La nuova fiamma

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Roberto Bartoletti
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La nuova fiamma

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:07

«Se sei venuto qui per lui, sappi che non è ancora tornato.»
«A dire il vero è con te che vorrei fare due chiacchiere.»
Lei alzò gli occhi al cielo, con quell’atteggiamento strafottente che Luca faticava a sopportare. Tutto, di lei, gli era indigesto. Anche se la conosceva appena.
«Accomodati.»
Penetrato in casa sentì il peso della differenza. Si era sempre sentito a proprio agio nell’appartamento del suo migliore amico: un rifugio nel quale per anni si era riso, chiacchierato, dove ci si scambiava speranze lontani dal mondo reale. Ora però l’ambiente era cambiato. Non a caso, da quando era comparsa lei.
«Accomodati.»
Luca prese posto sul divano, il trono comune sul quale aveva divorato un milione di film trangugiando schifezze e sparando cazzate. Lei preferì tenersi a debita distanza, scegliendo la sedia accanto al tavolino. Vicino a quel maledetto bonsai, che si era portata appresso.
«Cosa posso fare per te?» la giovane lo esortò a parlare
«Ascolta… » Luca non seppe come cominciare, tanto era assurda quella circostanza «Io e te non siamo mai andati molto d’accordo.»
«Diciamo pure che mi odi.»
«Non so niente di te, mi riesce difficile avere motivi precisi per farlo.»
«E quindi cosa vorresti?»
«Semplicemente capire cosa gli stai facendo.»
«Prego?» sorrise lei, in tutta la sua bellezza sfolgorante
«Non so cosa c’è dietro, ma non è più lo stesso. Non mi ha mai detto niente di voi, l’ho scoperto solo a cose fatte. Sei comparsa dal nulla, hai messo radici qua dentro e non te ne sei più andata.»
«Allora è questo? Sei geloso?»
«Certo che non lo sono. Se lui fosse felice io sarei il primo a esultare.»
«Ma lo è. Spiace che tu non te ne accorga.»
«Credo di conoscere il mio amico, meglio di te. Il suo sguardo non è più come prima. È distante anche se sembra esserci. È triste anche se ride. Non so come cazzo spiegarlo.»
«E ovviamente attribuisci tutto questo a me.»
«Credo tu lo stia rovinando.»
«Per favore, Luca…» lei calò il capo in avanti, sfregandosi le ginocchia «Mi hai preso per una di quelle arpie che godono a manipolare gli uomini?»
«Gli stai facendo qualcosa di sbagliato e voglio capire perché.» Luca cominciò a perdere la calma, tenuta a fatica sotto il livello critico «Nessun altro tranne me sa di voi.»
Si alzò in piedi. Doveva sfogare in qualche modo la collera che sentiva montare. Passeggiò avanti e indietro per il salotto, faticando a riconoscerlo per come era sempre stato. Le pareti erano ingrigite e le tende che davano sul cortile apparivano più spesse di prima, lasciando filtrare una luce insufficiente.
Dandole le spalle si avvicinò alla libreria, coperta di polvere come se appartenesse ad un’antica dimora abbandonata.
«Certe volte mi chiedo persino se esisti, o sei solo frutto della mia immaginazione.»
Lei finalmente si lasciò andare a una risatina confidenziale, trattenuta troppo a lungo.
«Oh, ma io esisto, Luca.» sussurrò nel suo stile, quello di chi agisce sotto traccia e non sente il bisogno di alzare mai la voce «Di questo non devi dubitare.»
Luca estrasse un libro, sfilacciando la ragnatela che lo avvolgeva. La copertina era bianca e priva di intestazioni: sfogliando le pagine si accorse che erano vuote, immacolate. Prese un altro volume a caso, sempre più confuso, ma il risultato era lo stesso.
«Mi spieghi come è possibile che…»
Si voltò verso di lei ma era sparita. Non l’aveva sentita allontanarsi, perciò cominciò a cercarla ovunque. Batté freneticamente ogni angolo della casa, ma servì solo a dimostrargli quanto ogni parte fosse andata in malora. I colori. I colori erano spariti quasi da ogni oggetto.
“Dove ti sei infilata, stronza?”
Tornato in sala perse il lume della ragione. Cercò la pianta con lo sguardo e una volta raggiunta la agguantò per i rami. Provò ad alzarla, ma non veniva. Guardò meglio e notò una lunga serie di nervature che partivano da sotto il vaso e si diffondevano dappertutto. Era come se il bonsai fosse divenuto parte del luogo e si nutrisse di esso.
Non fece in tempo ad approfondire che il campanello suonò facendolo sobbalzare. Stavolta fu lui ad aprire, felice di poter dare il bentornato al padrone di casa.
Uscì sul pianerottolo e solo allora ricordò tutto.



