Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

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antico
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Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 febbraio 2021, 2:26

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BENVENUTI A LA CENTOCINQUANTESIMA EDITION, LA SESTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 150° ALL TIME!

Questo è il gruppo TIME WARP de LA CENTOCINQUANTESIMA EDITION con il TEAM DI MC come guest stars (Maurizio Bertino, Francesco Nucera, Massimiliano Enrico, Roberto Romanelli, Angelo Frascella).

Gli autori del gruppo TIME WARP dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo QUANTUM LEAP.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo DELOREAN.


Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dal TEAM DI MC. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo TIME WARP:

Come un rifiuto, di Luca Fagiolo, ore 00.43, 4242 caratteri
A domani amore mio, di Davide Mannucci, ore 23.33, 4216 caratteri
La domanda, di Debora Dolci, ore 00.53, 4224 caratteri
La sfida, di Alessio Magno, ore 00.39, 4165 caratteri
Dietro il cancello, di Alexandra Fischer, ore 22.53, 3772 caratteri
Una telefonata, di Giulio Marchese, ore 00.09, 4232 caratteri
Orfea, di Silvia Casabianca, ore 00.59, 4184 caratteri
L’assassino agli antipodi, di Roberto Masini, ore 00.22, 4229 caratteri
L’ultimo minuto non arriva mai, di Giuseppe De Micheli, ore 23.47, 3931 caratteri
Pappa reale, di Alvin Miller, ore 00.45, 4224 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 FEBBRAIO per commentare i racconti del gruppo QUANTUM LEAP Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 26 FEBBRAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo QUANTUM LEAP e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo QUANTUM LEAP.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA CENTOCINQUANTESIMA EDITION A TUTTI!



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Stefano.Moretto
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » giovedì 18 febbraio 2021, 18:18

Come ogni mese qui è una tragedia dover fare questa classifica. Alcuni eccellono per la trama, altri per l'introspezione, altri per lo stile. Alla fine mi son detto "okay, mettili nell'ordine in cui li rileggeresti più volentieri".

Classifica

1. La domanda
2. Come un rifiuto
3. Pappa reale
4. A domani amore mio
5. Orfea
6. Una telefonata
7. La sfida
8. Dietro il cancello
9. L’ultimo minuto non arriva mai
10. L’assassino agli antipodi

Valutazioni:

Come un rifiuto
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A domani amore mio
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La domanda
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La sfida
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Dietro il cancello
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Una telefonata
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Orfea, di Silvia Casabianca
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L’assassino agli antipodi
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L’ultimo minuto non arriva mai
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Pappa reale
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Polly Russell
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 19 febbraio 2021, 14:51

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Ultima modifica di Polly Russell il venerdì 19 febbraio 2021, 14:53, modificato 1 volta in totale.
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Polly Russell
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 19 febbraio 2021, 14:52

Commenti e classifica
Avevo bene in mente solo due o tre posizioni, non saprete mai quali. Per le altre ho dovuto faticare.


1) La domanda di Debora Dolci
2) Come un rifiuto di Luca Fagiolo
3) Pappa reale di Alvin Miller
4) Una telefonata di Giulio Marchese
5) La Sfida di Alessio Magno
6) A domani, amore mio di Davide Mannucci
7) Orfea di Silvia Casabianca
8) Dietro il cancello di Alexandra Fisher
9) L’assassino agli antipodi di Roberto Masini
10) L’ultimo minuto non arriva mai di Mezzomatto



Pappa reale di Alvin Miller
Ciao Alvin, anche tra noi, primo incontro a quanto pare.
inizio col dire che il tuo universo mi ha colpito in modo positivo. ci sono delle sbavature da sistemare, ma nei limiti delle battute lo hai delineato parecchio bene. ho qualche dubbio sulla grandezza dell'alveare. queste api, da quello che ho capito dovrebbero avere le dimensioni di un gattino, quindi come fanno a girare per l'alveare degli umani?
altro punto, che ti hanno già fatto notare, il fatto di sentire l'odore attraverso lo scafandro. mi dirai che sono tute speciali, con filtri in grado di far passare gli odori, quello che vuoi, ma io non lo so, e non lo so perché tu non me lo dici. togli "scafandro" e siamo tutti contenti. lol
La storia regge, il tema è centrato e l'universo è credibile, buon lavoro.

L’ultimo minuto non arriva mai di Mezzomatto
Buongiorno! Credo sia, anche con te, la prima volta che incrocio la penna.
La storia c’è, anche se non ho capito quale sia l’ultimo minuto di cui parli, visto che non lo tortureranno più, non lo uccideranno ma sarà usato come scambio. Cioè, secondo me, l’ultimo minuto era lo sparo che ha ucciso il capitano. Perché poi aggiungerne un altro?
È tutto un po’ veloce, non ho il tempo di affezionarmi a un personaggio, di calarmi in una scena. Avrei cominciato la narrazione dall’attacco a casa del Togn per avere più caratteri dopo.
Un appunto, specifica che sono le gambe della sedia ad asserte infilate nei bracieri. Io ero convinta fossero le sue. lol


L’assassino agli antipodi di Roberto Masini
Bentrovato e buondì!
Di certo apprezzo il collegamento a una vicenda reale e l’averci costruito un racconto intorno. Adoro questo genere di cose.
Nell’insieme trovo che tutta la parte iniziale non serva a nulla. Il protagonista poteva essere lì per qualunque motivo, quindi tutta la spiegazione che ci dai non arricchisce la trama.
Avrei risparmiato caratteri e ne avrei spesi un po’ di più per descrivere il mega pinguino e il suo attacco.
Nella scena dell’attacco, appunto, c’è un po’ di ridondanza: pesante/pesa il doppio... e in generale mi pare poco vivida. Forzerei di più sulle emozioni del protagonista.

Orfea di Silvia Casabianca
Ciao! Anche con te pare essere la prima volta.
Certo commentare dopo che è passato il buon Wladimiro, e anche particolarmente in forma, è quasi superfluo :), comunque ecco i miei due spicci.
Ha l’impronta di uno YA, forti emozioni, ripensamenti, focus molto profondo sulla protagonista. Non male.
Sorvolo sulla forma, è già passato Wlad e mi concentro su un paio di aspetti. Il primo è l’aderenza al tema, che non trovo. Lei non ha tirato dritta perché non voleva più avere a che fare con lui. Ha tirato dritta perché sperava di essere seguita o osservata da lontano da lui. Ma quando finalmente si gira, si accorge che lui se ne era semplicemente andato. Dov’è l’evento dell’ultimo minuto?
Altro punto è il dialogo centrale. È un po’ confuso, a un certo punto non ho capito chi parlasse e nemmeno di cosa stesse parlando.
Il cane non bruca. Capisco che tu abbia voluto usare la parola di proposito ma boh... non ce la vedo.
Ma sul serio ha chiamato un Rott Fuffy? Chi è Hagrid? XD
Scherzi a parte, un lavoro piacevole, l’introspezione di lei è perfettamente riuscita.
Polly




Una telefonata di Giulio Marchese
Ciao Giulio è ben trovato.
Il tuo racconto è ben scritto, lineare e scorrevole: poco da eccepire. Un paio di cose soltanto.
La prima è la telefonata, siamo i prima, sul pov del narrante quindi. Dovremmo poter sentire quello che sente lui, quindi anche la voce dell’interlocutrice.
Il numero di telefono del figlio poteva averlo semplicemente dato il vecchio. Non è incosciente, non serve un numero d’emergenza. Qualcuno gli avrà semplicemente chiesto chi chiamare.
Per il resto la storia della gamba mi pare un po’ deboluccia. Non che non sia un trauma sufficiente, intendiamoci. Però boh, avrei calcato la mano sull’abbandono. Una manciata di caratteri in più. Magari l’aveva cercato e il padre si era negato...
Comunque un buon lavoro, questo è solo un mio gusto, del tutto personale.



Dietro il cancello di Alexandra Fisher
Ben trovata cara! Iniziò con il farti i complimenti per il gel mondo che hai tratteggiato, anche, come spesso ti capita sei un po’ troppo dispersiva e non controlli quali sono le informazioni che abbiamo noi e quelle che hai tu.
Questo porta ad avere una gran confusione in testa e a perdersi anche dei bei passaggi perché troppo impegnati a capire chi è Tilde, che rapporto ha con Dora, ma soprattutto chi cacchio è Nella e cosa c’entri il suo fazzoletto a fiori. :)
Ho capito che un ragazzo lancia dei dogo addosso a Dora e lei ne esce grazie all’aiuto di una strega che uccide i ragazzi?
Perché la dogo le ricorda Nella?
Perché i dogo invece di mangiarsela si attaccano al prendisole?
Lo spunto è buono e anche il tema è centrato ma è terribilmente confuso


La Sfida fi Alessio Magno
Ciao Alessio! Ben trovato.
Mi piace il plot twist finale, anche se, per avere una sorpresa maggiore lavorerei sul pezzo della cassetta degli attrezzi. Da lì si capisce che non c’è un reale pericolo, che si tratta di qualcosa tra amici o fratelli e la rivelazione perde di forza.
Basterebbe togliere il “qualcuno l’ha lasciata lì” o sostituirlo con qualcosa di più ambiguo. L’odore di cannella arriva alla fine è ci sta. Cambierei anche il rapporto di parentela da fratelli a cugini in modo da giustificare il fatto che arrivino da due parti diverse.
Ci sono un po’ di refusi, un plurale per un singolare, ma nulla di grave, in contest come questo.
Molto gradevole.


La domanda di Debora Dolci
Wow Debora! È la prima volta che ti leggo e già mi piaci!
Tolti un paio di refusi, non ho alcun appunto da fare. Il racconto scivola via da sé, lineare, bello e con una morale niente male. Mi viene il dubbio che tu sia davvero un’insegnante di storia.
Mi piace la partenza lenta, il susseguirsi di gesti automatici che sembrerebbero portare al solito insegnante disilluso, invece, all’ultimo minuto, arriva il ragazzino con la domanda del secolo, che genera la risposta del secolo.
Davvero un buon lavoro, è il fatto che mi piaccia un racconto dove nessuno muore, viene torturato in modo atroce, senza mostri Lovecraftiani o dove finisca il mondo la dice lunga sulla qualità del tuo pezzo.


