Doppiogioco

Red Robin
Messaggi: 76

Doppiogioco

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:39

Tanfo. Una puzza opprimente che non ha niente a che vedere con il delicato connubio della polvere da sparo e dei corpi spiranti a cui sono abituata. C’è odore di marcio. Chissà se è il reflusso delle acque fognarie. Ieri ha piovuto molto, in effetti. Forse qualche cadavere putrescente è tornato a galla. Odio i miei colleghi che non svolgono il proprio lavoro con cura. Se tutti i cacciatori di taglie agissero così, tanto varrebbe assumere dei macellai, no?

Le strade del Pantano si confondono in cunicoli intricati. Sembra di attraversare delle catacombe, con la sola differenza che qui delle lanternine pendenti ai cornicioni rischiarano l’oscurità, disegnando sporadiche ombre sulle facciate dei palazzi. Grida inconfondibili annunciano ai miei piedi sfiniti una buona notizia: il bar di Pierre è a pochi passi.
Tiro la maniglia e il vecchio campanaccio appeso al soffitto trilla in preda a spasmi convulsi. Le mie narici vengono subito investite dall’odore pestilenziale di ratti morti tra le assi, misto a quelli di birra vecchia, brodaglia, vomito e sangue raffermo.

«Ehi, Aysha, che fai stasera?»

«Bard, mi spiace, ma io e quella puttana di tua moglie abbiamo un appuntamento.»

Schiamazzi deliranti rimbombano nella sala, mentre scanso con un gesto solo quella seccatura e mi avvio verso un tavolino nell’angolo. Un idiota prova palparmi il sedere. Gli schianto il polso a terra in una frazione di secondo. Mugola come un cucciolo spaventato. Tutti mi fissano e lo sconcerto prende il sopravvento. Poi il baccanale ricomincia, ma nessuno osa più rivolgere lo sguardo verso di me. Eccetto una persona.

Il cappello a larga tesa non è del tutto calato sul suo viso e riesco a distinguere una parte degli occhi. Non ci sono dubbi: è lui. Quel taglio di capelli, l’espressione rancorosa ma paziente, così insolita in gente del genere.
Mi siedo e poso la pistola sul tavolo. Faccio cenno al cameriere di portarmi da bere. Frederick aspetta ad iniziare il discorso. È piuttosto furbo, si è camuffato bene, ma non conosce quest’ambiente. Solo se sei nato in questi vicoli puoi capire fino in fondo quanto un movimento impercettibile delle dita possa cambiarti la vita.

«A te, Eddie». Estraggo un paio di monete dalla bisaccia e le porgo al ragazzo accanto a me. I boccali battono sul legno in risposta. «Offro io», freno con la mano destra il polso di Fred, «va bene così». Accenno ad un sorriso finto in attesa della fatidica domanda.

«L’hai veramente fatta fuori? Sia lei che la sua famiglia?». È così nervoso che pare paralizzato dalla paura. Mi lascia intendere dal tremolio delle mani che vuole le prove e io le srotolo di fronte a lui. Una lunga sequenza di agghiaccianti fotogrammi sviluppati da poco nella camera oscura. Osserva con occhi sbarrati, poi tira fuori dalla tasca la ricompensa. Sfilo il laccio del corposo sacchetto e ne esamino il contenuto: dieci monete d’oro puro.

«Come promesso», replica al mio sguardo meravigliato in un bisbiglio. Mi frena proprio mentre sto per riporre il sacchetto nella bisaccia. «Prima di uccidere la cagna, le hai riferito quanto dovevi, no?».

«Sì», chiudo gli occhi e recito con mestizia il frutto di un odio sedimentatosi così tanto nell’animo di quest’uomo da riuscire a corromperlo. «Frederick ti manda i suoi saluti. E mi ha mandata qui per costringerti a mantenere una promessa: senza di lui, non puoi mettere radici.»

«Bene», avvicina le labbra alla birra e sorseggia tranquillo, con una parvenza di soddisfazione sul volto. Io lo fisso inquieta, evitando d’imitare l’azione. Poi, il suo volto si contrae sgraziato, vittima di spasmi spietati. Lo stesso accade alle mani e le braccia. Soffoca un urlo e si abbatte a terra con tutto il suo peso. La sedia è sfasciata, il corpo gemente spira, mentre il veleno inizia già a gorgogliare fuori dalla bocca in un fiume verdognolo. Diverse bollicine spuntano ed esplodono in mezzo a quella melma.
Lascio cadere sui suoi occhi la lettera che Aspasia aveva scritto nei suoi ultimi attimi di vita, come richiesto. Odio tutta questa teatralità, ma entrambi pagavano bene. «Peccato che anche lei desiderasse lo stesso per te», sussurro all’orecchio del suo cadavere.


