I semi di Canrath (Alessandro Canella)

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:48

I semi di Canrath
Alessandro Canella

La punta della penna oscillò sopra il contratto. La mano si ritrasse.
La ragazza appoggiò la penna sulla scrivania. «Farà male?»
Isaac si aspettava quella domanda, gliela facevano sempre. Finì di copiare sul registro d’ingresso i dati riportati sul documento della ragazza e alzò la testa. «Non ho mai capito il senso di quella domanda. Poniamo il caso che risponda che no, non farà male. Mi crederesti? Avresti ragioni sufficienti per credermi? E se invece rispondessi che al termine dell’operazione la tua pelle si ricoprirà di pustole acide e che a ogni loro scoppio il dolore aumenterà a tal punto da farti perdere i sensi, come reagiresti? Ti alzeresti da quella sedia e usciresti dalla porta? E poi, una volta fuori, cosa farai? Tornerai da dove sei venuta?»
La ragazza abbassò lo sguardo e strinse le dita sul tessuto della gonna.
«Ecco, appunto. Quindi a che pro chiederlo?» La ragazza rimase in silenzio e Isaac poté tornare alle sue scartoffie. «Vedo che sei nata a Bergaas.»
«Sì, signore.»
«Allora questa non è la prima volta che ti trasferisci da una città-stato a un’altra.»
«No, signore.»
«E perché hai scelto proprio Canrath? Dibsea è più vicina.»
La ragazza affondò le dita ancora più in profondità. «Secondo mio padre nessuno oserà mai dichiarare guerra a Canrath.» Le labbra le si piegarono in un sorriso sarcastico. «Diceva che se le armi che Canrath vende a ogni città-stato sono così terribili, chissà allora di che devastazione sono capaci quelle che tiene per sé.»
«Sembra un uomo molto saggio.»
La ragazza piantò gli occhi su Isaac. «Lei ha mai visto in azione una qualunque delle armi prodotte a Canrath?»
Isaac rimase in silenzio.
«Il giorno in cui mio padre morì, dagli altoparlanti non partì nessun allarme. Noi vivevamo nella cittadella esterna, nei pressi degli allevamenti di granchi da corsa. Ricordo di aver alzato gli occhi al cielo e aver visto all’orizzonte le aerobalene di Ivortown. Erano a decine, silenziose. All’inizio pensavamo fossero dirette verso il porto. Poi abbiamo visto le branchie aprirsi e riversare sui pascoli il loro carico. Granate fungine le hanno chiamate i giornali il giorno dopo.» La ragazza si morse un labbro. «Lei ha mai visto cosa fa una granata fungina?»
Isaac incrociò le braccia sul petto. «No. E a dire il vero nemmeno m’interessa. E lo sai perché? Perché anche se lo sapessi, tempo una settimana e dai laboratori di Canrath uscirà qualche nuova arma che farà sembrare la tua granata fungina nulla più che un giocattolo.»
«Esatto. Per questo Canrath è il posto più sicuro al mondo.»
Isaac si passò una mano sulle guance ispide. «Sei consapevole che tutto ciò avrà un prezzo e che, anche una volta firmato quel contratto, non sarai davvero una cittadina di Canrath? A dirla tutta, non esistono cittadini a Canrath. Soltanto ospiti dei signori che la governano.»
La ragazza annuì. «Così mi è stato detto. Ma se questo mi garantirà di non dover più vedere gli effetti di una granata fungina o di un fluidificaocchi, allora sono disposta ad accettare ogni compromesso.»
Isaac prese la penna e l’appoggiò vicino al punto dove la ragazza avrebbe dovuto firmare. «Allora lo vedi che quella domanda era inutile?»
La mano della ragazza si allungò verso la penna. Le dita le tramavano mentre tracciava una X sul contratto.
Isaac prese i fogli e li convalidò apponendoci sopra il timbro ufficiale dell’Ufficio Immigrazione di Canrath. Alzatosi in piedi, si girò verso il mobile alle sue spalle e aprì un cassetto. Dall’interno prese un bisturi e una fiala con apposta sopra un’etichetta, contenente un seme grande poco più di un’unghia. Appoggiò entrambi sulla scrivania.
La ragazza si piegò sulla fiala. «Che cos’è?»
«Il tuo nuovo padrone. E ora allunga il braccio.»
La ragazza fece come le era stato ordinato.
Isaac afferrò il polso e lo girò verso l’alto, quindi prese il bisturi. «Non ti muovere.» Con un taglio deciso incise l’avanbraccio per un paio di centimetri.
La ragazza strizzò gli occhi per il dolore. «Quindi è vero che faceva male.»
Con l’ausilio di una pinzetta, Isaac afferrò il seme e lo appoggiò con delicatezza nel mezzo della ferita. La carne prese a richiudersi all’istante. Guardò la ragazza. «No, ora farà male.»
Dal centro della ferita spuntò un germoglio.


