Un incarico semplice

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo aprile sveleremo il tema deciso da Luca Verducchi e Danilo Bultrini. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
Quellon
Messaggi: 21

Un incarico semplice

Messaggio#1 » martedì 13 aprile 2021, 22:02

Un incarico semplice
Federico Molinari

La pioggia continua a cadere insistente attorno alla pensilina dell'autobus, colorando il mondo di grigio e oscurando perfino i neon.
L'ologramma di una biondona in bikini ondeggia davanti ai miei occhi, invitandomi a una vacanza che non posso permettermi.
Sospiro, per poi aggiustare la posizione della Beretta di ceramite e plastica sotto il cappotto. Quest'affare pesa troppo, ma non posso rischiare di farmi scoprire da un semplice metal detector.
Il piano è semplice: entrare, eliminare chi c'è e uscire. Non ho nemmeno bisogno di ricontrollare la mappa del posto, la conosco a memoria ormai e mi limito a fissare la città buia, in cui i neon e i lampioni forniscono una luce incerta.
Ovviamente non ho potuto venire qui con una volante o con dei rinforzi; con tutti i tagli sembra quasi che ci predispongano al fallimento.
Tiro un respiro profondo per farmi coraggio e quasi soffoco dal fetore di smog, putrefazione e probabilmente i resti di una scorreggia al soyburger rimasta intrappolata qui dentro.
Tiro su il cappuccio del cappotto e mi copro il volto con lo schermo trasparente, per poi uscire da sotto la pensilina.
Non ci vuole molto perchè la patina unta della pioggia mi ricopra completamente, ma mi costringo a ignorarla mentre mi dirigo a passi rapidi verso l'insegna dell'associazione contro la discriminazione degli aumentati.
Il muro e la porta di ingresso devono avere più graffitti di un vagone della metropolitana, e l'estro artistico dei miei concittadini si esprime come da tradizione in un profluvio di svastiche sbagliate e cazzi.
Suono il citofono dell'associazione, e appoggio il modulatore di voce alla mia trachea, per simulare un respiratore artificiale.
"Chi è?" Una voce troppo deformata per essere riconoscibile risponde dopo alcune decine di secondi, e sono quasi sicuro di riconoscere comunque un tono di fastidio.
"Cioè, sono un vostro tesserato, ho informazioni sul presidente D'Angelo. Maxy fast."
Dopo qualche decina di secondi sento la porta scattare, e provo ad entrare.
I servomotori devono essersi inceppati, per cui devo fare forza con le braccia per aprirla ed infilarmi dentro.
Mi sono tolto dalla pioggia ma la situazione non è migliorata così tanto. Il corridoio di cemento puzza di piscio, e l'imbiancatura a calce è sporca e scrostata.
Come a compensare questo squallore vengo assalito da un miliardo di ologrammi sui vari programmi e iniziative dell' ADA, e istintivamente li scaccio con la mano come se fossero moscerini fastidiosi, e con lo stesso margine di successo.
Vorrei buttare via il cappotto e lavarmi le mani fino a farle diventare rosse per togliermi l'untume di dosso, ma sono costretto a ripiegare sul fazzoletto di stoffa che tengo in tasca per pulirmi le mani e asciugarle.
