Mai Incrociare i Flussi

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo aprile sveleremo il tema deciso da Luca Verducchi e Danilo Bultrini. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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MatteoMantoani
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Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#1 » sabato 17 aprile 2021, 8:22

La voce di Ray Stanz mi fa saltare il cuore alla testa: «Attento, ragazzo! Ectoplasma in vista: sto misurando 4.5 gaf sul gargarometro.»
Ha ragione, quel maledetto bastardo di Matteo Caldera è poco più avanti, alla fine della strada. Se ne sta in piedi, appoggiato alla moto, a guardarsi attorno con una sigaretta accesa impigliata tra le dita. È lì ad aspettare me, so che è così.
Ray mi appoggia una mano alla spalla. «Hai bisogno d'aiuto, figliolo?»
Scuoto la testa. «No. Andrà tutto ok.»
Le parole mi escono a fatica dalla gola serrata. Avanzo a passo incerto, accarezzando con le nocche il muro in parte al marciapiede. Manca poco.
Eccolo, mi ha visto.
Corre verso di me e mi blocca il passaggio. I suoi occhi azzurri dalle sclere cosparse di capillari si tingono di nero pece, la sua carnagione si fa cadaverica.
Oddio, no! Non ancora!
Squarci si aprono sulla sua pelle, a formare una griglia sanguinolenta dai cui incroci spuntano chiodi conficcati nella carne.
Merda. Merda.
Mi si rigirano le viscere, distolgo lo sguardo. Devo calmarmi, o non se ne andrà.
Caldera-Pinhead mi prende per il bavero della giacca e mi avvicina alla sua faccia: i chiodi mi sfiorano il viso, il suo alito puzza di sigaretta. «Non ti avevo detto di lasciare in pace la mia ragazza, pidocchio?»
Ho la gola secca, il fiato che non esce. Il ghigno si apre ancora di più a rivelare file di denti marci, gli spuntoni sulla pelle si muovono come se fossero vivi. «Elisa è roba mia. Guai a te se le mandi ancora un solo messaggio»
Mi sguancia un pugno allo stomaco. Tossisco l'anima e cado in ginocchio.
Stringo i denti, respiro e butto l'aria fuori dai polmoni. Ho una voglia, una voglia che mi fa ribollire il sangue. Ray si china e mi sussurra all'orecchio. «No, figliolo. Calmati. Ricorda: mai incrociare i flussi.»
Annuisco. «Mai incrociare i flussi.»
Gli anfibi di Caldera si allontanano. Risale in moto, la marmitta sputacchia pernacchie infernali. Ma perché quelli come lui truccano il motore in quel modo? Che gusto c’è a costringere gli altri a coprirsi le orecchie?
La moto mi passa vicino, gli spuntoni sulla faccia di Caldera sono scomparsi, il viso è quello di sempre. Mi mostra il dito medio e sparisce dietro una curva.
Ray mi aiuta ad alzarmi. «Quel teppista nasconde dentro di sé un ectoplasma uscito da un noto film dell’orrore.» Mi afferra le spalle. «Se avessi avuto il mio zaino protonico, sai che festa gli avrei fatto!»
Lo so. Quel maledetto. Se solo avessi la forza… al solo pensiero che Elisa possa trovare qualcosa di attraente in un merdoso ectoplasma del genere, mi sale il sangue alla testa.
«Fanculo. Andiamo avanti, Ray. Non facciamo tardi a scuola che oggi c'è il compito di chimica.»

Consegno il foglio protocollo con gli esercizi al prof. Bolognese. Lui lo apre, gli dà una scorsa col dito e strizza l’occhio. «Vedo già un voto a due cifre.»
Sorrido. I miei compagni lasciano il loro compito sulla cattedra e mi lanciano un'occhiataccia. Groppo alla gola.
Il prof. si aggiusta gli occhiali. «Stavo pensando: per la gara di Scuole Aperte, avresti un progettino da realizzare?»
Qualche idea in effetti ce l'ho. Annuisco.
Bolognese sorride. «Bene. Allora possiamo contare su di te?»
«Inizierò a lavorarci oggi stesso, e se vuole le porto tutti i miei calcoli.»
«Con calma. Ricorda, dobbiamo battere la sezione tecnica. Verranno le famiglie, le sezioni del liceo scientifico hanno sempre meno iscritti e una buona presentazione potrebbe aiutare.»
«Chi sarà il rappresentante della sezione tecnica?»
«Matteo Caldera.»
Stringo i pugni. Quell'infame. «E per il liceo? Chi c'è?»
«Tu, Elisa Martin della quarta A, e Fabio Bonucci per la B»
Elisa. Che sia la volta buona per farle vedere di che pasta sono fatto? Quando vincerò il premio si accorgerà che si sbaglia, su di me. «Batterò Caldera.»
Bolognese sorride. «Ho fiducia in tutti e tre.»