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antico
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:11

Ciao Roberto e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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GiulianoCannoletta
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 12:25

Ciao Roberto, piacere di averti letto.
Nel tuo racconto parti da una situazione decisamente stereotipata, il protagonista geloso della nuova compagna dell'amico, per poi evolverla verso toni più inquietanti e onirici. La nuova fiamma è un frutto dell'immaginazione di Luca? È un'emanazione del bonsai che si è radicato nella casa? Una sorta di parassita? Mi piacciono i racconti che si mantengono aperti e misteriosi, ma avrei preferito qualche indizio in più che mi facesse maggiormente appassionare alla situazione.
Anche il finale ha qualche zona d'ombra. Perché il padrone di casa suona il campanello invece che aprire con le chiavi? Cosa ricorda Luca sul pianerottolo?
Mi pare una buona base che potrebbe essere sviluppata ulteriormente, magari con qualche carattere in più a disposizione.
Bene i dialoghi, anche se qualcuno suona più “finto” (ma capita spesso nei racconti brevi). C'è una ripetizione di “accomodati” all'inizio.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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maurizio.ferrero
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 8:59

Ciao Roberto, benvenuto nell'arena!

Il racconto parte bene, con una situazione classica ma ben descritta: l'amico sparito/cambiato dopo essersi fidanzato con una sconosciuta.
Metti subito in chiaro l'interpretazione del tema "mettere radici", il dialogo tra i due si svolge in modo naturale, con un linguaggio non artificioso. Insomma, fino a pochi passi dalla fine mi pare tutto molto buono.
Poi, all'improvviso, ho iniziato a non capire più niente. Dal momento in cui il protagonista trova i libri dalle pagine bianche l'intera vicenda assume tratti onirici, totalmente irreali, che non vengono spiegati parzialmente nemmeno nel finale.
Il protagonista ha ricordato tutto, ma noi no, e non sono riuscito a dare un senso alla vicenda. In genere amo i finali aperti, che instillano dubbi nel lettore e lo lasciano con alcune domande senza risposta, ma in questo caso non so nemmeno che domanda farmi. Non ho proprio capito cosa è successo.
È un sogno? Una visione? C'è davvero un bonsai infestante in grado di risucchiare la vita in casa? Nessun indizio, solo grossi dubbi.
È un peccato, perché a livello di stile non l'ho trovato per niente male.

A presto!

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Roberto Bartoletti
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:51

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Roberto, piacere di averti letto.
Nel tuo racconto parti da una situazione decisamente stereotipata, il protagonista geloso della nuova compagna dell'amico, per poi evolverla verso toni più inquietanti e onirici. La nuova fiamma è un frutto dell'immaginazione di Luca? È un'emanazione del bonsai che si è radicato nella casa? Una sorta di parassita? Mi piacciono i racconti che si mantengono aperti e misteriosi, ma avrei preferito qualche indizio in più che mi facesse maggiormente appassionare alla situazione.
Anche il finale ha qualche zona d'ombra. Perché il padrone di casa suona il campanello invece che aprire con le chiavi? Cosa ricorda Luca sul pianerottolo?
Mi pare una buona base che potrebbe essere sviluppata ulteriormente, magari con qualche carattere in più a disposizione.
Bene i dialoghi, anche se qualcuno suona più “finto” (ma capita spesso nei racconti brevi). C'è una ripetizione di “accomodati” all'inizio.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano


Ciao Giuliano e grazie per le tue osservazioni, che mi invitano a riflettere. Lo stereotipo iniziale è voluto: cercavo di fornire un’idea fasulla che confondesse le acque. Ho cercato di dar forma a qualcosa di preciso, che mettendo radici nel silenzio succhia via la vita. A quanto pare essendo la mia prima volta a MC devo ancora prendere bene le misure con caratteri e tempo a disposizione, mescolando meglio gli ingredienti chiari e quelli criptici. Certamente qualcosa da tenere a mente le prossime volte. Per quanto riguarda “accomodati”..mannaggia, distrazione da novellino :D A presto e buon contest!

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Roberto Bartoletti
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#6 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:57

maurizio.ferrero ha scritto:Ciao Roberto, benvenuto nell'arena!

Il racconto parte bene, con una situazione classica ma ben descritta: l'amico sparito/cambiato dopo essersi fidanzato con una sconosciuta.
Metti subito in chiaro l'interpretazione del tema "mettere radici", il dialogo tra i due si svolge in modo naturale, con un linguaggio non artificioso. Insomma, fino a pochi passi dalla fine mi pare tutto molto buono.
Poi, all'improvviso, ho iniziato a non capire più niente. Dal momento in cui il protagonista trova i libri dalle pagine bianche l'intera vicenda assume tratti onirici, totalmente irreali, che non vengono spiegati parzialmente nemmeno nel finale.
Il protagonista ha ricordato tutto, ma noi no, e non sono riuscito a dare un senso alla vicenda. In genere amo i finali aperti, che instillano dubbi nel lettore e lo lasciano con alcune domande senza risposta, ma in questo caso non so nemmeno che domanda farmi. Non ho proprio capito cosa è successo.
È un sogno? Una visione? C'è davvero un bonsai infestante in grado di risucchiare la vita in casa? Nessun indizio, solo grossi dubbi.
È un peccato, perché a livello di stile non l'ho trovato per niente male.

