Caso 21/123, Autogrill KM120

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AndreaDeAgnoi
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Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:50

Tre bambini saltano allegri a bordo di una giostra. Rozzi cavallucci di legno, collegati ad un meccanismo centrale da delle aste di ferro arrugginite. Carlo non sembra sconvolto dalla scena... Sembra quasi divertito. Fischietta, accompagnando il su e giu dei cavallucci. Un bambino si inclina troppo, e la grossa e sproporzionata testa lo sbilancia facendolo cadere a terra.
“Ohi, Toni, attento! Aspetta che ti do una mano!” Calo parte a gambe levate, come se si fosse dimenticato buona parte dei sessant’anni che si porta sul groppone. L’apparizione della giostra nella piazzola della stazione di servizio non si è fatta attendere, proprio come riportavano i fascicoli che mi ha passato l’ispettore sul caso. Come fa Carlo a non essere perlomeno inquietato dalla cosa? Ora sta aiutando il bambino ad alzarsi, gli porge una mano. Che ritrae poco dopo con una pernacchia, facendo uno scherzo allo spettro. Ridono assieme. Sospiro, mi schiaffeggio le guance. È una manifestazione sovrannaturale, come quelle con cui hai a che fare ogni volta. Ripigliati, e fa ripigliare pure quel deficiente di tuo padre.
Raccolgo il fiato. “Carlo, allontanati! Potrebbe essere pericoloso, sono già scomparse una decina di persone nell’ultimo mese qui!”
Carlo ride. Ride di gusto, come non lo ho mai sentito fare negli ultimi vent’anni. Cosa gli è preso? “Cosa ci trovi di tanto divertente, coglione! Vieni qui, dobbiamo osservare e basta!”
Non mi ascolta, anzi, si allontana entrando nell’autogrill, rompendo il nastro giallo legato ai maniglioni dell’ingresso. I bambini lo osservano, perdendo interesse nella giostra. Sorrisi sornioni che vanno da orecchio a orecchio. Rabbrividisco. Con passo sostenuto procedo ad inseguirlo, facendo il segno della croce.
L’interno dell’autogrill è gelido, nonostante la giornata calda. I banconi sono vuoti: il ristorante è stato evacuato qualche giorno prima, dopo il suicidio plateale di un cameriere. I tavoli, invece... diverse figure li affollano. Uomini e donne di ogni età conversano, giocano a briscola, bevono quartini di vin rosso. Un clima da festa paesana... ma non sento il tepore della festa. Una litania di sottofondo, quella che accompagna un rito funebre. Tra i banchi passano figure incappucciate, con turibolo e alte candele bianche. Mi sto unendo al coro, involontariamente. La mia voce sta accompagnando il canto funebre.
Uno schiaffo, forte. Sento la guancia bruciare, quasi quanto il formicolio alla mano. Riprendo il controllo. Papà, dove cazzo sei?
Lo vedo. Sta uscendo da una porta di emergenza, tenendo per mano una ragazza.
Il sole torna ad aggredirmi la pelle. Mi strofino le braccia, e prendo fiato. Un buco in una rete di fil di ferro, dietro la stazione, porta ad un campo di erba alta. Vedo mio padre che si è fermato, nel cortile di una grande villa. Una villa rovinata dal tempo e le intemperie. Il cortile è spoglio, oltre ad un pozzo e le fondamenta di quella che sembra una stalla è costellato solo da erbacce.
Una villa famigliare. L’ho già vista, nelle foto che il nonno mostrava a me e Bettina quando eravamo bambine. È la villa che hanno dovuto abbandonare, per un posto sicuro in fabbrica.
Ecco perché papà ha voluto accompagnarmi in questa indagine. Lui veniva da qui... Gli spettri del paese che ha dovuto abbandonare a causa del mio concepimento. Sapore di ferro, caldo. Mi sono morsa un labbro, troppo forte. Un terribile presentimento mi raggiunge. Queste presenze, il rito funebre, la ragazza dai capelli neri.
Un brivido terribile. La pelle d’oca. Una fredda mano sulla mia spalla. Mi volto, e un sorriso dolce accoglie il mio terrore. Faccio un balzo, allontanandomi. Cerco Carlo, si sta affacciando al pozzo. Sta mormorando qualcosa, sottovoce.
“Papi! Fermati!” Non mi ascolta. Gli sono quasi addosso, lo prendo per i fianchi, abbracciandolo con tutta la mia forza. Con le braccia cerca di buttarsi nel pozzo, lo trattengo a stento. Con un colpo di reni, ci butto a terra. Scoppia in lacrime, si guarda attorno disorientato.
“Maria! Maria cara, cosa stavo facendo? Siete voi la mia vita, la mia casa!”
Una dolce brezza da oriente si solleva, muovendo le foglie e raffreddando la mia pelle sudata. I mormorii che infestavano il posto sono cessati.



