Gruppo Marco Proietti Mancini

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo aprile sveleremo il tema deciso da Luca Verducchi e Danilo Bultrini. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Spartaco
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Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#1 » lunedì 19 aprile 2021, 12:30

Immagine

Questo gruppo è dedicato a Marco Proietti Mancini, autore presente nell'antologia: '80 voglia di ammazzarti.
I concorrenti dovranno leggere, commentare e classificare i partecipanti del gruppo Simona Mangiapelo e verranno classificati da quelli del gruppo Simona Mangiapelo. Le classifiche ricevute faranno media con quella del Lettore Anonimo e quella stilata dal Giudice.

Questo è il gruppo Marco Proietti Mancini de La Sfida a '80 voglia di ammazzarti con Luca e Danilo di Alter Ego Edizioni come giudici.

Il vincitore del gruppo sfiderà il secondo classificato del gruppo Simona Mangiapelo e verrà giudicato da Marco Proietti Mancini.
Il secondo classificato sfiderà il vincitore dell'altro gruppo e verrà giudicato da Simona Mangiapelo.


Vediamo i racconti ammessi:

Un incarico semplice, di Federico Molinari consegnato il 13 aprile alle 22:02.
Vèrgin Tour, di Dario 17 consegnato il 14 aprile alle 18:14
Mai Incrociare i Flussi, di Matteo Mantoani consegnato il 17 aprile alle 08:22
Very Hot Case, di Roberto Masini consegnato il 18 aprile alle 12:07
Disantropia n.4, di Sara Rosini consegnato il 18 aprile 19:36
VIP on demand, di Alessandro Canella consegnato il 18 aprile alle 23:47

Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 30 aprile per commentare i racconti del gruppo Simona Mangiapelo
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul gruppo Simona Mangiapelo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo Anonimo.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



Daniel Travis
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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#2 » lunedì 19 aprile 2021, 16:08

Tutti di qualità, ormai una garanzia per le Sfide.
Ho piazzamenti altalenanti qui (nel contest principale ho una media un po' migliore), ma mi ci diverto da Dio, soprattutto come commentatore.
Ecco la classifica (per quanto mi riguarda 2/3 e 5/6 sono parità):
1. VIP on demand Di Alessandro Cancella
2. Mai incrociare i flussi di Matteo Mantoani
3. Disantropia n.4 di Sara Rosini
4. Vèrgin Tour di Dario 17
5. Very Hot Case di Roberto Masini
6. Un incarico semplice di Federico Molinari

E i commenti:
1. VIP on demand Di Alessandro Cancella
Bella l'idea, pulita la trama, funzionale il piccolo twist, curata la forma, meritati i bonus, referenziali le reference e, soprattutto, Hasselhoff l'Hasselhoff.
Mi fai sentire goffo per i difetti del mio pezzo.
Mi sono accorto solo alla fine di aver ingoiato tutto il racconto in un baleno, vorrei un'antologia di tue storie brevi sullo stesso tono.
Primo posto guadagnatissimo, per quanto mi riguarda.
Complimenti.

2. Mai incrociare i flussi di Matteo Mantoani
Finora, forse, il racconto megli costruito che mi sia capitato sotto gli occhi.
Bello il mistero della primissima parte, quando chi è cosa è ancora in dubbio, anche se di solito non sono un fan della quasi-schizofrenia-violenta-cinematografica-accurata-fin-lì (ma non è una cattiva scelta inassoluto, e qui non rovina niente, e nel contesto di una Ottantata ha più che senso).
Entrambi abbiamo tirato in ballo personaggi come manifestazioni nella testa di qualcuno (per quanto in modi molto diversi) e, incidentalmente, il prete infernale di Hellraiser. Non è un positivo o un negativo, solo un "Ehi, bella lì".
La pop culture anni Ottanta come supporto emotivo nel bene e nel male è un'idea estremamente appropriata.
Curiosità: non mi è chiaro perché non hai nominato C3PO. Nel mio racconto, io ho scelto di non nominare esplicitamente nessuno dei personaggi, come decisione stilistica, in parte perché così mi sono costretto a descriverne la personalità e la, err, figaggine in modo convincente al di là della semplice citazione... Ma tu, che giostri benissimo i tuoi, di personaggi, li nomini tutti tranne il droide nel paragone. Come mai?
Comunque, complimenti.

3. Disantropia n.4 di Sara Rosini
Bel pugno in faccia, come racconto, troppo pestato per essere preso alla leggera, ma troppo grottesco per deprimere del tutto. Non mi capita spesso di vedere un tono così estremo gestito con tanto metodo, complimenti davvero.
C'è qualche avverbio di troppo qui e là, e la sovrapposizione del virus raccontato alla pandemia IRL attuale a volte aiuta e a volte no, ma si miscela tutto nella coltre disturbante che permea il pezzo, quindi tutto sommato niente viene rovinato.
Non so se avrei voglia di rileggerlo presto, ma di sicuro lo devo piazzare in alto nella mia classifica.
Anche il finale, che altrove risulterebbe goffo, qui in qualche modo funziona.
Complimenti ancora.

4. Vèrgin Tour di Dario 17
Il worldbuilding lessicale è delizioso: Vérgin, Matiriàlgher, Islabonìta, la cantilena e il grido di battaglia... Tutto ha un sapore quasi ratmanesco, speziato dalle correnti sotterranee di serietà (come nelle migliori storie del Ratto, d'altronde).
La vicenda fila via liscia, è un supporto che tutto sommato funziona per esplorare i nuovi miti del mondo e chi li segue.
C'è qualche problema di consecutio - qui e là i salti tra tempi verbali presenti e passati sono ingiustificati, purtroppo me ne sono accorto troppo tardi per stilare una lista completa; in compenso la frase "ottantesca" non è banale nel quadro del racconto, il che mi ha colpito.
Complimenti.