A presto!


Ciao Maurizio e grazie per il tuo commento. Quello che ho provato a fare è stato cercare un’allegoria di un male insidioso, capace di insinuarsi in qualcuno portandogli via ogni cosa. Il bonsai, normalmente simbolo di vita, ha in questo caso una funzione opposta. Gli aspetti non chiari sono ovviamente responsabilità mia, che forse avrei dovuto fornire qualche indizio in più e lasciare meno quesiti aperti, che al momento mi sembrano fighi ma se son troppi diventa un problema :D Le prossime volte ci starò sicuramente più attento, gestendo meglio lo spazio. A presto e buon contest!

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MatteoMantoani
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#7 » giovedì 18 marzo 2021, 18:38

Prime Impressioni. Ciao Roberto, benvenuto su MC. Ho letto il tuo racconto con piacere, anche se, come ti hanno fatto notare anche gli altri prima di me, parte bene ma finisce male. Vado subito ad articolare meglio queste impressioni. Tieni conto che i miei sono solo consigli, e vado soprattutto a riferirti le mie impressioni personali, che possono tranquillamente non rispecchiare una realtà oggettiva.

Aderenza al tema. Per me ok.

Punti di Miglioramento. Lato trama, parli di un ragazzo che teme di perdere l’amico appena fidanzato: situazione magari non molto originale ma comunque interessante. Poi iniziano i problemi: il dialogo secondo me è troppo lungo e troppo “ordinario”, a metà l’attenzione del lettore si sta spegne. Anche il pdv perde il suo “fascino” quando dichiara di essere mosso da intenzioni protettive verso l’amico (speravo che fosse geloso e creasse qualche inconveniente in quella direzione, ma da quando dichiara invece di volere solo la felicità dell’amico il mio interesse è sceso). Insomma, se il conflitto c’è è un po’ debole, non mi appassiona.
La conclusione poi è confusa: mi aspettavo una risata da strega per far capire che è tutto un sortilegio, ma niente. Compare questo bonsai (dal nulla) e non se ne capisce bene il ruolo. Poi lui esce di casa, e si ricorda qualcosa. Cosa? Non mi è chiaro: è lui il fidanzato della tipa e riacquista la memoria di colpo sulla sua identità? O c’è altro che mi sfugge?
Lato stile, ti consiglio di andare a intervenire eliminando gli infodump, e cercando di far coincidere di più la voce narrante coi pensieri del tuo personaggio (le impressioni sulla tipa cambiano da “tutto di lei è irritante” a “è di una bellezza sfolgorante”: mettiti nella testa del tuo personaggio e mantieni bene il focus sulle sue percezioni).

Punti di Forza. L’idea del simbolismo nei racconti è una buona trovata. Attento però: se dai degli appigli logici e poi non li soddisfi il lettore si sentirà deluso. Il bonsai in realtà mi piaceva, con quelle sue radici ingombranti che andavano ad ancorarsi al suolo: l’idea di un albero piccolo ma con delle radici così sproporzionate poteva essere la parte centrale del racconto, andando a togliere la ragazza di cui non sappiamo (e di cui in realtà non ci interessa) granché.

Conclusioni. Essendo questa la tua prima esperienza in questa Arena infernale, non c’è male… però per il momento, purtroppo, ti invito a riprovarci la prossima volta. A presto, spero di leggerti ancora.

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Proelium
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#8 » venerdì 19 marzo 2021, 13:54

Ciao Roberto,
piacere di leggerti e benvenuto nell’arena più spietata della rete. Del tuo racconto ho trovato suggestiva l’immagine-declinazione del tema a cui puntavi ad arrivare, ossia l’immagine della pianta maligna radicata sia nella casa sia nel cuore dell’amico. Abbastanza bene anche l’uso dei dialoghi. Di contro, ho trovato i personaggi piuttosto anonimi. Anche la manovra di avvicinamento all’immagine che tu volevi rendere e il setting complessivo del racconto sono fragili.
Non scoraggiarti, prendere mazzate qui dentro è la prassi... in bocca al lupo, alla prossima!
Francesco

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Luca Nesler
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#9 » sabato 20 marzo 2021, 12:09

