PROVOCAZIONE

Andrea Cangiotti
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PROVOCAZIONE

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:08

«Il male deve mettere le radici dentro di te.» Questo mi era stato detto.
Pulsavo di rabbia e i pugni, troppo stretti, mi fecero venire dei crampi al braccio.
Lui come poteva pensare che fosse così semplice?

Iniziai a pensare: il male sotto quale forma si manifesta? Attraverso gli insulti, gli schiaffi o con uno sputo in faccia. Ma era davvero così semplice? Secondo me, no!
Interpretando la parte del serial killer avrei potuto digrignare i denti, alzare le mani contro le persone più deboli oppure, se avessi ucciso qualcuno in modo cruento sfigurando il suo corpo fino a renderlo irriconoscibile, avrei reso meglio l’idea di “Male”.
Ma il mio regista mi aveva chiesto tutto ciò? Io credo che Simone non volesse soltanto questo. Non voleva che il mio personaggio rappresentasse il “Male” in modo così diretto. Era necessario aggiungere una punta diabolica, una luce accecante capace di arrivare a ogni spettatore.
Ma come potevo interpretare il personaggio che mi era stato affidato con quella naturale perfidia negli occhi?
Simone mi aveva dato un solo consiglio: «Il male deve mettere le radici dentro di te.» Radici che, in sèguito, avrei estirpato.

Una sera, incuriosito da un articolo che avevo letto, decisi di iscrivermi a una piattaforma social. In quell’ambiente virtuale doveva, per forza, scorrere il “Male” sotto forma di dannosa seduzione.
Altrimenti perché una giovane vita aveva deciso di morire proprio lì?
Entrai nella pagina e mi iscrissi inserendo delle generalità fasulle. Non potevo fare diversamente, ero un attore molto conosciuto e anche molto riservato. Non avevo pagine social e non amavo condividere la mia vita intima con degli sconosciuti. Appena terminai il procedimento di registrazione, delle icone a forma di cuore comparvero sullo schermo fino a unirsi tra loro e formare la parola “Benvenuto”. Subito dopo ricevetti una notifica: una persona aveva messo “like” alla mia foto (in realtà quell’immagine ritraeva un mio amico scomparso) e voleva conoscermi. Prima, però, avrei dovuto commentare, a mia volta, un’altra foto.
Aprii la pagina che riportava la scritta “elenco immagini: scegli la tua preferita”. Immediatamente notai che tra tutti quei volti anonimi, uno era stato preso di mira. I commenti erano per lo più denigratori: da un semplice: «Ma che ca**o hai al posto del naso, una carota?» fino a leggere: «Con quella faccia lì nemmeno un travestito ti potrebbe sco**re!»
Io, sul momento, ci restai male. Un secondo dopo, il “bip” della notifica che mi era appena arrivata mi distrasse dal pensiero di andarmene via. Un ragazzino aveva commentato la mia (falsa) foto: «Mamma mia, che faccia da stronzo che hai! Ma ti sei visto allo specchio?»
D’un tratto, gli stessi crampi che avevo provato parlando con Simone tornarono a infastidirmi. Stavo stringendo i pugni e i segni delle unghie li vedevo già impressi nella pelle.
D’impeto risposi a quel commento con una serie di parolacce. Chi era, lui, per dare dello stronzo al mio amico?
Il ragazzo che stava al di là dello schermo reagì contro ogni mio tentativo di zittirlo: sembrava provare gusto. A quella sequela di accuse reciproche si unirono altri utenti, alcuni in mia difesa e altri a difesa del ragazzo. Io non volevo darla vinta a tutti quelli che ritenevano stronza la faccia del mio amico, e così andai avanti per una buona mezz’ora, insultando e sbattendo i pugni sul touchpad del mio computer.
Mi stava salendo una rabbia incontrollata, gli occhi si erano gonfiati, erano rossi e il sudore delle mani mi faceva sbagliare di continuo le parole. Così ora, quelli lì, avevano anche iniziato a darmi dell’ignorante. A me? A me che avevo due lauree e un master? Adesso gli avrei risposto per le rime, gli avrei detto chi ero...

No, ferma! Cosa mi stava succedendo? Cosa stavo facendo?
Rilessi velocemente tutti gli improperi di quella chat. Quello non ero io.
Respirai tre volte, alla quarta buttai fuori l’aria senza ritegno e, nello stesso istante, mi buttai alle spalle quella chat.
Cancellai subito il mio profilo e chiamai Simone: «Ho toccato con mano quelle schifose radici, ora so come dovrà essere il mio prossimo personaggio!»

TITOLO DEL FILM: “GLI HATERS”

Andrea Cangiotti



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antico
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:13

Ciao Andrea e benvenuta al tuo secondo MC di fila :) Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION!

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Michael Dag
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:06

Nono posto
PROVOCAZIONE, di Andrea Cangiotti, ,
scusa la crudeltà, ma … finale pessimo. Una frase fuori dal racconto che spiega il tutto.
l'idea è buona ma così non rende proprio, dovresti inserire l'informazione in un dialogo tra lui e il regista, cambierebbe tantissimo.