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antico
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 0:56

Ciao Andrea e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona SARA SIMONI EDITION! Ps: se ancora non ci sei, ti consiglio di entrare nel gruppo fb di Minuti Contati ;)

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Andrea Lauro
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 23:27

Ciao Andrea e benvenuto nell’Arena. Ho l’impressione che ci sia troppo non detto per capire il racconto: abbiamo una detective del paranormale, se non ho capito male. Carlo la aiuta in un’indagine perché ha un passato con il luogo del delitto. E poi Carlo scopriamo essere il padre. E qui tutto diventa più confuso: Questo disvelamento (che Carlo sia il padre) non sembra aver ragione d’essere. Non aiuta l’avanzamento della trama più di quanto non potesse farlo il chiamarlo già “papi” (come sul finale). Rischia solo di confondere. Così come confondono i tre bambini all’inizio: hanno un ruolo nell’indagine?
Sul finale si intuisce che lui abbia capito qualcosa, che il padre faccia parte dell’ingranaggio quanto il protagonista stesso. Ma purtroppo non sono arrivato alla soluzione, anche rileggendo più volte. Non ho proprio capito, mi dispiace.

ti auguro una buona edition, a presto
andrea

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AndreaDeAgnoi
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#4 » martedì 16 marzo 2021, 23:45

Ciao Andrea! Grazie del benvenuto!
Sì, c’è molto non detto, parzialmente voluto, parzialmente dettato dal primo tentativo di racconto con un numero di caratteri così limitato... La manifestazione sovrannaturale è dovuta proprio al rancore del padre verso l’aver dovuto lasciare il proprio paesino natale per l’aver dovuto badare alla sua futura famiglia. Ergo, la manifestazione lo chiama a se e prova a portarlo a buttarsi al pozzo appunto. Avrei dovuto dare qualche indizio sulla nostalgia del luogo fin dalle prime battute temo!
Sul fatto che si scopre che è il padre solo dopo un paragrafo o due, è perché Maria, dal suo punto di vista, è abituata ormai a trattarlo con distacco, e non pensa a lui abitualmente come “Padre” ma come Carlo appunto.

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Sherwood
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 14:54

Ciao Andrea,
in genere non leggo i commenti precedenti, questa volta l'ho fatto perché non ho ben compreso alcuni passaggi della storia. Dalla tua risposta ho altri elementi che mi permettono di mettere insieme i pezzi del puzzle. Il problema è che un racconto dovrebbe essere chiaro, nel momento in cui si formano dubbi nella mente del lettore, c'è qualcosa da sistemare, da spiegare. A me piacciono i racconti parnormal e i gialli in particolare, ma hai ragione quando dici che questo testo soffre per la carenza di caratteri a disposizione, perché effettivamente avendo qualche pagina in più, avresti potuto introdurre i personaggi e la storia. L'incipit mi era piaciuto molto, giocoso, diverente, ma poi tutto si fa confuso. Ti segnalo un refuso: Calo parte a gambe levate (Carlo). Mi spiace non poter dare un giudizio positivo, ma considera che una delle funzioni migliori di MC è proprio questa: dare un imput all'autore. Spero di rileggerti, se mi capiterà di tornare da queste parti. In bocca al lupo per questa edizione.

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Giovanni Attanasio
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 10:45

Nel commentare non ho letto i commenti degli altri utenti.

Siamo in presenza di una donna e il papà, lei investigatrice del sovrannaturale forse? Si tratta di una lenta camminata dietro a questo Carlo, per seguirlo verso una sorta di rivelazione che però non riesce a far presa.
Come sarebbe stata la storia limando un po’ le descrizioni e bilanciando la sequenza dei fatti? Magari dando qualche indizio sulla ragione per cui il padre è con la protagonista, così da preparare al finale improvviso?
Almeno per me, la voglia di scoprire cosa sta accadendo non è abbastanza forte e il finale non riesce a colpire, mancando l’empatia con uno qualsiasi dei personaggi.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Alessio
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 17:21

Ciao Andrea,

La tua storia non mi dispiace, mi è sembrata adeguatamente immersiva e focalizzata sul pov. Da assiduo fruitore di storie sovrannaturali, non ho avuto grossi problemi a identificare le parti mancanti: le manifestazioni spettrali legate a qualche forte emozione sono un classico, sebbene di solito siano prodotte dai morti e non dai vivi. Un po' di confusione su Carlo/papi effettivamente c'è. È vero che il filtro del personaggio ti impone di trattare il padre come farebbe lei, però devi anche trovare il modo di farci arrivare le informazioni quando servono, perché il lettore entra nel personaggio nel momento in cui inizia la storia, quindi non sa tutto quello che c'era prima.
Nel complesso, per me è un lavoro discreto.