Avanzo lungo il corridoio, ignorando le porte laterali mentre cerco telecamere o altri sistemi d'allarme, ma il bombardamento di ologrammi rende difficile notare i dettagli, per cui sono costretto a fidarmi delle informazioni che mi sono state date sul fatto che non ci siano sistemi d'allarme significativi.
Dopo aver girato a destra mi trovo davanti la doppia porta tagliafuoco che conduce alla loro sala riunioni, come confermato anche dall'insegna luminosa alla mia destra.
Questa notte dovrebbero esserci solo i capi, per cui un lavoro rapido, almeno in teoria.
Suono il citofono, preparandomi mentalmente al mio dovere.
Subito un fascio di luce rossa mi passa addosso, scannerizzandomi, mentre una voce maschile distorta dall'altoparlante risuona nell'aria.
"Stai fermo."
Il silenzio sembra protrarsi per secoli ma è meno di un minuto, mentre la luce rossa mi controlla nuovamente e noto alcune microcamere spuntare dalle pareti laterali.
"Va bene, entra."
Sento il rumore dei fermi della porta che scattano, e spingo, entrando nella sala riunioni.
Di fronte a me riconosco Greggio, dai filmati di sorveglianza. Il respiratore che ha al posto del naso emette un fruscio costante, ma il mio sguardo cade sulle mani. Sembrano umane ma ho visto cosa hanno fatto a quel blindato due settimane fa.
Mi squadra da capo a piedi, come se volesse farmi una radiografia.
"Seguimi." il tono è perentorio, mentre si distacca dal banco della reception e mi fa cenno col capo di seguirlo.
Svoltato l'angolo entriamo in quella che pare una sala riunioni. File e file di sedie scadenti di metallo con cavi elettrici che corrono sul pavimento, intervallati da prese multiple a intervalli irregolari.
Le sedie sono voltate di fronte a un palco rinforzato, su cui è presente un leggio e altre sedie in ordine sparso.
La polvere accumulata mi fa sternutire. Va bene essere criminali, ma ogni tanto potrebbero pure pulire.
Greggio mi conduce lungo il corridoio centrale verso il palco, dove si trovano gli altri capi.
Del Santo e Russo sono entrambe sedute sul palco, con espressione preoccupata. Gli innesti cibernetici deformano quelle che sarebbero state belle donne. Boldi è di fronte a loro, su una delle sedie della prima fila, la posizione rigidamente innaturale mi conferma che si sia fatto sostituire la colonna vertebrale di recente. Poco distante Braschi, in piedi a braccia incrociate, sembra impegnato a fissare il pavimento.
Quando ci avviciniamo si bloccano tutti e ci fissano in silenzio, mentre Greggio mi fa cenno di superarlo. "Forza avanti, cosa hai da dire?"
Non posso insospettirli per cui procedo, anche se l'idea di avere una macchina di distruzione come lui alle spalle mi innervosisce.
"Sì cioè salve, sono un tesserato di Cuneo" mando loro gli estremi della falsa tessera creata appositamente dai nostri hacker "E ho visto presso la stazione di Rho tre camionette dei pulotti che caricavano via il presidente D'Angelo."
Braschi finalmente solleva lo sguardo, puntando i suoi occhi, due cerchi rossi innaturali, nei miei.
"Uè gino, ci prendi per dei rinco? Pensi di essere il primo ciulandari mistico che gli sbirri provano a infiltare tra noi? Sei fuori se pensi che ti crediamo."
Deglutisco. Non è necessario che finga di essere nervoso.
