La suocera

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Mario Mazzafoglie
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La suocera

Messaggio#1 » lunedì 15 marzo 2021, 23:16

Il vento soffiava obliquo e spingeva secchiate di pioggia contro il vetro della finestra.
Elena richiuse la tenda e tornò a sedersi in salotto. Afferrò la tazza fumante sul tavolo e se la portò alle labbra. Il tè si era raffreddato. Di già?
Un tuono squassò il cielo e la fece sobbalzare. La tazza le scivolò dalle mani e riuscì appena in tempo a evitare che si spaccasse a terra. Alcuni goccioloni le macchiarono le maniche del maglione beige.
Albert se ne stava affondato nella sua poltrona a leggere La Gazzetta dello Sport. La abbassò e osservò sua moglie, la fronte corrucciata. «Elena, ma perché non torni dalla psicologa?» Richiuse il giornale. «Così, anche solo per fare due chiacchiere.»
«Ti sembro pazza?» Sbatté la mano sul tavolo. «Solo perché mi scivola una tazza dovrei farmi visitare da qualcuno?»
Albert gettò la testa all’indietro. «Non iniziare a rigirare la frittata.»
«Albert, tua madre se ne deve andare da qui!»
«E io invece voglio che resti!» Sorrise.
Elena poggiò i gomiti sul tavolo e affondò la testa tra le mani. Forse ha ragione? Forse sto scoppiando?
Dal bagno, il rumore dello scarico coprì per qualche secondo quello della pioggia. Eccola, la vecchia! Nemmeno a farlo apposta.
«Ma ti rendi conto di che vita facciamo?» Elena puntò il dito contro Albert. «Non si esce più insieme perché uno dei due deve rimanere qui con lei! E di notte lasciamo la porta aperta per sentire se magari ha bisogno, e lei invece entra in camera nostra come se nulla fosse. E nemmeno più una scopata in tranquillità ci si può fare!»
«Finiscila...»
«Finiscila un cazzo!» Elena singhiozzò. «Ho sposato te oppure ho sposato lei? No, perché nel contratto mica c’era scritto che avrei dovuto vivere anche con tua madre! Avevi detto che le avresti trovato una sistemazione e invece ormai ci ha messo le radici qui.»
Albert riaprì il giornale. La sua testa calva a malapena spuntava sopra l’orlo delle pagine rosa.
Un fulmine illuminò la stanza. Elena si preparò al tuono. Stavolta non ne fu sorpresa, anche perché il temporale più forte ormai si stava scatenando dentro di lei e dentro al suo cuore.
Si alzò e tornò alla finestra. La pioggia stava diminuendo e il cielo sembrava rasserenarsi. Ma perché non mi capisce? Perchè non capisce il mio bisogno di intimità? Lo so che è sua madre, ma io non posso rovinarmi la vita così.
Una mano si appoggiò sulla spalla di Elena. Lei socchiuse gli occhi.
Albert la cinse a sé. «Amore, è mia madre. Non puoi parlare di radici. Non puoi parlare di contratti.»
Mi fa sentire anche in colpa... Fantastico! Ma che merda è?
Il marito le accarezzò il viso col dorso di una mano. «Ti voglio bene amore, lo sai. Ma ne voglio anche a mia madre.»
Il corpo di Elena tremava tra le braccia dell’uomo che le aveva promesso una vita di viaggi e avventure e che invece adesso l’aveva trasportata in un vortice di pannoloni e dentiere sporche dentro i bicchieri. «Io non ti avrei mai sposato se avessi saputo che sarebbe finita così. Non l’avrei mai messa quella cazzo di firma in chiesa!»
Albert si scostò da sua moglie e si accese una sigaretta.
Ma questo è scemo! Sa che odio quando fuma dentro casa e si mette a farlo proprio adesso?
Elena aprì la finestra. Il fumo se ne uscì fuori lento.
Albert scrollò la cenere al di là del davanzale. La sua mano si bagnò con le poche gocce di pioggia che scendevano adesso dal cielo. «Guarda quegli alberi laggiù, amore. Loro hanno le radici, le persone invece no. Le persone prima o poi vanno via. Mia madre prima o poi lo farà, è vecchia.»
«Non metterti a fare il filosofo, ti prego.»
«Amore, ma tu te lo ricordi che cosa hai firmato quel giorno in chiesa?»
«Eh?»
«Te lo ricordi cosa dice quel contratto? Visto che tanto ti piace chiamarlo così.»
Elena si voltò a fissarlo negli occhi. «Non ti seguo...»
Albert le accarezzò la schiena. «Dovresti ricordarlo, invece. È la frase che si dice in tutti i matrimoni.»
«Quella che dice: insieme finché morte non ci separi?»
La mano di Albert strinse il maglioncino di sua moglie. «Lo vedi che quando vuoi ci arrivi alle cose!»
Elena si sentì strattonare e spingere forte. Cercò con le unghie di aggrapparsi a qualcosa ma non ci riuscì. Volò nel vuoto.
Fece giusto in tempo a vedere l’arcobaleno all’orizzonte, e l’alberò su cui stava per schiantarsi.



