Un motivo per tornare

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Sherwood
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Un motivo per tornare

Messaggio#1 » lunedì 15 marzo 2021, 22:08

Il vecchio non si decideva a salire in macchina. Era lì che fissava la panchina vuota in fondo al giardino e una buca sul terreno, dove una volta c’era una pianta di rose.
Il figlio lo prese per mano come se fosse un bambino e lo condusse alla macchina. “Vedrai che ti troverai bene a Villa Paola, c’è il parco e poi avrai una camera tutta per te.”
Lo sistemò sul sedile posteriore, perché gli faceva male l’anca e in questo modo poteva distendersi. Dal finestrino il vecchio vedeva uno spicchio di cielo, le cime degli alberi e i tetti delle case e riconosceva ogni cosa, perché aveva vissuto in quel quartiere per tutta la vita.
Saro guidava a scatti, perché era sempre nervoso o distratto da qualcosa. Una volta fuori dal centro abitato, aprì il finestrino e si accese una sigaretta. “Io e Gina ti verremo a trovare, lo sai che puoi contare su di noi per qualsiasi cosa.”
Gina l’aveva conosciuta che lavorava in un fast food, era più grande di lui e aveva un figlio da qualche parte che non vedeva da anni. Un giorno l’aveva portata a casa e da allora non se n’era più andata. Gina odiava il vecchio e aveva fatto di tutto per convincere Saro a portarlo in un ospizio.
“Tua moglie ha tagliato le rose” disse il vecchio mentre scendeva dalla macchina.
“Perché avrebbe dovuto farlo?” Rispose Saro.
“Erano le rose che aveva piantato tua madre.”
Quella frase restò tra loro pesante come un macigno e quando il personale accolse il nuovo arrivato, Saro si sentì sollevato. Gina gli aveva promesso che senza il padre tra i piedi ogni giorno sarebbe stata una luna di miele, anche se lui non ne era troppo sicuro, per via dei turni di lavoro di entrambi.
Quando tornò a casa la trovò distesa sul divano che soffiava sulle unghie laccate di nero. Lei non gli disse niente del vecchio, ora che se ne era liberata, non gli importava più.
Saro andò in cucina e vide che c’era una pentola sul fornello. La riempì di acqua e accese il fuoco. Cercò gli spaghetti e una scatola di sugo pronto. Mentre affettava la cipolla, la moglie entrò e storse il naso.
“Dovrei tingermi i capelli di viola come Miss Italia” disse e si appoggiò allo stipite della porta. Saro posò gli occhi sulla scollatura, i seni erano bianchi come il latte.
“Sei stata tu a togliere le rose in giardino?”
Lei alzò le spalle. “Che te ne frega?”
“Potevi lasciarle dov’erano, ti pare?”
Lei sbuffò: “Non capisci niente.”
Quando si misero a tavola lei gli passò una bottiglia di vino rosso. “Dobbiamo festeggiare.”
“Va bene, però non hai risposto alla mia domanda” disse Saro.
Gina diede un sorso e poi fece scivolare la gamba sotto il tavolo e gli toccò il ginocchio con la punta del piede.
“Adesso lui non ha più un motivo per tornare” rispose.
Saro avrebbe voluto ribattere ma lei risalì con il piede fino alla patta dei pantaloni.
Più tardi, quando Gina gettò la spazzatura, ci ficcò dentro anche le rose che aveva messo nella sala da pranzo. Chiuse per bene il coperchio e poi rientrò in casa ancheggiando.



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antico
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#2 » lunedì 15 marzo 2021, 22:13

Ciao Sherwood! Felicissimo di vederti per il secondo mese consecutivo! Parametri rispettati, buona SARA SIMONI EDITION!