Egon Spengler borbotta con la sua voce da basso. «La sezione trasversale del modellino non è abbastanza levigata.»
Avvicino il naso al pannello di compensato: ha ragione. «Grazie Egon.»
Raccolgo la carta vetrata e gratto la superficie di legno. «Che ne dici? Ce la faremo?»
Egon mugugna. «Il peso atomico del cobalto, è o non è 58.9?»
Certo che lo è. Egon, se non ci fossi tu! «Sarebbe bello avere del cobalto, il modellino in questo modo potrebbe anche funzionare per davvero.»
«È vero, ma attento: lo zaino protonico non è un giocattolo.»
Soffio sulla polvere del legno, la nuvola di segatura scarica la sua pioggia di frammenti sulla scrivania del laboratorio. «Hai ragione, non è un giocattolo.»
Lo fisso negli occhi, la sua fronte spaziosa si aggrotta. «Tutto ok, ragazzo?»
«Quand'eri piccolo, a cosa giocavi?»
I suoi dentoni spuntano dalle labbra. «I miei non credevano nei giocattoli. Avevo un misirizzi, ma ne estrassi il piombo.»
Rido. «Io e te ci somigliamo molto.»
Egon ammicca. «Lo so. Saresti un ottimo ghostbuster.»
Sospiro, una lacrima mi sgorga dall'occhio destro. «Grazie Egon.» Raddrizzo il pannello di compensato. «Vada come vada, devo ammettere che fare questo modellino è pur sempre più divertente che collezionare spore, muffe e funghi!»
«Puoi dirlo forte, figliolo.»
La porta si apre, la mamma entra. Ha lo sguardo perso e la bottiglia in mano. «Enrico, con chi stai parlando?»
Sbuffo. «Con un mio amico, mamma.»
Barcolla e si appoggia al muro. «Ma non c’è nessuno qui. Ah, è uno dei tuoi amici immaginari?»
«No, mamma.»
Rotea gli occhi, deve girarle tutto. «Che stai combinando? Cos’è quella roba?»
«Una ricerca per la scuola. Tranquilla.»
Si copre la bocca con la mano a soffocare un rutto. «Bravo, tesoro.»
Si gira verso la porta e finalmente se ne va fuori dalle palle.

Il tizio grasso abbassa lo sguardo sul mio modellino. Si gratta la testa e accarezza i bottoni del suo cappotto doppio petto.
«E questo cosa sarebbe?»
Peter Venkman appoggia la mano alla mia spalla: «Coraggio!»
Mi schiarisco la gola. «Un ciclotrone.»
L’omone mi dirige uno sguardo obliquo. «Ciclo… clone?»
«Ciclo-trone.» Prendo un respiro profondo. Infilo il dito tra le due pareti di compensato. «Questi gusci a forma di semicerchio, rappresentano le bobine che generano il campo magnetico.» Scorro il dito da destra a sinistra nella fessura. «Qui invece si sviluppa un forte campo elettrico. Le particelle cariche, i protoni, circolano nel tubo grazie alla forza di Lorentz.»
Il tizio non fa una grinza. Continuo a spiegare. «I protoni dovrebbero fermarsi, perché la forza di Lorentz dissipa energia: qui interviene il campo elettrico, che li accelera ogni volta che oltrepassano la fessura tra i gusci.»
«Ah. Interessante. E a cosa serve?»
Perché non capisce? «Ad-accelerare-i-protoni… è uno zaino protonico, come quello dei Ghostbusters!»
Venkman alza le braccia al cielo. «Inchinatevi alla scienza!»
Accendo l’interruttore sul fucile di plastica, il raggio laser fuoriesce dal circuito a simulare il fascio di protoni dello zaino. «Vede? Una piccola licenza poetica del film sta proprio nel fatto che il fascio in uscita, invece di essere dritto, curva e si attorciglia.»
«Ah! Ok! Bello, grazie.»
Il tizio mi sorride e si dirige verso il banco di Fabio. La sua guidovia a cuscino d’aria è una dimostrazione delle tre leggi di Newton: un giochetto da ragazzi.
Sbuffo. «Se n’è andato prima che potessi mostrargli i miei calcoli.»
Venkman fa spallucce. «Tranquillo, hai visto il cappotto con la doppia fila di bottoni? Dev’essere un marinaio, ed è qui in città. Lo portiamo a scopare e non avremo noie.»
Rido. Butto lo sguardo verso Elisa, che si esibisce in fondo al salone: il suono del suo ukulele ricavato da un cartone del latte si sente fino a qui.
Sospiro. «Una gran bella Guardia di Porta, vero?»
Venkman annuisce. «Eh già, mi piacerebbe capire se dorme a un metro e venti sopra le coperte, come Dana Barrett.»
«A chi lo dici. Vorrei essere il suo Mastro di Chiavi.»
Peter ride. «Non c’è che dire. Una bella pollastra, figliolo.» Mi dà una gomitata. «Quando il premio sarà tuo, cadrà ai tuoi piedi.»
Una fitta allo stomaco. Non vedo l’ora.
Il prof. Bolognese si avvicina al banco. «Enrico! Che bello, ti è venuto proprio bene questo zaino protonico.» Appoggia il dito sulle luci. «Sembra quello del film! E hai curato anche le parti interne. Complimenti!»
Annuisco. «E vede i miei calcoli?» Gli indico la lavagna con la mano. «Ho calcolato con precisione quanta energia occorre per un fascio da dodici KeV.»
Il prof. si spinge gli occhiali sul naso. «Sembra corretto.» Stringe le labbra. «Riesci a spiegare tutto alla gente in visita?»
Venkman incrocia le braccia. «Ma che vuole questo?»
Lo zittisco con un cenno della mano. Bolognese strabuzza gli occhi. «Tutto ok?»
«Non si preoccupi. I Ghostbusters sono popolari, vedrà che la gente apprezzerà la mia presentazione.»
Si incupisce. «Lo spero.» Intreccia le dita sul petto. «La presentazione di Fabio non sta attirando molta gente. Elisa è carina, ma a suonare quell’affare è una frana.» Si carezza la pelata. «Le famiglie stanno votando, ma ho paura che non ci andrà bene.»
E se avesse ragione? No, non è possibile, con tutto il lavoro che ho fatto, la gente deve apprezzare lo zaino. Cazzarola: se mai l’avessero spiegato a me, come funziona uno zaino protonico, avrei fatto salti di gioia. «E Caldera?»
«Vai a vedere tu stesso. Anzi, adesso chiamo gli altri e ci andiamo assieme.»
Non capisco, mi volto a guardare Venkman. Peter si gratta la testa perplesso.

