L'ho fatto per te, papà

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Gennibo
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L'ho fatto per te, papà

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 0:58

Tolgo il cartello di “chiuso per lutto” dalla saracinesca, e la tiro su. Entro e mi barrico dentro, che se passa il vigile mi dà la multa. Maledetta di una zona rossa.
Almeno le piante mi fanno compagnia. L’ho sognato anche stanotte, che mi chiede i fiori, me li chiede sempre. Accarezzo i tulipani, come avrebbe fatto lui; ne preparo un mazzo ed esco.
Arrivo davanti ai cancelli chiusi del cimitero.
No! Mi sono dimenticata che da oggi è tutto blindato. E adesso come faccio? Ci sarà Gigi, il custode amico di mio padre. Suono il campanello.
– Chi è. – Gracchia una voce dal citofono.
– Buongiorno, sono Amelia…
Una porta sbatte, un naso viene soffiato, un fazzoletto di stoffa viene ficcato in tasca. Alla fine mette la mascherina.
– Ah, sei tu!
– Mi scusi se la disturbo, ma volevo portare i fiori a mio padre…
– Cosa? Parla più forte che sto diventando sordo.
– Volevo portare i fiori a mio padre!
– Ah, no, non si può, mi dispiace, se mi becca il vigile, il comune mi licenzia.
– Ma se glieli passassi dalle sbarre? Lui ha bisogno dei suoi fiori, li ha curati ogni giorno per tutta la sua vita e anche adesso, sa, anche di là. – alzo gli occhi a indicare il cielo. – Ne ha bisogno.
– Eh, mi dispiace, sono tempi schifosi, mi vedi dietro queste sbarre? Sembra di stare in galera, io non ne posso più.
– A chi lo dice! E io come faccio adesso a portare tutti i santi giorni i fiori a mio padre?
Gigi mi fissa, sono occhi imbarazzanti i suoi, non è che ci vuole provare, spero. No sono scema, cosa vado a pensare, potrei essere sua figlia. Alla fine abbassa gli occhi e spara un incerto:
– Però… io e te potremmo fare un patto, eh?
O mamma, e adesso?
– Che genere di patto. – indago fingendo indifferenza.
– Conosci il Matteo, mio nipote?
– Quello che va al liceo?
– Lui. L’altro giorno, ha detto che ha letto un libro, roba di magia… – Eh?
– Ha giurato che c’è una Pianta Filosofale che può fare miracoli, allunga la vita. – Ah, sollievo, ma allora mio padre aveva ragione, che Gigi non era tutto lui…– e mi ha spiegato che l’ha studiata anche a scuola…
Adesso gli spiego tutto io. E magari gli consiglio anche la marca di un bell’apparecchio acustico. Però… poi, papà avrà i suoi fiori? Lui mi vede tentennare e incalza.
– Non pensare che io sia il solito vecchio rimbambito che viene infinocchiato così. Però, lui è stato lì a spiegarmi per bene, serio serio, non che ho capito tutto, qualcosa quadrava, e alla fine ho pensato, che problema c’è a chiedere al mio amico che sa tutto di fiori e piante. Però non ho fatto in tempo, il coviddo odioso se lo è portato via. E adesso che tu sei qui, mi sembra un segno del destino.
E sì, anche a me.
Faccio una veloce ricerca su internet fingendo di rispondere a un messaggio. Guarda un po’ “pianta filosofale”, c’è davvero, anche se sono tutte finte:
Alla fine dico con tutta la professionalità possibile:
– Ah, ma certo, la Tralizia! – Grazie internet! Guardo ancora in su, lo faccio solo per te papi, sappilo.
– Matteo non mi ha detto come si chiamava, solo che era una pianta filosofale, sai, con il coviddo, più ci si protegge e meglio è.
– Ne ho sentito parlare, certo! Ma questa cosa della vita allungata non mi convince molto, sa. Ha presente il detto: attento a quello che desideri che si potrebbe avverare?
Mio nonno si lamentava sempre che era stanco di vivere, soprattutto dopo che era morta sua moglie.
L’ho deluso, le spalle si piegano, gli occhi si appannano.
– Eh, no, io senza Maria non ci voglio stare.
Alzo il tono, così che quello che dico sia chiaro: – Guardi, ho la soluzione. – lui si raddrizza, io mi sento un incrocio tra un dio e una sporca truffatrice.
– Ho la soluzione. Che ne dice del Tronchetto della Felicità? Andiamo sul sicuro, più le radici si allungheranno e più farà effetto.
– Brava, hai capito di cosa c’è bisogno.
– Facciamo un patto, io le porto la pianta, e lei mette tutti i giorni i fiori per mio padre.
– Affare fatto tesoro. – allunga il braccio per prendere i tulipani.
Per adesso quella felice sono io, e torno soddisfatta in negozio.



