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Andrea Furlan
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Messaggio#1 » martedì 20 aprile 2021, 0:53

Il cuscino non ne può più delle mie lacrime: me le ricaccia indietro, bagnandomi le guance. L’umidità ha l’odore della muffa che invade il piccolo appartamento spoglio.
Arrivata a Bruxelles, sono entrata in questo appartamento trovato su internet: squallido, freddissimo, maleodorante. Ho aperto la finestra per fare uscire la puzza mentre fuori pioveva. Potevo vedere il giardino della mia casa e i due confinanti, separati da muri bianchi. Quello a destra sembrava una specie di foresta selvaggia soffocata dall’edera, senza fiori, pieno di muschio. Ho sentito una voce canticchiare. Una signora molto anziana è apparsa sotto un grande cappello verde che si confondeva con le piante: si è chinata a strappare alcune erbacce, seguita da un cagnolino bianco.
«Miette, viens ici!» L’ha chiamato.
«Si prenderà un malanno» ho pensato, cominciando a sistemare le mie cose nel vecchio armadio.

***

Cerco di distrarmi senza successo, dopo aver letto la notizia sul sito di “Le soir”: la pandemia colpisce il Belgio, Istituzioni Europee chiuse, tutti i voli cancellati.
Rileggo il post che ho inviato un mese fa, il magone che mi taglia il respiro: foto della lettera di accettazione per lo stage alla Commissione Europea, “Si parteeeee!” avevo scritto. Trecento like: i miei amici sapevano bene che, dopo aver preso la laurea in Scienze Internazionali a Forlì, questo era il mio unico sogno.
Ho deciso di uscire per una passeggiata, passando da Place Luxembourg, dove gli stagiaires come me si divertono in tempi normali: i cartelli stradali gialli dicono che il giovedì sera la zona è tutta pedonale per l’apéro. Ora è vuota, grigia, senza vita.
Per fortuna nei giorni scorsi ho trovato una libreria aperta: Storia del femminismo europeo è il volume di cui avevo sentito parlare mentre preparavo la tesi, l’unica cosa che mi fa compagnia da giorni. Posso uscire solo per fare la spesa nel Carrefour sotto casa. Bar e ristoranti chiusi.
Sin da bambina, Papà ha sempre fatto una magia, solo per me: trasformava i suoi studi di diritto internazionale in storie meravigliose di eroi che avevano realizzato il sogno europeo. Fra gli altri, ricordavo il nome di Ernesto Colorni: partigiano, antifascista, deputato in Italia, poi uno dei primi parlamentari a Bruxelles. Nel mio libro ho trovato la storia di Natalia Muller, la moglie ebrea di Colorni, di cui non sapevo nulla. Fondatrice dell’Associazione Donne per l’Europa, una delle prime a chiedere parità di genere nelle Istituzioni.

***

La mia vicina esce tre volte al giorno con qualsiasi tempo, fa qualche lavoretto in giardino, parla spesso col suo cane.
Un giorno l’ho incontrata portare a spasso Miette, Briciola, mentre ero al telefono per strada. «Bonjour!» Mi ha salutato allegra.
Il suo viso è un intrico di rughe profonde, gli occhi azzurri mi ricordano quelli di Papà, la bocca sottile sorride sempre, parla spesso fra sé.

***

Ho appena chiuso la chiamata skype con il mio capo unità: la pandemia non ci permette di essere presenti in ufficio, lavoriamo tutti da casa, gli altri colleghi sono troppo impegnati per seguirmi, con il tuo curriculum avresti dato un grande contributo, bla bla bla.
Mi hanno assegnato alla Direzione Generale Agricoltura invece che al Parlamento: dovrò elaborare dati su macelli, polli e maiali. Non potrò respirare l’aria della sala Plenaria, quella delle sedute collettive dove si fanno le leggi europee. Conoscere i deputati, confrontarmi sui temi che dividono la società, quelli per cui mio padre si appassionava, che ho studiato una vita.
Mi avvicino alla finestra, singhiozzo e mi stringo per il freddo. La mia vicina è di là dal muro, guarda su, verso di me, così come Miette. Mi fa cenno di raggiungerla.
Non avendo di meglio da fare mi asciugo gli occhi, scendo. La sua porta è aperta: mi riceve in corridoio, allungando una mano elegante.
«Enchantè, Susanna…» dico un po’ a disagio.
Mentre Miette mi fa le feste, noto un quadro nel corridoio, spalanco gli occhi per lo stupore. Una vecchia foto in bianco e nero, la stessa che c’è nel mio libro: Natalia.
«Mi chiamo Barbara Colorni, benvenuta» mi dice in italiano con un leggero accento francese. Nota il mio sguardo fisso sul quadro «Maman, mia madre. Ci prendiamo un tè?».



