Radici in terra, alberi in paradiso.

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Michael Dag
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Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#1 » lunedì 15 marzo 2021, 23:38

Terra Santa. Terra maledetta, forse. Senza acqua, cibo, riposo. Solo sole, caldo e morte.
Dio lo vuole… Dio vuole questo? Questo è ciò che il Signore ha creato per i cristiani?
Gli anelli della cotta si stesero sulla sabbia infernale.
Dietrich tirò su il cappuccio sulla testa bollente. Qualche passo. Laggiù, lontano in mezzo al deserto, quel punto nero si faceva più grande ad ogni falcata.
Rocce e palme, acqua e ombra… o forse, la porta dell'inferno. Forse lo meritava. Forse era il destino giusto per aver abbandonato la battaglia. Ma Dio misericordioso non aveva mandato vento. Le urla dei compagni morenti sarebbero rimaste nascoste alle sue spalle.
La vergogna appesantiva ogni passo.

Eccolo, il saraceno. Custode e servo dell'inferno. Arrancava nella sabbia, fingendosi provato dalle disgrazie del deserto. Di certo aveva una daga. La spada è pesante, la si abbandona. La daga no. Nessuno l'avrebbe fatto.
L'ombra era grande, e bellissima. Il meritato sollievo, o il giusto castigo.
Adesso lo vedremo cos'è che Dio vuole.
La mano destra annaspò verso il pugnale. L'elsa rovente bruciò l'incavo del pollice, il manico di legno attirò le dita con fermezza.
Lo estrasse, piantò la lama a terra e avanzò. Le ginocchia raschiavano il suolo ruvido. Per ogni palmo in avanti, un solco lungo un braccio era inghiottito dalla sabbia appena tagliata dalla lama.
Un passo, due, tre. L'ombra era più grande. Aveva la forma di una… chiesa? La sacra croce ne sormontava il tetto. Doveva proteggerla. Si voltò.
Il saraceno era lì a due passi, in ginocchio. Il volto rosso, il turbante sfatto che penzolava nascondendo la barba imbiondita dal sole. Il pugnale ricurvo puntato in avanti, e le labbra spaccate dal sole che sibilavano minacce incomprensibili.
Dietrich caricò il peso e affondò un colpo verso quel viso maligno. La lama tagliò l'aria calda e affondò nel nulla. Cadde avanti, la sabbia asciutta gli serpeggiò nel naso e nella bocca. Gli occhi secchi si fissarono su quella meravigliosa chiesa.
La Sacra vergine Maria era sulla porta. Con leggiadri passi lo raggiunse. Si inginocchiò misericordiosa, per accogliere la sua anima al cielo. Fece un cenno col braccio, e un gruppo di Santi e Angeli accorsero. Lo presero e lo portarono al paradiso.

La paglia scricchiolava sotto la schiena. Il panno bagnato colava acqua fresca lungo le tempie e sulle spalle.
Dietrich si alzò a sedere. La pietra grigia e ombrosa di un refettorio abbracciava la stanza in penombra. Una brocca di terracotta era lì, ai piedi del letto.
La prese e la portò alle labbra.
La cosa più fredda e dissetante che avesse mai bevuto, molto meglio dei più osannati vini di tutta la Lorena. La lingua non era più un sasso tra i denti, ma una parte del corpo, la vista stava tornando
Due brande più in là, il saraceno alzò la mano in segno di saluto.
Il saraceno.
Biondo, la pelle bruciata dal sole come tutti coloro che erano partiti per la crociata.
Dietrich lo fissò negli occhi e fece il segno della croce.
Quello rispose, identico. Poi sollevò la sua brocca. Bevve un sorso. «Molto buono.» La sollevò di nuovo.
«Si, è molto buono.» Dietrich prese un sorso. «Non è vino ne birra, ma è molto buono.»
«Buona la … birra. In inglaterra, noi ottima birra.» Puntò l'indice sul petto. «Io sono crociato di Inglaterra… King Richard mio re…tu, di dove vieni?»
La porta del refettorio si aprì. La Sacra Vergine Maria comparve sulla soglia. La veste povera e semplice le scendeva fino ai piedi, il cappuccio incorniciava il suo volto angelico.
Dietrich si buttò in ginocchio. «Sacra vergine! Grazie! Grazie infinite per aver avuto misericordia di me, e avermi condotto qui!»
Lei parlò con voce candida. «Vi abbiamo trovati entrambi ad annaspare lungo il sentiero. Ne abbiamo trovati molti dopo la battaglia. Eravate feriti e morenti. Siete ancora deboli, vi servirà del tempo per guarire.»
Dietrich si guardò intorno. «Sacra Vergine, grazie. Ma, posso chiedere cove di troviamo?»
Lei sorrise. «Non sono la Sacra Vergine. Questo è il Tempio degli Ospedalieri di Terrasanta. Accogliamo chiunque abbia bisogno. Abbiamo cibo e acqua, medicine, e preghiere. L'unica cosa che ci manca, sono anime volenterose di aiutare. Ma forse, ne abbiamo appena trovate due.»