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antico
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 1:04

Ciao Isabella! Tutto ok con i parametri, buona SARA SIMONI EDITION!

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Signor_Darcy
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#3 » martedì 16 marzo 2021, 15:26

Allora. Comincio col dire che il racconto – non so dire se e quanto autobiografico – mi è piaciuto per soggetto e impostazione, per come sa fare leva a un tempo sull’attualità (il covid, le saracinesche chiuse) e sugli affetti più cari, soprattutto quando ci vengono a mancare. Molto particolare anche la parentesi quasi surreale del dialogo in bilico tra filosofia e truffa, per certi versi mi ha ricordato una vecchia canzone di Vecchioni, “Due giornate fiorentine”, in cui a una prima parte e a un finale che gioca molto sui sentimenti si contrappone un momento centrale tanto peculiare quanto assurdo. Ovviamente il racconto, molto lineare, non arriva a questi livelli; ma è una scelta strutturale che ho apprezzato.

La resa forse è a tratti un po’ schematica, alcuni momenti mi hanno comunicato più freddezza proprio per le scelte stilistiche (“No! Mi sono dimenticata che da oggi è tutto blindato. E adesso come faccio?”), a volte forse un po’ didascaliche, finanche ridondanti. Anche qualche scelta grammaticale mi ha convinto poco (la virgola della prima frase, il “che” invece del “ché” nella seconda, l’assenza dei punti interrogativi in alcuni dialoghi – “Chi è”, “Che genere di patto”).
Inoltre avrei spezzato l’ultima frase in due parti, andando magari a capo: “Per adesso quella felice sono io./Torno soddisfatta [con animo più leggero?] in negozio.”

Infine il tema della prova, che onestamente non vedo rispettato tantissimo; o meglio, si parla letteralmente di radici e – immagino – in qualche modo questa scelta voglia simboleggiare il ricordo del padre della protagonista, sempre più forte nel suo animo tanto più le radici fanno presa nella terra. In questo senso, forse, ci può stare: alla fine è un tema che si presta a diverse letture.

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Massimo Tivoli
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#4 » martedì 16 marzo 2021, 21:18

Ciao Isabella,
refusi a parte – peraltro tollerabili visto la modalità d’improvvisazione su cui si basa MC –, il racconto si legge e si segue bene. La scenetta della truffa mi ha strappato un sorriso, e questo è sicuramente un aspetto positivo del racconto come anche l’ironia sottesa dalla “Pianta Filosofale”: belle trovate. La protagonista ha un desiderio chiaro (portare i fiori al papà defunto), universalmente riconoscibile, e se la deve vedere con un conflitto extra-personale di estrema attualità (il lockdown da Covid), quindi gli ingredienti per una storia emotiva ci sono tutti, sebbene, nel limite di battute, tu non abbia potuto calcare in modo meno “immediato” (come risoluzione della prova centrale) su questi.