Ciao Roberto! Facile scrivere così, eh? Buttare lì una situazione strampalata e lasciarla aperta. Mi spiace, finale troppo deludente. E se ci pensi puoi ben capire perché. Un finale aperto lascia il lettore a un bivio che potrebbe prendere coerentemente entrambe le soluzioni e gli lascia l'emozione di comprendere che non c'è una risposta univoca a una problematica specifica. Rimanda alla complessità del mondo o della psiche umana e può essere stimolante. In questo caso abbiamo un non finale che conferisce l'identità di non racconto a tutto il resto. Di che stiamo parlando? Ha un tema, un messaggio? No. Insomma, scelta infecile.
La realizzazione ha grosse lacune, mostrando una tecnica poco affinata. Ti faccio qualche esempio:

"«Se sei venuto qui per lui, sappi che non è ancora tornato.»
«A dire il vero è con te che vorrei fare due chiacchiere.»"
Non abbiamo idea di chi stia parlando né di dove siano. Cominciare con il dialogo costringe il lettore a stare in sospeso. Qui hai due battute intere che rischiano di essere saltate a pie' pari.

"Lei alzò gli occhi al cielo, con quell’atteggiamento strafottente che Luca faticava a sopportare."
Ci sono già troppi pronomi. La gente non parla e non pensa così. "Se sei venuto per LUI" "LEI alzò..." è meglio usare i nomi.

"Tutto, di lei, gli era indigesto. Anche se la conosceva appena."
Infodump.

"«Accomodati.»
Penetrato in casa sentì il peso della differenza."
Penetrato è orribile. Perché non "entrato"? Il peso della differenza? Al lettore sfugge cosa vuoi dire, di che parli, e risulta solo strano.

"Si era sempre sentito a proprio agio nell’appartamento del suo migliore amico"
Questo "del suo migliore amico" è infodump. E manca ancora il nome. Risulta straniante: allontana il lettore emotivamente e suscita disinteresse.

"«Accomodati.»"
Non ti sei accorto che l'aveva già detto?

"Lei preferì tenersi a debita distanza, scegliendo la sedia accanto al tavolino. Vicino a quel maledetto bonsai, che si era portata appresso."
Qui passi dal pdv di Luca a quello di lei. Usi espressioni come "debita distanza" che generano domande nel lettore (debita, perché? Forse è solo un'espressione formulare?) e poi, dal nulla, spunta un bonsai. Anche l'espressione "che si era portata appresso" non si capisce che senso abbia: lei era nell'appartamento, visto che dice "accomodati"? E allora da dove se l'è portato? Allora forse Luca l'aspettava sul giroscale? Ma ho dovuto inventare parecchio di non scritto per arrivare a questo e un lettore non lo fa, abbandona il testo e basta.


"«Cosa posso fare per te?» la giovane lo esortò a parlare"
Qui spieghi una battuta già evidente.

«Ascolta… » Luca non seppe come cominciare, tanto era assurda quella circostanza «Io e te non siamo mai andati molto d’accordo.»
La circostanza è assurda, ma sembra che Luca l'abbia cercata, costruita. Perché la trova assurda ora?

Mi fermo, era solo per giustificare le mie dichiarazioni sulla tecnica. Niente paura, siamo qui tutti per migliorare (almeno finché non si vinceranno ingenti premi in denaro).
Alla prossima!

P.S: Leggo ora che è la tua prima volta qui. Siamo sempre di più e spesso fatico a inquadrare chi scrive per la prima volta qui su MC. I miei commenti hanno spesso l'effetto di una martellata su un ginocchio, ma preferisco dire che tacere e che mi sia detto piuttosto che taciuto. Quindi, prendila con filosofia e non farti scoraggiare!
Al prossimo racconto!

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Roberto Bartoletti
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#10 » domenica 21 marzo 2021, 15:18

MatteoMantoani ha scritto: Prime Impressioni. Ciao Roberto, benvenuto su MC. Ho letto il tuo racconto con piacere, anche se, come ti hanno fatto notare anche gli altri prima di me, parte bene ma finisce male. Vado subito ad articolare meglio queste impressioni. Tieni conto che i miei sono solo consigli, e vado soprattutto a riferirti le mie impressioni personali, che possono tranquillamente non rispecchiare una realtà oggettiva.

Aderenza al tema. Per me ok.