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Massimo Tivoli
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 8:26

Ciao Angela,
il racconto si legge bene, pure troppo. Mi spiego: narri la storia facendo uso di tanto “tell” e poco “show” e questo, si sa, limita l’impatto emotivo della narrazione. Inoltre il narratore esterno non aiuta il lettore a immedesimarsi – in questo caso eterodiegetico polifocalizzato, se non onniscente, considerati i repentini cambiamenti di PdV da lui a lei (a metà quando lui rientra e sul finale). Il lettore vede la scena da fuori come un mero spettatore, non è il vecchio, né il figlio, né lei, proprio perché si è deciso di non focalizzarsi su nessuno dei tre. Considerata la bella idea che hai avuto, questo invece sarebbe stato un racconto molto (ma proprio tanto) interessante se narrato con focalizzazione interna su uno dei tre (per es., autodiegetico sul figlio), o addirittura, a voler fare una cosa un po’ più difficile (visto il limite di battute), focalizzazione interna su tutti e tre (omodiegetico polifocalizzato) dedicando a ogni personaggio un “paragrafo” di storia indipendente dagli altri paragrafi. Sentire le tre campane, insomma. Poteva essere interessante giocare con i tre PdV, e far immergere il lettore in ognuno dei tre.
Inoltre, non ho colto la funzione del cambio di PdV sul finale: lei che butta i fiori nella spazzatura. Non ho capito se tra le righe nasconda una qualche rivelazione. A me non sembra visto che già da prima si è saputo che lei ha tagliato le rose.
In conclusione, racconto la cui lettura fila liscia, senza intoppi, ma che avrebbe potuto regalare più emozioni al lettore, adottando una differente gestione del PdV e focalizzazione.

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Sherwood
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 10:00

Ciao Massimo, che piacere leggerti. Ci tenevo molto al tuo giudizio, perché conosco il percorso che hai fatto e le competenze che hai acquisito, quindi sei stato molto prezioso, come sempre.
Anni fa scrivevo solo racconti, difatti ero una frequentatrice assidua di MC e di altri forum che organizzavano contest. Mi ricordo che guardavo con invidia chi scriveva romanzi e mi chiedevo come fosse possibile trascorrere mesi, se non anni su uno stesso testo. Dove trovare le idee per condurre una storia oltre le 10/15 pagine? Ero tagliata fuori da un mondo che mi affascinava, e non sapevo come risolvere il problema. Poi, sono capitata su una piattaforma che permetteva di pubblicare a puntate e c'era un'interazione continua con i lettori. Questo mi ha permesso non solo di aggiustare il tiro, ma anche di appassionarmi alla storia. Per la prima volta mi sono accorta che non c'erano limiti e potevo inventare nuove situazioni, fare in modo che le cose evolvessero, che i personaggi del romanzo vivessero a pieno la propria vita. In poche parole ho iniziato a scrivere romanzi e non è stato difficile come credevo, forse perché ero continuamente supportata dai lettori e nello stesso tempo, anche io supportavo loro leggendo le altre storie presenti sul sito.
Quello che non immaginavo, è che scrivere romanzi, almeno nel mio caso, ha cambiato il mio modo di scrivere. Me ne sono accorta quando sono tornata al racconto breve e ho partecipato alla precedente edizione di MC. Ho scritto un racconto dove si sentiva solo la voce dell'autore, non si vedeva nulla. Era una specie di sintesi, un riassunto.
Allora ho deciso di aggiustare in tiro partecipando di nuovo, e difatti nel racconto c'è molto "show", come giustamente hai notato, e poco "tell". Ma il problema è che non riesco più a ritrovare la dimensione propria del racconto. Non credevo ci si potesse disimparare a fare qualcosa che abbiamo fatto per anni, invece a me è capitato.
Non che questo sia un male, anzi, in fondo io ho sempre desiderato scrivere qualcosa di più ampio respiro, comunque, devo prendere atto di questa difficoltà sopraggiunta.
Ma torniamo al mio racconto. Il pov onniscente funziona in un romanzo, nel racconto breve il discorso è differente. Non saprei neppure dirti se è un errore utilizzarlo, oppure se, calibrando bene il tiro, possa essere una cosa realizzabile.
Il finale aggiunge solo un dettaglio a quanto già detto: gettare le rose, che Gina aveva messo da parte, è come mettere un punto alla questione, un punto esclamativo. Non ce n'era bisogno, ovvio, è una cattiveria in più.
Mi ha fatto molto piacere leggerti Massimo, sei cresciuto tanto dal punto di vista letterario e tu sei uno che scrive anche romanzi, eppure non hai perso il contatto con il racconto breve, come la sottoscritta. A presto e in bocca al lupo per il tuo racconto che mi è piaciuto davvero tanto.
Angela Catalini

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#5 » giovedì 18 marzo 2021, 13:18

