Dieci giornate

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Proelium
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Dieci giornate

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:43

Il puzzo dei cadaveri rendeva l’aria della stanza irrespirabile. Visti così, distesi insieme sul lettone sfatto, Bice e Boccaccino sembravano in pace.
Rincantucciato in angolo della stanza, Giovanni li guardava dormire. Si soffermò sul colorito cereo, annerito qua e là da macchie livide; sentì il silenzio che segue l’agonia.
Suo padre e sua madre erano morti. La sua famiglia, le sue radici. Era finita e doveva farsene una ragione. Se lo disse come se lo diceva ogni giorno, da dieci giorni. Infranse il silenzio ad alta voce; bestemmiò i Santi, Iddio e la Madonna. Neanche stavolta si convinse; neanche stavolta lo fulminarono.
Si alzò, uscì chiudendo piano la porta; casomai si svegliassero. Si passò una mano tra i capelli unti, la barba incolta. Erano giorni che non si lavava, che non si radeva. Settimane che non usciva di casa.
Guardò il mobilio malandato, il pavimento sempre più sporco. Si avvicinò al tavolo, su cui ammuffiva l’ultimo tozzo di pane. Lo afferrò, sbriciolandolo per la rabbia; bestemmiò ancora, più forte. Rovesciò il tavolo e le sedie; urtò uno spigolo e si ferì, strappandosi all’altezza del petto gli stracci che aveva addosso.
Dall’alto del verone lasciò vagare lo sguardo sulle strade traboccanti di morte, rifiuti e solitudine; regno di topi e maiali.
A ciascun’alma presa e gentil core...”, mormorò Giovanni in un moto istintivo, disperato. Voleva fuggire, morire.
Ripensò a tutto e si rivide ragazzino, al seguito del padre alla corte napoletana. Risentì il chiasso tra le strade, il vociare dei mercanti, le loro storie incredibili... i colori della corte, gli abiti sfarzosi delle dame... i loro occhi, le loro bocche così carnose e vive... Tese le braccia verso il fantasma, il ricordo di Fiammetta; rivide gli arazzi della stanza in cui lei lo aveva voluto, risentì il trillo della sua voce mentre leggeva.
Molta gioia e molto diletto ebbe Lancillotto quella notte... ma la gioia più deliziosa fu quella che il racconto a noi tace...
Si rivide anni dopo all’Università, mentre saltava le lezioni di diritto per seguire quelle di Cino da Pistoia. Mentre gli chiedeva cosa si provava ad aver conosciuto Dante e Cavalcanti, ad aver fatto poesia insieme a loro.
Lasciò scorrere le lacrime sulla barba ispida, si fiondò a capofitto sui libri. Scostò i Vangeli e l’Apocalisse con una manata; scavò tra le pergamene, quadernoni e volumi rilegati, alla ricerca di radici più antiche, più forti. Singhiozzò sulle storie di Lancillotto e Ginevra, sulla Commedia e la Vita Nova. Sfogliò Le mille e una notte, si abbeverò come un assetato alla fonte: aveva sete di ciò che era, che era sempre stato.
Giovanni strinse i pugni: non poteva lasciare che quel mondo si perdesse, che andasse in frantumi così. Ne sapeva tante, di storie... Sentì che voleva salvarle, trascriverle prima che fosse tardi. Bestemmiò e pregò Dio di conservarlo in salute solo per questo.
Si asciugò le lacrime, ripensò ai suoi cari e vomitò per il puzzo di carogna. Dopo dieci giorni, aveva trovato la forza di lasciarli andare.

***
Tra le assolate campagne di Fiesole, Giovanni smuoveva la terra a colpi decisi di badile. Sbuffi di vento gli scompigliavano i capelli sudati, un sole tiepido gli accarezzava le guance rasate di fresco.
Nel contado non c’era nessuno, solo uccelli canori e cicale che frinivano dolci, infinite.
Giovanni prese un gran respiro, trasportò Bice e Boccaccino dal carro alla fossa. Adagiò e ricoprì entrambi con cura; piantò nella terra una croce di legno, fatta da lui: due rami secchi tenuti insieme da una stringa di cuoio.
Mangiò all’aria aperta, si diede piacere e si coricò sotto un albero fronzuto, fiorente. Appoggiò la testa su un bozzo comodo, alzò lo sguardo fino ai rami: visti dal basso, intrecciati così, sembravano cento e più radici piantate in cielo.
Ripensò alle storie che avrebbe scritto e sorrise, accarezzato da un’idea.
Cento novelle...Tutto ciò che so, che ho visto o udito, amato o scritto...
Rifletté su come le avrebbe ordinate. Ci erano voluti dieci giorni per decidersi a rinascere; per riscoprirsi poeta, scrittore.
Dieci giornate...
Per Giovanni, le ore più buie della sua vita. Per le donne e il mondo intero, sarebbero state il Decameron.
Ultima modifica di Proelium il martedì 16 marzo 2021, 0:57, modificato 3 volte in totale.



