Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

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antico
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Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 16 marzo 2021, 2:27

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BENVENUTI ALLA SARA SIMONI EDITION, LA SETTIMA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 151° ALL TIME!

Questo è il gruppo TERRA della SARA SIMONI EDITION con SARA SIMONI come guest star.

Gli autori del gruppo TERRA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ESPLORATORI.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo QUERCIA.


Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da SARA SIMONI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo TERRA:

Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro, ore 23.46, 4208 caratteri
Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte, ore 00.43, 4242 caratteri
L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio, ore 00.58, 3991 caratteri
Andiamo a casa, di Alessio Vallese, ore 00.46, 3619 caratteri
Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti, ore 22.48, 3431 caratteri
Non puoi, di Giovanni Attanasio, ore 23.21, 3666 caratteri
Un motivo per tornare, di Sherwood, ore 22.08, 2946 caratteri
La suocera, di Mario Mazzafoglie, ore 23.16, 4233 caratteri
Un luogo dove restare, di Sara Rosini, ore 00.22, 4053 caratteri
L’ultima missione, di Filippo Rubulotta, ore 00.46, 4190 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 MARZO per commentare i racconti del gruppo ESPLORATORI Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 26 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo ESPLORATORI e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo ESPLORATORI.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA SARA SIMONI EDITION A TUTTI!



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Massimo Tivoli
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 17 marzo 2021, 11:14

Ciao a tutti! È stato un vero piacere tornare a leggervi. Buona Edition!


--- CLASSIFICA ---

1) Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
2) Un luogo dove restare, di Sara Rosini
3) Non puoi, di Giovanni Attanasio
4) Freddo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
5) Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
6) L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
7) Un motivo per tornare, di Sherwood
8) La suocera, di Mario Mazzafoglie
9) Andiamo a casa, di Alessio Vallese
10) L’ultima missione, di Filippo Rubulotta


--- COMMENTI AI RACCONTI (in ordine di apparizione nel gruppo) ---

Freddo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
Ciao Andrea,
considerato il tema e la storia che metti in scena, ho apprezzato la scelta di avvalerti del dialetto, che già da solo porta dentro l’atmosfera della storia oltre che rafforzare il concetto di “radici” come legame con le proprie origini. Tuttavia, per il modo totalizzante con cui te ne sei voluto servire, rappresenta anche una scelta rischiosa. Se da un lato è vero che chi non ha problemi a leggere in modo fluente quel dialetto apprezza ancora di più la storia, dall’altro chi, come me, si deve concentrare nella traduzione delle forme dialettali, finisce con il non poter godere a pieno della lettura. Per carità, la mia è una considerazione quasi esclusivamente soggettiva, ma che suggerisce anche delle implicazioni tecniche/stilistiche: avrei mantenuto senz’altro la tua bella idea di tirare in ballo il dialetto, ma con più senso della misura, non applicandolo a tutto, piuttosto a delle parti. Per es., parole più caratteristiche nei dialoghi o nella voce narrante, lasciando quelle più comuni, gli articoli, le preposizioni, all’italiano. Magari mi sbaglio, ma credo che avresti ottenuto lo stesso effetto, guadagnando in una lettura più immediata e, forse, più universalmente apprezzabile. Tralasciando questo aspetto di pura forma, resta una storia lineare ma efficace, in cui il lettore si sorprende della rivelazione della madre tanto quanto il personaggio. Io non ho percepito commozione, e non so quanto fosse un tuo intento quello di scatenare la lacrimuccia nel lettore. Anzi, non credo che fosse questo l’intento. Piuttosto, empatizzando con il protagonista, a me rimasto il rammarico per aver addossato al padre la colpa di una scelta di vita che invece era stata imposta dalla madre. In ogni caso, mi ha emozionato. E, per questo, ti faccio i miei complimenti.

Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
è un piacere rileggerti. Il racconto è weird al punto giusto: c’è la suspense iniziale, l’atmosfera cupa e misteriosa e il finale che lascia con un senso di indeterminatezza, che nel weird ci può stare. Elia Ubertis che si trasmette da uomo a uomo, da coscienza a coscienza, da anima ad anima, mettendo radici nel tempo e nello spazio, conferisce un che di cosmico alla storia. Peccato per il limite di battute perché, secondo me, il racconto avrebbe guadagnato maggiore sostanza se tu avessi legato la trasmigrazione perenne dell’Ubertis originale – l’inizio di tutto – a qualcosa che lo riguardasse, a uno scopo che andasse al di là di quello palese di vivere in eterno. In altre parole, la lettura mi ha lasciato con una domanda: chi era (il primo) Elia Ubertis? Tanto è vero che in un primo momento ho persino pensato che fosse un personaggio storico, di cui, per mia ignoranza, io non conoscessi l’esistenza. Invece, a fine racconto, capisco che Elia Ubertis è solo un nome e cognome che serve per mostrare al lettore questo processo di trasmigrazione eterna. In altre parole, il racconto mostra bene l’elemento fantastico su cui si basa, ma, almeno io, ho sentito la mancanza di una storia che sfruttasse di più l’idea (del resto il protagonista è un personaggio passivo, che subisce la cosa; non sappiamo quali sono i suoi desideri e i suoi conflitti). Questo chiaramente è facile a dirsi per chi, come me, sta comodamente seduto sul divano a leggerti, ma, come sappiamo, sarebbe stato molto difficile a farsi nelle modalità di esecuzione previste dal contest. Per cui, mi tengo la bella idea e riconosco che il racconto ha comunque un suo valore.

L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
Ciao Isabella,
refusi a parte – peraltro tollerabili visto la modalità d’improvvisazione su cui si basa MC –, il racconto si legge e si segue bene. La scenetta della truffa mi ha strappato un sorriso, e questo è sicuramente un aspetto positivo del racconto come anche l’ironia sottesa dalla “Pianta Filosofale”: belle trovate. La protagonista ha un desiderio chiaro (portare i fiori al papà defunto), universalmente riconoscibile, e se la deve vedere con un conflitto extra-personale di estrema attualità (il lockdown da Covid), quindi gli ingredienti per una storia emotiva ci sono tutti, sebbene, nel limite di battute, tu non abbia potuto calcare in modo meno “immediato” (come risoluzione della prova centrale) su questi.

Andiamo a casa, di Alessio Vallese
Ciao Alessio,
mi è piaciuta la tua interpretazione fantascientifica del tema e, sebbene l’idea generale non sia originalissima, l’hai interpretata in un modo interessante che ha senso di essere. E questo è un aspetto senz’altro positivo del racconto. Peccato per la realizzazione dell’idea che, a tratti, presenta picchi di infodump. Di seguito, te ne riporto alcuni.
L’inizio sa un po’ di infodump: “Chiudo il registratore vocale e lo appoggio sul tavolo accanto alla vasca di coltivazione col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre.”, per quel “col seme inerte, appena visibile sopra il terriccio terrestre”.
Anche questo pezzo: “Svuoto la vasca nel condotto di scarico che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo.”, per quel “che risucchia seme, terriccio, acqua e concime con un sibilo”.
Stesso discorso per “Domani pulirò tutto.”
Anche in questo dialogo: «Però almeno potremo tornare a casa. Siamo via da quasi un anno.», per quel “Siamo via da quasi un anno”. Loro due lo sanno.
Il punto è che usi un narratore autodiegetico (prima persona, focalizzazione interna) che tante cose che scrivi le sa, e si sente che le scrivi a mero beneficio del lettore. Dovresti trovare un altro modo di far emergere quei dettagli.
Anche il finale soffre un po’ lo spiegoncino, ma ne ho risentito meno, anche perché capisco pure che lì eri arrivato alle battute e andava fatto un raccolto. Con più battute, sono sicuro che avresti fatto emergere il ragionamento che ci dice esplicitamente il protagonista, per es., con un confronto con lei, con uno scambio tra i due.
In sintesi, per me, interessante interpretazione del tema, bella ambientazione, ma racconto da rivedere per migliorarne la resa.

Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
Ciao Andrea,
ho letto il tuo racconto con molto piacere. Tema centrato in modo affascinante e agghiacciante. Mi è piaciuta l’idea, la tua interpretazione del tema in chiave weird, e la realizzazione. Una prosa maliarda, la tua, che si sposa benissimo con il soggetto del racconto. Un tema classico (l’invasione “aliena”, nel senso più generale del termine “alieno”) ma interpretato in modo originale e, devo dire, elegante. Una poesia dell’ignoto, dell’orrore innominabile e indefinibile, che mi ha riportato alle inquietanti storie Lovecraftiane (che amo profondamente). La chiusa è spettacolare, intendo il modo in cui hai reso la creatura distribuita in tanti “corpi nuovi e forti” per il “nuovo ambiente”. Per me, considerata anche la modalità in cui uno si trova a dover scrivere per MC (improvvisazione pura, a meno di un improbabile riutilizzo di racconti pregressi), il tuo è un ottimo racconto. È il quinto racconto che leggo, quindi evito di sbilanciarmi in un pronostico che potrebbe essere disatteso, ma mi sorprenderebbe non vederlo almeno sul podio del gruppo.