Mi faccio largo tra la gente e mi avvicino a Elisa. Il suo viso di porcellana mi fa avvampare le guance. Le sue labbra sono schiuse a rivelare la punta della lingua che accarezza gli incisivi, le sue pupille si muovono a destra e a sinistra a seguire Caldera che corre in moto lungo il parcheggio. Tra una derapata e l’altra, il bastardo si solleva sulla ruota posteriore e manda gesti di saluto alla folla, i dannati capelli biondi gli sventolano in testa come una bandiera di guerra.
Venkman grugnisce. «Un pochino sfacciatello.»
Stringo il pugno. «Non devo incrociare i flussi.»
Elisa si volta, i suoi occhi azzurrissimi mi allentano le viscere. «Hai detto qualcosa?»
Mi schiarisco la gola. «Dicevo che… non capisco perché la gente preferisca guardare lui, piuttosto che noi. Gioca solo con la sua moto.»
Elisa si volta a guardarlo. «Però è proprio bravo.»
Venkman alza gli occhi al cielo. «Porca vaccamiseria.»
La moto si avvicina alla folla, la gente mormora concitata. Caldera spegne il motore, scende e prende lo smartphone: un filo elettrico lo collega alla ruota, lo stacca.
«Signore e signori.» Lo agita sopra alla testa. «Come sapete, prima della mia esibizione la batteria era al quattro percento.»
Dirige lo sguardo verso di noi. «Chiederei a Elisa Martin di venire qui, per piacere.»
Non andare!
Lei obbedisce come un cagnolino tirato da un guinzaglio invisibile.
Un brivido mi corre lungo la schiena. «Venkman.»
«Aspetta, figliolo. Stiamo a guardare.»
Elisa tocca il display, sorride e lo mostra alla folla. «Ventinove!»
Scroscio di applausi.
Scuoto la testa. «Ha solo adattato la dinamo della moto alla batteria dello smartphone!» Deglutisco. «Che cosa avrebbe di speciale come idea?»
Venkman incrocia le braccia. «Ho paura che saranno acidissimi cavoli, ragazzo.»

Applausi, applausi.
Bolognese sale sul palco, cammina con un palo nel culo, il robot dorato di Star Wars è più agile. Consegna la coppa della gara di Scuole Aperte a Matteo Caldera. Mi ribolle lo stomaco. Elisa è in prima fila, lo saluta agitando quella manina dalle unghie laccate. Una lacrima mi offusca la vista. Caldera scende dal podio, scosta i professori, cinge Elisa con le braccia e le schiocca un bacio.
Applausi.
Baci.
Applausi.
Mordo l'interno della guancia, inghiottisco sangue e saliva.
Mai incrociare i flussi: sarebbe male. Molto male. Come se la vita si fermasse istantaneamente e ogni molecola del mio corpo esplodesse alla velocità della luce.

«Che ne dici Egon?»
«In linea puramente teorica, c’è una lievissima probabilità di uscirne indenni.»
Inspiro, è il momento. Esco dall’ombra e mi pianto davanti a loro due. Caldera mi fissa, si stacca dalle braccia di Elisa e la spinge da parte. Alza il mento e si appoggia alla moto. «Pidocchio, sei venuto a rendere omaggio al nuovo re degli dèi?»
Il cuore mi scoppia in petto. «Tu non sei un dio.»
Il lampione fa luccicare i suoi capelli biondi, la faccia è squarciata da tagli sanguinanti percorsi da chiodi che spuntano come funghi metallici.
Qualcosa mi balla nello stomaco. Respiro, posso farcela.
Elisa mi guarda e arriccia il naso. «Ma com’è vestito?»
Caldera-Pinhead mi squadra da capo a piedi. «Bella la tutina color caccarella. E quelle lucine che ti penzolano dal culo?» Si piega dalle risate.
Reprimo un singhiozzo. «Non ridere della mia uniforme, stronzo.»
Non devo ancora incrociare i flussi. Chiudo gli occhi: rumore di anfibi sull’asfalto. «Sparisci, prima che ti faccia sputare le gengive dalle orecchie.»
Spalanco gli occhi. I nostri nasi quasi si toccano, il fiato di sigaretta m’investe la faccia e i chiodi brillano come stelle. Mi colpisce alla costola con un pugno. Faccio un passo indietro, mi piego, sputacchio, ma non smetto di fissarlo. Elisa emette un risolino.
Peter Venkman mi prende un braccio. «Petto in fuori ragazzo, sei un ghostbuster.» Mi aiuta a stare in piedi. «Come mi piace questo piano, e come mi onora farne parte, facciamolo!»
Sorrido. Caldera-Pinhead alza le sopracciglia. «Che hai da ridere?»
I chiodi e il sangue scompaiono, stringo i denti. «Non mi fai più paura, ectoplasma di merda!» Estraggo il fucile protonico dallo zaino, accendo la luce del laser e muovo la puntina rossa sugli occhi di Caldera. La merdaccia si copre il viso con la mano.
Adesso o mai più.
Scatto in avanti e gli afferro la gola. Cadiamo sull’asfalto. «Incrociamo i flussi ragazzi!»
Elisa strilla, Caldera si agita e mi arpiona i polsi. Non mollo. Le mani di Venkman si sovrappongono alle mie. «Incrocia anche tu Spengler!»
Le dita di Egon si stringono attorno al collo, seguite da quelle di Ray. Il muso del bastardo si fa paonazzo e gli esce una schiumetta dalla bocca.
«Incrocia anche tu, Winston!»
Le mani scure di Winston sono le più forti: la cartilagine del pomo d’adamo si accartoccia sotto i nostri polpastrelli. Il bastardo rantola, sono su di lui. «Sei tu un dio?»
La risata di Ray mi rimbomba nelle orecchie. «Noi redivivi, lui redimorto!»
Venkman alza i pugni al cielo. «Venimmo, vedemmo, e lo inculammo!»
Caldera non si muove più: gli occhi fissano il vuoto, le labbra sono inzaccherate da una sostanza melmosa. Lascio la presa. Il dorso della mia mano è impiastricciato di viscido liquame.
Peter emette un verso di disgusto. «Ti ha smerdato.»
Egon si mette a posto gli occhiali. «Bravo ragazzo, prendine un campione.»