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Lilith_luna
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#5 » mercoledì 17 marzo 2021, 12:00

Ciao Isabella. Il tuo racconto inizia con un grande senso di malinconia, dovuto sia al terribile lutto che alla situazione attuale rappresentata. Sicuramente questo crea empatia e una buona immedesimazione.
Mi è piaciuto molto il fatto che Amelia voglia portare avanti questo amore del padre per i fiori anche dopo la morte, che ne abbia bisogno, e mi chiedo se non sia in realtà Amelia ad avere questa necessità.
La storia della Pianta Filosofale mi ha fatta davvero sorridere, così come la scelta di Amelia di assecondare l'uomo per raggiungere il suo scopo. Mi ha fatto proprio tenerezza Gigi.

Passando alla parte critica, quando inizia il dialogo mi sono un po' persa in alcuni punti.
Amelia e Gigi sono al citofono per cui la frase "Una porta sbatte, un naso viene soffiato, un fazzoletto di stoffa viene ficcato in tasca" io immaginavo fossero cose che lei sentisse attraverso il citofono e non che quella porta sbattuta indicasse che Gigi stava andando al cancello. Qui dovevi essere un po' più chiara.
Lo scambio di battute mi piace e mi sembra anche verosimile, in particolare le reazioni di Amelia.
Tuttavia in alcuni punti non sei andata a capo quando lei "risponde" nella sua mente, ad esempio: "Lui. L’altro giorno, ha detto che ha letto un libro, roba di magia… – Eh?" Quel Eh finale è lei, giusto? Quindi andrebbe a capo come hai fatto per le altre.
Cosa significa che "Gigi non era tutto lui"? Immagino sia un modo di dire per indicare che è un po' pazzo? Non ho afferrato e vorrei essere sicura.
C'è poi un passaggio che mi ha confusa.
"L’ho deluso, le spalle si piegano, gli occhi si appannano./Eh, no, io senza Maria non ci voglio stare." Questo passaggio parla del nonno? Le spalle che si curvano sono di Gigi, di Amelia o del nonno? Scusa ma non mi è chiaro.

Per concludere, il tema mi sembra sia stato rispettato.

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Gennibo
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#6 » mercoledì 17 marzo 2021, 17:15

Signor_Darcy ha scritto:Allora. – non so dire se e quanto autobiografico – mi è piaciuto per soggetto e impostazione, per certi versi mi ha ricordato una vecchia canzone di Vecchioni, “Due giornate fiorentine”, in cui a una prima parte e a un finale che gioca molto sui sentimenti si contrappone un momento centrale tanto peculiare quanto assurdo. Ovviamente il racconto, molto lineare, non arriva a questi livelli; ma è una scelta strutturale che ho apprezzato.

Ciao Stefano, e grazie per il tuo commento, no, non è autobiografico (il fatto che tu l'abbia pensato è per me un bel complimento ;) Grazie per le tue belle parole e andrò a sentirmi la canzone di Vecchioni, che apprezzo come cantautore, ma il titolo non l'ho presente. Riguardo le virgole e gli a capo, mi sono mancati i cinque minuti necessari per riguardare la storia una volta postata, quando mi sono accorta che c'era qualcosa fuori posto ormai era tardi)
Signor_Darcy ha scritto:Infine il tema della prova, che onestamente non vedo rispettato tantissimo; o meglio, si parla letteralmente di radici e – immagino – in qualche modo questa scelta voglia simboleggiare il ricordo del padre della protagonista, sempre più forte nel suo animo tanto più le radici fanno presa nella terra. In questo senso, forse, ci può stare: alla fine è un tema che si presta a diverse letture.

L'idea a cui avevo pensato era quella di dare l'immagine della felicità che metteva radici, dare all'anziano signore l'illusione di poter controllare la felicità con una pianta che porta il suo nome, del resto, anche io l'ho regalata qualche volta come segno di buon augurio.