"No cioè ma dovete credermi, perché sono uno di voi."
Mi sposto verso sinistra cercando di farlo apparire naturale, in modo che Greggio non sia più alle mie spalle.
"Ma davvero?" La voce femminile alle mie spalle mi fa voltare di scatto, e noto che Russo, camminando sopra il palco, si è spostata dietro di me.
Mi fissa con un sorriso malizioso, piegandosi in avanti in modo da mostrare il seno, ma le braccia cromate con i pistoni in vista rovinano l'effetto.
Mi fissano tutti in silenzio, finchè non è di nuovo Russo a parlare. "Togliti la giacca, stai facendo un lago sul pavimento."
Abbasso lo sguardo senza pensare, e in effetti ai miei piedi si è formata una pozzanghera, che risplende di tutti i colori dell'arcobaleno grazie alla pellicola oleosa che la ricopre.
Rialzo gli occhi, fissandola in volto.
"Non è il caso. Cioè, sono venuto solo a dirvi che D'Angelo era stato catturato. Ora è meglio se vado via very veloce, sicuramente vorrete pensare ad un piano..."
"No." Boldi si alza con lentezza, appoggiandosi con le mani sulle ginocchia. "Tu non te ne vai finché non ti diciamo noi di andare."
Senza che me ne rendessi conto gli aumentati mi hanno circondato; dovevano essere sospettosi già dall'inizio.
Sento un tonfo alle mie spalle, e voltandomi vedo che Russo è saltata giù dal palco. Noto anche che le braccia si sono modificate, e ora terminano in due lame lunghe una decina di centimetri.
Roteo sul piede sinistro e le tiro un calcio alla bocca dello stomaco, buttandola a terra prima di estrarre la pistola.
Greggio si sta scagliando verso di me. Gli punto la pistola contro il volto e sparo. Schiva, ma questo ferma comunque la sua carica.
Improvvisamente i neon della stanza iniziano a lampeggiare, trasformando la scena in una serie di Polaroid in bianco e nero.
Devono avere un modo di proteggersi dall'effetto strobo, altrimenti anche loro si troverebbero in difficoltà. Faccio appena in tempo a rendermi conto della situazione che Del Santo da sopra il palco strilla, approfittando della mia confusione; la sua laringe potenziata provoca spasmi nei miei muscoli, costringendomi a lottare anche solo per mantenere la presa sulla pistola.
Con la coda dell'occhio noto il movimento di Russo, che cerca di accoltellarmi ma buca soltanto il cappotto, tirandolo però verso il basso con tale forza da farmi crollare a terra.
L'urto però mi ridà abbastanza controllo sui miei muscoli da permettermi di spararle, e mi accorgo che cade anche se non riesco a capire dove l'ho colpita.
Un calcio alla testa rischia di farmi svenire, e Braschi è su di me, pronto a schiacciarmi il cranio sotto gli anfibi rinforzati.
Provo a rotolare via, ma finisco per urtare la prima fila di sedie dove vengo raggiunto da un secondo calcio, alla spalla sinistra.
Vedo confusamente Greggio e Boldi che stanno lanciando via le sedie per raggiungermi, e mi volto verso Braschi che si sta preparando nuovamente per calciarmi.
Raccolgo le gambe sotto di me per poi lanciarmi contro di lui, afferrandolo alla vita e buttandolo a terra.
Il momento che gli serve per riprendersi mi è sufficente per puntargli la pistola all'occhio sinistro, che nonostante l'effetto stroboscopico continuo a vedere rosso, e premere il grilletto.