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antico
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Re: La suocera

Messaggio#2 » lunedì 15 marzo 2021, 23:20

Ciao Mario! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION anche a te!

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Massimo Tivoli
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Re: La suocera

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 9:49

Ciao Mario,
piacere di averti letto. Il tema è centrato e il racconto mi è piaciuto. Hai caratterizzato la povera protagonista bene e, piccole ridondanze a parte che sono inevitabili in un contest a tempo come MC, in modo convincente. Anche la rivelazione finale porta con sé una certa dose di sorpresa. Sorpresa che poteva essere ancora più potente ed efficace se avessi meglio seminato sul personaggio del marito. Mi spiego: la rivelazione finale, quel gesto efferato del marito, arriva un po’ dal nulla e questo, paradossalmente, ne limita lo stupore. Scrivo che “arriva un po’ dal nulla” perché, almeno io, avrei preferito una semina più accurata sul marito che, fino al momento del gesto omicida, si dimostra un comune marito che tiene talmente tanto alla madre da mettere in discussione il rapporto con la moglie. Non ci sono elementi di semina che mi inducono a pensare che questo rapporto con la madre sia malato e che lui, tutto sommmato, le rotelle a posto non ce l’ha. Ecco, elementi di semina di questo tipo non mi avrebbero fatto indovinare il finale (non è che uno malato di mente, in quella situazione, lanci necessariamente la moglie dalla finestra), ma me lo avrebbero reso più coerente con il personaggio e la situazione. Sarebbe stato un finale più convincente e, di conseguenza, la sorpresa sarebbe arrivata ancora più potente ed efficace. In conclusione, il tuo resta un bel racconto che ho apprezzato, sebbene con un po’ di minima insoddisfazione per una semina sul marito che poteva essere condotta meglio.

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Mario Mazzafoglie
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Re: La suocera

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 21:57

Ciao Massimo, e grazie per il commento.
Hai ragione, sai? In fase di stesura anche a me è venuto quel dubbio: far rimanere il marito impassibile fino alla fine, oppure seminare meglio il suo disagio?
Alla fine ho optato per la prima opzione, o meglio, io "conoscendo" il personaggio sapevo che il suo disagio c'era già, ma effettivamente è un aspetto che al lettore potrebbe non arrivare.
Ho ancora tanto da imparare, nel frattempo ti ringrazio per i consigli.