Come un rifiuto di Luca Fagiolo
Ciao Luca, ben trovato!
Inizio col dirti che, al netto delle critiche che muoverò, il tuo racconto mi è piaciuto, ma, come tutti, è perfettibile.
Stai narrando in prima, e la narratrice ha abbordato un tizio in un pub, non hanno avuto troppo tempo visto che il tizio era accompagnato, quindi presumo una presentazione veloce. A questo punto come fa il narratore a conoscerne il cognome? Avresti dovuto chiamarlo con un generico “l’uomo”, “il tizio” e via così. In questo modo, invece, sembra che il narratore lo conosca bene.
Concordo in pieno con il secondo appunto che ti ha fatto JohnDoe. Come fanno a capire che si tratta di una prostituta? In più aggiungerei qualcosa riguardo alla paura di una ripercussione da parte di un qualche Pappone ancora nei paraggi. Andarsene così quando qualcuno ti chiede solo di chiamare il 118... boh, mi sembra esagerato.
Per il resto buono, buona la visione di lei, il suo essere schifata è ben reso. La paura palpabile e hai reso bene la scena violenta.


A domani, amore mio di Davide Mannucci
Ciao Davide, credo sia la prima volta che ci incrociamo.
Secondo me hai messo troppa carne al fuoco, ci dai una serie di informazioni inutili, che in più confondono. Che vuol dire che sono stati separati per poi incontrarsi di nuovo quaranta anni fa? E soprattutto a che ci serve?
Il fatto che avrebbero voluto sposarsi ma non lo hanno fatto, idem.
Il fatto che lei risieda in clinica?
Non lo so, l’ho letto due volte e l’unica impressione che ho avuto è che mi manchi qualcosa, che non abbia visto il legame tra tutte queste informazioni, che abbia perso il filo che hai teso.
La partenza già confonde, fino a metà racconto non so se il narratore sia maschio o femmina e se voglio figurarmi un’immagine, diventa complicato. Il fatto che tu scriva “è preoccupata per la sua mamma” non aiuta. La mamma potrebbe essere quella che sta mordendo.
Anche sulle età faccio fatica. La chiama la “mia piccolina”, invece ha almeno quarant’anni. Ok, per la mamma sono sempre bimbi, ma in un racconto così breve crea confusione.
Insomma, apprezzo il pathos che hai creato, la sensazione di impotenza e il dolore di lei, sono palpabili, ma non basta a farmi tralasciare tutto il senso di confusione.
Polly

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » sabato 20 febbraio 2021, 11:08

1. La domanda – Debora Dolci
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2. Come un rifiuto – Luca Fagiolo
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3. A domani amore mio – Davide Mannucci
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4. Pappa reale – Alvin Miller
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5. Una telefonata – Giulio Marchese
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6. Orfea – Silvia Casabianca
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7. La sfida – Alessio Magno
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8. Dietro il cancello – Alexandra Fischer
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9. L’ultimo minuto non arriva mai – Giuseppe De Micheli
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10. L’assassino agli antipodi – Roberto Masini
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lupus in fabula

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filippo.mammoli
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 21 febbraio 2021, 11:34

La tortura della classifica esige il suo tributo, anche questa volta. Mollo qui i mugugni e snocciolo le mie personalissime valutazioni.

1. La domanda, di Debora Dolci
2. Una telefonata, di Giulio Marchese
3. A domani, amore mio, di Davide Mannucci
4. Come un rifiuto, di Luca Fagiolo
5. Pappa reale, di Alvin Miller
6. La sfida, di Alessio Magno
7. L'ultimo minuto non arriva mai, di Giuseppe De Micheli
8. L'assassino agli antipodi di Roberto Masini
9. Orfea, di Silvia Casabianca
10. Dietro il cancello, di Alessandra Fischer

Come un rifiuto, di Luca Fagiolo
Ciao Luca,
Leggerti è stato un piacere.
La descrizione in prima persona e l'ottima gestione del punto di vista guidano il lettore all'interno di questo piccolo inferno e gli fanno avvertire tutta la violenza della scena e la disperazione della protagonista.
A differenza degli altri però, non sono stato disturbato dal cognome dell' assessore che lei pronuncia perché avrebbe potuto conoscerlo per varie vie, ma ho appunti diversi da farti.
Quando la coppia esce dal locale, la protagonista grida di dolore e poi le fai pensare "una fitta tremenda alla pancia, fatelo smettere!"
Chi o cosa dovrebbe smettere? Non mi è chiaro a chi sia riferito e questo, nella fase finale del racconto, mi ha mandato un po' in confusione.
Poi l'altro appunto, molto più rilevante, non riesci a vederci il tema.
Cosa avviene all'ultimo minuto?
Solo in un altro passaggio, anch'esso poco chiaro, esce qualcosa relativo al minuto:
"L’uomo strabuzza gli occhi, la ragazza si sfiora la pancia.
«Grazie a Dio. Ancora un minuto e…»"
Non ho proprio capito cosa significhi né chi pronunci la frase.
Un ottimo racconto, ben scritto e molto forte, ma con un finale che mi ha lasciato sospeso e un tema che non ho individuato.
Alla prossima

A domani, amore mio, di Davide Mannucci
Ciao Davide,
Piacere di leggerti.
Inizio col dire che il tema c'è tutto e che il motivo su cui è incentrato il racconto funziona sempre anche se forse non è dei più originali, ma questo non rappresenta un problema. Credo invece che fosse tutto un po' prevedibile già dall'inizio. Immagino che tu non puntassi sull'effetto sorpresa in questo racconto, ma anche se ben scritto, l'ho trovato privo di guizzi.
Magari un plot twist ci sarebbe potuto stare...
Un altro appunto è che nella parte centrale ci sono un po' di ripetizioni, vita/vita e la parola amore che compare con frequenza troppo alta, e questo rallenta un po' il ritmo.
Il refrain "a domani amore mio" mi ha ricordato quello del racconto che vinto la precedente edizione "il pompiere paura non ne ha". Si vede che ti ci trovi bene;)
Forse avrei evitato anch'io il maiuscolo nell'urlato, ma non mi ha disturbato.
Ripeto che la scrittura è buona e il racconto altrettanto, ma con il campione si è sempre meno indulgenti.

La domanda, di Debora Dolci
Ciao Debora,
ancora piacere di leggerti e dico davvero.
Dopo la Galleria degli specchi dell'ultima volta, ecco che ti ritrovo con un altra bella storia.
Mi sono emozionato alla fine del racconto e questo la dice già tutta.
Non ho trovato difetti particolari, solo tanta bravura nel rendere l'atmosfera e nel farsa sembrare vera, naturale.
Questa è la dote che apprezzo maggiormente. Perché dimostri che non c'è bisogno di inventare nulla, basta saper guardare la realtà di ogni giorno, saperla leggere nel modo giusto e si trovano spunti per parlare delle sensazioni dei giovani, delle difficoltà e costrizioni della pandemia, delle abitudini che bene o male abbiamo finito per mutuare.
Il tema c'è, anche se compare sul finale, ma la tua gestione perfetta del punto di vista, i pensieri intervallati ai dialoghi sempre con leggerezza e il tuo stile nitido, mi obbligano ancora una volta a farti i complimenti.
Non prenderci l'abitudine ;)

La sfida, di Alessio Magno
Ciao Alessio, piacere di leggerti.
Inizio ribaltando subito il punto di vista di qualcuno che mi ha preceduto. Per me il plot twist che ribalta la prospettiva costruita lungo tutto il racconto, non solo ci sta, ma è ben accetto.
Però... Purtroppo c'è un però.
Il finale è la cosa che ho apprezzato di più, è il resto che mi ha convinto meno. Si sente che hai costruito la storia in funzione di quel finale, demandando a quello tutto il pathos e l'interesse del racconto.
Prima c'è una lunga serie di pensieri e azioni, descrizioni talvolta eccessive e poco funzionali alla storia, e l'ho trovato anche troppo infarcito di aggettivi e verbi a effetto.
Non che sia scritto male, non ci sono errori grossolani, ma è il tono generale che mi è sembrato un po' troppo carico e forzato.
Il tema è centrato e il finale risulta comunque piacevole.
Alla prossima.

Dietro il cancello, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
L'inizio del racconto, sebbene con atmosfere troppo affettate e frasi brevi ad effetto, non era male.
Sembrava un presagio di qualcosa ì, con l'aria che si caricava di tensione per scoppiare o evolvere versi chissà quali scenari.
Invece purtroppo non ci ho capito nulla. A parte la sfida di Lamberto riguardante il branco di Dogo, non so davvero cosa cosa fosse successo e cosa tu volessi dirci. Tilde e l'incantesimo, le immagini che si presentano alla sua mente mentre sta per essere sbranata (o forse lo pensa solo?), tutto sfumato fino alla scena finale dove lei si ritrova dall'altre parte del cancello, senza sapere come abbia fatto.
I cani dove sono? E perché graffiano anche dall'altra parte del cancello.
Unica nota che riesco a farti riguarda un svista relativa alla gestione del POV.
"Ha ingannato la mamma fingendosi gentile e mi ha invitata insieme agli altri, era elegante come loro. Stupida io a credere che si fossero dimenticati della mia amicizia con Tilde."
Se il racconto è in terza persona questo, che è un pensiero del POV, deve andare in corsivo come gli altri.
Purtroppo non sono riuscito a barcamenarmi.
Alla prossima.

Una telefonata, di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
Ben ritrovato.
Io penso che il racconto sia scritto molto bene, al netto di due sviste che nulla hanno a che vedere con la tecnica narrativa e la gestione del POV.
Secondo me tutto è controllato nel modo giusto e i lunghi flashback ci danno la corretta visione della storia dall'unico punto di vista che è necessario conoscere, cioè quello del narratore su cui la storia è focalizzata.
La prima svista è un refuso, in "Papà a una vena" ti è saltata la h.
L'altro è l'uso del verbo bisognare, che forse è improprio ma non scorretto, di certo non si può sentire.
Per me un bel racconto, emozionante e realistico con finale forse un po' troppo liscio.
Dopo tutta la costruzione mi è sembrato che il perdono sia arrivato troppo in fretta e senza ripensamenti. Avrei dedicato qualche carattere in più per farci sentire un conflitto del POV anziché fallo arrivare dritto a quella che forse era l'unica decisione logica, ma che risulta un po' tirata via e meno credibile del resto della storia.
Il tema direi che c'è tutto.