Valerio Covaia
Ultima modifica di Red Robin il martedì 16 marzo 2021, 0:49, modificato 1 volta in totale.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Doppiogioco

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:43

Ciao Valerio! Caratteri e tempo rispettati, buona SARA SIMONI EDITION!

Red Robin
Messaggi: 76

Re: Doppiogioco

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 0:49

Grazie, ho corretto tre refusi di punteggiatura, spero non sia un problema.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Doppiogioco

Messaggio#4 » martedì 16 marzo 2021, 0:50

Fino a chiusura scrittura si possono fare tutte le modifiche che si vogliono. Varierò solo l'orario di consegna ;)

Red Robin
Messaggi: 76

Re: Doppiogioco

Messaggio#5 » martedì 16 marzo 2021, 0:51

Okay, grazie.

Avatar utente
GiulianoCannoletta
Messaggi: 520

Re: Doppiogioco

Messaggio#6 » martedì 16 marzo 2021, 12:20

Ciao Valerio, piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, nelle prime righe ho faticato un po' a capire dove si svolgesse, ma niente di grave. Ottimi i dettagli sensoriali, soprattutto olfattivi, che ci catapultano nel “marcio” della scena. Il tema sembra un po' infilato a forza, in quello scambio di battute che in fin dei conti risultano essere le più “artificiali” di tutto il racconto, che per il resto scorreva molto bene. Manca forse un guizzo di originalità per renderlo più particolare e appassionante.
Un appunto: il titolo che hai scelto mi ha bruciato il ribaltamento finale.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Red Robin
Messaggi: 76

Re: Doppiogioco

Messaggio#7 » martedì 16 marzo 2021, 12:59

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Valerio, piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, nelle prime righe ho faticato un po' a capire dove si svolgesse, ma niente di grave. Ottimi i dettagli sensoriali, soprattutto olfattivi, che ci catapultano nel “marcio” della scena. Il tema sembra un po' infilato a forza, in quello scambio di battute che in fin dei conti risultano essere le più “artificiali” di tutto il racconto, che per il resto scorreva molto bene. Manca forse un guizzo di originalità per renderlo più particolare e appassionante.
Un appunto: il titolo che hai scelto mi ha bruciato il ribaltamento finale.
Bravo, a rileggerci presto!
Giuliano



Dici che ha guastato un po' il titolo?

Avatar utente
GiulianoCannoletta
Messaggi: 520

Re: Doppiogioco

Messaggio#8 » martedì 16 marzo 2021, 13:03

Red Robin ha scritto: Dici che ha guastato un po' il titolo?


Beh, mi ha fatto capire che ci sarebbe stato un doppiogioco prima che lo potessi intuire dal testo :)
Niente di tragico, ma su racconti così brevi credo sia meglio svelare il meno possibile dal titolo.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Red Robin
Messaggi: 76

Re: Doppiogioco

Messaggio#9 » martedì 16 marzo 2021, 13:06

GiulianoCannoletta ha scritto:
Red Robin ha scritto: Dici che ha guastato un po' il titolo?


Beh, mi ha fatto capire che ci sarebbe stato un doppiogioco prima che lo potessi intuire dal testo :)
Niente di tragico, ma su racconti così brevi credo sia meglio svelare il meno possibile dal titolo.


Mmm, okay, io volevo inserirlo proprio per disorientare il lettore che nel testo si aspetta fin dalle prime righe un'aderenza al tema. Intendevo creare un po' di suspense, ma magari ci sono stratagemmi più efficaci. Terrò conto però del tuo suggerimento per le prossime volte, grazie.

Andrea Cangiotti
Messaggi: 35

Re: Doppiogioco

Messaggio#10 » martedì 16 marzo 2021, 21:57

Questo racconto, come un altro letto poco fa, è ridondante di aggettivi, troppi, e non contestualizzati. Messi lì per creare immagini visive, ma se questo non si appoggia su una base narrativa è un po' inutile. La storia in sé si perde un po' di vista a mano a mano che si procede nella lettura. I personaggi sono anche credibili, ma non capisco quale sia il messaggio di questa breve storia. Il tema di cui si doveva parlare è un po' forzato. A ogni modo un racconto quasi sufficiente per me.

