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Suoni
Inviato: lunedì 19 aprile 2021, 23:30
da SalvatoreStefanelli
Una vita sospesa nell'ascolto.
Ero perennemente teso ad ascoltare il mondo là fuori perché riempisse il mio di colori e sfumature altrimenti monotone. Solo la bella stagione mi permetteva di respirare aria nuova, giù in giardino, con il mondo sempre fuori oltre il muro.
Oltre il muro dell'indifferenza, del compiacimento, della pietà per un paralizzato dal collo in giù. Raramente, al di qua si presentavano sguardi addolorati e facevano più male degli altri, perché spezzavano i sogni, li annullavano, e con essi la speranza. Che poi non ci fosse speranza, questa era una cosa che tenevo ben nascosta persino al mio io più intimo.
L'estate era la stagione che preferivo, quella in cui mi sembrava di tornare a vivere, seppure la vita fosse quella di altri. In estate il muro che contornava il giardino si arricchiva di suoni più calorosi, più vivi, persino più sottili: di passi lenti, di voci silenziose, di sospiri; dove potevo immaginare abbracci, baci, carezze e struggermi nella sofferenza della loro mancanza.
A volte i suoni erano duri da digerire, stridenti, feroci, accozzaglie indecifrabili dove immaginare alcunché di definibile, proiettabile come un film che scorresse dietro le mie palpebre, era impossibile. In quei casi mi rifugiavo nei ricordi di un giorno precedente che era stato stimolante.
Tuttavia nessun vuoto sembrava più pieno di quello della notte, dove persino le ombre sulle pareti della mia camera sembravano avere un suono, una vita, scene di un film dalle atmosfere a volte crude, a volte sognanti, più spesso crudeli. Molte notti restavo a dormire in giardino, facendomi coccolare dai suoni che salivano su dall'erba, sino ad addormentarmi nell'abbraccio della luna e di voci amanti.
Una notte il mio mondo cambiò all'improvviso.
La voce di donna che avevo sentito la mattina ansimare tra lascivie parole cariche di amore vero e sensuale, sino all'orgasmico urlo di quel piacere intenso che non mi era mai stato dato di provare, era riapparsa. Questa volta sola, in lacrime oltre l'edera, tra parole sottili che le scivolavano via lungo il vicolo al di là del muro. Coglievo il suo dolore e in esso vi leggevo anche la speranza; di chi fosse la colpa e per cosa nutrisse speranza non mi era dato di capirlo.
C'era solo lei e la sua voce, ancora calda, sanguigna, spaventata del futuro, prigioniera di un sentimento che si era rivelato falso. Chissà perché aveva deciso di ritornare lì quella notte? Mi sembrava assurdo che fosse tornata nel posto dov'era stata più felice, proprio per rimpiangere o sbarazzarsi per sempre di quella stessa felicità.
Lo stridore di gomme, una frenata brusca, il suono di una moto spinta all'indietro da piedi puntati sull'asfalto mi distrassero dai miei pensieri.
La voce taceva; immaginai, cercando di nascondersi tra le ombre e l'edera.
Qualcuno scese dalla moto, due uomini, a giudicare dal rumore dei passi. Sentii uno dei due dire: «Tutto bene? Serve aiuto?»
La voce di lei non rispose, anzi, se fosse stato possibile, si ritrasse ancor di più nel silenzio.
L'altro: «Carlo hai visto che bella figliola. Sembra spaventata, mica sarà per noi?» «Non avere paura, siamo qui per aiutarti».
«Lasciatemi stare. Per favore…»
La sua paura divenne la mia; il vicolo non aveva altre uscite che quella dove erano entrati. I due avanzarono, ormai distavano due passi da lei.
«Dai, che non ti facciamo nulla di male. Ci divertiamo un po' insieme, che ne dici?»
«Nooo! Vi pregooo…»
Il silenzio era la mia ultima chance. E anche la sua.
«Ehi! Voi. Sparite! Sto chiamando la polizia!»
«Chi cazzo sei? Lo sciancato?»
«Sì, è il mezzo morto alla nascita. Carlo fregatene; non può farci nulla, manco l'avrà il telefono».
Era vero. Non l'avevo mai voluto, non avrei saputo che farmene; nessuno si era mai interessato a me da valere la pena chiamarlo al cellulare.
Il suono breve dalla sirena di una volante, un fascio di luce che si stagliò nel cielo oltre l'alto dell'edera sul muro. Le grida: «Scappa! Scappa!». La concitazione dell'arresto. E in tutto quel casino io sentivo solo la sua voce che diceva: «Grazie!».
Lei è ancora una voce e viene a trovarmi tutti i giorni. Parliamo tanto, separati dal muro. Oggi le chiederò di entrare, non mi basta più solo sentirla. Qui ho un regalo per lei: uno smartphone.
Re: Suoni
Inviato: lunedì 19 aprile 2021, 23:34
da antico
Ciao Salvatore e bentornato nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona ORIANA RAMUNNO EDITION!
Re: Suoni
Inviato: lunedì 19 aprile 2021, 23:37
da SalvatoreStefanelli
Grazie! Era da un po' che non scrivevo, avevo bisogno di sgranchirmi le nocche. Buon divertimento a tutti e ci aggiorniamo presto, spero.
Re: Suoni
Inviato: mercoledì 21 aprile 2021, 15:07
da Signor_Darcy
Il racconto, ben scritto, è nettamente diviso in due parti. Anzi, in tre, se consideriamo l’ultimo paragrafo come un’entità un po’ a sé stante, forse troppo concitata se paragonata a quel che lo precede. Non che quei frammenti di azione e luci e rumori percepiti dal protagonista siano scritti male, tutt’altro; però il salto mi è parso molto netto. Peraltro, non so bene perché, proprio l’ultima parola, “smartphone”, mi è sembrata molto stonata dopo quattromila caratteri comunque poetici, molto descrittivi, che per inciso avrebbero potuto essere ambientati in qualsiasi epoca, almeno fino all’entrata in scena degli pneumatici.
Come colpo di scena in sé funziona, anche se l’intervento dei soccorsi risulta essere stato forse fin troppo tempestivo – magari fosse sempre così.
Il dialogo è credibile, anche se forse un po’ cinematografico.
Credo che le cose migliori siano comunque nella prima parte, quella più emozionale ed emozionante (“L'estate era la stagione che preferivo, quella in cui mi sembrava di tornare a vivere, seppure la vita fosse quella di altri”, o “potevo immaginare abbracci, baci, carezze e struggermi nella sofferenza della loro mancanza”). Un buon lavoro, in definitiva.
Re: Suoni
Inviato: mercoledì 21 aprile 2021, 22:00
da SalvatoreStefanelli
In effetti stona anche a me smartphone e l'unica ragione, forse banale o non sufficientemente valida, che mi ha portato a usarla è stata quella di una idea: non un cellulare qualsiasi, che rischiava di far collocare gli eventi agli albori di questi strumenti, ma uno smartphone che avrebbe permesso ai due protagonisti di vedersi e comunicare anche senza essere vicini, quindi come apertura verso un futuro che è cambiato in modo definitivo per il nostro.
Hai ragione anche sul fatto che la prima parte è più emozionale e che l'ultima corre veloce, in modo verosimile ma pur buonista, verso il finale; diciamo che non ho voluto rinunciare a troppe cose scritte all'inizio e ho deciso di sacrificare di più il finale. Sono, comunque, contento di aver scritto questa storia in un'ora scarsa, dopo un lunghissimo blocco e che almeno un po' sia piaciuta. Grazie.
Re: Suoni
Inviato: mercoledì 21 aprile 2021, 22:53
da Signor_Darcy
SalvatoreStefanelli ha scritto:In effetti stona anche a me smartphone e l'unica ragione, forse banale o non sufficientemente valida, che mi ha portato a usarla è stata quella di una idea: non un cellulare qualsiasi, che rischiava di far collocare gli eventi agli albori di questi strumenti, ma uno smartphone che avrebbe permesso ai due protagonisti di vedersi e comunicare anche senza essere vicini, quindi come apertura verso un futuro che è cambiato in modo definitivo per il nostro.
Limite mio, non avevo colto questo aspetto della cosa. In effetti è qualcosa che dona profondità alla storia.
Re: Suoni
Inviato: giovedì 22 aprile 2021, 18:39
da Fagiolo17
Ciao Salvatore e piacere di leggerti.
Per mio gusto personale, non sono un grande amante della scrittura lirica e più poetica, preferisco uno stile asciutto e diretto.
Il racconto è scritto in maniera matura, tratta una tematica interessante da un punto di vista limitato a poter solamente sentire quello che accade oltre al muro.
Hai gestito molto bene le suggestioni e la visione del mondo del nostro protagonista.
L'arrivo della polizia nel finale ha un po' il retrogusto di deus ex machina, ma non guasta troppo l'atmosfera e gli intenti del resto della narrazione.
In bocca al lupo per l'edizione.
Re: Suoni
Inviato: giovedì 22 aprile 2021, 19:01
da Andrea Partiti
Vado contro corrente, la prima parte è lenta, senza una direzione e crea un'atmosfera che poi c'entra ben poco con quel che sta per arrivare. Sono tanti preparativi che poi non si concretizzano davvero, penso che ridimensionarli farebbe solo bene al racconto.
Salva la ragazza, un po' per caso e fortuna, e poi tutto il loro rapporto attraverso al muro brucia e finisce nel giro di poche righe. Quella parte avrebbe senso approfondirla.
In generale le scene dinamiche, con dialoghi e interazione, mi sembrano molto più nitide, mi parlano di più.
Re: Suoni
Inviato: giovedì 22 aprile 2021, 21:13
da SalvatoreStefanelli
Grazie a tutti. I vostri pareri, le impressioni e le conoscenze derivanti da studi ed esperienze possono solo aiutarmi a migliorare.
Re: Suoni
Inviato: venerdì 23 aprile 2021, 14:04
da alexandra.fischer
SUONI di Salvatore Stefanelli Tema centrato. Punti di forza. L’intelligenza vivida e la sensibilità del protagonista, che vorrebbe vivere come tutti gli altri, ma è confinato nel muro della sua invalidità dalla nascita (è paralizzato). Più che vivere la vita si limita a udirla e vederla. Come avviene con la vicenda della giovane donna, prima innamorata, poi tornata piangente sul luogo che l’ha vista felice e ritrovatasi in balia di due stupratori. Il protagonista è pronto a salvarla e nel suo muro si apre una breccia: la giovane donna gli diventa amica e lui, nemico dei cellulari perché privo di amici, ha uno smartphone in dono per lei.
Molto indovinato l’uso dei dettagli (anche per rappresentare i rari momenti di gioia del protagonista: l’estate, quando può stare fuori in giardino e i rumori che giungono più vividi, la notte, ricca di ombre e rumori che rendono la realtà più ricca ai suoi occhi). Bella anche la costruzione del dialogo del tentato stupro fra la giovane e i due uomini. E anche il grido del protagonista.
Punti deboli:
Capisco il tempo e i caratteri tiranni: ma devo farti notare che ne manca un pezzo. L’arrivo della volante è scollegato dal resto. Arriva. È un deus ex-machina e non va benissimo, proprio come lo smartphone che compare all’improvviso a casa del protagonista. Per risolverlo io toglierei le parti dei due riferite a lui: sappiamo già che è invalido. E metterei una voce in più che chiede cosa succede e lui glielo dice: “C’è uno stupro. Chiami la polizia. Il cellulare? Non ce l’ho”.
ti riporto le frasi corrette:
la voce di donna che avevo sentito ansimare la mattina fra lascive parole.
Carlo, hai visto che bella figliola?
Carlo, fregatene…
da valere la pena di chiamarlo al cellulare
Re: Suoni
Inviato: venerdì 23 aprile 2021, 19:28
da Proelium
Ciao Salvatore,
piacere di leggerti, conoscerti e commentarti.
Partiamo dal tema, che hai sicuramente preso e declinato bene. Non sei stato il solo a cimentarti con il muro dell'invalidità, ma ho trovato la tua versione più efficace di quella di Pilato.
Bene il primo blocco, coeso e lirico. Sono entrambe qualità che apprezzo, l'ho trovato evocativo.
Poi uno stacco brusco, forse troppo, che ci trascina in una sequenza più incalzante, gestita correttamente ma poco armoniosa prendendo il testo nell'insieme.
Personalmente avrei riservato al crescendo della voce di donna, oltre che una funzione di climax, anche quella di uno snodo intermedio. Il fatto che sia una voce già nota proietta le sensazioni all'indietro, mentre l'obiettivo è quello di andare avanti. Meglio, allora, presentarla come una forza inedita, sconosciuta, che scuote la scena e avvia con dinamismo il secondo blocco.
Quanto alla conclusione, concordo anch'io sul deus-ex-machina: troppo palese in questo caso specifico. E avrei chiuso un paio di righe prima, magari enfatizzando quel "grazie" così sensuale, così vivo, di cui il protagonista si ritrova a immaginare le labbra.
Stile e contenuto piacevoli, peccato per gli spigoli e la disarmonia strutturale.
Buona Edition, alla prossima!
Francesco
Re: Suoni
Inviato: venerdì 23 aprile 2021, 21:43
da viviana.tenga
Ciao Salvatore,
Ho trovato la prima parte poetica ma un po' lenta, penso che avresti potuto ridurla un po' a favore di quella successiva. Lì secondo me avresti potuto far salire ancora più la tensione, magari far sì che i due malintenzionati perdessero un po' di tempo a prendersi gioco del protagonista e rendendo un po' meno tempestivo l'arrivo della polizia.
A parte questo squilibrio tra le due parti, il racconto mi è piaciuto e trovo sia ottimo il modo in cui hai sviluppato il tema.
Re: Suoni
Inviato: domenica 25 aprile 2021, 22:12
da Stefano.Moretto
Ciao Salvatore.
Mi unisco ha chi pensa che la prima parte sia un po' lenta, il mio pensiero è che avresti potuto rendere l'idea della sua condizione con molti meno caratteri eppure con qualche dettaglio in più che attirasse l'attenzione. La cosa positiva è che la seconda parte invece fila abbastanza bene, anche se in alcuni punti diventa un po' un riassunto sbrigativo (es: l'arresto). Alla fine ti lascia un po' con un senso di insoddisfazione: è vero che la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi, ma è anche vero che il protagonista non è il protagonista. A causa della sua condizione non può fare nulla, è vero, ma proprio per questo le sue azioni non sono determinanti e la donna si salva praticamente per un colpo di fortuna, anche se non capisco perché la polizia dovrebbe arrivare a sirene spianate se nessuno l'ha chiamata. Forse un vicino? Anche la considerazione sull'avere un cellulare l'ho trovata poco sensata: all'inizio dice di essere paralizzato dal collo in giù, non ha bisogno di giustificare il fatto di non avere un cellulare. Come potrebbe usarlo senza mani?
Penso che l'idea alla base del racconto possa essere molto interessante, ma che sia stato sviluppato in un modo non ottimale. Forse in un'altra forma, dando al protagonista una sfida che potesse risolvere con le sue forze forse si avrebbe avuto un maggior senso di appagamento finale (tiro un esempio irrealistico a caso: afferra qualcosa coi denti e lo lancia fuori dalla finestra, così facendo li spaventa e fuggono).
Re: Suoni
Inviato: lunedì 26 aprile 2021, 23:12
da SalvatoreStefanelli
Se troverò il tempo e l'opportunità, prenderò tutte le vostre osservazioni e cercherò di migliorare il testo. Come pratica.
Re: Suoni
Inviato: mercoledì 28 aprile 2021, 9:41
da Davide_Mannucci
Ciao Salvatore, piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto molto ma mi ha lasciato deluso dalla seconda parte in poi. La prima parte sarà lenta ma mi ha emozionato tantissimo e di questo ti ringrazio. Questo, come ho anticipato più volte negli altri commenti, è un gruppo pieno di racconti validi che mi porteranno a una classifica ingiusta, perché molti, troppi meritereste il terzo posto. Purtroppo una classifica va fatta ma questo non toglie che il tuo racconto sia, almeno per metà, uno dei migliori. La seconda parte, almeno per quanto mi riguarda, toglie poesia e atmosfera e fa perdere tanti punti alla storia. L’arrivo della polizia, l’arresto concitato. Tutto un po’ troppo di fretta e messo lì. Si sentono i caratteri che stanno per finire e il tempo che passa.
Però scrivi bene, cavolo se scrivi bene. Hai detto che hai scritto in poco tempo dopo un blocco. Ti capisco!
Mi permetto di suggerirti il laboratorio. Senza limiti di caratteri credo possa venire un raccontone. Sarebbe un peccato lasciare una cosa iniziata così bene, finire nell’oblio. Ripeto, con calma e magari con 10.000 caratteri, questo viene un racconto eccellente.
Dispiace ancora per la seconda parte che rovina la bellezza della prima ma devo comunque farti i complimenti!
A presto
Re: Suoni
Inviato: mercoledì 28 aprile 2021, 20:57
da lucaspalletti
Ciao Salvatore,
piacere di leggerti per la prima volta!
Affronti quest'edizione mettendo in scena il tema della disabilità, muro invalicabile per tante persone. Lo fai con una lunga sequenza introspettiva che ci cala bene nei panni del protagonista, nel suo mondo fatto di solitudine ed immobilità forzata, di speranze vane e di vita riflessa. Le mura della stanza precludono e nascondono un'infinità di sensazioni, eventi e possibilità, rievocando quasi la siepe di Leopardiana memoria. Sicuramente tutto ben costruito.
Lo stile ricercato e la prima persona al passato mi hanno lasciato un pelino esterno al protagonista, ma siamo nell'ambito dei gusti personali.
Dovendo trovare un difetto ti direi che il racconto è un pelino sbilanciato, ma te l'hanno già fatto notare. D'altronde arrivo per ultimo a commentare, quindi aggiungerò che sì, sicuramente la prima parte è molto più lenta e corposa della seconda, che si svolge forse in maniera troppo repentina, ma tutto sommato può starci: alla fine, è forse anche giusto prendersi più tempo e spazio, in un formato così breve, per focalizzarsi sull'interiorità del protagonista, che affronta comunque una condizione non comune e non certo semplice.
Valuto quindi positivamente il tuo racconto, e spero di rileggerti presto.
Buona Edition!
Luca
Re: Suoni
Inviato: lunedì 3 maggio 2021, 15:11
da antico
A mio avviso il racconto pecca in tutta la parte legata alla donna. Andiamo con ordine: molto buona la prima parte: delicata e ben narrata. Poi arrivi alle azioni e tutto perde un poco di equilibrio: poco rilevante che la donna sia stata già lì, eccessivo che proprio in quel momento arrivino due balordi per molestarla, totalmente improbabile che una volante intervenga subito dopo la sua minacca di chiamare la polizia e per di più lo faccia in un vicolo cieco, probabilmente buio. Tra l'altro, la questione "chiamo la polizia": è paralizzato dal collo in giù e il cellulare non può usarlo, peraltro è verosimile che abbia una sorta di telefono inglobato nella carrozzina. Ma tornando agli snodi narrativi: vedo più funzionale fare arrivare lì la ragazza, che magari sta già fuggendo a questi due malintenzionati. Per te sarebbe l'occasione per mostrare più dialogo tra lui e lei (lei si sta nascondendo, lui cerca di darle conforto con le sue parole) per poi arrivare alla scena drammatica con scioglimento meno "deus ex machine". Certo, con un'impostazione simile avresti potuto dedicare meno spazio alla prima parte, avresti dovuto riequilibrare il tutto. Detto questo, per me siamo su un pollice tendente verso il positivo anche se al pelo e in classifica ti piazzo davanti al parivalutato racconto di Pilato per una maggiore semplicità e chiarezza del tuo.