5. Very Hot Case di Roberto Masini
Adoro l'architettura del racconto, mi piace la trama, mi piace almeno in principio il tono asciutto.
Il gergo paninaro è tanto iperbolico da diventare irresistibile.
Sento quasi note di Pulp di Bukowski, e la svolta mistico-aliena all'inizio sa quasi di lovecraftiano.
Il racconto, strutturalmente, è ordinato, leggibile, funzionale, anche se la forma è afflitta da continui piccoli inciampi: innesco che causato forse da una sigaretta accesa, il nome del sensitivo (a meno che non mi sia sfuggito qualcosa), no riusciva capire, carnivoro convinto senza se senza ma, Non aveva rivelato a nessuno cosa avrebbe fatto quella sera e con chi l’avrebbe trascorso e così via.
Inoltre, aggiungerei al tutto, specie su dialoghi, una carrellata di punteggiatura ben piazzata in più.
"I seni sobbalzavano piano ma sobbalzavano", invece è la frase definitiva e le vorrò sempre bene.
Nel complesso, bella prova: complimenti.

6. Un incarico semplice di Federico Molinari
Ho apprezzato molto la descrizione sensoriale dell'ambientazione: immagini e odori mi hanno scaraventato in un Blade Runner all'italiana e mi ci hanno chiuso dentro a doppia mandata.
Il massacro del cast del drive in, poi, è un concept quasi irresistibile di per sé - richiede almeno un po' di familiarità per essere apprezzato appieno, e io non ne ho così tanta, ma non si tratta di un difetto del testo, visto il contesto, e non ha neanche rovinato la mia lettura.
Il tono rallenta e si fa quasi impiegatizio in certi passaggi, e qualche ripetizione pesa un po' sullo scorrimento (semplice, semplice; alcune decine di secondi, qualche decina di secondi). Un brano come quello in cui il protgonista si fa di droga da combattimento e, dopo aver ridacchiato, "ridacchi[a] nuovamente" prima di sparare mi espelle dalla lettura alla velocità del suono ('rido ancora/di nuovo" è più d'impatto, e il contrasto tra la risata e la lotta sanguinosa è sufficiente senza ricorrere al ridacchiare).
Nel complesso, mi ha intrattenuto abbastanza da farmi seguire con attenzione i sospetti del protagonista sul commissario, quindi complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Pretorian
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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#3 » venerdì 23 aprile 2021, 23:50

Ecco commenti e classifica:

1) Mai Incrociare i Flussi, di Matteo Mantoani
Ciao, Matteo e piacere di leggerti. Devo dire, questo è davvero un ottimo racconto. Si capisce abbastanza presto che il protagonista soffra di qualche forma di schizofrenia allucinatoria, però il modo con cui gestisci la comparsa dei Ghostbusters e degli elementi illusori è curata (quasi) sempre in modo accuratissimo. Ho davvero amato le scene in cui il piccolo studioso cerca conforto nel confronto con Egon, o quando cerca il supporto di Venkman durante la premiazione eil modo con cui hai saputo far trasparire il carattere e le insicurezza del ragazzo tramite quei momenti. Per contro, il poco spazio a disposizione trasforma gli altri personaggi in caratteri monodimensionali, ma questo non è un problema. Gli unici difetti che si possono muovere a questo racconto, sono il modo con cui, alla lunga, hai gestito gli interventi degli Acchiappafantasmi, e le scene allucinatorie. Mi spiego: non sempre sei riuscito a mantenere l'equilibrio tra necessità di far interagire i personaggi e volontà di citare il film e in alcune circostanze sei scivolato decisamente verso il secondo versante. Di per sé, non è un problema gravissimo (anzi, io adoro le citazioni: sono riuscito a sopportare un filmaccio come "Ready player one" solo perché il flusso continuo di citazioni mi teneva così gasato che non facevo a rendermi conto di quanto fosse inconsistente tutto il resto) però quando questo problema si ripete troppe volte, rischi che il lettore non capisca fino in fondo cosa si stanno dicendo i personaggi, soprattutto se non hanno visto il film originale. Per il secondo, se è vero che ho adorato la trasformazione di Caldera in Pinhead, non ho trovato momenti simili per tutto il resto del racconto: insomma, se le allucinazioni del protagonista vanno oltre i Ghostbusters, perché non approfittarne? Perché non creare un vero e proprio secondo livello allucinatorio da far interagire con il reale? Più che un difetto, questa è un'occasione mancata, perché ti avrebbe aperto numerose possibilità.

per il resto, davvero ottimo lavoro.

Alla prossima!!

2) Disantropia n.4, di Sara Rosini
Ciao, Sara e piacere di leggerti. Un racconto pesante, che gioca con tutti i tabù della nostra cultura per presentare una situazione estremizzata dall'attuale situazione di chiusura. è stata una lettura strana, non spiacevole, anche se con ampi margini di miglioramento, ma comunque interessante. Lo stile mi sembra molto migliorato da quello del tuo ultimo racconto e il testo risulta molto più comprensibile e facile da seguire. Dovresti proseguire con l'opera di "asciugatura" del testo, in modo da ridurre avverbi e aggettivi, che spesso risultano sovrabbondanti e finiscono per rendere il testo più pesante. Anche la scelta dei termini è importante: ricorda che utilizzare parole più auliche e desuete è utile se vuoi sottolineare qualcosa nelle qualità del narratore o nell'ambientazione, ma altrimenti finiscono solo per distrarre dalla storia in sé, senza davvero esprimere quelle emozioni che stavi cercando. A livello di trama, penso che avrebbe giovato al testo dare maggiore profondità al perché il governo stia spingendo la gente a praticare l'incesto e la pedofilia. Insomma, anche se narrata da Piero Angela, la giustificazione del "serve per rafforzare il corpo contro il virus" regge poco e sembra solo un pretesto per far svolgere tutta la vicenda. Ma senza un valido motore, anche la migliore delle storie gira poco. Un ultimo appunto: le scene di sesso sono ottimamente descritte e rendono molto bene l'attrazione/repulsione del protagonista. D'altra parte in Anja non sembra trasparire alcuna forma di rifiuto: se il protagonista più giustificarsi con la paura del virus, lei sembra davvero eccitata dall'esperienza dell'incesto, ma questo sembra confliggere con le sue parole quando afferma che lo fa per proteggere i suoi familiari. Non so se questa ambiguità fosse voluta o se sia un effetto collaterale dell'averla volita mostrare come un personaggio lussurioso, ma non mi ha convinto fino in fondo.