Avatar utente
maurizio.ferrero
Messaggi: 529

Re: Doppiogioco

Messaggio#11 » mercoledì 17 marzo 2021, 9:50

Ciao Valerio, piacere di rileggerti.

Ambientazione peculiare, mi da l'idea di un fantasy tardo-ottocentesco a causa della presenza di pistole e fotografie.
Il tema è centrato in maniera interessante ma non originalissima. il finale mi è piaciuto anche se, come ti è già stato fatto notare, è stato spoilerato da un titolo fin troppo rivelatorio.
Il racconto è in generale buono anche se non particolarmente originale, il problema più grosso è presentato dal ritmo. Durante la prima metà della vicenda non accade praticamente nulla, e ti limiti a tratteggiare l'ambiente in cui si sta muovendo la protagonista.
Uno scenario dettagliato e colmo di particolari che non avrebbe sfigurato in un racconto più lungo, ma nell'ambito del contest, con i suoi limiti spaziali, mangia veramente troppo.

A presto!

Avatar utente
MatteoMantoani
Messaggi: 1010

Re: Doppiogioco

Messaggio#12 » mercoledì 17 marzo 2021, 19:26

Prime Impressioni. Ciao Valerio, è un piacere rileggerti e, se mi permetti l’osservazione, notare anche un percorso di miglioramento rispetto ai tuoi lavori precedenti. Ho letto il tuo racconto volentieri anche se, più o meno a metà, la mia attenzione è scesa (l’effetto ritmo altalenante che ti ha anche segnalato Maurizio Ferrero).

Aderenza al Tema. Per me è ok, anche se preso un po’ alla lontana. Ma non importa.

Punti di Miglioramento. Pensa sempre che un racconto ha la necessità di coinvolgere continuamente il lettore, di tenere la sua attenzione alle stelle, sempre, perché chi legge è sempre pigro: o gli dai di continuo qualcosa per intrattenerlo, o si stufa e smette di leggere. Puoi seminare tensione e bisogno da parte del lettore di andare avanti e capire come “andrà a finire”: il famosissimo conflitto. Qui, nel tuo racconto, la mia attenzione è scesa più o meno a metà. Perché? Forse so perché. L’inizio del racconto è molto buono, hai un personaggio che si affaccia in un ambiente sporco e poco accogliente, addirittura si sente un po’ a disagio. Ottimo. Poi, la tizia entra nel locale, ha una botta di dialogo un po’ stereotipata, da macho, qualcuno le palpa il sedere e lei lo atterra. Bum. La mia attenzione crolla. Perché? Perché la tizia è troppo figa: i personaggi troppo a loro agio o sopra le righe sono quasi sempre noiosi. La vita non è così: è piena di sfide, di momenti difficili, in cui tu parti sicuro di te, ma qualcuno o qualcosa ti riporta alla realtà e rovina l’incantesimo. Mi immagino il tuo pdv che entra nel locale, sente puzza anche lì, non conosce nessuno, i vecchi bavosi fischiano al suo passaggio e lei porta le mani al culo per coprirlo, perché sa che ha mille occhi che glielo fissano. Meglio vero? Più coinvolgimento, perché la tizia soffre. E il lettore vuole vedere i personaggi soffrire, patire, per rialzarsi a testa alta alla fine, oppure soccombere a causa dei loro difetti.
Arriviamo al finale: lasciamo stare che il tuo titolo lo richiama, però il sicario che fa il doppio gioco è un cliché. Come lo so? Perché ho visto tanti film western, uno su tutti: “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”. Il lettore si ricorda del film, e dice: “Ok, perché ho letto ‘sta cosa? Lo sapevo già che il sicario può prendere i soldi anche dalle vittime e uccidere il mandante”. Cerca di calcare sempre sentieri poco battuti o scomodi: la tizia non è il sicario, ma la tizia che il sicario doveva uccidere, travestita da sicario per andare a far fuori l’ex marito (ecco il doppio gioco).
Avrei anche qualche piccola nota sullo stile: il mio consiglio è di asciugare ancora, non di cercare a tutti i costi la frase elegante, ma di renderla in primo luogo fruibile e immediata da comprendere. Certo, non sciatta, qui sta il difficile: arricchirla di particolari, ma anche facile da percepire.
Mi lascia intendere dal tremolio delle mani che vuole le prove e io le srotolo di fronte a lui. ->
“Si sfrega le mani e trema impaziente, lo gelo schiaffandogli le foto davanti al muso.”
Non serve dire “mi lascia intendere dal tremolio delle mani”, rompe l’immersione: mostrami solo quello che fa.