La macchina dei carabinieri è ridicola, l’Ecto-1 dei Ghostbusters è cento volte meglio, con la sua sirena stridente che incute rispetto; non come questa, che sembra il rantolo di una gallina moribonda. Gratto la pelle del sedile, un grumo di sporcizia mi si infila sotto le unghie. Una macchina lercia, per giunta.
Ray singhiozza con la fronte appoggiata al mio petto. «Siamo finiti. E chi l’avrebbe detto?»
Peter ha le gambe distese coi piedi appoggiati sulla testa del carabiniere alla guida. «E chissenefrega? Non c’è niente di male a finire così in basso, Einstein fece le cose migliori quando era impiegato all’ufficio brevetti di Berna.»
Ray si raddrizza e aggrotta la fronte. «E questo cosa vorrebbe dire?»
Venkman alza la voce e schiaffeggia l’aria con la mano. «Che ce ne andiamo in prigione, pacifici, felici. Sarà una gioia!» Sorride e mi guarda. «Ma Enrico, tu, hai fottuto alla grande quel gran pezzo di ectoplasma.»
Prendo un respiro profondo, Peter ha ragione. «Era l’unica cosa sensata da fare, ma nessuno lo capirà mai.» Mi appoggio allo schienale. «Cosa ne sarà di voi, ragazzi?»
Il viso di Winston compare al centro del parabrezza dell’auto. «Per quanto mi riguarda, io voglio tenermi il mio lavoro.»
Il mento di Egon si materializza infilato nel portabicchieri del cruscotto. «A questo riguardo, c’è una cosa che è meglio chiarire fin da subito.»
Peter si volta verso di me. «Ben detto, Spengler! E lo sai cosa, figliolo?»
Alzo le spalle. «Dammi una mano tu.»
Peter allarga le labbra in un sorriso. «Che quando piove la merda, e qualcuno deve metterci un ombrello, who you gonna call?»
Tutti all’unisono: «Ghostbusters!»
Ray mi appoggia una mano alla spalla. «Saremo sempre con te, anche Winston. Giusto?»
Il viso nel parabrezza sorride, i denti bianchissimi brillano alla luce della luna. «Se c’è lo stipendio fisso, affronterò per voi ogni pericolo!»
Mi viene da piangere: «Grazie amici.» Mi asciugo una lacrima. «Cari amici.»



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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#2 » sabato 17 aprile 2021, 8:22

Ciao ragazzi! Ambisco a tutti i bonus!

Daniel Travis
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#3 » lunedì 19 aprile 2021, 13:35

Finora, forse, il racconto megli costruito che mi sia capitato sotto gli occhi.
Bello il mistero della primissima parte, quando chi è cosa è ancora in dubbio, anche se di solito non sono un fan della quasi-schizofrenia-violenta-cinematografica-accurata-fin-lì (ma non è una cattiva scelta inassoluto, e qui non rovina niente, e nel contesto di una Ottantata ha più che senso).
Entrambi abbiamo tirato in ballo personaggi come manifestazioni nella testa di qualcuno (per quanto in modi molto diversi) e, incidentalmente, il prete infernale di Hellraiser. Non è un positivo o un negativo, solo un "Ehi, bella lì".
La pop culture anni Ottanta come supporto emotivo nel bene e nel male è un'idea estremamente appropriata.
Curiosità: non mi è chiaro perché non hai nominato C3PO. Nel mio racconto, io ho scelto di non nominare esplicitamente nessuno dei personaggi, come decisione stilistica, in parte perché così mi sono costretto a descriverne la personalità e la, err, figaggine in modo convincente al di là della semplice citazione... Ma tu, che giostri benissimo i tuoi, di personaggi, li nomini tutti tranne il droide nel paragone. Come mai?
Comunque, complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#4 » lunedì 19 aprile 2021, 18:01

Daniel Travis ha scritto:Finora, forse, il racconto megli costruito che mi sia capitato sotto gli occhi.
Bello il mistero della primissima parte, quando chi è cosa è ancora in dubbio, anche se di solito non sono un fan della quasi-schizofrenia-violenta-cinematografica-accurata-fin-lì (ma non è una cattiva scelta inassoluto, e qui non rovina niente, e nel contesto di una Ottantata ha più che senso).
Entrambi abbiamo tirato in ballo personaggi come manifestazioni nella testa di qualcuno (per quanto in modi molto diversi) e, incidentalmente, il prete infernale di Hellraiser. Non è un positivo o un negativo, solo un "Ehi, bella lì".


Ciao Riccardo! Grazie mille per il commento e il posizionamento così positivo. In realtà ero molto scettico sull'efficacia di questo racconto (l'ho fatto leggere a due "cavie" e mi hanno entrambi detto che "è una delle minchiate più inutili che tu abbia mai scritto", quindi vedere che in realtà qualcuno l'ha apprezzato fa piacere).