Il nuovo urlo di Del Santo sembra peggio del primo, e lascio cadere la pistola.
Prima di poterla recuperare mi sento afferrare per il colletto, e vengo lanciato contro una parete.
Non perdo conoscenza ma non riesco a mettere a fuoco nulla, capisco solo che qualcuno si avvicina.
Prima che mi raggiunga inizio a frugare nella tasca interna del cappotto, e trovo la fialetta con la droga da combattimento.
Rompo il collo della fialetta di vetro con due dita, per poi infilarmela nel naso e tirare con tutta la mia forza.
Mi piego di lato buttandomi a terra prima ancora di rendermi conto del perché, ma vedo il pugno destro di Greggio conficcato nella parete di cemento armato, e sento i muscoli del volto che si contraggono in un ghigno isterico.
Mentre è impegnato a disincastrare il proprio braccio dal muro mi sposto dietro di lui e gli tiro un calcio all'inguine, che a giudicare dalla reazione non deve essere modificato, e mentre si piega bestemmiando mi volto a cercare la pistola.
La noto a terra accanto al cadavere di Braschi, ma c'è Boldi in mezzo. I muscoli sintetici si sono gonfiati, riducendogli i vestiti a brandelli.
Ridacchio, per poi lanciarmi verso di lui di corsa. Si lancia in avanti per placcarmi ma lo salto appoggiandogli il piede destro sulla spalla, atterrando con una splendida capriola per poi finire di schiena sopra il cadavere.
Ridacchio nuovamente afferrando la pistola e sparando tre colpi verso Boldi da capovolto.
Non controllo nemmeno di aver colpito, ma mi rimetto seduto, e con la mano libera afferro parte della materia cerebrale di Braschi lanciandola nella direzione di Del Santo.
Il lancio non è preciso, ma la distrae abbastanza da lasciarmi rimettere in piedi e impedirle di urlare.
Trattengo un conato di vomito e mi fermo qualche secondo, ansante, cercando di riprendermi, quando qualcosa mi colpisce al fianco sinistro, poco sopra la gamba, facendomi cadere nuovamente a terra.
Un blocco di cemento, grosso come la mia testa, appare sul pavimento poco distante da me, e la voce di Greggio rimbomba nella sala.
"Dopo di te verrà anche il turno di Enrico, bastardo!"
Cerco di rialzarmi ma la gamba sinistra non risponde; probabilmente si è rotto qualcosa. Non sento dolore, ma non è una grossa consolazione al momento.
Greggio afferra un altro frammento di cemento armato, questo più piccolo del precedente. Sembra proprio intenzionato a lapidarmi.
Punto la pistola verso di lui, e noto il tremore alla mano. La droga sta finendo il suo effetto, devo finire rapidamente.
Punto al torace e sparo due colpi. Lascia cadere il blocco di cemento e ondeggia, ma non cade.
Si volta a guardarmi con un ghigno feroce dipinto sul volto, per poi riabbassarsi per prendere l'arma improvvisata.
Deve avere delle placche subdermali sul torace, maledizione!
Tengo ferma la pistola con entrambe le mani, stabilizzando l'arma senza muovermi dalla posizione supina in cui mi trovo.
Nell'attimo in cui Greggio si gira torcendo il corpo per scagliarmi il blocco premo il grilletto, e ho la gioia di vedergli la testa esplodere prima che l'impatto del cemento contro il naso mi faccia perdere i sensi e qualche dente.