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Re: Dieci giornate

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:49

Cia Francesco! Occhio che sei in malus minimo caratteri perché mi risultano 4303. Riesci a sfrondare entro l'una? Detto questo, buona SARA SIMONI EDITION!

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Re: Dieci giornate

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 0:57

Controlla Antico, presto!!!

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Re: Dieci giornate

Messaggio#4 » martedì 16 marzo 2021, 1:03

A posto! :)

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Michael Dag
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Re: Dieci giornate

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:05

sesto posto
Dieci giornate, di Francesco Battaglia,
mi pare che ondeggi molto tra mostrato e narrato. Usi dettagli giusti e vividi, ma a volte vengono sentiti dal protagonista, altre volte li racconti tu.
Dall’alto del verone lasciò vagare lo sguardo sulle strade traboccanti di morte, rifiuti e solitudine; regno di topi e maiali. A cosa ti riferisci? All'epidemia di peste? Un po' nebuloso come indizio.
Ho notato un paio di spiegoni tipo "chiudendo piano la porta; casomai si svegliassero".
anche la frase finale è uno spiegone. A, che centrano le donne?

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Pretorian
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Re: Dieci giornate

Messaggio#6 » giovedì 18 marzo 2021, 23:58

Ciao Francesco e piacere di leggerti.

Anch'io penso che in questo racconto tu abbia oscillato eccessivamente tra diverse forme di narrazione o meglio, hai provato a inserire una narrazione in terza persona profonda (ossia,una terza persona in cui, pur avendo uno sguardo "esterno" all'io narrante se ne percepiscono comunque i pensieri) ma la cosa non ti è uscito bene e, nel complesso, si ha l'impressione di una terza persona pura a cui hai voluto appiccicare degli elementi più profondi (quel "era finita e doveva farsene una ragione" suona malissimo). Il racconto soffre anche un deciso spostamento verso il narrato, in quanto almeno due terzi delle cose presenti in racconto non avvengono effettivamente, ma sono descrizioni di pensieri e ricordi del protagonista. In generale tendi a raccontare molto di più di quello che mostri, al punto che il finale è un deragliamento totale di mostrato, in cui si abbandona qualunque finzione narrativa.
Ho dei dubbi anche sul tema: il "mettere radici" dovrebbe essere nella scena finale sui rami come radici? Se fosse così, direi che non ha il minimo influsso sulla trama, al punto che sembra aggiunta solo con lo scopo di rispettare formalmente il tema.
Peccato.

Alla prossima!!

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Re: Dieci giornate

Messaggio#7 » venerdì 19 marzo 2021, 10:59

Michael Dag Scattina ha scritto:sesto posto
Dieci giornate, di Francesco Battaglia,
mi pare che ondeggi molto tra mostrato e narrato. Usi dettagli giusti e vividi, ma a volte vengono sentiti dal protagonista, altre volte li racconti tu.
Dall’alto del verone lasciò vagare lo sguardo sulle strade traboccanti di morte, rifiuti e solitudine; regno di topi e maiali. A cosa ti riferisci? All'epidemia di peste? Un po' nebuloso come indizio.
Ho notato un paio di spiegoni tipo "chiudendo piano la porta; casomai si svegliassero".
anche la frase finale è uno spiegone. A, che centrano le donne?


Ciao Michael,
ti ringrazio per il feedback. Non disprezzo né il mostrato né il raccontato, quando scrivo cerco di metterli entrambi al servizio della storia e del lettore. Il riferimento alla peste dovrebbe essere palese fin dall'inizio, ho scelto di lasciarla nebulosa sullo sfondo per rispettare il protagonista, nelle novelle del Decameron la peste non viene mai menzionata.
Sugli infodump: il "casomai si svegliassero" dovrebbe essere un pensiero del pg, emotivo e falso. Il narratore e il lettore sanno bene che Bice e Boccaccino non si sveglieranno.
La frase finale, tell o meno, mi è sembrata l'unica possibile, almeno nella mia testa, per imprimere al testo questo tipo di chiusura. Se in show sia possibile fare meglio non so, ma ogni consiglio è bene accetto.
Le donne sono le destinatarie ideali del Decameron, a cui Boccaccio dedica l'opera.

A presto, buona Edition.

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Re: Dieci giornate

Messaggio#8 » venerdì 19 marzo 2021, 11:22

Pretorian ha scritto:Ciao Francesco e piacere di leggerti.