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antico
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Re: Stage

Messaggio#2 » martedì 20 aprile 2021, 0:56

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, buona ORIANNA RAMUNNO EDITION!

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Antonio Pilato
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Re: Stage

Messaggio#3 » martedì 20 aprile 2021, 17:58

Ciao Andrea, piacere di averti letto.

Il tuo racconto è molto lineare e presenta la sua bellezza più che altro nel finale, il quale si inizia a evincere già nelle ultimissime righe. Il tema, seppur in maniera più concettuale che concreta secondo me, è rispettato.
Scritto bene e semplice da leggere, e la decisione di indossare un ruolo femminile è riuscita nello stile.

Una nota forse un po' negativa deriva dalla troppa semplicità della storia: un deja vù per tutti noi, anche se il "mondo è bello perché è vario".

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Stage

Messaggio#4 » mercoledì 21 aprile 2021, 14:21

Ciao Andrea.
Il tuo è uno di quei racconti che mi mettono in difficoltà. È innegabile che tu possieda una penna più che discreta, eppure il tuo brano mi ha lasciato freddo. Temo che la ragione principale sia l’antipatia che mi suscita il tuo personaggio (spiacente). In termini assoluti questo non dovrebbe essere necessariamente un male. Dopotutto se un personaggio è in grado di suscitare emozioni forti, a prescindere dal tipo di emozioni, vuol dire che fa il suo dovere (il mio metro di paragone in tal senso rimane sempre il Patrick Bateman di American Psycho). Il fatto è che, leggendo il tuo brano, ho l’impressione che tu non volessi affatto disegnare un personaggio del genere.

Ora, cos’è che mi ha portato a tale sensazione? L’idea è che il tutto risieda nei dettagliati riferimenti che la protagonista concede al lettore, tipo il seguente:
i miei amici sapevano bene che, dopo aver preso la laurea in Scienze Internazionali a Forlì, questo era il mio unico sogno.

Vada per l’indirizzo di studi, ma cosa aggiunge al brano il fatto che l’università fosse quella di Forlì? Personalmente, mi fa soltanto apparire la protagonista quale una precisetti un po’ snob.

Poi c’è il finale, pure questo capace di darmi sensazioni contrastanti. La semina che hai fatto nella prima parte di testo è stata discreta (anche se il passaggio sui coniugi Colorni non ha fatto altro che aumentare l’irritazione verso un personaggio che sembri amare il far sapere agli altri quanto è colta), eppure il colpo di scena appare forzato, del tutto irrealistico.

Davvero, mi spiace non essere riuscito ad apprezzare questo brano, ma ho trovato il suo “abito” inadatto a veicolare il messaggio che ti eri prefisso, trovando l’intera struttura troppo costruita e meccanica.

Alla prossima.
Ultima modifica di Alessandro -JohnDoe- Canella il giovedì 22 aprile 2021, 8:38, modificato 1 volta in totale.
lupus in fabula

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SalvatoreStefanelli
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Re: Stage

Messaggio#5 » giovedì 22 aprile 2021, 7:36

Ciao Andrea. La storia che ha raccontato è così "normale" da sembrare quasi banale, vi ho trovato troppe informazioni che, oltre sembrare un omaggio ai citati, sembrano uno sfoggio di conoscenze quasi superflue. Le si capiscono meglio nel finale, il quale da un senso alla storia stessa, per quanto poco realistico o, per lo meno, altamente improbabile. Le emozioni legati ai ricordi sfumano nella storia un po' monotona. Per il resto che dirti, scrivi bene e anche il senso dei tempi è più che buono. Il tema mi sembra preso un po' troppo di striscio, sia che valuti il muro bianco che la pandemia che isola ogni protagonista.

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Andrea Furlan
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Re: Stage