Punti di Forza. L’inizio è super: ho sentito la puzza di stantio e il tanfo della fogna. Arricchisci sempre i tuoi testi di elementi sensoriali come questi. Anche l’ambientazione mi piace: il sicario nel saloon (un sicario donna, per giunta), le pistole, le foto.

Conclusione. Perdonami se mi sono lasciato andare :) replica pure, se non sei d’accordo con quello che ti ho scritto. Sappi che i miei sono solo consigli, usali solo se sei d’accordo: la scrittura non è una scienza esatta. A presto!

Red Robin
Messaggi: 76

Re: Doppiogioco

Messaggio#13 » mercoledì 17 marzo 2021, 20:32

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni. Ciao Valerio, è un piacere rileggerti e, se mi permetti l’osservazione, notare anche un percorso di miglioramento rispetto ai tuoi lavori precedenti. Ho letto il tuo racconto volentieri anche se, più o meno a metà, la mia attenzione è scesa (l’effetto ritmo altalenante che ti ha anche segnalato Maurizio Ferrero).

Aderenza al Tema. Per me è ok, anche se preso un po’ alla lontana. Ma non importa.

Punti di Miglioramento. Pensa sempre che un racconto ha la necessità di coinvolgere continuamente il lettore, di tenere la sua attenzione alle stelle, sempre, perché chi legge è sempre pigro: o gli dai di continuo qualcosa per intrattenerlo, o si stufa e smette di leggere. Puoi seminare tensione e bisogno da parte del lettore di andare avanti e capire come “andrà a finire”: il famosissimo conflitto. Qui, nel tuo racconto, la mia attenzione è scesa più o meno a metà. Perché? Forse so perché. L’inizio del racconto è molto buono, hai un personaggio che si affaccia in un ambiente sporco e poco accogliente, addirittura si sente un po’ a disagio. Ottimo. Poi, la tizia entra nel locale, ha una botta di dialogo un po’ stereotipata, da macho, qualcuno le palpa il sedere e lei lo atterra. Bum. La mia attenzione crolla. Perché? Perché la tizia è troppo figa: i personaggi troppo a loro agio o sopra le righe sono quasi sempre noiosi. La vita non è così: è piena di sfide, di momenti difficili, in cui tu parti sicuro di te, ma qualcuno o qualcosa ti riporta alla realtà e rovina l’incantesimo. Mi immagino il tuo pdv che entra nel locale, sente puzza anche lì, non conosce nessuno, i vecchi bavosi fischiano al suo passaggio e lei porta le mani al culo per coprirlo, perché sa che ha mille occhi che glielo fissano. Meglio vero? Più coinvolgimento, perché la tizia soffre. E il lettore vuole vedere i personaggi soffrire, patire, per rialzarsi a testa alta alla fine, oppure soccombere a causa dei loro difetti.
Arriviamo al finale: lasciamo stare che il tuo titolo lo richiama, però il sicario che fa il doppio gioco è un cliché. Come lo so? Perché ho visto tanti film western, uno su tutti: “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”. Il lettore si ricorda del film, e dice: “Ok, perché ho letto ‘sta cosa? Lo sapevo già che il sicario può prendere i soldi anche dalle vittime e uccidere il mandante”. Cerca di calcare sempre sentieri poco battuti o scomodi: la tizia non è il sicario, ma la tizia che il sicario doveva uccidere, travestita da sicario per andare a far fuori l’ex marito (ecco il doppio gioco).
Avrei anche qualche piccola nota sullo stile: il mio consiglio è di asciugare ancora, non di cercare a tutti i costi la frase elegante, ma di renderla in primo luogo fruibile e immediata da comprendere. Certo, non sciatta, qui sta il difficile: arricchirla di particolari, ma anche facile da percepire.
Mi lascia intendere dal tremolio delle mani che vuole le prove e io le srotolo di fronte a lui. ->
“Si sfrega le mani e trema impaziente, lo gelo schiaffandogli le foto davanti al muso.”
Non serve dire “mi lascia intendere dal tremolio delle mani”, rompe l’immersione: mostrami solo quello che fa.