La pop culture anni Ottanta come supporto emotivo nel bene e nel male è un'idea estremamente appropriata.
Curiosità: non mi è chiaro perché non hai nominato C3PO. Nel mio racconto, io ho scelto di non nominare esplicitamente nessuno dei personaggi, come decisione stilistica, in parte perché così mi sono costretto a descriverne la personalità e la, err, figaggine in modo convincente al di là della semplice citazione... Ma tu, che giostri benissimo i tuoi, di personaggi, li nomini tutti tranne il droide nel paragone. Come mai?

C3PO oppure D3BO? Il motivo per cui non l'ho specificato è proprio per non incontrare le furie di qualche nerdone (come sono io) che mi avrebbe cazziato sulla scelta della versione anglosassone o italiana del nome (potrei a questo punto fare il nerd e puntualizzare che non hai specificato la versione corretta del nome... ma l'avrei fatto anche se avessi usato l'altra versione... vedi? :) )
Grazie ancora del commento!

Maurizio Mannoni
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#5 » martedì 20 aprile 2021, 19:35

Non conoscendo bene Ghostbusters ho avuto problemi nelle prime due righe con "Ectoplasma" e "Gargarometro" :) ma devo dire che sono arrivato sino alla fine senza altri intoppi. Ho apprezzato lo stile asciutto e scorrevole e anche la capacità di tramettere le scene d'azione. Odioso quel Caldera, meno male che è finito male! Una buona scrittura, complimenti.

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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#6 » martedì 20 aprile 2021, 19:49

Maurizio Mannoni ha scritto:Non conoscendo bene Ghostbusters ho avuto problemi nelle prime due righe con "Ectoplasma" e "Gargarometro" :) ma devo dire che sono arrivato sino alla fine senza altri intoppi. Ho apprezzato lo stile asciutto e scorrevole e anche la capacità di tramettere le scene d'azione. Odioso quel Caldera, meno male che è finito male! Una buona scrittura, complimenti.

Ahia! In effetti il racconto è farcito di riferimenti ai due film... spero che nel complesso la storia ti sia piaciuta, anche al netto dei riferimenti cinematografici. Grazie per i complimenti, fanno sempre bene in questa valle di lacrime :)

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Pretorian
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#7 » venerdì 23 aprile 2021, 19:41

Ciao, Matteo e piacere di leggerti. Devo dire, questo è davvero un ottimo racconto. Si capisce abbastanza presto che il protagonista soffra di qualche forma di schizofrenia allucinatoria, però il modo con cui gestisci la comparsa dei Ghostbusters e degli elementi illusori è curata (quasi) sempre in modo accuratissimo. Ho davvero amato le scene in cui il piccolo studioso cerca conforto nel confronto con Egon, o quando cerca il supporto di Venkman durante la premiazione eil modo con cui hai saputo far trasparire il carattere e le insicurezza del ragazzo tramite quei momenti. Per contro, il poco spazio a disposizione trasforma gli altri personaggi in caratteri monodimensionali, ma questo non è un problema. Gli unici difetti che si possono muovere a questo racconto, sono il modo con cui, alla lunga, hai gestito gli interventi degli Acchiappafantasmi, e le scene allucinatorie. Mi spiego: non sempre sei riuscito a mantenere l'equilibrio tra necessità di far interagire i personaggi e volontà di citare il film e in alcune circostanze sei scivolato decisamente verso il secondo versante. Di per sé, non è un problema gravissimo (anzi, io adoro le citazioni: sono riuscito a sopportare un filmaccio come "Ready player one" solo perché il flusso continuo di citazioni mi teneva così gasato che non facevo a rendermi conto di quanto fosse inconsistente tutto il resto) però quando questo problema si ripete troppe volte, rischi che il lettore non capisca fino in fondo cosa si stanno dicendo i personaggi, soprattutto se non hanno visto il film originale. Per il secondo, se è vero che ho adorato la trasformazione di Caldera in Pinhead, non ho trovato momenti simili per tutto il resto del racconto: insomma, se le allucinazioni del protagonista vanno oltre i Ghostbusters, perché non approfittarne? Perché non creare un vero e proprio secondo livello allucinatorio da far interagire con il reale? Più che un difetto, questa è un'occasione mancata, perché ti avrebbe aperto numerose possibilità.

per il resto, davvero ottimo lavoro.

Alla prossima!!

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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#8 » sabato 24 aprile 2021, 9:04

Pretorian ha scritto:Ciao, Matteo e piacere di leggerti. Devo dire, questo è davvero un ottimo racconto. Si capisce abbastanza presto che il protagonista soffra di qualche forma di schizofrenia allucinatoria, però il modo con cui gestisci la comparsa dei Ghostbusters e degli elementi illusori è curata (quasi) sempre in modo accuratissimo. Ho davvero amato le scene in cui il piccolo studioso cerca conforto nel confronto con Egon, o quando cerca il supporto di Venkman durante la premiazione eil modo con cui hai saputo far trasparire il carattere e le insicurezza del ragazzo tramite quei momenti. Per contro, il poco spazio a disposizione trasforma gli altri personaggi in caratteri monodimensionali, ma questo non è un problema. Gli unici difetti che si possono muovere a questo racconto, sono il modo con cui, alla lunga, hai gestito gli interventi degli Acchiappafantasmi, e le scene allucinatorie. Mi spiego: non sempre sei riuscito a mantenere l'equilibrio tra necessità di far interagire i personaggi e volontà di citare il film e in alcune circostanze sei scivolato decisamente verso il secondo versante. Di per sé, non è un problema gravissimo (anzi, io adoro le citazioni: sono riuscito a sopportare un filmaccio come "Ready player one" solo perché il flusso continuo di citazioni mi teneva così gasato che non facevo a rendermi conto di quanto fosse inconsistente tutto il resto) però quando questo problema si ripete troppe volte, rischi che il lettore non capisca fino in fondo cosa si stanno dicendo i personaggi, soprattutto se non hanno visto il film originale. Per il secondo, se è vero che ho adorato la trasformazione di Caldera in Pinhead, non ho trovato momenti simili per tutto il resto del racconto: insomma, se le allucinazioni del protagonista vanno oltre i Ghostbusters, perché non approfittarne? Perché non creare un vero e proprio secondo livello allucinatorio da far interagire con il reale? Più che un difetto, questa è un'occasione mancata, perché ti avrebbe aperto numerose possibilità.