Ti segnalo alcuni aspetti specifici:
C'è un problema di attribuzione del pov all'inizio: il primo personaggio che vediamo in scena è Carlo, e quindi automaticamente gli attribuiamo il ruolo del protagonista. Solo dopo scopriamo che il racconto è in prima persona, tuttavia secondo me è troppo tardi.
C'è qualche gerundio di troppo e attento alla D eufonica: si usa solo tra lettere uguali e solo con la A e la E.
A proposito dell'atteggiamento della protagonista nei confronti del padre, ho notato anche una certa incoerenza: prima lo chiama per nome, gli dà apertamente del coglione, poi lo chiama "papi".
La processione di tipi incappucciati è un po' un cliché.
L'ultima battuta suona artefatta.

Alla prossima!

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Emiliano Maramonte
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#8 » domenica 21 marzo 2021, 17:51

Ciao Andrea! Piacere di conoscerti e di aver letto il tuo lavoro.
Inizio col dire che Minuti Contati è un tritacarne e, soprattutto per chi vi si affaccia per la prima volta, tirare fuori un testo buono non è facile laddove deve ancora familiarizzare con la distanza brevissima e, soprattutto, con lo scorrere inesorabile del tempo! Evidentemente, tutto questo ha giocato a tuo sfavore. Nei miei tre anni di frequentazione di questa infernale Arena, mi è capitato una manciata di volte di avere difficoltà a comprendere il senso di un racconto e, purtroppo, nel tuo caso mi è capitato ancora. Mi è sembrato di intuire che si tratta di una specie di indagine soprannaturale che culmina con la cessazione di un evento paranormale collegato a un parente (defunto) della protagonista (la cui identità femminile ho afferrato solo verso la metà della storia... e questo è indice di scarsa chiarezza narrativa). Poi è calata la nebbia e mi sono perso. E - non volermene se lo dico - ho provato più e più volte a riannodare i fili della trama, ma poi ho rinunciato.
Il punto è: quando si scrivono pezzi così brevi, bisogna avere le idee molto molto chiare sull'architettura che si vuole esprimere sul foglio, altrimenti si va a tentoni e il lettore esce dalla lettura "con le ossa rotte", cosa che, ovviamente, nessuno scrittore vorrebbe. Quindi ti invito, per le prossime Edizioni, a meditare sulla direzione da dare al plot, ponendoti delle domande: cosa voglio comunicare al lettore? Come posso farlo nel migliore dei modi? La trama è chiara? Mi sono perso in passaggi inutili? E queste domande sono ancora più importanti dopo la prima stesura.
Hai molto da lavorare anche sullo stile, ma questo riguarda chiunque decida di buttarsi nel mondo della scrittura: non si finisce mai di imparare.
Per quanto mi riguarda, prova insufficiente ma salvando il buon proposito dell'idea che sta alla base del racconto.

A presto rileggerti e in bocca al lupo!
Emiliano.

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Andrea Partiti
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#9 » martedì 23 marzo 2021, 18:47

Purtroppo c'è un misto di cose dette che non dovevano essere dette e cose non dette che servivano per seguire la storia. Il risultato non funziona.

Ti faccio l'esempio che più salta all'occhio e stride a inizio racconto, ma ritrovi il problema più volte.

> È una manifestazione sovrannaturale, come quelle con cui hai a che fare ogni volta.

Ok, proviamo con altre professioni.

> È una bistecca in cottura, come quelle con cui hai a che fare ogni volta.

> È un muro da imbiancare, come quelli con cui hai a che fare ogni volta.

> È un'auto da multare, come quelle con cui hai a che fare ogni volta.

Se hai bisogno di dirlo in questo modo, forse ha più senso farci un cappello introduttivo come nei romanzi dell'800 e dirci "Il protagonista della nostra storia è un investigatore del sovrannaturale blah", almeno rispetti il lettore.