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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:53

Cia Alessandro! Tutto ok con i parametri, buona SARA SIMONI EDITION!

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Sherwood
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 21:07

Ciao Alessandro,
un racconto davvero particolare il tuo, che ho letto con attenzione, anche perché ci sono termini nuovi che dovevo assimilare. Non sono sicura di aver inquadrato bene il genere, comunque, c'è questa ragazza che vorrebbe diventare cittadina di Canrath per sottrarsi ai pericoli. Quello che non sa e tutto sommato sembra non gli importi, è che pagherà un prezzo alto per questa scelta. Fino a qui il testo è lineare e mi complimento con te per i dialoghi che ho trovato coerenti e ben strutturati. Il problema di questo racconto è nel finale. La chiusura in particolare, rispetto al costrutto precedente, l'ho trovata semplicistica. Per esempio mi è piaciuta molto la parte in cui descrivi le balene e il potere distruttivo delle armi, però, nella chiusura, mi aspettavo qualcosa di più incisivo rispetto a un germoglio. Comunque, il racconto ha rispettato il tema e ha brillato per buona parte della narrazione.
Un appunto: - erano a decine (erano decine").

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Emiliano Maramonte
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#4 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:48

Ciao Alessandro! Un vero piacere rileggerti!

All'inizio il racconto è decollato a fatica. Incipit pieno di imprecisioni e poca fluidità, ma poi la trama mi si è spalancata davanti in tutta la sua inventiva. La forza di questo racconto è proprio il mondo che ci hai illustrato, o quantomeno un suo scorcio. Città-stato, aeromobili, bombe vegetali, armi misteriose e incredibili e, non ultima, una strana metamorfosi biologica per diventare cittadino di un'altra comunità. Mi sono venute in mente alcune ardite vette creative di Jack Vance o alcuni pittoreschi cicli dell'Età dell'Oro della fantascienza e del fantasy.
Molto buono anche il personaggio della ragazza, pronta a tutto per fuggire da un dramma bellico (un chiaro riferimento alla realtà di oggi?).
Ti ho accennato a problemi dell'incipit. Se tu, ad esempio, fossi partito da: "La ragazza appoggiò la penna sulla scrivania: «Farà male?»", sarebbe stato subito un bello schiaffo in faccia al lettore. Io mi sarei chiesto, con maggior forza: in che senso? Che diavolo sta succedendo? Chi è la ragazza? Chi le farà male?
Poi, le ripetizioni di alcune parole danno veramente fastidio: ragazza, penna, fai, farai... Insomma, andrebbe risistemato.
Mi è piaciuto come hai implementato il tema, addirittura su due livelli: la ragazza che cerca di mettere radici in un'altra comunità e le radici del seme impiantato nella carne. Peccato la carenza di qualche informazione aggiuntiva sul motivo del bizzarro impianto vegetale.

Nel complesso una prova più che sufficiente.
In bocca al lupo!
Emiliano.

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Giovanni Attanasio
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 14:23

Nel commentare non ho letto nessun altro commento di altri utenti.

A prima lettura non ho capito nulla. È un problema? Non troppo. Ti dico quello che capito a prima lettura e poi quello che ho interpretato dopo.
Siamo in una sorta di mondo alternativo non meglio definito, si parla di città-stato quindi il range di “ere” è molto ampio. Poi c’è quello che sembra un dottore, i bisturi e le granata fungine. Abbiamo a che fare coi funghi e ho pensato a delle granate che fanno crescere funghi sulla pelle, qualcosa che la ragazza vorrebbe estirpare da sé. Canrath è una sorta di città meglio organizzata delle altre, più forte e dunque sicura. E poi arriva il seme sul finale. Un seme. Ho cercato di capire a cosa potesse servire prima di andare avanti, per fare un po’ il detective. “Il tuo nuovo padrone” e poi l’impiantamento di un seme sottopelle e poi il germoglio. La piantina guaritrice dovrebbe combattere i funghi che io immagino addosso alla ragazza? Non ci sono funghi sulla ragazza? La piantina è una metafora del fatto che adesso la ragazza appartiene a Canrath (e forse una nuova specie)? C’è pure il sospetto che non stiamo parlando di umani, ma forse di umanoidi con elementi da pianta. Questo spiegherebbe tante cose.

