Post hoc

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StefanoPais
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Post hoc

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:38

La pioggia rende scivoloso il lastricato sotto i miei zoccoli, attorno a me tutti i passanti si accalcano sotto i portici ai lati della strada. Due guardie armate di picche ricacciano lontano dal portone di un palazzo un accattone che finisce a faccia in giù in una pozzanghera.
Il mio mantello è ormai fradicio, ma non posso avvicinarmi a loro o potrebbero accorgersi che non sono umano. Calco bene l’ampio cappuccio sul viso per nascondere le corna. Tutto tace, tranne la pioggia che mi cade addosso e il rumore dei miei zoccoli sulle pietre della strada.
Alcuni volti si guardano intorno.
Merda. Mi blocco.
Iniziano a parlottare tra di loro.
Devo sparire, non posso farmi scoprire. Devo recuperare il piatto cerimoniale di Dagda, altrimenti non potremo consacrare un nuovo bosco sacro.
«Cosa posso fare?» La voce mi muore sulle labbra. Anche se resto immobile sotto la pioggia sono sospetto.
Un lampo di luce definisce ogni ombra lungo la strada per un istante, seguita dal rombo del tuono che cresce fino a diventare assordante. Non mi lascio sfuggire l’occasione e corro via.
Mi fermo dietro un negozio di stoffe e da un cassone pieno di ritagli di ogni colore di pelle, fustagno, lana e chissà che alto. Prendo due strisce larghe quanto il mio palmo e me le lego attorno agli zoccoli.
«Sono stato fortunato, non devo correre rischi inutili. Tutti fanno affidamento su di me.»
A dire la verità ti era stato ordinato di non tentare di recuperare la reliquia.
La voce di quel pedante di Cosmo mi rimbalza nel cervello.
Finisco di legare un laccio di fortuna. Senza il piatto non possiamo consacrare un nuovo bosco per il clan, finiremo dispersi!
Sei uno sciocco è solo un vecchio cimelio.
Proprio non riesci a capire l’importanza dei simboli? Le nostre tradizioni? Guardo a destra e a sinistra prima di rimettermi per strada, la villa del ladro non dovrebbe essere lontana.
È colpa vostra e dei vostri simboli se il clan è in pericolo, dovevamo lasciare queste terre quando gli umani fondarono la loro città!
La pioggia torna a pesarmi sulle spalle. È colpa di quelli come te se non li abbiamo uccisi quando erano pochi, queste terre sono nostre.
Nemmeno ora che stai camminando tra di loro riesci a renderti conto di quanto più numerosi di noi siano? Non abbiamo mai avuto nemmeno una possibilità di vincere.
Una lettiga con le tende tirate, portata da otto schiavi mi supera, diretta verso la mia stessa meta.
Iniziate ad avviarvi io recupero il piatto e vi raggiungo.
E se non dovessi farcela?
Mio malgrado faccio un sorriso sghembo. In quel caso non dovresti più preoccuparti per me fratellone.
Non dire idiozie e torna subito qui! Se papà fosse ancora vivo lui…
Sarebbe qui al posto mio. È un simbolo troppo importante, senza saremo solo dei nomadi, non potremo mai chiamare nessun posto casa.
La mente di Cosmo si allontana dalla mia ma il contatto non si recide, sa che ho ragione.
Cerca di tornare tutto intero, ti aspetteremo fino all’alba di domani alla gola del tarassaco, poi proseguiremo.
Mi si rizzano i peli della nuca. Sarò puntuale e avrò con me il piatto.
Un raggio di sole attraversa le coltri nere illuminandole da sotto, colorando l’aria di una luce giallognola. Manca poco al tramonto, non ho tempo per fare piani elaborati. Mi getto all’inseguimento della lettiga. Devo entrare dall’ingresso principale.
Spintono la guardia mandandola gambe all’aria, corro attraverso il cortile interno e mi lancio nella sala principale dove il proprietario si sta intrattenendo con un uomo basso e con molti menti. Sfodero il pugnale di corno e glielo punto alla gola. «Dove hai messo il piatto di Dagda, lurido ladro. Dammelo e non ti taglio la gola.»
«Di che piatto parli?» Il suo pomo d’Adamo va su e giù.
«Lo sai benissimo.» Tiro indietro il cappuccio.
Spalanca gli occhi per il terrore.
Quattro guardie armate spade entrano alle mie spalle.
Spingo la punta del pugnale contro la gola dell’uomo, una goccia di sangue stilla fuori.
Alza una mano tremante e indica il tavolo alle mie spalle. Coperto dalle mele vedo il simbolo di Dagda, usato come cesto per la frutta.
Mi trema la mano del pugnale e gli squarcio la gola.
Afferro il piatto e galoppo su per le scale, esco in balconata e mi lancio in strada, le urla delle guardie dietro di me.