FilippoR
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#10 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:06

Ciao Andrea, ho avuto difficoltà a capire che il punto di vista, inizialmente pensavo fosse un collega, solo successivamente ho capito che era la figlia (da quando l'ha chiamato papi).
Non mi ha convinto molto la processione che mi è sembrata fuori luogo / non riuscivo a immaginarmela.
"Sorrisi sornioni che vanno da orecchio a orecchio" mi aveva fatto pensare inizialmente ad altro, come a dei mostri per quanto invece fossero degli spettri (come anche detto prima nel testo).
Ho dovuto rileggere qualche passaggio nuovamente per capire alcune cose ma nonostante queste "critiche" il racconto globalmente mi è piaciuto (anche per la tematica soprannaturale).
Grazie e alla prossima!

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Damjen
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#11 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:17

Ciao Andrea, piacere di conoscerti.
Ci sono aspetti del tuo racconto che mi sono piaciuti molto, altri che ho trovato un po’ “fuori tempistica”. Ciò che più mi è piaciuta è l’atmosfera, ma solo quando ho cominciato a capire. Cosa che, purtroppo non è avvenuta subito.

Giustamente hai tratteggiato la situazione mostrandola per come apparirebbe a chi se l’aspetta (“l’apparizione della giostra… non si è fatta attendere”), ma forse anticipare la posizione di questa frase mi avrebbe aiutata a trovare i tre allegri bambini più… agghiaccianti, da subito.

A mio parere, una piccola svista di progettazione è stata mettere troppo tardi un aggettivo di genere femminile, cosa che mi ha fatto comprendere solo molto in là che il pov era femminile.
Una volta capito il contesto, la scena all’interno dell’autogrill è davvero molto ben fatta, così ordinaria e disturbante insieme.
Concludendo, devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto davvero e a distanza di qualche giorno dalla lettura mi ha lasciato un bel ricordo, qualcosa che ha a che fare con l'atmosfera misteriosa che secondo me hai comunque saputo creare.

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Gennibo
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#12 » giovedì 25 marzo 2021, 12:22

Ciao Andrea, vorrei evitare di ripetere le cose che ti hanno già detto, ma che condivido, così provo a darti un suggerimento. Prova a iniziare la storia da un punto dove dai informazioni e allo stesso tempo crei l'atmosfera, tipo:
L’interno dell’autogrill è gelido, nonostante la giornata calda. I banconi sono vuoti: il ristorante è stato evacuato qualche giorno prima, dopo il suicidio plateale di un cameriere.
A metà racconto mi sembrava tutto così irreale, non sono riuscita a trovare qualcosa a cui aggrapparmi per entrare nel racconto, tanto che ho pensato che alla fine la protagonista si sarebbe svegliata da un incubo (cosa che sarebbe stata una soluzione troppo facile e che per fortuna non hai fatto).
Nonostante ciò ho apprezzato la ricerca di uno stile e penso che lavorandoci su possa uscirne qualcosa di buono.
Alla prossima e buona Edition!

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Mario Mazzafoglie
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#13 » giovedì 25 marzo 2021, 21:17

Ciao Andrea e benvenuto.
Partiamo dal tema, che secondo me hai affrontato in maniera egregia ed efficace.
Per quanto riguarda lo sviluppo della storia, a dir la verità, non sono rimasto molto convinto. Ho cercato anche di leggere i commenti e la tua spiegazione e non è che abbia trovato grandi cose. Questo mi fa pensare che purtroppo il racconto non abbia funzionato. Dico questo perchè se più lettori hanno diverse interpretazioni e l'autore deve star lì a spiegare cosa intendeva dire, forse c'è qualcosa che non va.
Anche io sono alle prime esperienze qui e sono sicuro che col tempo e gli accorgimenti che qualcuno più bravo di me ti ha suggerito riuscirai a fare buone cose.
A rileggerci.

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antico
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Re: Caso 21/123, Autogrill KM120

Messaggio#14 » giovedì 1 aprile 2021, 17:43

Molto confuso, estremamente lineare, troppo simbolico. Un consiglio: rallenta, pianifica, semplifica. Mettiti nella parte del lettore e prova a capire se gli stai dando tutto per comprendere, ma senza esagerare. E non temere mai di non fare abbastanza perché qui ho percepito la tua urgenza di pluralità di eventi, eccessiva. Prenditi il tempo che serve, serve. Il tema c'è, anche forzatamente. Come valutazione qui siamo sul pollice ni, c'è da lavorare, ma c'è anche una mano che percepisco possa farlo bene. Alle prossime edizioni.

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