Non puoi, di Giovanni Attanasio
Ciao Giovanni,
racconto molto particolare, il tuo. Credo che la dinamica generale mi sia abbastanza chiara da poter affermare che il tema è centrato. Capisco pure che Bly e Loppe, e all’inizio tutta la loro tribù(?), sono prigioniere di oscuri e ignoti aguzzini, ma del resto la natura di quest’ultimi, nell’economia del racconto, non necessita di essere compresa. Capisco che Bly, dapprima ribelle, con Loppe invece remissiva, poi, si ricredono, fino a un’inversione drastica dei ruoli: Bly remissiva (in realtà traditrice) e Loppe ribelle che vuole evadere. La conclusione è la parte più chiara: si chiude l’arco di trasformazione di Bly che, addirittura, uccide la sua compagna di sventura, Loppe. Ci sono pezzi molto suggestivi e la tua è senz’altro una penna affascinante, che sa raggiungere picchi quasi poetici. Tuttavia mi è mancato un po’ il contesto in cui tutta la vicenda è calata, generando in me un senso di comprensione parziale del racconto. Sembra come se tu avessi scritto qualcosa di più lungo e complesso, per poi essere costretto a tagliarlo di qua e di là per rientrare nel limite di battute imposto dal contest. Ribadisco: sembra, non dico assolutamente che sia andata così. In sintesi, mi piace la tua scrittura, sia come stile sia come uso del RUE (Resist the Urge to Explain), sebbene in questo racconto mi sembra che tu l’abbia portato un po’ troppo all’estremo, minandone la comprensione piena. Nel complesso, resta un testo che mi ha colpito e intrattenuto bene, fino alla fine. Mi è piaciuto leggerlo, senz’altro.

Un motivo per tornare, di Sherwood
Ciao Angela,
il racconto si legge bene, pure troppo. Mi spiego: narri la storia facendo uso di tanto “tell” e poco “show” e questo, si sa, limita l’impatto emotivo della narrazione. Inoltre il narratore esterno non aiuta il lettore a immedesimarsi – in questo caso eterodiegetico polifocalizzato, se non onniscente, considerati i repentini cambiamenti di PdV da lui a lei (a metà quando lui rientra e sul finale). Il lettore vede la scena da fuori come un mero spettatore, non è il vecchio, né il figlio, né lei, proprio perché si è deciso di non focalizzarsi su nessuno dei tre. Considerata la bella idea che hai avuto, questo invece sarebbe stato un racconto molto (ma proprio tanto) interessante se narrato con focalizzazione interna su uno dei tre (per es., autodiegetico sul figlio), o addirittura, a voler fare una cosa un po’ più difficile (visto il limite di battute), focalizzazione interna su tutti e tre (omodiegetico polifocalizzato) dedicando a ogni personaggio un “paragrafo” di storia indipendente dagli altri paragrafi. Sentire le tre campane, insomma. Poteva essere interessante giocare con i tre PdV, e far immergere il lettore in ognuno dei tre.
Inoltre, non ho colto la funzione del cambio di PdV sul finale: lei che butta i fiori nella spazzatura. Non ho capito se tra le righe nasconda una qualche rivelazione. A me non sembra visto che già da prima si è saputo che lei ha tagliato le rose.
In conclusione, racconto la cui lettura fila liscia, senza intoppi, ma che avrebbe potuto regalare più emozioni al lettore, adottando una differente gestione del PdV e focalizzazione.

La suocera, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario,
piacere di averti letto. Il tema è centrato e il racconto mi è piaciuto. Hai caratterizzato la povera protagonista bene e, piccole ridondanze a parte che sono inevitabili in un contest a tempo come MC, in modo convincente. Anche la rivelazione finale porta con sé una certa dose di sorpresa. Sorpresa che poteva essere ancora più potente ed efficace se avessi meglio seminato sul personaggio del marito. Mi spiego: la rivelazione finale, quel gesto efferato del marito, arriva un po’ dal nulla e questo, paradossalmente, ne limita lo stupore. Scrivo che “arriva un po’ dal nulla” perché, almeno io, avrei preferito una semina più accurata sul marito che, fino al momento del gesto omicida, si dimostra un comune marito che tiene talmente tanto alla madre da mettere in discussione il rapporto con la moglie. Non ci sono elementi di semina che mi inducono a pensare che questo rapporto con la madre sia malato e che lui, tutto sommmato, le rotelle a posto non ce l’ha. Ecco, elementi di semina di questo tipo non mi avrebbero fatto indovinare il finale (non è che uno malato di mente, in quella situazione, lanci necessariamente la moglie dalla finestra), ma me lo avrebbero reso più coerente con il personaggio e la situazione. Sarebbe stato un finale più convincente e, di conseguenza, la sorpresa sarebbe arrivata ancora più potente ed efficace. In conclusione, il tuo resta un bel racconto che ho apprezzato, sebbene con un po’ di minima insoddisfazione per una semina sul marito che poteva essere condotta meglio.

Un luogo dove restare, di Sara Rosini
Ciao Sara,
piacere di leggerti. Sono contento di aver trovato un’altra interpretazione del tema in chiave weird. Io stesso, appena letto il tema, avevo pensato che un weird ci sarebbe stato proprio bene. Poi, va be’, la testa ha deviato verso un genere a me più congeniale…
Ma ritorniamo a te: credo che non serva dirti che hai una scrittura accattivante e poetica, uno stile originale, che a me non dispiace affatto. Il racconto è suggestivo e poetico. Bella l’idea di questa simbiosi tra la ragazza e il faggio, simbiosi che perdura nel tempo, un po’ come un’autentica storia d’amore, come del resto scrivi nella chiusa. La situazione, complice anche la tua prosa affascinante, emoziona il lettore, nella misura in cui lui/lei può avvertire le suggestioni astratte scatenate dalla natura bizzarra (in senso positivo) del legame tra la ragazza e il faggio. Insomma, hai scelto di andare per un racconto situazionale, dove non ci sono personaggi protagonisti, a farla da padrone, ma i veri protagonisti del racconto sono l’idea weird alla base e la tua scrittura (quest’ultima più di tutto il resto). Ecco, diciamo che, per il tipo di lettore che io sono, avrei preferito che la tua scrittura, così bella e particolare, fosse stata messa al servizio di una storia e non il contrario (la situazione al servizio della tua scrittura). Una storia che mi facesse vivere spalla a spalla con questo o con quel personaggio. È come se, in un museo d’arte, io avessi visto un bel quadro, palesemente fatto bene, che magari mi trasmette pure emozioni fulminee, ma di cui, alla fine, quando magari mi scosto per guardare un altro quadro, non ricordo più niente.
Chiaramente devo ammettere che il mio è solo un parere soggettivo, radicato in chi sono io come lettore, in quelle che sono le mie preferenze narrative, e sono sicuro che per altri lettori, invece, il tuo racconto raggiunga il pieno consenso.
In conclusione, il racconto resta comunque uno dei miei preferiti e, sforzandomi ad astrarre da quelle che sono le mie preferenze e soggettività (cosa che chi è chiamato a giudicare dovrebbe cercare di fare), credo proprio di piazzarlo alto in classifica, per tutti i motivi che accenno nella prima parte del mio commento.

L’ultima missione, di Filippo Rubulotta
Ciao Filippo,
a livello di idea, mi è piaciuta la tua interpretazione in chiave fantasy del tema. Peccato che io abbia trovato la realizzazione meno convincente. La scrittura presenta ripetizioni e imprecisioni (di seguito te ne riporto qualcuna) che inficiano la resa della narrazione. Magari mi sbaglio, ma ho avvertito una difficoltà nel gestire il limite di battute imposto dal contest. A un certo punto, tutto vira verso il tragico epilogo in modo troppo improvviso e repentino per far presa sull’emozioni del lettore. In particolare, va bene che il nostro ingenuo protagonista ha spiattellato la sua impresa all’ingresso della locanda a dei perfetti sconosciuti (un po’ troppo ingenuo, francamente), ma come fa l’oste a sapere che lui è il ladro che cercano? Del resto, per quanto ingenuo l’esordio nella locanda del nostro sfortunato protagonista, non c’è nessun elemento antecedente di semina su questo. Di conseguenza, il cambio di rotta casca dal nulla, così come casca dal nulla anche il lettore.
Alcune imprecisioni:
lo faccio entrare -> dove? nella locanda?
gli e ne -> gliene
ma che ha perso da tempo i capelli -> "e calvo” era più che sufficiente
«I loro gli e li porto appena finiscono la loro.» -> da rivedere

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Signor_Darcy
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 19 marzo 2021, 12:33

1. Freddo, fumo e tanta miseria
2. Non puoi
3. Un luogo dove restare
4. La suocera
5. Il primo viaggio della carne
6. Un motivo per tornare
7. L’ho fatto per te, papà
10. Elia Ubertis
8. L’ultima missione
9. Andiamo a casa

La mia prima classifica: non è facile giostrare tra argomenti, stili e generi così diversi – in questi dieci racconti si trovano fantasy, horror, sentimento, sorprese, terrore, sofferenza, vendetta, dialetto. Ho bisogno di un po' di rodaggio, ma ci sto prendendo la mano. Premetto che, dei dieci, nessuno dei racconti l'ho trovato particolarmente debole nel suo compelsso: ci tengo a sottolinearlo.