Anch'io penso che in questo racconto tu abbia oscillato eccessivamente tra diverse forme di narrazione o meglio, hai provato a inserire una narrazione in terza persona profonda (ossia,una terza persona in cui, pur avendo uno sguardo "esterno" all'io narrante se ne percepiscono comunque i pensieri) ma la cosa non ti è uscito bene e, nel complesso, si ha l'impressione di una terza persona pura a cui hai voluto appiccicare degli elementi più profondi (quel "era finita e doveva farsene una ragione" suona malissimo). Il racconto soffre anche un deciso spostamento verso il narrato, in quanto almeno due terzi delle cose presenti in racconto non avvengono effettivamente, ma sono descrizioni di pensieri e ricordi del protagonista. In generale tendi a raccontare molto di più di quello che mostri, al punto che il finale è un deragliamento totale di mostrato, in cui si abbandona qualunque finzione narrativa.
Ho dei dubbi anche sul tema: il "mettere radici" dovrebbe essere nella scena finale sui rami come radici? Se fosse così, direi che non ha il minimo influsso sulla trama, al punto che sembra aggiunta solo con lo scopo di rispettare formalmente il tema.
Peccato.

Alla prossima!!


Ciao Agostino,
ti ringrazio del riscontro. Mi dispiace che del racconto non ti sia arrivato nulla, era un'idea in cui credevo e pensare di averla sciupata mi rattrista.
Mi permetto solo di segnalarti, riguardo al tema, che le radici nel testo tornano tre volte. I rami come radici piantate in cielo dovrebbero avere significati molteplici, ma non sarò certo io a dirteli.

Buona Edition, alla prossima.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Dieci giornate

Messaggio#9 » venerdì 19 marzo 2021, 22:58

Ciao Francesco.
Confesso di non ricordare se questo è il tuo primo brano che mi capita di commentare. Qualora così non fosse, chiedo venia per la dimenticanza.
In ogni caso inizio con una breve premessa. Sebbene in generale sia uno strenuo sostenitore della superiorità dello show sul tell, quando si tratta di racconti brevi non disdegno il secondo. A un patto però: che il suo utilizzo nasca da una palese e precisa volontà/scopo dell’autore e non dettata da “pigrizia narrativa”. Per fare un esempio pratico (che sennò sembra di parlare del sesso degli angeli), tra i miei scrittori preferiti c’è John Scalzi, il quale infarcisce le sue opere di pagine e pagine di tell. Tuttavia, nel suo caso il passaggio dal mostrato al raccontato è sempre reso facilmente riconoscibile e con cognizione di causa (per intenderci, il narratore tipico di Scalzi è estremamente ironico e il più delle volte sfrutta il tell non per riassumere scene o pensieri, ma per rivolgersi esplicitamente al lettore).
Perché scrivo tutto ciò? Perché leggendo il tuo racconto ho riscontrato continui passaggi dal mostrato al raccontato e viceversa privi di una programmazione cosciente (o quantomeno questa è stata l'impressione provata). Prendiamo il seguente passaggio:
Si passò una mano tra i capelli unti, la barba incolta. Erano giorni che non si lavava, che non si radeva. Settimane che non usciva di casa.

Inizi con un mostrato (seppur molto blando), ma poi rifuggi subito nel raccontato. Manca, insomma, una coerenza narrativa.

Riguardo la trama, l'idea è interessante, anche se la suddivisione in due scene non mi ha fatto impazzire, e lo dice uno che in questi mesi di ritorno a MC si sta esercitando il più possibile per condensare il maggior numero d'informazioni nel minor numero possibile di scene).
Mi permetto di fare il gioco del "what if". Da un punto di vista "drammatico", avresti potuto concentrare la narrazione sul momento della sepoltura, con Boccaccio che, di ritorno a casa dopo aver scavato la fossa per i genitori, li raccoglie dal letto e li va a seppellire, inserendo, all'interno dell'azione (che così facendo sarebbe anche risultata più dinamica) i pensieri del personaggio. Che poi tutto ciò venga scritto in tell o in show è relativamente ininfluente, a patto, lo ripeto, che tale scelta rimanga coerente per tutta la durata della narrazione, cosa che allo stato attuale non è.

Segnalo infine questo passaggio contenente un errore di battitura:
Rincantucciato in angolo della stanza


Alla prossima.
lupus in fabula

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filippo.mammoli
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Re: Dieci giornate

Messaggio#10 » venerdì 19 marzo 2021, 23:48

Ciao Francesco,
È sempre un piacere leggerti.
Il tuo racconto non è tra quelli che dovrei commentare, ma ero in giro a leggere qua e là e mi sono fermato qui.
Ti dico subito che secondo me l'immersività è importante come pure lo è il mostrare il più possibile invece di raccontare. Non sono però un fanatico di nessun tipo di regolina che rischia di diventare una gabbia e uno spartito vuoto in cui le note e la melodia finiscono per passare in secondo piano, se messe al di sopra di tutto ed elevate a dogma.
Questo cappello per dire che la tua parte di racconto, quel flusso di pensieri del protagonista, secondo me ci può stare e anch'io non lo disdegno in alcuni miei racconti. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la tua capacità di portarci dentro il mondo del protagonista e la sua storia. Non ho capito subito che tu stessi parlando del Boccaccio, ma da toscano avevo già empatizzato con le bestemmie ripetute di Giovanni.
Un racconto che emoziona e che dà uno spaccato storico, attuale per la tragedia di una pandemia, pur con qualche sbavatura.