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Gennibo
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#7 » mercoledì 17 marzo 2021, 17:50

Lilith_luna ha scritto:Passando alla parte critica, quando inizia il dialogo mi sono un po' persa in alcuni punti.
Amelia e Gigi sono al citofono per cui la frase "Una porta sbatte, un naso viene soffiato, un fazzoletto di stoffa viene ficcato in tasca" io immaginavo fossero cose che lei sentisse attraverso il citofono e non che quella porta sbattuta indicasse che Gigi stava andando al cancello. Qui dovevi essere un po' più chiara.

Ciao Tiziana e grazie delle belle parole, riguardo i passi critici, pensavo che la porta che sbatteva fosse sufficiente per dare lo stacco, ma visto che tu me lo hai fatto notare non lo è stato, avrei dovuto aggiungere anche dei passi o che sbucava fuori dal gabbiotto dove si trovava.
L'Eh?, mi è sfuggito, hai ragione, meglio a capo.
Lilith_luna ha scritto:Cosa significa che "Gigi non era tutto lui"? Immagino sia un modo di dire per indicare che è un po' pazzo? Non ho afferrato e vorrei essere sicura.

Più che pazzo, un po' fuori di testa, con delle idee tutte sue, particolari.
Lilith_luna ha scritto:C'è poi un passaggio che mi ha confusa.
"L’ho deluso, le spalle si piegano, gli occhi si appannano./Eh, no, io senza Maria non ci voglio stare." Questo passaggio parla del nonno? Le spalle che si curvano sono di Gigi, di Amelia o del nonno? Scusa ma non mi è chiaro.


– Ne ho sentito parlare, certo! Ma questa cosa della vita allungata non mi convince molto, sa. Ha presente il detto: attento a quello che desideri che si potrebbe avverare?
Mio nonno si lamentava sempre che era stanco di vivere, soprattutto dopo che era morta sua moglie.

Qui, con il copia e incolla (Mio nonno...) mi è andato erroneamente a capo e quando l'ho riletto era troppo tardi. Capisco la confusione che si crea perché in quel modo sembra che lei stia pensando al nonno quando invece stava continuando a parlare con Gigi, cerca di scoraggiarlo dal pensiero che vivere per sempre sia una cosa positiva. lui capisce, l'idea di vivere senza sua moglie non gli piace ed è deluso.

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wladimiro.borchi
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#8 » giovedì 18 marzo 2021, 17:00

Ciao Isabella,
il racconto è scritto, al solito, in modo impeccabile, se non per quelle sciocchezzuole che ti hanno già fatto notare e di cui ti eri, in alcuni casi, già accorta.
L'unica cosa che non mi ha preso troppo è la storia che hai raccontato.
Sicuramente sei riuscita a renderla molto vera, al punto da sembrare autobiografica.
Forse, però, è troppo lineare, senza guizzi particolari o svolte che mi abbiano stupito.
Non fraintendermi, resta anche questo un buon lavoro, che merita postazioni alte in classifica (almeno per quanto ho letto fin qui), ma non è tra quelli che ha saputo tirarmi dentro di più.
A rileggerci presto
W

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Davide Di Tullio
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#9 » giovedì 18 marzo 2021, 17:30