Messaggio#6 » venerdì 23 aprile 2021, 1:31

Ciao a tutti e grazie per i vostri commenti,

Già per i miei racconti precedenti su MC mi hanno fatto notare che il mio stile è di solito discreto ma manca una strategia nel costruire la storia, nonostante i miei sforzi di costruirla. Credo che anche questo racconto abbia lo stesso difetto.
In questo caso riflette una situazione che vivo direttamente, lavorando per la Commissione Europea: volevo descrivere la strana situazione che vivono i giovani stagiaires nel tempo della pandemia. Ho pensato di legarla alla figura di Ursula Hirschmann, moglie di Altiero Spinelli che scrisse il manifesto di Ventotene, prima idea di Unione Europea. Per questa parte ho cambiato i nomi dei personaggi, che così sono diventati la famiglia Colorni.
Riguardo al tema: il muro è rappresentato da quello fisico del giardino che separa le due case,: vivendo in Belgio, si sente ancora più che in Italia l'individualismo che separa persone che vivono in case vicine. Nella mia idea, il muro virtuale è anche quello dell'isolamento creato dal virus.
Probabilmente ho inserito troppi dettagli presi dal mio vissuto personale che hanno appesantito la storia.
Però devo dire che non mi trovo d'accordo con Salvatore col definirla "normale e quasi banale": posso averlo reso male, ma volevo descrivere il senso di straniamento che potrebbe aver subito una persona che voleva fare questa esperienza da una vita a inizio pandemia.
Riguardo al commento di JohnDoe sulla protagonista: in effetti non era mia intenzione caricare il personaggio, ma trovo interessante che tu l'abbia trovata antipatica. In effetti l'ho immaginata un po' secchiona e focalizzata su se stessa, quindi ci sta che questo sia uscito in maniera implicita.
Grazie Antonio per aver apprezzato la capacità di scrivere da un punto di vista femminile, sono contento di essere riuscito in una cosa che trovo sempre difficile.

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Giovanni Attanasio
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Re: Stage

Messaggio#7 » venerdì 23 aprile 2021, 10:44

Non sono molto convinto. C’è una distanza enorme tra il lettore e il testo, una distanza che non sono riuscito ad accorciare perché la vicenda scappava via da me, confusa e aliena. Sì, ok, c’è la pandemia e accenni del carattere del personaggio, ma manca del tutto il conflitto— o quasi del tutto. E pensa che avrebbe pure potuto funzionare, avendo provato io l’esperienza del “vivi all’estero” e tutte quelle cose lì.
Quello che mi ha allontanato sono le piccole informazioni costanti, gli appunti di questo o quest’altro. Non so cosa consigliarti, ma leggendo la tua risposta ad altri commenti ho capito più o meno a che “stato” della scrittura ti senti. E dunque: avere un buono stile è facile, anche se sembra strano a dirlo così. Lo stile e la penna si migliorano molto più in fretta di altri elementi molto più intrinsechi. Quello che non migliora se non si studia in modo serio è il metodo con cui si affronta la pianificazione e la gestione di tutti gli elementi che precedono la stesura stessa. È più importante rendere una storia organica e ben pianificata che avere una penna supersonica.
Buona edition!
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Andrea Furlan
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Re: Stage

Messaggio#8 » sabato 24 aprile 2021, 1:16

Ciao Giovanni, grazie per I tuoi commenti.
In realtà mi sembrava che il conflitto, o meglio le aspettative deluse della protagonista, fossero evidenti già dalle prime righe. La mia intenzione è stata di far ruotare tutta la vicenda attorno a questo punto.
Sull'evoluzione della mia scrittura, che sto cercando di migliorare sono pienamente d'accordo: prendo come nota positiva i commenti sullo stile e mi impegno a migliorare pianifica tecnica e struttura. I vostri feedback e scrivere tanto sono il modo migliore per farlo. Credo che il non potere rivedere il testo a mente fredda a causa del bravissimo tempo mi penalizzi molto. Ad esempio questo racconto avrei potuto scriverlo tutto in forma di dialogo, descrivendo il primo incontro fra le due, ma l'idea mi è venuta solo qualche giorno dopo...

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filippo.mammoli
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Re: Stage

Messaggio#9 » sabato 24 aprile 2021, 13:50

Ciao Andrea,
Il tuo è un racconto coraggioso, da un certo punto di vista. Parlare della stretta attualità e farlo partendo da una storia verosimile e magari vissuta personalmente da te o da qualche conoscente, è per me degno di rispetto. Dico questo perché so che è più difficile e perché esiste il rischio che la storia diventi troppo vera e quindi poco interessante. In parte, secondo me, questo è accaduto. Lo stile è buono, una prima persona gestita senza intoppi, ma sembra che il racconto si avviati un po' su se stesso e sui temi della delusione. Tra la narrazione delle sue aspettative ei ricordi del padre, ho percepito una certa freddezza che non mi ha permesso di farmi coinvolgere più di tanto.
Scorre bene fino al finale, ma non ho sentito guizzi.
Il tema poi mi pare che entri proprio poco nella storia.
Alla prossima.