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StefanoPais
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Re: Dieci giornate

Messaggio#11 » sabato 20 marzo 2021, 10:06

Ciao Francesco,
anche a te faccio la mia premessa, mi concentro sul film mentale che ho vissuto. Sono molto pignolo, scusa.

Il puzzo dei cadaveri rendeva l’aria della stanza irrespirabile. Visti così, distesi insieme sul lettone sfatto, Bice e Boccaccino sembravano in pace.
Rincantucciato in angolo della stanza, Giovanni li guardava dormire. Si soffermò sul colorito cereo, annerito qua e là da macchie livide;


Nelle prime due righe ho pensato che lui fosse l'assassino o qualcuno che li trovava, poi scopro che sono i genitori morti (a questo punto non si sa ancora di cosa) e lui che è prostrato dal dolore. Davvero qualcuno che vede un caro morto sul letto pensa a lui come un cadavere come se non lo riconoscesse? tu lo sai perchè hai progettato la storia il lettore no e questo costringe a riavviare il film mentale ogni volta che aggiungi qualcosa che hai taciuto in precedenza.

...sentì il silenzio che segue l’agonia.


Mi suona tantissimo di narratore onniscente che si intrufola nei pensieri del personaggio e li racconta al lettore.

Detto questo l'idea mi è piaciuta molto, il racconto si lascia leggere anche se oscilla troppo tra mostrato e raccontato.

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Proelium
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Re: Dieci giornate

Messaggio#12 » sabato 20 marzo 2021, 11:32

StefanoPais ha scritto:Ciao Francesco,
anche a te faccio la mia premessa, mi concentro sul film mentale che ho vissuto. Sono molto pignolo, scusa.

Il puzzo dei cadaveri rendeva l’aria della stanza irrespirabile. Visti così, distesi insieme sul lettone sfatto, Bice e Boccaccino sembravano in pace.
Rincantucciato in angolo della stanza, Giovanni li guardava dormire. Si soffermò sul colorito cereo, annerito qua e là da macchie livide;


Nelle prime due righe ho pensato che lui fosse l'assassino o qualcuno che li trovava, poi scopro che sono i genitori morti (a questo punto non si sa ancora di cosa) e lui che è prostrato dal dolore. Davvero qualcuno che vede un caro morto sul letto pensa a lui come un cadavere come se non lo riconoscesse? tu lo sai perchè hai progettato la storia il lettore no e questo costringe a riavviare il film mentale ogni volta che aggiungi qualcosa che hai taciuto in precedenza.

...sentì il silenzio che segue l’agonia.


Mi suona tantissimo di narratore onniscente che si intrufola nei pensieri del personaggio e li racconta al lettore.

Detto questo l'idea mi è piaciuta molto, il racconto si lascia leggere anche se oscilla troppo tra mostrato e raccontato.


Ciao Stefano,
grazie per il riscontro e stai sereno: la pignoleria salverà il mondo, basta che non sia fine a se stessa!
Sulla prima osservazione, l'indizio cruciale che ho lasciato sulla scena è il "colorito cereo annerito da macchie livide". Ho provato a far parlare la scena da sé, lasciando al lettore le sue conclusioni da trarre... ma forse avrei dovuto calcare di più la mano.
Su narrato e mostrato ci sto lavorando, in un futuro spero non troppo lontano mi piacerebbe disporre armoniosamente di entrambe le tecniche, senza ossessioni di sorta.
Grazie ancora, buona Edition!

Francesco

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Re: Dieci giornate

Messaggio#13 » sabato 20 marzo 2021, 11:48

filippo.mammoli ha scritto:Ciao Francesco,
È sempre un piacere leggerti.
Il tuo racconto non è tra quelli che dovrei commentare, ma ero in giro a leggere qua e là e mi sono fermato qui.
Ti dico subito che secondo me l'immersività è importante come pure lo è il mostrare il più possibile invece di raccontare. Non sono però un fanatico di nessun tipo di regolina che rischia di diventare una gabbia e uno spartito vuoto in cui le note e la melodia finiscono per passare in secondo piano, se messe al di sopra di tutto ed elevate a dogma.
Questo cappello per dire che la tua parte di racconto, quel flusso di pensieri del protagonista, secondo me ci può stare e anch'io non lo disdegno in alcuni miei racconti. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la tua capacità di portarci dentro il mondo del protagonista e la sua storia. Non ho capito subito che tu stessi parlando del Boccaccio, ma da toscano avevo già empatizzato con le bestemmie ripetute di Giovanni.
Un racconto che emoziona e che dà uno spaccato storico, attuale per la tragedia di una pandemia, pur con qualche sbavatura.