Gennibo ha scritto:Tolgo il cartello di “chiuso per lutto” dalla saracinesca, e la tiro su. Entro e mi barrico dentro, che se passa il vigile mi dà la multa. Maledetta di una zona rossa.
Almeno le piante mi fanno compagnia. L’ho sognato anche stanotte, che mi chiede i fiori, me li chiede sempre. Accarezzo i tulipani, come avrebbe fatto lui; ne preparo un mazzo ed esco.
Arrivo davanti ai cancelli chiusi del cimitero.
No! Mi sono dimenticata che da oggi è tutto blindato. E adesso come faccio? Ci sarà Gigi, il custode amico di mio padre. Suono il campanello.
– Chi è. – Gracchia una voce dal citofono.
– Buongiorno, sono Amelia…
Una porta sbatte, un naso viene soffiato, un fazzoletto di stoffa viene ficcato in tasca. Alla fine mette la mascherina.
– Ah, sei tu!
– Mi scusi se la disturbo, ma volevo portare i fiori a mio padre…
– Cosa? Parla più forte che sto diventando sordo.
– Volevo portare i fiori a mio padre!
– Ah, no, non si può, mi dispiace, se mi becca il vigile, il comune mi licenzia.
– Ma se glieli passassi dalle sbarre? Lui ha bisogno dei suoi fiori, li ha curati ogni giorno per tutta la sua vita e anche adesso, sa, anche di là. – alzo gli occhi a indicare il cielo. – Ne ha bisogno.
– Eh, mi dispiace, sono tempi schifosi, mi vedi dietro queste sbarre? Sembra di stare in galera, io non ne posso più.
– A chi lo dice! E io come faccio adesso a portare tutti i santi giorni i fiori a mio padre?
Gigi mi fissa, sono occhi imbarazzanti i suoi, non è che ci vuole provare, spero. No sono scema, cosa vado a pensare, potrei essere sua figlia. Alla fine abbassa gli occhi e spara un incerto:
– Però… io e te potremmo fare un patto, eh?
O mamma, e adesso?
– Che genere di patto. – indago fingendo indifferenza.
– Conosci il Matteo, mio nipote?
– Quello che va al liceo?
– Lui. L’altro giorno, ha detto che ha letto un libro, roba di magia… – Eh?
– Ha giurato che c’è una Pianta Filosofale che può fare miracoli, allunga la vita. – Ah, sollievo, ma allora mio padre aveva ragione, che Gigi non era tutto lui…– e mi ha spiegato che l’ha studiata anche a scuola…
Adesso gli spiego tutto io. E magari gli consiglio anche la marca di un bell’apparecchio acustico. Però… poi, papà avrà i suoi fiori? Lui mi vede tentennare e incalza.
– Non pensare che io sia il solito vecchio rimbambito che viene infinocchiato così. Però, lui è stato lì a spiegarmi per bene, serio serio, non che ho capito tutto, qualcosa quadrava, e alla fine ho pensato, che problema c’è a chiedere al mio amico che sa tutto di fiori e piante. Però non ho fatto in tempo, il coviddo odioso se lo è portato via. E adesso che tu sei qui, mi sembra un segno del destino.
E sì, anche a me.
Faccio una veloce ricerca su internet fingendo di rispondere a un messaggio. Guarda un po’ “pianta filosofale”, c’è davvero, anche se sono tutte finte:
Alla fine dico con tutta la professionalità possibile:
– Ah, ma certo, la Tralizia! – Grazie internet! Guardo ancora in su, lo faccio solo per te papi, sappilo.
– Matteo non mi ha detto come si chiamava, solo che era una pianta filosofale, sai, con il coviddo, più ci si protegge e meglio è.
– Ne ho sentito parlare, certo! Ma questa cosa della vita allungata non mi convince molto, sa. Ha presente il detto: attento a quello che desideri che si potrebbe avverare?
Mio nonno si lamentava sempre che era stanco di vivere, soprattutto dopo che era morta sua moglie.
L’ho deluso, le spalle si piegano, gli occhi si appannano.
– Eh, no, io senza Maria non ci voglio stare.
Alzo il tono, così che quello che dico sia chiaro: – Guardi, ho la soluzione. – lui si raddrizza, io mi sento un incrocio tra un dio e una sporca truffatrice.
– Ho la soluzione. Che ne dice del Tronchetto della Felicità? Andiamo sul sicuro, più le radici si allungheranno e più farà effetto.
– Brava, hai capito di cosa c’è bisogno.
– Facciamo un patto, io le porto la pianta, e lei mette tutti i giorni i fiori per mio padre.
– Affare fatto tesoro. – allunga il braccio per prendere i tulipani.
Per adesso quella felice sono io, e torno soddisfatta in negozio.