Alla prossima!!

3) VIP on demand, di Alessandro Canella
Ciao, Alessandro e piacere di leggerti. Ti dirò la verità: anche se scritto bene e con un twist interessante (e con l'Hoff, che da solo vale 100 punti), ammetto che il racconto non mi abbia fatto propriamente impazzire. Avevi molti modi per gestire la vicenda, ma hai scelto di mantenere tutto statico, con un unico ambiente e due personaggi che, tranne per l'incipit e il finale, quasi non si muovono. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, eh, ma penso che il racconto avrebbe reso dieci volte di più se avessi inserito un minimo di fluidità e di azione. Senza voler eccedere, sarebbe bastato magari far muovere i due personaggi in giro per la casa Jusy, sostituendo qualche dialogo meno necessario con descrizioni degli ambienti atti a far intuire l'ossessione di Harry (in realtà, di Judy) per Hoff.
Così il risultato è "Solo", buono, quando avrebbe potuto essere eccellente.

Alla prossima!!

4)Vèrgin Tour, di Dario 17
Ciao, Dario e piacere di leggerti. Dunque, con questo racconto non ti è mancata sicuramente l'inventiva e devo dire di aver apprezzato il tentativo di creare un'ambientazione postapocalittica che si discostasse dai cliché più evidenti del genere. Inoltre, l'idea di far truccare i seguaci di Michael Jackson di bianco e di nero è brillante (opinione personale). Andando, invece, sui lati migliorabili, penso si possa far riferimento tanto allo stile, quanto proprio al worldbuilding. Per quanto riguarda il prima, ho trovato molti periodi eccessivamente lenti e pesanti, con scelte di struttura (aggettivi messi prima dei sostantivi ad esempio) e di parole utilizzate (volutamente auliche) che davano al tutto un tono eccessivamente magniloquente. Questa scelta narrativa (che ho già notato in altri tuoi lavori in passato) stona ancora di più con l'ambientazione postapocalittica, dove seguiamo le vicende di superstiti in ambienti scabri e devastati, quindi totalmente diversi alla prosa aulica. A livello di worldbuildig, invece, se l'inventiva non ti è mancata, penso sia invece venuto meno un tentativo effettivo di tenere insieme tutti gli spunti che hai fornito, dargli sistema e cercare di fornire un collegamento con gli eventi pregressi. Mi spiego: prendere elementi della cultura pop e calarli, totalmente stravolti, in un contesto postapocalittico è una cosa abbastanza comune in questo genere: andando a memoria, mi vengono in mente il V8 di Mad Max, i tanti elementi della lore di Fallout, il culto di Steve Jobs in Iron Sky 2, o le innumerevoli gag di Futurama che stravolgono cose del XX secolo (ok, questi ultimi due esempi sono più spostati verso la fantascienza, ma rendono l'idea). In questi casi, o si cerca il gusto del paradosso, oppure si cerca di contestualizzare l'elemento nella nuova cornice. Nel tuo caso, il racconto resta serissimo, però gli elementi vengono lanciati al lettore senza contesto e senza un vero raccordo con il presente. Insomma, perché gli adoratori di Madonna sono diventati una sorta di culto opprimente del sesso? Cosa li lega all'energia elettrica? Perché, di contro, il culto di MJ è più libertario? Cosa sono le Matriagher? Cosa sono i ruderi e il mar giallo? Sono tutti spunti che lanci al lettore, ma senza davvero spiegargli di cosa si tratti e, visto che hai creato un'ambientazione che si discosta dalle regole classiche del genere, non ha nemmeno lo strumento del clichè per colmare i vuoti.

Alla prossima!!

5) Un incarico semplice, di Federico Molinari

Ciao Federico e piacere di leggerti. Ti dirò la verità: il tuo racconto è strano forte. Da un lato, abbiamo buone descrizioni, un world building accennato, ma comunque interessante e dei combattimenti dinamici, anche se non sempre precisi (insomma, le effettive capacità degli aumentati non sono chiarissime, soprattutto se passi dal dire che possono danneggiare dei blindati, al fatto che, i loro colpi nonn riescono a uccidere un uomo). Dall'altro, c'è la gente di "Drive in". Ora, capisco che ti serviva per rispettare la specifica, ma ho come l'impressione che tu sia rimasto in mezzo al guado con questa scelta. Insomma, stiamo parlando di comici e personaggi di costume, quindi la prima cosa che mi sarei aspettato era che la buttassi sul ridere, un po' come in quelle commedie dove personaggi famosi compaiono in contesti nonsense. Tu, invece, ti sei mantenuto serissimo e i personaggi non hanno nemmeno accennato e rivelare caratteri della loro comicità. D'altra parte, sono Boldi, Greggio e company, quindi non riuscivo a prendere sul serio una scena con Greggio Cyborg che combatte a mani nude. Il tutto ha generato una situazione ibrida, né abbastanza seria, né abbastanza umoristica, con in più il difetto che non esiste alcuna motivazione nel tuo worldbuilding per cui dei comici anni 80 dovrebbero aver costituito un'organizzazione terroristica di cyborg.
Quindi, complimenti per la fantasia, però forse sarebbe stato opportuno calibrare meglio.