E poi ci sono alcune cose che non mi sono chiare.
tra tutti quei volti anonimi, uno era stato preso di mira […] Io, sul momento, ci restai male. Qui non ho capito chi sta insultando chi, ci rimane male per uno sconociuto? Perché gli insulti alla sua foto arrivano DOPO…non mi è molto chiaro.
Inoltre, mi fa strano che lui, alla consapevole ricerca di haters, prova immediatamente quel odio viscerale al primo commento che gli arriva.
secondo me hai scelto un tema che non è affatto facile da trasmettere in così poco spazio

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Davide_Mannucci
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#4 » giovedì 18 marzo 2021, 12:15

Ciao Andrea, piacere di averti letto.
Il tuo racconto è stata un’enorme sofferenza e questo è davvero positivo! :)
Mi è piaciuto perché mi ha trasmesso subito l’odio che serpeggia nella rete, pronto ad aggredire chi incautamente ci si avvicina. Un tema delicato e che tu hai trattato con crudeltà e delicatezza allo stesso tempo. Buonissimo anche il finale che descrive in modo magistrale il protagonista che torna lucido e fugge dall’odio.
Ottimo racconto.
A presto.
Davide Mannucci

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Pretorian
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#5 » venerdì 19 marzo 2021, 0:48

Ciao Andrea e piacere di leggerti.
L'idea del racconto è buona e rappresenta bene gli effetti di un determinato tipo di dibattito tossico sui social. Il problema è che tutto il resto è confuso all'inverosimile. Non si capisce chi sia il protagonista, nè cosa stia facendo. Parli di un regista, poi di un certo Simone, ma non si capisce se sono la stessa persona. Sembra di capire che vogliano usare una sorta di "Metodo Stanislavsky", ma non si capisce bene il fine, nè se tutto questo dovrebbe essere finalizzare a interpretare un determinato ruolo. Il finale getta solo altra confusione senza risolvere nulla. Anche a livello di stile si nota una certa confusione, con una terza persona che in alcuni punti diviene così profonda da rasentare la prima. Insomma, buona l'idea, ma tutto il resto poteva essere gestito mooooolto meglio.

Alla prossima!!

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StefanoPais
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 14:51

Ciao Andrea,
la premessa al mio commento è che mi sono concentrato sul film mentale.
Non ho molto da dire perche è tutto un flusso di pensiero senza alcun dettaglio a cui attaccarmi per immaginare la scena. Il primo dettaglio sono i cuoricini che formano la scritta benvenuto a metà racconto, se il cervello non assegnasse in automatico uno scenario stereotipato sarebbero pensieri nel vuoto.
Secondo me avresti trasmesso molto meglio il conflitto facendo dialogare il protagonista e il regista con dettagli concreti avresti dato molta più forza al messaggio.
Trovo in generale confuso il testo e il finale ti butta fuori, il primo modo per risolvere che mi viene in mente è iniziare con lui che butta un copione sul letto e si lamenta del titolo prima di chiamare il regista.

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AndreaDeAgnoi
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 16:55

Non mi ha per niente convinto come racconto, principalmente per il contenuto. Ti riassumo quello che mi ha distratto dall’apprezzare la storia in forma di domande. L’attore decide la trama del film? Perché, se trova tanto importante per lui questo amico deceduto, lo dovrebbe usare come foto per un profilo falso piuttosto di usare una foto stock di un modello preso da internet? Perché dovrebbe prenderla così sul personale, dato che la gente che commenta non sa che stanno insultando una persona cara che gli è venuta a mancare? Davvero del flame su internet è la radice del male? Rimanendo in tema con il contesto del racconto, la prima impressione che ho avuto sul protagonista è stato un “OK BOOMER”.
Una cosa che avrebbe migliorato il realismo della vicenda sarebbe stato dare un nome proprio al social in questione, invece che rimanere nel vago e farlo spiegare dal personaggio in modo così astratto. Non comprendo nemmeno perché il protagonista se la fosse così tanto presa con il consiglio del regista per calarsi nella parte, tanto da farlo “pulsare di rabbia”.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#8 » sabato 20 marzo 2021, 23:16

Ciao Andrea.
Mi spiace dover essere un po’ brutale nella mia introduzione, ma per quanto generalmente tenda a cercare almeno un elemento di valore all’interno di un racconto di MC, in questo caso non riesco proprio a trovare nulla che mi piaccia.

Già il fatto d’identificare i social come fonte da cui attingere per dare una forma al male è abbastanza banalotta. Iniziare poi un racconto facendo subito la morale non è certo un buon modo d’iniziare. Senza contare che la descrizione dei meccanismi del finto social network da te inventato sono talmente estremizzati da risultare grotteschi. L’effetto è quello di un racconto che si fonda su una tesi decisa in partenza, senza alcuna vera riflessione alla base.