L'assassino agli antipodi, di Roberto Masini
Ciao Roberto, piacere di leggerti.
Nel tuo racconto non c'è niente che non vada, non ci sono errori grossolani e la storia potrebbe essere anche interessante.
Però, nonostante la prima persona sia per sua natura più immersiva, devo dire che la forma del "raccontato" prevale sul "mostrato" e questo non consente di emopatizzare con il protagonista. Si vive tutta la sua vicenda in modo un po' piatto e distaccato.
La storia in sé poteva essere anche carina e il finale, se gestito meglio, poteva risultare un bel twist.
Il tema mi sembra che intervenga in modo piuttosto marginale.
C'è del potenziale ma mi è mancato il pathos, peccato.
Alla prossima.

Orfea, di Silvia Casabianca
Ciao Silvia, piacere di trovarti nell'arena.
Devo ammettere che non mi riesce facile valutare il tuo racconto.
Mi lascia un senso di incompiuto, soprattutto nel finale.
Al netto di alcuni errori ortografici quali "da" come terza persona del verbo dare che va con l'accento, "un'anno" dove l'apostrofo non ci vuole e qualche "d" eufonica di troppo e altre che non ci sono dove ci vorrebbero, la forma non mi convince del tutto.
Indugi a volte in descrizioni non funzionali alla storia che scivolano nell'info dump.
C'è un sottinteso non abbastanza esplicito da lasciar capire la storia, soprattutto il finale.
Il tema arriva alla fine ma non si inserisce nell'economia della storia. Tutto quello che credevo di aver capito, viene messo in discussione dal finale.
Mi dispiace, ma non mi è arrivato.
Alla prossima.

L'ultimo minuto non arriva mai, di Giuseppe De Micheli
Ciao Giuseppe, piacere di leggerti per la prima volta.
La tua potrebbe una buona storia, con dentro tutti gli ingredienti. C'è il motivo del conflitto, uno sfondo storico interessante, ma mi è risultato un po' strano da interpretare. Inizi con una parte in cui il protagonista introduce la storia raccontandocela. Una premessa un po' lunga che non tira il lettore dentro la storia e lo allontana dall'empatia con il protagonista, che dovrebbe uno degli obiettivi principali. E l'incipit è sempre molto importante. Passi poi ad azioni in presa diretta rispetto al tempo al tempo della narrazione.
Il tema è preso, ma sono arrivato in fondo con distacco e un po' frastornato.
Con una migliore gestione del tempo e della tecnica narrativa, potresti esprimere il potenziale che dimostri di avere.
Alla prossima.

Pappa reale, di Alvin Miller
Ciao Alvin, credo sia la prima volta che ti incontro nell'arena.
Credo sia una buona prima volta, almeno per quel che mi riguarda.
Dal punto di vista formale ho pochi appunti da farti, gestisci molto bene il POV in prima persona e il tuo mostrato è ottimo. Le descrizioni sono funzionali e i personaggi sono ben delineati, con battute efficaci e dialoghi realistici. Vedo solo un paio di difetti di contenuto. Il primo è che il tema bisogna impegnarsi a volercelo vedere. Il secondo è che si capiscono alcune cose sulla colonia (extraterrestre?) e sulle api giganti, ma il contesto non è presentato in modo sufficientemente chiaro.
Però è un buon racconto.
Alla prossima.

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antico
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 22 febbraio 2021, 15:00

Avete ricevuto quattro classifiche, ne devono arrivare ancora sei.

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Gennibo
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 23 febbraio 2021, 11:55

1 La domanda di Debora Dolci
2 Come un rifiuto di Luca Fagiolo
3 A domani, amore mio di Davide Mannucci
4 L’ultimo minuto non arriva mai di Giuseppe De Micheli
5 La sfida di Alessio Magno
6 Una telefonata di Giulio Marchese
7 Pappa Reale di Alvin Miller
8 Orfea di Silvia Casabianca
9 L’assassino agli antipodi di Roberto Masini
10 Dietro il cancello di Alexandra Fisher

Pappa Reale di Alvin Miller
Ciao Alvin e molto piacere di averti letto per la prima volta, mi piace il tuo stile e apprezzo lo sforzo di gestione della scena, anche se come ti hanno già fatto notare ci sono dei punti dove mancano informazioni importanti che avrebbero potuto far decollare il racconto alle prime posizioni della classifica. Una domanda: cosa è grande come una mano? L’ultimo soggetto è la pompa, ma rileggendo penso che tu ti riferissi alla larva.
Viste le premesse spero di leggere presto altri tuoi racconti.

L’ultimo minuto non arriva mai di Giuseppe De Micheli

Ciao Giuseppe e piacere di leggerti, vado controcorrente, a me la storia è piaciuta, ho tenuto il fiato prima della tortura che per fortuna non c'è stata. In effetti lì sul finale ci si perde un po'. Vero che potevi farci immergere di più nella storia ma visto quanto hai raccontato non so come avresti fatto a mettere dentro tutto. Una cosa facile che potresti fare e che secondo me migliorerebbe la resa senza grande sforzo è quella di andare più a capo, tipo:

Un acuto dolore al petto mi obbligò a fermarmi. Il fuoco non brucia così intensamente come quel dolore.
Non riuscii a respirare e sentii gelo in tutto il corpo. Crollai al suolo con le mani strette sul petto e la bocca aperta che cercava aria e non riusciva ad emettere nessun suono.
Aria, aria, aria…
Ero convinto che fosse arrivato il mio ultimo minuto. Lampo emise un lamento, mi alitò in volto, poi corse verso la baita.

L’assassino agli antipodi di Roberto Masini
Ciao Roberto, del tuo racconto mi è piaciuto l’inizio, con la promessa di andare in Nuova Zelanda, ma poi sono subito cominciate le perplessità, la prima: dici che c’è stato un rinvio della Coppa Americas causa covid, cosa vuol dire? Che adesso c’è il rinvio o no? Perché non si capisce a quale scopo sia stata data quella notizia. Io mi sono immaginata che in quel momento ci fosse il rinvio, altrimenti perché parlarne? Ma poi dici che il tuo amico non può accompagnarti a causa della coppa (quale coppa se è stata rinviata?)
L’idea mi piace molto, e lo stile mi ha ricordato un po’ quello di Mary Shelley in Frankestein, però mi è mancato di empatizzare con il personaggio, soprattutto nel momento in cui viene aggredito dal pinguino. Taglierei parte delle descrizioni della prima parte e invece allungherei il momento della lotta con il pinguino.
Alla prossima!

Orfea di Silvia Casabianca
Ciao Silvia, del tuo racconto ho apprezzato l’interiorità del personaggio, e anche quel lavoro sulla ricerca dello stile, che secondo me va nella direzione giusta.
In diversi punti, come ti ha fatto notare Stefano, ci sono delle parti che non sono chiare, come se ci fossero dei punti che sono stati saltati, ma che sarebbero essenziali alla comprensione del testo.
Direi un racconto che ha delle buone basi su cui ci sarebbe da lavorare sopra.

Una telefonata di Giulio Marchese
Ciao Giulio e piacere di averti letto, la tua storia mi è piaciuta molto, anche se sono d'accordo con i punti critici sopracitati, ma comunque il racconto ha per me delle basi solide e ho apprezzato i due piani temporali che secondo me hai gestito bene. E sì anche alla fine, ti sei giocato tutto su questo “perdono” un po’ in fretta, ma c’è e ha il suo punto di tristezza struggente.
Quindi direi bravo, per me un buon racconto.

Dietro il cancello di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, e piacere di averti letto, il tuo stile mi piace molto e anche le idee sono sempre interessanti, mi piacerebbe riuscire a darti qualche consiglio che ti possa aiutare a chiarire quelle belle idee che hai, perché anche io non sono riuscita a capire la storia. Secondo me tu sei una scrittrice "istintiva" hai bisogno di buttare giù l'idea, e poi, come ha detto qualcuno, dovresti ragionare sulla struttura e riscrivere la storia in modo più chiaro, se ad esempio facessi un riassunto di quello che hai in mente, forse potrebbe aiutarti a capire quello che hai messo nella storia e quello che ancora manca.

La sfida di Alessio Magno
Ciao Alessio e piacere di leggerti, il tuo racconto ha dei punti di forza che mi sono piaciuti molto, la focalizzazione del personaggio è buona, all'inizio anche io ho guardato e visto l'orologio con le lancette fluo. Però mi perdo nella descrizione seguente e continuo a vagare un po' persa nella tua storia, apprezzando certe descrizioni, ma sempre un po' a disagio perché mi sembra che tu sappia bene dove stai andando e mi stai tenendo all'oscuro di qualcosa, e credo che sia questo il punto debole del racconto, il fatto che si capisce che tu lo sai e che non lo dici. Credo che sarebbe meglio se ci dessi un obiettivo che potrebbe essere il Grande Albero. Tipo, all'inizio, invece di: Girava in tondo...
Potresti dire: se arrivo in tre minuti al Grande Albero lui è fregato. Dai al lettore un gancio a cui aggrapparsi per seguirti e poi alla fine sposti l'obiettivo e vai dove vuoi.

La domanda di Debora Dolci
Ciao Debora e piacere di leggerti, hai scritto un racconto che mi è piaciuto per come sei riuscita a farmi vivere una mattina in una classe virtuale, belli i pensieri inframezzati al dialogo, e a parte quell'inciampo sulla divisione della finestra di Google, parti con un ritmo fantastico, preciso e molto azzeccato.
Bello anche il finale con la domanda che diventa la protagonista della storia.
P.S. Non ho capito cosa volevi dire quando parli di Lucia, che non sai se è sola.
Molto brava!