Il racconto mette molta tristezza, perché – sebbene giochi con diversi stereotipi: la nuora che non sopporta la suocera, la voluttuosità, l’uomo che perde la ragione per… ci siamo capiti – lo fa in maniera malinconica, quasi rassegnata, a tratti poetica.
Forse questi stereotipi, in effetti, vengono caricati un po’ troppo: le unghie prima, i capelli tinti poi forse è un po’ ridondante, perché il concetto è chiarissimo e reso palese nella scena del tavolo.
La cosa che ho trovato particolare, finanche curiosa, è che il racconto pur nella sua brevità sembra avere un doppio cambio di protagonista: nella prima parte lascia intendere che la storia sia quella del vecchio e dei suoi ricordi; poi però si focalizza sull’uomo, che si accende la sigaretta, pensa, forse si commuove e pensi che troverà il coraggio di affrontare la situazione (cosa difficilissima, anche per quanto detto sopra); ma non basta, perché nel finale sale in cattedra lei – vino, piedino, ancheggiare, il marito ormai relegato al ruolo di spalla quasi inerme. Una struttura più complessa di quel che possa sembrare, insomma, agevolata dalle rose, quasi un McGuffin letterario.
Su forma e aspetti di scrittura vari ho onestamente poco da dire, a parte qualche virgola secondo me di troppo, come quella in “Una volta fuori dal centro abitato, aprì il finestrino […]”, che mi pare spezzi un po’ il ritmo. Forse i dialoghi sono un poco, come dire, didascalici; ma è un dettaglio. Bel lavoro, insomma, per quanto forse lasci un po’ l’amaro in bocca per la direzione che prende stilisticamente e, in realtà, anche per una non chiarissima centratura nel tema della prova.

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Massimo Tivoli
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 13:02

Sherwood ha scritto:Ciao Massimo, che piacere leggerti. Ci tenevo molto al tuo giudizio, perché conosco il percorso che hai fatto e le competenze che hai acquisito, quindi sei stato molto prezioso, come sempre.
Anni fa scrivevo solo racconti, difatti ero una frequentatrice assidua di MC e di altri forum che organizzavano contest. Mi ricordo che guardavo con invidia chi scriveva romanzi e mi chiedevo come fosse possibile trascorrere mesi, se non anni su uno stesso testo. Dove trovare le idee per condurre una storia oltre le 10/15 pagine? Ero tagliata fuori da un mondo che mi affascinava, e non sapevo come risolvere il problema. Poi, sono capitata su una piattaforma che permetteva di pubblicare a puntate e c'era un'interazione continua con i lettori. Questo mi ha permesso non solo di aggiustare il tiro, ma anche di appassionarmi alla storia. Per la prima volta mi sono accorta che non c'erano limiti e potevo inventare nuove situazioni, fare in modo che le cose evolvessero, che i personaggi del romanzo vivessero a pieno la propria vita. In poche parole ho iniziato a scrivere romanzi e non è stato difficile come credevo, forse perché ero continuamente supportata dai lettori e nello stesso tempo, anche io supportavo loro leggendo le altre storie presenti sul sito.
Quello che non immaginavo, è che scrivere romanzi, almeno nel mio caso, ha cambiato il mio modo di scrivere. Me ne sono accorta quando sono tornata al racconto breve e ho partecipato alla precedente edizione di MC. Ho scritto un racconto dove si sentiva solo la voce dell'autore, non si vedeva nulla. Era una specie di sintesi, un riassunto.
Allora ho deciso di aggiustare in tiro partecipando di nuovo, e difatti nel racconto c'è molto "show", come giustamente hai notato, e poco "tell". Ma il problema è che non riesco più a ritrovare la dimensione propria del racconto. Non credevo ci si potesse disimparare a fare qualcosa che abbiamo fatto per anni, invece a me è capitato.
Non che questo sia un male, anzi, in fondo io ho sempre desiderato scrivere qualcosa di più ampio respiro, comunque, devo prendere atto di questa difficoltà sopraggiunta.
Ma torniamo al mio racconto. Il pov onniscente funziona in un romanzo, nel racconto breve il discorso è differente. Non saprei neppure dirti se è un errore utilizzarlo, oppure se, calibrando bene il tiro, possa essere una cosa realizzabile.
Il finale aggiunge solo un dettaglio a quanto già detto: gettare le rose, che Gina aveva messo da parte, è come mettere un punto alla questione, un punto esclamativo. Non ce n'era bisogno, ovvio, è una cattiveria in più.
Mi ha fatto molto piacere leggerti Massimo, sei cresciuto tanto dal punto di vista letterario e tu sei uno che scrive anche romanzi, eppure non hai perso il contatto con il racconto breve, come la sottoscritta. A presto e in bocca al lupo per il tuo racconto che mi è piaciuto davvero tanto.
Angela Catalini