per il resto, davvero ottimo lavoro.

Alla prossima!!


Devo dire che sono molto orgoglioso di ricevere un commento così positivo da uno del tuo calibro, tra l'altro è la prima volta che mi commenti così entusiasticamente (lo segno nel mio calendario).
Voglio essere sincero, più ricevo commenti positivi e più mi stupisco, perché gli amici (e la moglie) che hanno letto questo racconto l'hanno definito "uno dei più inutili" che abbia scritto: si vede che i miei gusti sono più in sintonia coi vostri, e che devo buttare via i manuali, perché questo l'ho proprio scritto di getto.
Riguardo ai punti di miglioramento che mi hai segnalato: sono d'accordo con te per quanto riguarda l'equilibrio citazioni/azioni dei personaggi, penso a volte di aver calcato un po' troppo la mano (Egon che chiede a Enrico di raccogliere un campione di vomito dopo aver strangolato Caldera, è una di quelle citazioni che anch'io ero un po' scettico se lasciare o meno), però... che ti devo dire? Quando scrivevo mi sono divertito troppo, e ho deciso di lasciarli, così, per vedere che effetto faceva.
Sul tuo secondo commento: avevo infatti tutta una rosa di scagnozzi di Caldera che dovevano formare la squadra di cenobiti, ma li ho tagliati perché mi sembrava fosse venuto fuori un po' un casino. Elisa stessa, doveva trasformarsi da bambola di porcellana (quando il pdv ne è cotto) a cenobita donna di Hellrasier IV (quando, verso la fine, anche lei lo deride). Ma ho appunto deciso di tagliare anche questo dettaglio, in favore di una maggiore scorrevolezza. In realtà, col senno di poi, mi accorgo che magari potevo almeno lasciare la trasformazione di Elisa.
Sono più che contento che il racconto ti sia piaciuto, tengo sempre conto dei tuoi suggerimenti (sia qui, che altrove ;)

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Andrea Furlan
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#9 » lunedì 26 aprile 2021, 0:19

Ciao Matteo,
Premetto che su Ghostbusters ci ho scritto il tema del mio esame delle Medie. Questo rivela la mia veneranda età, ma anche la passione per questo tipo di film dell'epoca. Il tuo racconto inizia in modo un po' enigmatico, dove non si capisce bene che tipo di storia sia, poi tutto si chiarisce strada facendo con indizi disseminati che svelano senza descrivere troppo.
Ambientazione contemporanea che strizza l'occhio pure a Ritorno al futuro, intarsi horror, un giovane scienziato in erba con i suoi personali eroi-demoni. Il tutto ben costruito e ragionato. Neanche a pensarci a fondo riesco a trovare critiche. Bravissimo!

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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#10 » lunedì 26 aprile 2021, 8:04

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Matteo,
Premetto che su Ghostbusters ci ho scritto il tema del mio esame delle Medie. Questo rivela la mia veneranda età, ma anche la passione per questo tipo di film dell'epoca. Il tuo racconto inizia in modo un po' enigmatico, dove non si capisce bene che tipo di storia sia, poi tutto si chiarisce strada facendo con indizi disseminati che svelano senza descrivere troppo.
Ambientazione contemporanea che strizza l'occhio pure a Ritorno al futuro, intarsi horror, un giovane scienziato in erba con i suoi personali eroi-demoni. Il tutto ben costruito e ragionato. Neanche a pensarci a fondo riesco a trovare critiche. Bravissimo!

Non posso fare altro che ringraziarti, sia per questo commento positivo, che per il posizionamento in classifica. I miei complimenti per aver colto i riferimenti a Ritorno al Futuro ("quell'intercalare: pidocchio, in bocca a Caldera di tanto in tanto). Caldera insulta Enrico usando anche una battuta di un film basato su un franchise degli anni '80, ma datato '92...

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Giovanni Attanasio
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#11 » lunedì 26 aprile 2021, 9:47

Mi sono divertito un sacco, è stato piacevole da leggere. Non sono un fan dei Ghostbuster ma ho capito subito che quei nomi random fossero quelli dei personaggi del film, il che è un ottima cosa a livello di racconto poiché non puoi mai sapere cosa sa il lettore, ma puoi immaginare che sappia almeno che se parliamo di ectoplasmi e cose simili allora si parla di loro!
Il bilanciamento tra citazioni e racconto originale è davvero ottimo e la struttura della trama è perfetta per cavalcare l’onda, con il ragazzo che deve conquistare la dama e battere lo stronzo, in classico stile dei tempi. Le citazioni sul finale poi… ottime. Non rido mai quando leggo, ma a quel “Are you a god?” sono morto. Bello.
Ci sono un paio di passaggi tecnicamente strani, ma sono cose che risolverai quando potrai sistemare il racconto per la finale. Te ne indico solo uno:
“Lei obbedisce come un cagnolino tirato da un guinzaglio invisibile.” mi sembra strano che lui le dia del cagnolino, o perlomeno è sembrato strano a me.
Bella prova, riesce a divertire ed è questo ciò che conta. Non farti troppi pipponi sulla perfezione, a quella ci si lavora giorno per giorno. Quando l’autore si diverte a scrivere un testo questo è il risultato.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#12 » lunedì 26 aprile 2021, 12:52

