Flussi

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Andrea Furlan
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Flussi

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 1:21

Aspettavo l’email da giorni, poi ieri sera è arrivata: Giorgio, il mio capo di Dipartimento, ha terminato il nostro sogno in poche righe.
Teorie assurde, esoteriche. Nessuna etica scientifica. Fondi sprecati. La sua fiducia tradita. E l’ultima frase: «…il Consiglio ha deciso di interrompere il finanziamento. Mi dispiace.»
Ora lavoro in mezzo al bosco con il mal di testa che non mi fa pensare.
Piccone e vanga. Sto liberando la teca di plexiglas dalla sua buca nel terreno. Questa è una delle prime che avevamo installato, quando Vanessa era ancora viva. Il fondo è mezzo pieno di foglie e i bordi si confondono nel terreno marrone scuro alla base degli alberi.
Occhi lucidi, rabbia, disperazione. Il vento mi confonde, il suo rumore muove le foglie, come se il bosco ridesse di me.
Le lacrime mi impediscono di vedere. Devo fermarmi.

Qualche giorno prima. Ad appena un centinaio di metri da qui, installavo nuove teche nel terreno mentre Anna giocava attorno a me. Correva ridendo, tutta trecce bionde e occhi azzurri, felici. «Sei lenta Starlet! Arrivo prima io anche stavolta!» urlava ogni tanto.
Mi sono fermato a guardarla. La mia bambina, sette anni, una vera forza della natura. L’ho vista toccare una roccia, girarsi indietro. Nessuno che la seguiva.
«Ah ah! Ti ho battuta anche stavolta pigrona. Hai visto Papà? Starlet ha perso!»
Le ho sorriso. «Sei la più veloce di tutto il bosco, Anna. Ma stai attenta, non farti male…»
Mi sono rimesso a lavorare, perdendola di vista per qualche minuto.
Quando ho finito, sono andato a prendere il contenitore del tracciante, ma non l’ho trovato. Ho spostato attrezzi, controllato se fosse caduto. Niente.
All’improvviso un pensiero mi ha colpito. Anna. Il tracciante è radioattivo, pericoloso.
L’ho cercata con lo sguardo: quando l’ho individuata, aveva in mano il contenitore. Lo stava vuotando in una delle mie buche, appena scavata.
«Anna, no, lascialo stare!»
L’ho raggiunta, strappandole il flacone dalle mani. Vuoto. L’ultima dose che avevo.
Lei ha cominciato a piangere, spaventata. Non respirava dall’agitazione.
«Perché lo hai preso? Lo hai buttato via tutto.»
«Scu…sa… Papà. Starlet…starlet… voleva…fare…gioco…» la sua voce rotta dal pianto mi torna in mente come se fosse qui davanti a me.

Ieri sera l’ho fissata a lungo mentre dormiva, così simile a Vanessa.
Poco prima che arrivasse il messaggio, stavo aggiornando la mappa dove ho disegnato le buche e gli alberi trattati con il tracciante. Come ogni giorno, ho registrato gli esiti della rilevazione attraverso il plexiglas. Solo radici bianche, esito negativo, come al solito. Invece io cercavo l’alone rossastro che si formava quando il tracciante passava da un albero all’altro. Poi la misura con lo strumento dava la prova definitiva.
Un po’ deluso, mi sono perso a guardare le foto appese sopra alla scrivania.
Io, Suzanne, Vanessa e una piccola Anna. Dietro di noi una sequoia enorme. Eravamo allegri, la nostra prima volta sulla costa Ovest degli Stati Uniti, il sogno di ogni botanico. Non sapevamo ancora che Vanessa era già malata.
Dopo tanti anni di ricerche nelle foreste di mezzo mondo, è stato lì che Suzanne ci aveva affascinato con la sua teoria: le piante non sono solo individui singoli che competono per l’acqua e la luce. Invece comunicano fra loro attraverso il suolo, le radici, le micorrize, creano comunità, come un grande super organismo.
Vanessa mi sorrideva dal muro. Se non si fosse ammalata, ora saremmo ancora in mezzo alle sequoie, a lavorare con Suzanne. Invece siamo da soli io e Anna, nel Cadore, dove ho deciso di tornare nella mia vecchia casa.
Ho preso la bottiglia di grappa, versando un bicchiere dopo l’altro. Il dolore è un po’ passato.