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antico
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#2 » lunedì 15 marzo 2021, 23:43

Ciao Michael! Era dalle Olimpiadi che non ti si vedeva in un MC! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION!

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Sherwood
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 14:28

Ciao Michael,
il tuo è un racconto storico che narra le vicende dei soldati in Terrasanta. Nel testo ci sono molto riflessioni importanti: perché il Signore chiede tributi di sangue? In realtà sappiamo bene che le crociate sono frutto della scelta di uomini che hanno deciso le sorti di altri uomini. Comunque, il tragitto attraverso il deserto da parte di un soldato che ha abbandonato la battaglia, porta a una chiesa dove c'è una donna (scambiata per la Madonna) che accoglie i superstiti. E non fa distinzioni di razza. Questo è il messaggio principale del testo che ho molto apprezzato. Per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato asciutto, forse anche troppo. Soprattutto nella prima parte, la narrazione è schematica, sembra quasi un elenco. Ti cito la prima frase: terra/acqua/cibo/sole/caldo/morte. Precisazione a parte, mi è piaciuto molto questo testo. Forse il tema non è centrato al 100%, ma è comunque racconto interessante.

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Andrea Lauro
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 22:56

Ciao Michael, un racconto semplice ed efficace che non mi è affatto dispiaciuto. Gli elementi ci sono e rendono. Dopo una partenza un po’ incerta (“solo sole” e gli anelli della cotta che si stendono -nel senso che si è sdraiato o che l’ha lanciata?) le immagini diventano vivide, empatizzi col personaggio e il deserto diventa un nemico tangibile. E stacca bene la seconda parte, l’ombra e la frescura ti arrivano subito, ed è un sollievo. Qualcosa poteva essere aggiustato nel dialogo finale, che risulta un po’ ingessato, ma nel complesso l’impressione è buona. è il terzo racconto che leggo: posiziono il tuo sopra quelli di Pais e De Agnoi.
buona edition!
andrea

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Giovanni Attanasio
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#5 » venerdì 19 marzo 2021, 15:30

Nel commentarti non ho letto i commenti degli altri utenti.

Appena ho letto Terra Santa ho pensato: “Daje, cazzo, un racconto coi crociati! Speriamo sia buono.”
Ed eccoci qui. Ci sono vari punti su cui ho dei dubbi, alcuni di carattere storici altri di tecnica.

L’elsa di legno mi ha subito colpito. Anche se parliamo di un pugnale, per quanto ne so io e ho letto in giro, tutte le impugnature delle spade o pugnali erano ricoperte di pelle di squalo o altri tipi di tessuto per favorire la presa. Non riesco proprio a immaginare un pugnale con l’impugnatura di legno soprattutto se in mano a un crociato.
Non ti nascondo che il finale mi ha deluso molto. Visto il setup e l’incipit mi aspettavo uno scontro col saraceno che invece sembra essere solo un miraggio, ho capito bene?
Non c’è un vero conflitto e la promessa di un conflitto è disattesa nello svenire del protagonista e affidarsi alla Vergine Maria. Sarebbe stato fighissimo se dopo il “Adesso lo vedremo cos'è che Dio vuole” cominciavano a volare mazzate. Non sarebbe stato neppure strano, visto che siamo in presenza di quella che sembra una focalizzazione interna sul protagonista, che odia i saraceni ed è lì per la crociata.
Il tema è sfiorato appena. Come sarebbe stato il racconto con uno scontro effettivo? Come sarebbe stato se, mantenendo fede al titolo, il crociato fosse morto come seme sulla terra per rinascere come albero al fianco di Dio?
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Alessio
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 17:23