Ciao Angela, ti ringrazio per il chiarimento e per i complimenti che non merito ;-)
In parte, capisco quello che dici: scrivere romanzi e scrivere racconti sono due forme differenti di artigianato, con meccanismi e un modo di comunicare e obiettivi profondamente diversi.
Sei brava e sono sicuro che ritroverai il mood giusto per la narrativa breve.
Poi tieni pure presente che MC porta a scrivere in condizioni estreme: poco tempo, improvvisazione e probabilmente idee scarse, nel senso che chiunque di noi non ha modo di elaborare più di tanto quella scintilla che ti arriva alle 11 di sera :-)
Credo che chiunque di noi su MC scriva ben al di sotto delle proprie potenzialità, e che ogni racconto di MC, anche se poi vincitore dell’Edition, presenti inevitabilmente delle falle. Del resto fa parte del gioco e va bene così, e d’altronde la scrittura è tutt’altra cosa...
Tieni pure presente che poi chi valuta i racconti non è che sia un editor o un esperto del settore e, quindi, può pure prendere autentiche cantonate. Ma, di nuovo, fa parte del gioco e ce lo teniamo così.
Tutto questo per dirti di prendere ogni commento, soprattutto i miei dato che non sono nessuno, con le pinze e di filtrarli e trarre le tue conclusioni.
Ti ho letto con piacere e spero di farlo di nuovo.
Un caro saluto e buona Edition.
-Massimo.
Ultima modifica di Massimo Tivoli il domenica 21 marzo 2021, 16:43, modificato 1 volta in totale.

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filippo.mammoli
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 13:35

Ciao Angela,
Ben trovata nell'arena.
Credo sia la prima volta che leggo un tuo racconto e la scrittura è buona, a parte qualche sbavatura, soprattutto nei dialoghi sul finale.
Il tema non so se sia centrato, forse le radici sono quelle delle rose revise o quelle del vecchio sradicato dalla sua dimora.
A parte questo, credo che la storia abbia un potenziale e il tema sia molto interessante, ma sia stato trattato in modo un po' superficiale. La virata finale verso la normalità di un abbandono non mi convince e soprattutto non mi convince il modo.
Il finale con lei che nasconde le rose avrebbe potuto essere gestito in modo più profondo. So che i caratteri sono una gabbia, ma è così per tutti.
Alla prossima.

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Davide Di Tullio
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#8 » sabato 20 marzo 2021, 16:31