A domani, amore mio di Davide Mannucci
Ciao Davide e piacere di averti letto, il tuo è un inizio molto intenso che mi ha catapultato nel racconto.
Però, quando spieghi dei quarant’anni mi perdo un po’ in domande per cercare di capire cosa avresti voluto dire ed esco un po' dalla storia.
E ti chiedo: perché una sedia a dondolo e non una sedia a rotelle?
La considerazione sulle lamette da barba non l’ho capita, ho pensato a delle ragazzine che adesso si tagliano, ma non mi sembra un pensiero da ottantenne, oppure al gesto disperato di qualcuno che ha tentato di togliersi la vita per amore? Ok, ci starebbe, se dall’altra parte lui non corrispondesse l’amore, e potrebbe anche essere stato così, quando non si amavano ma si sono lasciati. Però sono cose troppo poco accennate. Questo per dire che nella storia delle lamette non riesco a entrare.
Se invece di: Ormai sono quasi quarant’anni che lo facciamo.
Fosse: Ormai lo facciamo sempre, da quando ci siamo ritrovati.
Non ti servirebbe parlare dei quarant’anni.
Che ne dici di: il cellulare suona “Dio come ti amo”. (così, liscio, senza punteggiatura in mezzo)
Qui: baciarla anche se la sua bocca sta per esalare l’ultimo respiro e regala solo odore di morte.
Toglierei “sta per esalare l’ultimo respiro” così l’immagine va dritta all’odore di morte che per me è molto efficace e spiega tutto.
Con l’immagine del paracadutista scolpito nel marmo ho pensato che Marta amasse una statua, poi ho capito. Però non mi torna che se il tipo è così perfetto, il loro amore non possa essere altrettanto intenso. Magari puoi fargli dire che è uno dei tanti, in contrapposizione al "vero amore" della protagonista.
Ti sei un po’ inceppato con la parola “vita”
L’ultima spiegazione inutile è: quando lei era via. Detto dal prete.
Mi è piaciuto molto come hai gestito la morte dell’uomo e il finale.
Per me buonissimo racconto scritto in fretta che può essere facilmente migliorato.
Buona Edition e alla prossima!

Come un rifiuto di Luca Fagiolo
Ciao Luca! Un pezzo forte il tuo, gestito e scritto molto bene. La parte finale è quella che mi è piaciuta di più perché inaspettato e crudele, nel loro lasciare morire una donna in agonia. Anche io mi sono chiesta come facciano a sapere che lei è una prostituta, magari poteva essere nera, così da comprendere anche un pregiudizio razzista. E anche io ho pensato che venti euro fossero pochi, mi sono chiesta se è voluto, che la tipa in realtà non fosse una prostituta, e magari voleva semplicemente approfittare della situazione?
A parte questi dettagli per me è uno dei tuoi pezzi migliori, bravissimo.

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Gimmi
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 23 febbraio 2021, 12:59

1 - LA DOMANDA

2 - PAPPA REALE

3 - LA SFIDA

4 - COME UN RIFIUTO

5 - L'ASSASSINO DEGLI ANTIPODI

6 - L'ULTIMO MINUTO NON ARRIVA MAI

7 - A DOMANI AMORE MIO

8 - UNA TELEFONATA

9 - ORFEA

10 - DIETRO IL CANCELLO

--------------------------------------------------------------

Ciao!
Sono in ritardo e sarò diretto. Perdona se sembro brutale ^^

LA DOMANDA
Molto carina la situazione. Questa scena potrebbe racchiudere un potenziale enorme.
Interessante il messaggio fina, forse passa poco il passaggio da insegnante esasperata a martire dell'insegnamento, anche se ci sono sicuramente i dettagli.
Penso che tremila battute in più potresti dare la giusta dimensione e spessore alla situazione e mi piacerebbe leggerla :)


PAPPA REALE
Allora, la situazione è diretta e mi piace. Nulla di nuovo, ma mi interessa.
Ci sono un po' di informazioni dette - nel senso, spiegate per dialogo - ma si capisce dato la brevità della prova.
Non ho apprezzato il finale. Non è successo nulla di ché e poteva essere molto più interessante. Forse per le motivazioni del protagonista. Fosse stata sua figlia e facesse di tutto per salvarla sarebbe stato diverso, ma avrebbe avuto più appiglio. Non so se mi spiego.


LA SFIDA
La situazione è carina. Forse un po' telefonata. Nel senso che, non ho pensato ai fratelli che giocano, ma sospettavo qualcosa del genere.
Mi hai un po' depistato con il grande albero. Per un attimo ho pensato fosse un fantasy. Secondo me è un dettaglio che era meglio non mettere, soprattutto perché messo in maiuscolo. Non serviva.
Per la scrittura eviterei frasi come "Doveva arrivare primo, a tutti i costi", molto didascaliche.
Non ho altro da aggiungere :)


COME UN RIFIUTO
La situazione è interessante, ma un po' telefonata. Speravo in un finale un po' più insolito nell'ennesimo abuso di potere, maschilismo ecc.
Il tutto è un po' didascalico. La narrazione e i dialoghi sono troppo "detti", se mi capisci. L'uso di aggettivi semplici come il colore, sapore ecc. Ti consiglierei di giocare con similitudini e metafore.
Per quanto riguarda la scena mi domanderei "cosa potrebbe succedere che interessi? Che non è aspettato?"
Non ho molto altro da aggiungere.


L'ASSASSINO DEGLI ANTIPODI
Il caro e vecchio "era tutto un sogno" lo eviterei come la peste. Sì, è vero, in un racconto così breve si potrebbe chiudere un occhio, ma alla fine non mi è rimasto molto. Allora - forse - si poteva giocare di più con l'allucinazione e comporne la maggior parte del racconto. Ma dato che non è il "visivo" la parte forte della prosa, ci penserei bene.
Non ho capito perché tutta la prima parte che ci informa delle gare e del Covid, ma che poi non ci interessa per il racconto. Molti dettagli inutili che diluiscono troppo la trama, a mio avviso.


L'ULTIMO MINUTO NON ARRIVA MAI
Non so bene cosa dire. Hai descritto una situazione in breve. Sicuramente estesa, sarebbe più coinvolgente, ma rasenta il riassunto. Forse direi che non è una storia da una cartella.
Ti farei notare questo passaggio che prendo come esempio:

“Grazie, Togn.”
Più a gesti che a parole gli dissi di prendere il mio portafogli.
“C’è un biglietto..."

Se metti quello spazio descrittivo tra i dialoghi, pare che a rispondere sia Togn. E poi fa strano perché che fatichi a parlare e usi i gesti, ma poi dica tutta la frase seguente. Ma questo è un dettaglio.


A DOMANI AMORE MIO
Ammetto di non aver capito bene la situazione. Il compagno della protagonista sta morendo e lei è malata, giusto?
Se così fosse, capisco che sia un racconto che voglia puntare sull'emozione. Il tempo è breve per empatizzare e la situazione (per me che è stata poco chiara) non mi ha preso del tutto.
Ma a parte questo, mi concentrerei di più sul fatto che venga trattata male la figlia e questo matrimonio mai celebrato, di cui non ho trovato più traccia.
Poi, ripeto, magari sono io che sono lento :D


UNA TELEFONATA
La storia, purtroppo, non mi dice molto. Non mi coinvolge. Trovo anche che non sappiamo perché Mario perdoni il padre visto che quello che ha fatto (e quello che noi vediamo nel flashback che ha fatto). Nel senso che non abbiamo un'immagine positiva.
A livello tecnico lo trovo un po' didascalico e molti punti si possono asciugare molto.
Come consiglio personale, in un racconto così breve, eviterei i flashback. O farei accadere le cose interessanti al presente. In questo caso la moglie picchiata e il ginocchio rotto.
In generale è un cliché, quindi o troverei qualcosa di diverso da far accadere o un modo diverso di raccontarlo.


ORFEA
Non sono molto entrato nel racconto. Una donna che vorrebbe lasciarsi alle spalle una storia d'amore, nonostante vorrebbe continuare a stare con lui. Refusi e incomprensioni a parte, secondo me, manca il cuore interessante. Non sono insieme ai personaggi perché non è chiaro quello che vogliono e non lo scopriamo.
Penso tu abbia descritto una situazione come un altra senza coglierne il centro.


DIETRO IL CANCELLO
Le parole hanno un peso significativo e noto che c'è un uso smodato in questo racconto. Ho faticato a leggerlo. Non sono contro a un utilizzo di un registro più alto, ma qui non ne vedo il bisogno o la capacità di padroneggiarle. "Le lancette scorrono come falci" questa frase è simbolica per quello che voglio dire. Mi sono chiesto, come scorrono le falci? Perché le lancette vanno avanti e indietro velocemente come chi falcia il grano?
Altro aspetto è l'andare a capo a ogni frase. Non aiuta il ritmo.
Il racconto in generale non l'ho capito.

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Andrea Furlan
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » martedì 23 febbraio 2021, 23:13

Complimenti a tutti per i vostri racconti. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa, nonostante mi rendo conto che diversi dei miei commenti siano piuttosto critici. Devo dire di aver trovato una grande distanza fra i primi tre e gli altri: dalla quarta alla decima posizione è stato molto più difficile mettere in fila la classifica.

1. La domanda
2. A domani amore mio
3. Come un rifiuto
4. Una telefonata
5. Orfea
6. La sfida
7. L’ultimo minuto non arriva mai
8. Dietro il cancello
9. Pappa reale
10. L’assassino agli antipodi


1. La domanda
Ciao Debora,
Il tuo racconto di Specularia mi era piaciuto molto e questo ha confermato le mie attese. Sei riuscita a dare il senso di una storia all’apparenza banale in una sola frase e a mio parere hai centrato bene il tema. Avendo un figlio di dodici anni che chiaramente fa scuola a distanza mi sono immedesimato perfettamente nella storia, come se fossi seduto davanti allo schermo dell’insegnante un po’ sconfitta che cerca di tirare avanti fra alunni distratti e connessioni che non funzionano.
Forse ho trovato qualche dettaglio tecnico sulla gestione della chat un po’ di troppo soprattutto all’inizio, mentre molto bene la caratterizzazione dei personaggi, disegnata in poche parole e molto efficace. Ottimo il momento di chiusura in cui descrivi come l’attenzione degli studenti viene catturata sulla domanda finale e la reazione della Prof.


2. A domani amore mio
Ciao Davide,
complimenti per il tuo racconto senza fuochi d’artificio (come quello del pompiere), ma solido e ben costruito. Il finale è semplice ed efficace, devo dire che mi ha emozionato: bella l’accelerazione del ritmo sull’ultimo respiro e la scena del biglietto che invece rallenta la narrazione. Tema completamente centrato.
Forse ho trovato solo un po’ ripetitivo questo giurarsi amore eterno fra i due personaggi che alla lunga è un po’ stucchevole, ma ci sta nel registro generale.

3. Come un rifiuto
Ciao Luca,
complimenti, il racconto è ben scritto, ben costruito e coinvolge da subito. Affronta un tema attuale e controverso, cosa che trovo interessante. Mi sembra equilibrato come stile e registro. Non ho molti altri commenti a parte i due indicati qui sotto.
Ho trovato un piccolo errore sul punto di vista: “Si ferma solo quando ha il fiatone, gocce di sudore scendono dalla fronte e si perdono nella barba.” A mio avviso la ragazza picchiata a terra non può rendersi conto di questo dettaglio.
Sono più perplesso sull’aderenza al tema che non ho trovato al 100% tranne nella frase verso la fine «Grazie a Dio. Ancora un minuto e…» che mi è sembrata un po’ forzata.