Alla prossima!!

6) Very Hot Case, di Roberto Masini
Ciao, Roberto e piacere di leggerti.
Non so: devo dire che questo racconto non mi ha per niente convinto. La struttura a brevi blocchi narrativi sil-capitoli di un romanzo è inefficace, perché i periodi troppo brevi obbligano il lettore a fare continui salti da una scena all'altra, cosa che contribuisce a rendere la trama, già di per sé confusa, ancora più difficile da seguire. La trama, come ho detto, è confusa e si muove da una scenetta all'altra quasi senza soluzione di continuità, con lo spiegone finale dell'alieno così improvviso e mal costruito che mi ha ricordato i deus ex machina utilizzati nelle antiche tragedie per sbloccare momenti irrisolvibili. Lo stile oscilla costantemente tra un narratore onnisciente pervasivo all'inverosimile, con un tell costante che tracima e sopprime qualsiasi sparuto barlume di mostrato narrativo. I dialoghi, poi, sono il punto peggiore: artefatti, confusi, e, peggio di tutto, pieno di un costante effetto "as you know" (ossia quelle sgradevolissime situazioni in cui due personaggi si ripetono informazioni che già possiedono e di cui hanno la consapevolezza della reciproca conoscenza, ma di cui parlano per consentire al lettore di apprenderle) al punto che arrivi a usare esplicitamente la frase "come lei ben sa". Ovviamente, è necessario far avere queste informazioni al lettore, ma farlo in questo modo è considerato sbagliato in praticamente ogni forma di comunicazione (per dire, eccoti un estratto del Nostalgia Critic che sbarella contro l'as you know nei film https://www.youtube.com/watch?v=WhapCMRgfvA). Peccato.

Alla prossima!!

Maurizio Mannoni
Messaggi: 55

Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#4 » domenica 25 aprile 2021, 7:56

Alla mia prima esperienza in questo genere di sfide in Minuti Contati, ringrazio tutti per l'interessante confronto. Ecco la mia classifica con i commenti:


1) Mai incrociare i flussi di Matteo Mantoani

Il racconto meglio costruito. Ottimo lo stile e la capacità dell’autore di descrivere le scene d’azione. Ho avuto all’inizio un po’ di difficoltà non conoscendo bene gli Acchiappafantasmi ma un po’ anche documentandomi, sono riuscito ad entrare nel vivo della narrazione. Vivida la scena di quando il protagonista si avvicina a Elisa e la ragazza voltandosi confessa la sua ammirazione per quell'idiota di Caldera.

2) VIP on demand di Alessandro Canella

È un racconto ben scritto e lo si nota subito dall’incipit. A parer mio andrebbe asciugato un po’ nella parte centrale e condito con qualche scena d’azione in più. Riesce comunque a immergere il lettore nell’atmosfera anni ’80. Spassoso il finale, quando Harry lo paragona a un tostapane e infine David telefona a Judy.

3) Very Hot Case di Roberto Masini

È un racconto scorrevole in cui si respira l’aria degli anni ’80.
Mi è piaciuta la struttura in paragrafi e mi ha colpito e fatto sorridere l’imbarazzo del colonnello Cellerino dopo il suo incontro hot. La sua risposta che giustifica le morti con l’autocombustione mi ha lasciato un po’ perplesso, troppo inverosimile anche per uno un po’ tonto come il protagonista.

4) Vèrgin Tour di Dario 17

Ho dovuto leggere tre volte questo racconto per poterlo comprendere, ma ho imputato questa difficoltà al fatto di non leggere mai questo genere narrativo; non è stato infatti agevole imbattermi in personaggi come Matiriàlgher. A parte le eccessive descrizioni, mi ha colpito comunque la notevole ricchezza lessicale e il buon stile di scrittura.

5) Disantropia n.4 di Sara Rosini

Pur apprezzando lo stile e l’indubbia capacità espressiva dell’autrice, questa visione futuristica di svuotamento dell’animo umano per colpa dello Stato e dei media non mi ha convinto. Non si comprendono le motivazioni per l’incentivazione a pratiche d’incesto e pedofilia. Non ho ben capito la faccenda della casa dei Ramirez invece ho apprezzato la capacità di non svelare subito che Anja fosse la sorella.


6) Un incarico semplice di Federico Molinari

Pur apprezzando il tono ironico e la capacità descrittiva, l’azzuffata dei personaggi del Drive in non mi ha molto entusiasmato, forse perché non se ne capiscono bene le ragioni e si dilunga parecchio. Buono il ritmo della narrazione, ho notato anche io molte ripetizioni, la fretta è cattiva maestra, ne so qualcosa…

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Andrea Furlan
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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#5 » domenica 25 aprile 2021, 23:59

La prima.volta che partecipo a Sfida e devo dire che è stato davvero divertente vedere come avete declinato i possibili riferimenti al mitico decennio. Tutti i racconti hanno una loro originalità e mi hanno dato qualcosa di positivo.
Due parole sulla mia classifica: i primi due racconti meriterebbero un ex aequo, ma ho deciso di premiare quello di Matteo per la trama più complessa e le maggiori emozioni che ha generato. Vergin tour è appena un gradino più sotto, soprattutto per un paio di ambientazioni non pienamente soddisfacenti.