Ti ringrazio di cuore Filippo,
sia per essere passato che per il riscontro che hai voluto lasciarmi. Tra le mazzate dell'Arena, una carezza gentile.
Francesco

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Re: Dieci giornate

Messaggio#14 » sabato 20 marzo 2021, 12:20

JohnDoe ha scritto:Ciao Francesco.
Confesso di non ricordare se questo è il tuo primo brano che mi capita di commentare. Qualora così non fosse, chiedo venia per la dimenticanza.
In ogni caso inizio con una breve premessa. Sebbene in generale sia uno strenuo sostenitore della superiorità dello show sul tell, quando si tratta di racconti brevi non disdegno il secondo. A un patto però: che il suo utilizzo nasca da una palese e precisa volontà/scopo dell’autore e non dettata da “pigrizia narrativa”. Per fare un esempio pratico (che sennò sembra di parlare del sesso degli angeli), tra i miei scrittori preferiti c’è John Scalzi, il quale infarcisce le sue opere di pagine e pagine di tell. Tuttavia, nel suo caso il passaggio dal mostrato al raccontato è sempre reso facilmente riconoscibile e con cognizione di causa (per intenderci, il narratore tipico di Scalzi è estremamente ironico e il più delle volte sfrutta il tell non per riassumere scene o pensieri, ma per rivolgersi esplicitamente al lettore).
Perché scrivo tutto ciò? Perché leggendo il tuo racconto ho riscontrato continui passaggi dal mostrato al raccontato e viceversa privi di una programmazione cosciente (o quantomeno questa è stata l'impressione provata). Prendiamo il seguente passaggio:
Si passò una mano tra i capelli unti, la barba incolta. Erano giorni che non si lavava, che non si radeva. Settimane che non usciva di casa.

Inizi con un mostrato (seppur molto blando), ma poi rifuggi subito nel raccontato. Manca, insomma, una coerenza narrativa.

Riguardo la trama, l'idea è interessante, anche se la suddivisione in due scene non mi ha fatto impazzire, e lo dice uno che in questi mesi di ritorno a MC si sta esercitando il più possibile per condensare il maggior numero d'informazioni nel minor numero possibile di scene).
Mi permetto di fare il gioco del "what if". Da un punto di vista "drammatico", avresti potuto concentrare la narrazione sul momento della sepoltura, con Boccaccio che, di ritorno a casa dopo aver scavato la fossa per i genitori, li raccoglie dal letto e li va a seppellire, inserendo, all'interno dell'azione (che così facendo sarebbe anche risultata più dinamica) i pensieri del personaggio. Che poi tutto ciò venga scritto in tell o in show è relativamente ininfluente, a patto, lo ripeto, che tale scelta rimanga coerente per tutta la durata della narrazione, cosa che allo stato attuale non è.

Segnalo infine questo passaggio contenente un errore di battitura:
Rincantucciato in angolo della stanza


Alla prossima.


Ciao John,
grazie per il feedback, non saprei dire se questa sia o meno la prima volta... in ogni caso ci hai messo attenzione e rispetto, e di questo ti sono grato.
Su mostrato e narrato mi trovi in piena fase di studio e sperimentazione. In futuro vorrei riuscire a fare un bel lavoro immersivo nella terza al passato, ma so che per farlo bene ci vorrà tempo e fatica, vorrei comunque evitare di rendere lo show una fissazione molesta.
In questo caso avevo in scena un personaggio con tanti pensieri e vissuto da ripercorrere da solo: l'aiuto di un narratore educato che prestasse la sua voce in punta di piedi non mi è sembrato così male, anche in virtù dell'effetto a cui volevo arrivare nel finale.
Se ciò rientri tra la consapevolezza e i ferri del mestiere, lo lascio decidere a te. Ho fatto quello che potevo, stilisticamente non abbastanza; almeno sul resto spero di sì.