Giovanni Attanasio ha scritto:Mi sono divertito un sacco, è stato piacevole da leggere. Non sono un fan dei Ghostbuster ma ho capito subito che quei nomi random fossero quelli dei personaggi del film, il che è un ottima cosa a livello di racconto poiché non puoi mai sapere cosa sa il lettore, ma puoi immaginare che sappia almeno che se parliamo di ectoplasmi e cose simili allora si parla di loro!
Il bilanciamento tra citazioni e racconto originale è davvero ottimo e la struttura della trama è perfetta per cavalcare l’onda, con il ragazzo che deve conquistare la dama e battere lo stronzo, in classico stile dei tempi. Le citazioni sul finale poi… ottime. Non rido mai quando leggo, ma a quel “Are you a god?” sono morto. Bello.
Ci sono un paio di passaggi tecnicamente strani, ma sono cose che risolverai quando potrai sistemare il racconto per la finale. Te ne indico solo uno:
“Lei obbedisce come un cagnolino tirato da un guinzaglio invisibile.” mi sembra strano che lui le dia del cagnolino, o perlomeno è sembrato strano a me.
Bella prova, riesce a divertire ed è questo ciò che conta. Non farti troppi pipponi sulla perfezione, a quella ci si lavora giorno per giorno. Quando l’autore si diverte a scrivere un testo questo è il risultato.

Grazie mille per il commento così entusiasta, e per il posizionamento in classifica. In effetti mentre lo scrivevo mi sono divertito molto, e l'idea mi è arrivata di colpo, e ho scritto tutto abbastanza di getto. Il problema è che spesso e volentieri quello che diverte me non diverte gli altri, infatti le "cavie" che mi hanno letto il racconto prima che lo postassi, si sono annoiate a morte.
Sulla similitudine del cagnolino: perché dici che è forzata? Nella mia testa il pdv è contrariato e si arrabbia perché Elisa è subito pronta a prostrarsi ai piedi di Caldera, e lui in quei momenti la disprezza, e magari vorrebbe che strisciasse ai suoi, di piedi.
Forse potrei correggere la frase così:

Non andare!
Ma invece lei obbedisce come un cagnolino tirato da un guinzaglio invisibile.

Mi piacerebbe sapere anche quali altri punti non ti hanno convinto, se hai tempo e voglia di segnalarmeli.
Grazie mille in ogni caso, e a rileggerci!

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Giovanni Attanasio
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#13 » lunedì 26 aprile 2021, 16:29

MatteoMantoani ha scritto:Grazie mille per il commento così entusiasta, e per il posizionamento in classifica. In effetti mentre lo scrivevo mi sono divertito molto, e l'idea mi è arrivata di colpo, e ho scritto tutto abbastanza di getto. Il problema è che spesso e volentieri quello che diverte me non diverte gli altri, infatti le "cavie" che mi hanno letto il racconto prima che lo postassi, si sono annoiate a morte.
Sulla similitudine del cagnolino: perché dici che è forzata? Nella mia testa il pdv è contrariato e si arrabbia perché Elisa è subito pronta a prostrarsi ai piedi di Caldera, e lui in quei momenti la disprezza, e magari vorrebbe che strisciasse ai suoi, di piedi.
Forse potrei correggere la frase così:

Non andare!
Ma invece lei obbedisce come un cagnolino tirato da un guinzaglio invisibile.

Mi piacerebbe sapere anche quali altri punti non ti hanno convinto, se hai tempo e voglia di segnalarmeli.
Grazie mille in ogni caso, e a rileggerci!


Non devi per forza cambiare la frase, è stata una mia impressione, non ho tutti i dati per sapere se sia un'uscita strana del personaggio o meno.

"accarezzando con le nocche il muro in parte al marciapiede" qua non ho capito cosa significa.
" I suoi occhi azzurri dalle sclere cosparse di capillari si tingono di nero pece" sclere mi sembra un termine strano, pochi lo userebbero per descrivere gli occhi.
"una lacrima mi sgorga dall'occhio destro" anche sgorgare mi fa strano.
Non li segno tutti, ma in generale darei una controllata a termini ed espressioni più o meno su questo genere. Però è una pignoleria, non sono cose che danneggiano troppo il brano, non per un lettore come me.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

yuri.villani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#14 » martedì 27 aprile 2021, 14:48

Un racconto piacevole e divertente.
In generale mi è piaciuto un po' tutto. L'ambientazione, gli acchiappafantasmi; la trama, con la rivalità studentesca che fa molto vintage.