Punti di Miglioramento. Lato trama, parli di un ragazzo che teme di perdere l’amico appena fidanzato: situazione magari non molto originale ma comunque interessante. Poi iniziano i problemi: il dialogo secondo me è troppo lungo e troppo “ordinario”, a metà l’attenzione del lettore si sta spegne. Anche il pdv perde il suo “fascino” quando dichiara di essere mosso da intenzioni protettive verso l’amico (speravo che fosse geloso e creasse qualche inconveniente in quella direzione, ma da quando dichiara invece di volere solo la felicità dell’amico il mio interesse è sceso). Insomma, se il conflitto c’è è un po’ debole, non mi appassiona.
La conclusione poi è confusa: mi aspettavo una risata da strega per far capire che è tutto un sortilegio, ma niente. Compare questo bonsai (dal nulla) e non se ne capisce bene il ruolo. Poi lui esce di casa, e si ricorda qualcosa. Cosa? Non mi è chiaro: è lui il fidanzato della tipa e riacquista la memoria di colpo sulla sua identità? O c’è altro che mi sfugge?
Lato stile, ti consiglio di andare a intervenire eliminando gli infodump, e cercando di far coincidere di più la voce narrante coi pensieri del tuo personaggio (le impressioni sulla tipa cambiano da “tutto di lei è irritante” a “è di una bellezza sfolgorante”: mettiti nella testa del tuo personaggio e mantieni bene il focus sulle sue percezioni).

Punti di Forza. L’idea del simbolismo nei racconti è una buona trovata. Attento però: se dai degli appigli logici e poi non li soddisfi il lettore si sentirà deluso. Il bonsai in realtà mi piaceva, con quelle sue radici ingombranti che andavano ad ancorarsi al suolo: l’idea di un albero piccolo ma con delle radici così sproporzionate poteva essere la parte centrale del racconto, andando a togliere la ragazza di cui non sappiamo (e di cui in realtà non ci interessa) granché.

Conclusioni. Essendo questa la tua prima esperienza in questa Arena infernale, non c’è male… però per il momento, purtroppo, ti invito a riprovarci la prossima volta. A presto, spero di leggerti ancora.


Ciao Matteo
grazie per il commento. Ho effettivamente commesso diversi errori, rendendomi conto sul momento quanto sia difficile riuscire a trasmettere ciò che si ha in testa con tempi e caratteri limitati. Lavorerò come mi suggerisci sugli infodump e il pdv, che voglio migliorare, essendo la terza persona quella che comunque preferisco utilizzare. A presto.

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Re: La nuova fiamma

Messaggio#11 » domenica 21 marzo 2021, 15:26

~Proelium~ ha scritto:Ciao Roberto,
piacere di leggerti e benvenuto nell’arena più spietata della rete. Del tuo racconto ho trovato suggestiva l’immagine-declinazione del tema a cui puntavi ad arrivare, ossia l’immagine della pianta maligna radicata sia nella casa sia nel cuore dell’amico. Abbastanza bene anche l’uso dei dialoghi. Di contro, ho trovato i personaggi piuttosto anonimi. Anche la manovra di avvicinamento all’immagine che tu volevi rendere e il setting complessivo del racconto sono fragili.
Non scoraggiarti, prendere mazzate qui dentro è la prassi... in bocca al lupo, alla prossima!
Francesco


Ciao Francesco e grazie del tuo punto di vista. Ho effettivamente scelto un tema contorto e difficile da esprimere in modo efficace in questo contesto (almeno per me). Ne terrò sicuramente conto per le prossime volte, rendendo anche i personaggi meno anonimi. Buona gara e a presto!

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Re: La nuova fiamma

Messaggio#12 » domenica 21 marzo 2021, 15:54

Luca Nesler ha scritto:Ciao Roberto! Facile scrivere così, eh? Buttare lì una situazione strampalata e lasciarla aperta. Mi spiace, finale troppo deludente. E se ci pensi puoi ben capire perché. Un finale aperto lascia il lettore a un bivio che potrebbe prendere coerentemente entrambe le soluzioni e gli lascia l'emozione di comprendere che non c'è una risposta univoca a una problematica specifica. Rimanda alla complessità del mondo o della psiche umana e può essere stimolante. In questo caso abbiamo un non finale che conferisce l'identità di non racconto a tutto il resto. Di che stiamo parlando? Ha un tema, un messaggio? No. Insomma, scelta infecile.
La realizzazione ha grosse lacune, mostrando una tecnica poco affinata. Ti faccio qualche esempio:

"«Se sei venuto qui per lui, sappi che non è ancora tornato.»
«A dire il vero è con te che vorrei fare due chiacchiere.»"
Non abbiamo idea di chi stia parlando né di dove siano. Cominciare con il dialogo costringe il lettore a stare in sospeso. Qui hai due battute intere che rischiano di essere saltate a pie' pari.

"Lei alzò gli occhi al cielo, con quell’atteggiamento strafottente che Luca faticava a sopportare."
Ci sono già troppi pronomi. La gente non parla e non pensa così. "Se sei venuto per LUI" "LEI alzò..." è meglio usare i nomi.

"Tutto, di lei, gli era indigesto. Anche se la conosceva appena."
Infodump.