1 - Mai incrociare i flussi di Matteo Mantoani
2 - VIP on demand di Alessandro Canella
3 - Vergin tour di Dario17
4 - Un incarico semplice di Federico Molinari
5 - Disantropia n.4 di Sara Rosini
6 - Very hot case di Roberto Masini

Un incarico semplice di Federico Molinari

Ciao Federico,
Complimenti per il buon racconto. Ottimo l'inizio molto immersivo, poco tell e molte suggestioni pensate dal protagonista che fiondano nell'ambientazione cyberpunk. Nel complesso una misto di Terminator, Blade runner e anche il tema della lotta ai diversi come in X men. Tutti riferimenti divertenti e interessanti, legati in qualche modo al decennio della call. Bello lo stratagemma dell'acqua piovana oleosa e impregnata di chissà quale maledetta sostanza. Forse ho trovato un po' pesante e lunga la scena di azione, ma comunque ancora utile per lo svolgimento della storia. Secondo me potrebbe essere più efficace se tagliata circa della metà e magari con meno personaggi, ma più caratterizzati, possibilmente come erano i personaggi del Drive in, perché per alcuni di loro nel tuo racconto è riconoscibile solo il nome. Solo per fare qualche esempio: Greggio il furbacchione, Del Santo e Russo le sciantose, Braschi il giovinastro guitto. Per farti capire, hai accennato qualcosa in questa direzione solo su Russo e l'ho apprezzato subito.
Devo dire che l'ultima parte mi ha lasciato più freddo e questo commissario Beruschi non mi ha convinto, così come il finale che ho trovato non solo aperto ma che non mi ha neanche incuriosito molto: il dubbio che il commissario sia un aumentato è un po' banale. Un colpo di scena diverso avrebbe chiuso il cerchio di quella che ritengo una buona prova.

Vergin tour di Dario17

Ciao Dario,
Mi sono molto immedesimato nel tuo racconto: trovo l'ambientazione fantasy (o forse più fantastica in genere) ben costruita e secondo canoni classici del genere (l'iniziazione, il viaggio dell'eroe, il tradimento del mentore, la scoperta di altre civiltà etc). Molto belle le citazioni, i nomi presi dalle canzoni di Madonna, la dea con le sue sembianze, ottime idee rese con grande maestria. L'unica che non avevo colto è il riferimento al dio bianco e nero legato a Michael Jackson, interessante ma forse potevi farlo intuire di più.
Uniche cose che modificherei: il finale me lo sarei aspettato più deciso o con un colpo di scena. Dopo aver costruito un crescendo con la rivelazione nella torre, trovo che perda un po' la buona tensione e curiosità che sei riuscito a creare prima. Anche alcuni passaggi poco felici durante il testo interrompono l'immersività (ad esempio, le caccole sciolte dalle lacrime). Mentre ho trovato molto ben fatta l'ambientazione dell'iniziazione e della torre, quella del viaggio delle due ragazze andrebbe più finalizzata al sevizio della storia, mi ha fatto perdere un po' l'attenzione.

Very hot case di Roberto Masini

Ciao Roberto,
Questo è uno di quei racconti a due facce: da un lato ho apprezzato la struttura a paragrafi che fa molto polizziottesco. Potresti immaginarti l'appuntamento dei Carabinieri che redige il verbale seguendo la storia che si dipana fra cadaveri e alberghetti di provincia. L'intreccio è interessante, sembra un po' una puntata di X files e genera certamente curiosità. L''inizio condito con lo slang dei paninari ti tuffa nell'epoca e nei ricordi, forse avresti potuto riprendere questa parte anche nel seguito, ad esempio creando un personaggio che viene interrogato diverse volte dalla polizia.
Però ha anche diverse criticità, la prima lo scioglimento della storia piuttosto ingenuo, con la bella aliena lucertoloide che confessa tutto in un gigantesco infodump. Peccato perché il finale poteva dargli un bel valore aggiunto. Molte espressioni nel testo sono imprecise e anche la punteggiatura non aiuta, con periodi molto lunghi.
Infine, magari sbaglio, ma ho l'impressione che una serie di riferimenti siano anacronistici, perché successi negli anni seguenti: negli anni 80 credo che il termine vegano non esistesse neanche o almeno non fosse di uso così comune, così come la presenza di ristoranti di questo tipo.

Disantropia n.4 di Sara Rosini

Ciao Sara,
Questa disantropia di cui hai pure dato una definizione da Treccani, è davvero sporca e cattiva, molto cattiva: personalmente ho apprezzato il concentrato di nefandezze che sei riuscita a creare. Il racconto è giocato quasi tutto sul dialogo e sui pensieri del protagonista senza grandi sbavature. L'autorevole voce fuori campo di Piero Angela e i fumetti di Bozzetto spiegano il contesto, idea che ho trovato accattivante.
D'altra parte però ti segnalo anche diverse criticità: accettando che il virus si combatta solo nello stretto cerchio familiare, non c'è una spiegazione verosimile sul perché questo possa aiutare a salvarsi, soprattutto scambiandosi umori sessuali. Quello che accade nell'altra casa e la funzione dei bambini come esca sono altri grossi punti interrogativi che non trovano risposta. Purtroppo questi punti poco chiari hanno diminuito molto il mio gradimento, insieme al fatto che in diversi punti ho faticato a seguire il filo dell'intreccio, anche in seguito all'alternarsi delle due scene diverse.
In sintesi, sei partita da un'idea discreta, grottesca e eccessiva al punto giusto, rendendola bene nella storia. Sarebbe forse bastato poco per renderla più verosimile, aumentando la qualità complessiva del racconto.

VIP on demand di Alessandro Canella

Ciao Alessandro,
Adesso che mi hai tolto il sonno per la prossima settimana sei contento? Mi tormento a pensare quale VIP-ganger vorrei comprarmi dalla VOD, se esistesse davvero. Ho un grosso dubbio fra Pamela Andreson, Samantha Fox o Patsy Kensit, per rimanere in tema... :-)
A parte di scherzi, il tuo racconto mi ha catturato dopo poche righe dopo un leggero disorientamento iniziale. Poi, dopo l'uscita dalla teca, mi ha portato fino alla fine in un fiato. Ironico e divertente, ben dosato nel ritmo, semplice ed efficace nel suo setting basato sui due personaggi speculari, con tutti i riferimenti e le citazioni giuste. Complimenti, nessuna critica da parte mia, tranne qualche refuso qui e là.