Ciao Isabella

piacere di leggerti! Un racconto che fila liscio. Una buona alternanza tra dialogo e pensato (magia della prima persona). I personaggi mi paiono ben caratterizzati (soprattutto il guardiano). Lo scambio tra i due è convincente e ho apprezzato la vena vagamente umoristica, un po' agrodolce, del racconto. L'unica nota dolente forse è il finale che mi sembra un po' raccontato, con la protagonista che dice a se stessa di essere felice. Avrei preferito un finale più sfumato, una chiosa con un gesto significativo che "mostrasse" la gioia della donna.
Nel complesso una buona prova.

a rileggerci!

alexandra.fischer
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#10 » giovedì 18 marzo 2021, 21:37

L’HO FATTO PER TE, PAPA’ di Isabella Valerio Tema rispettato. Punti di forza: il legame fra figlia e padre, che rimane intatto anche dopo la morte di lui. Il fatto che lei sia una fiorista, proprio come il padre, poi, rende la storia più avvincente (gustoso l’equivoco della Pianta Filosofale che dovrebbe allungare la vita al suo possessore da parte del custode del cimitero dov’è sepolto il padre della protagonista). Mi è entrata nel cuore l’immagine dei tulipani che lei vuole portare al padre per onorare la passione di lui per i fiori e non può per via dei divieti causati dalla pandemia. Passano dalle sbarre, e questo a prezzo di una ricerca su Internet da parte di lei di questa pianta citata da Matteo, il nipote del ligio (e sordo) custode. Bello il nome: Tralizia. E anche la consegna del Tronco della Felicità (visto che il custode, appreso dalla protagonista cosa significhi la vedovanza, preferisce una pianta…meno magica).
Punti deboli:
ti segno le frasi corrette qui sotto:
− Chi è? – gracchia una voce dal citofono.
− Cosa? Parla più forte, che sto diventando sordo.
− Che genere di patto? – indago fingendo indifferenza

alexandra.fischer
Messaggi: 2875

Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#11 » giovedì 18 marzo 2021, 21:38

Ciao, Isabella. Ho una perplessità. Riguarda la frase: Gigi non era tutto lui.
Non è sbagliata, ma per certe case editrici potrebbe sapere troppo di parlato, magari sarebbe meglio: Gigi non era proprio in sé). Questo, se fosse il mio racconto.

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filippo.mammoli
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#12 » sabato 20 marzo 2021, 11:50

Ciao Isabella,
Piacere di ritrovarti nell'arena.
Il tuo racconto mi è molto piaciuto fin quasi alla fine.
È scritto molto bene, con i dialoghi intercalati ai pensieri della protagonista. Una situazione resa bene e molto realistica, solo che il finale non mi ha convinto e ha inficiato anche il resto, perché è sfumato davanti ai miei occhi il senso di tutto il racconto.
Il tema è presente, ma ho avvertito una sensazione di inconcluso, forse un plot twist avrebbe reso merito a tutta la costruzione, peccato.

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lucaspalletti
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#13 » sabato 20 marzo 2021, 15:07