Sherwood ha scritto:Il vecchio non si decideva a salire in macchina. Era lì che fissava la panchina vuota in fondo al giardino e una buca sul terreno, dove una volta c’era una pianta di rose.
Il figlio lo prese per mano come se fosse un bambino e lo condusse alla macchina. “Vedrai che ti troverai bene a Villa Paola, c’è il parco e poi avrai una camera tutta per te.”
Lo sistemò sul sedile posteriore, perché gli faceva male l’anca e in questo modo poteva distendersi. Dal finestrino il vecchio vedeva uno spicchio di cielo, le cime degli alberi e i tetti delle case e riconosceva ogni cosa, perché aveva vissuto in quel quartiere per tutta la vita.
Saro guidava a scatti, perché era sempre nervoso o distratto da qualcosa. Una volta fuori dal centro abitato, aprì il finestrino e si accese una sigaretta. “Io e Gina ti verremo a trovare, lo sai che puoi contare su di noi per qualsiasi cosa.”
Gina l’aveva conosciuta che lavorava in un fast food, era più grande di lui e aveva un figlio da qualche parte che non vedeva da anni. Un giorno l’aveva portata a casa e da allora non se n’era più andata. Gina odiava il vecchio e aveva fatto di tutto per convincere Saro a portarlo in un ospizio.
“Tua moglie ha tagliato le rose” disse il vecchio mentre scendeva dalla macchina.
“Perché avrebbe dovuto farlo?” Rispose Saro.
“Erano le rose che aveva piantato tua madre.”
Quella frase restò tra loro pesante come un macigno e quando il personale accolse il nuovo arrivato, Saro si sentì sollevato. Gina gli aveva promesso che senza il padre tra i piedi ogni giorno sarebbe stata una luna di miele, anche se lui non ne era troppo sicuro, per via dei turni di lavoro di entrambi.
Quando tornò a casa la trovò distesa sul divano che soffiava sulle unghie laccate di nero. Lei non gli disse niente del vecchio, ora che se ne era liberata, non gli importava più.
Saro andò in cucina e vide che c’era una pentola sul fornello. La riempì di acqua e accese il fuoco. Cercò gli spaghetti e una scatola di sugo pronto. Mentre affettava la cipolla, la moglie entrò e storse il naso.
“Dovrei tingermi i capelli di viola come Miss Italia” disse e si appoggiò allo stipite della porta. Saro posò gli occhi sulla scollatura, i seni erano bianchi come il latte.
“Sei stata tu a togliere le rose in giardino?”
Lei alzò le spalle. “Che te ne frega?”
“Potevi lasciarle dov’erano, ti pare?”
Lei sbuffò: “Non capisci niente.”
Quando si misero a tavola lei gli passò una bottiglia di vino rosso. “Dobbiamo festeggiare.”
“Va bene, però non hai risposto alla mia domanda” disse Saro.
Gina diede un sorso e poi fece scivolare la gamba sotto il tavolo e gli toccò il ginocchio con la punta del piede.
“Adesso lui non ha più un motivo per tornare” rispose.
Saro avrebbe voluto ribattere ma lei risalì con il piede fino alla patta dei pantaloni.
Più tardi, quando Gina gettò la spazzatura, ci ficcò dentro anche le rose che aveva messo nella sala da pranzo. Chiuse per bene il coperchio e poi rientrò in casa ancheggiando.


Ciao Sherwood piacere di leggerti. A mio avviso il tuo racconto ha un solo vero limite: la gestione del punto di vista. Tre PDV sono troppi per un racconto di poco più di quattromila caratteri. L'effetto di straniamento è fortissimo. Non ci si affeziona a nessuno dei personaggi, con il risultato che si resta abbastanza "esterni" alle vicende. Peccato. A rileggerci!

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Lilith_luna
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#9 » sabato 20 marzo 2021, 17:39

Ciao Sherwood, piacere.
Ho trovato il tuo racconto un po' debole nonostante le immagini pregne di significato. Zoppicante, direi.
Fin dall'inizio mi sono sentita in disparte nel leggere la tua storia e credo che questo sia dovuto ai campi di punto di vista: non sapevo né avevo il tempo di soffermarmi su un personaggio.
Molto triste la prima scena, mi ha toccata. Ancor di più poi il dialogo fra Saro e Gina, pensando al padre che è stato abbandonato all'ospizio. Lei ha smosso la mia antipatia in un istante.
In poche righe è risultata subito chiara la brutta influenza di lei su Saro e l'hai resa bene con i gesti. L'unico che forse avrei tagliato è il finale, non credo ci fosse bisogno di "calcare la mano" sul buttare le rose, avendolo già detto. Per me il racconto, da questo punto di vista, si poteva fermare al potere di Gina su Saro (e approfondire un po' il resto), ma è ovviamente un parere personale :)

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#10 » sabato 20 marzo 2021, 19:41

UN MOTIVO PER TORNARE di Sherwood Tema centrato. Punti di forza: l’immagine potente delle rose che la madre di Saro ha piantato e la compagna ha tolto. L’immagine straziante della partenza del padre di Saro per la casa di riposo. Lo ha portato il figlio, certo anche per via della fragile salute dell’uomo (vedi il problema all’anca) ma anche per l’egoismo della compagna Gina (ha un figlio del quale si disinteressa e non vuole il padre, è vanitosa, tanto da volersi tingere i capelli di viola per somigliare a Miss Italia, sfoggia le unghie laccate di nero ed è spietata. Per lei, la partenza del padre di Saro per Villa Paola è motivo di brindisi con il vino rosso). La morale della storia è amara, perché lei lavora in un fast-food, Saro ha altri orari e quindi per lui si prospetta un futuro solitario (questo è uno dei motivi, l’altro, è la crudeltà di Gina, che ha preso le rose e le ha gettate via dopo averle tenute per un po’ in un vaso).
Punti deboli: nessuno.

