Figli miei

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Figli miei

Messaggio#1 » lunedì 15 marzo 2021, 21:52

Figli miei
di Morena Bergamaschi

Il vento che soffia da nord porta con sé odore di fumo e qualcosa che non riconosco. Un olezzo viscido e pungente si insinua tra di noi e si attacca ai nostri corpi.
Rumori metallici e urla di uomo riecheggiano nella foresta, gli uccelli si alzano in volo, sbattono veloci le ali e si allontanano. Alcuni roditori cercano rifugio tra le nostre radici, ben ancorate al suolo, e gli animali più grandi si inoltrano nel fitto degli alberi.
Il grido straziante di un faggio riempie l'aria di tristezza e la sua caduta finisce con un boato assordante. La terra trema e lo schianto fa cadere alcune delle mie foglie verdi al suolo. Il terrore si propaga come un incendio tra gli alberi e gli animali. Chi può corre impazzito in ogni direzione o cerca di volare oltre in fumo nero che si leva dai macchinari. Io e i miei compagni restiamo qui a coprire la fuga dei nostri amici.
La giovane coppia di picchi rossi che abita in una mia cavità è impaurita; li sento tremare nel loro piccolo e accogliente nido. I loro piccoli sono cresciuti e si sono allontanati, ma loro si sono attardati ancora un po'.
Altre grida di faggi, conifere e castagni riecheggiano nell'aria fresca dell'autunno e si alternano ai tonfi dei loro corpi sulla terra, al vociare insistente degli uomini e al rumore assordante delle macchine. Si stanno avvicinando e il mio tempo sta per finire.
Con uno sforzo immenso spingo ogni cellula del mio corpo a produrre etilene e a inviarlo ai miei piccoli frutti che ricoprono i rami più forti. Apro gli stomi di ogni foglia così che la linfa si muova veloce, dal basso verso l'alto, in una corsa contro il tempo.
Un colpo di metallo si abbatte sulla mia corteccia e urlo di dolore. Maledetti umani non capite quanto ci fate soffrire? La mia scorza è dura, ma non resisterò a lungo.
I due picchi escono dal loro nido, si voltano verso di me e mi salutano con un verso che ricorda il rumore del legno. Alcuni frutti cominciano a cadere al suolo, qualcuno si impiglia nel pelo di qualche animale che fugge terrorizzato.
Altri colpi d'ascia mi ledono il fianco, la linfa zampilla dalla ferita e le mie fibre cominciano a scricchiolare. Brividi continui scuotono le mie fronde e anche gli ultimi miei adorati figli si abbattono al suolo. Bene.
Qualcosa dentro di me si spezza con un tonfo sordo, per un breve istante non accade nulla, ma poi la lenta discesa al suolo comincia e mi schianto al suolo.
Eccoli i miei splendidi ricci puntellare la terra, ripieni di vita. Con l'ultimo alito di vita li benedico.
Possiate voi, figli miei, ripopolare questo mondo, mettere radici e donare nuova vita. Il mondo vi appartiene.



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antico
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Re: Figli miei

Messaggio#2 » lunedì 15 marzo 2021, 22:02

Prima a consegnare! Ciao Morena! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION!

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Sherwood
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Re: Figli miei

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 14:56

Ciao Morena,
il tuo racconto personalmente mi è piaciuto molto, perché io ho la passione innata per gli alberi, quindi non posso che apprezzarlo, anche per il messaggio finale che è di rinascita, di speranza: la vita che rinasce dalla morte. Detto questo, ci sono alcune cose che devo segnalarti, per esempio l'uso eccessivo di aggettivi (uno tra i tanti: piccolo accogliente nido), oltre a varie ripetizioni di piccolo/piccoli. Per quanto riguarda il tema è centrato al 100% e la trama è semplice e lineare. Un albero poco può contro gli uomini che abbattono le foreste senza scrupoli. Qui ci vedo anche una legittima denuncia per la deforestazione, che in qualche modo ha favorito il diffondersi dell'epidemia. Un racconto che andrebbe limato, ma che ha un grande messaggio sociale e se vogliamo anche poetico.

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Giovanni Attanasio
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Re: Figli miei

Messaggio#4 » giovedì 18 marzo 2021, 13:06

Prima di commentarti non ho letto i commenti degli altri utenti.