Mai incrociare i flussi di Matteo Mantoani

Ciao Matteo,
Premetto che su Ghostbusters ci ho scritto il tema del mio esame delle Medie. Questo rivela la mia veneranda età, ma anche la passione per questo tipo di film dell'epoca. Il tuo racconto inizia in modo un po' enigmatico, dove non si capisce bene che tipo di storia sia, poi tutto si chiarisce strada facendo con indizi disseminati che svelano senza descrivere troppo.
Ambientazione contemporanea che strizza l'occhio pure a Ritorno al futuro, intarsi horror, un giovane scienziato in erba con i suoi personali eroi-demoni. Il tutto ben costruito e ragionato. Neanche a pensarci a fondo riesco a trovare critiche. Bravissimo!

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Giovanni Attanasio
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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#6 » lunedì 26 aprile 2021, 10:52

Ecco la mia classifica.
Mai come in questa occasione ho avuto in testa chiare le posizioni man mano che leggevo i testi. Valuto sempre forma e contenuto in— quasi— egual misura, ma alcune posizioni le ho giustificate premiando di più la tecnica in relazione al contenuto stesso seguendo la logica "anche se il contenuto è buono, una tecnica sufficiente disturba la qualità finale del testo".

1. Mai incrociare i flussi
2. Very hot case

3. VIP on demand
4. Disantropia n.4
5. Vèrgin Tour
6. Un incarico semplice

Di seguito i commenti:

Un incarico semplice — Federico Molinari
Commento a caldo.
Il racconto non mi ha lasciato granché, forse mi son perso degli elementi durante la lettura. A parte citazionismi vari il resto della storia è un super combattimento contro personaggi celebri, ma non ho percepito le ragioni di questo combattimento e la giustificazione finale non mi ha convinto.
Avrei ridotto questo intero racconto a un incipit, con tanto di evento scatenante e poi avrei narrato una storia a partire da qui.
A livello tecnico ho percepito varie ripetizioni di concetti, digressioni e una voce narrante distantissima nonostante fosse in prima persona. Decisamente troppa attenzione a mostrare l’ambientazione che si poteva intuire facilmente con molti meno dettagli.

Vèrgin Tour — Dario17
Commento a caldo.
Ok, succedono un casino di cose, vediamo se riesco a tirar fuori un commento utile.
Arrivati a un certo punto si comincia a intravedere un nesso tra le cose, alcuni elementi sembrano andare a incastrarsi e ci siamo. Però è veramente troppo confuso, troppi dettagli di ambientazione che hanno un nome ma non sono poi riconducibili a qualcosa.
Persino il tradimento di Isla non fa effetto, perché ero troppo impegnato a riflettere sul senso degli avvenimenti, cercavo di collegare qualche punto.
È strano da dire, ma mancano proprio le informazioni giuste per godersi il racconto, almeno a una prima lettura. Lo rileggerò prima di giudicare, non penso che il mio parere su questo testo sia ancora completo.

Mai incrociare i flussi — Matteo Mantoani
Mi sono divertito un sacco, è stato piacevole da leggere. Non sono un fan dei Ghostbuster ma ho capito subito che quei nomi random fossero quelli dei personaggi del film, il che è un ottima cosa a livello di racconto poiché non puoi mai sapere cosa sa il lettore, ma puoi immaginare che sappia almeno che se parliamo di ectoplasmi e cose simili allora si parla di loro!
Il bilanciamento tra citazioni e racconto originale è davvero ottimo e la struttura della trama è perfetta per cavalcare l’onda, con il ragazzo che deve conquistare la dama e battere lo stronzo, in classico stile dei tempi. Le citazioni sul finale poi… ottime. Non rido mai quando leggo, ma a quel “Are you a god?” sono morto. Bello.
Ci sono un paio di passaggi tecnicamente strani, ma sono cose che risolverai quando potrai sistemare il racconto per la finale. Te ne indico solo uno:
“Lei obbedisce come un cagnolino tirato da un guinzaglio invisibile.” mi sembra strano che lui le dia del cagnolino, o perlomeno è sembrato strano a me.
Bella prova, riesce a divertire ed è questo ciò che conta. Non farti troppi pipponi sulla perfezione, a quella ci si lavora giorno per giorno. Quando l’autore si diverte a scrivere un testo questo è il risultato.

Very hot case — Roberto Masini
Racconto molto interessante e la formula dei paragrafi con le date e i luoghi mi ha molto calato nella narrazione. Ho percepito qualche frammento di infodump, di spiegoni, ma sono stati introdotti in modo abbastanza naturale e non stonano granché.
La trama mi piace, il flusso narrante c’è e tutto si incastra bene. C’è una certa accelerata sul finale e ci sta.
Un’altra cosa che ho notato è che forse i poliziotti perdono un po’ troppo tempo a scovare i colpevoli, il che non significa che devono essere dei geni e beccarli subito, ma forse le parti in cui sbagliano si potevano tagliare o ridurre e includere nel resto della narrazione. Opinione personale, però, non credo che disturbino così tanto il testo.
Bel lavoro, l’ho letto senza intoppi.

Disantropia n.4 — Sara Rosini
Cazzarola, figo! Mi piace sempre quando un autore si cimenta in opere del genere, piene di elementi forti ed esplosivi.
Mi sono goduto il racconto e la situazione anomala, la disperazione del protagonista che trova giustificazione nella vera natura del suo rapporto con l’altra donna. Il problema che ho riscontrato è che, nonostante ci siano le info sul virus e si intuisca cosa succede, il tutto è solo a margine e sembra essere una giustificazione per costringere il lettore a sorbirsi nefandezze e scene pesanti da gestire.
A livello tecnico avrebbe aiutato un po’ più di equilibrio, snellire un po’ alcuni passaggi e, banalmente, anche usare qualche separazione per dividere il testo in paragrafi.
Però mi è piaciuto, molto aggressivo e coraggioso.