La televisione ronza in sottofondo, mentre la voce del cronista ripete meccanicamente quello che il gobbo gli suggerisce.
"... Le proteste, partite dallo snodo di Milano hanno già infiammato diverse città della Italcorporation in cui gli aumentati, infiammati dall'ADA, chiedono giustizia per le vittime della strage di 2 giorni fa. Il consiglio di amministrazione nel frattempo ha già dichiarato l'associazione come sovversiva e terroristica, e le azioni in mano ai membri noti della stessa sono state congelate..."
La porta della stanza si apre e vedo uno dei droidi sanitari entrare, seguito dal commissario Beruschi.
"Ci lasci soli per favore, devo parlare col mio sottoposto."
Con un cigolio acuto il droide annuisce, per poi uscire dalla stanza.
"Ti hanno conciato bene vedo. Ho già letto il rapporto ma volevo sapere di persona come stavi."
Provo a sollevarmi dal letto dell'ospedale, ma sono ancora troppo debole.
"Sì, ho temuto di creparci lì. Potrei avere una stanza più pulita però?"
Indico verso l'angolo della stanza dove una crescita di una muffa purpurea si estende per quasi un metro quadro. Questo mi aiuta anche a non guardare in viso l'ispettore, il suo sguardo fisso mi inquieta sempre; mi verrebbe da definirlo meccanico, ma non può essere.
"Purtroppo noi siamo personale e questo è quello che ci tocca, lo sai. Non siamo consumatori."
Mi giro nuovamente verso di lui, facendo una smorfia per il dolore.
"Ci ho provato. Cos'altro voleva sapere commissario?"
"In base al tuo rapporto sembra che i soggetti fossero già sospettosi, da cosa pensi possa essere dipeso?"
"Da come si sono comportati credo sia solo un problema di tattiche. Stanno iniziando a prevedere le nostre mosse. Forse qualcuno di loro ha un cervello elettronico?"
Il commissario si porta una mano al mento, lisciando la barba ispida che gli copre la metà inferiore del volto, contribuendo al suo aspetto inquietante.
"Quindi escludi possano esserci infiltrati nella polizia?"
Esito un secondo, prima di annuire.
"Non credo, come le ho detto sembravano già sul chi vive. Probabilmente perché stavano progettando un attentato, in base alle nostre informazioni. Piuttosto, avete trovato traccia di Del Santo?"
"Non ancora. Sei stato fortunato che sia scappata prima della fine dello scontro, altrimenti non saresti qui."
"Già, speriamo salti fuori presto." Appoggio la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi e cercando di non pensare alle strane macchie presenti.
Non so se sia la botta, le medicine o cos'altro ma continuo ad avere la sensazione di essermi dimenticato qualcosa.
Sospiro, scuotendo la testa e tornando a fissare il commissario "Quantomeno abbiamo avuto la prova che il chip di controllo funziona, no? Peccato aver dovuto fare io da cavia. Posso ancora essere considerato puro così?"
C'è un movimento sotto la barba del commissario, forse un sorriso, mentre annuisce. "Già, in un certo senso abbiamo potuto seguire il combattimento in remoto, grazie ai tuoi dati biometrici. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto l'autorizzazione a usarlo su larga scala." Sospira, cambiando posizione sulla sedia e fissandomi negli occhi. "E per il resto non preoccuparti. Non è certo avere un chip nel collo a renderti un aumentato."
"... Abbiamo qui con noi il commissario Enrico Beruschi, capo della sezione speciale per la lotta alla criminalità aumentata..." il frammento di monologo del giornalista ci fa voltare entrambi verso la televisione, in tempo per vedere il volto del commissario, con il suo nome completo in sovrimpressione.
"Bah, spegni. Questi spettacoli di pubbliche relazioni sono imbarazzanti."
Nonostante la sua scarsa espressività il commissario sembra realmente infastidito, ma fortunatamente sta fissando la televisione, per cui non può vedere la mia faccia.
Richiudo subito la bocca e spengo il televisore come ordinato, prima di tornare a guardare il commissario.
Possibile? In effetti la sua assenza di espressioni è strana, ma per diventare commissario deve essere stato esaminato accuratamente; nessun aumentato può entrare in polizia!
Il commissario deve essersi accorto che lo sto fissando, perché si gira inarcando un sopracciglio, che fa uno strano effetto col suo sguardo fisso.
"Mi devi dire qualcosa?"
"No, mi scusi, devo essere ancora intontito, ero sovrappensiero."
"Bene, allora tolgo il disturbo."
Mentre si trova sulla porta si volta, guardandomi fisso in volto "Presto avrò di nuovo bisogno di te, per cui guarisci in fretta."
"Sì signore." Mi limito a rispondere, mentre il mio cervello continua a pensare a tutti i momenti in cui ho pensato ci fosse qualcosa di strano nel commissario.
Contemporaneamente però un'altra parte del mio cervello mi dà del paranoico, e che il commissario è un eroe della caccia agli aumentati criminali, e che mi sto facendo troppi film mentali.
In preda a questi pensieri contrastanti riaccendo la televisione, e dopo qualche istante lo schermo si anima nuovamente.
"...Queste sono le immagini delle proteste che stanno avvenendo in diverse città. I manifestanti accusano la polizia di aver compiuto degli omicidi illegali e chiedono i nomi dei colpevoli..."