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Signor_Darcy
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Re: La suocera

Messaggio#5 » giovedì 18 marzo 2021, 16:02

Caspita, il finale non me l’aspettavo proprio – mi chiedo se non sia solo una trovata per suscitare reazioni, come quelle serie che ormai vivono solo di morti eccellenti invece di finire quando dovrebbero. Forse no, però; perché il tutto ha senso, se si ripensa a quanto si è letto. Il marito che lascia sottintendere che la moglie abbia problemi mentali, tipo la prima gallina che canta; l’insensibilità al limite dell’anafettività, che traspare dal continuo minimizzare il problema della moglie; il velato annuncio di ciò che lui vuol fare quando parla degli alberi. Certo, avresti forse avuto bisogno di più spazio per rendere meglio il climax di nervosismo e tensione che ha portato al gesto estremo dell’uomo; ma la lettura è comunque piacevole e anche la forma è davvero niente male, tanto che non ho quasi trovato parole, aggettivi o segni di punteggiatura fuori posto.
Anche il bilanciamento tra azioni, dialoghi e pensieri mi sembra ben dosato; e anche il tema è visto in maniera credo intelligente, con una persona terza che mette radici in una casa non sua, volente o nolente della cosa.
Non ultimo, il racconto offre anche spunti su cui riflettere a – credo – davvero tanti uomini e donne.

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Signor_Darcy
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Re: La suocera

Messaggio#6 » giovedì 18 marzo 2021, 16:07

Massimo Tivoli ha scritto:Ecco, elementi di semina di questo tipo non mi avrebbero fatto indovinare il finale (non è che uno malato di mente, in quella situazione, lanci necessariamente la moglie dalla finestra), ma me lo avrebbero reso più coerente con il personaggio e la situazione.

Ecco, sì, dopo aver scritto il mio ho letto anche il commento di Massimo e sì, concordo sul fatto della semina. Così tutto succede in maniera davvero improvvisa, davvero non pronosticabile; con una "semina eccessiva", di contro, sarebbe stato un po' telefonato: l'ottimo sarebbe stato una semina minima, quel tanto per farti magari pensare alla cosa e subito dopo scartarla perché no, non è possibile, dai. Un po' il meccanismo che subentra in un giallo scritto bene, insomma.

Curiosa, peraltro, come questa situazione – cioè l'atto in sé e come ci si arrivi, con o senza semina – sia bene o male quello che è successo nella pessima, ultima stagione di una certa serie tv (che non cito perché a. qua si parla di scrittura e b. è comunque un possibile spoiler – ci siamo capiti, comunque) in cui gli indizi sì, a ben vedere c'erano; ma secondo alcuni non abbastanza. Segno che è una lezione valida in tutti i media e che devo cercare di fare anche mia.

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filippo.mammoli
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Re: La suocera

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 14:15

Ciao Mario,
Credo sia la prima volta che leggo un tuo racconto.
Penso che sia un ottimo inizio.
Mi piace come hai declinato il tema. Di solito "mettere la radici" ha un'accezione positiva, ma tu hai ribaltato la prospettiva e ci hai fornito un piccolo giallo molto ben condotto. Da lettore e autore di romanzi gialli, secondo me hai giocato benissimo come il gatto con il topo. Con una scrittura molto pulita hai preparato la scena, facendoci empatizzare con la povera Elena.
Credo che il punto più difficile, soprattutto con pochi caratteri a disposizione, stia nella preparazione della scena finale. Se troppo telefonata, il finale ne risente. Se non seminata per niente, rischia di risultare brusca e staccata. Secondo me sei andato molto vicino al punto giusto, forse un pelo più verso la seconda opzione.
Ma per me resta un ottimo racconto.

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Mario Mazzafoglie
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Re: La suocera

Messaggio#8 » sabato 20 marzo 2021, 15:42

Ciao Signor Darcy, e ciao Filippo.
Innanzitutto grazie per i commenti e per le migliorie proposte.
Sono agli inizi e quindi per me ogni osservazione è oro colato.
Proprio per questo chiedo a voi, ma anche a chi commenterà in seguito, qualche parere più tecnico.
La lacuna evidente del "seminare" è apparsa un po' a tutti, quindi è da migliorare senza girarci troppo intorno.
Quindi, secondo voi, in quali punti avrei potuto intervenire per rendere la scena finale più coerente col racconto?
Grazie in anticipo.