Riporto anche qui i commenti in ordine di classifica.

Freddo, fumo e tanta miseria
Andrea Lauro
► Mostra testo


Non puoi
Giovanni Attanasio
► Mostra testo


Un luogo dove restare
Sara Rosini
► Mostra testo


La suocera
Mario Mazzafoglie
► Mostra testo


Il primo viaggio della carne
Andrea Partiti
► Mostra testo


Un motivo per tornare
Sherwood
► Mostra testo


L’ho fatto per te, papà
Isabella Valerio
► Mostra testo


Elia Ubertis
Emiliano Maramonte
► Mostra testo


L’ultima missione
Filippo Rubulotta
► Mostra testo


Andiamo a casa
Alessio Vallese
► Mostra testo

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filippo.mammoli
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » sabato 20 marzo 2021, 23:55

Eccomi qua, con commenti e classifica. A parte le prime due posizioni, il resto si è giocato sulle sfumature e sul gusto personale.

1. Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro.
2. Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
3. La suocera, di Mario Mazzafoglie
4. Non puoi, di Giovanni Attanasio
5. Andiamo a casa, di Alessio Vallese
6. L'ho fatto per te papà, di Isabella Valerio
7. L'ultima missione, di Filippo Rubulotta
8. Un luogo dove restare, di Sara Rosini
9. Un motivo per tornare, di Sherwood
10. Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti.

Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro

Ciao Andrea,
Leggerti è sempre un piacere.
Inizio col dire che il dialetto, che tu hai usato in modo lieve, non credo che si possa non capire anche una sola la parola, dà una caratterizzazione molto rurale e particolare, nel senso che ti fa concentrare su una realtà piccola e isolata dal mondo. È proprio qui che sta la sua forza. Parlandoci e mostrandoci i pensieri e lo stile di vita di una montagna che va scomparendo, hai parlato dei sentimenti che sono immutati da millenni. La scrittura è pulita ed efficace, ho davvero poco altro da aggiungere. Un quadretto verista che rimanda a ricordi antichi e dal sapore buono, come lo scoppiettare della legna sul fuoco.

Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte

Ciao Emiliano,
Sono molto contento di doverti commentare.
Anche questa volta il tuo racconto è molto interessante e, al solito, ben scritto.
Ti dico subito che sono in overdose da valutazioni sull'immersività, sulla gestione maniacale del punto di vista e sull'ossessione del mostrato invece che raccontato.
Per cui non entrerò affatto nel merito di tutto questo.
Ti dirò che ho sentito con forza la paura e la sottile angoscia che ha respirato il protagonista e che ho seguito con trepidazione tutti i suoi passi, fino al gran finale. I periodi brevi non spezzano il ritmo, a mio parere, al contrario. Sono rimasto un po' incerto all'inizio sui dialoghi senza punteggiatura, ma dopo poco si capisce bene ed è una scelta che può dare grandi frutti se gestita bene, vedi Saramago.
In definitiva per me è un ottimo racconto, uno dei tuoi migliori.

L'ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio

Ciao Isabella,
Piacere di ritrovarti nell'arena.
Il tuo racconto mi è molto piaciuto fin quasi alla fine.
È scritto molto bene, con i dialoghi intercalati ai pensieri della protagonista. Una situazione resa bene e molto realistica, solo che il finale non mi ha convinto e ha inficiato anche il resto, perché è sfumato davanti ai miei occhi il senso di tutto il racconto.
Il tema è presente, ma ho avvertito una sensazione di inconcluso, forse un plot twist avrebbe reso merito a tutta la costruzione, peccato.

Andiamo a casa, di Alessio Vallese

Ciao Alessio,
Ho apprezzato il tuo racconto che mi ha tanto ricordato Wall E. Una fantascienza dalla mano leggera e credibile, che forse però non brilla per originalità.
Ma tornando al testo l'ho trovato pulito e ben mostrato, con una orsa semplice e diretta.
Un buon racconto, forse senza sussulti a parte il finale che ho trovato comunque intelligente.
Alla prossima.

Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti

Ciao Andrea,
Piacere di leggerti.
La tua è una storia suggestiva con del potenziale, che però secondo me è riuscita a metà. Sono arrivato in fondo con la convinzione che avessi lasciato qualcosa per strada, e con più dubbi che certezze.
Ho trovato anche un po' di confusione su chi è il soggetto delle azioni che si compiono soprattutto nel finale. Inizio dalle contraddizioni che ho notato all'inizio.
La creatura sembra trovarsi sul bagnasciuga, spinta dalle correnti di una mareggiata. Con i suoi piedini o tentacoli i cerca di puntellarsi nella sabbia, ma subito dopo, quando già è accorsa la gente del paese, ci dici che una donna va al mare per raccogliere un po' d'acqua. Ma non dovremmo già essere al mare?
Poco dopo ci parli dei rantoli della creatura intrappolata (dove? Non lo hai mai mostrato) per poi piazzarlo nel profondo dell'oceano alla scena successiva. Qui mi sono perso definitivamente.
Il resto è una scena un po' inquietante che potrebbe anche funzionare, ma non con queste premesse. Il finale mi ha riportato alla confusione iniziale senza spiegare nulla.
Mi dispiace, alla prossima.

Non puoi, di Giovanni Attanasio

Ciao Giovanni,
Piacere di leggerti.
Devo dire che apprezzo molto il tuo stile e la tua scrittura pulita ed essenziale. Il ritmo è forte e adatto alla scena. Unica cosa mi è sembrato un po' brusco il passaggio dalle catene alla camera da letto e forse andava spiegato un po' meglio. Il tema credo ci sia anche se preso di striscio. Un racconto molto particolare ma piacevole anche se forse non è l'aggettivo più consono al tema che tratta.
Alla prossima.

Un motivo per tornare, di Sherwood

Ciao Angela,
Ben trovata nell'arena.
Credo sia la prima volta che leggo un tuo racconto e la scrittura è buona, a parte qualche sbavatura, soprattutto nei dialoghi sul finale.
Il tema non so se sia centrato, forse le radici sono quelle delle rose recise o quelle del vecchio sradicato dalla sua dimora.
A parte questo, credo che la storia abbia un potenziale e il tema sia molto interessante, ma sia stato trattato in modo un po' superficiale. La virata finale verso la normalità di un abbandono non mi convince e soprattutto non mi convince il modo.
Il finale con lei che nasconde le rose avrebbe potuto essere gestito in modo più profondo. So che i caratteri sono una gabbia, ma è così per tutti.
Alla prossima.

La suocera, di Mario Mazzafoglie

Ciao Mario,
Credo sia la prima volta che leggo un tuo racconto.
Penso che sia un ottimo inizio.
Mi piace come hai declinato il tema. Di solito "mettere la radici" ha un'accezione positiva, ma tu hai ribaltato la prospettiva e ci hai fornito un piccolo giallo molto ben condotto. Da lettore e autore di romanzi gialli, secondo me hai giocato benissimo come il gatto con il topo. Con una scrittura molto pulita hai preparato la scena, facendoci empatizzare con la povera Elena.
Credo che il punto più difficile, soprattutto con pochi caratteri a disposizione, stia nella preparazione della scena finale. Se troppo telefonata, il finale ne risente. Se non seminata per niente, rischia di risultare brusca e staccata. Secondo me sei andato molto vicino al punto giusto, forse un pelo più verso la seconda opzione.
Ma per me resta un ottimo racconto.

Un luogo dove restare, di Sara Rosini

Ciao Sara,
Credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo.
Mi piace chi ha il coraggio di spingersi in territori poco battuti e ricerca l'originalità nella declinazione del tema. Per questo posso solo farti i complimenti.
La scrittura è buona e adatta al taglio fantastico e animista che hai scelto. La storia del grande albero è dell'amore con una ragazza non è male, ma l'ho trovata un po' statica nel suo insieme. Non sono un fanatico del mostrato a tutti i costi, ma forse qui il raccontato pesa un po' troppo, anche se è un bel raccontato.
La cosa che invece secondo me stona davvero, è quel finale. Sembra affrettato e mozzato. Soprattutto ho trovato inappropriata l'ultima frase, in cui l'intrusione dell'autore e di uan fastidiosa vocina fuori campo ci propina la morale. Che invece, casomai, deve sempre arrivare da sola al lettore, che se ha bisogno di essere imboccato significa che la storia non ha funzionato.
Non penso sia questo il caso, ma quel finale rovina un po' quanto costruito prima.
Alla prossima.