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Debora D
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Re: Stage

Messaggio#10 » sabato 24 aprile 2021, 14:59

Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Ho trovato nel tuo racconto un’ottima idea, che ci dà la possibilità di conoscere un aspetto particolare del nostro presente, ma una realizzazione che sembra ancora una bozza: tante idee e informazioni ma poca azione in scena.
Mi spiego sperando di esserti utile.

Ogni persona narrativa ha le sue possibilità e carenze, in questo caso scegli una prima persona presente che rinuncia però alla sua forza, cioè al qui e ora, per puntare di più sulla riflessione. Infatti ci troviamo in un racconto riflessivo in cui accadono pochi fatti, molto è antefatto e l’importanza è data ai pensieri della protagonista, anche la semina fondamentale sul finale viene data in un lungo capoverso che ci racconta il passato.
Sin da bambina, Papà ha sempre fatto una magia, solo per me: trasformava i suoi studi di diritto internazionale in storie meravigliose di eroi che avevano realizzato il sogno europeo. Fra gli altri, ricordavo il nome di Ernesto Colorni: partigiano, antifascista, deputato in Italia, poi uno dei primi parlamentari a Bruxelles. Nel mio libro ho trovato la storia di Natalia Muller, la moglie ebrea di Colorni, di cui non sapevo nulla. Fondatrice dell’Associazione Donne per l’Europa, una delle prime a chiedere parità di genere nelle Istituzioni.

Anche il momento in cui lei legge la notizia su Le Soir è a posteriori quando sarebbe stato proprio ottimo da inscenare. Avrei voluto essere lì mentre leggeva, infatti i momenti che ho preferito sono stati all'inizio e alla fine quelle piccole pennellate che riguardano la donna con il cappello, perché accadono e li vedo nella mia mente.

Nella prima sequenza utilizzi una certa varietà di tempi verbali che mi hanno confuso nell’atto di localizzare e sistemare i fatti, non perché siano scorretti, ma perché anche qui il paragrafo è fitto e con poche pause.
C’è il presente della prima riga che mi promette un certo tipo di focalizzazione,
Il cuscino non ne può più delle mie lacrime: me le ricaccia indietro
poi il netto passato del participio, il passato prossimo e gli imperfetti della seconda
Arrivata a Bruxelles, sono entrata Ho aperto la finestra
La sequenza è fitta nello stesso paragrafo senza a capo, gli a capo avrebbero aiutato a far respirare un po’ e a separare i momenti. Ma poi mi chiedo, perché non avere tre sequenze la prima in cui lei arriva con tutto il suo carico di sogni, la seconda una in cui lei riceve la notizia e la terza in cui conosce la donna?
Così dobbiamo leggere tutto come qualcosa già avvenuto e quindi filtrato a posteriori.

Conclusione: L’attualità, l’esperienza di una ragazza italiana all’estero ecc. lo rendono interessante dal punto di vista del contenuto, ma la realizzazione non aiuta l’empatia e la scorrevolezza. Ti capisco perché anche a me hanno segnalato più di una volta l’eccesso di informazioni, vogliamo far sapere tutto, ma non abbiamo lo spazio per farlo. L’unica soluzione è provare e riprovare, perciò non demordere anche perché la tua esperienza ti dà la possibilità di vedere uno spaccato di società davvero promettente, mi piacerebbe leggerne ancora.

Buona edizione, alla prossima!

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Andrea Furlan
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Re: Stage

Messaggio#11 » domenica 25 aprile 2021, 18:38

Grazie Filippo e Debora per i vostri utilissimi commenti. Soprattutto a Debora per la cura e il tempo che hai speso per questo lungo feedback.
Quando ho smesso di scrivere mi sono reso conto di quello che avete notato: alla fine ho spiegato più che inscenato. Usare una persona diversa some ha suggerito Debora sarebbe stato probabilmente, cosi come cambiare l'ordine delle scene con più attenzione ai tempi. Ci rifletterò per una possibile revisione, grazie!

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Roberto Bartoletti
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Re: Stage

Messaggio#12 » martedì 27 aprile 2021, 1:04

Ciao Andrea
racconto piacevole, sostenuto da uno stile più che buono. In alcuni passaggi mi ha ricordato quasi un diario, forse per il modo in cui è stata gestita la prima persona, o magari per il protagonista stagista fuori porta. L’assenza di un conflitto vero e proprio si sente, ma non la trovo insopportabile: avrei forse calcato di più sugli effetti sociali del covid, che agli occhi del pdv rendono la sua permanenza all’estero ancora più complessa. Anche perché così il tema “oltre il muro” si percepisce effettivamente sbiadito e non forte come volevi comunicarci. Il contorno è senz'altro scritto bene, ma l'emozione di fondo ne ha risentito, almeno secondo me. Bravo per come hai gestito una protagonista femminile, da quel punto di vista assolutamente credibile.
In bocca al lupo per l’edizione e a presto!