VIP on demand — Alessandro Canella
Il racconto è senza dubbio interessante, ma ho percepito l’inizio un po’ lento, senza troppo mordente. Anzi, per meglio dire: c’è la curiosità di scoprire cosa stia succedendo ma visto il titolo e vista “la bara”, ho solo voluto leggere per scoprire in che modo folle fossimo finiti in quella condizione. La parte che mi piace di più è quella dove viene rivelato cosa vuole fare il protagonista, il suicidio/omicidio. Sotto questo punto di vista la costruzione del testo è ottima, in aggiunta alla chiusura (che però non mi ha preso tantissimo). Bella anche la parte dove scopriamo di essere in casa di Judy, e questo si collega col fatto che a livello di “reveal” il racconto è ottimo.
Pensavo anche che forse c’era un modo per ridurre gli spiegoni, perché a mio avviso un po’ ci sono. Anche se la stesura non ci inceppa quasi mai, la lettura l’ho un po’ sofferta, diciamo che il testo mi è sembrato troppo lungo per dire ciò che aveva da dire.
Bella prova comunque.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

yuri.villani
Messaggi: 26

Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#7 » venerdì 30 aprile 2021, 15:06

Ecco la mia classifica, e riporto anche i commenti già postati.
Grazie a tutti e onore ai vincitori.

CLASSIFICA

1)Very Hot Case
2)Mai incrociare i flussi
3)Vip on demand.
4)Un incarico semplice
5)Disantropia n.4
6)Vergin Tour




UN INCARICO SEMPLICE

Un racconto divertente, stilisticamente un po’ rigido, non coinvolgente al massimo. E il finale perché ce lo lasci sospeso? Perché non dirci se il commissario è un aumentato o no?

Le immagini descritte le ho trovate un po’ rigide, come lo stile. Mi spiego meglio: una sequenza simile a un elenco. Prima succede questo, poi quello. Tante frasi si susseguono in questo modo, specialmente nella scena d’azione finale. Per esempio, se prima il protagonista ha sparato a un tipo, potresti riprendere il periodo successivo con un’altra immagine, come qualcuno che scappa o ha paura… per concentrarti su diversi dettagli e rendere la scena vivida, invece di io sparo, lui schiva, l’altro muore ecc.

Il tono ironico e alcune immagini sono accattivanti. Secondo me avresti potuto insistere su queste caratteristiche. Un altro aspetto che traspare è il degrado con toni leggermente hardcore, ma secondo me con così poco spazio a disposizione era meglio puntare o su una caratteristica o sull’altra.

Il cast anni ‘80 e lo slang ci sono, anche se avresti potuto amalgamarli all’ambientazione. Perchè sono tutti lì riuniti? Non basta mettere i nomi, magari diamoli un significato, un richiamo ironico o simbolico...

… Scorro un po’ il racconto per segnalarti qualche nota.

“mi ondeggia davanti agli occhi”, invece di “ondeggia davanti ai miei…”
neon, neon: ripetuto a breve distanza
i punto e virgola alcune scuole di scrittura li sconsigliano nella narrativa.
“tutti i tagli” non si capisce benissimo
tiro, tiro: ripetuto a breve distanza
aumentati: forse metterlo in corsivo?
decina di secondi: ripetuto
con le braccia: non importa metterlo
sporco, piscio: stesse immagini ripetute
mani mani: ripetuto a breve distanza
sistemi allarme: idem
destra destra: idem
seguimi seguimi: idem
sedie sedie sedie: idem
fialetta fialetta: idem
lancia lancia: idem

Grazie del racconto e in bocca al lupo ;)





VERGIN TOUR


suoi glutei
casa e altri nomi un po’ confusi
Flower troppi nomi
Immagini a elenco e un po’ slegate
portandosi via?
seconda parte capita meglio
blu osceno
La dea tre volte
ponte tra ruderi?
immagine erotica?
non capisco anima del racconto
vergin guerriere
nomi maiuscoli
molte immagini diverse
troppi personaggi
troppa ambientazione


Abbi pazienza ma non mi è piaciuto molto…
La prima parte mi ha un po’ confuso. Molti nomi, molte scene anche con toni molto diversi. L’alternarsi di scene o dettagli quasi erotici al resto, per esempio, mi ha stonato un po’... personalmente avrei preferito una concentrazione, dato il formato di racconto breve, su un tema diciamo quasi singolo.

Sulla sequenza delle scene, avrei apprezzato un po’ di varietà, così magari da rendere le immagini un po’ più vivide. Ci sono tre frasi che iniziano, ravvicinate, con “La Dea.”

Le immagini del mondo fantastico mi hanno messo un po’ in difficoltà. Invece di tanti nomi con la maiuscola, magari qualche descrizione o particolare un po’ più terra terra…

Anche i personaggi che si susseguono, per uno spazio narrativo così breve, secondo me sono un po’ troppi.

Infine non capisco bene l’anima del racconto. Si susseguono molte immagini, diverse… il rito, la percezione divina, il viaggio, il colpo di scena finale. Mi sembrano un po’ slegate, un po’ troppo stile elenco o canovaccio… e il risultato finale mi ha lasciato in bocca un sapore un po’ indefinito. E’ un racconto d’azione? Fantastico? Descrittivo?

Questa la mia umile opinione.

Grazie del racconto e in bocca al lupo ;)





MAI INCROCIARE I FLUSSI


Un racconto piacevole e divertente.
In generale mi è piaciuto un po' tutto. L'ambientazione, gli acchiappafantasmi; la trama, con la rivalità studentesca che fa molto vintage.