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antico
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Re: Post hoc

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:41

Ciao Stefano! Non ci si vedeva da questa estate e, in generale, questo è il tuo primo Minuti Contati! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION!

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Sherwood
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Re: Post hoc

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 14:42

Ciao Stefano,
il tuo è un racconto interessante che ho letto avidamente, perché misterioso. Il protagonista ha una missione da compiere, deve ritrovare un piatto cerimoniale che gli è necessario per consacrare il bosco. Nella testa i rimbrotti di Cosmo che lo spingono ad andare a vanti e a non mollare. Ho dimenticato di dire che il tizio in questione ha corna e zoccoli, quindi è un demone. Fino a qui il racconto scorre molto bene, poi arriviamo al finale. Il famoso piatto (diventato da portata) è a un tiro di schioppo. Il demone a questo punto sgozza il ladro e lfugge, però, secondo me, manca una vera chiusura. Non dico un finale ad effetto, tutto sommato a me piacciono i finali aperti, ma ho avuto l'impressione che mancasse qualcosa. Anche il tema non è al 100%. A parte ciò, mi piace il tuo stile e alcune descrizioni mi sono rimaste in mente. Te ne cito un paio: Un lampo di luce definisce ogni ombra lungo la strada. /La pioggia torna a pesarmi sulle spalle. Ti auguro una buona Sara Simoni edition :)

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Andrea Lauro
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Re: Post hoc

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 22:29

Ciao Stefano, una bella cornice fantasy ma temo ci siano troppi elementi che gridano vendetta per non essere stati sviluppati. Faccio degli esempi.

Lo spiegotto: “devo recuperare il piatto cerimoniale di Dagda, altrimenti non potremo consacrare un nuovo bosco sacro”. Essendo uno spiegotto poteva essere evitato, a maggior ragione perché poi lo ripeti nella parte del dialogo mentale con Cosmo. Ma sembra messo lì come riempitivo, per dare una cornice fantastica, non è realmente funzionale alla trama. Sono simboli di radici comuni, ok, ma potevano essere oggetti differenti. Una corona, un pezzo di legno. Voglio dire, il fatto che ci sia un bosco sacro che non verrà battezzato non è preso in considerazione dal cattivone di turno. Non è che lui l’abbia rubato perché il bosco gli fa schifo, lavora per una compagnia petrolifera e il giacimento sta proprio lì, o anche solo gli si dia il tempo di spiegarsi. è lasciato a sé stesso, te l’ho rubato e punto.

Poi: il fatto che lui sia un thiefling o creatura similare: ok, introduce un elemento esotico, ma anche qui non c’è funzionalità. Prendi tutta la parte iniziale: lui che non vuole farsi scoprire, che trova della stoffa per non fare sentire gli zoccoli, ok ora è bardato per entrare di soppiatto… BAM! sfonda la porta, butta giù una guardia e fa un casino che ne bastava la metà. E non è che cambia piano perché in lui c’è stata una trasformazione interiore, non ha avuto un’illuminazione dopo il dialogo con Cosmo. Lo pensa pure: “manca poco al tramonto, non ho il tempo per fare piani elaborati”. E questo lo poteva sapere già da subito, senza che ci fosse la comunicazione telepatica col fratello!

Infine, la parte del dialogo mentale col fratello: mi è sembrato che la gestione del botta e risposta ti sia scappata di mano, e sia diventata caotica (neutrale).

Insomma, ci sono troppi tasselli che potevano trovare una loro giusta collocazione in una cornice, ripeto, ricca e promettente.
buona edition!
andrea

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Giovanni Attanasio
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Re: Post hoc

Messaggio#5 » sabato 20 marzo 2021, 10:32

Non ho letto nessun altro commento prima di lasciare il mio.

Dall’incipit mi aspettavo un cavallo, ma poi dal mantello in poi realizzo che si tratta di un’altra creatura. Demone? Fauno, forse? Non si sa e non è così importante.
La storia tutto sommato non è male, anche se ci sono un paio di ripetizioni di concetti. Il modo in cui viene introdotta l’urgenza poteva essere reso meglio. Buoni i dialoghi immersi nel testo, così da farci capire del parlato telepatico, o così ho inteso io.
In generale un buon racconto che fa venir voglia di scoprire cosa accadrà. Finale un po’ frettoloso?
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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StefanoPais
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Re: Post hoc

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 15:49

Sherwood ha scritto:Ciao Stefano,
il tuo è un racconto interessante che ho letto avidamente, perché misterioso. Il protagonista ha una missione da compiere, deve ritrovare un piatto cerimoniale che gli è necessario per consacrare il bosco. Nella testa i rimbrotti di Cosmo che lo spingono ad andare a vanti e a non mollare. Ho dimenticato di dire che il tizio in questione ha corna e zoccoli, quindi è un demone. Fino a qui il racconto scorre molto bene, poi arriviamo al finale. Il famoso piatto (diventato da portata) è a un tiro di schioppo. Il demone a questo punto sgozza il ladro e lfugge, però, secondo me, manca una vera chiusura. Non dico un finale ad effetto, tutto sommato a me piacciono i finali aperti, ma ho avuto l'impressione che mancasse qualcosa. Anche il tema non è al 100%. A parte ciò, mi piace il tuo stile e alcune descrizioni mi sono rimaste in mente. Te ne cito un paio: Un lampo di luce definisce ogni ombra lungo la strada. /La pioggia torna a pesarmi sulle spalle. Ti auguro una buona Sara Simoni edition :)

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Grazie mille dei complimenti, il problema del finale è il colpo d'ascia che ho dovuto dare per stare nei limiti dei caratteri, a mezzanotte ero a 6k caratteri

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StefanoPais
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Re: Post hoc

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 15:53

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Stefano, una bella cornice fantasy ma temo ci siano troppi elementi che gridano vendetta per non essere stati sviluppati. Faccio degli esempi.

Lo spiegotto: “devo recuperare il piatto cerimoniale di Dagda, altrimenti non potremo consacrare un nuovo bosco sacro”. Essendo uno spiegotto poteva essere evitato, a maggior ragione perché poi lo ripeti nella parte del dialogo mentale con Cosmo. Ma sembra messo lì come riempitivo, per dare una cornice fantastica, non è realmente funzionale alla trama. Sono simboli di radici comuni, ok, ma potevano essere oggetti differenti. Una corona, un pezzo di legno. Voglio dire, il fatto che ci sia un bosco sacro che non verrà battezzato non è preso in considerazione dal cattivone di turno. Non è che lui l’abbia rubato perché il bosco gli fa schifo, lavora per una compagnia petrolifera e il giacimento sta proprio lì, o anche solo gli si dia il tempo di spiegarsi. è lasciato a sé stesso, te l’ho rubato e punto.

Poi: il fatto che lui sia un thiefling o creatura similare: ok, introduce un elemento esotico, ma anche qui non c’è funzionalità. Prendi tutta la parte iniziale: lui che non vuole farsi scoprire, che trova della stoffa per non fare sentire gli zoccoli, ok ora è bardato per entrare di soppiatto… BAM! sfonda la porta, butta giù una guardia e fa un casino che ne bastava la metà. E non è che cambia piano perché in lui c’è stata una trasformazione interiore, non ha avuto un’illuminazione dopo il dialogo con Cosmo. Lo pensa pure: “manca poco al tramonto, non ho il tempo per fare piani elaborati”. E questo lo poteva sapere già da subito, senza che ci fosse la comunicazione telepatica col fratello!

Infine, la parte del dialogo mentale col fratello: mi è sembrato che la gestione del botta e risposta ti sia scappata di mano, e sia diventata caotica (neutrale).

Hai sottolineato tutti i punti che ho notato anche io quando ho potuto rileggerlo. non ho avuto il tempo per dargli una rilettura ma non cerco scuse, mi sono fatto prendere dall'ispirazione e avevo imbastito una cosa più complessa. In generale so che devo lavorare molto sulla differenza tra quello che ho in testa e quello che viene percepito.
Grazie.
Insomma, ci sono troppi tasselli che potevano trovare una loro giusta collocazione in una cornice, ripeto, ricca e promettente.
buona edition!
andrea

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StefanoPais
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Re: Post hoc

Messaggio#8 » sabato 20 marzo 2021, 15:54

Giovanni Attanasio ha scritto:Non ho letto nessun altro commento prima di lasciare il mio.

Dall’incipit mi aspettavo un cavallo, ma poi dal mantello in poi realizzo che si tratta di un’altra creatura. Demone? Fauno, forse? Non si sa e non è così importante.
La storia tutto sommato non è male, anche se ci sono un paio di ripetizioni di concetti. Il modo in cui viene introdotta l’urgenza poteva essere reso meglio. Buoni i dialoghi immersi nel testo, così da farci capire del parlato telepatico, o così ho inteso io.
In generale un buon racconto che fa venir voglia di scoprire cosa accadrà. Finale un po’ frettoloso?


si il finale è decisamente frettoloso, la scure è calata e non ha tagliato al meglio.

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Alessio
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Re: Post hoc

Messaggio#9 » sabato 20 marzo 2021, 17:22

Ciao Stefano, ero curioso di leggerti.

Da quello che capisco, tempo prima dello svolgimento dei fatti, una colonia di umani si è insediata in un bosco (forse abbattendolo) abitato da una sorta di fauni o satiri e impossessandosi di un oggetto sacro che serve a questi esseri per consacrare il luogo in cui vivono. Il protagonista vuole recuperare questo oggetto che è il simbolo di una specie di religione dei fauni, che dalle parole di Cosmo sembra più una superstizione.
Le informazioni direi che mi arrivano tutte, la narrazione mi sembra ben condotta, anche se forse un po' troppo lineare: il protagonista sembra superare un po' troppo agevolmente gli ostacoli che ha davanti.
L'ambientazione è tratteggiata bene: dai quelle poche pennellate che servono a farci capire il contesto, senza esagerare con informazioni inutili.
È forse un po' debole il modo in cui ci fai arrivare le informazioni. Ci dici "devo recuperare il piatto cerimoniale di Dagda, altrimenti non potremo consacrare un nuovo bosco sacro", che è un pensiero messo lì solo per il lettore e non serve, perché la stessa cosa ce la dici nel dialogo mentale successivo.
Il dialogo mentale è forse la parte più debole: a parte che avrei preferito che la voce di Cosmo fosse distinta graficamente per rendere più chiaro di chi sono i pensieri, non si capisce perché avrebbero dovuto avere quella discussione in quel momento lì: al pov era stato ordinato di non prendere la reliquia, quindi aveva già manifestato il desiderio di recuperarla, quindi mi aspetto che il dialogo col fratello sarebbe già dovuto avvenire. Questo fa sì che il dialogo sappia un po' di infodump per spiegare al lettore cosa ci fa lì il pov.
Infine, il mio latino è piuttosto arrugginito, ma non ho colto l'attinenza del titolo.
Nel complesso, comunque, un lavoro abbastanza buono, anche se viziato dal dialogo poco elegante.

Alla prossima!

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Emiliano Maramonte
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Re: Post hoc

Messaggio#10 » domenica 21 marzo 2021, 17:16

Ciao Stefano!
Penso sia la prima volta che ci confrontiamo a Minuti Contati.
Parto dall'aspetto che mi ha convinto: lo stile. Tutto sommato non scrivi male, anche se qualche legnosità qua e là va limata.
Per quanto riguarda il resto, be', c'è molto da risistemare. Ho letto che hai avuto un problema di abbondanza di caratteri non da poco, quindi proprio questo ti ha penalizzato, tuttavia almeno in ciò che hai scelto di lasciarci in lettura, la confusione ha regnato sovrana. Ho davvero faticato tantissimo a capire i contorni della vicenda. All'inizio avevo pensato a un cavaliere nella tempesta che si preparasse ad affrontare un nemico implacabile, poi è venuto fuori una specie di demone/satiro pronto a tutto per recuperare un oggetto cerimoniale per consacrare un bosco. Poi c'è una ridda di altre informazioni: contatti telepatici, fratelli/entità esoteriche, clan malefici e un'ambientazione di contorno sospesa in qualcosa di simile a un medioevo fantasy...
A questo coacervo di vicende si aggiunge la nebulosa conduzione dei dialoghi mentali, senza uno stacco minimo, senza distinzioni. E' buffo che io te lo dica, visto che in questa stessa Edition ho adottato per il mio racconto una tecnica simile. Però devo dire che forse nel tuo caso, ci sarebbe stato bisogno di una evidenziazione, magari col corsivo, delle parti "telepatiche".
Per quanto riguarda il tema, non ho una percezione certa che sia centrato e tuttora non riesco a capire i riferimenti per affermarlo.

In bocca al lupo!
Emiliano.

FilippoR
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Re: Post hoc

Messaggio#11 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:06

Ciao Stefano, il dialogo mentale mi ha confuso un po' nella realizzazione.
Ho trovato anche io il finale affrettato ma giustificato dal grosso taglio che hai dovuto fare per rimanere nel limite dei caratteri. La storia è stata interessante e coinvolgente, peccato per il limite dei caratteri che non le ha dato il giusto respiro.
Nota minore, manca il "di" in questa frase "Quattro guardie armate spade entrano alle mie spalle."
Grazie e alla prossima!

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Andrea Partiti
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Re: Post hoc

Messaggio#12 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:27

Anche io sono partito con l'idea garrula di "Oh, il protagonista è un cavallo! Che cosa interessante, chissà cos'ha in mente" per poi venir riportato alla non-realtà della creatura fantastica. Forse sceglierei un elemento meno caratterizzante e legato a un animale specifico nell'immaginario, per iniziare la descrizione, spostando gli zoccoli in un altro punto.
Ho la sensazione che tu abbia avuto paura che non passassero abbastanza informazioni dal racconto, che non fosse abbastanza chiaro chi era il protagonista, quale era la sua missione. Ma ci importano davvero questi dettagli? A chi è devoto, cosa cerca, per fare cosa?
Sappiamo che vuole recuperare un oggetto, ci sono i suoi nemici, come si sente.
Penso che sia sufficiente e che lasciare un minimo di libertà in più possa sì far perdere di colore alla tua ambientazione, ma permette al lettore di montarci su tutti i dettagli che desidera al posto, pescando da ciò che è famigliare a lui.

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Gennibo
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Re: Post hoc

Messaggio#13 » mercoledì 24 marzo 2021, 18:19

Ciao Stefano, direi che il tuo racconto è interessante, mi è piaciuta l'ambientazione fantasy, anche se non ho trovato chiaro lo svolgimento della storia e quando ho letto zoccoli ho pensato a un cavallo, o comunque a quattro zampe, dopo diverse riletture mi è venuto il dubbio e ho capito che era qualcosa di simile a un satiro. Mi sono piaciute le scene d'azione, invece ho faticato a raccapezzarmi con il pensato del protagonista e quello che diceva Cosmo, e il tema mi sfugge.
Una storia da sistemare ma che ha delle buone potenzialità.
Alla prossima e buona Edition!

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Damjen
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Re: Post hoc

Messaggio#14 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:10

Ciao Stefano, piacere di conoscerti.
Ho trovato il tuo racconto interessante e attinente al tema, ma un po’ sbilanciato, data la complessità della premessa nel conflitto del personaggio, unita ai tanti ingredienti, forse troppi, con la conseguente necessità di inquadrare velocemente molti elementi. Questo è avvenuto attraverso tanti piccoli accenni, purtroppo non “approfondibili” dato l’esiguo spazio, e soprattutto attraverso un dialogo forse un po’ telefonato, che mi ha sospinta fuori dal film mentale.
È come se il tuo racconto avesse molte componenti, alcune di pregio, ma sempre appena abbozzate.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Post hoc

Messaggio#15 » giovedì 25 marzo 2021, 21:12

Ciao Stefano, un piacere leggerti.
Partiamo dal tema che secondo me è centrato al contrario di quanto dicono altri. Sicuramente è anche un racconto originale, cosa che personalmente apprezzo molto.
Detto questo, capisco la difficoltà nel descrivere un essere non umano, ma tutto il testo, soprattutto la parte inziale, mi sembra un unico infodump dove i penseri del PDV non sono lì perchè reali, ma più perchè deve spiegarci a noi lettori cosa sta facendo e perchè vuole raggiungere il suo obiettivo. Forse avresti potuto spezzare il racconto con una miniscena iniziale per spiegarci i motivi della sua missione mentre parla con un altro personaggio.
Personalmente non avrei messo i suoi pensieri all'interno delle caporali. Sei in prima persona, non c'è bisogno.
Peccato, perchè l'idea si prestava molto bene e avresti potuto svilupparla meglio.
A rileggerci.

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antico
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Re: Post hoc

Messaggio#16 » giovedì 1 aprile 2021, 17:29

Pessima la parte del dialogo mentale perché in assenza di una distinzione del tratto si fa fatica a seguire e si perde il contatto con il racconto. Non funzionale anche il concentrare tutta la prima parte sulla necessità di confondersi per poi mandare tutto in malore nel finale. In se il tratto non è male, ma vine affondato da tutta una serie di problematiche che non gli permettono di emergere, storia compresa. Ma il problema più grande e fondamentale è il fatto che tu abbia dovuto tagliare perché equivale praticamente sempre a prova fallita: lo scrivere in una determinata cornice di caratteri deve essere tale anche nell'ideazione della storia che a quella cornice deve adattarsi in pieno in tal modo permettendoci di adattare la nostra scrittura insegnandoci a gestire le nostre trame. Scrivere un 6000 quando la richiesta è di 4000, inevitabilmente, porta a tutta una serie di scompensi che molto raramente possono essere recuperati con i tagli. Concludendo, per me questo è un pollice tendente al positivo perché la mano si vede che c'è, ma al pelo.

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