Ciao Isabella,
ho letto con piacere il tuo brano.
Il tema è senz'altro attuale, oltre che centrato (con la doppia chiave di lettura delle radici "fisiche" delle piante e quelle "emotive" e sociali dei personaggi), e il racconto si legge facilmente e senza intoppi, possedendo una semplicità (senza essere banale) che ho trovato gradevole.
Per contro, ho purtroppo faticato un pochino ad empatizzare coi personaggi, li ho sentiti in qualche modo distanti. Inutile dire che probabilmente è stata una mia impressione soggettiva e che non è certo semplice stabilire connessioni empatiche in un formato così ridotto. Tuttavia, avrei personalmente gradito un approfondimento emotivo nella prima parte, soffermandosi magari maggiormente sul senso di perdita e lutto della protagonista. Avrebbe donato più forza all'intera vicenda, a mio avviso.
Sul piano più stilistico, come registrato già da altri utenti, ho trovato la narrazione un pelo didascalica. Forse proprio questo ha contribuito a distaccarmi dal flusso sentimentale, facendomi sentire sempre troppo esterno alla vicenda, nonostante la focalizzazione sul PDV mi sia sembrata in realtà ben centrata.
Nel complesso un buon racconto che però, magari per mia mancanza, non è arrivato al cuore come speravo.
Spero di leggere presto altri tuoi brani!
Buona Sara Simoni edition,
Luca

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Stefano.Moretto
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#14 » lunedì 22 marzo 2021, 12:14

Ciao Isabella
Inizio dicendo che ho trovato il tuo racconto molto reale, come ti hanno già detto le interazioni tra i personaggi sono così credibili che sembra autobiografico. La situazione imbastita e i conflitti che deve affrontare la protagonista sono ben progettati, su tutta la struttura non ho davvero niente da dirti. Anche la distribuzione delle informazioni è stata gestita sapientemente, introducendo fin da subito l'informazione del lutto in modo talmente naturale che il lettore assorbe l'informazione senza neanche accorgersene.
Sullo stile qualche piccola nota a margine da mettere c'è, ma poca roba.
Una porta sbatte, un naso viene soffiato, un fazzoletto di stoffa viene ficcato in tasca. Alla fine mette la mascherina.

Questo è probabilmente il punto meno chiaro: senza un soggetto chiaro che compie l'azione non è immediato capire cosa sta succedendo.
Nel pezzo subito dopo ci sono un po' troppe battute una dopo l'altra senza un pensiero, un'azione o una semplice percezione. Considera che in quel momento noi ancora non sappiamo come sono disposti i due nello spazio e questa informazione ci arriva solo quando lei dice "Ma se glieli passassi dalle sbarre?", lì il lettore cade un po' dalle nuvole perché magari si era immaginato i due parlare faccia a faccia fuori dal cancello.
Infatti la parte dopo, dove le interazioni tra i due vengono intervallate bene da pensieri, azioni e percezioni, questa distanza tra fatti raccontati e lettura percepita si riduce notevolmente.
Nel complesso vedo che nel tempo stai migliorando molto e ti faccio i miei complimenti, si vede che ti stai impegnando a far fruttare i feedback che ricevi.

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giulio.palmieri
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#15 » mercoledì 24 marzo 2021, 21:59

Ciao Isabella, piacere di leggerti.
Il racconto si legge molto bene; originale, tutto sommato, l'ambientazione odierna e la semplicità del gesto: portare dei fiori al cimitero. Sembra un racconto serio, all'inizio, che poi si scioglie nella leggerezza dell'accordo tra Gigi e Amelia. Forse manca qualche sorpresa, ad esempio una reticenza di Gigi, seguita dalla risoluzione finale. Comunque molto, molto piacevole. E buona edition.

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antico
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Re: L'ho fatto per te, papà

Messaggio#16 » giovedì 8 aprile 2021, 17:55

Un racconto semplice e lineare, ben raccontato, piacevole, forse un po' disordinato per la mancanza di revisione finale (e questo incide particolarmente in testi come questo che fanno della pulizia e semplicità il proprio cavallo di battaglia). La protagonista ha una missione, trova un guardiano e deve superare la prova, ci riesce, vince, il tutto in un contesto molto attuale che non guasta mai. Forse il problema più grosso consiste proprio nella prova e nella sua decisione se ingannare o meno il guardiano, credo fosse un pezzo in cui avresti potuto darci dentro con maggiore verve comica. Il tema c'è, ma non è così immediato arrivarci. Concludendo, direi un classico pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante.

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