Buona Edition, e grazie ancora!
Francesco

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AndreaDeAgnoi
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Re: Dieci giornate

Messaggio#15 » sabato 20 marzo 2021, 17:25

Trovata molto intelligente, mi è piaciuta un sacco l’idea. Mi ha inizialmente spiazzato l’italiano aulico del parlato, ma ho atteso prima di lamentarmi mentalmente della cosa... per fortuna! Forse sono un po’ ottuso io, ma quando sono arrivato alla rivelazione finale mi ha fatto sorridere, complimenti!
Ho apprezzato il conflitto interiore del protagonista, nonostante -soprattutto per la prosa breve- prediliga conflitti più esterni e chiari.
Sulla costruzione del testo, sono sicuro che tu possa rifinirlo di più.
Sull’immagine finale dei rami come radici piantati in cielo, non la vedo funzionare troppo bene, dato che poco prima viene detto che è un albero fiorente. Forse l’avrei vista funzionare di più con un albero spoglio, in inverno!
Ho intuito altri modi, meno evidenti, con cui hai legato il racconto al tema del contest, ma quest’immagine finale diciamo che l’ho trovata un po’ una forzatura.

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ItaliaLeggendaria
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Re: Dieci giornate

Messaggio#16 » domenica 21 marzo 2021, 7:30

Ciao Francesco.
La narrazione in terza persona ti ha tratto in inganno e c'è più raccontato di quel che mi potrei aspettare. Peccato perché la prima riga mi faceva sperare che fosse in prima, ma così non è stato. Un consiglio: se non vuoi scrivere bestemmie, non dire che il protagonista bestemmia, perché è la parte di raccontato più brutta. Detto questo, il tema ci può stare, ma solo i nomi dei genitori non ci fanno capire in che periodo siamo e questo crea un grosso divario tra ciò che si legge e ciò che ci stiamo figurando.

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Re: Dieci giornate

Messaggio#17 » domenica 21 marzo 2021, 9:42

AndreaDeAgnoi ha scritto:Trovata molto intelligente, mi è piaciuta un sacco l’idea. Mi ha inizialmente spiazzato l’italiano aulico del parlato, ma ho atteso prima di lamentarmi mentalmente della cosa... per fortuna! Forse sono un po’ ottuso io, ma quando sono arrivato alla rivelazione finale mi ha fatto sorridere, complimenti!
Ho apprezzato il conflitto interiore del protagonista, nonostante -soprattutto per la prosa breve- prediliga conflitti più esterni e chiari.
Sulla costruzione del testo, sono sicuro che tu possa rifinirlo di più.
Sull’immagine finale dei rami come radici piantati in cielo, non la vedo funzionare troppo bene, dato che poco prima viene detto che è un albero fiorente. Forse l’avrei vista funzionare di più con un albero spoglio, in inverno!
Ho intuito altri modi, meno evidenti, con cui hai legato il racconto al tema del contest, ma quest’immagine finale diciamo che l’ho trovata un po’ una forzatura.


Ciao Andrea,
grazie del riscontro e della fiducia che hai voluto dare alla storia prima di formulare il tuo giudizio. La percezione che avevo io, scrivendo, era che il nome Boccaccino accostato a quello di Giovanni suggerisse fin da subito come inquadrare i personaggi. Non sei stato l'unico a non capirlo, quindi l'errore di comunicazione è mio. Quanto al parlato, "A ciascun'alma presa e gentil core" è il primo verso della Vita Nova di Dante, in questo caso sia ricordo commosso che desiderio di rinascita. Peccato per l'immagine finale, che a quanto vedo non è stata accolta granché bene. L'idea dei rami come radici fiorentine, sia letterarie che familiari, piantate in cielo per generare il Decameron mi era sembrata efficace, ma a quanto vedo è stata troppo concettuosa. La prossima volta starò attento a non complicarmi più la vita e costruire un testo più bilanciato.
Grazie per l'apprezzamento al di là delle imprecisioni tecniche.
Alla prossima, buona Edition!
Francesco

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Re: Dieci giornate

Messaggio#18 » domenica 21 marzo 2021, 10:07

ItaliaLeggendaria ha scritto:Ciao Francesco.
La narrazione in terza persona ti ha tratto in inganno e c'è più raccontato di quel che mi potrei aspettare. Peccato perché la prima riga mi faceva sperare che fosse in prima, ma così non è stato. Un consiglio: se non vuoi scrivere bestemmie, non dire che il protagonista bestemmia, perché è la parte di raccontato più brutta. Detto questo, il tema ci può stare, ma solo i nomi dei genitori non ci fanno capire in che periodo siamo e questo crea un grosso divario tra ciò che si legge e ciò che ci stiamo figurando.


Ciao Morena,
grazie per il tuo commento. Prima e terza persona sono due strade diverse ma ugualmente valide, se il racconto funziona male è solo colpa mia; mi permetto di segnalartelo perché in futuro non vorrei vederti fare a pezzi tutti i testi che seguono piste diverse dalla tua.
Se non ho riportato le bestemmie è per una questione di etica e sensibilità; aprire le virgolette e vomitarle sulla pagina pur di fare bene il compitino sarebbe stato di pessimo gusto, oltre che incivile. A costo di essere impopolare, preferisco una voce narrante responsabile di ciò che si dice e arriva al lettore; la narratologia è importante, ma scrivere è prima di tutto un atto di civiltà.