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filippo.mammoli
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Re: La suocera

Messaggio#9 » sabato 20 marzo 2021, 23:32

Allora Mario,
Come già detto secondo me sei andato molto vicino a una gestione ottimale che è un compromesso tra indizi e plot twist. Forse avresti potuto gettare qualche sguardo più malizioso, farci percepire qualche instabilità, ma solo potenziale. Qualche altra affermazione che ci facesse dubitare senza rendere esplicito il suo intento. Spero di esserti stato utile.

alexandra.fischer
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Re: La suocera

Messaggio#10 » domenica 21 marzo 2021, 17:44

LA SUOCERA di Mario Mazzafoglie Tema centrato. Punti di forza: La resa dell’atmosfera della tensione di un matrimonio in crisi attraverso il temporale. I personaggi: Elena, ingenua al punto da aver creduto di aver ottenuto dal matrimonio una vita fatta di viaggi, momenti avventurosi e invece si ritrova a fare una vita da badante della suocera (resa nelle immagini dei pannoloni e delle dentiere sporche). Le sue rimostranze sono più che giustificate (libertà di movimento molto limitata, vita coniugale quasi inesistente e tutto in funzione della suocera, poi c’è anche l’avversione di Elena per l’abitudine al fumo di Albert), ma Albert appare calmo, a tutto c’è rimedio, basta qualche seduta dallo psicologo. Lui legge tranquillo il suo giornale sportivo. Ma a un certo punto, a fine temporale, quando lei rimette in discussione il vincolo matrimoniale e le radici, eccolo a una scelta radicale allo spuntare dell’arcobaleno: si separa dalla moglie in maniera drastica. Finale da brivido. Dietro alla maschera dell’uomo flemmatico si nasconde un assassino.
Punti deboli:

Il titolo del giornale va in corsivo:

La Gazzetta dello Sport

La frase:
Fece giusto in tempo a vedere l’arcobaleno all’orizzonte e l’albero su cui stava per schiantarsi.

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Davide Di Tullio
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Re: La suocera