L'ultima missione, di Filippo Rubulotta

Ciao Filippo,
Benvenuto nell'arena.
Secondo me hai scritto un buon racconto, con alcuni difetti che ti elenco.
Che il tema sia presente è evidente ed è stato interpretato in senso letterale, e questo è piacevole.
Ho trovato nella fase iniziale i tipico errori della conduzione della prima persona. Se da una parte permette una più semplice gestione del punto di vista, nasconde dall'altra alcune insidie quali la costruzione un po' ripetitiva e la lista delle azioni del protagonista.
In altri punti mi sono mancate alcune virgole, come in «Credo ti servirà ben più di una mano ladro di reliquie», dove la virgola andrebbe tra mano e ladro.
Ci sono poi un paio di sviste che spero siano refusi, come "gli e ne" al posto di gliene o "gli e li" invece di glieli. Nulla di grave ma rallenta la lettura.
Venendo poi al contenuto ho trovato poco introdotto il finale e la storia che c'è dietro al furto di reliquie.
Gli dedichi pochi caratteri alla fine quando hai troppo indugiato prima su descrizioni che si potevano sfoltire.
Spero di esserti stato utile,
Alla prossima.

alexandra.fischer
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 21 marzo 2021, 18:39

Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica.

FREDO, FUMO E TANTA MISERIA di Andrea Lauro Tema rispettato. Ho capito il dialetto veneto. Punti di forza: hai usato molto bene la tecnica di Mauro Corona, nel mostrare il contrasto fra Bepi, il quale ha fatto la sua piccola fortuna a valle, si è sposato, lavora e vorrebbe portare via la madre dalla dura vita di montagna. Fatta di lavoro agricolo ingrato, e di mansioni di tagliaboschi. Il padre è malato, in modo grave, ed è la madre che manda avanti la casa. C’è molta fatica, nella sua esistenza, ma la montagna le appartiene, se ne sente radicata, così come al marito. Da ammirare la loro generosità nel lasciare andare il figlio e nel continuare ad attenderlo.
Punti deboli: nessuno. Però, se dovessi riprenderlo in mano per proporlo a qualche casa editrice, consiglierei l’uso delle note a piè di pagina.

ELIA UBERTIS di Emiliano Maramonte Tema centrato. Punti di forza: l’uso di frasi semplici che rispecchiano in modo credibile il linguaggio quotidiano (la telefonata ai carabinieri, i pensieri del protagonista). Per quel che riguarda il protagonista, mi piace il suo spessore. Va oltre al quotidiano, oltrepassa l’indifferenza verso la vecchia casa quando sente il lamento. E la descrizione di questa casa dai mobili antichi, debolmente illuminata, con i volti alle pareti e il morente Elia Umbertis del titolo, con i tratti del mago (non parlo solo del tomo o della tunica, ma anche dell’aspetto consunto dal potere che ha acquisito dalla lettura e amplificato nella solitudine). Bella la confidenza che si instaura fra i due e il passaggio di consegne. La storia è aiutata molto dalla citazione di Tolstoj nel finale.
Punti deboli: nessuno.

L’HO FATTO PER TE, PAPA’ di Isabella Valerio Tema rispettato. Punti di forza: il legame fra figlia e padre, che rimane intatto anche dopo la morte di lui. Il fatto che lei sia una fiorista, proprio come il padre, poi, rende la storia più avvincente (gustoso l’equivoco della Pianta Filosofale che dovrebbe allungare la vita al suo possessore da parte del custode del cimitero dov’è sepolto il padre della protagonista). Mi è entrata nel cuore l’immagine dei tulipani che lei vuole portare al padre per onorare la passione di lui per i fiori e non può per via dei divieti causati dalla pandemia. Passano dalle sbarre, e questo a prezzo di una ricerca su Internet da parte di lei di questa pianta citata da Matteo, il nipote del ligio (e sordo) custode. Bello il nome: Tralizia. E anche la consegna del Tronco della Felicità (visto che il custode, appreso dalla protagonista cosa significhi la vedovanza, preferisce una pianta…meno magica).
Punti deboli:
ti segno le frasi corrette qui sotto:
− Chi è? – gracchia una voce dal citofono.
− Cosa? Parla più forte, che sto diventando sordo.
− Che genere di patto? – indago fingendo indifferenza
Ho una perplessità sulla frase: Gigi non era tutto lui. Di per sé non è male, ma per alcune case editrici potrebbe sapere troppo di parlato (nel caso, sarebbe meglio: Gigi non era del tutto in sé). Questo, se fosse il mio racconto.
ANDIAMO A CASA di Alessio Vallese Tema centrato. Punti di forza: la padronanza della SF in uno stile che rielabora in modo personalissimo Matheson e Simak. Qui, lo spunto centrale riguarda il ritorno sulla Terra di una coppia abituata a vivere su Marte. Il protagonista, abituato alle coltivazioni idroponiche delle serre marziane, tenta di fare lo stesso su una Terra abbandonata da tempo perché divenuta inabitabile. In un primo tempo, sembra fallire. E poi, la compagna Sara gli mostra le piantine cresciute spontaneamente sul pianeta, rigeneratosi dopo anni di abbandono. Molto credibili i dettagli (capsula-casa, la data della registrazione vocale e il numero dell’esperimento, ossia il seme non germinato. I dati della composizione chimica dell’atmosfera terrestre).
Punti deboli: nessuno.

IL PRIMO VIAGGIO DELLA CARNE di Andrea Partiti Tema centrato. Punti di forza: l’atmosfera della storia, che ricorda molto quella del libro e del film “L’isola dei delfini blu”. In questo caso, la comunità di pescatori di tutte le età, vede le proprie consuetudini interrotte dall’arrivo di una creatura aliena, ma con qualcosa della specie delle megattere (le dimensioni, gli occhi, la massa corporea, l’atteggiamento intelligente, studia le persone, non le aggredisce, accetta acqua dalla donna e di seguito da bere). Molto bello anche il passaggio del ricorso ai coltelli da parte della gente per cibarsi di questa creatura aliena (l’ho capito per via del particolare dei peduncoli con i quali si aggrappa alla sabbia) che non è cruento: si trasforma in tante repliche di se stessa e pare felice di fungere da nutrimento.
Punto debole:
La frase:
I vecchi senza denti sminuzzarono la carne coi coltelli e la inghiottirono una strisciolina alla volta. Aveva bisogno di esplorare attraverso corpi nuovi e forti.
Ne manca un pezzo. Se fosse il mio racconto io scriverei: I vecchi senza denti sminuzzarono la carne con i coltelli e la inghiottirono una strisciolina alla volta. Aveva bisogno di esplorare attraverso corpi nuovi e forti, ma anche le loro menti sagge le andavano bene affinché ricordassero il suo messaggio.

NON PUOI di Giovanni Attanasio Tema centrato. Punti di forza: il paragone mercato delle schiave-pesce e anche l’immagine della protagonista che vorrebbe essere tale per proteggersi dalle mani rugose del venditore. C’è anche il fascino della lingua aliena, che evoca un’atmosfera di alienazione. La protagonista Bly accetta il suo destino di concubina del principe a costo di sacrificare la ribelle sorella Loppe, anche lei condannata allo stesso destino. Bly ha il punto di forza di capire questa lingua e di non avere pregiudizi (a differenza della sorella, sa che il seme di questi uomini non uccide). Questa sua volontà di vivere è rafforzata dalla rassegnazione alla schiavitù (ribellarsi costa, come ha visto dall’esempio del padre).
Punti deboli: nessuno.

UN MOTIVO PER TORNARE di Sherwood Tema centrato. Punti di forza: l’immagine potente delle rose che la madre di Saro ha piantato e la compagna ha tolto. L’immagine straziante della partenza del padre di Saro per la casa di riposo. Lo ha portato il figlio, certo anche per via della fragile salute dell’uomo (vedi il problema all’anca) ma anche per l’egoismo della compagna Gina (ha un figlio del quale si disinteressa e non vuole il padre, è vanitosa, tanto da volersi tingere i capelli di viola per somigliare a Miss Italia, sfoggia le unghie laccate di nero ed è spietata. Per lei, la partenza del padre di Saro per Villa Paola è motivo di brindisi con il vino rosso). La morale della storia è amara, perché lei lavora in un fast-food, Saro ha altri orari e quindi per lui si prospetta un futuro solitario (questo è uno dei motivi, l’altro, è la crudeltà di Gina, che ha preso le rose e le ha gettate via dopo averle tenute per un po’ in un vaso).
Punti deboli: nessuno.