4. Una telefonata
Ciao Giulio,
del tuo racconto ho notato soprattutto l’incipit: in sole quattro parole riesce a dare subito un senso di spiazzamento che avresti potuto sfruttare meglio, mentre la magia si spegne subito quando si capisce che si tratta di un telefono che suona di notte. Forse una parte onirica avrebbe reso meglio nell’introduzione.
Cosi è anche la storia, che ha una bella potenzialità ma non è espressa completamente: avresti potuto spingere di più sull’acceleratore, magari tentando un registro diverso e tagliando parti che ho trovato poco importanti (l’arrivo all’ospedale non aggiunge nulla). Anche il finale dà senso alla costruzione, ma si esaurisce molto in fretta e senza essere significativo. Mi sembra che sei stato più preoccupato di spiegare la costruzione (ad esempio come aveva fatto ad avere il suo numero di telefono) che di rendere atmosfera o mistero attorno all’intreccio.

5. Orfea
Ciao Silvia,
il tuo racconto mi ha dato sensazioni contrastanti, da un lato ho avvertito la confusione e il conflitto interiore della protagonista, dall’altro mi sono un po’ perso fra una miriade di dettagli che sembrano indizi per comprendere la storia ma che a una seconda lettura sembrano inconcludenti. Usi molte parole che distraggono dal focus e che potresti sostituire facilmente con qualcosa di più lineare, ad esempio “Burian…” invece di “Il freddo…” oppure “citofonami…whatsappami” invece di scrivere semplicemente “chiamami…” e rendere la frase dopo il dialogo più diretta a spiegare le sensazioni della protagonista.
Forse anche l’ambientazione può essere usata meglio: il posto freddo e poco piacevole dove si incontrano che hai reso abbastanza bene potrebbe diventare facilmente un veicolo del conflitto del personaggio con poche modifiche, mentre anche nella sua descrizione hai introdotto dettagli che non sembrano organici alla storia.

6. La sfida
Ciao Alessio,
il tuo racconto non mi ha convinto pienamente, purtroppo. La terza persona e il passato tolgono immediatezza. Sei riuscito a comunicare il senso di urgenza e quindi hai centrato bene il tema, ma per lo più tramite riferimenti all’orologio e a frasi un po’ artificiali come “Doveva arrivare primo, a tutti i costi.” Trovo efficace il contrasto fra l’inizio dove sembra che si tratti di una corsa contro la morte dai toni avventurosi – fantasy al ridimensionamento domestico del finale, però la prima parte sembra il punto di vista di un adulto e non di un bambino. Ad esempio, immagino che un bambino di 7-10 anni o forse anche meno che gioca col fratello non usi in questo modo “adulto” l’orologio (mio figlio ce l’ha, ad esempio, ma lo dimentica da tutte le parti).

7. L’ultimo minuto non arriva mai
Ciao,
ho trovato l’idea di base del tuo racconto interessante. Sono stato sempre affascinato dalle storie attorno alla seconda guerra mondiale e l’incipit che parla dell’Armistizio ha subito risvegliato la mia attenzione. Però purtroppo sono rimasto un po’ deluso dal resto. Il riferimento alla Milizia Confinaria è reale? Così come la loro supposta ferocia che avrei introdotto all’inizio in maniera più decisa. A mio avviso in un racconto storico è importante legarsi ai fatti documentati e anche se la Milizia è realmente esistita sembra un’entità indefinita al lettore che non la conosce come me. Non si capisce neanche dove si svolge la storia, mentre secondo me sarebbe stato necessario identificare chiaramente una zona reale, anche solo in poche parole. La focalizzazione sul protagonista e gli altri personaggi per cui crei un minimo d’empatia durante la storia si perde troppo velocemente. Il finale poteva essere più avvincente e magari lasciato aperto, con il protagonista che deve lottare ancora per recuperare i propri soldi.
Una piccola inesattezza che ti segnalo essendo io agronomo: “la Confinaria aveva visto le tracce nel fieno, non ancora tagliato, che si dirigevano alla baita” avresti dovuto scrivere nell’erba alta o nel prato (risparmiando pure caratteri) in quanto il fieno si chiama così quando è già tagliato e pronto per essere usato come foraggio.
Ultima nota positiva: il tema è centrato bene e in controtendenza con gli altri racconti che ho letto, ho trovato indovinata la frase “Così sto ancora aspettando il mio ultimo minuto” che allarga nel tempo l’urgenza che hai saputo creare nell’ultima scena.

8. Dietro il cancello
Ciao Alexandra,
il tuo racconto evoca sensazioni interessanti, ma mi è sembrato abbastanza confuso e con una logica difficile da seguire. Ho dovuto leggerlo diverse volte e ancora non sono sicuro di aver compreso tutto. Hai creato diverse informazioni e immagini che colpiscono, ad esempio il cane bianco che guida la muta, ma che non sono organiche allo sviluppo della storia. Nonostante questo hai trasmesso l’ansia di salvarsi della protagonista e il tema è centrato.

9. Pappa reale
Ciao Alvin,
ho trovato il tuo racconto pieno di potenzialità inespresse e non molto chiaro. Se ho capito bene si tratta di una specie di “Viaggio allucinante” dove i personaggi sono miniaturizzati e cercano la pappa reale in un alveare. Se è così l’unico punto in cui si ha una conferma di questa intuizione è alla fine, dove spieghi che il nido diventa sempre più piccolo. Ma se serve la pappa reale per la bambina, perché non l’hanno raccolta come fa ogni apicoltore? Era necessario miniaturizzare i personaggi?
TI sei perso in molti dettagli che non servono per la storia, come il fatto che le operaie abbiano o meno le ali che ripeti diverse volte all’inizio. Ci sono anche imprecisioni non logiche, come ad esempio facciano a sentire gli odori essendo isolati da caschi e respiratori, che non si capisce bene a cosa servano.
L’empatia che sei riuscito a creare per la loro missione è presente, ma troppo poco accennata e la scena di azione in cui infine trovano la pappa reale non risulta molto efficace. Inoltre tutto si risolve troppo rapidamente nel finale.

10. L’assassino agli antipodi
Ciao Roberto,
ho trovato che il tuo racconto abbia una struttura chiara, però purtroppo è anche poco coinvolgente e non molto originale. A mio parere si tratta di una storia che può essere complessa e piena di riferimenti, più adatta a un racconto più lungo, che perde molto con il limite di 4000 battute. L’ambientazione dovrebbe giocare un ruolo fondamentale tramite le descrizioni del luogo dove avviene la scena, che avrebbero potuto essere legate a pensieri e sensazioni del protagonista che appaiono solo in modo marginale, invece è tutto tratteggiato troppo brevemente. Evidentemente conosci il posto, quindi questo ti avrebbe dato un vero valore aggiunto. Devo dire che ho trovato la chiusura con l’articolo di giornale un po’ ingenua. Magari potresti toglierla e disseminare più indizi durante la storia, anche usando la stessa idea della ricerca archeologica (ne potrebbe parlare l’amico neozelandese, ad esempio). Infine il tema mi sembra solo sfiorato dall’ultima frase sulla marea.

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antico
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 24 febbraio 2021, 12:19

Sette classifiche ricevute, ve ne dovranno arrivare ancora tre.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 25 febbraio 2021, 17:54

Di seguito i miei commenti in ordine sparso.

Come un rifiuto
Ciao, Luca,
il racconto mi è piaciuto molto, e mi unisco al resto dei concorrenti che ti ha commentato prima di me.
Ho apprezzato la crudezza del punto di vista della protagonista, la sporcizia che la circonda, non solo come setting ma dal punto di vista sociale.
La questione dell'uomo e del suo nome proprio: il l'ho interpretata così. Secondo me l'uomo era un politico o altro personaggio famoso, e quindi lei lo conosce per nome proprio come io conoscerei per nome uno famoso, tipo Totti o Bonolis (nomi di alta levatura, mi rendo conto).

Invece un po' meno difendibile la critica sulla fine del racconto, anche se si può sempre immaginare che la ragazza ferita sia una abituée del locale e nota per adescare i clienti. Ma se questo fosse trasparito dal racconto, sarebbe stato meglio.

Bella prova.

A domani, amore mio
Ciao, Davide,
Ti sto commentando a ogni edizione... Così almeno non mi incasino con il nome.

Comunque, il racconto è abbastanza trascinante, molto triste, come già in tanti hanno notato. Avendo io a che fare con gli ultimi istanti delle persone e con i famigliari che gli stanno intorno, posso dire che hai colto molte sfumature di questi tragici momenti.
Non sempre è tutto comprensibile, nella necessità di dettagliare un po' di background, hai sparso notizie in giro per il testo che non dicono nulla, ma anzi in certi punti addirittura confondono.
Il focus doveva rimanere sul presente, quell'ultimo istante in cui lei non vuole lasciare andare il suo amato. È l'unica cosa che conta.
È quel momento in cui si nega l'evidenza (come tuhai fatto bene a sottolineare con il movimento delle dita che non esiste) purn di rimanere attaccati alla propria metà.

Per quel che riguarda la scrittura, lo stile ha alcune sbavature, ci sono delle ripetizioni e la punteggiatura in alcuni punti è erratica, però nel complesso la prova è buona.
Alla prossima!

PS posso cambiarti nome a ogni edizione?

La domanda
Ciao Debora,
Mi ricordo che avevi già rivelato la tua insegnantitudine già qualche edizione fa e questo racconto ne è una ottima testimonianza.
Non riesco neanche a immaginare cosa voglia dire fare scuola in questi termini, e tu sei riuscita a darmi un'idea delle difficoltà di questa pratica.
Beh, il racconto mi è piaciuto e questo ormai è chiaro.
L'unica cosa è che forse all'inizio non è ben spiegato che la protagonista è una prof, ma emerge bene nel corso della narrazione.

La sfida
Ciao, Alessio,
Bentrovato.
Storia di vita famigliare declinata dal punto di visto di un bambino, che trasforma una corsa per accaparrarsi la fetta di torta in un'avventura irta di pericoli.
Purtroppo il racconto non crea quella magia che ci si aspetterebbe, non entra veramente nella testa del protagonista tanto da regalarmi l'aspetto onirico del gioco.
Poi, ci sono dei dettagli percettivi che non aiutano a capire il senso di tutto, come l'albero dalle radici enormi che sbuca quasi dal nulla.
Credo che dovresti ricostruire la scena e scegliere dei dettagli che conducano il lettore verso la meta insieme al protagonista.
A presto.