Secondo me è tutto abbastanza curato bene. I dialoghi, le vicende... il racconto scorre discretamente, è stato piacevole da leggere.
Qualche osservazione:

- incipit carino e accattivante
- usi molto "sua... suo", se rileggi le frasi c'è spesso. Se mi ricordo bene questa è una derivazione anglosassone non correttissima nello scritto italiano, e quando possibile andrebbe evitato... a me lo hanno sempre corretto.
- i titoli in italiano non si scrivono con le maiuscole.
- una nota sulle immagini che si susseguono: molte frasi iniziano per esempio con "Venkman... Venkman..." e magari partire con un'immagine diversa arricchirebbe la prosa, rendendola un po' meno "canovaccio".
- la parola "inculare" non è un po' una volgarità, in un simile racconto?
- il rapporto del protagonista coi ghostbusters. Questo è forse l'unico aspetto che mi ha lasciato dubbi. Se sono compagni all'incirca immaginari del protagonista, mi sono sembrati un po' buttati lì, senza un nesso narrativo. Per esempio una piccola "introduzione", magari dopo l'incipit, avrebbe spiegato meglio al lettore questo rapporto di amicizia. Invece, se ho capito bene, gli acchiappafantasmi sono al suo fianco punto e basta...


Grazie del racconto, in bocca al lupo e un caro saluto.














VERY HOT CASE

Divertentissimo.
L’incipit è molto piacevole e fa molto “ambientazione.”

La struttura, che alterna scena a dialoghi o seziono di “raccontato” secondo me è ben bilanciata e coinvolgente.
La piega che prendono gli eventi, dal giallo al fantastico al fantascientifico, poteva essere rischiosa, ma secondo me ci sta tutta, e dona anche una certa originalità al racconto, che non è cosa banale.
Il mix generale mi è sembrato piacevole, e la lettura mi è filata davvero bene, coinvolta e incuriosita.
Il linguaggio, ricco di dettagli come il menù vegano, i nomi delle stelle ecc mi è sembrato ben curato.

Qualche nota:
ma il paragnosta è Amelotti o Taverna?
negli anni ‘80 si può parlare di vegani?

Complimenti, grazie del racconto e in bocca al lupo.

ps. mitica la pipa.




DISANTROPIA N.4



Un racconto un po’ pesante, e stilisticamente non mi ha convinto.

L’incipit e il vocabolo che da il titolo mi sono piaciuti. Poi le immagini mi so sono un po’ confuse. La scena erotica alternata alla scena drammatica/horror secondo me, con così poco spazio a disposizione, era proprio difficile da realizzare.
Questa sfocatura, nel proseguire, secondo me è ancora più marcata. E’ difficile bilanciare temi horror, distopici, a scene erotiche ecc.. non capisco bene quello che viene fuori, a parte un carrellata di immagini a se stanti.
I temi poi secondo me sono un po’ pesanti tutti insieme. Magari qualcuno ci poteva stare, ma te sul truce hai sparato con l’artiglieria pesante, e secondo me per un racconto breve è troppo. Non nel senso moralistico o estetico, ma nel senso che il racconto mi dice poco. Non riesco a entrarci dentro, al perché il mondo sia così malato. Non mi basta Piero Angela che me lo spiega.

Qualche nota:
ramirez ramirez: ripetuto a breve distanza
villetta villetta: idem
volta volta: idem
esca esca: idem
uomo del monte: un’ironia forse fuori luogo, visti i temi.

Grazie del racconto e in bocca al lupo.






VIP ON DEMAND

Un racconto altalenante.
L’incipit l’ho trovato un po’ ripetitivo nelle immagini e stilisticamente non focalizzato, aspetto che caratterizza tutta la sequenza nel quale il protagonista scopre se stesso, si chiede chi è, ecc…
Non capisco bene l’oscillare tra i toni del mistero di dove lui sia, e l’hardcore di sottofondo. Secondo me sono aspetti che in così poche righe si amalgamano difficlmente.

La seconda parte mi sembra decisamente migliore, intendo quella nei quali i personaggi parlano tra loro. Qui la lettura mi è filata liscia e divertita. Dialoghi divertenti, stile pulito, vicenda accattivanti, ambientazione futuristica godibile.
Anche la struttura è ben concepita e invoglia a proseguire. Il finale secondo me potresti caricarlo un po’, nel senso chiudere proprio in bellezza, non ti dico che è anonimo, ma secondo me ha potenzialità inespressa.

Qualche nota.

ripetizioni in poche righe: teche, teche, teca, teca
abbassò gli occhi verso il basso
David David David
Sosia sosia
David Harry David Harry


Grazie del racconto, un saluto e in bocca al lupo.

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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#8 » domenica 2 maggio 2021, 16:20

Classifica finale:

1. Mai incrociare i flussi Punti 2
2. Vip on demand. Punti 8
3. Very Hot Case Punti 17
4. Disantropia n.4 Punti 18
5. Vergin Tour Punti 20
6. Un incarico semplice Punti 25

Vip on demand approda alla semifinale Simona Mangiapelo mentre Mai incrociare i flussi a quella Marco Proietti Mancini.
I concorrenti hanno tempo fino alle 23.59 del 4 maggio per modificare i propri racconti.

Dario17
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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#9 » domenica 2 maggio 2021, 16:38

E le classifiche del Giudice e del Lettore Anonimo?

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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#10 » domenica 2 maggio 2021, 16:42

Dario17 ha scritto:E le classifiche del Giudice e del Lettore Anonimo?

Ho già chiesto scusa su Facebook ma è giusto ripetermi qui.
Ho avuto dei problemi personali che mi hanno prosciugato dal punto di vista mentale e non sono riuscito a organizzare.
Faccio ammenda e prometto che dal mese prossimo tornerò operativo al 100%

Dario17
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Re: Gruppo Marco Proietti Mancini

Messaggio#11 » domenica 2 maggio 2021, 16:52

Ah.
Chiedo venia, non avevo letto sul social.

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