Punti di Forza. L’inizio è super: ho sentito la puzza di stantio e il tanfo della fogna. Arricchisci sempre i tuoi testi di elementi sensoriali come questi. Anche l’ambientazione mi piace: il sicario nel saloon (un sicario donna, per giunta), le pistole, le foto.

Conclusione. Perdonami se mi sono lasciato andare :) replica pure, se non sei d’accordo con quello che ti ho scritto. Sappi che i miei sono solo consigli, usali solo se sei d’accordo: la scrittura non è una scienza esatta. A presto!



Tranquillo, basta che ogni critica sia ben argomentata e io l'accetto. Lo ammetto: ad una certa, ha prevalso la stanchezza e la scelta del titolo, così come la scena cliché ne hanno risentito. Grazie per l'appunto sul conflitto narrativo, mi serviva proprio. Sto cercando di lavorare sull'originalità, ma è un vero dilemma, perché lì entriamo proprio nel campo del relativismo. Io ho letto e visto tot cose e per me un testo che per altri è molto innovativo può apparire roba ritrita, e così l'inverso. Le poche ore del contest mi mettono sempre in soggezione, è difficile pensare subito a soluzioni originali così in fretta, almeno per me. Quindi, sì, ti do ragione su questi aspetti, la scena ricalca troppo alcuni luoghi comuni del western, e, se a qualcuno può apprezzare, altri giustamente possono non gradire per i motivi che hai specificato. Riguardo lo stile, non condivido del tutto, ma capisco. Ne terrò conto anche in questo caso, ma in maniera più cauta, perché è qui forse che entra in gioco maggiormente il gusto personale, e magari la soluzione ideale potrebbe essere una via di mezzo tra quello che ho scritto io e quello che mi consigli tu, chi lo sa!
Grazie mille e a presto!

Avatar utente
MatteoMantoani
Messaggi: 1010

Re: Doppiogioco

Messaggio#14 » mercoledì 17 marzo 2021, 20:46

Red Robin ha scritto: Tranquillo, basta che ogni critica sia ben argomentata e io l'accetto. Lo ammetto: ad una certa, ha prevalso la stanchezza e la scelta del titolo, così come la scena cliché ne hanno risentito. Grazie per l'appunto sul conflitto narrativo, mi serviva proprio. Sto cercando di lavorare sull'originalità, ma è un vero dilemma, perché lì entriamo proprio nel campo del relativismo. Io ho letto e visto tot cose e per me un testo che per altri è molto innovativo può apparire roba ritrita, e così l'inverso. Le poche ore del contest mi mettono sempre in soggezione, è difficile pensare subito a soluzioni originali così in fretta, almeno per me. Quindi, sì, ti do ragione su questi aspetti, la scena ricalca troppo alcuni luoghi comuni del western, e, se a qualcuno può apprezzare, altri giustamente possono non gradire per i motivi che hai specificato.

Certo :) ti capisco. Ormai scrivere cose veramente originali è molto difficile (io non ci riesco :D). Per le idee però, magari posso darti un consiglio che a mia volta ho ricevuto, e che mi è utile. Le idee non arrivano quasi mai quando ne hai bisogno, ma ce le hai durante la giornata, anche al di fuori del contesto di MC, quando lavi i piatti, guardi la TV, ti concentri su altre cose. Una cosa utile che faccio da un po' è segnarmi quelle idee che mi vengono e che ritengo degne di essere ricordate. Man mano che fai questo hai un bel gruzzolo di spunti per racconti, e quando ti serve puoi sempre rivedere la tua listona e capire se c'è qualcosa che puoi adattare alla situazione.

Riguardo lo stile, non condivido del tutto, ma capisco. Ne terrò conto anche in questo caso, ma in maniera più cauta, perché è qui forse che entra in gioco maggiormente il gusto personale, e magari la soluzione ideale potrebbe essere una via di mezzo tra quello che ho scritto io e quello che mi consigli tu, chi lo sa!
Grazie mille e a presto!

Ma certo! Erano solo dei suggerimenti, sentiti libero di seguire la tua strada, prendendo esempio dagli scrittori che secondo te scrivono bene e che ti piacerebbe imitare. Quello che scrivi deve piacere soprattutto a te :) e poi anche agli altri.

Avatar utente
Proelium
Messaggi: 293
Contatta:

Re: Doppiogioco

Messaggio#15 » venerdì 19 marzo 2021, 14:23

Ciao Valerio,
piacere di leggerti. Narrazione in prima e tempo presente, superdonna assassina protagonista spietata, taverna e veleno, oro e osti, doppiogioco annunciato, ambientazione sgradevole da fantasy sporco, declinazione forzata del tema... L’unico tratto inedito che ha attirato la mia attenzione è stata la presenza in scena di pistole e fotogrammi; a parte quello, nient’altro.
Mi spiace discostarmi dagli apprezzamenti di chi mi ha preceduto, ma per quanto mi riguarda ci vedo solo un compitino ben fatto. Nulla di personale, ma preferisco essere schietto. Anche se breve, il fantasy dovrebbe sempre partire da emozioni sincere, a maggior ragione perché nasce come fiction.
Prendi il mio parere con le pinze, in fin dei conti è solo una goccia nel mare.

Alla prossima, buona Edition.
Francesco

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: Doppiogioco

Messaggio#16 » sabato 20 marzo 2021, 11:12

Ciao Velerio! Racconto in parte spoilerato dal titolo, ma solo in parte. Te lo segnalo per dire di prestare attenzione a titolare con troppa leggerezza citando il tema del racconto.
Abbiamo un contesto da gdr dei più classici, anche se l'ambientazione non è definita. Potrebbe essere un western, un post apocalittico, un fantasy o fantascienza. Abbiamo solo una cacciatrice di taglie che tradisce per denaro. L'idea è scarsetta, ma non te ne faccio una colpa, giudico solo il pezzo. Le idee arrivano quando vogliono loro.
Hai usato abbastanza bene la prima persona e scelto dettagli buoni nella prima parte, a eccezione di alcune figure che poi ti segnalo. Non mi sono piaciuti molto i dialoghi, i primi spuntano dal nulla e non dai riferimenti. Per quanto semplice la situazione, si potrebbe dire qualcosa di più.

"Tanfo. Una puzza opprimente che non ha niente a che vedere con il delicato connubio della polvere da sparo e dei corpi spiranti a cui sono abituata."
Delicato connubio, immagino sia una visione ironica del pdv (magari sarcastica). "Corpi spirati" mi sembra ridondante e fuori luogo.

"C’è odore di marcio. Chissà se è il reflusso delle acque fognarie. Ieri ha piovuto molto, in effetti. Forse qualche cadavere putrescente è tornato a galla."
La puzza di cadavere è quella che lamenta, ma è quella che prima descriveva come delicata e abituale.

"Odio i miei colleghi che non svolgono il proprio lavoro con cura. Se tutti i cacciatori di taglie agissero così, tanto varrebbe assumere dei macellai, no?"
Il pensiero chiarisce bene l'identità del protagonista (anche se non sappiamo ancora che sia una donna, per esempio). La domanda finale, però, sarebbe da evitare. A chi la fa? Rischi la rottura della quarta parete.

"Grida inconfondibili annunciano ai miei piedi sfiniti una buona notizia: il bar di Pierre è a pochi passi."
Le grida inconfondibili ci danno l'idea di familiarità, e va bene. Il fatto che annuncino ai piedi del protagonista, risulta uno di quegli artifici che poi sfociano nel ridicolo. Mi immagino lei che si guarda i piedi perché sono loro ad ascoltare le grida.

"Tiro la maniglia e il vecchio campanaccio appeso al soffitto trilla in preda a spasmi convulsi."
Un campanaccio non penso che trilli come un campanello. L'immagine degli spasmi convulsi non funziona per niente.

"Le mie narici vengono subito investite dall’odore pestilenziale di ratti morti tra le assi, misto a quelli di birra vecchia, brodaglia, vomito e sangue raffermo."
In questo posto tengono ratti morti tra le assi? Raffermo è un termine che rimanda al pane. Forse volevi usare "rappreso"?

"Schiamazzi deliranti rimbombano nella sala, mentre scanso con un gesto solo quella seccatura"
L'aggettivo "deliranti" oltre a risultarmi fuori luogo (un conto è la folla in delirio, un altro è che i suoi schiamazzi siano deliranti), è pure superfluo, perché "schiamazzi" è già un sostantivo pieno di senso.
Quando dici "mentre scanso con un gesto solo quella seccatura" sembra intendere che lascia che le altre seccature continuino a scocciarla.

"Gli schianto il polso a terra in una frazione di secondo."
L'indicazione temporale è superflua, rimanda una sensazione iperbolica ed è raccontato. Se mi immagino la scena, la immagino già legata alla sua dimensione temporale.

"Mugola come un cucciolo spaventato."
Altra iperbole surreale e ridicola.

"Tutti mi fissano"
Tutti? Come fa a saperlo? Indicazione troppo puntuale e comunque rimanda a lei che vuole dare di sé un'impressione per il lettore, rompendo la sospensione d'incredulità.

"e lo sconcerto prende il sopravvento."
Altra espressione che non mi piace. Forse provando con formulazioni più semplici avresti un testo più scorrevole e corretto.

"Poi il baccanale ricomincia"
Forse intendevi baccano. In generale sei poco attento alla congruenza dei termini e rischi la tua autorevolezza autoriale.

Mi fermo qui. I dialoghi sanno di copia di un film hollywoodiano.
In generale sei estroso, ma non hai molto controllo sulla penna e risulti un po' infantile nell'approccio. Non voglio offenderti, con "infantile" intendo che hai un atteggiamento energico ed entusiasta, ma che bada poco alle conseguenze.
Questa l'idea che mi sono fatto da questo testo.

Alla prossima!

Filippo De Bellis
Messaggi: 78

Re: Doppiogioco

Messaggio#17 » martedì 23 marzo 2021, 1:42

Il punto di forza del racconto, secondo me, è l’ambientazione evocativa. Una certa tendenza all’abbondanza di aggettivazione e descrizione, alla fine, sortisce un effetto, che è comunque quello di disegnare con le tinte giuste ambiente e personaggi.
Molto indovinata mi pare anche la focalizzazione sull’azione. Racconti le cose giuste, nel momento giusto, né prima, né dopo. Il racconto per questo risulta intenso nella narrazione e lineare.
La vicenda in sè non mi ha entusiasmato, come non mi ha entusiasmato il fulmen in cauda. Non c’è niente che non vada, a livello di contenuto, qui parliamo solo di gusto personale per la storia.
A livello stilistico, come ti accennavo sopra, l’ho trovato decisamente barocco per i miei gusti. La prosa raggiunge l’effetto di descrivere, ma lo fa in modo sovrabbondante, molto aggettivato, con uno stile (pulito) che però alla lunga mi risulta appesantito.

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Doppiogioco

Messaggio#18 » mercoledì 24 marzo 2021, 18:27

Tema centrato. Punti di forza. Scrittura molto nitida, che immerge il lettore nella protagonista Aysha (soprattutto quando gli parla: “Solo se sei nato in questi vicoli puoi capire fino in fondo quanto un movimento impercettibile delle dita possa cambiarti la vita”). Poi è bella la sua natura da dura, quando reagisce all’approccio volgare dell’avventore del saloon facendogli intendere di avere gusti sessuali diversi dai suoi. L’atmosfera è molto bella: si sente l’odore di decomposizione e degrado di un mondo selvaggio, dove uccidere è una professione come un’altra. Frederick, infatti, è un datore di lavoro come un altro, la paga dopo aver visto le foto dell’eccidio, e si fa recitare le parole che lei ha detto alla donna che lui le ha ordinato di uccidere insieme al resto della famiglia. Il tutto, bevendo della birra avvelenata. Finale degno di un racconto della migliore tradizione di Bierce (il cappello di lui, le monete d’oro nel sacchetto, mi hanno fatta pensare a un’atmosfera western ottocentesca).
Punti deboli: nessuno.

Avatar utente
Alvin Miller
Messaggi: 142
Contatta:

Re: Doppiogioco

Messaggio#19 » mercoledì 24 marzo 2021, 18:47

Ciao Valerio. Il tuo racconto non è malvagio, anche se il tema lo utilizzi solo per un dialogo e in definitiva suona un po' forzato, ma meglio di niente. Il finale l'ho trovato un po' troppo veloce, ma funziona e poi c'erano quei limiti di carattere che incombevano, quindi è perdonabile.

Ho anche riscontrato qualche errore stilistico qui e lì e ci sono delle osservazioni che vorrei farti:

Le strade del Pantano si confondono in cunicoli intricati

Qui ho una domanda. Il Pantano è il luogo in cui si trovano inteso come paese/città o indica altro? Non è molto chiaro.

Sembra di attraversare delle catacombe, con la sola differenza che qui delle lanternine pendenti ai cornicioni rischiarano l’oscurità, disegnando sporadiche ombre sulle facciate dei palazzi.

Dovresti accorciare un po' il periodo e renderlo più scorrevole, il mio suggerimento: "Le strade del Pantano si confondono in cunicoli intricati, sembra di attraversare delle catacombe. Le lanternine appese ai cornicioni rischiarano la notte, disegnano ombre sulle facciate dei palazzi."

mentre scanso con un gesto solo quella seccatura e mi avvio verso un tavolino nell’angolo.

Anche qui: "scanso con un gesto (quale gesto?) quella seccatura di Bard e mi avvio verso un tavolino nell'angolo"

Gli schianto il polso a terra in una frazione di secondo

Scritto così, non si capisce cosa gli faccia. Cosa fa per schiantarlo? In che posizione si trova questo (perché per schiantargli il polso a terra come minimo l'ha messo a 90°)?

«A te, Eddie». Estraggo un paio di monete dalla bisaccia e le porgo al ragazzo accanto a me. I boccali battono sul legno in risposta. «Offro io», freno con la mano destra il polso di Fred, «va bene così». Accenno ad un sorriso finto in attesa della fatidica domanda.

Scritta così la scena non è chiara e andrebbe un po' intuita. Immagino che il cameriere sia venuto a portar le ordinazioni, ma dovresti renderlo più chiaro.

Una lunga sequenza di agghiaccianti fotogrammi sviluppati da poco nella camera oscura.

Il fatto che siano agghiaccianti dovresti comunicarcelo attraverso la reazione di Frederick, per il tuo punto di vista sono foto già viste e vissute.

Spero di essermi spiegato bene. Buona gara!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

Avatar utente
RiccioRob
Messaggi: 30

Re: Doppiogioco

Messaggio#20 » giovedì 25 marzo 2021, 18:28

Ciao Valerio.

Il tuo racconto gode di ottime descrizioni ambientali e sensoriali, anche la voce narrante è veramente azzeccata.
Temo ti abbia castrato molto la brevità a cui il contest costringe, perché avendo così poche parole a disposizione tutta la prima metà del tuo racconto mi è sembrata un po' fine a sé stessa. Di contro, mi fossi ritrovato con quel pezzo di brano all'interno di un racconto lungo o addirittura un romanzo, non mi avrebbe stonato per niente. Anche perché, ripeto, è scritto molto bene.

Purtroppo non mi hai convinto molto sulla attinenza al tema proposto, l'ho trovato forzatino e preso molto alla lontana. Un peccato, secondo me.

Ad ogni modo la lettura è stata molto scorrevole e l'immaginarmi una ambientazione fantasy sporca, forse Vittoriana (alla Bloodborne, se conosci il videogioco) mi ha reso piacevole l'esperienza.

Spero di rileggerti ancora. A presto!
"In un mondo che ci obbliga all'eccellenza, fare schifo è un gesto rivoluzionario."

Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Doppiogioco

Messaggio#21 » mercoledì 7 aprile 2021, 13:57

Parto dall'interessante discussione con Matteo e vorrei sottolineare che l'originalità dell'idea non è il nostro focus perché un'idea davvero originale ormai non credo esista più, ma l'originalità nell'approccio, nel come raccontare, nel metterci la nostra sensibilità nell'intreccio, ecco, questo esiste ed è quello che dobbiamo tutti cercare.

Ma veniamo al racconto e devo dire che sei riuscito a mantenere delle sllide atmosfere, dall'inizio alla fine, però ti sei concentrato quasi ed esclusivamente sull'aspetto estetico e manca il gioco del gatto con il topo, che sarebbe stato perfetto per questo intreccio. Un buon dialogo ritmato tra le parti, un continuo batti e ribatti durante il quale si palleggiavano il potere del confronto, un avvicinarci al climax assaporando il dubbio di quello che potrebbe accadere (a proposito, titolo pessimo e antifunzionale), tutti elementi che mi sembrano mancare. Il controllo c'è, l'estetica anche, gioca di più con i tuoi protagonisti e fai uscire dal loro relazionarsi la storia e non da un movimento lineare da A a B. Detto questo, per me un pollice un pollice tendente verso il positivo, molto simile al racconto di Soraia, ma che gli si piazza davanti per un'impostazione di fondo più determinata e un contesto maggiormente convincente.

Torna a “151° Edizione - Sara Simoni Edition - la Settima dell'Ottava Era (Marzo 2021)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 8 ospiti