Giorgio ha spento ogni sogno: niente fondi, niente ricerca. Basta con i sogni di gloria, le pubblicazioni internazionali. Troverò un altro lavoro in paese, farò crescere Anna fra le mie montagne, come avrebbe voluto Vanessa. Saremo felici lo stesso.
Con la vanga tolgo le foglie sul fondo della teca, poi l’occhio mi cade sulle radici. Non credo ai miei occhi, mi butto in ginocchio per vedere più da vicino. Un tenue alone rosso le ricopre quasi tutte.
Il suono della mia risata si perde nel vento che corre fra le foglie.



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antico
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Re: Flussi

Messaggio#2 » martedì 16 marzo 2021, 1:29

Ciao Andrea! Malus minimo per il tempo per te, ok con i caratteri! Buona SARA SIMONI EDITION!

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Sherwood
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Re: Flussi

Messaggio#3 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:11

ciao Andrea,
questo è il secondo racconto del vostro girone che utilizza gli alberi (e le radici) per decliare il tema. Personalmente è una scelta che mi piace molto, adoro gli alberi, quindi è come sfondare una porta aperta. A parte queste divagazioni, ho trovato il tuo racconto davvero affascianante. Ottimo incipit che introduce subito il lettore nella storia. Il fulcro del racconto è la teoria di Suzanne, secondo la quale le piante non sono organismi a se stanti, ma comunicano tra loro attraverso le radici, le micorrize (ammetto di aver dovuto cercare questo termine), quindi formano una specie di rete. Teoria affascinante che però il protagonista fatica a dimostrare. Quando ormai non ci sperava più e già pensava di andare a vivere altrove, ecco il miracolo... Hai uno stile che mi piace molto, senza fronzoli, un bel ritmo, le giuste pause. Ti ho letto con piacere e ti faccio i miei complimenti.

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Andrea Lauro
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Re: Flussi

Messaggio#4 » giovedì 18 marzo 2021, 7:19

Ciao Andrea, una buona prova che soffre di un problema di interpretazione. Lieve lieve, per carità, ma te lo faccio notare così hai modo di riflettere su quali punti potevano essere meglio esposti.

Discorso teche seppellite: lui è un ricercatore universitario. Il suo capo Dipartimento (senza “di”) gli boccia la ricerca definendola assurda ed ESOTERICA. Lui ha perso una certa Vanessa. Va nel bosco con piccone e vanga e disseppellisce una teca in plexiglass. → mi stavo immaginando un racconto horror. Intendiamoci: sto parlando di quello che si aspetta il lettore. Se un racconto parte come fiction e sul finale diventa horror è inaspettato e c’è un climax. A volte ci si riesce, a volte no. Ma se il lettore parte pensando che sia horror, e poi non lo è, allora l’aspettativa disattesa lavora al contrario, smorza più di quanto non dovrebbe.

“Qualche giorno prima.” Finezza: lo metterei come titolo di paragrafo, non come prosa. Oppure cambia la frase.

Nomi: Quando arrivo a Starlet, hai già citato 4 nomi diversi: Giorgio, Vanessa, Anna e Starlet. E tutti una volta. Il lettore non se li ricorda oppure li confonde tutti. Domanda: servivano tutti e quattro? E poi sotto compare anche Suzanne. Sono troppi, e ti posso dire: Starlet e Suzanne non servono. Vanessa va da subito spiegato chi è.

Un buon racconto che si piazza direi in quarta - sesta posizione.
buona edition!
andrea

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Giovanni Attanasio
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Re: Flussi

Messaggio#5 » giovedì 18 marzo 2021, 13:18

Nel commentarti non ho letto nessun commento di altri utenti.

Ho riletto più volte: non riesco a capire chi è Starlet. Ho pensato a un cane o simile. Non è così importante.
La storia non è male, anche se ci sono alcuni elementi che mi hanno parecchio confuso, tra cui “ha terminato il nostro sogno in poche righe”: mi suona strano, forse lo proverei a riformulare.
L’andamento della storia è lento, sa troppo di un uomo che riflette e ripensa al passato; la trama non mi ha preso, anche se ero curioso di scoprire se, magari nel prossimo paragrafo, accadesse qualcosa di “forte”.
Radici bianche, direi.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Emiliano Maramonte
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Re: Flussi