Secondo me è tutto abbastanza curato bene. I dialoghi, le vicende... il racconto scorre discretamente, è stato piacevole da leggere.
Qualche osservazione:

- incipit carino e accattivante
- usi molto "sua... suo", se rileggi le frasi c'è spesso. Se mi ricordo bene questa è una derivazione anglosassone non correttissima nello scritto italiano, e quando possibile andrebbe evitato... a me lo hanno sempre corretto.
- i titoli in italiano non si scrivono con le maiuscole.
- una nota sulle immagini che si susseguono: molte frasi iniziano per esempio con "Venkman... Venkman..." e magari partire con un'immagine diversa arricchirebbe la prosa, rendendola un po' meno "canovaccio".
- la parola "inculare" non è un po' una volgarità, in un simile racconto?
- il rapporto del protagonista coi ghostbusters. Questo è forse l'unico aspetto che mi ha lasciato dubbi. Se sono compagni all'incirca immaginari del protagonista, mi sono sembrati un po' buttati lì, senza un nesso narrativo. Per esempio una piccola "introduzione", magari dopo l'incipit, avrebbe spiegato meglio al lettore questo rapporto di amicizia. Invece, se ho capito bene, gli acchiappafantasmi sono al suo fianco punto e basta...


Grazie del racconto, in bocca al lupo e un caro saluto.

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MatteoMantoani
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Re: Mai Incrociare i Flussi

Messaggio#15 » martedì 27 aprile 2021, 15:51

yuri.villani ha scritto:Un racconto piacevole e divertente.
In generale mi è piaciuto un po' tutto. L'ambientazione, gli acchiappafantasmi; la trama, con la rivalità studentesca che fa molto vintage.

Secondo me è tutto abbastanza curato bene. I dialoghi, le vicende... il racconto scorre discretamente, è stato piacevole da leggere.

Ciao Yuri, molte grazie per il tuo commento, vado a contro-commentare qualcosa, riprendendo un paio delle tue osservazioni:

- usi molto "sua... suo", se rileggi le frasi c'è spesso. Se mi ricordo bene questa è una derivazione anglosassone non correttissima nello scritto italiano, e quando possibile andrebbe evitato... a me lo hanno sempre corretto.

Sai che non ci ho fatto proprio caso? Penso che questo possa allacciarsi un po' al mio tentativo di rendere un linguaggio immediato e scorrevole (vedi anche le mie osservazioni successive)

- i titoli in italiano non si scrivono con le maiuscole.

Intendi il titolo del racconto? Oppure ti riferisci ai "Ghostbusters"?

- una nota sulle immagini che si susseguono: molte frasi iniziano per esempio con "Venkman... Venkman..." e magari partire con un'immagine diversa arricchirebbe la prosa, rendendola un po' meno "canovaccio".

Sto lavorando molto sul rendere la mia scrittura immediata e scorrevole. Fino a poco tempo fa preferivo scrivere usando molte subordinate, sinonimi e avverbi, ma ho imparato che l'immediatezza è la chiave per farsi leggere, al netto del contenuto. La mia riflessione riguarda il fatto che la gente ha sempre meno voglia di leggere, e soprattutto sempre meno tempo per leggere. Mi piacerebbe riuscire a scrivere in modo tale che chi legge nemmeno se ne accorga, che prosegua la lettura senza incappare in paroloni o immagini auliche ma poco chiare. Purtroppo chi scrive come Tolkien (per farti un esempio) ha difficoltà a farsi conoscere. I grandi scrittori di Best Seller, invece, sono criticati per il loro stile scarno, ma vendono, vendono, vendono. Direi che posso giustificarmi in questo modo, di fronte alla tua osservazione. Chiaro che, anch'io, preferisca altri stili (un esperimento che ho fatto qualche edizione fa, che mi piace molto più come stile, puntava molto su un registro più aulico, e più ricco di aggettivi... ma non ha avuto granché successo).

- la parola "inculare" non è un po' una volgarità, in un simile racconto?

La frase "Venimmo, vedemmo e lo inculammo" è presa tale e quale dal film dell'85: Bill Murray la pronuncia dopo aver "acchiappato" Slimer, se hai presente:
https://www.youtube.com/watch?v=i9cVZIBX1cE
Sono molto in disputa con un amico che si prende il masochistico impegno di leggere sempre i miei racconti, sull'uso o meno del turpiloquio. Diciamo che non piace a tutti (nemmeno a me), però fa parte del mio processo di avvicinamento a uno stile più da Best Seller. King, Palahniuk, Crichton (spero si scrivano così), farcivano i loro romanzi di turpiloquio, proprio perché uno stile che ricalchi una parlata gergale attira e avvicina più il lettore medio. Anche Ammaniti (nel suo romanzo Premio Strega) mette nero su bianco addirittura una bestemmia.

- il rapporto del protagonista coi ghostbusters. Questo è forse l'unico aspetto che mi ha lasciato dubbi. Se sono compagni all'incirca immaginari del protagonista, mi sono sembrati un po' buttati lì, senza un nesso narrativo. Per esempio una piccola "introduzione", magari dopo l'incipit, avrebbe spiegato meglio al lettore questo rapporto di amicizia. Invece, se ho capito bene, gli acchiappafantasmi sono al suo fianco punto e basta...

Volevo invece che il lettore rimanesse in stato di confusione/curiosità fino almeno a metà racconto (hai scritto tu stesso che l'incipit è buono, proprio perché c'è un forte conflitto unito al bisogno di capirci qualcosa in più). Quando compare la mamma (alcolizzata), il fatto che gli amici siano immaginari è palesato. Ho anche spinto abbastanza in modo tale da rendere chiaro che gli amici compaiono solo quando il pdv si sente a disagio per qualche motivo (l'unico momento in cui non compaiono, è quando c'è il compito di chimica: il pdv è un secchione, e per giunta molto conscio delle sue capacità) e lo aiutano: Egon è lo scienziato, e aiuta Enrico quando prepara il suo progettino (e non è sicuro che la sua idea sia buona); Venkman è lo spaccone e lo sbruffone che aiuta Enrico a prendere coraggio nei momenti difficili; Ray è la parte sensibile che fa un po' da "mamma". Questo era un po' quello che avevo pensato.

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