A seconda lettura tante cose hanno più senso, soprattutto il setting. La ragazza è infetta, ma non mostra ancora sintomi. L’idea del seme sottopelle ha un doppia valenza, come guarigione e come “nuovo padrone” che io interpreto come simbolo di appartenenza a Canrath (che ben si collega al tema). Però, prima era stato detto che non sarà una vera cittadina, quindi non so.

A livello di stile. L’incipit è strano, la pappardella del dottore è decisamente troppo lunga. La prima riga comunica incertezza e urgenza, qui ci siamo. Anzi, sai cosa ti dico? L’intera storia è un incipit. È chiaro che deve continuare, ma non può farlo. Non germoglia.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#6 » mercoledì 17 marzo 2021, 15:58

Innanzitutto, vi ringrazio per gli spunti forniti.
Purtroppo sono il primo a dire che a questo giro non sono riuscito a tirar fuori un brano all'altezza. Devo ammettere che il tema non è riuscito a solleticare la mia fantasia se non dopo più di un'ora, riuscendo a buttar giù poco più di una bozza, tanto che oggi, in pausa pranzo, ho provato a riscrivere l'intero brano apportando un paio di modifiche (a livello di contenuto, molte di più a livello formale) e la nuova versione funziona decisamente meglio (nello specifico, ho spostato il POV sulla ragazza, che ora ha un nome, è ho trasformato Isaac in un uomo albero, il tutto rimanendo entro i 2424 caratteri). A questo punto quasi spero di non passare il turno per poter postare la versione 2.0 nel laboratorio...

Detto questo, alcune note più specifiche sui commenti ricevuti.

@Sherwood:
Sì, il finale, come spesso mi accade, è la parte più debole del racconto, più che altro perché non sono riuscito a spiegare bene cosa significhi quel seme impiantato e perché venga definito il nuovo "padrone" della ragazza.

@Emiliano:
Sull'incipit hai ragione. Quando l'ho scritto volevo trasmettere l'insicurezza della ragazza, passando dal dettaglio della penna, alla mano e infine a lei nella sua interezza, ma ammetto che non funziona. Un inizio a "schiaffo" risulta decisamente più d'impatto.

@Giovanni:
In verità la ragazza non è malata e l'uomo (albero nella nuova versione) non è un dottore, ma un mero impiegato che deve registrare gl'immigrati provenienti da altre città-stato. Purtroppo tali fraintendimenti sono imputabili solo a una serie di dettagli fuori luogo. Mea culpa.
lupus in fabula

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Andrea Lauro
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#7 » giovedì 18 marzo 2021, 23:02

Ciao Alessandro, mi è piaciuto molto. Un worldbuilding complesso (storia, leggi e costumi) e gestito senza colpo ferire all’interno dei dialoghi. Non ho notato forzature, tracce di infodump, nulla. Bravo. bravo.

Pelo nell’uovo? Sì dai, giusto per rompere i maroni. “Dall’interno prese un bisturi e una fiala con apposta sopra un’etichetta, contenente un seme grande poco più di un’unghia”. Il pdv sa bene di cosa si tratta, il dettaglio di quanto grande è il seme è a uso e consumo del lettore.
ancora bravo
andrea

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Gennibo
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#8 » venerdì 19 marzo 2021, 17:27

Ciao Alessandro, la storia mi è piaciuta, secondo me l'hai portata avanti bene, si capisce che la protagonista è fuggita da un posto che riteneva ormai invivibile e che è disposta a tutto pur di emigrare in quel luogo, di cui però non si sa bene quale prezzo dovrà pagare in termini di dolore.
Il finale invece mi ha lasciato perplessa, non ho capito bene quali fossero le implicazioni, magari potevi "mostrare" che l'impiegato era avvolto da una peluria verde, o da un rampicante, senza arrivare a essere un albero ma una via di mezzo.
Comunque apprezzo l'inventiva.
Alla prossima e buona Edition!