Messaggio#6 » giovedì 18 marzo 2021, 19:15

Ciao Andrea, bentrovato.
Ho apprezzato il tentativo di costruire uno scenario organico (non nel senso di biologico, ma inteso come affresco generale ben chiaro nella tua mente), e, nelle sue linee essenziali è interessante, tuttavia lo sviluppo è alquanto confuso.
In alcuni manuali di scrittura (che non sono testi sacri o bibbie, per carità, però indicano delle regole da tener presente), si parla di "promessa iniziale" al lettore: nelle prime righe di qualsiasi scritto l'autore promette qualcosa: emozioni, avventure, viaggi fantastici, stupore, brividi... etc etc etc. Nel tuo caso, purtroppo la promessa non è chiara, non dà la giusta rotta, e io per primo sono rimasto disorientato. Successivamente, le vicende mi sono parse slegate. Sono comparsi diversi personaggi che sembravano fuori contesto o messi lì un po' a casaccio (Starlet, Suzanne...) e tutta una serie di dettagli mi è risultata nebulosa. Ad esempio, la colorazione rossa delle radici cosa vorrebbe significare?
Se la teoria era quella di una sorta di "Gaia" vegetale, di una sorta di comunità biologica globale, avrei preferito vederne gli effetti, con un personaggio che comunica con gli alberi o, ad esempio, un fenomeno di feedback biologico a distanza o collettivo... insomma, spero di essermi spiegato.
Il racconto non è scritto malaccio, anche se un po' scolastico in alcuni passaggi, ma è carente sotto il profilo della progettazione e dello sviluppo complessivo.
Tema tutto sommato centrato.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Alessio
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Re: Flussi

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 17:27

Ciao Andrea,

interessante l'idea, tuttavia non sono troppo convinto dalla tua storia.
La parte centrale, secondo me, avrebbe reso meglio sotto forma di flashback, anziché di racconto del protagonista, perché così ho avvertito un certo distacco da quello che mi stava raccontando. Inoltre sa troppo di infodump.
Quando Anna ha preso il tracciante e specifichi che è radioattivo, mi aspettavo che si sarebbe ammalata come Vanessa, invece no. Allora perché dire che è radioattivo? Se è per giustificare l'urgenza e la preoccupazione del padre che Anna potesse ingoiarlo, non serve: direi che si può tranquillamente assumere che un *tracciante* non sia una cosa bella da scolarsi.
Poi non ho capito se il fatto che Anna ha buttato tutto il tracciante nella fossa sia il motivo per cui poi il pdv trova le radici rosse. Se è così, mi manca un link un po' più solido tra le due cose. Se invece non sono collegate, allora mi sfugge il senso di tutta la scena.
Le parti "qui e ora" invece scorrono decisamente meglio.
Insomma, un lavoro che per me è riuscito a metà.

Alla prossima!

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Andrea Furlan
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Re: Flussi

Messaggio#8 » lunedì 22 marzo 2021, 0:28

Grazie s tutti per i vostri utili commenti e che mi confermano una volta di più i punti deboli su cui devo lavorare.
E qualche spiegazione per i più curiosi:
L'idea dei flussi riguarda in primo luogo il superorganismo forestale, teoria che si conferma quando la bimba fa un'azione non compresa nella teoria di base di iniettare il tracciante nei tronchi ma versando nel terreno, cosa a cui il protagonista non aveva pensato. Flussi, contrapposti alle radici, sono anche i viaggi di lavoro fatti dalla coppia prima che la moglie morisse di un male incurabile. Lui decide di abbandonare la vita nomade per tornare alle proprie radici nella casa di famiglia, ma così isola la bambina, che si inventa un'amica immaginaria (Starlet).
Concordo che come al solito fosse tutto troppo ambizioso per i caratteri disponibili, e anche sul fatto che Starlet e Suzanne sono personaggi superflui: la storia avrebbe funzionato meglio senza.
Visto che era una storia che a grandi linee avevo già in mente prima del contest, potrei svilupparla più lunga e complessa nel laboratorio, vedremo...
Interessante il punto sulla "promessa al lettore" che un paio di voi hanno sollevato: sento di dover lavorare ancora molto sugli incipit e questo suggerimento è senz'altro utile.

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Gennibo
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Re: Flussi

Messaggio#9 » lunedì 22 marzo 2021, 10:12

Ciao Andrea, il tuo racconto mi ha lasciata perplessa. Ci sono diverse criticità nel testo, una è la debolezza dell'idea e poi c'è la quantità delle informazioni e la loro gestione. Credo che potrebbe migliorare partendo con il protagonista che manda la mail al capo dicendogli la frase chiave, cioè che: le piante non sono solo individui singoli che competono per l’acqua e la luce. Invece comunicano fra loro attraverso il suolo, le radici, le micorrize, creano comunità, come un grande super organismo.Così anche noi lettori capiamo subito di cosa si sta parlando e facciamo il tifo per il protagonista. (che però andrebbe chiarito come mai un super organismo dovrebbe migliorare in qualche modo il mondo) A quel punto lui va a installare altre teche con Anna e riceve il messaggio dal capo con la risposta negativa, lui si distrae, e si deprime, (e ci distraiamo anche noi lettori, cosa buona perché ci mette in sintonia con il protagonista) Quando si riprende ha perso di vista Anna, va a cercarla, lei ha fatto un pasticcio che però sarà ciò che innescherà il processo che lui si aspettava.
Non ho capito cosa c'entra l'esoterismo e Starlet, e neppure perché se stavano bene in America tra le sequoie, la moglie avrebbe voluto che la figlia crescesse in Cadore.

FilippoR
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Re: Flussi

Messaggio#10 » mercoledì 24 marzo 2021, 14:04

Ciao Andrea, il racconto è stato scorrevole, gli unici appunti che ho sono sul gran numero di nomi (ma come hanno anche già detto gli altri), probabilmente alcuni sono di troppo e non tutti chiari, inoltre anche io mi sono preoccupato per il discorso del tracciante preso da Anna che poi non si è rivelato pericoloso.
Grazie e alla prossima!

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Damjen
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Re: Flussi

Messaggio#11 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:04

Ciao e piacere di conoscerti.
Quando ho cominciato il tuo racconto mi sono immediatamente sentita emotivamente coinvolta. Una mail sarcastica, un sogno infranto. Terribile.
Forse per questo il tuo racconto mi è sembrato perdere d’intensità, piuttosto che aumentarla. Anche la teca nel terreno, visivamente fighissima per il connubio tra natura e tecnologia, mi ha come fatto la bocca a qualcosa di più forte, tipo un risvolto sovrannaturale o fantascientifico. E perfino la bambina, inseguita da qualcosa che forse nemmeno c’è (“nessuno che la seguiva”) mi ha fatto immaginare qualcosa di horror. Colpa dei miei gusti che mi portano a leggere un sacco di storie forti, lo capisco.

Eppure la tua storia è effettivamente forte, ma in un modo più profondo. Per questo a una seconda lettura ho potuto concentrarmi di più sulla forma e apprezzare la tua scrittura che, al netto di un uso forse un po’ eccessivo di nomi tutti femminili che mi hanno un po’ confusa, ho trovato molto naturale.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Flussi

Messaggio#12 » giovedì 25 marzo 2021, 20:41

Ciao Andrea, un piacere leggerti.
Parto con il modo con cui hai affrontato il tema: molto originale secondo me.
La nota più positiva è sicuramente lo stile di scrittura che mi è piaciuto molto e che presenta pochissime correzioni da fare. Per di più trattasi di dettagli anche trascurabili.
La nota dolente, a mio modesto parere, è un po' di caos tra avvenimenti e personaggi, soprattutto per quanto riguarda questi ultimi. Un piccolo consiglio è quello di differenziare i nomi dei protagonisti più nettamente (Scarlett, Suzanne) per enderli più riconoscibili al lettore. Tu che scrivi le hai bene in mente come immagini. I lettori invece no, e questo è un problema.
Per il resto a me il racconto è piaciuto.
A rileggerci.

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Andrea Partiti
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Re: Flussi

Messaggio#13 » venerdì 26 marzo 2021, 0:15

L'idea è bella e perfettamente in tema, ma la struttura mi sembra molto precaria. Penso che per funzionare dovresti ristrutturare completamente le scene che scegli in modo da renderle efficaci, così trasmetti immagini e idee in contrasto tra loro, passi dalle ricerche internazionali a un omino che scava in mezzo agli alberi con la figlia (figlia?) che gli gioca attorno e fa cose con il suo materiale. Non è credibile, non ci vedo una persona "di scienza" con un approccio così sciatto e approssimativo. Sì, il consiglio ha ragione a chiamarlo assurdo ed esoterico se il suo metodo è questo. In che modo dovrei empatizzare con lui e con la sua ricerca stroncata?

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antico
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Re: Flussi

Messaggio#14 » giovedì 1 aprile 2021, 14:56

Un racconto che rimane molto superficiale rispetto a quello che avrebbe potuto essere. Starlet sembra una presenza importante, quasi un'emanazione dello spirito delle piante, ma non lo sviluppi e alla fine diventa inutile. La stessa storia personale del protagonista non riesce a incidere nel racconto e il finale appare forzato e anche poco chiarificatore. Ma la cosa che colpisce è che, di base, hai delle belle doti comunicative, solo che non sembrano messe a frutto con una strategia funzionale e così rimane tutto all'acqua di rose nonostante si percepisca che ci sarebbe spazio per un racconto tripla A. Tema appena toccato nonostante tutto. Per me questo è un pollice tendente verso il positivo, ma al pelo. Grandissimi margini di miglioramento.

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