Messaggio#11 » domenica 21 marzo 2021, 18:19

Mario Mazzafoglie ha scritto:Il vento soffiava obliquo e spingeva secchiate di pioggia contro il vetro della finestra.
Elena richiuse la tenda e tornò a sedersi in salotto. Afferrò la tazza fumante sul tavolo e se la portò alle labbra. Il tè si era raffreddato. Di già?
Un tuono squassò il cielo e la fece sobbalzare. La tazza le scivolò dalle mani e riuscì appena in tempo a evitare che si spaccasse a terra. Alcuni goccioloni le macchiarono le maniche del maglione beige.
Albert se ne stava affondato nella sua poltrona a leggere La Gazzetta dello Sport. La abbassò e osservò sua moglie, la fronte corrucciata. «Elena, ma perché non torni dalla psicologa?» Richiuse il giornale. «Così, anche solo per fare due chiacchiere.»
«Ti sembro pazza?» Sbatté la mano sul tavolo. «Solo perché mi scivola una tazza dovrei farmi visitare da qualcuno?»
Albert gettò la testa all’indietro. «Non iniziare a rigirare la frittata.»
«Albert, tua madre se ne deve andare da qui!»
«E io invece voglio che resti!» Sorrise.
Elena poggiò i gomiti sul tavolo e affondò la testa tra le mani. Forse ha ragione? Forse sto scoppiando?
Dal bagno, il rumore dello scarico coprì per qualche secondo quello della pioggia. Eccola, la vecchia! Nemmeno a farlo apposta.
«Ma ti rendi conto di che vita facciamo?» Elena puntò il dito contro Albert. «Non si esce più insieme perché uno dei due deve rimanere qui con lei! E di notte lasciamo la porta aperta per sentire se magari ha bisogno, e lei invece entra in camera nostra come se nulla fosse. E nemmeno più una scopata in tranquillità ci si può fare!»
«Finiscila...»
«Finiscila un cazzo!» Elena singhiozzò. «Ho sposato te oppure ho sposato lei? No, perché nel contratto mica c’era scritto che avrei dovuto vivere anche con tua madre! Avevi detto che le avresti trovato una sistemazione e invece ormai ci ha messo le radici qui.»
Albert riaprì il giornale. La sua testa calva a malapena spuntava sopra l’orlo delle pagine rosa.
Un fulmine illuminò la stanza. Elena si preparò al tuono. Stavolta non ne fu sorpresa, anche perché il temporale più forte ormai si stava scatenando dentro di lei e dentro al suo cuore.
Si alzò e tornò alla finestra. La pioggia stava diminuendo e il cielo sembrava rasserenarsi. Ma perché non mi capisce? Perchè non capisce il mio bisogno di intimità? Lo so che è sua madre, ma io non posso rovinarmi la vita così.
Una mano si appoggiò sulla spalla di Elena. Lei socchiuse gli occhi.
Albert la cinse a sé. «Amore, è mia madre. Non puoi parlare di radici. Non puoi parlare di contratti.»
Mi fa sentire anche in colpa... Fantastico! Ma che merda è?
Il marito le accarezzò il viso col dorso di una mano. «Ti voglio bene amore, lo sai. Ma ne voglio anche a mia madre.»
Il corpo di Elena tremava tra le braccia dell’uomo che le aveva promesso una vita di viaggi e avventure e che invece adesso l’aveva trasportata in un vortice di pannoloni e dentiere sporche dentro i bicchieri. «Io non ti avrei mai sposato se avessi saputo che sarebbe finita così. Non l’avrei mai messa quella cazzo di firma in chiesa!»
Albert si scostò da sua moglie e si accese una sigaretta.
Ma questo è scemo! Sa che odio quando fuma dentro casa e si mette a farlo proprio adesso?
Elena aprì la finestra. Il fumo se ne uscì fuori lento.
Albert scrollò la cenere al di là del davanzale. La sua mano si bagnò con le poche gocce di pioggia che scendevano adesso dal cielo. «Guarda quegli alberi laggiù, amore. Loro hanno le radici, le persone invece no. Le persone prima o poi vanno via. Mia madre prima o poi lo farà, è vecchia.»
«Non metterti a fare il filosofo, ti prego.»
«Amore, ma tu te lo ricordi che cosa hai firmato quel giorno in chiesa?»
«Eh?»
«Te lo ricordi cosa dice quel contratto? Visto che tanto ti piace chiamarlo così.»
Elena si voltò a fissarlo negli occhi. «Non ti seguo...»
Albert le accarezzò la schiena. «Dovresti ricordarlo, invece. È la frase che si dice in tutti i matrimoni.»
«Quella che dice: insieme finché morte non ci separi?»
La mano di Albert strinse il maglioncino di sua moglie. «Lo vedi che quando vuoi ci arrivi alle cose!»
Elena si sentì strattonare e spingere forte. Cercò con le unghie di aggrapparsi a qualcosa ma non ci riuscì. Volò nel vuoto.
Fece giusto in tempo a vedere l’arcobaleno all’orizzonte, e l’alberò su cui stava per schiantarsi.


Ciao Mario, piacere di leggerti. Il tuo racconto è scritto piuttosto bene. Stilisticamente valido, ha un buon ritmo di lettura. Il finale repentino lo azzoppa un po', però. Ed è repentino perché la semina risulta unpo'carente. Nel tentativo di creare il twist finale, forse hai volutamente taciuto delle intenzioni del marito, ma il risultato è che il gesto è parso un po' sproporzionato rispetto all'evento precedente, per lo mono la reazione non sembra giustificata. Comunque una buona prova

a rileggerci!