LA SUOCERA di Mario Mazzafoglie Tema centrato. Punti di forza: La resa dell’atmosfera della tensione di un matrimonio in crisi attraverso il temporale. I personaggi: Elena, ingenua al punto da aver creduto di aver ottenuto dal matrimonio una vita fatta di viaggi, momenti avventurosi e invece si ritrova a fare una vita da badante della suocera (resa nelle immagini dei pannoloni e delle dentiere sporche). Le sue rimostranze sono più che giustificate (libertà di movimento molto limitata, vita coniugale quasi inesistente e tutto in funzione della suocera, poi c’è anche l’avversione di Elena per l’abitudine al fumo di Albert), ma Albert appare calmo, a tutto c’è rimedio, basta qualche seduta dallo psicologo. Lui legge tranquillo il suo giornale sportivo. Ma a un certo punto, a fine temporale, quando lei rimette in discussione il vincolo matrimoniale e le radici, eccolo a una scelta radicale allo spuntare dell’arcobaleno: si separa dalla moglie in maniera drastica. Finale da brivido. Dietro alla maschera dell’uomo flemmatico si nasconde un assassino.
Punti deboli:
Il titolo del giornale va in corsivo o fra virgolette:
La Gazzetta dello Sport
La frase:
Fece giusto in tempo a vedere l’arcobaleno all’orizzonte e l’albero su cui stava per schiantarsi.

UN LUOGO DOVE RESTARE di Sara Rosini Tema centrato. Punti di forza: il legame fra la ragazza e il faggio. Lei dapprima lo vede quando va a pescare con il padre, poi quando ci va da sola e arriva addirittura a urtarci contro e lui a suo modo percepisce l’urto e la sorregge. Arrivano anche altre occasioni durante le quali lei e il faggio si tengono compagnia: quando lei si siede sul masso del fiume vicino, dove le radici del faggio si estendono per ricevere acqua, legge, oppure pesca. Fino al giorno in cui lei scompare. Il fascino della storia è nel mostrare i diversi tempi di vita della ragazza (frenetici, corre, si impegna in molte attività) e del faggio (che ha ritmi di vita lenti, è immerso nella natura, ne vede i particolari infinitesimali come le stelle scomparse e nel mentre, lascia crescere con il tempo che ci vuole una fogliolina sul ramo). Affascinante anche il fatto di attribuire al faggio sentimenti di affetto, che si vedono nel suo allungare i rami sulla ragazza divenuta donna per meglio ripararla quando è seduta sul masso e attribuirle una vita simile alla sua (la bellissima immagine della brezza tiepida riferita al respiro di lei). Bellissima anche l’immagine del faggio che beve le lacrime di lei, e le trova diverse dalla solita pioggia. Inoltre, molto bello il primo incontro, nel quale, vedendola immobile, la scambia per un albero.
Punto deboli: nessuno.

L’ULTIMA MISSIONE di Filippo Rubulotta Tema centrato. Punti di forza: la ricostruzione dell’atmosfera del fantasy in stile medioevale (vedi la locanda, il cavallo, il fatto che il Nostro sia un ladro di reliquie, nella fattispecie, un sasso dei Figli della Foresta, e che abbia compiuto il furto per sposarsi e avviare una locanda. Peccato che lo attendano la birra sbagliata e la trasformazione in albero a opera dei due avventori).
Punti deboli Il fatto che lui si presenti da amicone e offra la birra ai due avventori, lo Smilzo e il Calvo e si metta a raccontare loro, due perfetti sconosciuti e al nerboruto oste del grande affare che lo sistemerà presto, mi lascia perplessa. Come pure del fatto che loro invece sappiano benissimo chi è lui (difatti gli tendono il tranello della birra). Se fosse il mio racconto, metterei sì l’insegna delle lance incrociate quando entra, ma nel finale la trasformerei nel motivo di un albero e di un sasso. Farei entrare il Nostro tutto baldanzoso, gli farei chiedere la birra all’oste, però, introdurrei questo Smilzo e questo Calvo prima da sconosciuti. Potrebbe intervenire lo Smilzo con qualcosa tipo: “Ehi, complimenti. Non ci siamo già visti da qualche parte?” E allora lui potrebbe lasciarsi suggestionare; non ricorda dove, forse nel posto dove lui e l’acquirente della reliquia si sono visti, però è rassicurato e gli offre la birra, ma, per non apparire scortese, farebbe lo stesso anche con il Calvo, e le loro maschere cadrebbero. Anche l’oste, lo mostrerei nerboruto e risoluto nella scena finale, quando arrivano sul retro della locanda. Per quel che riguarda “gli altri” menzionati dal Nostro, io mi fermerei al singolare, parlerei di un “altro” (il tizio dei soldi) e lo mostrerei trasformato in albero, ma con qualche traccia dell’umanità che fu.
Ti segnalo alcune frasi, che ti riporto corrette:
Corri, Tempesta, corri.
Dietro il bancone c’è l’oste: capelli brizzolati, qualche ruga sulla fronte, ma i suoi bicipiti scoperti mi fanno scommettere che sarebbe sconsigliabile litigarci.
Buona sera, oste.
Buona sera, messere
Cosa festeggiamo, nuovo amico?
I loro boccali glieli porto non appena hanno finito la birra che stanno bevendo.

La mia classifica è soffertissima:
siete tutti ottimi autori.


ELIA UBERTIS di Emiliano Maramonte

UN LUOGO DOVE RESTARE di Sara Rosini

ANDIAMO A CASA di Alessio Vallese

FREDO, FUMO E TANTA MISERIA di Andrea Lauro

LA SUOCERA di Mario Mazzafoglie

NON PUOI di Giovanni Attanasio

UN MOTIVO PER TORNARE di Sherwood

IL PRIMO VIAGGIO DELLA CARNE di Andrea Partiti

L’HO FATTO PER TE, PAPA’ di Isabella Valerio

L’ULTIMA MISSIONE di Filippo Rubulotta

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Davide Di Tullio
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 21 marzo 2021, 18:56

Ciao, di seguito la mia classifica:

1. Fredo, fumo e tanta miseria
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2. Elia Ubertis
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3. L’ho fatto per te papà
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4. La suocera
► Mostra testo


5. Non puoi
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6. Il primo viaggio della carne
► Mostra testo


7.Andiamo a casa
► Mostra testo


8. Un motivo per tornare
► Mostra testo


9.L’ultima missione
► Mostra testo


10. Un luogo dove restare
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Lilith_luna
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 22 marzo 2021, 12:51

Ecco la mia classifica:

1) Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
2) Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
3) Non puoi, di Giovanni Attanasio
4) Un luogo dove restare, di Sara Rosini
5) L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
6) Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
7) Un motivo per tornare, di Sherwood
8) La suocera, di Mario Mazzafoglie
9) Andiamo a casa, di Alessio Vallese
10) L’ultima missione, di Filippo Rubulotta

Il primo viaggio della carne
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Fredo, fumo e tanta miseria
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Non puoi
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Un luogo dove restare
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L’ho fatto per te, papà
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Elia Ubertis
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Un motivo per tornare
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La suocera
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Andiamo a casa
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L’ultima missione
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Stefano.Moretto
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 23 marzo 2021, 10:33

A questo giro già al primo giro di lettura avevo ben chiara la posizione della maggior parte dei testi. Giusto per un paio sono stato indeciso sull'ordine in cui metterli perché per me erano parimerito.

Classifica:

1) Non puoi
2) Fredo, fumo e tanta miseria
3) L’ho fatto per te, papà
4) La suocera
5) Andiamo a casa
6) Un motivo per tornare
7) Elia Ubertis
8) Un luogo dove restare
9) Il primo viaggio della carne
10) L’ultima missione


Commenti:

Fredo, fumo e tanta miseria
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Elia Ubertis
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L’ho fatto per te, papà
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Andiamo a casa
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Il primo viaggio della carne
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Non puoi
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Un motivo per tornare
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La suocera
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Un luogo dove restare
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L’ultima missione
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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 24 marzo 2021, 19:27

FREDO, FUMO E TANTA MISERIA
Andrea, complimenti.
Non parlo il dialetto ma l'ho capito e letto con estremo piacere.
Ho provato a farlo a voce alta e leggermente roca, immaginandomi il fuoco a scoppiettare nel camino.
È stata un'esperienza molto profonda e immersiva che, senza la musica delle espressioni gergali e dialettali, non mi avresti fatto raggiungere.
Non ho letto nulla degli altri, per cui è facile per me dire che, al momento, sei sul mio podio.
Resta il fatto che questa volta mi hai convinto davvero tanto.
Nulla da segnalare.
A rileggerci presto
W