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Sherwood
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#11 » lunedì 22 marzo 2021, 11:07

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto e commentato il mio lavoro. Come avevo scritto in un messaggio fiume a Massimo Tivoli, torno al racconto breve dopo molto tempo e mi sono accorta di aver perso di vista i punti cardine. Però, grazie ai vostri interventi è più facile aggiustare il tiro. Ho letto qualche altro racconto, oltre a quelli che avrei dovuto commentare e mi sono resa conto che durante la mia lunga assenza da MC, ci sono nuovi autori che scrivono in modo eccellente. Uno in particolare è proprio nel mio gruppo: Andrea Lauro. Auguro una buona edizione a tutti ♥

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#12 » lunedì 22 marzo 2021, 15:56

Ciao Sherwood
Il tuo racconto è scritto molto bene, le scene sono chiare ed è ben chiaro anche tutto il contesto che ci naviga attorno. Il problema che lo sfavorisce rispetto ad altri racconti è la mancanza di una chiara direzione che vuoi prendere con la storia. Okay, c'è il figlio che porta il nonno all'ospizio, ma non sappiamo bene perché e lui è fissato con delle rose scomparse. Poi scopriamo che dietro tutto questo c'è la moglie del figlio e che è stato tutto un suo piano per stare in quella casa senza scocciature. Resta un senso di incompiuto, manca un vero conflitto che renda interessante la storia, manca un protagonista. In teoria il protagonista sarebbe il figlio, ma non è un vero protagonista: subisce passivamente le imposizioni della moglie e si fa plagiare, alla fine ha un briciolo di rimorso ma scomparse subito e non c'è neanche uno straccio di empatia con lui, sia perché viene mostrato come un essere un po' spregevole, sia perché scopriamo le sue motivazioni a metà racconto. Non può essere il padre il protagonista, perché scompare subito e sappiamo poco di lui, e non può essere la moglie perché compare solo alla fine e viene presentata alla stregua di una succube.
Insomma, manca un qualcosa che ci faccia ricordare questa storia. Non ci sono incoerenze logiche, fila tutto e lo stile è molto buono se si soprassiede alla mancanza di una focalizzazione (opinione personale: non sono convinto che il narratore onnisciente possa funzionare in un romanzo meglio di una vera focalizzazione interna, ma su questo se ne può discutere in altra sede).
Insomma, funziona tutto, ma manca un cuore centrale, qualcosa che ti faccia parteggiare. Ti faccio un esempio: se la moglie avesse negato con convinzione di essere stata lei a far sparire le rose sarebbe stato molto più facile parteggiare per il protagonista, che a questo punto avrebbe goduto di un minimo beneficio del dubbio riguardo la sua buonafede, e la rivelazione finale sulla cattiveria della moglie avrebbe non solo avuto un sapore più amaro, ma avrebbe pure lasciato un po' di "oh no, povero protagonista, chissà come si evolverà la cosa e chissà se scoprirà cos'è successo e rimedierà all'errore prima che il padre muoia". Avrebbe dato un po' più di emozione al testo, secondo me.

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#13 » lunedì 22 marzo 2021, 16:14

Stefano.Moretto ha scritto:Non ci sono incoerenze logiche, fila tutto e lo stile è molto buono se si soprassiede alla mancanza di una focalizzazione (opinione personale: non sono convinto che il narratore onnisciente possa funzionare in un romanzo meglio di una vera focalizzazione interna, ma su questo se ne può discutere in altra sede).


Assolutamente d'accordo. Hai fatto un'ottima analisi e anzi, mi hai dato pure uno spunto finale a cui sinceramente non avevo pensato (il dilemma della scomparsa delle rose). Ti ringrazio anche per i complimenti sullo stile, fanno sempre piacere. Mi sarebbe piaciuto partecipare ancora a MC, ma ho iniziato un romanzo fantastico che mi terrà impegnata nei prossimi mesi. Magari più avanti. In bocca al lupo e grazie infinite :)

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#14 » lunedì 22 marzo 2021, 18:40

Ciao,
Piacere di leggerti!
Direi che il tema è pienamente centrato, anche se purtroppo qui ne vediamo il rovescio della medaglia: il brano ruota attorno al concetto di perderle, più che metterle, le radici. In senso tanto sentimentale (povero vecchio) quanto fisico (povere rose).
Un racconto che lascia un po' con l'amaro in bocca e che fa riflettere su quanto poco, spesso e volentieri, si dia importanza a tante piccole cose che per altri invece hanno un significato profondo.
Purtroppo devo registrare, come altri, che il PDV estremamente esterno e "ballerino" ha tolto molta della potenza emotiva che un tema del genere avrebbe potuto avere. Ed è un vero peccato, perché l'idea di base e la conduzione della vicenda e della narrazione avevano un potenziale enorme. Con una focalizzazione più interna e una maggiore introspezione emotiva, questo sarebbe potuto essere uno dei racconti più commoventi del girone.
Comunque il brano si fa leggere bene e la prosa scorre via fluida. Si vede una certa esperienza nella mano di chi scrive. Questo però, forse, accresce ancor di più il rammarico.
Comunque sono sicuro che, aggiustando il tiro, il prossimo racconto sarà ottimo. E non vedo l'ora di leggerlo.
Luca

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#15 » lunedì 22 marzo 2021, 20:43

lucaspalletti ha scritto:Comunque il brano si fa leggere bene e la prosa scorre via fluida. Si vede una certa esperienza nella mano di chi scrive. Questo però, forse, accresce ancor di più il rammarico.Comunque sono sicuro che, aggiustando il tiro, il prossimo racconto sarà ottimo. E non vedo l'ora di leggerlo.Luca


Sei ufficialmente in lizza per il miglior commento dell'anno! Scherzi a parte, ti ringrazio molto e mi auguro di vederti in pole position. A rileggerci qui o altrove.

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#16 » martedì 23 marzo 2021, 15:36

Ciao Sherwood,
piacere di averti letto.
Nel complesso il tuo racconto si lascia leggere, non scrivi affatto male (non ho trovato né aggettivi in eccesso, né inutili avverbi di modo). La lettura è quindi molto fluida, cosa che non guasta affatto.
Attenzione alle ripetizioni, ce ne sono davvero tante. Alcune paiono volute, ma restano fastidiose nella loro ridondanza.
Devo, peraltro, segnalare un eccesso di tell e l'uso del narratore onnisciente che, nei fatti, impediscono una vera e propria immersione nel testo e di poter empatizzare fino in fondo coi suoi protagonisti.
Vero che con 4200 battute non si possono fare miracoli, ma hai caratterizzato i personaggi (in particolare Gina) in maniera un po' troppo caricaturale, forse un minimo di sfumature potevi provare a darle.
Il tema c'è e il conflitto anche.
A rileggerci presto
W

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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#17 » mercoledì 24 marzo 2021, 22:54

Ciao Sherwood, piacere di leggerti. Lo stile del racconto è fluido, sebbene (secondo me) con qualche ripetizione di troppo. Trovo però non molto originale la storia del conflitto, insomma: un uomo viene portato all'ospizio dal figlio, Saro il quale, istigato dalla moglie, ha qualche rimorso appena rientrato a casa. Manca secondo me una reazione, o qualcosa che faccia esplodere il conflitto o che, ad esempio, renda Saro totalmente succube della moglie. Qualche tipo di evoluzione in positivo o in negativo. Spero di leggerti ancora e ti auguro buona edition.

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antico
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Re: Un motivo per tornare

Messaggio#18 » venerdì 9 aprile 2021, 13:55

Ho poco da aggiungere soprattutto al tuo messaggio di risposta a Massimo nel quale dimostri di renderti perfettamente conto delle criticità del racconto. Mi concentro quindi su altro e, nello specifico, sul farti i complimenti per la prosa ordinata e piacevole oltre che sul controllo del racconto (esclusi i pdv) che mi è sembrato molto buono, sei cresciuta parecchio sotto questo punto di vista e i risultati si vedono. Rimane da calibrare la questione del pdv che è davvero un po' sballato e te lo dice un commentore che non lo mette necessariamente al primo posto come ordine di importanza, ma che lo valuta una volta ponderata la funzionalità globale del testo. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che si piazza di poco dietro il racconto della Valero.

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