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wladimiro.borchi
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Re: Stage

Messaggio#13 » mercoledì 28 aprile 2021, 13:41

Ciao, racconto che ho letto con piacere e che scorre piuttosto bene.
A onor del vero stilisticamente mi sento di consigliarti di ridurre al minimo i c.d. "dialog tag" per sostituirli con i c.d. "beat".
Nel tuo racconto ce ne sono davvero troppi e danno davvero l'idea di "spiegato" o "raccontato".
Es.
«Miette, viens ici!» L’ha chiamato.
«Si prenderà un malanno» ho pensato

I dialog tag (e cito quello che per molti qua dentro è un Maestro con la M maiuscola) "sono quei verbi come "disse", "ribatté", "urlò" ecc. che di norma si impiegano per far capire chi parla e come pronuncia la battuta.
Al posto dei dialogue tag vanno utilizzati maggiormente i beat, ovvero i piccoli gesti dei personaggi tra una battuta e l’altra per indicare chi parla quando la cosa non è evidente, e per aggiungere dinamismo e verosimiglianza al tutto.
".
La trama in sé, col disvelamento finale (peraltro un po' atteso) non brilla per originalità, ma il tema è colto in modo davvero trasversale.
Sarà difficile individuare una posizione di calssifica.
Mi hai messo in crisi.
A rileggerci presto.
W

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Andrea Furlan
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Re: Stage

Messaggio#14 » mercoledì 28 aprile 2021, 22:39

Grazie a tutti, anche a Wladimiro e Roberto,, per gli utilissimi suggerimenti
Credo sia il racconto che ha ricevuto più consigli pratici fra tutti quelli che ho scritto qui. Vuol dire che in qualche modo vi deve aver colpito, anche perché in molti mi hanno scritto che è stato particolarmente difficile da classificare.
Lo prendo come qualcosa di più di avere un ampio margine di miglioramento... :-)

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antico
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Re: Stage

Messaggio#15 » martedì 4 maggio 2021, 14:46

L'idea e l'intento mi sono piaciuti davvero molto, meno il come hai deciso di metterli in pratica. Manca una focalizzazione precisa sul tema di fondo che, per gli elementi che hai fornito, sembra quello legato al fatto che anche se le cose non stanno andando come vogliamo ci si possono comunque aprire possibilità enormi e che è giusto non perdere mai quell'approccio entusiasta. Nello specifico, non mi sembra funzionare come si arriva all'incontro finale perché lo anticipi e poi lo fai accadere, quasi come un deus ex machina. Quante possibilità ci sono che lei legga di questa donna e poi, per magia, si ritrovi la figlia come vicina di casa? Quasi come vincere all'enalotto, forse meno. Ecco, diverso sarebbe stato se, previo l'avere strutturato diversamente gli equilibri interni, tu l'avessi fatta entrare prima in contatto con la vicina e che, una volta dentro casa sua, avesse visto la foto e ricollegato con vecchi studi da lei fatti in modo da farle riemergere l'entusiasmo e tornare ad ampliare le sue possibilità: sarebbe stato meno statico, ma, soprattutto, molto meno forzato. I muri, nel tuo racconto, sono quelli che ci costruiamo mentalmente una volta che le cose non vanno come da noi deisderato, ancora di più dei muri eretti dal covid. Per me un pollice tendente verso l'alto anche se un po' al pelo proprio per questa mancata focalizzazione.

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Andrea Furlan
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Re: Stage

Messaggio#16 » mercoledì 5 maggio 2021, 13:55

Grazie mille saggio Antico.
Condivido tutto dalla prima all'ultima parola. Hai colto esattamente l'idea di fondo, come dicevo quando giocavo a basket: non è finita finché non è finita...:-)
Forse è una storia che meriterebbe di essere sviluppata oltre...

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antico
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Re: Stage

Messaggio#17 » mercoledì 5 maggio 2021, 15:27

Andrea Furlan ha scritto:Grazie mille saggio Antico.
Condivido tutto dalla prima all'ultima parola. Hai colto esattamente l'idea di fondo, come dicevo quando giocavo a basket: non è finita finché non è finita...:-)
Forse è una storia che meriterebbe di essere sviluppata oltre...


Giocavo anch'io a basket. Ci gioca anche Fabio Aloisio, ancora due e abbiamo un primo quintetto per la squadra di MC :)

Sul racconto, sì, merita assolutamente unsa sistemata, dacci dentro.

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