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Lilith_luna
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Re: La suocera

Messaggio#12 » lunedì 22 marzo 2021, 11:44

Ciao Mario,
Non mi aspettavo per niente un finale del genere, soprattutto perché sviluppato in due righe! Devo dire che questo, per me, ha salvato il tuo racconto. Avevo paura stesse andando a concludersi su frasi fatte, sul marcare ancora una volta la storia delle radici (che mi è sembrata un po' calcata, in particolar modo con la ripetizione del marito "Amore, è mia madre. Non puoi parlare di radici. Non puoi parlare di contratti"). I dialoghi infatti mi sono sembrati un po' forzati e con troppi punti esclamativi.
Ho apprezzato molto invece l'immagine del temporale che ben si sposa con la scena e con il conflitto in atto, fino ad esaurirsi proprio sul finale.
A ripensarci adesso, la figura del marito mi sembra anche inquietante. Vista la reazione di Elena sembrava essere lei quella un po' problematica, ho pensato addirittura che stesse esagerando, anche perché se n'era uscita dal nulla dicendo che la suocera doveva andarsene. E invece lui, con tutti i suoi "amore" e i gesti gentili, è pure peggio. Questo mi è piaciuto molto, sebbene avrei preferito accorgermene prima e non a lettura conclusa.

Ho un paio di annotazioni da farti:
"Afferrò la tazza fumante sul tavolo e se la portò alle labbra. Il tè si era raffreddato" descrivendo la tazza fumante mi aspettavo fosse caldo, invece no
"Un fulmine illuminò la stanza" volevi dire un lampo
"dentro di lei e dentro al suo cuore" secondo me la frase poteva fermarsi al "dentro di lei"

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Stefano.Moretto
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Re: La suocera

Messaggio#13 » lunedì 22 marzo 2021, 22:52

Ciao Mario
ammetto che anch'io non avevo capito dove volevi andare a parare col racconto. Il tuo stile di scrittura è molto buono, a parte qualche momento in cui perdi la focalizzazione del punto di vista nella moglie:
La sua mano si bagnò con le poche gocce di pioggia che scendevano adesso dal cielo.

Piccolo esempio: qui mi stai dando una sensazione tattile della mano del marito.
La storia fino al finale è molto semplice e lineare, proprio per questo il finale arriva fin troppo inaspettato. Il tuo stile è molto immersivo quindi la sorpresa che coglie la moglie viene percepita bene anche dal lettore proprio per questo, il problema è che subito dopo il cliffhanger si rimane con un senso di incomprensione. Perché l'ha uccisa? Aveva detto che la madre prima o poi sarebbe morta, l'aveva abbracciata e aveva cercato di convincerla, e poi decide di ucciderla? Per di più senza una parvenza di un piano per farla franca, sembra quasi un raptus omicida, ma in realtà le sue parole fanno capire che è molto premeditato. Insomma, lascia un po' di amaro in bocca perché sembra un gesto un po' a caso, non dava neanche l'impressione di essersi stancato di lei.
Mi dispiace, perché il tuo stile è davvero buono e avrei voluto premiarlo di più.

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wladimiro.borchi
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Re: La suocera

Messaggio#14 » mercoledì 24 marzo 2021, 15:18

Ciao Mario, piacere di averti letto.
Allora, stilisticamente il tuo racconto rasenta la perfezione. In poche pennellate hai descritto egregiamente la situazione, i personaggi e il tempo.
L'unica pecca, secondo me, si può trovare nella totale assenza si una semina degli elementi che porteranno al gesto del marito.
Insomma, un racconto discreto, a cui manca quel "quid pluris" che ti faccia dire: "Mamma mia!"
A rileggerci presto
W

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giulio.palmieri
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Re: La suocera

Messaggio#15 » mercoledì 24 marzo 2021, 20:39

Ciao Mario, piacere di leggerti.
Il racconto scorre molto bene, sebbene l'incipit sia un po' lento.
A mio avviso, nel dialogo potrebbe emergere un episodio, una rievocazione che renda più concreto il conflitto tra i due.
Manca poi un qualcosa che faccia presagire il gesto dell'uomo (qualche dettaglio inquietante o qualche scatto) sebbene è giusto che l'azione finale resti nascosta sino alla fine.
Comunque, il crescendo si sente, e a mio avviso una maggiore calibrazione dei dettagli renderebbe il racconto eccellente.
A rileggerci e buona edition.