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Alessio
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#9 » sabato 20 marzo 2021, 17:35

Ciao Alessandro, mi tocca commentarti ancora.

I padroni di Canrath sono quindi le piante che crescono nelle persone? "Ospite" inteso quindi come "host" e non come "guest".
A me sembra che la tua storia funzioni, i dettagli di ambientazione arrivano e non ci sono informazioni inutili. Forse avrei enfatizzato un po' la disperazione della ragazza. Isaac è fatto bene, alla fine è uno che fa il suo lavoro magari da anni ed è distaccato e indifferente alla sorte degli ennemila immigrati che vede continuamente. Il piccolo buco che rilevo è che su Isaac non ci mostri traccia del nuovo "padrone": immagino che a suo tempo avrà subito anche lui la stessa sorte.
La sua risposta al "farà male" è un po' sbrodolata. Forse ti serviva per rendere Isaac antipatico, e ci riesce, ma andrebbe ridimensionata.
Prosa come sempre pulita e funzionale quasi ovunque.
In definitiva l'ho trovato un buon racconto.

Un paio di note specifiche:
Alzatosi in piedi, si girò verso il mobile alle sue spalle e aprì un cassetto. Dall’interno prese un bisturi e una fiala con apposta sopra un’etichetta, contenente un seme grande poco più di un’unghia.
Questo è esterno. È come se lo stessi vedendo con gli occhi di qualcuno che vede per la prima volta la procedura: apre UN cassetto, prese UN bisturi, prende una non meglio identificata fiala con un'etichetta che lui dovrebbe conoscere bene.

"Un paio di centimetri": qualcuno a caso ti potrebbe chiedere se ha misurato il taglio con un righello ;-)

Alla prossima!

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#10 » sabato 20 marzo 2021, 23:37

@Lauro
Mi fa piacere che questo brano ti sia piaciuto.
Riguardo alla scena del seme... cavolo, hai ragione! Sul momento nemmeno ci avevo pensato. Grazie della segnalazione. Quel passaggio grida vendetta.

@Gennibo:
Sì, il finale non è per nulla chiaro. Come scritto qualche commento più sopra, già il giorno dopo ho rivisto l'intero racconto ribaltando il PDV e cambiando le fattezze di Isaac, così da renderlo non più un essere umano, ma un uomo-pianta (anzi, un "arbor sapiens").
Grazie e alla prossima.

@Alessio:
Parto dalla tua corretta segnalazione. Come scritto in riposta ad Andrea, quel passaggio va rivisto, perché allo stato attuale è veramente troppo traballante. Va detto che nella versione 2.0 a cui accennavo sopra, essendo il POV sulla ragazza, questa non vede più cosa Isaac stia prendendo, notando bisturi e seme soltanto quando questi vengono appoggiati sul tavolo.
Riguardo la tua interpretazione del finale, ci hai preso appieno. Ho sempre adorato il duplice (e opposto) significato di ospite e da tempo aspettavo l'occasione di poterlo sfruttare. Quindi sì, i semi di Canrath sono semi "senzienti", parassiti che crescono nella carne anziché nella terra. Pirla io a non aver descritto Isaac come un uomo albero. Davvero, il giorno dopo, a rileggere il racconto a mente fredda, mi sono mandato a quel paese da solo per come ho buttato via questo racconto.
Come sempre, grazie mille delle note sempre puntuali. Alla prossima.
lupus in fabula

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Alessio
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#11 » domenica 21 marzo 2021, 12:04

JohnDoe ha scritto:@Alessio:
Parto dalla tua corretta segnalazione. Come scritto in riposta ad Andrea, quel passaggio va rivisto, perché allo stato attuale è veramente troppo traballante. Va detto che nella versione 2.0 a cui accennavo sopra, essendo il POV sulla ragazza, questa non vede più cosa Isaac stia prendendo, notando bisturi e seme soltanto quando questi vengono appoggiati sul tavolo.
Riguardo la tua interpretazione del finale, ci hai preso appieno. Ho sempre adorato il duplice (e opposto) significato di ospite e da tempo aspettavo l'occasione di poterlo sfruttare. Quindi sì, i semi di Canrath sono semi "senzienti", parassiti che crescono nella carne anziché nella terra. Pirla io a non aver descritto Isaac come un uomo albero. Davvero, il giorno dopo, a rileggere il racconto a mente fredda, mi sono mandato a quel paese da solo per come ho buttato via questo racconto.
Come sempre, grazie mille delle note sempre puntuali. Alla prossima.