ELIA UBERTIS
Il mio amico Emiliano!!!!
Oh, finalmente posso ricommentarti.
Allora, cerco di non farmi prendere troppo dall'enorme stima che ho per te e di evidenziarti subito le magagne (preciso doverosamente: assolutamente soggettive (nel senso di mie) e che alla fine son solo quisquiglie che non pregiudicano in alcun modo un lavoro che mi pare, nel complesso assai buono).
Come ho detto un'idea carina e interessante, un buon racconto e uno stile impeccabile.
Però...
Cosa c'è che non va? (Al di là di quel fastidioso anticipare il visto al sentito che ti hanno già fatto notare)
Il ritmo scelto rispetto al tipo di racconto.
Il narrato è troppo scorrevole e sincopato. Si corre nella lettura e, invece, almeno a me (parlo come lettore) nelle situazioni di angoscia serve respiro, attesa, periodi un po' più lunghi.
Anche l'aver inserito il dialogo nel narrato senza segni di punteggiatura, se è un idea che ho apprezzato in generale e che ho trovato anche in altri romanzi e racconti, non l'ho trovata in linea con la tua storia, dove avrei preferito che ogni pezzetto prendesse il suo posto e che non si corresse come dei pazzi fino alla fine.
Non so se mi sono spiegato.
Resta un racconto molto buono, ma che, almeno secondo me, poteva essere assai migliore.
A rileggerci presto
W

L'HO FATTO PER TE PAPA'
Ciao Isabella,
il racconto è scritto, al solito, in modo impeccabile, se non per quelle sciocchezzuole che ti hanno già fatto notare e di cui ti eri, in alcuni casi, già accorta.
L'unica cosa che non mi ha preso troppo è la storia che hai raccontato.
Sicuramente sei riuscita a renderla molto vera, al punto da sembrare autobiografica.
Forse, però, è troppo lineare, senza guizzi particolari o svolte che mi abbiano stupito.
Non fraintendermi, resta anche questo un buon lavoro, che merita postazioni alte in classifica (almeno per quanto ho letto fin qui), ma non è tra quelli che ha saputo tirarmi dentro di più.
A rileggerci presto
W

ANDIAMO A CASA
Ciao Alessio,
racconto interessante e scritto discretamente, al netto degli infodump che ti hanno già segnalato e che, seppur comprensibili con i caratteri a disposizione, potevano essere evitati in qualche modo.
A me è piaciuto, l'unica cosa che ho trovato un po' semplicistica è il finale.
Mi spiego meglio: in che modo il susseguirsi delle stagioni avrebbe consentito ai semi di svilupparsi? Perché l'illuminazione artificiale ad hoc non funziona, mentre il sole sì?
Tutte domande che alla fine del racconto restano senza risposta dando una sgradevole sensazione di incompiuto, al meno di non voler leggere il lavoro in chiave poetica.
Alla luce di questo, resta un buon lavoro, ma i nerd della fantascienza non apprezzeranno fino in fondo.
A rileggerci presto.
W

IL PRIMO VIAGGIO DELLA CARNE
Aiutami a di' bello!
Complimenti Andrea, un'idea molto originale e così la declinazione del tema, uno stile davvero impeccabile.
Era tanto che non mi capitava di commentarti e sono davvero contento che mi sia toccato 'sta volta.
Non mi dilungo oltre perché non ho davvero niente da dire, salvo che mi è piaciuto da impazzire.
A rileggerci presto
W

NON PUOI
Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Confesso che sono andato a googolare la prima frase in lingua "aliena". Sperando in un qualche riferimento temporale.
Il popolo "rapitore", infatti, resta ignoto e forse è pure più affascinante.
Il testo è molto "immersivo" e si vede che c'è dietro "studio" e "scuola".
Le regole (note o solo intuibili per i meno fortunati) sono rispettate in maniera ferrea.
Forse dovresti abbandonarti a qualche sbavatura o anche semplicemente lasciare un po' di spazio a altri maestri (anche raggiungibili solo in libreria).
La mia scrittura, sicuramente, non ti soddisferà mai a pieno, ma sono convinto che l'ape, per fare il miele, deve mischiare il nettare di più fiori, cercando di renderlo sempre più appetitoso.
La prova è buonissima, ma... Secondo me si può osare anche di più...
A rileggerci presto.
W

UN MOTIVO PER TORNARE
Ciao Sherwood,
piacere di averti letto.
Nel complesso il tuo racconto si lascia leggere, non scrivi affatto male (non ho trovato né aggettivi in eccesso, né inutili avverbi di modo). La lettura è quindi molto fluida, cosa che non guasta affatto.
Attenzione alle ripetizioni, ce ne sono davvero tante. Alcune paiono volute, ma restano fastidiose nella loro ridondanza.
Devo, peraltro, segnalare un eccesso di tell e l'uso del narratore onnisciente che, nei fatti, impediscono una vera e propria immersione nel testo e di poter empatizzare fino in fondo coi suoi protagonisti.
Vero che con 4200 battute non si possono fare miracoli, ma hai caratterizzato i personaggi (in particolare Gina) in maniera un po' troppo caricaturale, forse un minimo di sfumature potevi provare a darle.
Il tema c'è e il conflitto anche.
A rileggerci presto
W

LA SUOCERA
Ciao Mario, piacere di averti letto.
Allora, stilisticamente il tuo racconto rasenta la perfezione. In poche pennellate hai descritto egregiamente la situazione, i personaggi e il tempo.
L'unica pecca, secondo me, si può trovare nella totale assenza si una semina degli elementi che porteranno al gesto del marito.
Insomma, un racconto discreto, a cui manca quel "quid pluris" che ti faccia dire: "Mamma mia!"
A rileggerci presto
W

UN LUOGO DOVE RESTARE
Ciao Sara,
racconto difficile da valutare e da classificare.
Se da un lato, infatti, lo sforzo di ricerca poetica è andato a segno, un po' meno ho apprezzato l'aver virato in alcuni casi sul narratore onnisciente e sul raccontato, a scapito dello "show".
Non sono nemmeno io un corsista fanatico di quelli "o si scrive dome dice il Maestro (volutamente maiuscolo) o è tutto brutto" anzi: spesso qua dentro preferisco chi sperimenta a chi si fa il compitino scrio scrio con la pappa scodellata da altri. Secondo me, però, potevi mantenere il registro che avevi scelto, infilandoti a forza nel PDV della ragazza e sfruttarne le azioni e i pensieri per regalare immagini ancor più suggestive di quelle che hai trovato.
Resta una buona prova, ma un po' faticosa.
A rileggerci presto.
W

L'ULTIMA MISSIONE
Ciao Filippo, declinazione fantasy del tema interessante, ma ci sono tante cose da dire che potrebbero far crescere il racconto.
1) Io narrante - d'accordo è più facile tenere il PDV, ma attenzione se descrivi ogni singolo movimento del protagonista ne viene fuori una prosa frammentaria e un po' noiosa. Scegli fra le azioni quelle che sono davvero importanti per far capire la storia e elimina le altre.
2) Attento alle ripetizioni involontarie. La ripetizione può essere voluta per creare un effetto, ma quando non è così si percepisce e leggere diventa terribile. "Locanda" è ripetuto allo sfinimento, idem per "oste". Alla fine arrivano le doppiette di "bevo" "pantaloni" e altri termini. Evita di ripetere lo stesso termine, cerca un sinonimo o usa il soggetto sottinteso (Es. se hai scritto: "Mi calo i pantaloni una riga sopra", dopo scrivi "mi rivesto" non "mi tiro su i pantaloni").
3) I dialoghi sono poco credibili e si nota troppo che sono utilizzati per fornire informazioni. L'effetto che ne viene fuori è un antipatico "infodump" che il lettore nota e che non lo aiuta nell'immersione. Che motivo ha il tuo "io narrante" di raccontare in una lunga battuta a un oste che nemmeno conosce, tutta la sua vita degli ultimi giorni? Trova sempre una motivazione per far parlare i tuoi personaggi e fa sì che il loro linguaggio nasca dal loro corpo, dalla loro vita pregressa.
Usa inflessioni tipiche di un popolo, modi di dire, imprecazioni: rendilo vero!
Un'idea carina, ma con tante cose da migliorare.
A rileggerci presto
W

CLASSIFICA
Mai come 'stavolta è stata solo questione di sfumature. Bravi tutti!

1 - IL PRIMO VIAGGIO DELLA CARNE

2 - FREDO, FUMO E TANTA MISERIA

3 - NON PUOI

4 - ELIA UBERTIS

5 - L'HO FATTO PER TE PAPA'

6 - ANDIAMO A CASA

7 - UN LUOGO DOVE RESTARE

8 - UN MOTIVO PER TORNARE

9 - LA SUOCERA

10 - L'ULTIMA MISSIONE

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antico
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 24 marzo 2021, 19:49

Dovete ancora ricevere due classifiche. Quelle già postate sono tutte regolari.