"«Accomodati.»
Penetrato in casa sentì il peso della differenza."
Penetrato è orribile. Perché non "entrato"? Il peso della differenza? Al lettore sfugge cosa vuoi dire, di che parli, e risulta solo strano.

"Si era sempre sentito a proprio agio nell’appartamento del suo migliore amico"
Questo "del suo migliore amico" è infodump. E manca ancora il nome. Risulta straniante: allontana il lettore emotivamente e suscita disinteresse.

"«Accomodati.»"
Non ti sei accorto che l'aveva già detto?

"Lei preferì tenersi a debita distanza, scegliendo la sedia accanto al tavolino. Vicino a quel maledetto bonsai, che si era portata appresso."
Qui passi dal pdv di Luca a quello di lei. Usi espressioni come "debita distanza" che generano domande nel lettore (debita, perché? Forse è solo un'espressione formulare?) e poi, dal nulla, spunta un bonsai. Anche l'espressione "che si era portata appresso" non si capisce che senso abbia: lei era nell'appartamento, visto che dice "accomodati"? E allora da dove se l'è portato? Allora forse Luca l'aspettava sul giroscale? Ma ho dovuto inventare parecchio di non scritto per arrivare a questo e un lettore non lo fa, abbandona il testo e basta.


"«Cosa posso fare per te?» la giovane lo esortò a parlare"
Qui spieghi una battuta già evidente.

«Ascolta… » Luca non seppe come cominciare, tanto era assurda quella circostanza «Io e te non siamo mai andati molto d’accordo.»
La circostanza è assurda, ma sembra che Luca l'abbia cercata, costruita. Perché la trova assurda ora?

Mi fermo, era solo per giustificare le mie dichiarazioni sulla tecnica. Niente paura, siamo qui tutti per migliorare (almeno finché non si vinceranno ingenti premi in denaro).
Alla prossima!

P.S: Leggo ora che è la tua prima volta qui. Siamo sempre di più e spesso fatico a inquadrare chi scrive per la prima volta qui su MC. I miei commenti hanno spesso l'effetto di una martellata su un ginocchio, ma preferisco dire che tacere e che mi sia detto piuttosto che taciuto. Quindi, prendila con filosofia e non farti scoraggiare!
Al prossimo racconto!


Ciao Luca e piacere di conoscerti. Nessuna martellata sul ginocchio, anzi. Ragionerò sui vari errori inconsapevoli che ho commesso e che in tanti mi avete fatto notare (infodump, ripetizione di "Accomodati", ecc.) e sulle scelte consapevoli che non hanno funzionato. In realtà il mio intento non era creare una situazione strampalata a caso e lasciarla aperta così, con faciloneria, ma usare un simbolismo e giocare su quello. Se non l'ho reso in modo efficace, soprattutto nel finale, è effettivamente stata una scelta infelice. Avrei dovuto renderlo più comprensibile, ma ne terrò conto in futuro. Apprezzo comunque ogni critica mi aiuti a migliorare. A presto e buon contest!!

Andrea Cangiotti
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#13 » lunedì 22 marzo 2021, 18:32

Un racconto intimista, con momenti introspettivi che non mi sono dispiaciuti. Lo stile non è funambolico, ma direi che si adatta bene con il tema trattato. La storia mi sembra sentita e non artificiosa, e quindi questo è già apprezzabile.
Il tema indicato direi che è stato rispettato. I personaggi si muovono in un contesto ben dettagliato e la trama del complesso risulta credibile e supportata dallo stile scelto. Ovviamente il testo sarebbe migliorabile, ma direi sufficiente.

Filippo De Bellis
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#14 » mercoledì 24 marzo 2021, 0:27

Un racconto che ha una doppia anima. I primi due terzi sono accattivanti: la situazione si crea intorno ai personaggi, sono loro stessi a costruirla, senza che l’autore debba svelare niente. I dialoghi sono credibili e lo stile è fluido, nonostante qualche fuoriuscita verbosa dai dialoghi (ad es. “lo esortò a parlare”).
Il punto di massimo pathos, potentissimo, si tocca all’apertura del libro bianco. Il lettore a quel punto apre la bocca e comincia spasmodicamente a chiedersi: oddio che sta succedendo? Dove vuole portarmi? Lì il lettore ha la sensazione che lo scrittore abbia le idee chiare, che ti stia conducendo verso un punto che lui conosce bene e che ti sta svelando sapientemente.
Invece no. Il racconto da lì comincia a perdere di efficacia, si nebulizza in un finale ineffabile, che dà la sensazione delle idee poco chiare.
Ancora sullo stile: è molto pulito, a parte alcune espressioni un po’ esplicative, evitabili nell’ottica di una totale immersione nel tempo della storia (ad es., “perse il lume della ragione”).