Ma guarda che il racconto così non è mica male, eh. E non sono sicuro che il pov sulla ragazza avrebbe lo stesso effetto, sarebbe più scontato. Poi dipende dalle modifiche che stai apportando, ma ti invito a considerare di tenere il pov sull'uomo(-albero).

FilippoR
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#12 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:03

Ciao Alessandro, il worldbuilding mi è piaciuto e mi è sembrato verosimile.
Unico appunto rispetto a quanto indicato dagli altri mi è sembrata strana la frase "La carne prese a richiudersi all’istante." perché non ne vedo il motivo, era l'effetto del seme o la protagonista ha qualche potere?
Il finale mi ha sorpreso (in senso positivo), perché effettivamente non mi immaginavo il seme per quanto sia coerente con l'ambientazione. Il racconto mi è piaciuto.
Grazie e alla prossima!

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Damjen
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#13 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:00

Ciao Alessandro, che piacere ritrovarti!
Il tuo racconto ha mostrato un pezzetto di un mondo che adorerei conoscere. Ho immaginato uno scenario simile a “Il castello errante di Howl” di Miyazaki, in una guerra tra enormi macchine organico-meccaniche e esseri ibridati. Molto invitante.

Con una serie di termini mai sentiti, hai saputo stuzzicare la mia curiosità, per non parlare del germoglio finale.
In pratica, l’unico problema è stata la brevità che mi ha lasciata affamata. Per me, ottima prova.

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Mario Mazzafoglie
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#14 » giovedì 25 marzo 2021, 20:25

Ciao Alessandro, un piacere leggerti.
Il racconto scorre bene e stilisticamente mi sembra di vedere pochissime cose da sistemare.
Ho apprezzato molto l'originalità nel trattare il tema che in altri racconti ho trovato banale e scontato. Qui non lo è affatto.
Per quanto riguarda il significato/messaggio finale, però, qualche problema viene a galla. Personalmente ho cercato di dare una mia interpretazione, poi l'ho confrontata con quella degli altri utenti.
Non si sta a sindacare quale sia l'interpretazione giusta, ma il fatto che più utenti si confrontino sul "secondo me significa che..." vuol dire che qualcosa nel racconto non ha funzionato a dovere.
Potrebbe risultare carino in un testo con più chiavi di lettura, ma non credo che fosse il tuo intento.
Detto questo, a me è piaciuto. ù
A rileggerci.

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Andrea Partiti
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#15 » venerdì 26 marzo 2021, 8:31

Ho poche critiche da farti, il racconto mi è piaciuto molto e hai avuto un tempismo ottimo nello svelare la tua ambientazione durante il dialogo, attraverso dubbi e botte e risposta.
Penso che il dialogo si possa ancora migliorare e rendere un pelo più fluido, ma sono inezie rispetto all'effetto del racconto.
Il tema arriva nel finale e forse è un po' appiccicato lì, perché penso che il sacrificio richiesto potesse essere a quel punto qualsiasi cosa e l'avrei accettato, però l'aver scelto delle armi di natura biologica in qualche modo ci prepara a quel tipo di tecnologia.

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antico
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Re: I semi di Canrath (Alessandro Canella)

Messaggio#16 » mercoledì 31 marzo 2021, 17:04

Un racconto dal gran potenziale immaginifico e riesci a metterlo bene in scena. Contestualizzi bene e lo fai portando avanti una dialettica velatamente conflittuale, anche qui ottimo. Unico problema: il finale che rimane con più non detto di quanto si vorrebbe, anche in rapporto al livello di contestualizzazione da te usato fino a quel punto. Vero, i tuoi finali raramente arrivano a "stringere", ma hai delle costruzioni così belle che, alla fine, ne vieni penalizzato meno di quanto ne avresti potuto. Il tema c'è, ma, anche qui, avresto potuto fare qualcosa di più. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, ma finisci dietro al racconto di Langellotti che, invece, ho trovato più equilibrato.

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