A ciò si aggiunge la voce narrante, la quale, mi spiace dirlo, sembra appartenere a una sorta di psicopatico, e non credo fosse questa la tua intenzione. Innanzitutto, perché quella reazione iniziale? All’inizio avevo quasi pensato che in quel momento il protagonista stesse “provando” il personaggio in una sorta di metodo Stanislavskij, ma più tardi tu stesso hai scritto “d’un tratto, gli stessi crampi che avevo provato parlando con Simone tornarono a infastidirmi”, il che significa che quella reazione era genuina. Ma perché? È un attore, il suo lavoro interpretare un ruolo diverso da sé stesso!

E qui inizia il vero problema di fondo.
Un racconto come il tuo, visto il tema raccontato, necessita a tutti i costi di una piena e totale immersione nella testa del personaggio. La focalizzazione qui è fondamentale e non opzionale, visto che si parla di un attore che si sta sforzando di diventare qualcun altro. Peccato che invece la stragrande maggioranza dei passaggi siano in puro stile raccontato inframmezzato da infodump. Prendiamo questo passaggio:
Entrai nella pagina e mi iscrissi inserendo delle generalità fasulle. Non potevo fare diversamente, ero un attore molto conosciuto e anche molto riservato. Non avevo pagine social e non amavo condividere la mia vita intima con degli sconosciuti.

Da lettore, io non voglio che il narratore (non importa che il brano sia in prima o terza persona) mi spieghi il perché di determinate scelte/azioni. Voglio che quel “perché” mi venga mostrato! Ricorda: la bravura di uno scrittore sta nello spiegare tutto al lettore senza spiegare nulla, ma facendogli capire ogni cosa attraverso le azioni dei personaggi e le successive conseguenze.

Insomma, mi spiace dirlo, ma a mio avviso questo è uno di quei brani dove non basta qualche correzione per salvarlo. Occorre assolutamente una ricostruzione dalle fondamenta, a partire dall’utilizzo di una piena focalizzazione sul portatore di PDV.
Alla prossima.
lupus in fabula

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ItaliaLeggendaria
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#9 » domenica 21 marzo 2021, 8:04

Ciao Andrea.
L'idea di base era anche buona, ma, mi dispiace, secondo me non l'hai applicata nel migliore dei modi. La narrazione è discontinua, un po' lenta e la caratterizzazione del personaggio è un po' strana. Ha due lauree, un master, ma fa l'attore e non sa come interpretare un cattivo? In più è lui che dice al regista quale sarà il suo prossimo protagonista e il titolo del film?
Poi alcune parti di raccontato per spiegarci lui chi è e cosa fa, mi hanno veramente buttato fuori dal testo. Peccato.

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Andrea Furlan
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#10 » lunedì 22 marzo 2021, 0:05

Ciao Andrea,
Devo dire che ho avuto qualche difficoltà a entrare nel tuo racconto, credo per una fondamentale distanza fra i sentimenti di rabbia provati dal protagonista e il registro della storia. All'inizio deve convincersi a provare il male e cerca di farlo anche tramite un certo autolesionismo, ma a mio avviso i fatti che gli succedono non sono sufficienti per supportare questa idea, neanche quando viene attaccato sul sito. Concordo con altri nel fatto che la frase finale che dovrebbe ricucire la storia è troppo esterna al punto di vista. Forse potresti ottenere un effetto migliore inserendo la rivelazione nella telefonata col regista. Qualcosa che Simone dice, tipo "Adesso che mi hai raccontato la tua esperienza, so come chiamare il film: L'odio corre sul web" o qualcosa del genere. Se ti piace questa idea, potresti seminare prima l'indizio che il regista non ha ancora un'idea chiara sul taglio da dare alla sua opera.

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antico
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Re: PROVOCAZIONE

Messaggio#11 » venerdì 2 aprile 2021, 18:01

Un racconto il cui implicito (nelle radici, come da tema) difetto sta, a mio parere, in una tesi di base molto forzata. Il male dei social è una bestia ormai conosciuta da tempo, ma credo che ci siano state le giuste evoluzioni, soprattutto per le persone consapevoli, per riuscire a piegarli secondo i propri voleri. Il problema del protagonista di questo racconto è proprio l'inconsapevolezza unita alla presunzione di sapere che è sempre il primo step verso l'ignoranza inconsapevole. Ed è un peccato perché il testo è scritto bene e persegue questa sua tesi e lo fa con mestiere (del resto già il mese scorso mi ero fatto un'idea ben chiara della tua scrittura). Detto questo, ci siamo sentiti e mi hai spiegato i motivi della tua scelta e non posso che accettarli anche se non li ho utilizzati per il commento in essere che, dunque, rimane al netto degli stessi. Concludendo, per me qui siamo dalle parti di un pollice tendente verso il positivo, anche in modo solido perché, come detto, sai quello che fai, ma non brillante.

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