Dietro il cancello
Ciao, Alexandra,
Bentrovata come sempre qui su minuti contati.
Purtroppo, mi devo unire al resto dei commentatori. Stavolta il racconto non ti è venuto bene e la tua fantasia sfrenata ha preso troppo il sopravvento. Devi trovare un modo per domarla.
Non sto qui a ripetere quello che altri hanno scritto prima di me, perché ormai ne sarai già consapevole.
A presto!

Una telefonata
Ciao, Giulio,
bentrovato in questa edizione.
Il racconto scorre, si arriva alla fine e si ha la sensazione di essere stati ingannati, un po' come ti ha spiegato egregiamente John Doe. Non mi soffermo ulteriormente sulla gestione del narratore inattendibile e tutto il resto. L'hai capito, come si evince dai tuoi stessi commenti.

In aggiunta a tutto questo, io personalmente ho trovato troppo debole il ricordo di una gamba rotta. Bada: è una brutta cosa, ma i maltrattamenti su minori da parte di padri stronzi possono essere di gran lunga più devastanti, sia fisicamente che psicologicamente, e superano di molto una frattura, quasi accidentale. Forse calcare la mano su quel flashback sarebbe stato più incisivo.

Altra idea sul finale. Se dici all'inizio che è il padre a essere in fin di vita, allora lascia che il lettore interpreti la sua corsa in ospedale come il terrore di un figlio che scopre il padre in fin di vita. E concludi con il flash back prima di far dire: "Vorrei schiaccarti la testa con il cuscino, ma dovrò limitarmi ad aspettare che te ne vada da solo. Spero solo che ci voglia poco..."
È solo un'idea, bada, non sto cercando di riscrivere il racconto: rifletti su questo piccolo escamotage che puoi sfruttare anche se le carte sono scoperte fin dall'inizio.

Alla prossima!

Orfea
Ciao, Silvia,
Non so se questa è la prima volta hce ti commento (perché ormai sono rincoglionito oltre ogni dire), ma ha poca importanza.
Quel che interessa è che il mio commento arriva dopo un bel pacco di discussione dove sostanzialmente c'è già scritto tutto.
Purtroppo, la cadenza delle battute e delle azioni non mi ha fatto veramente capire cosa stesse succedendo: ci sono dei passaggi un po' confusi, con allusioni che non trovano appiglio né prima né dopo. A una prima lettura, avevo pensato che il ragazzo che la tua protagonista incontra fosse solo il frutto della usa immaginazione, un'allucinazione che diciassette mesi di terapia non erano riusciti a cancellare. Poi, in realtà ,quello con le allucinazioni sono io. Ma me ne farò una ragione.
Stilisticamente parlando, a parte qualche sbavatura, c'è un buon controllo dell'immersività della scrittura, anche se è da limare. Stai studiano qualche manuale, per caso?

A presto.

L'assassino agli antipodi
Ciao, Roberto,
bentrovato qui su Minuti Contati.
Il racconto che hai scritto è sbilanciato soprattutto: c'è una prima parte introduttiva lunghissima, con tanti riferimenti geografici da Lonely Planet, che però non porta a niente nel proseguire della storia.
L'apparizione del pinguino assassino, per quanto fichissima perché mi ricorda il videogame Disgaea, non ha lo spazio che merita: è molto fugace e poco incisiva.
Il finale 'da Allucinazione' è un escamotage un po' abusato.

Sul versante stilistico, ti hanno già detto tutto.
Alla prossima.

L'ultimo minuti non arriva mai
CIao, Mezzomatto,
Bentrovato.
Il racconto non mi ha colpito particolarmente. La vicenda, per quanto articolata in diverse scene, è troppo frammentata e veloce. Ci sono dei passaggi clou, come l'uccisione di tutti i compagni del protagonista, che meritava un po' di enfasi. Insomma, la polizia confinaria fa irruzione in un nasocndiglio di contrabbandieri e non fa neanche un po' di rumore?
Poi altra cosa: io sono terrone dentro e fuori e l'uso dell'articolo PRIMA DEL NOME PROPRIO lo trovo aberrante. ALl'inizio avevo capito che il Bosco del TOGN fosse il nome proprio del BOSCO, non un pezzo di foresta che apparteneva a questo tizio. Quindi ti prego, per quanto possa essere colloquiale, non usare l'articolo prima dei nomi. O se proprio senti il bisogno irrefrenabile di farlo, usalo in circostanze in cui si capisce perfettamente e con nomi riconoscibili.

Sullo stile, tanti si sono espressi prima di me: il mostrato vince sul raccontato. Questo è il Take Home Message per te.
A presto!

Pappa reale
Ciao, Alvin,
Bentrovato nell'Arena.
Come ti hanno detto altre sedicimila persone prima di me: dannato FINALE! Mi esprimo solo così. :D
Comunque: il tuo testo ha dalla sua un interessante setting fantascientifico, anche se la maggior parte dell'universo che hai immaginato è nascosto oltre il limite dei 4k caratteri. Soprattutto in questo caso, avresti dovuto calcare sulla vera pericolosità delle api. Per esempio, il tizio che sta di guardia poteva essere il modo per spiegare che un attacco delle api aliene ti riduce a un focomelico ammasso di ustioni, o altre amenità del genere. In questo modo , sappiamo bene che per i protagonisti forse è meglio non fare casino.
Altrettanto bello è il problema della pappa reale, la panacea che toglie tutti i mali.
Insomma, se ti va, lavoraci ancora un po', esplora il mondo immaginario che hai creato e rendilo ancora più tangibile.
Alla prossima.

E ora la classifica:

1. Come un rifiuto
2. La domanda
3. A domani, amore mio
4. Pappa reale
5. Una telefonata
6. La sfida
7. Orfea
8. L'ultimo minuto non arriva mai
9. L'assassino agli antipodi
10. Dietro il cancello

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 25 febbraio 2021, 18:24

Eccomi, quasi all'ultimo minuto!


1) LA DOMANDA
Debora...
Mamma... Mia...
Mi hai davvero commosso.
Alla fine sentivo le lacrime bussare dietro le palpebre.
Una racconto semplice, lineare, leggero, attuale, gestito con delicatezza e con un bellissimo messaggio sotteso.
Semplicemente strepitoso.
Non so cosa aggiungere per arrivare a trecento battute.
Grazie di averlo scritto.
W

2) A DOMANI AMORE MIO
Ciao Davide,
con me hai colto nel segno.
Probabilmente sto invecchiando, ma vengo sempre più colpito dai racconti in cui si respirano sentimento e disperazione.
Hai toccato una tematica difficile, il fine vita di un uomo e il saluto alla sua amata. Tra le pieghe si capisce che si tratta di un amore che non ha avuto una propria linearità, tanto che i due non si sono potuti sposare, giurandosi amore eterno in un modo differente.
Ma il loro è un amore che è durato oltre ogni difficoltà.
Il finale con il saluto dell'amato che arriva anche dopo la morte è struggente.
A rileggerci presto
W

3) ASSASSINO AGLI ANTIPODI
Ciao Roberto,
te l'ho già detto una volta. Il tuo modo di scrivere mi ricorda H. P. Lovecraft: sia nelle tematiche, sia nella ridondanza delle informazioni, sia nella terzietà emotiva del PDV.
Non empatizzo, ma mi appassiono, mi incuriosisco, mi tieni attaccato in un altro modo.
Io a differenza tua, cerco di mettere in gioco quanta più immersione possibile, ma non credo che una esista un modo "perfetto" e "irrinunciabile" di raccontare una storia.
Riesci a prendermi, seppur nella diversità del tuo stile dal mio e per me basta.
Per quanto mi riguarda, un buon racconto.
A rileggerci presto.
W

4) COME UN RIFIUTO
Ciao Luca,
diviene difficile commentare un racconto quando che ti ha preceduto ha già detto tutto.
In ogni caso, anche io ho apprezzato moltissimo la crudezza delle immagini e la crudeltà che circonda la povera protagonista.
L'angoscia che resta al lettore, dopo l'ultimo abbandono, è roba da non dormirci per un po', per cui hai colto nel segno (detto tra noi, ma il figlio poi lo perde o no? Daiiiiii salvalo!)
Non condivido la critica che ti hanno fatto sulla conoscenza da parte della donna del nome e del ruolo politico del protagonista maschile. Soprattutto oggi, in un mondo in cui la politica fa spettacolo e che sindaci e assessori sono più famosi delle veline.
Vero, invece, che il passaggio alla violenza del "bastardo" è un po' troppo repentino. Purtroppo c'è il fottuto limite di battute, ne soffriamo tutti, ma è giusto segnalare i passaggi che non ci convincono.
Stilisticamente, come sempre, nulla da eccepire.
A rileggerci presto.
W

5) UNA TELEFONATA
Ciao Giulio,
il racconto fa un buonissimo effetto e il finale così "in levare" (se mi consenti il paragone musicale) mi ha quasi strappato una lacrima, nonostante fosse molto evidente sin dal primo flashback del protagonista dove saresti andato a parare.
Direi che, al netto delle sviste che ti sono state evidenziate sopra, il racconto colga nel segno e arrivi esattamente dove vuole.
Non troppo originale, se volgiamo, ma molto ben congeniato.
Tra l'altro, aggiungo, non c'è nessuna necessità di non far sentire quel che viene detto al telefono. La voce poteva dire semplicemente che il Sig. BLABLA aveva avuto un infarto e aveva il numero del protagonista come numero di emergenza. Senza specificare che fosse il padre.
In ogni caso, come papà dice: "La tua amica un cazzo!". Già il plot è svelato, ma ripeto, per come l'hai gestito alla fine, non guasta affatto.
A rileggerti presto.
W

6) LA SFIDA
Ciao Alessio,
non mi sembra vi sia molto da eccepire stilisticamente in questo racconto, rispetto a quello che ti è già stato fatto notare, per cui non sto a ripetere roba già detta.
Anche io, purtroppo, come l'amico Alessandro Canella, ho intuito fin da subito che ci sarebbe stato il twist e che sarebbe stato "niente è come sembra". A quel punto, una volta entrati nel garage, la corsa tra amici era l'unica possibilità che mi era venuta in mente (che fossero fratelli, no, ma non è che la cosa cambi più di tanto). La cassetta degli attrezzi non ha fatto altro che confermare.
Il racconto è scritto bene, ma non mi ha sorpreso.
Resta il fatto che però non so se questo effetto sia dovuto a una sorta di abitudine ci siamo fatti a certi meccanismi. Magari un lettore meno attento o meno avvezzo alla scrittura non ci sarebbe arrivato.
Letto in ogni caso con piacere per lo stile.
A presto.
W

7) DIETRO IL CANCELLO
Ciao Alexandra,
ho letto il tuo racconto con piacere e, almeno all'inizio, la confusione mi ha quasi intrigato.
Non riuscivo a capire se fosse un effetto voluto quello di spararmi in faccia una serie di immagini suggestive e personaggi, che non potevo capire fino in fondo.
Alla fine, però, non si è svelato granché e, a dire il vero, non c'era nemmeno sotto nulla di particolare.
Ho inteso la trama senza troppe difficoltà, ma mi sono rimasti dentro esattamente gli stessi interrogativi che ha sollevato Polly.
Insomma un racconto in cui quel che si capisce è suggestivo e intrigante, ma quel che non si capisce, forse è un po' troppo.
A rileggerci presto
W

8) ORFEA
Ciao Silvia,
ho letto il tuo racconto con piacere.
Mi è rimasto ostico comprenderne a pieno il PLOT.
Qui di seguito quel che ho capito.
Orfea è andata in analisi per superare (parrebbe) lo shock dell'abbandono da parte di questo tizio che rivede dopo un anno e mezzo. Lui fa discorsi che lasciano presagire un suo rinnovato interesse e lei riesce a dargli le spalle e ad andarsene, nonostante una parte di sé ne aneli ancora le carezze e i baci.
Ho capito bene?
Il tema dell'ultimo minuto, se ho capito, sta nel fatto che solo alla fine lei riesce a sottrarsi, giusto?
Non mi è dispiaciuto, ma mi ha lasciato con un senso di irrisolto.
A rileggerci presto.
W

9) PAPPA REALE
Ciao Alvin,
il racconto è sicuramente scritto con estrema maestria, però...
Tutto il contesto resta davvero troppo sfuggente. Mi sembra di aver capito che siamo in mezzo ad alveari e api giganti. Il lago di pappa reale sembra rivolgersi palesemente in quella direzione, però...
C'è un personaggio che estrae larve grosse come una mano. Allora forse la pappa reale è un po' sovradimensionata.
Poi cosa accade?
Il protagonista viene estratto, alla disperata, dall'amico nel momento in cui la larva di regina grida. Ci si aspetta una fuga, uno scontro o comunque un bel po' di movimento...
Nulla... Ci ritroviamo nell'auto a giochi fatti e scopriamo che la pappa reale darà un po' di sollievo alla figlia di uno dei personaggi che sta male?
No... Davvero troppi interrogativi senza risposta che lasciano un senso di incompiuto.
Da come scrivi, però, sono sicuro che sai fare di molto meglio.
W

10) L'ULTIMO MINUTO NON ARRIVA MAI
Ciao Mezzomatto,
l'ambientazione che hai scelto necessitava, almeno a modesto parere del sottoscritto, di differenti scelte stilistiche. Siamo in un terreno operativo e il nostro protagonista rischia di morire a ogni passo. Questo è quello che ci tiene attaccati, ma se usi una prima persona al passato, comunichi implicitamente al lettore che il bel soldato si è salvato il culo. Una terza focalizzata sul PDV del protagonista o una prima al presente avrebbe evitato l'effetto "diario" (se sto raccontando qualcosa che è già successo sono vivo e vegeto).
Questo in generale. Venendo al mio gusto, invece, devo segnalarti che, sinceramente, la ripetizione del tema "era arrivato il mio ultimo minuto" non ha giocato a favore del racconto. Ha creato un fastidioso effetto di inutile ridondanza.
Ci sono qua e là anche delle ripetizione evitabili.
Es. "Un acuto dolore al petto mi obbligò a fermarmi. Il fuoco non brucia così intensamente come quel dolore."
Bastava mettere un punto dopo "così" e ne sarebbe uscito un effetto migliore e una maggiore leggibilità.
A rileggerci presto.
W

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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 25 febbraio 2021, 21:02

Dovete ancora ricevere una classifica (oltre alla mia, naturalmente).

Andrea Cangiotti
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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » giovedì 25 febbraio 2021, 23:08

Pappa reale:
Tra tutti i racconti che ho letto, questo è il più particolare di tutti. All'inizio pensavo fosse un distopico, ma poi ho cambiato idea. Secondo me rievoca altre cose già lette, non dico che sia sbagliato, ma come storia manca di "innovazione". Lo spunto non è male, ma io lo avrei sviluppato in modo differente. I dialoghi sono abbastanza credibili, ma troppo lunghi. Tra una conversazione e l'altra avrei puntato l'attenzione su alcuni dettagli esterni ai protagonisti per creare maggiore simbiosi tra loro e il lettore. Il tema direi che è azzeccato. Mi ritengo abbastanza soddisfatta.

L’ultimo minuto non arriva mai:
Una storia che, a me, ha convinto. Diverso dagli altri che ho letto perchè ci sono pochi dialoghi e si percepisce un tentativo di voler raccontare una storia offrendo più dettagli possibile. Lo stile mi piace: ricercato, ma scorrevole. Non ho capito se il tema sia stato indovinato, però mentre leggevo mi sono sentita coinvolta. Alcuni eventi, forse, li avrei descritti in maniera più "telegrafica", ma nel complesso suspense e curiosità mi hanno condotto fino alla fine della storia.

Orfea:
Un testo sentimentale e profondo che dimostra empatia da parte di chi scrive.
Refusi a parte, la storia profuma di nostalgico. Secondo me il tema è stato affrontato. I protagonisti sono ben tratteggiati e il lettore mentre legge riesce a entrare nella loro testa. A me è piaciuto anche se i dialoghi prevalgono sul testo in sè. Lo stile è scorrevole. Sicuramente si può migliorare, ovviamente, ma la base è già buona. Unico consiglio: magari approfondire il racconto con alcuni dettagli in più

Una telefonata:
In questo racconto trovo l'idea in sè originale: la storia scorre in modo piacevole, senza intoppi fino all'epilogo. Avrei preferito qualche dettaglio in più, ma nel complesso il racconto non è male. Le descrizioni sono ben costruite, anche se i personaggi mi restano un po' "lontani", non riesco a entrare perfettamente nella loro testa. Il tema è stato affrontato anche se il finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca (in senso buono).

Dietro il cancello:
In questo racconto mi sono un po' persa per strada. Gli avvenimenti non sono tutti chiari e ben tratteggiati.
Forse nel tentativo di raccontare "troppo" c'è stato un momento in cui si è perso il flusso, e gli eventi non si incastrano come dovrebbero. Lo stile è convincente, ma migliorabile soprattutto nei dialoghi. Il tema non so se è stato affrontato, mi rimane qualche dubbio. Le descrizioni non sono un'idea malvagia, avrei speso meno parole ma più caratterizzanti. Nel complesso un lavoro discreto.

La sfida:
Tra tutti i racconti è quello che mi piace di più. Parla di un evento qualsiasi, ma in modo introspettivo e anche delicato.
Lo stile si adatta benissimo con gli eventi narrati, non crea sbavature nè forzature stilistiche. L'epilogo mi è piaciuto molto, credo che la storia funzioni perchè ha una sua circolarità. Il tema indicato viene rispettato. Il ritmo della narrazione scorre bene, non ci sono "momenti vuoti". I personaggi sono veri, credibili.

La domanda:
Credo che questo racconto rappresenti bene chi scrive: genuino e senza fronzoli. Per me, forse, un po' piatta la storia, ma di base non mi è dispiaciuto. Lo stile è scorrevole, i personaggi nei dialoghi sono abbastanza credibili. Visto il contesto avrei aggiunto dei dettagli un po' ironici o "piccanti", ma nel complesso è un testo che ha del potenziale.
Il tema mi sembra sia stato colto.


A domani, amore mio:
Un testo che mi è piaciuto. Lo stile è semplice, diretto. Parla di un frammento di vita quotidiano in modo convincente, senza voler strafare. I personaggi sono ben delineati, la storia si adatta al tema dell'ultimo minuto.
Quando ho letto ho avuto la sensazione di essere lì, con i protagonisti, e di vivere la storia in prima persona. In alcuni punti avrei usato parole differenti o magari avrei offerto qualche dettagli in più, ma direi che la lettura è stata piacevole.


Come un rifiuto:
Un testo che propende verso uno stile irriverente, che potrebbe anche funzionare, ma che bisogna imparare a dosare proprio perchè di grande impatto. Chi scrive costruisce una storia d'effetto, ma restando un po' troppo sul vago, secondo me.
L'argomento è appropriato, ma la storia in sè potrebbe migliorare con qualche dettaglio in più. Lo stile non è male, anche se quando leggo non ho una percezione completa su luoghi e persone.


L’assassino agli antipodi:
Questa storia prende spunto da un fatto reale e quindi, forse, manca un po' di "brio". La storia scorre bene, ma non mi ha coinvolto emotivamente. Mi è rimasta un po' fredda, se così si può dire. Però i dialoghi sono ben costruiti e convincenti.
Nel complesso un lavoro discreto, per i miei gusti, anche se forse manca un po' di contorno, che si soffermi di più sui luoghi e sui sentimenti umani. Il tema richiesto è stato trattato.


CLASSIFICA:
1) La sfida
2) A domani, amore mio
3) Orfea
4) L'ultimo minuto non arriva mai
5) Una telefonata
6) Come un rifiuto
7) Pappa reale
8) La domanda
9) L'assassino agli antipodi
10) Dietro il cancello

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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » giovedì 25 febbraio 2021, 23:51

Molto bene, avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.

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Re: Gruppo TIME WARP: Lista racconti e classifiche

Messaggio#17 » mercoledì 3 marzo 2021, 18:52

Ecco a voi i miei commenti e classifica.

1) La domanda, di Debora Dolci
Tema fondante il racconto stesso in un modo più soft di quanto possa apparire, testo impregnato di attualità che riesce a parlare del tutto eterno, scivola che è un piacere. A fine lettura mi sono commosso e asciugato qualche lacrima, non ricordo quando mi fosse successo l'ultima volta per un brevissimo. Pollice su con lode. Bravissima.
2) Come un rifiuto, di Luca Fagiolo
Dunque, è vero che hai pestato parecchio su alcuni punti di svolta fondamentali però volevi mostrare il marcio e mi sembra tu abbia coscientemente optato per questa soluzione decidendo di correre i tuoi rischi: il risultato ti premia nonostante poi, dovendo inserire in una classifica, la problematica si faccia sentire in rapporti ad altri testi di pari valore. Punterei il mio faretto, piuttosto, su un altro aspetto e, nello specifico, sulle linee di dialogo finali, quando entra in scena la coppietta: non mi hanno convinto, le ho trovate forzate e non mi sembrava di sentire parlare il pdv, qualcosa mi è sembrato non funzionare (forse sembrava addirittura troppo lucida, probabilmente non avresti proprio dovuto farla parlare e lasciare spazio al dialogo dei due "bastardini"). Nota di demerito anche sul tema che è solo introdotto proprio in quel punto problematico, quasi a forza: sicuramente presente, ma no caratterizzante il racconto dalle sue fondamenta. Per tutto quanto detto, per me la valutazione è un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, al pelo con lo step successivo.
3) A domani amore mio, di Davide Mannucci
Racconto decisamente valido, ma per me ha la pecca di girarsi troppo intorno. Ci fornisci alcuni indizi che non approfondisci (il matrimonio mai fatto e, di conseguenza, la loro storia più in generale) e ti soffermi a lungo su questa donna in impassa di fronte al (probabile) cadavere del compagno. Tutto bello, ma davvero il testo sembra impaludarsi prima della chiusa e questo è un problema che non può non incidere sulla valutazione finale. Il tema c'è tutto ed è quell'ultimo minuto infinito che si vorrebbe prolungare in eterno. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo brillante.
4) Pappa Reale, di Alvin Miller
Molto interessante il tuo approccio, hai un modo di narrare intrigante e sono curioso per le tue prossime prove anche perché qui hai dovuto chiudere alla bell'e meglio e, di conseguenza, perdi molto proprio nel momento clou. Ci fai capire di essere in un altro pianeta attraverso una semina discreta anche se eccedi con il parallelismo delle api perché appiattisci parecchio su una realtà a noi conosciuta e per molti, a quel punto, può non essere così chiaro il setting. Poco funzionale il patetismo legato alla vicenda personale di Jago, probabilmente gli hai dato maggiore risalto proprio per avere una chiusa. Il tema c'è, ma perde proprio con il finale perché gli dà poco risalto. Come consigli, posso dirti quello che, per anni, è stato il mio modo di procedere per dosare il racconto: metti in chiaro mentalmente la storia e poi passi alla stesura controllando assiduamente i caratteri in modo da capire se stai sballando gli equilibri necessari. All'occorrenza, tagli e accorpi o strutturi una diversa strategia. L'errore più grande, su questa dimensione come su qualunque altra, è quella di scrivere e poi vedere solo alla fine se si deve tagliare o meno perché così rischi di andare a caso e no, non si scrive a caso. Per me questo è un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.
5) Orfea, di Silvia Casabianca
Peccato essere costretto ad arrivare a commentare solo sempre alla fine... Dunque, credo che il problema grosso qui sia stato proprio il rapporto con il mito, nel senso che se non lo si conosce non ci si può arrivare e anche se lo si conosce non è così sicuro che lo si possa percepire. Nella mia lettura ho immaginato una ragazza uscita da un percorso legato alla dipendenza da sostanze stupefacenti che si incontra con il compagno con il quale si era lasciata andare e dal quale cercava di rimanere lontana per non ricadere negli stessi errori. Insomma, ho ciccato in pieno. E quindi la domanda successiva è: perché sono andato così lontano dalla comprensione delle tue intenzioni? Lo ammetto, ero ignorante sul mito di Orfeo e pertanto ho cercato la semina nel testo che mi permettesse di decrittare la situazione con le informazioni in mio possesso e sono arrivato a quello. Ne consegue che il finale mi è risultato molto problematico e lontano dal tuo intendimento perché lei è attratta e infine cede, o vorrebbe cedere, e si volta scoprendo che era stato lui ad andarsene e, pertanto, lei ne esce infine sconfitta. In pratica, si tratta in toto di gestione delle informazioni e l'errore sta nel dare troppo per scontato che un elemento esterno al racconto sul quale si decide di fondarlo sia a disposizione delle conoscenze del lettore. Aggiungo, però, che per me è un errore anche quando lettore e autore condividono le stesse conoscenze perché un racconto, per come lo vedo, deve cercare, a prescindere, di essere il più autonomo possibile. Detto questo, la lettura è stata assolutamente positiva e il testo, al netto di quel finale problematico (per come è arrivato a me) mi è piaciuto. Anche il tema è ok perché lei cede proprio all'ultimo. Direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante. Ritengo che tu abbia notevoli capacità introspettive e sono molto curioso di leggere i tuoi prossimi lavori.
6) Una telefonata, di Giulio Marchese
Non entro nel merito della questione del narratore perché preferisco focalizzarmi sull'aspetto che ho trovato più problematico: la reazione del protagonista. Ci fai arrivare un personaggio reso cinico dalla vita, quasi apatico e incapace di sentimento e questo va benissimo non fosse che il flashback che inserisci non mi sembra sufficiente a giustificare una deriva simila, o perlomeno non in toto, e così si arriva al finale chiedendosi il perché di un perdono così rapido dando meno importanza a quello che aggiungi dopo, ovvero che si alza e se ne va. Il tuo protagonista è apatico, incapace di gestiore le proprie emozioni, non ci dev'essere un perché al suo perdono, semplicemente a lui non frega nulla. Pertanto, tralasciando, lo ripeto, le questione del pdv, credo che ci sia da puntare il faretto prima sulle problematiche riguardanti la messa in scena in rapporto al risultato cui volevi arrivare. Detto questo, il testo mi è piaciuto e l'ho trovato piacevole da leggere e per me siamo su un pollice tendente verso il positivo in modo solido anche se non brillante.
7) L’ultimo minuto non arriva mai, di Giuseppe De Micheli
Le storie di guerra hanno sempre grande presa su di me e questa non ha fatto eccezione. Però ci sono delle problematiche e stanno nella non ottimale gestione dello spazio interno al racconto perché scegliendo una via lineare con così tanti eventi da raccontare è inevitabile che tu possa rischiare di perdere l'empatia del protagonista. In più, con una strategia narrativa simile sei costretto ad accelerare in determinati punti per passare oltre e stare nel limite dei caratteri e questo porta uno scompenso interno abbastanza evidente. Dovendo rapportarci con un limite di caratteri dobbiamo dare un taglio sostenibile al nostro racconto e se capiamo che il lineare non funziona, una via può sempre essere quella dell'ultima scena, quella madre, nella quale inseriamo la semina di tutto il back, ma è solo un'opzione. Il tema c'è però, anche lui, patisce la tua strategia narrativa perché posizionato in ultimo perde di peso e d'importanza. Per me questo è un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante.
8) La sfida, di Alessio Magno
Ho fatto terribilmente fatica a entrare in questo racconto. Già nell'intro si dilunga troppo se quella che si apprestava a fare era una gara, poi parte e, mannaggia, questo giardino dev'essere infinito per avere così tanto tempo per tutti quei passaggi prima di arrivare al garage. La mia impressione è che tu ti sia dilungato troppo senza riuscire a "giocare" nel modo corretto sulla situazione con una semina adeguata e prova ne è che una volta arrivato alla fine mi sono anche stupito che si trattasse di un bambino, certi suoi modi di pensare mi sembravano troppo evoluti per un'età simile. Tema presente. Concludendo, questo volta sto su un pollice tendente verso l'alto, ma un po' al pelo.
9) L’assassino agli antipodi, di Roberto Masini
Il tuo è uno stile antico, mi ricorda Salgari con i suoi pirati della Malesia che si muovevano in un contesto da lui immaginato in quanto non vissuto, rimani molto esterno, racconti parecchio, ed è il tuo modo di scrivere, il tuo stile. Ci sono però degli equilibri che non riesci a rispettare perché tendi a fare la sinossi di un qualcosa di più lungo e questo è dannatamente controproducente in un brevissimo. Procedere linearmente in uno spazio così ristretto e con uno stile simile ti porterà sempre a dover gestire forzatamente i tempi in fase avanzata di racconto e qui succede soprattutto nella visita al faro. Dovresti dunque decidere di sacrificare qualcosa e portarci subito dentro l'azione per farci vivere più a lungo il quid del testo, in questo caso l'incontro con il pinguino assassino. Per fare un esempio, in questo caso potevi eliminare proprio la scena nel faro e fare introdurre il pinguino assassino dal suo amico nella prima parte, avresti risparmiato spazio per dare maggiore consistenza alla scena clou, tanto per dirne una. Il tema c'è anche se non in modo così fondante il racconto stesso. Concludendo, per me un pollice tendente verso l'alto anche se al pelo soprattutto per la gestione degli spazi.
10) Dietro il cancello, di Alexandra Fischer
Lamberto novello inquisitore che cerca di fare confessare la protagonista circa il suo essere strega, e sono tutti bambini. L'idea è molto interessante , lo svolgimento è confusionario, ma ti è già stato detto. Bene, vediamo cosa si può fare in una situazione simile e direi che la prima operazione da fare, ma proprio in assoluto, è di sfrondare di tutte le informazioni e personaggi inutili. Per come la vedo, parti da determinate descrizioni che non forniscono dettagli importanti, eliminale proprio. Spesso ti perdi nel descrivere come sono vestiti i personaggi, fallo solo se il fatto che il lettore lo sappia sia utile, altrimenti via anche quelli. Ragiona sui personaggi e se c'è qualcuno che inserisci anche solo per dare una pennellatina in più, ma di poca importanza, eliminalo. Sfronda, asciuga, arriva al nucleo che, ti assicuro, meno dici e più il lettore riempie di suo, l'importante è che tu gli dia una forma di massima, il resto lo farà lui e anzi ti ringrazierà perché, paradossalmente, il fatto che tu lo faccia lavorare di più di fantasia lo farà anche faticare di meno a immergersi nelle tue storie. Sei istintiva, come dice Isabella, quindi scrivi e poi taglia taglia taglia e poi, eventualmente, aggiusta o riscrivi. Detto questo, per me questo è un pollice ni tendente verso il positivo perché i colori dei tuoi racconti ci sono tutti, vanno solo domati.

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