L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

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Emiliano Maramonte
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L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 1:26

Emil fissa la porta d’acciaio e lo stomaco gli si stringe per la paura. La penombra del corridoio d’accesso al bunker non fa che accrescere l’angoscia dell’attesa.
Sua madre gli sta vicino. Ha il fucile a tracolla. Si è piegata sulle ginocchia e lo guarda con un misto di apprensione e fiducia. Gli appoggia le mani sulle spalle e dice: «Ora tocca a te. Ricordi le regole?»
Emil annuisce. Le ha ripetute fino alla noia. «Corri veloce. Guardati sempre intorno. Prendi tutti i floricarne che puoi. Se scorgi un asag grigio, scappa e torna al bunker.»
«Bravo, piccolo mio» sorride sua madre. «Tuo padre sarebbe fiero di te.»
Emil è orgoglioso per quelle parole: gonfia il petto e per un po’ dimentica la paura.
«Ora devi andare» annuncia la madre. Si alza, imbraccia il fucile e si avvicina alla porta. Inserisce la chiave nella serratura e gira la maniglia. «Due minuti, ricorda.»
A Emil tornano in mente le parole di suo padre: sono ciechi ma hanno un olfatto portentoso. Ti individuano in due minuti. Poi non hai più scampo. «Mamma, ho paura» si lascia sfuggire, prima che lei apra la porta.
«Non devi averne. Sei forte, come tuo padre.»
Emil sospira. Adesso il suo ruolo è fondamentale per la famiglia. Ha una grande responsabilità. Non so se ce la faccio, pensa. Mi prenderanno.
«Io sarò con te» gli fa coraggio sua madre. Spalanca la porta.
Tutto è grigio, dal cielo alla terra. E la smorta monotonia è rotta solo dal viola dei globi sugli steli, sparsi a perdita d’occhio intorno al bunker. Emil annusa l’aria, puzza di acre disfacimento.
Sua madre punta il fucile oltre la soglia. Il vento s’insinua nell’ingresso del bunker e fa stormire le sterpaglie e i lunghi steli dei floricarne. «Pronto?» dice a Emil, mostrandogli l’orologio appartenuto a suo padre. Poi gli porge un sacco di iuta.
Non si è mai pronti ad affrontare gli asag grigi; Emil, questo, lo sa benissimo, ma annuisce convinto. «Pronto.»
«Da questo momento hai due minuti. Corri!»
Emil scatta come un fulmine e si dirige a testa bassa verso il campo di floricarne. Le sterpaglie gli graffiano le gambe, lo strato di cenere sul terreno lo rallenta, ma lui non molla, resiste al dolore.
Si ferma vicino a un cespuglio di piante e riprende fiato. Ora è in mezzo al nulla. Lancia occhiate veloci sperando di non notare alcun movimento. Ha di fronte i globi viola, succosi e profumati, e si prepara a raccoglierli.
«Un minuto e quaranta secondi!» gli urla sua madre.
Afferra il primo globo e tira, ma non viene via. Stringe i denti e il frutto si stacca. Apre il sacco e lo lascia cadere dentro. Passa al successivo. Viene via più facilmente. Il raccolto sta andando bene.
«Un minuto e dieci secondi!»
Ne prenderò altri dieci, pensa. Altri cinque floricarne sono suoi.
«Hai solo sessanta secondi, Emil!»
«Ho quasi finito!» la rassicura.
Ancora un paio di frutti.
Fatto!
Stringe il cordino e chiude il sacco, ma si accorge che è troppo pesante.
«Quaranta secondi! Vieni via!»
Emil spinge sulle gambe e si tira dietro il raccolto. Fa una fatica del diavolo. Ci metterà troppo.
«Venti secondi! Lascia il sacco e corri!»
Emil non vuole farlo. Non posso deludere papà. È tardi. Ha capito che non arriverà in tempo al bunker.
«Corri!» grida disperata sua madre. Punta il fucile verso di lui.
Gli viene da piangere. Non ha intenzione di mollare proprio ora, ma gli asag arriveranno presto.
«Tempo scaduto!»
Coglie un movimento con la coda dell’occhio. Si ferma. Lascia andare il sacco.
«EMIL!»
Un asag compare proprio davanti a lui. È più orribile di quanto immaginasse. Gli occhietti opachi sono ipnotici e i denti sporgenti incutono terrore. Il cuore di Emil galoppa impazzito. Non riesce a sopprimere i tremiti.
Uno sparo. L’asag sguscia dietro di lui e ne compare un altro. E un altro.
I piccoli mostri balzano sopra di lui. Il panico gli stringe la mente in una morsa d’acciaio. Emil si dibatte e riesce a scargliarne via un paio. Ma alcuni artigli gli hanno già penetrato la carne. Il veleno sta già entrando in circolo. «Mamma!» urla. E s’incammina verso di lei. Le forze lo abbandonano. Presto sarà il loro cibo. E sarà contagioso.
«Fermo!» gli intima sua madre. Piange.
«Aiutami!» Si inginocchia, stremato.
«Perdonami. Non doveva finire così.»
Il clangore della porta che sbatte è una condanna.



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antico
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 16 febbraio 2021, 1:33

Ciao Emiliano! Caratteri ok, malus minimo per il tempo! Buona 150° EDITION!

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Sherwood
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 15:36

Ciao Emiliano,
complimenti per il racconto cupo che si svolge forse, in un futuro distopico. Non sappiamo molto su chi siano le creature crudeli che si cibano degli esseri umani, forse dei mutanti, ma non importa. Fin dall'inizio ci rendiamo conto che la situazione è al limite e che per sopravvivere bisogna rischiare la vita. Il ragazzino ce la mette tutta, nonostante la paura, ma il suo cuore, fin troppo grande per la sua stazza, lo tradisce. Ciò che rende questo brano straziante è proprio la grande generosità che, purtroppo, paga con la vita. Descrizioni perfette: tutto è grigio dal cielo alla terra e quell'aria di disfacimento che si respira.
Testo che lascia il lettore con il fiato sospeso fino alla fine, personalmente, ma non è una critica, avrei preferito un colpo di fucile al rumore della porta che si chiude. Ottima interpretazione del tema centrato al 100%, praticamente è un conto alla rovescia fin dalle prime battute. Bravissimo. Buona 150° edizione.

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GiulianoCannoletta
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » martedì 16 febbraio 2021, 18:33

Ciao Emiliano, piacere di leggerti in questa edizione anniversario! Ho seguito sul gruppo facebook le tue peripezie e sono davvero contento che tu sia riuscito a partecipare, “all'ultimo minuto”!
Veniamo al racconto. Ottimo nello stile e nel dipingerci il giovane protagonista, ansioso di mostrarsi all'altezza del padre in un mondo a dir poco brutale.
Ecco quelli che sono per me i punti deboli. Si intuisce abbastanza presto dove la storia vada a parare, per cui non sono riuscito a vivermi la tensione del fallimento, perché già immaginavo la brutta fine che avrebbe fatto il protagonista.
Anche il conto alla rovescia non aiuta e non mi è chiaro il perché abbia a disposizione due minuti precisi.
Inoltre non sono convinto dalla scelta dei mostri, ho faticato a figurarmeli, anche nella scena finale. In un testo così breve forse sarebbe stato più immediato rifarsi a creature più note, anche se abusate. (Quest'ultima considerazione prendila con le molle, ci sto ancora riflettendo).
Bravissimo, a rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Red Robin
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » mercoledì 17 febbraio 2021, 13:42

Il racconto è di buona fattura, è ben sfruttata l'immersività. In alcuni punti, ad esempio in tutte le sequenze riguardanti la raccolta, riesci a sfruttare bene la suspense e il pathos e a coinvolgere il lettore. Per questo, ti faccio i miei complimenti. Avrei ridotto però un po' lo spazio dedicato alle battute iniziali, forse per rendere più leggero l'avvio. A tratti anche il continuo riferimento alla figura del padre, che oltretutto non compare, diventa fastidioso (ti riporto ovviamente le mie impressioni durante la lettura, altri magari avranno un punto di vista opposto). Interessanti i risvolti a livello di trama e ambientazione, secondo me vero punto di forza del racconto e motivo per cui ho intenzione di premiarlo nella classifica. Nel complesso, buon lavoro!

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MatteoMantoani
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » mercoledì 17 febbraio 2021, 21:14

Prime Impressioni. Ciao Emiliano, rieccomi a commentare un tuo pezzo! Sono contento che alla fine ti sia unito alla gara, mi dispiace per i punti di malus, però è lodevole che tu comunque abbia voluto postare il tuo racconto. Grande spirito sportivo!

Aderenza al tema. Va benissimo! C'è l'urgenza di un cronometro che scade e il fallimento dello stare nei tempi prestabiliti. Per me ok!

Punti di miglioramento. Hai scelto una difficile terza persona. Io stesso non la padroneggio bene, quindi non so come consigliarti per migliorarla, posso però trovare alcune parti che mi sembrano allontanare la focalizzazione. Quando ho letto l’incipit, ho pensato volessi rendere un narratore in terza persona intima (ho letto definizioni di tutti i colori, questo dovrebbe essere il narratore rappresentato da una telecamera sulla spalla del pdv e con capacità di leggere i suoi pensieri, da rendere col discorso indiretto libero). In alcune frasi, però, ho notato una presa di distanza:
Le sterpaglie gli graffiano le gambe, lo strato di cenere sul terreno lo rallenta, ma lui non molla, resiste al dolore.;
Fa una fatica del diavolo. Ci metterà troppo. ;
Il clangore della porta che sbatte è una condanna.
Questi direi sono interventi in prima persona di un narratore onnisciente. Non voglio dire che siano errori (come ho detto, io stesso non sono in grado di scrivere bene in terza), però in queste occasioni ho sentito un po’ un distanziamento che ha allentato il mio coinvolgimento. Te la butto lì, dimmi pure cosa ne pensi.
Ci sarebbe anche una piccola frase in cui è esplicitato l’ordine delle scene: «Mamma, ho paura» si lascia sfuggire, prima che lei apra la porta direi che anche qui non c’è bisogno di dire “prima che lei apra la porta”, puoi semplicemente mostrare un’azione e poi l’altra.
Piccolissima ultima nota: anche “asag” dovrebbe andare al corsivo.
Ultimissima cosa (ma qui posso essere benissimo io a capire fischi per fiaschi) è che fino a metà racconto mi pareva che la scena si svolgesse fuori dal bunker (e il personaggio avrebbe dovuto correrci dentro).

Punti di forza. Riguardo l’ambientazione non dici molto, ma in realtà non si sente troppo la mancanza dei dettagli che non fornisci. Ho pensato subito a uno scenario post-apocalittico con regole del tutto originali: questi due minuti al cui scadere occorre chiudere il bunker mi hanno fatto pensare alle radiazioni, cui l’esposizione velenosa (anche misurata in minuti) risulta fatale (e contagiosa). Con questa interpretazione si poteva anche fare a meno dei mostri, che comunque fanno da contorno e ci possono stare. La cosa che mi è piaciuta di più è che comunque il protagonista si frega con le sue mani, per colpa della sua avidità.

Conclusioni. Qualche piccolo appunto sulla stesura, come ti ho fatto notare, ma la trama incuriosisce a saperne di più. Insomma, ho letto il tuo pezzo volentieri. Sebbene più semplice di altri tuoi pezzi, il tuo racconto mi ha comunque divertito. Non mollare mai! A rileggerci.

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Emiliano Maramonte
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » giovedì 18 febbraio 2021, 15:57

Sherwood ha scritto:Ciao Emiliano,
complimenti per il racconto cupo che si svolge forse, in un futuro distopico. Non sappiamo molto su chi siano le creature crudeli che si cibano degli esseri umani, forse dei mutanti, ma non importa. Fin dall'inizio ci rendiamo conto che la situazione è al limite e che per sopravvivere bisogna rischiare la vita. Il ragazzino ce la mette tutta, nonostante la paura, ma il suo cuore, fin troppo grande per la sua stazza, lo tradisce. Ciò che rende questo brano straziante è proprio la grande generosità che, purtroppo, paga con la vita. Descrizioni perfette: tutto è grigio dal cielo alla terra e quell'aria di disfacimento che si respira.
Testo che lascia il lettore con il fiato sospeso fino alla fine, personalmente, ma non è una critica, avrei preferito un colpo di fucile al rumore della porta che si chiude. Ottima interpretazione del tema centrato al 100%, praticamente è un conto alla rovescia fin dalle prime battute. Bravissimo. Buona 150° edizione.


Grazie di cuore per gli apprezzamenti e per i complimenti.
Il racconto non è esente da difetti (anzi!) ma mi ha dato soddisfazione, nonostante lo abbia scritto in condizioni critiche (ma questa non dev'essere una scusante).
In realtà, il finale con il colpo di fucile è stata la mia prima scelta, era così che doveva concludersi, ma mi sembrava banale e più scontato di quanto non fosse, così ho optato per l'abbandono all'esterno da parte della madre, e credo che sia una soluzione ancor più straziante (quale sarà il vero destino del ragazzo?).
Grazie ancora e buona Edition!

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Emiliano Maramonte
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » giovedì 18 febbraio 2021, 16:06

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Emiliano, piacere di leggerti in questa edizione anniversario! Ho seguito sul gruppo facebook le tue peripezie e sono davvero contento che tu sia riuscito a partecipare, “all'ultimo minuto”!
Veniamo al racconto. Ottimo nello stile e nel dipingerci il giovane protagonista, ansioso di mostrarsi all'altezza del padre in un mondo a dir poco brutale.
Ecco quelli che sono per me i punti deboli. Si intuisce abbastanza presto dove la storia vada a parare, per cui non sono riuscito a vivermi la tensione del fallimento, perché già immaginavo la brutta fine che avrebbe fatto il protagonista.
Anche il conto alla rovescia non aiuta e non mi è chiaro il perché abbia a disposizione due minuti precisi.
Inoltre non sono convinto dalla scelta dei mostri, ho faticato a figurarmeli, anche nella scena finale. In un testo così breve forse sarebbe stato più immediato rifarsi a creature più note, anche se abusate. (Quest'ultima considerazione prendila con le molle, ci sto ancora riflettendo).
Bravissimo, a rileggerci presto!
Giuliano


Ciao Giuliano, grazie davvero tanto per il tuo feedback.
Il fatto che io lo abbia scritto in un'ora non dev'essere una scusante, anzi! Massacratemi pure!
Lo so che è una storia lineare. Quando l'ho riletta ancora la mattina successiva, mi sono accorto che effettivamente dava una sensazione di "scontato", ma ho giocato tutto sulla velocità della trama e sulla suspense. Ci sono riuscito? Boh, la classifica finale lo dirà.
Ovviamente io ho ben in mente tutto il background e tutto l'antefatto della storia, quindi gli asag (che sono demoni della tradizione sumera, i quali sono considerati portatori di malattie...), erano necessari, in quanto avrebbero dovuto lasciar intuire una corruzione organica, un abbruttimento dell'ambiente, dovuti a una non meglio precisata catastrofe globale.

Comunque grazie e buona edizione!

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Emiliano Maramonte
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » giovedì 18 febbraio 2021, 16:32

MentisKarakorum ha scritto: Prime Impressioni. Ciao Emiliano, rieccomi a commentare un tuo pezzo! Sono contento che alla fine ti sia unito alla gara, mi dispiace per i punti di malus, però è lodevole che tu comunque abbia voluto postare il tuo racconto. Grande spirito sportivo!

Aderenza al tema. Va benissimo! C'è l'urgenza di un cronometro che scade e il fallimento dello stare nei tempi prestabiliti. Per me ok!

Punti di miglioramento. Hai scelto una difficile terza persona. Io stesso non la padroneggio bene, quindi non so come consigliarti per migliorarla, posso però trovare alcune parti che mi sembrano allontanare la focalizzazione. Quando ho letto l’incipit, ho pensato volessi rendere un narratore in terza persona intima (ho letto definizioni di tutti i colori, questo dovrebbe essere il narratore rappresentato da una telecamera sulla spalla del pdv e con capacità di leggere i suoi pensieri, da rendere col discorso indiretto libero). In alcune frasi, però, ho notato una presa di distanza:
Le sterpaglie gli graffiano le gambe, lo strato di cenere sul terreno lo rallenta, ma lui non molla, resiste al dolore.;
Fa una fatica del diavolo. Ci metterà troppo. ;
Il clangore della porta che sbatte è una condanna.
Questi direi sono interventi in prima persona di un narratore onnisciente. Non voglio dire che siano errori (come ho detto, io stesso non sono in grado di scrivere bene in terza), però in queste occasioni ho sentito un po’ un distanziamento che ha allentato il mio coinvolgimento. Te la butto lì, dimmi pure cosa ne pensi.
Ci sarebbe anche una piccola frase in cui è esplicitato l’ordine delle scene: «Mamma, ho paura» si lascia sfuggire, prima che lei apra la porta direi che anche qui non c’è bisogno di dire “prima che lei apra la porta”, puoi semplicemente mostrare un’azione e poi l’altra.
Piccolissima ultima nota: anche “asag” dovrebbe andare al corsivo.
Ultimissima cosa (ma qui posso essere benissimo io a capire fischi per fiaschi) è che fino a metà racconto mi pareva che la scena si svolgesse fuori dal bunker (e il personaggio avrebbe dovuto correrci dentro).

Punti di forza. Riguardo l’ambientazione non dici molto, ma in realtà non si sente troppo la mancanza dei dettagli che non fornisci. Ho pensato subito a uno scenario post-apocalittico con regole del tutto originali: questi due minuti al cui scadere occorre chiudere il bunker mi hanno fatto pensare alle radiazioni, cui l’esposizione velenosa (anche misurata in minuti) risulta fatale (e contagiosa). Con questa interpretazione si poteva anche fare a meno dei mostri, che comunque fanno da contorno e ci possono stare. La cosa che mi è piaciuta di più è che comunque il protagonista si frega con le sue mani, per colpa della sua avidità.

Conclusioni. Qualche piccolo appunto sulla stesura, come ti ho fatto notare, ma la trama incuriosisce a saperne di più. Insomma, ho letto il tuo pezzo volentieri. Sebbene più semplice di altri tuoi pezzi, il tuo racconto mi ha comunque divertito. Non mollare mai! A rileggerci.


Ciao Matteo!
Grazie per il dettagliato feedback. Sei sempre così attento e prodigo.
Vedi, dopo tanti anni di scrittura, ho ancora moltissimi dubbi, e questo, penso, sia un bene in quanto i dubbi ti spingono a studiare e a voler migliorare. Hai sollevato dei rilievi interessantissimi sul discorso della terza persona. Alla fin fine, mi chiedo da tempo: dov'è il limite tra i vari tipi di narratori? E ha senso discettare di queste cose? Non ho una risposta. Provo a essere distaccato, a tenere la famosa telecamera del PDV lontana da me, ma spesso viene fuori tutto istintivo e non ci si fa attenzione. Comunque approfondirò: è importante per essere ancora più incisivi ed efficaci nella narrazione.
Per quanto riguarda l'ambientazione e il background, avevo pensato anche a un "postatomico" con le radiazioni e tutto il resto, ma sarebbe stato troppo canonico; ho invece cercato un elemento di originalità. Dopo una catastrofe globale, possono succedere tante cose assolutamente imprevedibili, tra cui anche l'emergere di creature diverse o di bestie che, in specifiche nicchie ecologiche, lottano per la sopravvivenza. Alla fine ho lasciato molto all'immaginazione del lettore. Anche la questione dei due minuti, è precisa. Dalle numerose esperienze dei sopravvissuti nei bunker, si è accertato che gli asag compaiono esattamente entro due minuti, quindi il tempo a disposizione per prendere l'unico cibo a disposizione (i floricarne, ossia piante che hanno caratteristiche dei vegetali e del mondo animale...) è proprio quello! So che è un parametro forzato, ma non mi veniva in mente altro.

Grazie ancora e buona Edizione!!!

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Giovanni Attanasio
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » sabato 20 febbraio 2021, 13:34

Ciao! (I pareri espressi sono soggettivi e guidati solo dal mio ragionare sul testo.)
L’incipit ci mostra l’urgenza e ci da un’idea sulla situazione. Forse lo avrei snellito un po’ aggiungendo un po’ di mistero, così da rendere la seconda parte e la risoluzione molto più d’impatto.
“Emil spinge sulle gambe e si tira dietro il raccolto. Fa una fatica del diavolo. Ci metterà troppo.” Questa frase la renderei più “visiva”, magari assieme a un indizio delle madre che ci fa capire che il ragazzo non riesce a tirare il sacco perché è pesante.
Ad ogni modo, un buon testo con un finale deciso.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » domenica 21 febbraio 2021, 16:03

Un ottimo worldbuilding di stampo classico post-apocalittico dove natura e animali nuovi sono minacce. C’è parecchio raccontato e qualche informazione ridondante e fastidiosa: la madre che cita continuamente il padre può funzionare alla prima, già alla seconda mi pare gratuita e l’infodump sul suo orologio aggrava la cosa.
Fino a metà racconto ho pensato che loro stessero entrando e non uscendo dal bunker: il corridoio D’ACCESSO mi ha fuorviato, un banale corridoio D’USCITA non mi avrebbe confuso.
Discrete le descrizioni sensoriali, tranne quella “puzza di acre disfacimento” che dice tutto e niente.
“Ne prenderò altri dieci, pensa. Altri cinque floricarne sono suoi.” Confonde un po' le idee su quanti ne abbia già in saccoccia.
Telefonato il fatto che qualcosa sarebbe successo e che sarebbe anche finita male. Non capisco perché il bambino si preoccupi di essere contagioso quando a breve sarà sbranato.
Il tema è preso, ma con riserva: è vero che è all’ultimo minuto che Emil si palesa che pecchi di superbia e cerchi di strafare, però è la condotta intera nei due minuti che lo fotte.
Ma è solo una fesseriola e non inficia nel giudizio finale.

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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » lunedì 22 febbraio 2021, 7:37

Ciao Emiliano. Scrittura scorrevole, con un pathos crescente e una buona immersività. All'inizio avrei preferito qualche chiacchiera in meno e magari qualche dettaglio in più. L'idea è carina, ma forse con qualcosa di più semplice avresti fatto il botto, nel senso che abbiamo pochi elementi per capire questi asag cosa siano e cosa facciano, o cosa siano i flouricarne. Purtroppo dopo qualche riga avevo già intuito che il ragazzo ci avrebbe rimesso le penne per una sua stupidità.
Comunque un buon pezzo.

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Mario Mazzafoglie
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » mercoledì 24 febbraio 2021, 22:15

Ciao Emiliano.
Ottimo racconto con solo qualche sbavatura sotto il profilo dell'immersività come già qualcuno ti ha fatto notare.
In alcune parti, infatti, i pensieri del ragazzo stridono un po' con quello che gli sta succedendo intorno.
Come ti ha detto sempre qualcuno, l'ingombro del padre nella parte iniziale poteva essere evitato, ma credo di aver capito anche per quale motivo hai cercato di infilarlo dentro.
Detto questo, mi è piaciuto molto lo sviluppo della storia e il finale: un ragazzino che mette tutto se stesso per la causa e proprio per genereosità fa una brutta fine.
Un nota di merito anche per la madre dell'anno!
A rileggerti.

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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » giovedì 25 febbraio 2021, 17:29

Ciao Emiliano, il tuo racconto parte con un buon incipit che ci mostra subito l’urgenza e il pericolo della situazione. A mio avviso ti sei dilungato troppo nel dialogo tra il bimbo e sua madre facendo perdere alla narrazione un po’ di tensione e mordente. La corsa nei campi del bambino è ben descritta anche se ho avuto la percezione che fosse un po’esterna rispetto al pdv e di conseguenza che ne risentisse la focalizzazione della scena. Il plot-twist è prevedibile, forse avresti potuto optare per un finale aperto guadagnandone in impatto.
A rileggerti.

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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:24

Ciao Emiliano, piacere di leggerti.
Finalmente siamo usciti dalla tua comfort zone e non abbiamo più violenze familiari e vendette! :P
A parte gli scherzi, sicuramente un buon racconto e da amante dei finali amari, ammetto che sei stato coraggioso a non dare il contentino al lettore.
Però, stranamente, non ho sentito la mazzata alla stomaco che mi sarei aspettato e ho cercato di capire il perché. Forse perché la fine del bambino rimane un po' troppo fine a sé stessa in un racconto così breve. Cioè, nel senso, quello che mi rimane è lui che esce, prova a fare in tempo, non ce la fa e muore, punto. Magari avrebbe dato qualche emozione in più se il suo sacrificio fosse servito a qualcosa, dando un po' di forza alla storia. Perché in questo modo mi lascia un po' a bocca asciutta. Penso che questo sia l'unico grande problema del tuo pezzo. A rileggerci!

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antico
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » venerdì 26 febbraio 2021, 13:44

Un racconto che raggiunge esattamente il risultato che, immagino, tu volessi fargli raggiungere senza perdersi in fronzoli e senza evidenti punti deboli. Ho molto apprezzato l'asciuttezza del tutto e questo finale così scarno e crudo. E ottimo anche per la mancanza di dettagli che avrebbero allontanato l'immersività, questo a tutto vantaggio di un contesto che crea molta curiosità nel lettore. Sei anche riuscito a dare un senso di urgenza. Per me un pollice su.

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Emiliano Maramonte
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Re: L'ultimo raccolto di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » venerdì 26 febbraio 2021, 16:35

Colgo l'occasione per ringraziare gli altri concorrenti che mi hanno letto all'ultimo minuto e mi hanno dato, come sempre, utilissimi suggerimenti e spunti di riflessione. E soprattutto ringrazio l'Antico per questo commento. Non mi aspettavo il pollice su e soprattutto questi apprezzamenti. Quasi quasi il commento me lo incornicio!

Emiliano.

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