Quellon
Messaggi: 21

Re: Un incarico semplice

Messaggio#2 » martedì 13 aprile 2021, 22:04

Bonus a cui punto:
1-Personaggi anni '80 (ho messo il cast del drive in)
2-Qualcuno deve morire (direi di sì XD)
3-slang anni '80 (questo lo metto in forse, ho cercato di ricreare un gergo semi-paninaro, ma non so se ci sono riuscito in modo efficace)

Daniel Travis
Messaggi: 443
Contatta:

Re: Un incarico semplice

Messaggio#3 » lunedì 19 aprile 2021, 12:57

Ho apprezzato molto la descrizione sensoriale dell'ambientazione: immagini e odori mi hanno scaraventato in un Blade Runner all'italiana e mi ci hanno chiuso dentro a doppia mandata.
Il massacro del cast del drive in, poi, è un concept quasi irresistibile di per sé - richiede almeno un po' di familiarità per essere apprezzato appieno, e io non ne ho così tanta, ma non si tratta di un difetto del testo, visto il contesto, e non ha neanche rovinato la mia lettura.
Il tono rallenta e si fa quasi impiegatizio in certi passaggi, e qualche ripetizione pesa un po' sullo scorrimento (semplice, semplice; alcune decine di secondi, qualche decina di secondi). Un brano come quello in cui il protgonista si fa di droga da combattimento e, dopo aver ridacchiato, "ridacchi[a] nuovamente" prima di sparare mi espelle dalla lettura alla velocità del suono ('rido ancora/di nuovo" è più d'impatto, e il contrasto tra la risata e la lotta sanguinosa è sufficiente senza ricorrere al ridacchiare).
Nel complesso, mi ha intrattenuto abbastanza da farmi seguire con attenzione i sospetti del protagonista sul commissario, quindi complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Avatar utente
Pretorian
Messaggi: 727

Re: Un incarico semplice

Messaggio#4 » venerdì 23 aprile 2021, 0:31

Ciao Federico e piacere di leggerti. Ti dirò la verità: il tuo racconto è strano forte. Da un lato, abbiamo buone descrizioni, un world building accennato, ma comunque interessante e dei combattimenti dinamici, anche se non sempre precisi (insomma, le effettive capacità degli aumentati non sono chiarissime, soprattutto se passi dal dire che possono danneggiare dei blindati, al fatto che, i loro colpi nonn riescono a uccidere un uomo). Dall'altro, c'è la gente di "Drive in". Ora, capisco che ti serviva per rispettare la specifica, ma ho come l'impressione che tu sia rimasto in mezzo al guado con questa scelta. Insomma, stiamo parlando di comici e personaggi di costume, quindi la prima cosa che mi sarei aspettato era che la buttassi sul ridere, un po' come in quelle commedie dove personaggi famosi compaiono in contesti nonsense. Tu, invece, ti sei mantenuto serissimo e i personaggi non hanno nemmeno accennato e rivelare caratteri della loro comicità. D'altra parte, sono Boldi, Greggio e company, quindi non riuscivo a prendere sul serio una scena con Greggio Cyborg che combatte a mani nude. Il tutto ha generato una situazione ibrida, né abbastanza seria, né abbastanza umoristica, con in più il difetto che non esiste alcuna motivazione nel tuo worldbuilding per cui dei comici anni 80 dovrebbero aver costituito un'organizzazione terroristica di cyborg.
Quindi, complimenti per la fantasia, però forse sarebbe stato opportuno calibrare meglio.

Alla prossima!!

yuri.villani
Messaggi: 26

Re: Un incarico semplice

Messaggio#5 » sabato 24 aprile 2021, 0:50

Un incarico semplice

Un racconto divertente, stilisticamente un po’ rigido, non coinvolgente al massimo. E il finale perché ce lo lasci sospeso? Perché non dirci se il commissario è un aumentato o no?

Le immagini descritte le ho trovate un po’ rigide, come lo stile. Mi spiego meglio: una sequenza simile a un elenco. Prima succede questo, poi quello. Tante frasi si susseguono in questo modo, specialmente nella scena d’azione finale. Per esempio, se prima il protagonista ha sparato a un tipo, potresti riprendere il periodo successivo con un’altra immagine, come qualcuno che scappa o ha paura… per concentrarti su diversi dettagli e rendere la scena vivida, invece di io sparo, lui schiva, l’altro muore ecc.

Il tono ironico e alcune immagini sono accattivanti. Secondo me avresti potuto insistere su queste caratteristiche. Un altro aspetto che traspare è il degrado con toni leggermente hardcore, ma secondo me con così poco spazio a disposizione era meglio puntare o su una caratteristica o sull’altra.

Il cast anni ‘80 e lo slang ci sono, anche se avresti potuto amalgamarli all’ambientazione. Perché sono tutti lì riuniti? Non basta mettere i nomi, magari diamoli un significato, un richiamo ironico o simbolico...

… Scorro un po’ il racconto per segnalarti qualche nota.