Alla prossima, buona Edition.
Francesco

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Re: Dieci giornate

Messaggio#19 » domenica 21 marzo 2021, 15:59

~Proelium~ ha scritto:
ItaliaLeggendaria ha scritto:Ciao Francesco.
La narrazione in terza persona ti ha tratto in inganno e c'è più raccontato di quel che mi potrei aspettare. Peccato perché la prima riga mi faceva sperare che fosse in prima, ma così non è stato. Un consiglio: se non vuoi scrivere bestemmie, non dire che il protagonista bestemmia, perché è la parte di raccontato più brutta. Detto questo, il tema ci può stare, ma solo i nomi dei genitori non ci fanno capire in che periodo siamo e questo crea un grosso divario tra ciò che si legge e ciò che ci stiamo figurando.


Ciao Morena,
grazie per il tuo commento. Prima e terza persona sono due strade diverse ma ugualmente valide, se il racconto funziona male è solo colpa mia; mi permetto di segnalartelo perché in futuro non vorrei vederti fare a pezzi tutti i testi che seguono piste diverse dalla tua.
Se non ho riportato le bestemmie è per una questione di etica e sensibilità; aprire le virgolette e vomitarle sulla pagina pur di fare bene il compitino sarebbe stato di pessimo gusto, oltre che incivile. A costo di essere impopolare, preferisco una voce narrante responsabile di ciò che si dice e arriva al lettore; la narratologia è importante, ma scrivere è prima di tutto un atto di civiltà.

Alla prossima, buona Edition.
Francesco


Ciao Francesco. Per quanto riguarda la terza persona non intendevo quello che hai capito. Volevo semplicemente dirti che la prima frase mi dava l'impressione che fosse in prima e poi invece era in terza (e il problema non sta tanto qui). La cosa che secondo me ti è sfuggita di mano è che spesso sei scivolato nel raccontato e in alcuni casi con la terza è più facile che succeda.
Per le bestemmie sono d'accordo con te, ma allora io avrei evitato proprio il concetto. Potevi pensare di fargli dire altro che facesse trasparire che era arrabbiato, ma senza scivolare nel raccontato di dirci che ha bestemmiato (senza farcelo, giustamente, vedere).

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Re: Dieci giornate

Messaggio#20 » lunedì 22 marzo 2021, 0:03

Ciao Francesco,
Complimenti per il tuo racconto. Mi è piaciuto molto lo stile, adatto alla storia e al periodo che evidentemente conosci bene. Bellissima l'idea che scrivere le storie che gli montano dentro é la salvezza per il protagonista. Non ho molte note negative da segnalare, ottima prova!

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Re: Dieci giornate

Messaggio#21 » lunedì 22 marzo 2021, 9:12

ItaliaLeggendaria ha scritto:Ciao Francesco. Per quanto riguarda la terza persona non intendevo quello che hai capito. Volevo semplicemente dirti che la prima frase mi dava l'impressione che fosse in prima e poi invece era in terza (e il problema non sta tanto qui). La cosa che secondo me ti è sfuggita di mano è che spesso sei scivolato nel raccontato e in alcuni casi con la terza è più facile che succeda.
Per le bestemmie sono d'accordo con te, ma allora io avrei evitato proprio il concetto. Potevi pensare di fargli dire altro che facesse trasparire che era arrabbiato, ma senza scivolare nel raccontato di dirci che ha bestemmiato (senza farcelo, giustamente, vedere).


Grazie ancora Morena,
la prossima volta vedrò di prendere meglio le misure. :)

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Re: Dieci giornate

Messaggio#22 » lunedì 22 marzo 2021, 9:15

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Francesco,
Complimenti per il tuo racconto. Mi è piaciuto molto lo stile, adatto alla storia e al periodo che evidentemente conosci bene. Bellissima l'idea che scrivere le storie che gli montano dentro é la salvezza per il protagonista. Non ho molte note negative da segnalare, ottima prova!


Grazie Andrea,
felicissimo che il racconto ti sia arrivato e ti abbia lasciato una bella sensazione.