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giulio.palmieri
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 24 marzo 2021, 23:09

Salve, ecco commenti e classifica:


1. Freddo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
2. L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
3. Non puoi, di Giovanni Attanasio
4. Un luogo dove restare, di Sara Rosini
5. Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
6. Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
7. La suocera, di Mario Mazzafoglie
8. Un motivo per tornare, di Sherwood
9. Andiamo a casa, di Alessio Vallese
10. L’ultima missione, di Filippo Rubulotta



- Freddo, fumo e tanta miseria, Andrea Lauro
Ciao Andrea, piacere di leggerti. Mado', che bel racconto. Il dialetto dello stile, che risulta poi asciutto ed essenziale, rende unica la vicenda, che altrimenti, credo, sarebbe stata banale. Anch'io l'ho letto tutto d'un fiato e non ho veramente molto da aggiungere. Belli i dettagli, la psicologia dei personaggi resa tramite le espressioni del parlato, e anche il rovesciamento sul finale: tutto calibrato perfettamente, sino alla frase di chiusura. Complimenti e alla prossima.

- Elia Ubertis, Emiliano Maramonte
Allora, il racconto secondo me scorre bene, essendo un estimatore di Tabucchi e Saramago mi sono ritrovato nella tua sperimentazione. Secondo me però alcuni passaggi sono un po' veloci, del tipo l'avvicinarsi alla porta del palazzo, il tramonto, o le sensazioni dell'incipit. Resto anche col desiderio di sapere cosa vede il protagonista nel libro, e di tutti i dettagli accennati ma non mostrati. Insomma, personalmente esco dalla lettura con la voglia di una maggiore immersione nell'atmosfera del racconto, che ha tutto il sapore di Lovecraft. Ad ogni modo, una buona prova. E buona edition!

- L’ho fatto per te, papà, Isabella Valerio
Ciao Isabella, piacere di leggerti.
Il racconto si legge molto bene; originale, tutto sommato, l'ambientazione odierna e la semplicità del gesto: portare dei fiori al cimitero. Sembra un racconto serio, all'inizio, che poi si scioglie nella leggerezza dell'accordo tra Gigi e Amelia. Forse manca qualche sorpresa, ad esempio una reticenza di Gigi, seguita dalla risoluzione finale. Comunque molto, molto piacevole. E buona edition.

- Andiamo a casa, Alessio Vallese
Ciao Alessio, piacere di averti letto. Il racconto mi è piaciuto, pur non risultando particolarmente originale nell'ambientazione. Però, il finale mi ha sorpreso: dopo tanti esperimenti, alla fine bisognava lasciare fare alla natura (un po' come dire che gli sforzi umani spesso sono inutili). Nella parte centrale mi sarei aspettato la descrizione del pianeta "desolato", quando dici:

"Una bella giornata. Maledizione. Sarebbe così facile vivere qui. Dove ho sbagliato?"

Il paesaggio non viene mostrato: la domanda del lettore (preparata dal narrato precedente) è: "che aspetto ha la Terra?", perché "sarebbe così facile vivere qui?".
Questo è il punto che mi ha lasciato perplesso; poi forse, per rendere tutto più incisivo poteva starci anche alzare la posta in gioco: magari i due non possono tornare su Marte, magari hanno un problema alla navicella e l'unica possibilità di sopravvivenza nelle loro mani è riuscire a far tornare la vita sulla terra.


- Il primo viaggio della carne, Andrea Partiti
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Il racconto mi ha lasciato con qualcosa d'indefinito: si capisce molto bene lo snodo del canto della creatura spiaggiata, che poi viene dispersa nei corpi affamati dei paesani giunti in spiaggia per ascoltarla, per aiutarla (almeno così sembra all'inizio). Il suo desiderio di conoscere la luce, seppur evidenziato in alcuni passaggi (e molto calzante col personaggio della creatura) meriterebbe più spazio. Ad ogni modo, una buona prova, sebbene necessiti di una revisione nei dettagli (ad es. perché le persone prendono a mangiare la creatura?). Stile avvincente.

- Non puoi, Giovanni Attanasio
Il tuo racconto scorre molto bene sin dall'incipit. Entri subito nel dilemma dei personaggi, e lo porti avanti fino al ribaltamento finale, in cui l'arco di trasformazione di Bly viene compiuto. Anche la lingua straniera ha una sua funzione, quando Bly parla al principe nella stessa lingua si vede che sta "passando dall'altra parte". Forse una maggiore descrizione del contesto avrebbe aiutato a focalizzarsi sui personaggi minori, ma il racconto così com'è, nella sua brevità, funziona alla grande.

- Un motivo per tornare, Sherwood
Ciao Sherwood, piacere di leggerti. Lo stile del racconto è fluido, sebbene (secondo me) con qualche ripetizione di troppo. Trovo però non molto originale la storia del conflitto, insomma: un uomo viene portato all'ospizio dal figlio, Saro il quale, istigato dalla moglie, ha qualche rimorso appena rientrato a casa. Manca secondo me una reazione, o qualcosa che faccia esplodere il conflitto o che, ad esempio, renda Saro totalmente succube della moglie. Qualche tipo di evoluzione in positivo o in negativo.

- La suocera, Mario Mazzafoglie
Il racconto scorre molto bene, sebbene l'incipit sia un po' lento.
A mio avviso, nel dialogo potrebbe emergere un episodio, una rievocazione che renda più concreto il conflitto tra i due.
Manca poi un qualcosa che faccia presagire il gesto dell'uomo (qualche dettaglio inquietante o qualche scatto) sebbene è giusto che l'azione finale resti nascosta sino alla fine.
Comunque, il crescendo si sente, e a mio avviso una maggiore calibrazione dei dettagli renderebbe il racconto eccellente.

- Un luogo dove restare, Sara Rosini
Chapeau. Secondo me hai puntato in profondità. E hai scelto qualcosa di difficilissimo: una storia d'amore tra una ragazza che diventa donna, e una creatura vegetale, che non ha altro pensiero se non quello che la ragazza sente in lui. Poi, hai messo a confronto i tempi della loro vita: l'albero cresce lentamente, mette foglie, è tutt'uno col tempo ciclico dei giorni e delle notti, mentre la ragazza va e viene.
Il racconto merita una limatura importante. Dovresti evitare le ripetizioni, e applicare un focus maggiore a tutti i passaggi narrativi. Ad esempio, in questo passaggio:

Se lui potesse immaginare, o se solo sapesse sognare, desidererebbe immaginare e sognare la ragazza? Desidererebbe che lei stia germogliando? La vedrebbe fiorire?

potrebbe diventare: Se lui potesse immaginare desidererebbe sognare la ragazza? Desidererebbe vederla germogliare? La vedrebbe fiorire?

Quindi un focus maggiore e più controllato (puntando alla scorrevolezza della lettura) su questo tipo di pensieri e di sensazioni.
Mi è piaciuto molto, però più difficile e profondo è l'esercizio maggiore deve essere il suo controllo formale.
Comunque, brava.

- L’ultima missione, Filippo Rubulotta
Allora, l'idea di fondo c'è, e l'hai individuata bene in funzione del tema (un ladro di reliquie che si trasforma in albero), però, secondo me:

- il nodo centrale è rappresentato dalla trasformazione del personaggio, ma questo non è legato a un suo conflitto interiore
(che potrebbe starci, a meno di restare su una rappresentazione allegorica del dramma)
- segui troppo da vicino i movimenti del protagonista, ma tutti i suoi gesti potrebbero essere limati in funzione dell'obiettivo
centrale della narrazione (che potrebbe essere l'arco di trasformazione del protagonista, cioé come risolve il suo conflitto)
- Attenzione alle interazioni coi personaggi minori: tutti sembrano sapere tutto, e attendere che il protagonista si rovini con le
proprie mani

Ti invito a lavorare sull'idea, molto buona, con un focus maggiore sui personaggi, sui loro rapporti, e sul conflitto del protagonista.

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antico
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 25 marzo 2021, 17:31

Dovete ancora ricevere una sola classifica.

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lucaspalletti
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 25 marzo 2021, 19:52

Eccomi, con la mia prima classifica!
Che dire, se avessi saputo che sarebbe stato tanto arduo scegliere, forse non avrei partecipato :P
Scherzo, ovviamente, anche perché mi sento enormemente arricchito dall'esperienza. Sicuramente però non è stato semplice stilare una classifica. Ho apprezzato aspetti di ogni singolo brano ed il livello medio è elevato, per cui non me ne vogliano gli ultimi, per me avete fatto tutti un bel lavoro!

--- CLASSIFICA ---

1) Non puoi, di Giovanni Attanasio
2) Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
3) La suocera, di Mario Mazzafoglie
4) Andiamo a casa, di Alessio Vallese
5) Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
6) Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
7) Un luogo dove restare, di Sara Rosini
8) Un motivo per tornare, di Sherwood
9) L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
10) L’ultima missione, di Filippo Rubulotta


--- COMMENTI ---

- Non puoi, di Giovanni Attanasio
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- Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
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- La suocera, di Mario Mazzafoglie
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- Andiamo a casa, di Alessio Vallese
► Mostra testo


- Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
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- Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
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- Un luogo dove restare, di Sara Rosini
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- Un motivo per tornare, di Sherwood
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- L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
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- L’ultima missione, di Filippo Rubulotta
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antico
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 25 marzo 2021, 21:03

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia con relativi commenti.

