della stessa storia e pertanto necessaria qui per reggere sia il punto di vista del protagonista che del poliziotto.
Sarei interessato a conoscere la vostra opinione su questo e se vi sembra che sia stata una scelta giusta nell'ambito di questa storia.

Il mio non era un giudizio sull'uso della terza persona, era solo una constatazione amichevole :-) La scelta insolita è quella di usare la terza al presente, visto che le forme più utilizzate sono la prima al presente o la terza al passato. La terza al presente, secondo me, rischia di farti restare troppo esterno al punto di vista, mentre la prima al passato fa un effetto "diario" che in generale funziona raramente.
Qui trovo che usare una terza al presente piuttosto che una prima non abbia grandi vantaggi. Una volta che c'è lo stacco della scena, puoi cambiare il punto di vista anche in prima, l'importante è farci capire subito che siamo dentro un altro personaggio. La terza può essere "comoda" in certe situazioni, ma secondo me non è mai *necessaria*.

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antico
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Re: Gate

Messaggio#14 » lunedì 1 marzo 2021, 23:23

Furio e Fulvio... Sono dovuto tornare indietro per capire che Magda non avesse trovato il marito con il sederino roseo e il pisellino al vento. Poi ci metti anche Flavio... Insomma, anche no, a meno di non volere dare al racconto un tono leggero, ironico, che però gli manca totalmente. Poi la reazione del poliziotto... Primo: fare controllare dai medici. Secondo: come può avere mollato tutto (e pure loro la loro macchina) per portare una famigliola all'aeroporto e poi essere felice di avere fatto un buon lavoro avendo snobbato un tamponamento di massa? Tra l'alto, Magda frigna di avere il padre che sta male, ma per tutta la prima parte ci ripeti che quel viaggio è un terribile e noiosissimo clichè... Insomma, anche qui non torna. Il finale poteva essere interessante perché questa figura di soccorritore anomalo poteva aprire fantastici scenario tipo, appunto, che fosse un infiltrato tra le vere forze dell'ordine e avesse agito per scopi meramente personali andando contro a qualunque regola del buon senso e in tal modo sfruttando la povera famigliola che, ancora scioccata, si sarebbe trovata spersa per l'aeroporto, ferita, senza ricordare dove avessero lasciato la macchina. Insomma, il serial killer delle buone azioni. Concludendo, testo che non mi ha convinto: pollice ni. Però al serial killer delle buone azioni una chance di revisione gliela darei...

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