“mi ondeggia davanti agli occhi”, invece di “ondeggia davanti ai miei…”
neon, neon: ripetuto a breve distanza
i punto e virgola alcune scuole di scrittura li sconsigliano nella narrativa.
“tutti i tagli” non si capisce benissimo
tiro, tiro: ripetuto a breve distanza
aumentati: forse metterlo in corsivo?
decina di secondi: ripetuto
con le braccia: non importa metterlo
sporco, piscio: stesse immagini ripetute
mani mani: ripetuto a breve distanza
sistemi allarme: idem
destra destra: idem
seguimi seguimi: idem
sedie sedie sedie: idem
fialetta fialetta: idem
lancia lancia: idem

Grazie del racconto e in bocca al lupo ;)

Quellon
Messaggi: 21

Re: Un incarico semplice

Messaggio#6 » sabato 24 aprile 2021, 10:01

Grazie a tutti per le critiche. Non rispondo nei dettagli perché sono ancora impegnato a leggere gli altri racconti in gara e non voglio farmi influenzare neanche inconsciamente.
Voglio solo chiedere scusa per le ripetizioni, mi sono proprio sfuggite completamente :D

Avatar utente
Giovanni Attanasio
Messaggi: 322
Contatta:

Re: Un incarico semplice

Messaggio#7 » sabato 24 aprile 2021, 11:48

Commento a caldo.
Il racconto non mi ha lasciato granché, forse mi son perso degli elementi durante la lettura. A parte citazionismi vari il resto della storia è un super combattimento contro personaggi celebri, ma non ho percepito le ragioni di questo combattimento e la giustificazione finale non mi ha convinto.
Avrei ridotto questo intero racconto a un incipit, con tanto di evento scatenante e poi avrei narrato una storia a partire da qui.
A livello tecnico ho percepito varie ripetizioni di concetti, digressioni e una voce narrante distantissima nonostante fosse in prima persona. Decisamente troppa attenzione a mostrare l’ambientazione che si poteva intuire facilmente con molti meno dettagli.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Maurizio Mannoni
Messaggi: 55

Re: Un incarico semplice

Messaggio#8 » domenica 25 aprile 2021, 7:41

Ciao Federico, pur apprezzando il tono ironico e la capacità descrittiva, l’azzuffata dei personaggi del Drive in non mi ha molto entusiasmato, forse perché non se ne capiscono bene le ragioni e si dilunga parecchio. Ho notato anche io molte ripetizioni, la fretta è cattiva maestra, ne so qualcosa :) alla prossima!

Avatar utente
Andrea Furlan
Messaggi: 400

Re: Un incarico semplice

Messaggio#9 » lunedì 26 aprile 2021, 0:02

Ciao Federico,
Complimenti per il buon racconto. Ottimo l'inizio molto immersivo, poco tell e molte suggestioni pensate dal protagonista che fiondano nell'ambientazione cyberpunk. Nel complesso una misto di Terminator, Blade runner e anche il tema della lotta ai diversi come in X men. Tutti riferimenti divertenti e interessanti, legati in qualche modo al decennio della call. Bello lo stratagemma dell'acqua piovana oleosa e impregnata di chissà quale maledetta sostanza. Forse ho trovato un po' pesante e lunga la scena di azione, ma comunque ancora utile per lo svolgimento della storia. Secondo me potrebbe essere più efficace se tagliata circa della metà e magari con meno personaggi, ma più caratterizzati, possibilmente come erano i personaggi del Drive in, perché per alcuni di loro nel tuo racconto è riconoscibile solo il nome. Solo per fare qualche esempio: Greggio il furbacchione, Del Santo e Russo le sciantose, Braschi il giovinastro guitto. Per farti capire, hai accennato qualcosa in questa direzione solo su Russo e l'ho apprezzato subito.
Devo dire che l'ultima parte mi ha lasciato più freddo e questo commissario Beruschi non mi ha convinto, così come il finale che ho trovato non solo aperto ma che non mi ha neanche incuriosito molto: il dubbio che il commissario sia un aumentato è un po' banale. Un colpo di scena diverso avrebbe chiuso il cerchio di quella che ritengo una buona prova.

Torna a “La Sfida a 80 voglia di ammazzarti”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti