Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 2:10

Immagine

BENVENUTI A LA CENTOCINQUANTESIMA EDITION, LA SESTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 150° ALL TIME!

Questo è il gruppo TARDIS de LA CENTOCINQUANTESIMA EDITION con il TEAM DI MC come guest stars (Maurizio Bertino, Francesco Nucera, Massimiliano Enrico, Roberto Romanelli, Angelo Frascella).

Gli autori del gruppo TARDIS dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DELOREAN.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo QUANTUM LEAP.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dal TEAM DI MC. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo TARDIS:

Femme fatale, di Maurizio Ferrero, ore 22.57, 4227 caratteri
Martirio, di Agostino Langellotti, ore 00.13, 4214 caratteri
L’ultimo raccolto, di Emiliano Maramonte, ore 01.26, 4221 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
Appena in tempo, di Alessio Vallese, ore 00.59, 3384 caratteri
Il momento migliore, di Andrea Leonardi, ore 00.15, 3859 caratteri
Ultimo ricordo, di Soraia Patrizi, ore 23.15, 3824 caratteri
Finché avrò vita, di Pietro D’Addabbo, ore 00.58, 4075 caratteri
Lealtà, di Andrea Partiti, ore 22.10, 1727 caratteri
Zuzana Romero, di Antonio Pilato, ore 23.14, 4195 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 FEBBRAIO per commentare i racconti del gruppo DELOREAN Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 26 FEBBRAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo DELOREAN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DELOREAN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA CENTOCINQUANTESIMA EDITION A TUTTI!



Avatar utente
GiulianoCannoletta
Messaggi: 520

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 17 febbraio 2021, 19:59

Ecco la mia classifica e relativi commenti. Come sempre, anche in questa edizione anniversario la qualità è stata alta, e la classifica faticosa da stilare. Un applauso a tutti i partecipanti!

1) Femme fatale,
2) Martirio,
3) L’ultimo raccolto,
4) Il momento migliore,
5) Finché avrò vita,
6) Appena in tempo,
7) Zuzana Romero,
8) Ultimo ricordo,
9) Lealtà,



Femme fatale
Ormai mi capita spesso di commentarti, anche stavolta hai più che soddisfatto il mio palato per quanto riguarda lo stile vivido e scorrevole.
Per quanto riguarda il tema, la fidanzata in ritardo (o nel nostro caso “all'ultimo minuto”) è un cliché abusato (credo che anche in questa edizione ci siano altri racconti che ci giocano) e che ho sempre trovato un po' fastidioso. Non è il tuo caso, sei stato davvero abile nel ribaltarlo, nell'utilizzarlo per mostrarci una dinamica di coppia intrisa di una violenza psicologica tutt'altro che velata. La vendetta finale, poi, non può che strappare un sorriso soddisfatto.


Martirio
Una prosa scorrevole per una storia cruda, in cui sei bravo a giocare con i pregiudizi del lettore. Nella prima parte siamo certi di assistere alle sevizie di un crudele inquisitore. Nella seconda evochi scenari lovecraftiani e scopriamo che i nostri torturatori ci hanno forse salvato da disastri ben peggiori.
L'unico appunto che mi sento di farti è sull'interpretazione del tema che mi pare centrata solo in parte. L'intervento all'ultimo minuto qui mi pare più un espediente narrativo (fra l'altro frequente in storie di questo tipo) invece che il vero fulcro del racconto.


L'ultimo raccolto
Veniamo al racconto. Ottimo nello stile e nel dipingerci il giovane protagonista, ansioso di mostrarsi all'altezza del padre in un mondo a dir poco brutale.
Ecco quelli che sono per me i punti deboli. Si intuisce abbastanza presto dove la storia vada a parare, per cui non sono riuscito a vivermi la tensione del fallimento, perché già immaginavo la brutta fine che avrebbe fatto il protagonista.
Anche il conto alla rovescia non aiuta e non mi è chiaro il perché abbia a disposizione due minuti precisi.
Inoltre non sono convinto dalla scelta dei mostri, ho faticato a figurarmeli, anche nella scena finale. In un testo così breve forse sarebbe stato più immediato rifarsi a creature più note, anche se abusate. (Quest'ultima considerazione prendila con le molle, ci sto ancora riflettendo).


Appena in tempo
Il protagonista pare accedere per un soffio a un servizio sanitario costoso e organizzato a mo' di catena di montaggio. Scopriamo poi (se non ho frainteso, ti confesso di essere rimasto con il dubbio) che si tratta di un servizio di eutanasia. Qui ti pongo il mio primo dubbio, poiché alla prima lettura ho pensato che nella scena finale lo stessero sedando per operarlo, e mi è sembrato un finale mozzo. Ho riletto il testo per capire se mi ero perso un passaggio, fino ad approdare a questa interpretazione. (Leggo ora un altro commento che ha il mio stesso dubbio).
Il finale mi lascia in ogni caso un po' perplesso, come se mancasse qualcosa.
L'aspetto positivo è senza dubbio la prosa scorrevole, l'abilità con cui dispensi piccoli dettagli per rendere il racconto tridimensionale senza mai appesantirlo.


Il momento migliore
Un racconto piacevole e ben scritto, con la giusta dose di ironia, ma senza quel guizzo in più che l'avrebbe reso un ottimo racconto.
Ho faticato un bel po' a immedesimarmi con il pdv, ad assumere le sue motivazioni, tanto da pensare che forse l'impianto del racconto avrebbe retto di più se il pdv fosse stato quello dello scudiero.
Un punto in particolare mi ha un po' spezzato l'immedesimazione. Quando il protagonista si accorge di avere un lupo alle spalle mi pare trascorra troppo tempo prima che provi a scappare. Il tempo di veder concludere l'altro combattimento e “pensare” di dover fuggire invece di lanciarsi in una fuga disperata.
Per quanto riguarda il tema direi pienamente centrato.


Ultimo ricordo
Un ragazzo si prepara al diciottesimo, la fine dell'adolescenza e passaggio all'età adulta. Ci hai consegnato un testo molto intimo e riflessivo. È facile immedesimarsi nel personaggio sia per il tuo stile pulito e gradevole, sia perché ci proponi uno spaccato di vita, bilanci e aspettative, con cui tutti bene o male ci siamo confrontati. Tuttavia in questo testo mi è mancato qualcosa, un po' di mordente, qualche dettaglio davvero memorabile, che rimanesse impresso, o che semplicemente caratterizzasse di più questo “momento di passaggio” al di là della semplice attesa della maggiore età anagrafica.
Tema decisamente centrato.


Finché avrò vita
Un bel racconto di cacciatori di frodo che mantiene una certa tensione fino allo scontro finale, in cui i cacciatori diventano prede.
Per tutto il tempo ci chiediamo a cosa stiano dando la caccia. Io all'inizio (forse per la sigla T13) avevo in realtà pensato a qualcosa di meccanico. Alla fine sembra mi è rimasto qualche dubbio. (nitrito, corno bianco, forse un unicorno? Anche se lo vedo poco adatto a questa ambientazione stile savana).
Lo stile mi pare preciso e pulito, forse avrei evitato quel “repentinamente” e un altro paio di termini, ma sono davvero dettagli.
Riguardo al tema lo trovo centrato solo in parte. Come successo anche in altri racconti, l'ultimo minuto qua mi pare più un espediente narrativo usato sul finale, che il vero fulcro del racconto.


Lealtà
Punto di forza del tuo racconto è la prospettiva un po' insolita che hai scelto di usare, utilizzando la gratitudine del protagonista verso le proprie scarpe per narrarci le sue peripezie. Ha contribuito a tenere alto il mio interesse fino alla fine. Tuttavia sei stato un po' avido di dettagli, ben poco si sa di questa fuga e questo mi ha impedito un po' di immedesimarmi fino in fondo col nostro fuggiasco. Ancor di più quando ho scoperto che scappava da creature mostruose, quindi con un background fantastico che sarebbe stato meglio approfondire.
Anche il tema non mi sembra centrato fino in fondo, l'ultimo minuto mi pare più un espediente narrativo usato nel finale che il vero fulcro del racconto.


Zuzana Romero
Per il tuo racconto hai scelto di usare un narratore onnisciente, particolarmente fiabesco.
Non sono ostile a priori a questo stile di scrittura, ma (soprattutto da quando frequento questo forum) mi sono accorto che è poco adatta a racconti così brevi. Il tuo caso è significativo, il racconto suona come un'antica leggenda, sei bravo a dare quest'effetto con le tue parole, ma sembra concludersi troppo presto, in maniera un po' frettolosa, costringendoti anche a una sorte di “spiegazione” finale sulla dinamica dell'ultimo minuto, probabilmente perché non c'era più lo spazio per farlo capire al lettore in un'apposita scena.
La tua scrittura è comunque precisa e gradevole, concordo con il commento precedente, la ripetizione di ultimo minuto pare un po' forzata, come a voler esplicitare la presenza del tema, che comunque mi pare assolutamente centrato.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Red Robin
Messaggi: 76

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 17 febbraio 2021, 22:31

Ecco i miei commenti e la classifica (ovviamente alcune posizioni saranno differenti da quello che ho lasciato intendere nei commenti, perché nel confronto complessivo ho premiato principalmente l'originalità, i testi che mi sono rimasti più impressi, e in misura minore stile e aspetti tecnici, se non in caso di gravi mancanze):

1)"Femme fatale" di Maurizio Ferrero;
2)"L'ultimo raccolto" di Emiliano Maramonte;
3)"Zuzana Romero" di Antonio Pilato;
4) "Finché avrò vita" di Pietro D'Addabbo;
5)"Martirio" di Agostino Langellotti;
6)"Ultimo ricordo" di Soraia Patrizi;
7)"Il momento migliore" di Andrea Leonardi;
8)"Appena in tempo" di Alessio Vallese;
9) "Lealtà" di Andrea Partiti.

1)Il racconto è aderente al tema, anche se, come già ti è stato segnalato prima di me, sotto quest'aspetto non brilla per originalità. La storia scorre senza problemi però, lo stile è fluido e il colpo di scena finale risulta ben inserito non tanto per la sua presenza in quello specifico punto del testo quanto per il modo in cui si abbina al tono del racconto stesso. Buona prova, anche per il modo in cui hai sfruttato l'immersività. Ho notato solo due piccole stonature ("È venti minuti che ti aspetto", che però ci può anche stare se vuoi riprodurre il parlato, e "Sperare a noi due", che decisamente non va). Buon contest!

2)Il racconto è di buona fattura, è ben sfruttata l'immersività. In alcuni punti, ad esempio in tutte le sequenze riguardanti la raccolta, riesci a sfruttare bene la suspense e il pathos e a coinvolgere il lettore. Per questo, ti faccio i miei complimenti. Avrei ridotto però un po' lo spazio dedicato alle battute iniziali, forse per rendere più leggero l'avvio. A tratti anche il continuo riferimento alla figura del padre, che oltretutto non compare, diventa fastidioso (ti riporto ovviamente le mie impressioni durante la lettura, altri magari avranno un punto di vista opposto). Interessanti i risvolti a livello di trama e ambientazione, secondo me vero punto di forza del racconto e motivo per cui ho intenzione di premiarlo nella classifica. Nel complesso, buon lavoro!

3)Ciao Antonio, innanzitutto voglio farti i miei più sinceri complimenti per l'originalità con cui ha sfruttato la tematica del minuto associato agli orologi. Concordo però con chi mi ha preceduto nei commenti sul fatto che forse hai calcato troppo la mano sulla spiegazione del tema. I passaggi narrativi erano chiari, avrei preferito capirlo da solo. Lo stile è buono e mostri di possedere un lessico ampio, che però secondo me va affinato nell'uso. Quando parli degli studi di Zacarias nell'ultima parte del testo usi una lunga perifrasi, e non è l'unico caso. Insomma, a volte la narrazione risulta un po' appesantita dalla prosa, che non è esente da piccole sbavature linguistiche. Nel complesso comunque, un lavoro molto buono.

4)Lo stile è davvero molto buono i miei complimenti. Nonostante i periodi a tratti non spicchino per brevità, il racconto si lascia leggere molto facilmente ed il tutto è particolarmente fluido e ben descritto (l'immersività è sfruttata molto bene). Tuttavia, faccio fatica a riscontrare l'aderenza al tema, o magari c'è in una maniera più implicita (lungi da me considerare questo un errore), ma che appare troppo forzata anche se sì va ad eseguire un'analisi non troppo superficiale. Anzi, io ho pensato delle ipotesi, ma rischio di fraintendere totalmente il testo, e questa è una grande pecca. L'uomo alla fine, all'ultimo minuto, vince sulla creatura? E perché non hai ridotto le sequenze iniziali o centrali allora per sfruttare più caratteri nel finale e farlo capire meglio? Lotta all'ultimo minuto? Vince chi è più veloce e svelto in una questione di poco tempo? In questo caso, non era già ovvio dopo la triste fine di Liam che avrebbe comunque prevalso la bestia? Peccato veramente per questa criticità, perché il testo meritava molto. Magari dammi qualche delucidazione, così, in caso io abbia effettivamente commesso errori di giudizio, potrò riparare senza problemi e riconsiderare il tutto. Attendo con ansia spiegazioni (anche per capire se sono io un lettore pessimo e disattento)!

5)Allora, da una parte ho adorato, dall'altra letto con un po' di difficoltà il tuo racconto, Agostino. Mi spiego meglio. La prosa è molto scorrevole, immersiva, travolgente nel suo essere molto immersiva e fotografica. I dettagli crudi e macabri sono descritti in modo da suscitare interesse (o così è apparso a me, almeno) e la vicenda non presenta intoppi. Tuttavia, la trama è un po' banale, non ho colto proprio originalità, mi dispiace. Questo ogni tanto mi dava fastidio nella lettura, nonostante tutti i pregi non di poco conto che ho elencato. Perciò buon lavoro, ma che, almeno secondo me, non può aspirare ad altri apprezzamenti proprio per il forte limite di originalità, oltre che per i personaggi protagonisti presentati un po' troppo di striscio e con cui non sono riuscito ad entrare in empatia.

6)Ciao Soraya, piccola curiosità personale: è passato da poco per te il diciottesimo ahah? Comunque, le immagini sono molto vivide e c'è persino un qualcosa di lirico, poetico. Secondo me, è principalmente questo tono ad attorniare con la sua presenza tutto il racconto. L'immedesimazione con il protagonista è facile, si empatizza con lui senza problemi: questo è senz'altro un punto a tuo favore. Il tema è centrato, l'idea dello scadere del tempo ne riprende alla lettere il concetto cardine, ma è interessante il taglio che gli hai dato, quindi per me può andare. Lo stile non mi ha particolarmente colpito, non è pesante, ma nemmeno troppo scorrevole, ho notato alcune sbavature (capisco che tu voglia in alcuni casi riprendere il parlato, ma si può dire che il diciottesimo "succede"?). In sostanza però un buon lavoro, su cui non trovo troppe note di merito che lo rendano eccellente, ma che risulta sicuramente gradevole. Alla prossima!

7)Ci siamo per quanto riguarda l'aderenza al tema. La storia è scorrevole, tutto sommato, ma sono convinto che, rivista, potrebbe esserlo di più. L'interpretazione che hai dato dell'idea di ultimo minuto non è nemmeno troppo banale, ma, seppur io apprezzi quasi sempre la presenza dell'elemento fantastico, qui noto che è stato privato di molto del suo potenziale, anche se comprendo che il limite dei caratteri sia la causa principale. I protagonisti, al contrario, sono ben delineati e ho apprezzato l'amara ironia con cui le scelte di Sir Bennet si rivoltano contro di lui nel finale. Le sequenze iniziali mi sono parse poco accattivanti, le azioni sono descritte in maniera rigida, schematica, e ho sentito la rottura con il clima e il coinvolgimento maggiore che ispira la seconda parte del testo. Nel secondo periodo dell'inizio è proprio necessario quel punto interrogativo? Te lo segnalo soltanto perché io, ad esempio, non ne trovo il senso. O si tratta di un refuso? Nel complesso, buona prova che riesce ad operare una buona rifunzionalizzazione, anche nel tono elegante, il topos della caccia alla bestia (unico motivo per il quale ti perdono il fatto che l'avversario dei cavalieri sia così privo di spessore).

8)Tema senza dubbio centrato a pieno. Lo spunto della trama non appare troppo insolito e né l'ambientazione né i personaggi brillano di chissà quale punto di forza particolare. Il testo però è scorrevole e sono ben dosati gli elementi. Interessante e originale il modo in cui crei aspettativa nel lettore. Il colpo di scena finale -aspetto che ho apprezzato di più- è proprio che non c'è un colpo di scena. Magari il lettore attende che vi siano chissà quali risvolti, stravolgimenti, o che succeda chissà che cosa, mentre spieghi invece che si tratta di una normalissima operazione che non deve necessariamente finire in tragedia. Amo alla follia il fantasy, ma ogni tanto mi piace trovare storie che non presentino un brusco cambiamento di tono, spesso troppo scontato. Detto ciò, buon lavoro, ma non ottimo (secondo me, ovviamente). Non aspira a lodi né per il coinvolgimento emotivo del lettore (mi è sembrato che rimanessi un po' troppo freddo e distaccato, il che è sempre meglio del patetico, ma non è abbastanza per arrivare al massimo) né per la vicenda raccontata né per lo stile (molto scorrevole, ma privo, a mio avviso, di particolari motivi di pregio). Comunque, per ora non si piazza male tra quelli che ho già letto, aspetto pazientemente di concludere le letture. Alla prossima!

9)Allora, mi trovo in difficoltà a giudicare il tuo racconto. Senza dubbio, hai deciso di impostare il testo in maniera originale e questo ti fa onore. L'aderenza al tema c'è, ma non noto un particolare approfondimento di quest'aspetto. Comunque, a scanso di equivoci, su questo ci siamo. Durante la lettura però ho avuto l'impressione di approcciarmi più a una poesia che a un racconto, sensazione sottolineata dalla ripetizione del termine libertà all'inizio di diversi capoversi. Lo stile non mi è sembrato molto fluido però. La brevità è un vantaggio, costringe il lettore a riflettere meglio sulle poche informazioni che ha, accuratamente selezionate allo scopo dall'autore del testo. Però secondo me avresti riscosso più partecipazione con periodi maggiormente concisi e non così costruiti. Il fatto che poi il narratore si limiti a parlare esprimendo concetti che vuole quasi far apparire come validi universalmente non aiuta l'immedesimazione col protagonista, mi dispiace. La sperimentazione va premiata, è un bel tentativo, ma sono fermamente convinto che tu potessi giocarti meglio le tue carte. Complimenti, ad ogni modo!

Avatar utente
Sherwood
Messaggi: 101
Contatta:

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 18 febbraio 2021, 14:24

Ecco la mia classifica, abbastanza difficile da stilare, soprattutto per le ultime posizioni. A tutti avrei voluto dare qualcosa in più, visto che ogni racconto, a modo suo, ci ha regalato un'interpretazione del tema interessante e originale. Curioso che più di un autore abbia pensato a bestie feroci e che (questo è un discorso generale), nel titolo sia stato usato molto spesso il termine "ultimo". Ho letto anche altri racconti che non sono nel gruppo Tardis e penso che il livello di questa edizione sia davvero molto alto. Complimenti a tutti e buona 150° edizione.

MARTIRIO

Ciao Agostino,
il tuo racconto è assolutamente perfetto, non ho trovato incertezze stilistiche né refusi, un gran bel pezzo di letteratura. Potrei copiare e incollare il commento precedente, perché sono assolutamente d'accordo con l'analisi che è stata fatta. All'inizio anche io ho pensato si trattasse dell'inquisizione, ma più avanti scopriamo di avere a che fare con forze sovrumane. Potrebbe essere l'ottimo inizio di un romanzo storico, perché il finale non è netto e si presta a una continuazione. Per finire, ti muovo lo stesso appunto che ti ha fatto Giuliano, il tema non è centrato al 100%. Per il resto una prova eccellente. Buona 150° edizione.


L'ULTIMO RACCOLTO

Ciao Emiliano,
complimenti per il racconto cupo che si svolge forse, in un futuro distopico. Non sappiamo molto su chi siano le creature crudeli che si cibano degli esseri umani, forse dei mutanti, ma non importa. Fin dall'inizio ci rendiamo conto che la situazione è al limite e che per sopravvivere bisogna rischiare la vita. Il ragazzino ce la mette tutta, nonostante la paura, ma il suo cuore, fin troppo grande per la sua stazza, lo tradisce. Ciò che rende questo brano straziante è proprio la grande generosità che, purtroppo, paga con la vita. Descrizioni perfette: tutto è grigio dal cielo alla terra e quell'aria di disfacimento che si respira.
Testo che lascia il lettore con il fiato sospeso fino alla fine, personalmente, ma non è una critica, avrei preferito un colpo di fucile al rumore della porta che si chiude. Ottima interpretazione del tema centrato al 100%, praticamente è un conto alla rovescia fin dalle prime battute. Bravissimo. Buona 150° edizione.

FEMME FATALE

Ciao Maurizio,
ho letto con piacere il tuo racconto che ho trovato scorrevole con dialoghi coerenti e realistici. Comincio con qualche appunto.
Quando definisci la ragazza incazzata e patetica, mi è sembrato che le due cose insieme stonassero. A parte questo, non amo gli aggettivi, soprattutto se usati insieme. Ma a parte questo appunto, più avanti nel testo, dimostri di avere dimestichezza con l'uso di verbi o metafore per ovviare.
Ti segnalo anche un refuso: "forse non spero più così tanto a noi due" (in noi due).Le critiche finiscono qui.
Sei stato bravo a inserire dettagli importanti come ad esempio quando dici che lui va subito al sodo invece di fargli qualche coccola usi il termine "non stavolta", sta ad indicare che tra loro non è stato sempre così.
Altro dettaglio interessante è l'uso che fai dello specchio per mostrarci la femme fatale ovvero la ragazza che si è truccata per la parte che intende sostenere, ovvero da donna predominante (rossetto rosso fuoco etc).
Immagine visiva molto interessante è anche quella delle manette che ciondolano, mentre le trattiene con un dito. Azzeccata pure la metafora di lui in preda al piacere come "l'occhio di un pesce sul banco freezer del mercato".
Insomma gli elementi per un ottimo racconto ci sono tutti, in particolare il ribaltamento dei ruoli e quelle manette prese a prestito dal padre di cui ci avevi già dato notizia prima, quasi a giustificare l'atteggiamento di lui non troppo eccessivo.
Resta la domanda: se lei non avesse avuto un padre che fa il carabiniere, cosa le sarebbe successo?
Il tema è nel finale, non centrato al 100% ma c'è. Per me è una buona prova, considerando anche la valenza sociale che ha il testo. Buona 150° edizione.

FINCHé AVRò VITA

Ciao Pietro,
il tuo racconto è una specie di Safari alla caccia di Tredici, un animale la cui specie scopriremo solo nelle ultime battute e che potrebbe fruttare una buona ricompensa. Si capisce subito che non è semplice né da individuare e ancora meno da catturare. Eppure i protagonisti ci provano con tutti i mezzi che hanno a disposizione, compreso un localizzatore. Purtroppo per loro, qualsiasi attrezzatura si rivela inutile di fronte a Tredici che è evidentemente scaltro e geniale. E il finale costruito ad arte in un clima quasi claustrofobico, è la rivincita della bestia sull'uomo.
Addirittura la frase finale è un ribaltamento, perché è Tredici a pronunciarla (per assurdo potrebbe essere anche del cacciatore). Un dualismo che rende il brano davvero interessante. Ti segnalo un refuso: - ed il più ovattato (La "d" eufonica)
Bel racconto. Buona 150° edizione

LEALTà

Ciao Andrea.
la prima parte del racconto mi aveva fatto pensare a un immigrato che cerca di raggiungere la frontiera camminando chilometri in mezzo al fango e altre insidie. Naturalmente mi stavo sbagliando, si tratta di una persona in fuga che cerca di salvarsi la vita da bestie che citi solo alla fine e di cui non sappiamo praticamente nulla, tranne che sono pericolose e voraci. Il protagonista non ha armi e può affidarsi solo al proprio istinto e alle scarpe che gli permettono di coprire lunghe distanze. Scarpe che non lo hanno mai tradito, tranne nel finale, quando si rompe un laccio e cade perdendo i sensi. Ma sono sempre le scarpe a salvarlo (e qui torniamo al tema centrale, perché all'ultimo minuto si sfilano e le bestie si ritrovano a ruzzolare concedendo una tregua alla vittima che in qualche modo fugge). Il racconto non presenta refusi, però manca di approfondimento, è comunque una pennellata interessante. Buona 150° edizione.

ULTIMO RICORDO

Ciao Soraia,
un racconto che è uno spaccato di vita e in cui è facile identificarsi. Arrivano i fatidici diciotto anni, praticamente uno spartiacque tra l'adolescenza e l'età adulta. Io li aspettavo con ansia per prendere la patente, anzi, ricordo che ho iniziato ad andare a scuola guida addirittura mesi prima. Ma torniamo al tuo racconto. Sembra quasi una sceneggiatura, anche perché si snoda all'interno dell'abitazione, con dialoghi che ricordano la quotidianità. In attesa della festa e dell'arrivo degli amici, il giovane diventa riflessivo, comprende che sta per arrivare un passaggio importante della sua esistenza e che ha bisogno di ricordarlo con un segno tangibile. Conosce l'ora della sua data di nascita e all'ultimo minuto (e qui entra in gioco il tema), decide di romperlo affinché segni sempre l'ora della maggiore età. Un testo semplice e forse l'unico neo è proprio nella sua semplicità.

ZUZANA ROMERO

Ciao Antonio,
racconto interessante che affronta un tema molto in voga nella letteratura ottocentesca, ma non solo: ringiovanire, tornare indietro nel tempo. La protagonista del tuo racconto lavora con rinnovata lena ai suoi orologi e poi scopriamo che questa sua attività frenetica la porta a ringiovanire. Tuttavia il racconto presenta un problema: la ripetizione del tema. Ho notato infatti che scrivi troppe volte "all'ultimo minuto", mentre io credo che sarebbe stato meglio lasciare che il lettore lo intuisse. Ti segnalo anche una sorta di ripetizione pieno ritmo/ritmo crescente. L'idea di fondo è interessante perché non usi i soliti strumenti per ringiovanire tipo sorgenti miracolose, pozioni o altre diavolerie, ma gli orologi che, appunto, segnano il tempo. Lavorandoci potrebbe rivelarsi un ottimo racconto, pieno di magia. Buona 150° edizione.


APPENA IN TEMPO

l tuo è un racconto lineare che si svolge in una ipotetica sala di aspetto dove persone probabilmente malate attendono di essere chiamate da un medico. Ci sono molte cose che non dici ad esempio non sappiamo quale è il problema del protagonista che si preoccupa soltanto di arrivare in tempo dal momento che l'ultimo paziente. I dialoghi e le descrizioni sono calzanti, c'è questo clima di attesa che per me a tutto il racconto e naturalmente il tema è rispettato visto che si arriva alla procedura medica nell'ultimo minuto ho secondo possibile. Non ho trovato refusi da segnalarti, hai un tipo di scrittura immediata, chiara e semplice. L'unico appunto che ti faccio riguarda il finale che non mi ha chiaro. Cosa succede dopo che la dolorosa iniezione è stata somministrata? Non credo si tratti di eutanasia o forse si?

IL MOMENTO MIGLIORE

Ciao Andrea,
concordo con il giudizio di Giuliano riguardo la scelta del POV, perché anche io ho avuto lo stesso problema a identificarmi con il protagonista, in quando personaggio negativo. Diviene antipatico fin da subito quando dichiara che vuole diventare un eroe. A lui non interessa salvare vite, vuole soltanto uccidere il lupo mannaro e poi magari esibirlo come un trofeo. Non ho trovato refusi e la narrazione è scorrevole, mentre la punteggiatura che hai usato nei dialoghi mi è piaciuta meno (mi riferisco all'uso dei trattini). Il tema c'è, è nella di un salvataggio che non arriva, anche se ormai è chiaro a tutti, lettore incluso che farà una brutta fine. Forse per la scelta del pov, il racconto non mi ha entusiasmato, anche perché alla fine non ci sono personaggi positivi. L'arrogante muore e le vittime, scudiero compreso, lo lasciano al proprio destino.






1)MARTIRIO

2)L'ULTIMO RACCOLTO

3)FEMME FATALE

4) FINCHé AVRò VITA

5) LEALTà

6)ULTIMO RICORDO

7)ZUZANA ROMERO

8)APPENA IN TEMPO

9)IL MOMENTO MIGLIORE

Avatar utente
MatteoMantoani
Messaggi: 1018

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » sabato 20 febbraio 2021, 13:08

Salve a tutti. Ecco la mia classifica. Ci tengo a dire che tutti i testi avevano una peculiarità che li rendeva unici e originali, a modo loro, e tutti avevano dei punti di forza.

1) Martirio
2) Ultimo Ricordo
3) Femme Fatale
4) L’ultimo raccolto
5) Zuzana Romero
6) Finché avrò vita
7) Il Momento Migliore
8) Appena in Tempo
9) Lealtà


I commenti:

Femme Fatale.
► Mostra testo

Martirio
► Mostra testo

L’ultimo raccolto
► Mostra testo

Appena in Tempo.
► Mostra testo

Il Momento Migliore
► Mostra testo

Ultimo Ricordo
► Mostra testo

Lealtà
► Mostra testo

Finché avrò vita.
► Mostra testo

Zuzana Romero
► Mostra testo

Avatar utente
Giovanni Attanasio
Messaggi: 322
Contatta:

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 20 febbraio 2021, 13:50

Ecco la mia classifica
I miei giudizi si basano molto sulle sensazioni e le emozioni che i testi hanno suscitato in me. Valuto, ovviamente, anche lo stile e tendo a premiare forme coraggiose e la volontà di sperimentare piuttosto che seguire troppo alla lettera le regole e la "buona scrittura".
Ho notato moltissime "prime persone", me stesso quasi incluso. La cosa un po' mi dispiace, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di strambo (è successo, sì, ma non abbastanza).

1. Finché avrò vita, di Pietro D'Addabbo
2. Martirio, di Agostino Langellotti
3. Zuzana Romero, di Antonio Pilato
4. Il momento migliore, di Andrea Leonardi
5. Lealtà, di Andrea Partiti
6. Femme fatale, Maurizio Ferrero
7. L'ultimo raccolto, Emiliano Maramonte
8. Ultimo ricordo, di Soraia Patrizi
9. Appena in tempo, di Alessio Vallese

Di seguito i commenti (non in ordine di classifica):

Femme fatale
Sulla stesura non ho molto da dire. Mi piace come è introdotto il ragionare della protagonista nel primo paragrafo.
Per quanto riguarda la trama non sono molto convinto. Dalla conclusione del primo paragrafo mi aspettavo un aggressione del fidanzato con relativa punizione e autodifesa della protagonista.
--------------------------
Martirio
Racconto molto interessante. C’è una certa dinamicità narrativa, il testo è fluido e scorre benissimo verso il finale. Il setting poi mi è molto congeniale e le descrizioni non sono fastidiose e pesanti (non hai voluto girare il coltello nella piaga, ecco). La cosa che mi piace particolarmente è che entrambe le fazioni sono "malvage" secondo gli standard e la storia gioca molto sul "punire il male a qualsiasi costo".
--------------------------
L’ultimo racconto
L’incipit ci mostra l’urgenza e ci da un’idea sulla situazione. Forse lo avrei snellito un po’ aggiungendo un po’ di mistero, così da rendere la seconda parte e la risoluzione molto più d’impatto.
“Emil spinge sulle gambe e si tira dietro il raccolto. Fa una fatica del diavolo. Ci metterà troppo.” Questa frase la renderei più “visiva”, magari assieme a un indizio delle madre che ci fa capire che il ragazzo non riesce a tirare il sacco perché è pesante.
Ad ogni modo, un buon testo con un finale deciso.
--------------------------
Appena in tempo
C’è sicuramente qualcosa che mi sfugge delle trama. Il racconto è statico e, se togliamo l’urgenza. L’indizio è nascosto nelle lacrime e nelle facce degli altri in attesa, e nella malattia stessa. Ho dovuto fare una ricerca perché non sapevo di che malattia si trattasse e dalle ricerche ho interpretato che quella del racconto è una coda per “morire”. Ci sono troppi pochi indizi, secondo me.
--------------------------
Il momento migliore
La trama mi ha piacevolmente sorpreso. Mi piace molto l’idea di questo eroe stronzo che vuole la gloria a qualsiasi costo. Il finale non arriva inaspettato, e non ti nascondo che mi sarei aspettato che alla fine lo scudiero avrebbe salvato l’eroe per mostrare una sorta di morale del “perdono” piuttosto che una della “punizione”. In ogni caso, il finale è fedele al resto della storia.
--------------------------
Ultimo ricordo
Sicuramente un racconto che può risuonare molto con chi ha un buon ricordo dell’adolescenza o, in generale, con chi ci pensa spesso. Vedo lo sforzo di farmi immedesimare nella situazione del protagonista, ma mancano elementi che possano davvero coinvolgermi e farmi provare questa voglia di restare giovane. Lavora tutto molto sui ricordi, ma concretizzare meglio anche la paura del futuro avrebbe aiutato (un lavoro, il doversi trasferire, sposare, allontanare da casa per college etc).
--------------------------
Finché avrò vita
Mi piacciono le descrizioni, lo dico così, schietto; sarà che ho molto presente l’odore di miscela e polvere, sarà che ho speso molti anni in boschi e tra i monti in cerca di avventura, non lo so.
Il racconto mi piace, nonostante io detesti il concetto di “caccia”. Si percepisce l’urgenza e la fretta, dettata dal calare del sole (?) e mi piace che l’esito dello “scontro” è lasciato sfumare: assegnare un vincitore avrebbe forse rovinato tutto.
--------------------------
Lealtà
Per tutto il racconto ho visualizzato queste scarpe, i piedi e mai una faccia. Mi immagino quelle scarpe piatte e coi bordini bianchi. La storia ha un buon ritmo, dettato dalla “lealtà” e non c’è nemmeno lo spazio per perdersi in digressioni e “fuffa”. Breve e conciso, forse un po' troppo? Mi sarebbe piaciuto scoprire di più sulle creature in questione.
--------------------------
Zuzana Romero
La gestione della suspense (o suspance, vedi tu) è affidata a un narratore che ci racconta la storia dal suo punto “avvantaggiato”. La pecca è che forse hai voluto insistere troppo (relativo allo spazio disponibile) su quanto la signora stesse cambiando prima di fare la “reveal” finale. La stesura si lega allo stile utilizzato e, seppur con qualche sbavatura, funziona. Diciamo che limando qua e là e accompagnando il lettore senza perdere il narratore da te utilizzato e le tecniche a esso collegato, il racconto ne guadagnerebbe.
Ultima modifica di Giovanni Attanasio il lunedì 22 febbraio 2021, 17:12, modificato 1 volta in totale.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
Messaggi: 417

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » domenica 21 febbraio 2021, 16:01

1. Il momento migliore – Andrea J Leonardi
2. L’ultimo raccolto – Emiliano Maramonte
3. Femme Fatale – Maurizio Ferrero

4. Martirio – Agostino Langelotti
5. Appena in tempo - Alessio Vallese
6. Finché avrò vita – Pietro D’Addabbo
7. Ultimo Ricordo – Soraia Patrizi
8. Zuzana Romero - Antonio Pilato
9. Lealtà – Andrea Partiti



Zuzana Romero


È uno scritto che punta ad avere un tono fiabesco e di conseguenza pesantemente “raccontato”, tuttavia la freschezza tipica della fiaba non c’è, anzi risulta pesante e farraginoso soprattutto nell’incipit e nella parte finale.
Ho trovato un’abbondanza di gerundi e di avverbi (apparentemente, particolarmente, crescente…) che rendono la lettura difficile, coadiuvati anche da aggettivi a raffica. Non sono il massimo nemmeno alcuni periodi lunghi 4/5 righe che rallentano la lettura.
La protagonista è piuttosto lontana e ne risulta anche sfuocato l’elemento scatenante dell’attivazione dell’orologio pentagonale, rendendo fiacco il conflitto per la protagonista.
Il secondo personaggio, Zacarias, non porta nulla di che alla narrazione ma soltanto ulteriori spiegoni.
Il tema può anche considerarsi rispettato, anche se non apprezzo molto quando viene preso e copincollato addirittura dopo i due punti.



Lealtà

Sembra più un pezzo di poesia che di prosa.
È un elogio metaforico ad un paio di scarpe che ho trovato simile a quelle pubblicità ricercate in cui la voce narrante durante lo spot elogia in tono aulico le virtù di un’auto o di una banca.
A metà vi è l’unica azione compiuta, o per meglio dire subita, dal protagonista che non vediamo né sentiamo appieno: una caduta. Un evento a sé stante di cui vengono celebrate le cause ma che non ha conseguenze alcune; la cosa è piuttosto penalizzante in un racconto.
Non ho trovato nessuna attinenza col tema.
Lo considero un esperimento di scrittura che però non ha dato i frutti sperati.


Finché avrò vita


Il brano presenta parecchi spunti interessanti per quanto riguarda la sensorialità del protagonista e si ha un certo grado di immersivi, tuttavia il pezzo scade più di una volta in un pensiero indiretto in cui il protagonista ci spiega quello che pensa e non ci viene mostrato tramite sensazioni. Ti faccio un paio di esempi:
“Dovessi tornare qui per un altro mese o imbarcarmi in qualche altra impresa, chiederò che mi diano anche un vero autista.”
“temo che questa sia la mia ultima occasione per beccarlo”
La pecca peggiore l’ho riscontrata nell’ambientazione post viaggio in macchina.
I due personaggi si muovono in uno spazio vuoto, non descritto, assolutamente poco delineato, in contrasto con la strada percorsa in precedenza di cui invece riesco a farmi un’idea più chiara.
Come struttura, eviterei le frasi troppo lunghe intervallate da una raffica di virgole, soprattutto nell’attacco del racconto.
Discreto il ritmo. Pochissima l’attinenza al tema: chiarita la penuria di tempo per catturare l’animale, ma il fatto che alla fine riesca a trovarlo a fine giornata non ci mostra di come sia avvenuto “all’ultimo minuto”, concetto piuttosto diverso.


Ultimo ricordo


La lettura procede spedita e i dialoghi sono ben inseriti. C’è una tonnellata di raccontato e di spiegato mentre man mano che il protagonista gironzola per casa si ricorda di questo o di quello e la cosa che mi desta perplessità è che ogni singolo ricordo non porta a niente, sembra siano lì per arricchire il pezzo e basta.
I riferimenti all’infanzia con i figli dei vicini (credo che nessuno identifichi i propri amici d’infanzia con “i figli dei nostri vicini di casa” ma con nomi e cognomi ben specifici, dato il vissuto in prima persona) pensavo sarebbero serviti per un exploit finale o una qualsiasi svolta nella trama, ma alla fine non servono a nulla.
Ok il rito finale dell’orologio bloccato all’ultimo minuto dell’adolescenza che ti permette di aderire bene al tema del contest, però la mancanza di un vero e proprio conflitto nella vicenda mi hanno reso l’esperienza di lettura piuttosto insipida.


Il momento migliore


Un buon ritmo dall’inizio alla fine, con un soggetto piuttosto classico del cavaliere che caccia i mostri.
L’ambientazione è molto debole, non basta scrivere “bosco” per dare l’immersività, ma occorrono particolari ben messi man mano che i personaggi vanno avanti.
Ho gradito il protagonista fuori dalli schemi del solito cavaliere, piuttosto scaltro, menefregrista e quindi perfettamente “apparecchiato” per il finale. Un po’ più di chiarezza sull’arrivo del secondo lupo mannaro avrebbe giovato e anche una riflessione più pungente di:” No, certo. Stanno solo aspettando il momento giusto per salvarmi, per essere dei veri eroi…”
Un piccolo suggerimento:
“lluso, il lupo mannaro ucciderà anche lui, e a questo punto devo proprio aspettare che accada prima di intervenire.”
Questo pensiero-spiegone è piuttosto vano dato che le circostanze pessime per lo scudiero ce le immaginiamo già, io avrei messo un semplicissimo e lapidario “Povero scemo…”
Il tema è preso ma non pienamente: tra “all’ultimo minuto” e “all’ultimo momento” vi è una distanza rilevante, soprattutto in una situazione concitata come quella del tuo pezzo.


Appena in tempo


Sintassi e scorrevolezza sono discrete, l’estrema linearità della trama ti ha agevolato non poco, credo.
Ti destreggi bene con sensorialità e mostrato, anche se l’ambientazione e i personaggi sono piuttosto standard. Troppo, forse è quella l’unica pecca del pezzo.
Non c’è guizzo, non un personaggio, una frase o un qualcosa che stuzzichi il palato del lettore. È una scena che un individuo normale, in circostanze più terra terra forse, ha vissuto vi è solo una domanda, sempre la stessa, che si ripercuote per l’intero racconto: “Che cura deve fare?”
A occhio avevo intuito dove si poteva andare a parare, la certezza l’ho avuta googlando la patologia.
Il finale è troppo aperto per un racconto simile e mi ha lasciato insoddisfatto.
Se la scelta dell’intreccio si basa sulla cura di una malattia forse hai calcato troppo la mano su descrizioni e sulla modalità di pagamento, messo così è “solo” un ottimo prologo per un racconto lungo o un romanzo breve dove pagina dopo pagina si costruisce il mondo in cui hai calato questo evento e ci si può immergere completamente. Il conflitto è sottotraccia.
Tema centrato.



L’ultimo racconto.


Un ottimo worldbuilding di stampo classico post-apocalittico dove natura e animali nuovi sono minacce. C’è parecchio raccontato e qualche informazione ridondante e fastidiosa: la madre che cita continuamente il padre può funzionare alla prima, già alla seconda mi pare gratuita e l’infodump sul suo orologio aggrava la cosa.
Fino a metà racconto ho pensato che loro stessero entrando e non uscendo dal bunker: il corridoio D’ACCESSO mi ha fuorviato, un banale corridoio D’USCITA non mi avrebbe confuso.
Discrete le descrizioni sensoriali, tranne quella “puzza di acre disfacimento” che dice tutto e niente.
“Ne prenderò altri dieci, pensa. Altri cinque floricarne sono suoi.” Confonde un po' le idee su quanti ne abbia già in saccoccia.
Telefonato il fatto che qualcosa sarebbe successo e che sarebbe anche finita male. Non capisco perché il bambino si preoccupi di essere contagioso quando a breve sarà sbranato.
Il tema è preso, ma con riserva: è vero che è all’ultimo minuto che Emil si palesa che pecchi di superbia e cerchi di strafare, però è la condotta intera nei due minuti che lo fotte.
Ma è solo una fesseriola e non inficia nel giudizio finale.


Martirio


Ritmo sostenuto, un buon thrilling dall’inizio alla fine. Un crossover tra In Nome della Rosa e Van Helsing. L’azione perpetuata ti ha dato poco tempo e pochi caratteri per delineare meglio la soluzione e quindi si pecca un po’ di worldbuilding in questo pezzo. Meno tortura e magari uno scambio di battute in più con L’Abate avrebbe giovato d questo punto di vista.
“- Ha studiato da cerusico, sai? Può individuare qualunque punto sensibile del tuo corpo e sfruttarlo al meglio –“
“Non tradirò i miei compagni e non abiurerò la mia fede!”
C’è dell’infodump non riechiesto e una patina di cliché in questi due esempi. Se infilzi ferri arroventati nelle carni di qualcuno non credo abbia la lucidità di spaventarsi ancora di più sentendo il curriculum del proprio aguzzino. Io avrei messo un dialogo sul macabro andante in cui il protagonista e Raymond discutono sulla prossima parte del corpo da affliggere.
Avevo pensato ad una ambientazione medievale prima che saltasse fuori una carabina.
Il racconto finisce con un’altra frase da cliché, senza infamia e senza lode.
Con qualche pizzico di originalità nei personaggi e nell’antagonista sarebbe stato un pezzo ottimo.
Il tema c’è ma con riserva: Raymond e il pov intervengono durante il rito, ma nulla ci dice che abbiano salvato la baracca all’ultimo istante, ben che meno all’ultimo minuto che è un’unità di misura molto specifica.

Femme fatale


Il racconto non ha particolari difetti, è di semplice lettura e fa il suo dovere.
Il tema scelto è preso dall’attualità più sfrenata ed è un ottimo “trucchetto” per comunicare quel pizzico d’angoscia in più al lettore.
Ottimo il grado d’immersione, anche se ho notato un pizzico di disagio nel pov di una ragazza. Siamo proprio sicuri che siano i pensieri giusti frasi come:
“Ho visto un sacco di litigate tra amanti nei film, eppure non riesco a diventarne la protagonista.”
“Forse non spero più così tanto a noi due.”
“La nostra storia si sta trasformando in una pellicola horror”
Il pov non incarna né la fidanzatina incapace di vedere il marcio del suo fidanzato illusa e confusa dall’infatuazione che la percorre, né la ragazza assennata che comincia ad annusare un pericolo per la sua persona. Il pov della ragazza si barcamena tra questi due poli e l’effetto è un po’ disorientante.
Avrei chiuso il paragrafo dopo:
“Non mi piace il tono di minaccia nella sua voce.” Dando l’idea di un pericolo appena avvistato che promette cose pessime per le prossime righe. Cosa che poi non succede per il capovolgimento della situazione, plot twist più che lecito.
“Le ho fregate a papà.”
Avendo associato subito le manette al padre carabiniere, questa frase è stata inutile.
Il fidanzato fregato non capisco perché grugnisca e non sbraiti nel tentativo di liberarsi.
“L'aria della sera è fresca e ho sempre avuto una passione per i film noir.”
D’accordo che lei sia una cinefila impunita, ma questo compiacimento dopo una sensazione di estrema tensione mi ha stonato un po’ in chiusura.
Tema centrato al 100%.
Ultima modifica di Dario17 il lunedì 22 febbraio 2021, 16:58, modificato 1 volta in totale.

Avatar utente
ItaliaLeggendaria
Messaggi: 172

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 22 febbraio 2021, 8:54

Ecco la mia classifica. Come al solito è stata dura stilarla.
1. Femme fatale
2. L'ultimo raccolto
3. Finché avrò vita
4. Appena in tempo
5. Ultimo ricordo
6. Martirio
7. Il momento migliore
8. Zuzana Romero
9. Lealtà

Femme Fatale
Ciao Maurizio. Ottimo testo e tema centrato.
Ti faccio i complimenti per lo stile di scrittura molto immersivo e per i dettagli che ci descrivi. Sei stato molto abile a prendere un idea semplice, utilizzata spesso e ricavare un bellissimo racconto. Sono morta dal ridere quando Lara gli dice di finire da solo!
Qualche piccolo passaggio di mostrato minimale/raccontato e qualche frase avresti potuto scriverla senza gerundi e senza mentre, ma hai fatto un ottimo lavoro per lo spazio che abbiamo qui.

L'ultimo raccolto
Ciao Emiliano. Scrittura scorrevole, con un pathos crescente e una buona immersività. All'inizio avrei preferito qualche chiacchiera in meno e magari qualche dettaglio in più. L'idea è carina, ma forse con qualcosa di più semplice avresti fatto il botto, nel senso che abbiamo pochi elementi per capire questi asag cosa siano e cosa facciano, o cosa siano i flouricarne. Purtroppo dopo qualche riga avevo già intuito che il ragazzo ci avrebbe rimesso le penne per una sua stupidità.
Comunque un buon pezzo.

Finché avrò vita
Ciao Pietro. Un buon testo e tema centrato. Il racconto scorre abbastanza, ma, come consiglio personale, visto che volevi far passare un messaggio di ricerca e angoscia avrei usato frasi più brevi e scorrevoli. Non siamo completamente nel punto di vista perché non sappiamo cosa stia cercando e soprattutto perché non sembra che sia una persona abituata a cacciare animali insoliti (beh nemmeno quelli soliti). Avrei forse eliminato la parte del viaggio così da poter dare maggiori dettagli.
Anche io mi sono immaginata più un rinoceronte che un unicorno, se non fosse stato per il nitrito che mi ha spiazzato. Anche il fatto dell'erba e della temperatura che si abbassa, non aiutano a pensare a un unicorno.

Appena in tempo
Ciao Alessio. Sullo stile di scrittura non ho niente da dire, anzi hai una capacità straordinaria di scrivere in modo fluido e con un mostrato quasi impeccabile.
L'idea di base è molto interessante, ma mi sorgono un po' di dubbi.
Il tema lo ha centrato all'inizio del racconto, ma non si capisce perché ci debba essere quest'ansia di arrivare e pagare entro le 9 se poi finisce sotto i ferri solo nel primo pomeriggio. Il finale lascia un po' perplessi perché non si capisce bene se lo vogliano operare (poco probabile) o se sia un caso di eutanasia. In questo secondo caso capisco perché il protagonista sia così tranquillo, visto che dichiara apertamente che non c'è da contattare nessuno e perché altri invece siano tristi e piangano. Il problema principale è che non siamo nel personaggio perché per tutto il tempo ci domandiamo cosa siamo lì a fare.

Ultimo ricordo
Ciao Soraia, piacere di rileggerti. Dai due testi tuoi che ho letto posso dire con certezza che sei una persona molto riflessiva e un'osservatrice del mondo. Il tema lo hai centrato, ma avresti potuto dedicare molto più spazio e dettagli alla cosa. C'è qualche piccolo errore di battitura, ma niente di problematico.
La mancanza di un momento di azione, o di scontro, rende il testo un po' impalpabile. Con un adolescente avresti potuto giocare molto di più sulle emozioni forti tipiche di questa fase della vita e meno sui ricordi.

Martirio
Ciao Agostino. Scrittura scorrevole e giusti i dettagli che hai usato.
Non sono proprio d'accordo sul fatto che sia una scrittura completamente immersiva perché il pov sa quale minaccia stanno cercando, ma noi non lo capiamo fino alla fine. Inoltre, secondo me, il tema non è completamente centrato perché da quello che dicono (È troppo pericoloso per poterlo lasciare integro e ci sono altri eretici a cui dare la caccia. Bruciandolo adesso, accendiamo la fiamma che ci servirà per i roghi) non hanno sventato completamente la minaccia.
La storia di base è un po' clichè, ma ben dettagliata.

Il momento migliore
Ciao Andrea. Tema centrato e l'idea alla base è buona. Per immedesimarsi nel punto di vista, però, non c'è abbastanza spazio, quindi avrei scelto lo scudiero per narrare i fatti. Inoltre se siamo nel cavaliere dovremmo riconoscere subito i mostri e gli altri cavalieri, invece dobbiamo attendere che la spiegazione ci venga fornita in una battuta, quasi come un infodump mascherato.
Ti segnalo anche un altro refuso: all'inizio il cavaliere dice “avete lucidato i dardi...”, “avete sentito...”, ma se sono solo lui e lo scudiero con chi sta parlando? Poiché lo scudiero è un sottoposto non credo che il cavaliere gli dia del voi.
Mi sembra anche molto improbabile che uno scudiero spaventato a morte possa prendere coraggio così di botto e addirittura decidere di abbandonare il suo padrone quando si trova in pericolo.

Zuzana Romero
Ciao Antonio. Intanto ti faccio i complimenti per l'idea: ottima scelta l'uso degli orologi, con una chiave di lettura diversa.
L'uso del narratore onnisciente, però, è una cosa che non mi piace. Con questa tecnica anticipi molte cose, per poi tornare indietro e poi tornare avanti. Tuttavia con il tipo di storia che hai scelto e con i pochi caratteri a disposizione non avresti potuto usare un tipo di scrittura immersiva. Non ne avresti avuto lo spazio.
Concordo con gli altri feedback lasciati che la ridondanza della frase “all'ultimo minuto” stoni un po' durante la lettura. Capisco che volessi enfatizzarlo, fino a far crescere una specie di angoscia nel lettore, ma a me è passato quasi il concetto che non sapessi come calcare in altro modo la mano su quel fattore. Anche perché l'ansia da ultimo minuto della nostra vita frenetica è visto in negativo, mentre qui il fatto che lei, a ogni minuto che passa, si senta più giovane ed energica pare una cosa positiva.
Buona sfida.

Lealtà
Ciao Andrea. L'idea era molto innovativa e interessante, ma il fatto che il pezzo sia più simile a una poesia che ha un racconto mi ha creato non pochi problemi. Per quasi tutto il testo mi sono chiesta chi fosse il protagonista, cosa facesse, da cosa scappasse, cosa erano le creature che lo inseguivano e, soprattutto, perché fosse così focalizzato su un paio di scarpe che lui chiama Lealtà e poi sul più bello lo fregano. Mi dispiace, ma per me avresti potuto fare molto di più.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » lunedì 22 febbraio 2021, 14:36

Avete già ricevuto sette classifiche, ve ne mancano ancora tre.

Avatar utente
Mario Mazzafoglie
Messaggi: 202

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 24 febbraio 2021, 23:23

1) Femme Fatale – Maurizio Ferrero
2) Martirio – Agostino Langelotti
3) L’ultimo raccolto – Emiliano Maramonte
4) Appena in tempo – Alessio Vallese
5) Il momento migliore – Andrea Leonardi
6) L’ultimo ricordo – Soraia Patrizi
7) Finché avrò vita – Pietro D’Addabbo
8) Zusana Romero – Antonio Pilato
9) Lealtà – Andrea Partiti

--------------------------------------------------------------------------
► Mostra testo

Avatar utente
Andrea76
Messaggi: 322

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 25 febbraio 2021, 18:37

I miei commenti con relativa classifica:

1) LEALTÀ, di Andrea Partiti
Ciao Andrea, bel pezzo di letteratura, complimenti. Fare di un paio di scarpe le protagoniste della tua storia è un gran colpo d’autore. Se questo pezzo fosse l’incipit di un romanzo aperto in libreria, non esiterei a comprarlo. Per me questo testo funziona anche come racconto perché è evocativo e allo stesso tempo è esente da qualsiasi tipo di masturbazione intellettuale. Bravo!
A rileggerti.

2) IL MOMENTO MIGLIORE, di Andrea Leonardi
Ciao Andrea, il tuo racconto mi è piaciuto. La storia funziona, al netto di qualche cliché linguistico di cui abusi per far quadrare il tema. Ho trovato un po’ confusa la scena dell’apparizione del secondo Lupo Mannaro.
Il finale in compenso è perfettamente circolare rispetto allo sviluppo del racconto.
La cosa che mi è piaciuta di più è la tua scelta di focalizzarti su un personaggio negativo. Rispetto a quanto ti è stato fatto notare, io sono riuscito ad empatizzare con lui e con la sua anima meschina.
A rileggerti.

3) APPENA IN TEMPO, di Alessio Vallese
Ciao Alessio, il tuo racconto è ben scritto e ha stimolato la mia curiosità costringendomi a interromperne a un tratto la lettura per cercare su wikipedia i sintomi del mesotelioma pericardico. Se spingi il lettore a fare una cosa del genere mentre legge, vuol dire che hai centrato il bersaglio.
Ti espongo ora le mie perplessità. I finali aperti mi piacciono purchè lascino spazio all’interpretazione del lettore. Nel caso del tuo racconto manca a mio avviso qualsiasi appiglio per immaginarsi… un finale. Sappiamo che con quell’iniezione il pdv è riuscito a raggiungere il suo obiettivo quasi all’ultimo. Ma qual è questo obiettivo?
In conclusione: il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo nel suo svolgimento ma poi mi ha lasciato con un senso di irrisolto che mi disturba proprio a dispetto dell’alta qualità complessiva del testo. Terrò comunque conto nella valutazione della gradevolezza con cui si legge la tua storia.

4) FINCHÈ AVRO VITA, di Pietro D’Addabbo
Ciao Pietro, mi piace molto la costruzione drammaturgica del racconto in cui i cacciatori alla fine si trasformano in prede. La frase finale è un ribaltamento della soggettiva che ci sta e funziona. Ho l’impressione che il testo poteva essere asciugato in un’ipotetica seconda stesura, perché forse la scena nel bosco risulta eccessivamente lenta e, almeno per quello che mi riguarda, fa calare l’attenzione del lettore. Una buona prova comunque.
A rileggerti.

5) FEMME FATALE, di Maurizio Ferrero
Ciao Maurizio, un altro racconto senza sbavature stilistiche il tuo. Mi è piaciuto molto il modo in cui caratterizzi la passione cinefila del pdv mescolandola alla sua personalità fragile: “ho visto un sacco di litigate tra amanti nei film, eppure non riesco a diventarne la protagonista”.
Bene anche la chiusura, con il richiamo al cinema che dà circolarità al racconto.
Rispetto ad altre tue prove però ho trovato debole l’impianto drammaturgico. A mio avviso il problema sta nello sviluppo della seconda parte dove la ribellione di Lara ci è presentata come un dato di fatto senza un episodio a monte che ne costituisca la genesi. Questo per me indebolisce l’identificazione nel personaggio e smorza la temperatura del racconto. A mio parere – ed è la prima volta che accade da quando ti leggo – non hai calibrato in maniera ottimale le informazioni omettendo di fornirci la motivazione del cambiamento di Lara, essenziale invece per attivare l’empatia del lettore.

6) MARTIRIO, di Agostino Langellotti
Ciao Agostino, ho poco da dire sullo stile del tuo racconto. La narrazione è immersiva dall’inizio alla fine grazie a un buon uso di dettagli sensoriali che risucchiano il lettore nella dinamica inerente la scena della tortura. Ho rivissuto certe atmosfere de Il Nome della Rosa a cui credo tu abbia fatto esplicito riferimento (vedi il monaco della biblioteca che non a caso hai scelto di chiamare Berengario).
Ho qualche perplessità sul plot-twist che aggiunge poco alla storia. Cioè scopriamo che i torturatori sono i buoni e non i cattivi, ma lo ritengo in ogni caso un finale un po’ piatto.
Un ultimo appunto riguarda una questione legata al patto con il lettore: Ambrosio sussurra la sua confessione all’orecchio del protagonista, di conseguenza quest’ultimo viene a sapere qualcosa che noi continuiamo a non sapere. Ecco, questa l’ho trovata un’incoerente interruzione nel processo d’immedesimazione, visto che fino ad allora chi leggeva era “un corpo solo e un’anima sola” con il pdv.

7) ZUZANA ROMERO, di Antonio Pilato
Ciao Antonio, c’è un’ottima gestione del “tell” nel tuo racconto. Il narratore onnisciente non risulta troppo ingombrante perché ha un tono colloquiale anche se arricchito da un buon lessico che sembri padroneggiare bene. Concordo però con chi mi ha preceduto nel farti notare che questa scelta stilistica ti ha portato a dire troppo sul cambiamento di Zuzana Romero, rendendo quindi più debole il plot-twist del racconto. Sacrificare “il detto” al “non detto” avrebbe giovato alla rivelazione finale, almeno secondo il mio punto di vista.
A rileggerti.

8) L’ULTIMO RACCOLTO, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, il tuo racconto parte con un buon incipit che ci mostra subito l’urgenza e il pericolo della situazione. A mio avviso ti sei dilungato troppo nel dialogo tra il bimbo e sua madre facendo perdere alla narrazione un po’ di tensione e mordente. La corsa nei campi del bambino è ben descritta anche se ho avuto la percezione che fosse un po’esterna rispetto al pdv e di conseguenza che ne risentisse la focalizzazione della scena. Il plot-twist è prevedibile, forse avresti potuto optare per un finale più aperto guadagnandone in impatto.
A rileggerti.

9) ULTIMO RICORDO, di Soraia Patrizi
Ciao Soraia, il messaggio di questo racconto è bello: fermarsi all’ultimo minuto dell’adolescenza perché ci si rende conto che quello è l’unico periodo in cui possiamo illuderci di avere il mondo in pugno. Questo tipo di riflessione è propria di una personalità dall’elevata consapevolezza, forse un po’ troppo per un ragazzo di 18 anni. Ciò nonostante, da lettore, riesco a sospendere la mia incredulità grazie alla profondità del messaggio che cerchi di veicolare.
Ciò che rende debole il tuo racconto, a mio avviso, è la staticità. Non accade di fatto nulla di rilevante. Non c’è un incidente scatenante, non c’è conflitto o comunque manca una messa in scena delle riflessioni e dei dubbi del pdv. La tua scelta di concentrarti solo sulla sua interiorità, almeno per quanto mi riguarda, non fa entrare il lettore nel personaggio. Peccato perché il messaggio su cui si fonda il racconto è davvero importante.
A rileggerti.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 25 febbraio 2021, 20:54

Vi manca una sola classifica (oltre alla mia, naturalmente).

Avatar utente
Gabriele Dolzadelli
Messaggi: 335
Contatta:

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 25 febbraio 2021, 22:44

Ecco la mia classifica:

1) Ultimo ricordo
Ciao Soraia, piacere di leggerti.
Ti faccio i miei complimenti per il racconto, sicuramente ben riuscito.
Lo stile è molto fluido. Forse pecca un po' all'inizio di qualche infodump nei dialoghi, ma è l'unica sbavatura. Il resto scorre in maniera molto controllata, portandoti dove volevi e sfruttando al meglio lo spazio a disposizione.
Mi è piaciuta anche l'idea, seppur semplice, molto originale.
Ho apprezzato il dettaglio del segno del nastro adesivo che rende l'idea di qualcosa che non c'è più ma che ha lasciato un segno profondo, come l'infanzia e l'adolescenza del protagonista.
Che dire, racconto da podio. A rileggerci!

2) Il momento migliore
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Anche nel tuo caso, come nel racconto di Soraia, voglio premiare l'originalità. Mi è piaciuta molto l'idea dell'ultimo minuto e dell'arrivo dell'eroe, soprattutto declinata in maniera negativa come hai fatto tu.
Per questa ragione voglio mettere anche il tuo racconto sul podio, perché l'hai anche condotto bene, ma lo metto dietro al suo, perché pecchi di alcune imprecisioni.
"Tre di dimensioni umana" o usi "dimensione" o "umane".
"Cosa ci farai scoprire" necessitava un "Così". Ma sono solo refusi dovuti alla fretta. Nulla di grave.
Non mi è piaciuto quel "Certo, mi ha interrotto proprio all’ultimo momento" che mi è parso un voler forzatamente strizzare l'occhio al tema, che comunque viene ben trattato in seguito in altro modo. Non mi è sembrata una frase con molto senso.
Il resto è molto buono, non trascuri nemmeno alcuni dettagli come quella dell'eroe che non spera nella sopravvivenza dello scudiero perché possibile testimone. Quindi ottimo.
Una piccola nota sulla chiusura. La parola "Buio" per indicare la morte del protagonista si inizia ad abusare davvero tanto. La vedo in tantissimi racconti e personalmente inizio a non apprezzarla più. Credo che il testo avrebbe comunque reso molto bene l'idea chiudendo con le fauci che si spalancavano, senza aggiungere altro. Ma sono gusti personali.
A rileggerci e complimenti!

3) Femme Fatale
Ciao Maurizio, piacere di leggerti.
Come sempre, ottimo racconto. Alzo le mani in merito al livello che riesci sempre a mantenere.
Hai inserito delle ottime briciole lungo il racconto, dando nel modo giusto l'informazione che il padre di lei è carabiniere (elemento che viene utile in seguito) così come il continuo richiamo ai film e alla passione della protagonista.
Una frase che ho trovato stonata è stata quel "Il cinema è una roba che piace a te, ma va a finire che ci perdiamo l'inizio". Mi è parso che la prima parte fosse una informazione mal gestita e che le due frasi fossero in conflitto. Se a lui del cinema non frega niente, perché se la prende tanto se perdono l'inizio? Mi ha fatto un po' storcere il naso, ma è l'unico passaggio.
Anche nel tuo caso, un racconto da podio. Lo trovo tecnicamente più impeccabile di quello di Andrea Leonardi e al pari di quello di Soraia, ma lo piazzo dietro loro due per il semplice fatto che ho trovato le loro due idee più originali.
Ottima prova e a rileggerci!

4) Appena in tempo
Ciao Alessio. Bentrovato.
Ho meditato a lungo se assegnarti il quarto o quinto posto. Alla fine ho optato per il quarto, mettendoti davanti al racconto di Antonio Pilato. Questo perché seppur il racconto non mi abbia entusiasmato, hai dimostrato padronanza, ottima tecnica e hai sfruttato bene lo spazio andando dove volevi. Questo va quindi riconosciuto.
Venendo a quello che non mi ha convinto, è stata una questione di pelle e probabilmente è dovuto al fatto che ho capito subito dove stavi andando a parare, togliendomi buona parte dell'elemento sorpresa su cui forse stavi in qualche modo puntando.
Piccolo appunto, come ho fatto con Andrea Leonardi, sulla parola "buio" per indicare la morte del protagonista. Ormai se ne sta abusando. Meglio cercare strade alternative. Per il resto, buona prova. A rileggerci!

5) Zuzana Romero
Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Racconto fiabesco, con una voce narrante che ho apprezzato e con un'idea di per sé frizzante.
Ho avuto però l'impressione che tu abbia faticato un po' a gestirla, soprattutto verso la parte finale. Era come se tu avessi qualcosa di molto valido e interessante da raccontare, ma non sapessi troppo come portarla in porto. Per questa ragione ho preferito il racconto di Alessio al tuo che, seppur mi abbia entusiasmato di meno, ha svolto bene il compito nell'arrivare al traguardo.
Probabilmente, il tuo problema è risieduto tutto nel finale, dove l'esclamazione non mi ha dato appagamento, lasciandomi monco di qualcosa, anche perché la risposta all'interrogativo è perfino più semplice di quanto sembri, dato che il suo ultimo minuto potrebbe ritenersi il suo primo attimo di vita in una sorta di esistenza alla Benjamin Button, oppure, in ogni caso, il suo ultimo respiro corrispondente al suo primo vagito. Insomma, ci si è un po' persi, peccato. Comunque un buon piazzamento. Alla prossima!

6) Lealtà
Ciao Andrea, piacere di trovarti.
Trovo che questa tua sperimentazione sia stavolta più riuscita delle altre.
Sono riuscito a capire bene il messaggio e il contesto e quindi a concretizzare la tua storia.
Interessante il punto di vista che hai voluto utilizzare.
Forse potevi utilizzare qualche carattere in più a disposizione per tratteggiare meglio l'ultima scena e dare un po' di profondità in più alla storia per capire i perché e i come, così da empatizzare meglio con il protagonista, le scarpe e gli avvenimenti.
A rileggerci!

7) L'ultimo raccolto
Ciao Emiliano, piacere di leggerti.
Finalmente siamo usciti dalla tua comfort zone e non abbiamo più violenze familiari e vendette! :P
A parte gli scherzi, sicuramente un buon racconto e da amante dei finali amari, ammetto che sei stato coraggioso a non dare il contentino al lettore.
Però, stranamente, non ho sentito la mazzata alla stomaco che mi sarei aspettato e ho cercato di capire il perché. Forse perché la fine del bambino rimane un po' troppo fine a sé stessa in un racconto così breve. Cioè, nel senso, quello che mi rimane è lui che esce, prova a fare in tempo, non ce la fa e muore, punto. Magari avrebbe dato qualche emozione in più se il suo sacrificio fosse servito a qualcosa, dando un po' di forza alla storia. Perché in questo modo mi lascia un po' a bocca asciutta. Penso che questo sia l'unico grande problema del tuo pezzo. A rileggerci!

8) Martirio
Ciao Agostino, piacere di trovarti.
Il tuo racconto mi ha dato la sensazione di zoppicare un po' e di non avere la scorrevolezza che hanno avuto altri tuoi testi in quanto a stile serrato e idee chiare.
Ho avuto i primi intoppi nel dialogo iniziale e questo è dovuto a una certa artificiosità. Un esempio:
"Non saprete niente da me… niente! – scandisce ogni singola parola. – Non tradirò i miei compagni e non abiurerò la mia fede!"
A parte che sembrano delle frasi molto infodump, che servono più a dare informazioni al lettore che al personaggio, mi sono chiesto come una persona torturata possa formulare frasi così ricche e complesse.
Sorvolando su questi passaggi, il ribaltamento di prospettiva su chi è buono e chi cattivo è stato interessante. Credo sia mancato, però, molto contesto per rendere meglio la tua idea.
In che epoca siamo, per esempio? All'inizio sembrava medioevo, poi compare una pistola e una carabina. Questo disorienta.
Il libro a quale rituale avrebbe portato? Anche questa mancanza non permette al lettore di capire bene se questi eretici fossero davvero il male oppure no, perché quello che ci mostri è stata soltanto una testa deforme.
Insomma, qualche particolare in più avrebbe delineato meglio quello che avevi in testa. Alla prossima!

9) Finché avrò vita
Ciao Pietro, piacere di trovarti.
Da un punto di vista stilistico non ho molto da dire. Il tuo stile è molto buono e sono davvero curioso di rivederlo in altri racconti.
Quello che mi ha lasciato insoddisfatto, ma si va nei gusti personali, è la storia. Molto lineare, senza balzi di originalità, ammetto che mi ha annoiato un pochino e la sorpresa finale nel trovare un unicorno non mi ha entusiasmato colmando la fatica per arrivarci. Non ho trovato anche una declinazione del tema, lasciandomi a bocca asciutta anche da quel punto di vista. Credo ti sia mancato il guizzo creativo e che tu abbia puntato su una semplice idea per portare in maniera sufficiente qualcosa in tasca. Questo senza negare tu abbia una ottima penna ed è per questo che, come dicevo, sono curioso di leggerti ancora. A presto!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 25 febbraio 2021, 23:47

Molto bene, avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7217

Re: Gruppo TARDIS: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » lunedì 1 marzo 2021, 20:07

Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo.

1) L’ultimo raccolto, di Emiliano Maramonte
Un racconto che raggiunge esattamente il risultato che, immagino, tu volessi fargli raggiungere senza perdersi in fronzoli e senza evidenti punti deboli. Ho molto apprezzato l'asciuttezza del tutto e questo finale così scarno e crudo. E ottimo anche per la mancanza di dettagli che avrebbero allontanato l'immersività, questo a tutto vantaggio di un contesto che crea molta curiosità nel lettore. Sei anche riuscito a dare un senso di urgenza. Per me un pollice su.
2) Lealtà, di Andrea Partiti
Una piccola gemma cui, a mio parere, avresti dovuto dedicare maggiore attenzione. C'è una totale immersione e il tema è declinato bene anche se in modo non brillante, però sono rimasto perplesso dal quid: perché incentrarlo sul concetto di lealtà? Perché per quel protagonista era così importante da indirizzare i suoi pensieri in quella direzione? La mia risposta: hai accentrato troppo sul concetto di lealtà quando in realtà il racconto era altro e la lealtà poteva esservi affrontata senza farne il quid perché in verità il quid vero erano le scarpe e serviva anche un cappello finale perché, a quel punto, le aveva perse e, a rigor di logica, lui era perso con loro. Insomma, penso dovessi lavorarci di più per focalizzarlo meglio perché allo stato attuale può arrivare al massimo, per quanto riguarda il mio metro di valutazione, a un pollice tendente verso l'alto in modo brillante (quindi alto in classifica), ma allo stesso tempo può penalizzarti, in modo assolutamente lecito, nei giudizi di molti (com'è successo).
3) Femme Fatale, di Maurizio Ferrero
Qualche refusetto in più del solito, da te stupisce. Lettura molto buona, ho un unico appunto e riguarda la svolta interiore di Lara che rimane troppo fuori dal racconto. Anche il tono del suo pensiero è molto diverso tra la prima e la seconda parte, più crudo mentre ce la fai conoscere estremamente insicura. Manca proprio qualcosa su Lara. Tema presente in più parti, ma forse non fondante il racconto stesso. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, al pelo dal livello successivo.
4) Martirio, di Agostino Langellotti
Un racconto più che buono cui, a mio avviso, gioverebbe un po' più di caratterizzazione del protagonista che, nonostante sia il pdv del tutto, rimane distante concedendo ben poco di se stesso al lettore. Raymond è un personaggio già molto più riuscito, ma della voce narrante ci arriva proprio poco. Qualche refusetto che stona ("Gli sposto il cappuccio del saio di Berengario") e un alzatina di sopracciglia sulla risoluzione perché una volta ottenuta la confessione sembra letteralmente che debbano fare pochi passi per raggiungere il luogo del misfatto (tra l'altro all'interno di un edificio bello grosso). Sul tema: presente anche se poco fondante il racconto nel suo complesso. Considerando tutto, per me un pollice tendente verso l'alto in modo anche brillante per un certo livello di coesione interna che riesci a fare mantenere al racconto.
5) Il momento migliore, di Andrea Leonardi
Molto interessante la riflessione sul pdv di un personaggio negativo. Detto questo, a mio parere il problema sta altrove: nel tono del racconto e nel personaggio dello scudiero. Sul tono, sei riuscito a mantenere la barra a dritta, ma ti ha sbilanciato molto il momento del distacco tra i due protagonisti perché in quel preciso istante si entra in una dimensione di maggiore drammaticità perché lo scudiero, un protagonista, entra nell'azione che fino a quel punto stavano solo osservando e in tal modo va a dare corposità anche a personaggi, quelli degli umani che stavano combattendo contro il mannaro che dovevano rimanere sullo sfondo. Questo ci porta ancora più lontani dal cavaliere e non sappiamo dove concentrare il fuoco della nostra empatia. In più, le motivazioni dello scudiero non sono minimamente seminate e il suo distaccarsi dal cavaliere giunge come un fulmine a ciel sereno andando, appunto, a sbilanciare e disequilibrare il tono del tutto. Sul tema, per me ok e anche bene perché è proprio fondante il racconto stesso. Concludendo, un pollice tendente verso l'alto in modo anche brillante, per fare un passo ulteriore il testo avrebbe dovuto mantenere una maggiore coesione per l'intera sua durata.
6) Ultimo ricordo, di Soraya Patrizi
Menzione d'onore per la declinazione del tema, molto bella. Una futilità che mi ha fatto storcere il naso: a meno che non sia domenica, quale diciottenne d'Italia si alza alle 9 come se niente fosse?!?!?! Scuola, lavoro, qualunque cosa, alle 9 del mattino la vita è già partita. Come ho detto, è una futilità. Apprezzo molto, invece, la sensibilità che dimostri nell'osservazione della realtà, quei piccoli dettagli come l'ombra dello scotch che riesci a rielaborare all'interno del testo. Però manca un po' di contesto sul protagonista: riflette molto sul domani (letteralmente ), ma ci dona poco di se stesso, della sua tridimensionalità. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma non in modo brillante perché è come se non sbocciasse mai pur parendomi una splendida rosa, un sensazione strana.
7) Zuzana Romero, di Antonio Pilato
Parto citandoti: "Quando col tempo l’orologiaia capì cos’era avvenuto durante quella notte buia". Ecco, questo è un punto problematico perché fai capire al lettore che Zuzana ha compreso quando poi, nei paragrafi successivi, specifichi più volte che i suoi concittadini avevano capito prima di lei e così facendo crei una commistione di piani temporali ben evidenziati anche nella chiusa sulla riflessione di Zacarias riguardante una Zuzana ormai scomparsa, ma che al lettore tale non è arrivata perché se è vero che lo citi già prima nel testo non metti mai in evidenza il piano temporale in cui ti stai muovendo. Questo, almeno per me, è stato fonte di confusione. Sono convinto che su distanze così brevi il tuo approccio sia poco funzionale perché tendi a voler seguire una struttura che sarebbe funzionale a un maggior numero di caratteri e cerchi di comprimerla in quattromila (che già sono superiori ai tremila cui eri abituato), ma penso anche che se tu riuscissi, a livello di esercizio, a renderti funzionale al 100% anche su questo tipo di spazi poi potresti trarne vantaggio anche sui terreni a te più congeniali. Sul racconto: il tema è preso e ben declinato anche se paga la compressione e la poca determinatezza dei piani temporali. Pollice tendente verso il positivo anche se non in modo brillante.
8) Appena in tempo, di Alessio Vallese
L'eutanasia mi è arrivata, ma avresti dovuto, a mio parere, calcarla un pelo di più. Non si capisce però il perché dell'urgenza e il perché, altrimenti, avrebbe dovuto aspettare l'anno successivo. Dai per scontate troppe cose e questo è un peccato perché, come ha ben sottolineato Morena, il tuo è uno stile fluido e pulito estremamente efficace che raggiunge il proprio scopo quando non rimangono domande nel lettore mentre, invece, può risultare penalizzante quando non riesci a fare passare tutto quello che hai in mente. Presta più attenzione a questo aspetto, i prossimi mesi. Il tema, inoltre, sembra infilato a forza proprio perché non si capisce il perché dell'urgenza. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma non in modo brillante.
9) Finché avrò vita, di Pietro D’Addabbo
L'unicorno finale mi sembra non contestualizzato al meglio perché doveva essere introdotto da questo boschetto che non voleva arrivare e dal cambio di setting, ma, almeno a me, questo non mi ha aiutato a crearmi aspettativa e neppure mi ha preparato alla rivelazione finale rendendomela verosimile. Credo che manchi una semina più diffusa che parta ben prima del boschetto, in pratica qualcosa che preparasse al boschetto stesso che poi preparasse a sua volta al finale. Lo stesso significato che volevi dare al finale non mi è arrivato e questo, invece, concerne le motivazioni del cacciatore. Il tema idem, mi è rimasto lontano. Detto questo, per me un pollice tendente verso il positivo perché la lettura è stata gradevole, ma non in modo brillante.

Torna a “150° Edizione - LA CENTOCINQUANTESIMA - la Sesta dell'Ottava Era (Febbraio 2021)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti