Piccola esploratrice
Inviato: lunedì 19 aprile 2021, 23:18
Piccola esploratrice
Tessa incrocia le braccia.
Il muro di Villa Russel è alto almeno il doppio di lei, ma il vecchio castagno che cresce nel suo giardino è ancora più alto e i suoi rami si estendono ben oltre la parete di mattoni neri.
- È facilissimo: appoggio lo scaletto di papà accanto a quei bidoni della spazzatura, mi aggrappo al ramo più basso e scavalco il muro usando l’albero – Arriccia la treccia castana attorno all’indice. – Dieci minuti e sono dentro.
Si volta verso i suoi compagni. Porta le mani ai fianchi.
- Chi viene con me?
I ragazzi si guardano. Restano in silenzio. Lei aggrotta le sopracciglia.
- Allora? Dov’è il problema? Il muro del campo sportivo è più difficile da scavalcare.
- È vero, però… - Poldo deglutisce. Il mento gli trema. La maglietta tirata sulla pancia è macchiata di sudore – insomma, non si deve entrare nella Villa: ci facevano le messe nere una volta!
- Ho sentito dire che dei ragazzi dell’ultimo anno ci sono entrati per evocare Bloody Mary lo scorso Halloween - Connor si sistema gli occhiali sul naso. Nel parlare, il tono della sua voce si fa più flebile. – Hanno recitato il Padre Nostro al contrario sette volte a mezzanotte: appena hanno terminato, Bloody Mary è apparsa e li ha uccisi tutti!
- Ma, se sono morti, come fai a sapere che è stata Bloody Mary?
Connor alza le spalle. Le sue guance lentigginose diventano rosse.
Tessa sposta lo sguardo su Stanley. Lui incrocia le braccia.
- Mia madre mi ha detto che lì dentro abitava un terribile vecchio una volta– Sorride, ma a Tessa non sfugge il modo il suo volto perde colore mentre parla. – Tutti avevano paura di lui, perché era in grado di rubare l’anima alle persone e di chiuderla dentro una bottiglia.
- Mia cugina mi ha raccontato la stessa storia, ma mi ha anche detto che il vecchio era ricchissimo e che il suo tesoro è ancora nascosto nella cantina della Villa – si volta verso il muro diroccato. – Ci pensate? Se questa storia fosse vera potremmo diventare ricchissimi!
Stanley sposta lo sguardo dagli altri due amici a lei. Distende le braccia sui fianchi.
- Noi non veniamo, Tessa. I nostri genitori ce l’hanno proibito e non vogliamo metterci nei guai.
Tessa scopre i denti.
- Siete solo un branco di cacasotto! Non ho bisogno di voi! – afferra lo scaletto e lo stringe a sé. – Terrò per me tutto il tesoro e se troverò Bloody Mary le tirerò un pugno sul naso!
I tre ragazzi arretrano. Seguendone il movimento, Tessa nota che suo padre si è affacciato alla finestra del soggiorno. Ha il giornale in mano e la sta osservando. Lei prende un respiro e si volta verso la Villa.
- Fate quello che volete: ho deciso di andare e non rinuncerò.
Tessa apre la porta. Attraversa il corridoio del vestibolo tenendosi alla parete. Ansima. Le mani le tremano. Intravede il divano del soggiorno: cerca di raggiungerlo, ma le vengono le vertigini appena lascia la parete.
- Cosa hai trovato nella Villa?
Suo padre è in poltrona. Ha abbassato il giornale. Nei vetri dei suoi occhiali il riflesso di Tessa è pallido e tremante.
- Niente…
Suo padre sospira. Si alza. La raggiunge. Le appoggia una mano una mano sulla testa e la accarezza. Tessa comincia a tremare.
- Niente…
Il padre la abbraccia.
- Non c’era nessun fantasma… nessun tesoro… solo polvere e ragnatele…
La stretta di suo padre si fa più forte. Tessa comincia a piangere.
- Ho cercato i simboli delle messe nere e le bottiglie del terribile vecchio…
- Non li hai trovati, vero?
Tessa scuote la testa. Si separa dall’abbraccio e guarda il volto di suo padre. Anche i suoi occhi sono lucidi di lacrime.
- Perché… perché non mi hai impedito di andare? Perché non me l’hai proibito come hanno fatto gli altri genitori?
- Perché è così che si diventa grandi: scoprendo la verità - Il padre le asciuga le lacrime con il pollice. – E tu sei diventata abbastanza matura da sopportarla.
Tessa si morde le labbra. Arriccia una treccia attorno all’indice. Le mani non tremano più.
- Fa male.
- Farà sempre male.
di Agostino Langellotti
Tessa incrocia le braccia.
Il muro di Villa Russel è alto almeno il doppio di lei, ma il vecchio castagno che cresce nel suo giardino è ancora più alto e i suoi rami si estendono ben oltre la parete di mattoni neri.
- È facilissimo: appoggio lo scaletto di papà accanto a quei bidoni della spazzatura, mi aggrappo al ramo più basso e scavalco il muro usando l’albero – Arriccia la treccia castana attorno all’indice. – Dieci minuti e sono dentro.
Si volta verso i suoi compagni. Porta le mani ai fianchi.
- Chi viene con me?
I ragazzi si guardano. Restano in silenzio. Lei aggrotta le sopracciglia.
- Allora? Dov’è il problema? Il muro del campo sportivo è più difficile da scavalcare.
- È vero, però… - Poldo deglutisce. Il mento gli trema. La maglietta tirata sulla pancia è macchiata di sudore – insomma, non si deve entrare nella Villa: ci facevano le messe nere una volta!
- Ho sentito dire che dei ragazzi dell’ultimo anno ci sono entrati per evocare Bloody Mary lo scorso Halloween - Connor si sistema gli occhiali sul naso. Nel parlare, il tono della sua voce si fa più flebile. – Hanno recitato il Padre Nostro al contrario sette volte a mezzanotte: appena hanno terminato, Bloody Mary è apparsa e li ha uccisi tutti!
- Ma, se sono morti, come fai a sapere che è stata Bloody Mary?
Connor alza le spalle. Le sue guance lentigginose diventano rosse.
Tessa sposta lo sguardo su Stanley. Lui incrocia le braccia.
- Mia madre mi ha detto che lì dentro abitava un terribile vecchio una volta– Sorride, ma a Tessa non sfugge il modo il suo volto perde colore mentre parla. – Tutti avevano paura di lui, perché era in grado di rubare l’anima alle persone e di chiuderla dentro una bottiglia.
- Mia cugina mi ha raccontato la stessa storia, ma mi ha anche detto che il vecchio era ricchissimo e che il suo tesoro è ancora nascosto nella cantina della Villa – si volta verso il muro diroccato. – Ci pensate? Se questa storia fosse vera potremmo diventare ricchissimi!
Stanley sposta lo sguardo dagli altri due amici a lei. Distende le braccia sui fianchi.
- Noi non veniamo, Tessa. I nostri genitori ce l’hanno proibito e non vogliamo metterci nei guai.
Tessa scopre i denti.
- Siete solo un branco di cacasotto! Non ho bisogno di voi! – afferra lo scaletto e lo stringe a sé. – Terrò per me tutto il tesoro e se troverò Bloody Mary le tirerò un pugno sul naso!
I tre ragazzi arretrano. Seguendone il movimento, Tessa nota che suo padre si è affacciato alla finestra del soggiorno. Ha il giornale in mano e la sta osservando. Lei prende un respiro e si volta verso la Villa.
- Fate quello che volete: ho deciso di andare e non rinuncerò.
Tessa apre la porta. Attraversa il corridoio del vestibolo tenendosi alla parete. Ansima. Le mani le tremano. Intravede il divano del soggiorno: cerca di raggiungerlo, ma le vengono le vertigini appena lascia la parete.
- Cosa hai trovato nella Villa?
Suo padre è in poltrona. Ha abbassato il giornale. Nei vetri dei suoi occhiali il riflesso di Tessa è pallido e tremante.
- Niente…
Suo padre sospira. Si alza. La raggiunge. Le appoggia una mano una mano sulla testa e la accarezza. Tessa comincia a tremare.
- Niente…
Il padre la abbraccia.
- Non c’era nessun fantasma… nessun tesoro… solo polvere e ragnatele…
La stretta di suo padre si fa più forte. Tessa comincia a piangere.
- Ho cercato i simboli delle messe nere e le bottiglie del terribile vecchio…
- Non li hai trovati, vero?
Tessa scuote la testa. Si separa dall’abbraccio e guarda il volto di suo padre. Anche i suoi occhi sono lucidi di lacrime.
- Perché… perché non mi hai impedito di andare? Perché non me l’hai proibito come hanno fatto gli altri genitori?
- Perché è così che si diventa grandi: scoprendo la verità - Il padre le asciuga le lacrime con il pollice. – E tu sei diventata abbastanza matura da sopportarla.
Tessa si morde le labbra. Arriccia una treccia attorno all’indice. Le mani non tremano più.
- Fa male.
- Farà sempre male.
di Agostino Langellotti