Ciao Michael,

Ci proponi una riflessione sul senso delle azioni che compiamo in nome di qualcosa in cui crediamo. La prosa mi pare pulita, ed efficace, evochi bene il senso di oppressione della calura e il sollievo successivo.
Ho trovato un po' confusa la scena nel deserto. Ok, Dietrich è stordito dal caldo e dalla disidratazione, ha le allucinazioni e scambia l'inglese per un saraceno. Però io non riesco a collocare il saraceno nella scena: all'inizio sembra che ce l'abbia davanti, poi si volta e ce l'ha lì a un passo, ma in realtà è un'allucinazione. Bene, ma allora perché si volta? Questo passaggio mi ha confuso.
Il tema è preso per i capelli nell'ultima frase, avrei preferito che fosse un po' più presente.
Nel complesso, comunque, un racconto abbastanza buono.

Alla prossima!

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Emiliano Maramonte
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#7 » domenica 21 marzo 2021, 16:51

Ciao Michael!
Entro subito nel vivo: nel complesso non mi hai convinto. Prime due righe dell'incipit, zac!, via! Non conducono il lettore in media res, non ti sbattono in faccia un conflitto, sono solo un inutile cappello introduttivo che rallenta e disorienta. E poi: a chi appartengono le riflessioni? O sono considerazioni generali dell'autore? No, non vanno affatto bene. Proviamo a ripartire da: "Gli anelli della cotta si stesero sulla sabbia infernale." Io l'ho fatto e l'apertura ha acquistato tutto un altro sapore, molto più suggestivo.
Lo sviluppo è interessante, come interessante è anche un po' tutto il succo della storia: il sacrificio, l'abnegazione, il miraggio della terra promessa... Insomma un po' tutto il coacervo di motivazioni che animavano i crociati mandati a morire in Terra Santa. Carino il conflitto centrale col "miraggio" ma inconcludente la chiusura in stile gag alla "Io no spik inglish". Avrei preferito un clima drammatico, emotivamente forte. Invece, così com'è, appare una sorta di angelica crocerossina che spiega al protagonista carenze nell'organizzazione sanitaria... Fine. Da un punto di vista dell'architettura narrativa, è un fallimento.
Tema forse preso di striscio (e molto!).
In sostanza: buona scrittura, soprattutto sotto il profilo delle suggestioni evocate nel deserto e della rievocazione storica, ma insufficiente per quanto riguarda la costruzione della trama e del risultato finale.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Gennibo
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#8 » lunedì 22 marzo 2021, 12:06

Ciao Michael e piacere di leggerti, ho trovato interessante il tuo racconto anche se ho faticato a seguire il flusso di informazioni e a decifrarle nel contesto. Mi piace la scrittura, ma avrei preferito più collegamenti che mostrassero un migliore intreccio, non che non ci sia, ma in certi punti ho trovato che ci fosse una lista di cose e che mi mancasse il nesso da seguire.
Il finale che chiarisce che non è la Vergine, quella che lui vede, mi è piaciuto. Visti tutti i riferimenti alla religione e alle crociate e visto che il tipo sembra credente, userei più riferimenti, tipo che si fa il segno della croce o che dice una preghiera alla madonna e cose del genere.
Alla prossima!

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Michael Dag
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#9 » lunedì 22 marzo 2021, 17:03

Sherwood ha scritto: Per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato asciutto, forse anche troppo. Soprattutto nella prima parte, la narrazione è schematica, sembra quasi un elenco. Ti cito la prima frase: terra/acqua/cibo/sole/caldo/morte. Precisazione a parte, mi è piaciuto molto questo testo. Forse il tema non è centrato al 100%, ma è comunque racconto interessante.
effettivamente, ho un po' esagerato con gli aggettivi

Andrea Lauro ha scritto: Dopo una partenza un po’ incerta (“solo sole” e gli anelli della cotta che si stendono -nel senso che si è sdraiato o che l’ha lanciata?)

si è levato la cotta di maglia e l'ha abbandonata. ma questo solo nella mia testa.
Purtroppo ho scritto di getto e ho finito il racconto che ero a 4800 caratteri e ho dovuto tagliare parecchio. operazione che, mi rendo conto, non mi è riuscita benissimo