Non ho tempo per pensare ad altro se non al messaggio. A metà storia capisco che stiamo parlando di un albero e tutto assume un significato diverso, ed è già doloroso ancor prima di arrivare al finale. Del resto, da umano, non ho bisogno di usare molto la fantasia per immaginare cosa accadrà al povero albero. E poi accade e fa male. So benissimo che la speranza dell’albero è vana: non bastano i loro sforzi a ripopolare le foreste che stiamo distruggendo, siamo noi a doverli aiutare.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Emiliano Maramonte
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Re: Figli miei

Messaggio#5 » giovedì 18 marzo 2021, 17:47

Bentrovata!
Non sempre la brevità è sinonimo di scarsa qualità. Spesso a Minuti Contati ho trovato racconti molto brevi che però erano assai intensi e, soprattutto, densi di significati e di emotività. Certo, una dozzina di righe in più avrebbe regalato alla storia maggior pathos e più ricchezza di dettagli, ma forse questa storia doveva esaurirsi in una dimensione simile.
Tutto è già scritto sin dall'inizio: non ci vuole molto a capire che il punto di vista è quello dell'albero, però ciò non sminuisce la validità della narrazione. Anche il punto di arrivo è facilmente individuabile e prevedibile, però funziona perché è la simbologia universale per rappresentare la speranza, nonostante drammi e periodi bui.
Qualche aggettivo di troppo qua e là, ma lo stile non è male.
Il tema è centrato.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Andrea Lauro
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Re: Figli miei

Messaggio#6 » giovedì 18 marzo 2021, 21:58

Ciao Morena, limite mio: da lettore non riesco a empatizzare con il personaggio di un albero. Ancora ancora con una creatura fantastica che abita il bosco, un Ent ad esempio, qualcuno con due gambe e due braccia che so avere un minimo lato umano. Un albero purtroppo no, non riesco a figurarlo se non come essere umano travestito da albero. Mi è successa la stessa cosa con un altro racconto, un paio di edizioni fa, che trattava della vita di una quercia. Non riesco a legare col protagonista, non mi sento (purtroppo) dentro al racconto.
Lo stile mi piace; pongo il tuo racconto subito sotto quello di Furlan.
buona edition!
andrea

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Re: Figli miei

Messaggio#7 » venerdì 19 marzo 2021, 14:34

Sherwood ha scritto:Ciao Morena,
il tuo racconto personalmente mi è piaciuto molto, perché io ho la passione innata per gli alberi, quindi non posso che apprezzarlo, anche per il messaggio finale che è di rinascita, di speranza: la vita che rinasce dalla morte. Detto questo, ci sono alcune cose che devo segnalarti, per esempio l'uso eccessivo di aggettivi (uno tra i tanti: piccolo accogliente nido), oltre a varie ripetizioni di piccolo/piccoli. Per quanto riguarda il tema è centrato al 100% e la trama è semplice e lineare. Un albero poco può contro gli uomini che abbattono le foreste senza scrupoli. Qui ci vedo anche una legittima denuncia per la deforestazione, che in qualche modo ha favorito il diffondersi dell'epidemia. Un racconto che andrebbe limato, ma che ha un grande messaggio sociale e se vogliamo anche poetico.


Grazie Sherwood per il tuo feedback. Sono stata un po' eccessiva nell'uso dell'aggettivo piccolo e di altri (mi sono immedesimata troppo nell'albero e vedevo tutto piccolo e minuscolo) e me ne scuso. Immagino che sarebbe stato molto più intenso se fossi riuscita a limitare l'uso degli aggettivi. Sono contenta che ti sia piaciuto e grazie ancora.

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Re: Figli miei

Messaggio#8 » venerdì 19 marzo 2021, 14:36

Giovanni Attanasio ha scritto:Prima di commentarti non ho letto i commenti degli altri utenti.

Non ho tempo per pensare ad altro se non al messaggio. A metà storia capisco che stiamo parlando di un albero e tutto assume un significato diverso, ed è già doloroso ancor prima di arrivare al finale. Del resto, da umano, non ho bisogno di usare molto la fantasia per immaginare cosa accadrà al povero albero. E poi accade e fa male. So benissimo che la speranza dell’albero è vana: non bastano i loro sforzi a ripopolare le foreste che stiamo distruggendo, siamo noi a doverli aiutare.


Grazie Giovanni per il feedback. Sono contenta di averti trasmesso l'intensità del messaggio e il dolore di un sacrificio che è solo colpa nostra.
Grazie

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Re: Figli miei

Messaggio#9 » venerdì 19 marzo 2021, 14:38

megagenius ha scritto:Bentrovata!
Non sempre la brevità è sinonimo di scarsa qualità. Spesso a Minuti Contati ho trovato racconti molto brevi che però erano assai intensi e, soprattutto, densi di significati e di emotività. Certo, una dozzina di righe in più avrebbe regalato alla storia maggior pathos e più ricchezza di dettagli, ma forse questa storia doveva esaurirsi in una dimensione simile.
Tutto è già scritto sin dall'inizio: non ci vuole molto a capire che il punto di vista è quello dell'albero, però ciò non sminuisce la validità della narrazione. Anche il punto di arrivo è facilmente individuabile e prevedibile, però funziona perché è la simbologia universale per rappresentare la speranza, nonostante drammi e periodi bui.
Qualche aggettivo di troppo qua e là, ma lo stile non è male.
Il tema è centrato.

In bocca al lupo!
Emiliano.


Grazie Emiliano per il feedback. Si ho un po' esagerato con gli aggettivi, ma ero entrata tanto in modalità albero che tutto mi sembrava piccolo e carino.
Avevo pensato di aggiungere qualche riga, ma il risultato mi sembrava troppo ridondante e quindi ho preferito tenerlo più corto.
Grazie ancora

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Re: Figli miei

Messaggio#10 » venerdì 19 marzo 2021, 14:44

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Morena, limite mio: da lettore non riesco a empatizzare con il personaggio di un albero. Ancora ancora con una creatura fantastica che abita il bosco, un Ent ad esempio, qualcuno con due gambe e due braccia che so avere un minimo lato umano. Un albero purtroppo no, non riesco a figurarlo se non come essere umano travestito da albero. Mi è successa la stessa cosa con un altro racconto, un paio di edizioni fa, che trattava della vita di una quercia. Non riesco a legare col protagonista, non mi sento (purtroppo) dentro al racconto.
Lo stile mi piace; pongo il tuo racconto subito sotto quello di Furlan.
buona edition!
andrea


Grazie Andrea per il tuo feedback. Mi dispiace molto che tu non sia riuscito a empatizzare con il personaggio albero. Ho sicuramente azzardato nella scelta e spero di imparare a scrivere meglio per far empatizzare anche con protagonisti "strani".
Il tuo commento è stato molto utile.

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Alessio
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Re: Figli miei

Messaggio#11 » sabato 20 marzo 2021, 17:28

Ciao Morena,

ci proponi le ultime ore di vita di un albero che sta per essere abbattuto e spende le sue ultime energie per far maturare i suoi frutti. Una declinazione ecologista che sicuramente il tema favorisce.
Mi piace il messaggio che vuoi passare e apprezzo il tentativo di mettersi nel punto di vista di un essere inanimato.
La prosa scorre abbastanza bene, anche se qualche volta viene rallentata da aggettivi che potevano essere omessi. Ho notato anche due o tre termini forse poco adeguati al contesto e qualche cliché letterario.
L'esternazione esplicita del tema è bruttarella, ti consiglio di evitarla in generale.
Al netto di qualche difetto, mi sembra un lavoro abbastanza buono.

Alcune note specifiche:
"Un olezzo viscido e pungente": non so bene come immaginare un olezzo viscido
"grido straziante", "boato assordante", "corsa contro il tempo": cliché letterari
"Io e i miei compagni restiamo qui a coprire la fuga dei nostri amici.": Questo mi ha fatto un po' sorridere. Perché, dove volevate andare?
"La linfa zampilla": la linfa zampilla?
" gli ultimi miei adorati figli si abbattono al suolo": "abbattono" non mi sembra un termine adeguato.

Alla prossima!

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Re: Figli miei

Messaggio#12 » domenica 21 marzo 2021, 7:46

Alessio ha scritto:Ciao Morena,

ci proponi le ultime ore di vita di un albero che sta per essere abbattuto e spende le sue ultime energie per far maturare i suoi frutti. Una declinazione ecologista che sicuramente il tema favorisce.
Mi piace il messaggio che vuoi passare e apprezzo il tentativo di mettersi nel punto di vista di un essere inanimato.
La prosa scorre abbastanza bene, anche se qualche volta viene rallentata da aggettivi che potevano essere omessi. Ho notato anche due o tre termini forse poco adeguati al contesto e qualche cliché letterario.
L'esternazione esplicita del tema è bruttarella, ti consiglio di evitarla in generale.
Al netto di qualche difetto, mi sembra un lavoro abbastanza buono.

Alcune note specifiche:
"Un olezzo viscido e pungente": non so bene come immaginare un olezzo viscido
"grido straziante", "boato assordante", "corsa contro il tempo": cliché letterari
"Io e i miei compagni restiamo qui a coprire la fuga dei nostri amici.": Questo mi ha fatto un po' sorridere. Perché, dove volevate andare?
"La linfa zampilla": la linfa zampilla?
" gli ultimi miei adorati figli si abbattono al suolo": "abbattono" non mi sembra un termine adeguato.

Alla prossima!


Ciao Alessio grazie per il feedback e per i vari consigli. Il fatto degli aggettivi, che potevo omettere e mi mangio le mani da sola, li ho messi perché ero entrata molto nella mentalità albero e provavo a vedere il mondo attraverso di lui: tutto piccolo, minuscolo.
Quando ho scritto "olezzo viscido e pungente, non sai bene cosa immaginarti perché non ne è consapevole neanche l'albero che cosa sia. Volevo dare quell'idea di quando senti qualcosa ma non capisci cosa sia.
Per quanto riguarda "io e i miei compagni restiamo qui a coprire la fuga dei nostri amici" è una frase a metà tra l'amarezza e l'ironia perché sanno di non avere possibilità di scappare. Il mio è un albero un po' cinico :)
Grazie per tutti i consigli.

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Gennibo
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Re: Figli miei

Messaggio#13 » lunedì 22 marzo 2021, 0:27

Ciao Morena, del tuo racconto ho apprezzato maggiormente lo sforzo per creare uno stile che si lascia leggere, chiaro, anche se in qualche punto sbava un po'. Mi è piaciuto immaginare gli alberi che vengono attaccati dagli umani e la fauna che deve trovare una altro posto dove stare. Il tema c'è.
Nonostante ciò la storia non mi ha entusiasmato più che tanto, forse proprio a causa di queste sbavature che ci distolgono dalla storia.
Tipo: qualcosa dentro di me si spezza con un tonfo sordo.
Questa descrizione sembra quella di qualcuno che sta guardando dall'esterno. Mi chiedo: ma se hanno appena spezzato l'albero, e già prima aveva provato dolore, adesso cosa sente?
Comunque una buona prova.

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Re: Figli miei

Messaggio#14 » lunedì 22 marzo 2021, 9:22

Gennibo ha scritto:Ciao Morena, del tuo racconto ho apprezzato maggiormente lo sforzo per creare uno stile che si lascia leggere, chiaro, anche se in qualche punto sbava un po'. Mi è piaciuto immaginare gli alberi che vengono attaccati dagli umani e la fauna che deve trovare una altro posto dove stare. Il tema c'è.
Nonostante ciò la storia non mi ha entusiasmato più che tanto, forse proprio a causa di queste sbavature che ci distolgono dalla storia.
Tipo: qualcosa dentro di me si spezza con un tonfo sordo.
Questa descrizione sembra quella di qualcuno che sta guardando dall'esterno. Mi chiedo: ma se hanno appena spezzato l'albero, e già prima aveva provato dolore, adesso cosa sente?
Comunque una buona prova.


Grazie per il feedback.
In quel caso specifico, gli umani stavano abbattendo l'albero con l'accetta e, quando si arriva a un certo punto, le fibre di lignina che sono ancora integre si spezzano di botto sotto il peso dell'albero e questo cade perché non è più sostenuto da un numero sufficiente di fibre. Se ti capitasse mai di tagliare un albero (con l'accetta o con la sega) a un certo punto si sente proprio un tonfo sordo provenire dall'albero, un istante prima che si abbatta al suolo (più è grande l'albero più il suono è udibile).
Mi dispiace non essere riuscita a far trasparire bene questa cosa.
Grazie ancora.

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Gennibo
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Re: Figli miei

Messaggio#15 » lunedì 22 marzo 2021, 10:28

Ciao Morena, tu sei stata chiarissima, e infatti dici che è quello che si sente (da fuori) quando un albero crolla, ma visto che il punto di vista è quello dell'albero (da dentro) mi è mancata la descrizione del dolore o della disperazione che prova quando crolla al suolo, come dire, a chiarire la ragione per cui sentiamo quel rumore.

FilippoR
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Re: Figli miei

Messaggio#16 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:04

Ciao Morena, ci ho messo un po' a capire che il punto di vista fosse dell'albero, inizialmente non capivo, ho frainteso la frase "Io e i miei compagni restiamo qui a coprire la fuga dei nostri amici" Per cui ho pensato che non fosse un albero normale ma magari un Ent o simili, ma poi successivamente non ho trovato ulteriori riferimenti che potessero indicarmi che fosse un albero "magico".
Al netto di qualche aggettivo di troppo (ma che hai già spiegato in altri commenti il motivo) la scrittura mi è piaciuta, la storia in sè un po' meno ma a causa dei mei gusti.
Grazie e alla prossima!

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Damjen
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Re: Figli miei

Messaggio#17 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:03

Ciao Morena, piacere di conoscerti.
Il tuo racconto fa ciò che, secondo il mio gusto personale, una storia dovrebbe sempre fare, e cioè far provare emozioni. Quindi intanto grazie perché, per quanto mi riguarda, ci sei riuscita.

E poi il significato importantissimo, e la tenerezza con cui lo mostri. Immaginare i semi come figli, e lei che, come madre, gli spinge dentro tutta la vita che può, ancora adesso mi commuove.
Secondo me, con una limata a certe ripetizioni e un po’ più di spazio, questo racconto sarà una bomba.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Figli miei

Messaggio#18 » giovedì 25 marzo 2021, 20:36

Ciao Morena, un piacere leggerti.
Innanzitutto complimenti per lo stile di scrittura: immersivo e fluido.
Parto dal tema, centratissimo e affrontato in maniera originale, che è sempre qualcosa che apprezzo molto.
Qualche piccolo consiglio mi sento di darlo, anche perchè è ""facile" intervenire su un testo che è già scritto molto bene.
Nella prima frase, che concludi con "nostri corpi", se avessi messo un elemento più visibile dell'ambientazione sarebbe risultato più immediato il luogo in cui si era. Vero che poi "foresta" la inserisci subito dopo, ma forse farlo in maniera mostrata già nella prima frase avrebbe aiutato ancor di più.
Anche io ho notato la ripetizione di "suolo" nel finale, ma è una banalità a cui non conferisco alcun peso.
Qualcosina forse avresti potuto far meglio in alcuni tratti dove sembri uscire dal PDV ed è un peccato perchè si vede che la padroneggi bene quella tecnica.
Detto questo, a me è piaciuto molto il tuo racconto.
A rileggerci.

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Re: Figli miei

Messaggio#19 » venerdì 26 marzo 2021, 0:22

Il racconto funziona bene, ed ha un unico grosso difetto: il messaggio è enorme, opprimente e sento tutta la tua opinione di scrittrice che viene infilata a forza nel racconto e premuta nella mia testa mentre leggo. Un approccio lievemente più distaccato ti permetterebbe di trasmettere quello stesso messaggio in maniera meno diretta, più implicita, ma allo stesso tempo più efficace perché passerebbe da quel che racconti anziché da te che racconti.
Pensi che l'esperienza dell'albero brutalizzato e abbattuto, raccontata in maniera neutrale, non sarebbe sufficiente a farci schierare insieme a lui, a farci soffrire? Io penso di sì, penso che non serva umanizzarlo eccessivamente, fino quasi alla parodia di "Maledetti umani non capite quanto ci fate soffrire? La mia scorza è dura, ma non resisterò a lungo."

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Re: Figli miei

Messaggio#20 » sabato 27 marzo 2021, 8:50

FilippoR ha scritto:Ciao Morena, ci ho messo un po' a capire che il punto di vista fosse dell'albero, inizialmente non capivo, ho frainteso la frase "Io e i miei compagni restiamo qui a coprire la fuga dei nostri amici" Per cui ho pensato che non fosse un albero normale ma magari un Ent o simili, ma poi successivamente non ho trovato ulteriori riferimenti che potessero indicarmi che fosse un albero "magico".
Al netto di qualche aggettivo di troppo (ma che hai già spiegato in altri commenti il motivo) la scrittura mi è piaciuta, la storia in sè un po' meno ma a causa dei mei gusti.
Grazie e alla prossima!


Grazie Filippo per il feedback. Mi spiace non essere riuscita subito a darti chiaramente l'idea che fosse un albero normale il punto di vista. Ho voluto provare con qualcosa di non senziente per mettermi alla prova. Grazie comunque per il tuo punto di vista

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Re: Figli miei

Messaggio#21 » sabato 27 marzo 2021, 8:53

Damjen ha scritto:Ciao Morena, piacere di conoscerti.
Il tuo racconto fa ciò che, secondo il mio gusto personale, una storia dovrebbe sempre fare, e cioè far provare emozioni. Quindi intanto grazie perché, per quanto mi riguarda, ci sei riuscita.

E poi il significato importantissimo, e la tenerezza con cui lo mostri. Immaginare i semi come figli, e lei che, come madre, gli spinge dentro tutta la vita che può, ancora adesso mi commuove.
Secondo me, con una limata a certe ripetizioni e un po’ più di spazio, questo racconto sarà una bomba.


Grazie Damjen per il feedback e per i complimenti.
Sono contenta di averti trasmesso tutte le emozioni forti e intense che volevo far trasparire. Si ho aggiunto un po' troppi aggettivi ripetuti, ma, come ho detto negli altri commenti, mi ero immedesimata troppo nell'albero e mi sono lasciata trasportare.
Grazie ancora

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Re: Figli miei

Messaggio#22 » sabato 27 marzo 2021, 8:55

Mario Mazzafoglie ha scritto:Ciao Morena, un piacere leggerti.
Innanzitutto complimenti per lo stile di scrittura: immersivo e fluido.
Parto dal tema, centratissimo e affrontato in maniera originale, che è sempre qualcosa che apprezzo molto.
Qualche piccolo consiglio mi sento di darlo, anche perchè è ""facile" intervenire su un testo che è già scritto molto bene.
Nella prima frase, che concludi con "nostri corpi", se avessi messo un elemento più visibile dell'ambientazione sarebbe risultato più immediato il luogo in cui si era. Vero che poi "foresta" la inserisci subito dopo, ma forse farlo in maniera mostrata già nella prima frase avrebbe aiutato ancor di più.
Anche io ho notato la ripetizione di "suolo" nel finale, ma è una banalità a cui non conferisco alcun peso.
Qualcosina forse avresti potuto far meglio in alcuni tratti dove sembri uscire dal PDV ed è un peccato perchè si vede che la padroneggi bene quella tecnica.
Detto questo, a me è piaciuto molto il tuo racconto.
A rileggerci.


Grazie Mario per il feedback e per i consigli. Le ripetizioni le ho messe perché ero troppo dentro al personaggio e purtroppo a volte sono uscita troppo dal pov. Cercherò di essere più stabile in futuro, ma è da poco che scrivo quindi mi consolo col fatto che ho ancora moltissimo da imparare. Grazie ancora.

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Re: Figli miei

Messaggio#23 » sabato 27 marzo 2021, 9:00

Andrea Partiti ha scritto:Il racconto funziona bene, ed ha un unico grosso difetto: il messaggio è enorme, opprimente e sento tutta la tua opinione di scrittrice che viene infilata a forza nel racconto e premuta nella mia testa mentre leggo. Un approccio lievemente più distaccato ti permetterebbe di trasmettere quello stesso messaggio in maniera meno diretta, più implicita, ma allo stesso tempo più efficace perché passerebbe da quel che racconti anziché da te che racconti.
Pensi che l'esperienza dell'albero brutalizzato e abbattuto, raccontata in maniera neutrale, non sarebbe sufficiente a farci schierare insieme a lui, a farci soffrire? Io penso di sì, penso che non serva umanizzarlo eccessivamente, fino quasi alla parodia di "Maledetti umani non capite quanto ci fate soffrire? La mia scorza è dura, ma non resisterò a lungo."


Grazie Andrea per il tuo feedback.
Da quando ho cominciato a scrivere (non molto) ho scelto di scrivere in modo immersivo, lasciando che le emozioni del personaggio venissero vissute come se le stessimo vivendo noi personalmente. Detto questo mi sono messa nei panni di un albero, dandogli una coscienza e immaginando cosa avrebbe provato lui. Se lo avessi raccontato in maniera neutrale, lo avrei fatto con un narratore esterno, onnisciente, che non è lo stile che ho scelto.
Farò comunque tesoro del tuo consiglio. Grazie

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Re: Figli miei

Messaggio#24 » mercoledì 31 marzo 2021, 19:27

Ci sono molti refusi e questo è un problemone per un racconto così breve che è stato consegnato tanto in fretta, t'invito a una rilettura più attenta in futuro perché sarebbe davvero un peccato giocarti delle chance per errori così banali. Detto questo, il racconto sa esattamente quello che vuole essere e ci riesce anche emozionando, trasmettendo la sua energia e questo è un grandissimo plus. Il tema è ovviamente rispettato e il mio giudizio va su un pollice tendente verso l'alto in modo brillante con il malus dei refusi.

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