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lucaspalletti
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Re: La suocera

Messaggio#16 » giovedì 25 marzo 2021, 13:26

Ciao Mario,
piacere di averti letto per la prima volta!
Ho molto apprezzato il tuo racconto. Tema ovviamente più che centrato, stile pulito, atmosfera ben riuscita e finale con twist inaspettato. L'idea risulta tanto semplice quanto efficace.
Andando un pelo controcorrente, devo dire di non aver registrato il problema di "semine" menzionato da altri utenti, specialmente considerando il formato ridotto al quale bisogna attenersi. Vero, il gesto di Albert risulta in qualche modo ingiustificato e repentino, improvviso, ma per come la vedo io è coerente col punto di vista focalizzato internamente ad Elena.
Mi spiego meglio: ha senso, secondo me, (in un brano così breve e che ci immerge in una dinamica di conflitto già in sviluppo da tempo) che Elena non abbia idea delle intenzioni del marito, o che non ci siano segnali particolari proprio in quei due minuti in cui si svolge la scena. Il gesto di Albert non sembra il raptus di una persona folle o instabile, ma un gesto premeditato e ponderato, derivante dalla lenta esasperazione che evidentemente prova nei confronti della moglie. Questo lo si intuisce dal modo calmo e ragionato con cui fuma in casa solo per far aprire la finestra.
Insomma, è chiaro che in un racconto più lungo o in un ipotetico romanzo che seguisse l'intera vicenda coniugale dei due dovremmo avere certi tipi di segnali nel corso del tempo. Ma in un brano che descrive gli ultimi minuti di vita di una donna (sicuramente consapevole dei problemi che affliggono la coppia, ma ben lungi dall'immaginare il prossimo gesto del marito) secondo me siamo apposto così.
Anzi, il fatto che l'efferato gesto risulti così improvviso aiuta non poco a calarsi nei panni della protagonista, a sentirsi traditi, spaventati e sorpresi quanto lei. Il finale risulta così particolarmente efficace. Anche se avrei gradito sentirlo di più, quel panico: Probabilmente, se mi gettassero dalla finestra, non noterei l'arcobaleno all'orizzonte :P
Per il resto poco da registrare, qualche piccolezza che è già stata fatta notare e qualche dialogo interiore un pelo forzato, ma siamo nell'ambito della pignoleria.
Nel complesso un ottimo racconto, uno dei miei preferiti del girone.

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antico
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Re: La suocera

Messaggio#17 » venerdì 9 aprile 2021, 14:22

Un buon racconto con giusto quel peccatuccio capitale della semina sul marito che diventa fondamentale perché privi la storia di un meccanismo fondamentale: la tensione in vista del finale. Mi sembra che la tua strategia sia stata, volutamente, quella di tenere basso il profilo del marito per poi giungere al finale a sorpresa, ma occhio che il lavorarlo di più come personaggio non avrebbe precluso la sorpresa stessa e anzi avrebbe fatto lavorare la mente e la fantasia del lettore in corso di lettura dando quel quid plus al racconto di cui ti ha parlato Wladimiro. In pratica, tutto il discorso sulla semina era per sottolineare la mancanza di un motore fondamentale nel tuo intreccio, cosa che lo ha appiattito. Tema ben declinato. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che si piazza subito dietro al racconto della Valerio, forse meno preciso nella scrittura, ma più vibrante nell'intreccio.

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