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Roberto Bartoletti
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#15 » mercoledì 24 marzo 2021, 16:29

Andrea Cangiotti ha scritto:Un racconto intimista, con momenti introspettivi che non mi sono dispiaciuti. Lo stile non è funambolico, ma direi che si adatta bene con il tema trattato. La storia mi sembra sentita e non artificiosa, e quindi questo è già apprezzabile.
Il tema indicato direi che è stato rispettato. I personaggi si muovono in un contesto ben dettagliato e la trama del complesso risulta credibile e supportata dallo stile scelto. Ovviamente il testo sarebbe migliorabile, ma direi sufficiente.


Grazie Andrea. Sono contento ti siano piaciuti gli aspetti psicologici che ho provato a trasmettere, seppur con diversi errori. Ti auguro un buon contest, a presto!

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Roberto Bartoletti
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#16 » mercoledì 24 marzo 2021, 16:39

Filippo De Bellis ha scritto:Un racconto che ha una doppia anima. I primi due terzi sono accattivanti: la situazione si crea intorno ai personaggi, sono loro stessi a costruirla, senza che l’autore debba svelare niente. I dialoghi sono credibili e lo stile è fluido, nonostante qualche fuoriuscita verbosa dai dialoghi (ad es. “lo esortò a parlare”).
Il punto di massimo pathos, potentissimo, si tocca all’apertura del libro bianco. Il lettore a quel punto apre la bocca e comincia spasmodicamente a chiedersi: oddio che sta succedendo? Dove vuole portarmi? Lì il lettore ha la sensazione che lo scrittore abbia le idee chiare, che ti stia conducendo verso un punto che lui conosce bene e che ti sta svelando sapientemente.
Invece no. Il racconto da lì comincia a perdere di efficacia, si nebulizza in un finale ineffabile, che dà la sensazione delle idee poco chiare.
Ancora sullo stile: è molto pulito, a parte alcune espressioni un po’ esplicative, evitabili nell’ottica di una totale immersione nel tempo della storia (ad es., “perse il lume della ragione”).


Ciao Filippo e grazie per il tuo commento. Hai ragione, purtroppo per riuscire a stare nei caratteri non ho gestito bene l'ultima parte, che poi è forse la più importante. Il simbolismo della ragazza e del bonsai (normalmente sinonimo di vita) indicavano un male interiore che si accasa silenziosamente e finisce per assorbire ogni bellezza dalla vita di una persona. Il finale volevo che fosse aperto a due interpretazioni sul destino dell'amico, ma il risultato è stato un gran casino :D Vero anche quello che hai scritto sulle espressioni superflue, starò attento a evitarle in futuro. A presto e buona gara!

alexandra.fischer
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#17 » mercoledì 24 marzo 2021, 18:14

Tema centrato. Punti di forza: la bontà dei dialoghi. In poche battute riesci a mostrare al lettore tutta la distanza emotiva fra la compagna del miglior amico del protagonista e lui. Lo tratta in modo cortese ma freddo, e gli mostra tutta la sua possessività. Poi, c’è il colpo da maestro anche della distanza fisica, lei non gli si siede accanto, bensì presso il bonsai. Dalle battute di lui, preoccupato per lo stato di assenza mentale e dalla tristezza dell’amico (e che confida a lei), il lettore comincia a tremare. Lei si sfrega le ginocchia, segno di insicurezza, sa di essere stata smascherata, ma non reagisce. Quando lui, dopo aver staccato un istante l’attenzione (si mette a girare per l’alloggio, le dà le spalle), si domanda se lei esista o meno e lei gli dice di sì, c’è da tremare. Perché usa un tono calmo. Ribadisce il suo diritto ad aver…messo radici lì. E poi la parte più terrificante arriva quando lui comincia ad assistere al disfacimento dell’alloggio sotto i propri occhi e poi si gira verso la giovane donna: sparita. Al suo posto, un bonsai dalle radici lunghissime. Idea geniale: anche una pianta rara può nascondere un vampiro che ha messo radici in tutto l’alloggio e ha cominciato a mangiare in modo deciso (prima aveva assaggiato il migliore amico del Nostro). Nel finale, il Nostro ritrova l’amico sul pianerottolo e con sollievo. Bella la doppia lettura del racconto: dapprima può sembrare un caso di manipolazione da parte della fascinosa donna di turno che rovina un’amicizia, e poi diventa una storia di vampirismo (vegetale).
Punti deboli:
Ti ho corretto una frase.
Entrato in casa, sentì il peso della differenza.
Uscì sul pianerottolo e solo allora gli venne l’impulso di raccontare tutto (ricordare no, perché deve pur avvertire questo amico).