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antico
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Re: Gruppo TERRA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » venerdì 9 aprile 2021, 15:34

Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo. Devo fare i complimenti anche a voi perché ritengo che siate riusciti a esprimere una qualità media davvero elevata, compreso il racconto di Partiti che ho commentato perché, alla fine, il suo unico errore è stato di non stare dentro i tempi pur avendo commentato tutti.

1) Fredo, fumo e tanta miseria, di Andrea Lauro
Ottimo racconto, estremamente efficace e decisamente coerente in tutte le sue parti. Coraggiosa la scelta del dialetto farlocco, riesce a dargli un colore tutto suo oltre che ad ammantarlo di verità. Delicata la scena messa su con questo avvicinamento con sorpresa tra figlio e genitori. Molto ben studiato e messo in scena, insomma. Tema perfettamente inserito senza bisogno di richiamarlo direttamente, come dovrebbe essere sempre. Per me un pollice su.
2) Non puoi, di Giovanni Attanasio
Pollice su, assolutamente. Hai questa capacità di immergere completamente nei tuoi testi unita a un'estrema pignoleria (in senso positivo) che non ti fa scendere a compromessi che apprezzo tantissimo. Il racconto è davvero affascinante e segue una linea logica che condiviso in pieno. Il tema è totalmente fondante il testo nel suo complesso. Finisci dietro al racconto di Lauro per una mera questione di emozione perché l'unico punto debole del tuo impianto (ma solo se messo direttamente a confronto con testi che invece lo hanno e che sono da pollice su come il tuo) sta in una certa freddezza che si percepisce sullo sfondo.
3) Un luogo dove restare, di Sara Rosini
Un racconto coraggioso che vive delle sensazioni che cerca di fare nascere nel lettore e per ottenerle utilizza una tecnica tutta sua, anche funzionale, nel quale però a volte la voce narrante fa sentire troppo la sua presenza (e questo era implicito nella scelta fatta, ma semmai l'obbiettivo era quella di trovare il modo per non farla percepire al di fuori delle sensazioni presunte del faggio). Qualcosa non funziona anche nella parte iniziale con quel senso di urgenza di lei che arriva di corsa che fa pensare a un inseguimento e inserisce il lettore in un'attesa fallace. Poi l'avvicinamento al faggio e anche in quel punto qualcosa stride quando non dovrebbe. Ma ok, stiamo parlando di una strategia ben specifica va valutata nella sua funzionalità, come uno spartito musicale che deve creare una certa atmosfera: ci riesce, quasi. Il finale è ottimo con quella chiusa perentoria che fornisce quel tono romantico, da favola appena conclusa eppure eterna. Insomma, tutto sommato direi che il racconto è riuscito, pur nelle sue criticità che interrompono un flusso che, invece, dovrebbe essere costante e continuo. Molto interessante e un complimenti all'utrice per la scelta. Curioso di leggere i prossimi lavori. Per me siamo dalle parti del pollice tendente verso l'alto in modo brillante.
4) Elia Ubertis, di Emiliano Maramonte
Complimenti per la sperimentazione, direi che sei riuscito a portarla fino in fondo senza cedimenti e questo è un bel plus. Non so quanto mi piaccia questa tecnica, sia chiaro, ma credo anche che il problema principale che ho riscontrato le lasci ancora uno spiraglio per un'esecuzione più equilibrata. Mi spiego: credo che in certi passaggi tu abbia dovuto accelerare per riuscire ad arrivare puntuale all'appuntamento con il limite di caratteri. In pratica, questa cosa ti ha influenzato andando a incidere sul tuo controllo del racconto e facendoti perdere, in alcuni punti, l'equilibrio necessario. Questa è la mia idea. Tema perfettamente declinato. Concludendo, per me un pollice tendente verso il positivo in modo brillante per la sperimentazione e l'esecuzione, al netto di quanto di ho sottolineato sulla problematica caratteri.
5) L’ho fatto per te, papà, di Isabella Valerio
Un racconto semplice e lineare, ben raccontato, piacevole, forse un po' disordinato per la mancanza di revisione finale (e questo incide particolarmente in testi come questo che fanno della pulizia e semplicità il proprio cavallo di battaglia). La protagonista ha una missione, trova un guardiano e deve superare la prova, ci riesce, vince, il tutto in un contesto molto attuale che non guasta mai. Forse il problema più grosso consiste proprio nella prova e nella sua decisione se ingannare o meno il guardiano, credo fosse un pezzo in cui avresti potuto darci dentro con maggiore verve comica. Il tema c'è, ma non è così immediato arrivarci. Concludendo, direi un classico pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante.
6) La suocera, di Mario Mazzafoglie
Un buon racconto con giusto quel peccatuccio capitale della semina sul marito che diventa fondamentale perché privi la storia di un meccanismo fondamentale: la tensione in vista del finale. Mi sembra che la tua strategia sia stata, volutamente, quella di tenere basso il profilo del marito per poi giungere al finale a sorpresa, ma occhio che il lavorarlo di più come personaggio non avrebbe precluso la sorpresa stessa e anzi avrebbe fatto lavorare la mente e la fantasia del lettore in corso di lettura dando quel quid plus al racconto di cui ti ha parlato Wladimiro. In pratica, tutto il discorso sulla semina era per sottolineare la mancanza di un motore fondamentale nel tuo intreccio, cosa che lo ha appiattito. Tema ben declinato. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che si piazza subito dietro al racconto della Valerio, forse meno preciso nella scrittura, ma più vibrante nell'intreccio.
7) Un motivo per tornare, di Sherwood
Ho poco da aggiungere soprattutto al tuo messaggio di risposta a Massimo nel quale dimostri di renderti perfettamente conto delle criticità del racconto. Mi concentro quindi su altro e, nello specifico, sul farti i complimenti per la prosa ordinata e piacevole oltre che sul controllo del racconto (esclusi i pdv) che mi è sembrato molto buono, sei cresciuta parecchio sotto questo punto di vista e i risultati si vedono. Rimane da calibrare la questione del pdv che è davvero un po' sballato e te lo dice un commentore che non lo mette necessariamente al primo posto come ordine di importanza, ma che lo valuta una volta ponderata la funzionalità globale del testo. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che si piazza di poco dietro il racconto della Valero.
8) Andiamo a casa, di Alessio Vallese
Il tuo stile pulito e funzionale è ormai un marchio di fabbrica, ma questa volta ho storto il naso in un paio di occasioni e mi dispiace ripetere quello già detto da altri: 1) la prima parte e quel dialogo così forzato... Fai passare delle informazioni a puro consumo del lettore facendo ripetere ai protagonisti cose che già sanno. Prova a rivederlo in una situazione normale, nella vita quotidiana con te che snoccioli cose che sia tu che il tuo interlocutore conoscete, così, a uso e consumo di uno spirito che passa di lì, distratto... Insomma, straforzato e quindi innaturale. 2) il finale non mi ha convinto perché mi è sembrato troppo semplice, sono sulla Terra da 650 giorni, due anni, e non hanno mai dato un occhio alla zona di scarico e casualmente lo fanno proprio in occasione del racconto che, a sua volta, parte proprio dall'ultimo esperimento? Troppe coincidenze casuali fanno sempre rizzare i peli della realtà. Insomma, il tema c'è, ma questa volta, pur con il tuo stile che trovo sempre piacevole, non mi hai convinto e neppure tirato nel racconto. Capita, eh? Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo, questo è scontato perché cmq si legge anche volentieri, ma al pelo.
9) L’ultima missione, di Filippo Rubulotta
Oh dunque, direi che qui è abbastanza evidente la problematica legata alla gestione dei caratteri: parti più equilibrato e poi acceleri all'inverosimile perdendo il controllo del racconto e, di conseguenza, il lettore. Pace, questo è uno degli errori più comuni su MC e, alla fine, ci cascano tutti. Detto questo, occhio però anche all'intreccio perché ho visto un protagonista troppo passivo e molto pollo con dei passaggi piuttosto ingenui che fanno cadere le aspettative, di nuovo, del lettore, ma probabilmente anche questo può essere correlato all'ansia da caratteri che deve averti preso da un certo punto in poi. Direi un pollice ni, questa volta. A rileggerti presto.

Fuorigara:

Il primo viaggio della carne, di Andrea Partiti
Beh, questo è un gran pezzo ed è un peccato per la squalifica anche se mi sembra che, come punteggio, non saresti comunque rientrato nei tre e credo che la spiegazione stia nelle sfumature che hai inserito nel testo che ad alcuni possono sfuggire, in base al background di cui siamo, ognuno, depositari. E ci sta. Resta il fatto che a me è arrivato in pieno e che lo trovo magnifico in ognu sua parte, compreso il tema che risulta assolutamente fondante il testo nel suo complesso. Insomma, sarebbe un pollice su bello convinto e, previa la tua autorizzazione, mi piacerebbe comunque portarlo in Vetrina. Attendo una tua risposta.

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