In bocca al lupo, alla prossima!
Francesco

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Davide_Mannucci
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Re: Dieci giornate

Messaggio#23 » martedì 23 marzo 2021, 11:39

Ciao Francesco, piacere di leggerti. Parto subito col dire che l tuo racconto mi lascia alquanto perplesso, per il semplice fatto che saranno tutti cazzi miei nello stilare la classifica :)
Tutto questo per dirti che il tuo racconto mi è piaciuto e, vista la concomitanza di altri bei racconti....saranno, appunto, cazzi.
Veniamo al testo e allo stile. Molto buona l’idea e pure come l’hai snocciolata. Io, quando leggo un testo, non sto a farmi troppe pippe su quanto mostrato o raccontato ci sia dentro. Guardo se mi prende, se mi emoziona. Anche qui su MC non correggo un testo ma lo leggo e me lo godo. Poi, qualora non mi prendesse troppo, mi domando, visto lo spirito e i parametri di giudizio dell’Arena, dove può essere il problema. Ecco, altra pappardella per dirti che a me, aldilà di quello che hai mostrato o raccontato, sei arrivato.
A rileggerti!
Davide Mannucci

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Re: Dieci giornate

Messaggio#24 » mercoledì 24 marzo 2021, 10:22

DavideMannucci ha scritto:Ciao Francesco, piacere di leggerti. Parto subito col dire che l tuo racconto mi lascia alquanto perplesso, per il semplice fatto che saranno tutti cazzi miei nello stilare la classifica :)
Tutto questo per dirti che il tuo racconto mi è piaciuto e, vista la concomitanza di altri bei racconti....saranno, appunto, cazzi.
Veniamo al testo e allo stile. Molto buona l’idea e pure come l’hai snocciolata. Io, quando leggo un testo, non sto a farmi troppe pippe su quanto mostrato o raccontato ci sia dentro. Guardo se mi prende, se mi emoziona. Anche qui su MC non correggo un testo ma lo leggo e me lo godo. Poi, qualora non mi prendesse troppo, mi domando, visto lo spirito e i parametri di giudizio dell’Arena, dove può essere il problema. Ecco, altra pappardella per dirti che a me, aldilà di quello che hai mostrato o raccontato, sei arrivato.
A rileggerti!


Ciao pomp- Davide,
anch'io ti voglio bene, ma dopo un commento così mi aspettavo come minimo un terzo posto! ^__^
Scherzi a parte, apprezzo il tuo approccio genuino al testo; che ritengo utilissimo (più dello zelo stilistico) perché rispecchia quello dei lettori in generale. Perciò sono felice di esserti arrivato; questo per me è più importante della posizione in classifica.
Alla prossima, buona Edition!
Francesco

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Re: Dieci giornate

Messaggio#25 » mercoledì 24 marzo 2021, 10:29

~Proelium~ ha scritto:Ciao pomp- Davide,
anch'io ti voglio bene, ma dopo un commento così mi aspettavo come minimo un terzo posto! ^__^
Scherzi a parte, apprezzo il tuo approccio genuino al testo; che ritengo utilissimo (più dello zelo stilistico) perché rispecchia quello dei lettori in generale. Perciò sono felice di esserti arrivato; questo per me è più importante della posizione in classifica.
Alla prossima, buona Edition!
Francesco


Ciao Francesco! Capisco la delusione ma come da mia premessa la classifica dal secondo al terzo è stata dolorosa.... Le scelte sono state fatte su piccoli dettagli. Confermo il commento positivo. Il tuo è un ottimo racconto che ha avuto la sfortuna di incontrare racconti altrettanto buoni e che mi hanno messo in difficoltà...accidenti a voi! :)

Ah.....pomp - Davide....specifichiamo...pompiere...vista la fellatio/letteratura che serpeggia su MC :D
Davide Mannucci

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Re: Dieci giornate

Messaggio#26 » mercoledì 24 marzo 2021, 10:41

DavideMannucci ha scritto:
Ciao Francesco! Capisco la delusione ma come da mia premessa la classifica dal secondo al terzo è stata dolorosa.... Le scelte sono state fatte su piccoli dettagli. Confermo il commento positivo. Il tuo è un ottimo racconto che ha avuto la sfortuna di incontrare racconti altrettanto buoni e che mi hanno messo in difficoltà...accidenti a voi! :)

Ah.....pomp - Davide....specifichiamo...pompiere...vista la fellatio/letteratura che serpeggia su MC :D


Specifichiamo in caps lock che il POMPIERE PAURA NON NE HA! Nessuna delusione Davide, ho apprezzato molto il tuo riscontro. ^___^

Alla prossima!

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Re: Dieci giornate

Messaggio#27 » venerdì 2 aprile 2021, 17:02

Sì, la mia idea è che hai cercato di adattarti al periodo storico e lo hai fatto discretamente. Il tuo intento era quello di mostrare un uomo che, dalla tragedia, cerca di ripartire risettandosi e appoggiandosi alle sue radici e per questo la prima parte è ancora più fondamentale della seconda. La rinascita, semmai, mi è sembrata un po' fumosa, quasi determinata e data a priori, ritengo che la chiusa abbia qualche problemino di efficacia. Tema molto ben preso e in generale mi è piaciuto perché ben interpretato secondo quelle che erano le tue intenzioni. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido che finisce davanti ai parivalutati racconti di Cannoletta e Nesler per una visione di fondo più definita.

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