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Alvin Miller
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#18 » mercoledì 24 marzo 2021, 19:25

Ciao Roberto, storie pertinente col tema e stile abbastanza pulito e accessibile, ti lascio alcune osservazione che ho appuntato mentre leggevo:

Penetrato in casa sentì il peso della differenza. Si era sempre sentito

C'è una ripetizione del verbo sentire che si poteva evitare.

a proprio agio nell’appartamento del suo migliore amico: un rifugio nel quale per anni si era riso, chiacchierato, dove ci si scambiava speranze lontani dal mondo reale. Ora però l’ambiente era cambiato. Non a caso, da quando era comparsa lei.

+
Luca prese posto sul divano, il trono comune sul quale aveva divorato un milione di film trangugiando schifezze e sparando cazzate

Queste due parti suonano un po' riassuntive e in Raccontato. La prima poteva essere risolta con un pensiero del pdv, la seconda poteva comunicare lo stato dell'usura del divano mostrando delle macchie di cibo, che al pdv avrebbero ricordato le serate trascorse a mangiare e divertirsi.
È solo un esempio, ma te l'ho fatto giusto per farti capire come si poteva aggiustare.

Questa invece non l'ho proprio capita:
«Certe volte mi chiedo persino se esisti, o sei solo frutto della mia immaginazione.»
Lei finalmente si lasciò andare a una risatina confidenziale, trattenuta troppo a lungo.
«Oh, ma io esisto, Luca.» sussurrò nel suo stile, quello di chi agisce sotto traccia e non sente il bisogno di alzare mai la voce «Di questo non devi dubitare.»
Luca estrasse un libro, sfilacciando la ragnatela che lo avvolgeva. La copertina era bianca e priva di intestazioni: sfogliando le pagine si accorse che erano vuote, immacolate. Prese un altro volume a caso, sempre più confuso, ma il risultato era lo stesso.
«Mi spieghi come è possibile che…»
Si voltò verso di lei ma era sparita. Non l’aveva sentita allontanarsi, perciò cominciò a cercarla ovunque. Batté freneticamente ogni angolo della casa, ma servì solo a dimostrargli quanto ogni parte fosse andata in malora. I colori. I colori erano spariti quasi da ogni oggetto.
“Dove ti sei infilata, stronza?”
Tornato in sala perse il lume della ragione. Cercò la pianta con lo sguardo e una volta raggiunta la agguantò per i rami. Provò ad alzarla, ma non veniva. Guardò meglio e notò una lunga serie di nervature che partivano da sotto il vaso e si diffondevano dappertutto. Era come se il bonsai fosse divenuto parte del luogo e si nutrisse di esso.
Non fece in tempo ad approfondire che il campanello suonò facendolo sobbalzare. Stavolta fu lui ad aprire, felice di poter dare il bentornato al padrone di casa.
Uscì sul pianerottolo e solo allora ricordò tutto.

È un finale decisamente criptico. Mi sembra di intuire che in qualche misura c'entri il bonsai, ma non mi è chiaro se parliamo di un'entità paranormale o se invece è qualcosa di più concreto (non ho letto i commenti degli altri). Il fatto è che se fino alle ultime tre righe la storia si fa misteriosa, ma comprensibile, l'epilogo mi ha confuso ancora di più le idee.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Re: La nuova fiamma

Messaggio#19 » giovedì 25 marzo 2021, 18:50

Ciao Roberto, piacere di leggerti.

Il tema lo hai preso, la trama non gode di particolare originalità ma fa comunque il suo dovere, non è necessariamente un male insomma. Anche lo stile è accessibile e ben fatto, per quanto temo tu abbia calcato un po' troppo la mano sui dialoghi, che sono scritti bene ma sono forse un po' troppi nell'economia del racconto.

Il finale, mi dispiace, ma ho fatto una gran fatica a comprenderlo. Non riesco a capire se volevi comunicare qualche messaggio simbolico o che, ma purtroppo non è riuscito ad arrivarmi.

Spero di leggerti ancora, buon contest
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Re: La nuova fiamma

Messaggio#20 » mercoledì 7 aprile 2021, 14:42

Fino alla parte finale mi era piaciuto parecchio perché riusciva a gestire una storia in evoluzione e lo faceva in modo ordinato, senza strafare, ma neppure senza strafalciare, se mi permetti il neologismo. Poi la chiusa non chiusa che è arrivata come una martellata sulle mie aspettative andando a sfasciare tutto quell'ordine che avevi tenuto fino a quel momento. Cavolo, un finale devastante per il racconto, lasciamelo dire. Il fatto è che non chiudi nulla e anzi cambi tono senza dare elementi sufficienti al lettore per interagire con il tutto e chiudere il discorso. Un gran peccato, ma ancora più grande è la curiosità di leggerti su un testo chiuso meglio. Allo stato direi un pollice tendente verso il positivo al pelo che si piazza davanti al racconto per parivotato Cinti soprattutto per quanto di buono aveva fatto vedere fino alla chiusa.

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