Giovanni Attanasio ha scritto:Nel commentarti non ho letto i commenti degli altri utenti.
L’elsa di legno mi ha subito colpito. Anche se parliamo di un pugnale, per quanto ne so io e ho letto in giro, tutte le impugnature delle spade o pugnali erano ricoperte di pelle di squalo o altri tipi di tessuto per favorire la presa. Non riesco proprio a immaginare un pugnale con l’impugnatura di legno soprattutto se in mano a un crociato.
Non ti nascondo che il finale mi ha deluso molto. Visto il setup e l’incipit mi aspettavo uno scontro col saraceno che invece sembra essere solo un miraggio, ho capito bene?

grazie della precisazione, certamente un manico ricoperto di cuoio sarebbe stato più caratteristico.
il saraceno non è proprio un miraggio, è un altro crociato anche lui giunto stremato all'ospitale. è lui a vederlo come un saraceno perché sta delirando. L'altro ha il turbante (cosa comune anche tra gli europei) e la pelle scura (bruciata dal sole), più che sufficiente per fargli salire la paura del nemico.

il tuo finale è decisamente migliore del mio.

Alessio ha scritto:Ci proponi una riflessione sul senso delle azioni che compiamo in nome di qualcosa in cui crediamo. La prosa mi pare pulita, ed efficace, evochi bene il senso di oppressione della calura e il sollievo successivo.
Ho trovato un po' confusa la scena nel deserto. Ok, Dietrich è stordito dal caldo e dalla disidratazione, ha le allucinazioni e scambia l'inglese per un saraceno. Però io non riesco a collocare il saraceno nella scena: all'inizio sembra che ce l'abbia davanti, poi si volta e ce l'ha lì a un passo, ma in realtà è un'allucinazione. Bene, ma allora perché si volta? Questo passaggio mi ha confuso.
mi fa piacere che almeno da qualcuno sono riuscito a farmi capire.
la scena è volutamente confusa, perché il pg sta iniziando a delirare. ho dovuto tagliare alcune frasi perché uscivo dai caratteri, forse ho levato quelle sbagliate

megagenius ha scritto:Ciao Michael!
Entro subito nel vivo: nel complesso non mi hai convinto. Prime due righe dell'incipit, zac!, via! Non conducono il lettore in media res, non ti sbattono in faccia un conflitto, sono solo un inutile cappello introduttivo che rallenta e disorienta. E poi: a chi appartengono le riflessioni? O sono considerazioni generali dell'autore? No, non vanno affatto bene. Proviamo a ripartire da: "Gli anelli della cotta si stesero sulla sabbia infernale." Io l'ho fatto e l'apertura ha acquistato tutto un altro sapore, molto più suggestivo.
ho riletto il racconto dopo una settimana e ho avuto i tuoi stessi dubbi sull'incipit. davo per scontato che quelle fossero pensieri del pg, ma a un lettore esterno possono risultare appese nel nulla dato che il personaggio ancora non si è visto.

Gennibo ha scritto:Ciao Michael e piacere di leggerti, ho trovato interessante il tuo racconto anche se ho faticato a seguire il flusso di informazioni e a decifrarle nel contesto. Mi piace la scrittura, ma avrei preferito più collegamenti che mostrassero un migliore intreccio, non che non ci sia, ma in certi punti ho trovato che ci fosse una lista di cose e che mi mancasse il nesso da seguire.
Il finale che chiarisce che non è la Vergine, quella che lui vede, mi è piaciuto. Visti tutti i riferimenti alla religione e alle crociate e visto che il tipo sembra credente, userei più riferimenti, tipo che si fa il segno della croce o che dice una preghiera alla madonna e cose del genere.
Alla prossima!
solito problema, ho scritto troppo e ho dovuto tagliare



Grazie a tutti dei commenti, avete picchiato tutti sulle stesse cose più o meno. Ho difficoltà a creare una trama decente e un finale buono in così poco spazio, è una cosa che ho già notato nelle precedenti edizioni.
Ho continuato a lavorare sul racconto, sono arrivato a 6000 caratteri e va decisamente meglio, magari lo posto nel laboratorio.
Però mi fa anche piacere che anche gli apprezzamenti vanno tutti sugli stessi punti, quindi vuol dire che qualcosa di buono c'è!

FilippoR
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#10 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:05

Ciao Michael, non ho molto da aggiungere rispetto a quanto riportato negli altri commenti, mi è piaciuta la diversa parlata (almeno come intenzione) e non vedo l'ora di rileggere il tuo racconto rimaneggiato e con la sua giusta lunghezza.
Avrei spostato la frase "Non sono la Sacra Vergine" nella frase precedente, mi sembra strano come non l'abbia corretto subito.
Grazie e alla prossima!

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Damjen
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#11 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:08

Ciao Michael, piacere di conoscerti.
Ho trovato il tuo stile elegante ed evocativo. Al netto della storia, che non ho capito a una prima lettura, mi piace la tua scrittura perché la trovo corposa, sostanziosa. In questo senso, però, ho il dubbio di non aver saputo cogliere ogni aspetto. Richiami concetti potenti e visioni complesse, mobilitando vari sensi, e questo è davvero tanta roba. Non sono però sicura di aver compreso, anche alla seconda lettura, in che modo tu abbia inserito il tema.
Una lettura comunque molto interessante, che mi affascina come un bel quadro di cui, però, ho paura di non essere riuscita a cogliere tutti i significati.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#12 » giovedì 25 marzo 2021, 21:06

Ciao Michele, un piacere leggerti.
Parto dalla nota dolente che, a mio parere, riguarda il tema. mi sembra un po' forzato e inserito a fatica all'interno del racconto.
Un peccato, perchè si vede che hai dei punti di forza notevoli. Mi piace infatti sottolineare la qualità con cui stacchi le tre miniscene, cosa assolutamente non semplice da fare e che molti di noi sbagliamo a fare.
Per quanto riguarda lo stile di scrittura, mi è sembrato molto buono, forse con qualche gestione dell'andare a capo fatta in maniera migliorabile.
Mi ha intrigato l'ambientazione del racconto e anche la sterzata finale, per niente scontata.
Buona prova, ma non convincente al punto giusto.
A rileggerci.

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Andrea Partiti
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#13 » venerdì 26 marzo 2021, 0:01

Ho trovato il racconto troppo anticlimatico per il linguaggio e il ritmo che hai stabilito all'inizio.
Tutta quella tensione e quella fatica attraverso coi ci trascini non si concretizzano mani. A volte ci può stare uno scioglimento positivo, un'assenza di scontro che risolve la tensione, ma va preparato in qualche maniera prima, altrimenti lascia solo un senso di insoddisfazione. L'interazione tra i due personaggi è quasi caricaturale e con un'amichevolezza non completamente giustificata viste le premesse.

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Michael Dag
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#14 » lunedì 29 marzo 2021, 19:37

Andrea Partiti ha scritto:
FilippoR ha scritto:Avrei spostato la frase "Non sono la Sacra Vergine" nella frase precedente, mi sembra strano come non l'abbia corretto subito.
verissimo, ottimo consiglio.


Andrea Partiti ha scritto:L'interazione tra i due personaggi è quasi caricaturale e con un'amichevolezza non completamente giustificata viste le premesse.

il protagonista era convinto di vedere un saraceno, quando in realtà era solo un altro poveraccio stremato dal deserto, che forse non si era nemmeno accorto di lui.
appena lo rivede all'ospitale, non c'è motivo di essergli ostile.
almeno, nella mia testa è andata così... :)


alla fine quello che più mi ha penalizzato (giustamente) è il tema preso per i capelli e il finale sbrigativo.
ancora, grazie a tutti!

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antico
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Re: Radici in terra, alberi in paradiso.

Messaggio#15 » giovedì 1 aprile 2021, 17:16

Mi sfugge un po' il quid del racconto. Alcuni punti di svolta si comprendono poco, tipo l'errata valutazione del saraceno/inglese o anche il come siano potuti arrivare a quella chiesa e persino il finale con la madre superiora che suggerisce che loro due abbiano intenzione di aiutare quando nulla trapela dal racconto. Credo tu non sia riuscito ad affondare il colpo in modo efficace facendo di tutto un po', tipo il racconto di Furlan, le sensazioni che mi avete evocato sono le stesse anche se qui sembri fare più attenzione, pur in un'assenza del tema che ho percepito più marcata. Poco focalizzato, insomma. Probabilmente avresti ottenuto un risultato migliore nell'incentrare da subito il tutto sulla dialettica con il falso saraceno, ma anche lì sarebbe dipeso da come avresti deciso di giostrartela. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma al pelo.

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